“2019”: istruzioni per l’uso (e l’afasico Rappuoli)…
Da oggi, dunque, il romanzo ereticale “2019” è nelle librerie; domattina alle 12, conferenza stampa al bar I mantellini, luogo ormai cult delle colazioni ereticali. Venerdì 11, poi, alla libreria Senese, presentazione ufficiale, con introduzione e commento a cura di Simonetta Michelotti, che già aveva presentato – nel lontano 2010 – “Gli scheletri nell’armadio”.
Essendo “2019” un libro che parla di vicende un po’ delicate – anzi, parecchio – crediamo sia necessario fare alcune precisazioni, per mettere subito a tacere non le eventuali polemiche (sale della autentica democrazia), quanto eventuali incomprensioni. E che le critiche vengano, e copiose, purchè informate.
Spero di non tralasciare niente di importante, ma chi leggerà il libro vedrà che di tematiche, in effetti, ce ne sono molte…
“2019”: SIENA UNA POLVERIERA?
Per prima cosa, bene chiarire subito una cosa: il contesto del romanzo, è assolutamente verosimile. L’Andalusia del 1984 e, soprattutto, la Siena del 2019 sono scenari verosimili, plausibili. In tutto e per tutto. Nel caso spagnolo, si tratta ovviamente di un periodo ormai storico, tra l’altro: quello cioè della Spagna in uscita dal franchismo (quarant’anni lo scorso novembre, dalla morte del Caudillo Francisco Franco).
L’invenzione romanzesca, invece, è tale, e non sarebbe potuto essere in modo diverso: dunque nessuno può credere che sia effettivamente in procinto di nascere, a Siena, una Confraternita di fanatici cattolici che – bevutisi il cervello – vanno a sgozzare gente a destra e manca per le vie della città. Diciamo che nella pur sonnacchiosa Siena esisterebbe l’humus perché qualcosa di simile potesse accadere, ma realisticamente questo non accadrà.
Quanto al versante islamico, quando ho scritto i Capitoli concernenti il fanatismo islamico nel romanzo, eravamo sì reduci dal gennaio di sangue parigino, dunque da Charlie Hebdo; ma il 13 novembre era ben lungi dal venire, forse anche solo dall’essere immaginato (i vignettisti parigini erano da tempo nel mirino dei fanatici islamici, non si era ancora arrivati a sparare alla cieca sulla folla): quindi – come ho già scritto – potrete immaginare i brividi aggiuntivi, una volta preso atto del mattatoio parigino di meno di un mese fa.
CONTRADE: OCA SU TUTTE…
Personaggi importanti del romanzo sono contradaioli, in particolare ocaioli: primus inter pares il “cattivo maestro” Manlio, con Roberto e l’ex legionario Andrea (il giovane idealista Vittorio è, invece, nicchiaiolo).
Pleonastico dire che sono – come mai prima – figure del tutto inventate, create dalla mente dello scrivente; la scelta dell’Oca, invece, non è casuale per niente: non solo per l’ovvia contiguità con Santa Caterina, che troneggia anche in copertina, quanto anche per la “manifesta superiorità” di cui il popolo fontebrandino ha sempre menato vanto. Come non scegliere l’Oca, dunque?
Sperando che nessuno si offenda, in zona Fontebranda, ma che anzi sappia prendere il tutto come un omaggio ad una certa idea – pur oggi inevitabilmente sorpassata – di Contrada. E d’altra parte, il “clangit ad arma” non sarà mica casuale, no?
LUOGHI SENESI
Nel romanzo, c’è ovviamente una Siena non da cartolina, e si è cercato di privilegiare luoghi o poco conosciuti (l’esterno della chiesa di San Raimondo, per esempio), o comunque un po’ trascurati (Lecceto, Belcaro; oppure, stando all’intramoenia, la Galluzza o – andando al Santa Maria – l’oratorio di Santa Caterina della notte, ed altri ancora). Chi leggerà, giudicherà…
PERSONAGGI SENESI MISCONOSCIUTI
Alzi una mano chi saprebbe, stans uno pede, relazionare su Passitea Crogi o su Gallinaccio (per restare in Fontebranda)? Qualche lettore più addentro al passato senese senz’altro, ma mi sia consentito di dire che è una conoscenza piuttosto rara, da trovare.
Se questo libro servirà a farli conoscere meglio (non necessariamente per come sono stati presentati dallo scrivente), sarà cosa buona e giusta.
FANATISMO SOLO ISLAMICO?
Ecco una critica già garantita: ma con quello che accade nel mondo ed anche in Europa – diranno alcuni -, in questo finale di 2015 si va a scrivere del fanatismo cattolico, pericolo inesistente in Italia, pur con tutte le frange tutt’altro che pacifiste dell’arcipelago cattolico?
Beh, intanto chi vorrà leggere troverà che nel romanzo non c’è nessuna indulgenza neanche verso l’Islam radicale e sanguinario (basta leggere, appunto); inoltre, sempre chi legge noterà che il “cattivo maestro” si trova, a modo suo e curiosamente assai, a concordare con non poche tesi più volte esposte in questo blog; in terzo luogo, qui si vuole descrivere NON ciò che già c’è, ma un qualcosa che – continuando così le cose, radicalizzandosi sempre più – potrebbe rinascere.
Perché – sia ben chiaro – la storia del Cattolicesimo di sangue è intrisa fino alle tempie, ed il fatto (citando De André) che oggi si diano buoni, anzi ottimi, consigli, non esime dal fatto che ciò possa dipendere dal non potere più dare cattivi esempi…
Ps 1 Sabato e domenica, appuntamento stimolante – a cura di Alessandra Lusini – con una nuova edizione di “UN PO DI SI”. Foto di Mauro Agnesoni, Luca Liserani ed altri ancora; collaborazione della Diana, patrocinio Unesco.
A questo giro, il tutto si svolge nello show room del Consorzio agrario (15,30-20,30). Tutto gratis (non i prodotti in vendita, eh…).
Ps 2 In settimana prossima, articolo da non perdere sui rapporti fra la pierre vaticana (sic) Chaouqui e qualche pezzo forte dell’eterno potere senesota. A presto, dunque…
Ps 3 Come ovvio, Scaramin Scaramelli non risponde al cortese invito ereticale di un confronto pubblico. Tutto previsto, a dimostrazione che, del suo passato, si può dare solo l’immagine oleografica e di autoesaltazione che lui stesso ed i suoi collaboratori ci offrono. Noi restiamo a completa disposizione, comunque.
Ps 4 Caso Gsk: 127 lavoratori rischiano seriamente il posto (solo 127, viene da chiedersi?).
Adesso, nella consueta arrampicatura sugli specchi, i piddini offrono solidarietà (chi ne avrebbe dubitato?), e massima mobilitazione (cioè scaricabarile). Vedremo al Consiglio comunale chiesto dalle opposizioni.
Siamo d’accordo sul fatto che una multinazionale fa come le pare: ma allora diciamolo sempre, non solo quando fa comodo.
E veniamo infine all’afasico Rino Rappuoli, sorta di totem incriticabile, a Sienina; l’afasico, non ha niente da dire, sulla questione? L’uomo più premiato dal Sistema Siena, il genio del biomedicale, l’uomo con profonde radici sul territorio, avrebbe pure il dovere di dire qualcosina, no?
Oppure, per lui, tutto è comunque d’oro: il parlare, e lo stare zitto. A seconda dei momenti…
L’Eretico immagina una recrudescenza di integralismo cattolico. Io, invece, vedo una Chiesa che ha smesso di andare come pecora in mezzo ai lupi, che – se è ancor più prudente dei serpenti – di certo non è più pura come le colombe. Quando, a proposito dei simboli del Natale, sento un Vescovo dire di voler fare, “per la pace…, tanti passi indietro”, io un po’ mi rammarico e un po’ mi preoccupo.
Specifico: la Chiesa ha un terribile nemico e sta perdendo la battaglia. Ma questo nemico NON è l’Islam, ma il secolo, il nichilismo, il narcisismo, l’amoralità che lo impregnano. Lo stesso Papa Francesco pare più preoccupato di fare una bella prolusione all’ONU che di convertire anime. Luca – quando descriveva le tentazioni del Demonio – aveva davvero visto lontano…
Capitolo GSK: la politica locale, qui, c’entra poco. Il mio pensiero, comunque, l’ho esposto qui: http://losmemorato-ilblog.blogspot.it/2015/12/leuro-e-solo-una-moneta.html.
Grazie all’Eretico per i continui stimoli intellettuali.
Allo Smemorato, che ringrazio per il complimento finale: guarda che le tue conclusioni – esposte nel commento – sono praticamente quelle che si evincono dal romanzo; il nemico contro cui si batte il “cattivo maestro”, il professor Manlio, è esattamente la SECOLARIZZAZIONE ormai inarrestabile. Con la sua forma mentis, nei confronti dell’Islam, l’ideologo ultracattolico ha accenti di ovvia condanna teologica, ma anche di ammirazione: perché – pensa e dice Manlio – LORO hanno giovani che si immolano per il loro Dio, noi oltre i Papa-boys (quando va bene) proprio non si va…un “cattivo maestro”, oggi, è molto più a suo agio con certe fasce di Islam radicale, no?
L’eretico
Ne riparlerò volentieri appena letto il romanzo! Mi interessa molto. Buona giornata.
Bene, aspetto commenti, dunque!
Per intanto, a fine mattinata si è tenuta l’annunciata conferenza stampa al barre I mantellini; in calce all’evento, Bastardo senza gloria ha girato un documento dei suoi, in cui lo scrivente cerca di sintetizzare in un minuto il contenuto del romanzo (cosa ardua assai!), e poi c’è il gustoso intervento conclusivo del Superavvocato De Mossi…
Quanto ai transfughi da Ncd a Forza Italia, accidenti al meglio (a livello di partito nazionale di riferimento)…
L’eretico
Pingback: Rassegna Stampa – GSK: siamo sicuri che gli esuberi sono solo 120? Il caso su The Telegraph… | IL SANTO NOTIZIE DI SIENA
finalmente romanzo con bella (o più bella del solito) veste, Raf, complimenti!
Scaramelli ha appena incrociato Piccini, non fargli prendere tutto lo spazio…vediamo che altro incontro interessante sanno organizzare: il ‘seguito’ è sempre difficile…io proporrei ad es. incontro Furiozzi (mi sembra il più titolato dei portavoce 5 stelle) con Mancuso, ad es., che ne dici?
Oltre a Rappuoli (ma è persona fisica, ti dice: son mica padrone?) c’è la questione TLS che è pubblica-privata, se ho ben capito: che prospettive, che fa in questa situazione? Non sarebbe da capire meglio? Non parliamo della Finanziaria senese, di cui si esalta sempre il ruolo, o sbaglio?
Caro Eretico avrai forse voglia di smettere, ma sembra che ci sia chi vuole impedirti questa cosa con notizie ghiotte e ridicole allo stesso tempo.
Ora ho letto che quasi tutti i “politici” del NCD di Siena sono trasmigrati in Forza Italia. Cioè quelli che fino ad ieri si accapigliavano reciprocamente sui temi politici, oggi sono tutti insieme appassionatamente. Primo tra questi un personaggio che non conosco, tale Tacconi, che nell’articolo descrivono anche come ex socialista. Ma che considerazione hanno questi della gente di Siena, come pensano che i senesi possano accettare queste incoerenze e queste giravolte? O sono tutti diventati strulli? Non credi che queste manovre siano un assist al PD e al Valentini? Spero che oltre al già richiesto commento su alcuni gruppi scaramelliani parlerari presto anche di questo.
http://www.bastardosenzagloria.com/noteredazionali/duemiladiciannove-il-nuovo-romanzo-di-raffaele-ascheri/
Non sono strulli, lo sono i senesi che li hanno votati finora. Sono come i ladri di Pisa, il giorno litigano e la notte vanno insieme a rubare. Ovvai ho comprato il libro ‘2019’ e domani comincia la lettura. Però qualcuno della Torre ce li potevi mettere, è la rivale dell’oca, e poi trai bravi torraioli ci sono due personaggi molto sinistriun ex sindaco da Montepulciano e un ex rettore sardo dal cognome molto di sinistra.
Caro “Vedo nero”, per intanto complimenti per l’acquisto (credo non te ne pentirai), e buonissima lettura: poi ci dirai la tua opinione, spero!
Per quanto concerne la questione Oca: capisco la tua ironia, ma – come leggerai – non c’è davvero alcuna somiglianza fra i personaggi di “2019” e attuali dirigenti ocaioli. Non lo dico per evitare problemi, ma perché è proprio così.
Visto che ci siamo, ho dovuto censurare un commento, evidentemente di un lettore appassionato, che ha comprato e letto tutto di un fiato (buon segno): il problema è che ha inserito nel commento un passaggio (non l’unico, peraltro) che deve restare top secret! Si tratta o no di un thriller, per Dio?
Buona domenica a tutti, l’eretico
Che ti potevano dare qualche ulteriore ispirazione.
Ps4. un giornale locale presenta la faccenda in questi termini: “Gsk: Siena polo mondiale anti-meningite”. Certo è che, come spesso accade di fronte a scelte imprenditoriali tese a guardare lontano, che esse comportano anche decisioni non positive per i dipendenti….saranno 127 i posti di lavoro coinvolti nelle scelte della nuova organizzazione, tra le funzioni di ricerca e sviluppo a Siena e di produzione e qualità a Rosia.”
Potenza dell’eufemismo, licenziare, ovvero estromettere, diviene il suo contrario, ovvero “coinvolgere”. È sempre così, nel migliore dei mondi possibili, capitale indiscussa della vaselina.
Concordo in pieno con il commento di Groppone da Figulle, e rilancio sull’argomento: qualcuno avrà forse notato che quando si scrive dell’ottimo Rino Rappuoli, non c’è mai nessuno che osi criticarlo – o sbeffeggiarlo – come accade invece per altri protagonisti della scena pubblica senesota. Curioso, no? Forse è davvero un fenomeno della Natura, forse…
Mi devo ancora scusare: altro commento su “2019” da censurare!
Lo so, lo so: la prima vittima della Confraternita ha fatto sobbalzare chi è arrivato a quel punto del romanzo, ma non si può pubblicizzare il contenuto della trama, cercate di capire…
L’eretico
Caro Raffaele
ho appena finito di leggere il tuo ultimo romanzo e la prima impressione, inevitabile, riguarda i personaggi.
La costruzione del loro profilo.
Non hanno profondità né sfumature psicologiche.
Sono talmente caricati a molla che sembrano non disperdere alcuna energia.
Non avvertono l’entropia della modernità e cercando un senso si dimostrano insensati.
La pretesa poi dichiarata di agire profeticamente – nemmeno di pensare o dirsi, no proprio di agire – risulta macchiettistica.
E’ una follia che non scalda.
Si prova pena e tristezza, quasi imbarazzo.
Il cattivo maestro più che un maestro pare un esaltato privo di traduzione (parla una lingua che non ha più persone).
A voler essere severi si manifesta come un dislessico spirituale : non ha più segni di comprensione ed è incapace di leggere i simboli della sua stessa cultura.
Va bene la stanza insonorizzata per pregare, ma possibile che non legga nemmeno le cronache su quell’organizzazione calabrese che appunto giura la propria fedeltà di sangue nientemeno che sull’angelo con la spada ?
Ma dove vive ?
Oppure il tuo è un colpo geniale : siccome vive a Siena niente lo tocca che non riguardi Siena…
Purificare, perfino trasfigurare.
Adorare un malinteso martirio per poi credere che il fine più evidente della fede sia intimorirsi da soli in un trionfo assurdo della paura (e non della bellezza , e non dell’amore).
Nobilitare il tremore , il timore divino, così orbitale ma senza gravità, mi è sembrato un peccato più della stupidità che della superbia.
Questi figli della fede formati al suo cospetto ieratico sono inverosimili, oppure troppo veri per poterli credere in riunione.
Ti giuro che si arriva a soffrire per una tale piattezza d’animo ( e pensare che vogliono salvare l’anima della città…).
Un lampo di luce realista, tanto inatteso quanto intellegibile -seppur dettato da una gelosia estemporanea- arriva dalla pia donna.
Te la immagini appesa ad una gruccia nell’armadio eppure prende un’iniziativa: l’unica della sua vita…
Una passioncella.
Un meritato salto nell’abisso della responsabilità.
Nessuno avanza un dubbio sul nucleo evangelico (che non è conciliare ma evangelico).
Nessuno avanza perplessità tali da contrastare l’autoassegnata missione salvifica.
Possibile che chi si è lasciato uccidere per l’umanità, per una teologia paradossale, avvalli l’esatto contrario ?
Possibile che un cattolico sia profondamente anticristiano ?
Certo conquistare.
Certo difendere il cinismo del sangue (non la fede) poiché il fine giustifica i mezzi, quando sono proprio i mezzi (la propria vita) la migliore testimonianza.
L’esaltazione ( o fanatismo) è una brutta bestia.
E tu la rendi palpabile e visibile per l’assoluta mancanza di pensiero dialettico : il fondamento di quelle convinzioni non è la pietà ma l’arroganza.
Se dio è amore (suprema accoglienza dell’errore) andare controcorrente non è soltanto irragionevole (la fede senza ragione è stata stigmatizzata anche da Ratzinger nel discorso di Ratisbona) ma diabolico.
Tanto che c’è una sottile ironia nell’ affidare al nome doloroso di quella creatura sottomessa – lei si – la consapevolezza di fondo che alla fine emerge (non siamo il giudizio di dio).
Ho pensato che poteva essere una retorica della narrazione.
Ho pensato che potrebbe essere una chiave descrittiva che funziona.
Una scelta lucida (questa si…).
Hai scelto di scrivere un testo che trasmette una vita monodimensionale (ragionano come fumetti , dialogano senza parlarsi).
Il sorriso è bandito come nel nome della rosa.
Eppure ci troviamo potenzialmente (per gli effetti e non per la causa) di fronte a un capolavoro rappresentativo.
I senesi della salvezza, del riscatto trascendente – e non si tratta di un giudizio – sono persone semplici con punti di vista elementari.
Il taglio di un’accetta, in confronto, li avrebbe resi personaggi pirandelliani.
C’è pure l’omicidio di uno scrittore blasfemo e manca solo il rogo (2019).
Ma forse volevi mostrare un’ enorme regressione a tutti i livelli : la malattia ma anche la presunta cura.
Mi sono girato il volume fra le mani, ripensando alla trama e ai colpi di scena.
E mi sono dato due opzioni (al momento mi sono venute in mente queste due).
Se questo è lo scenario di fondo, se questa è la realtà ( e non svelo le previsioni della finzione ormai a tiro di pura cronaca…sul nuovo sindaco, sulla svendita della residua dignità, svendita tanto generalizzata da coinvolgere il Palio nelle sue fondamenta d’onore), se hai perfino evocato il nome del nuovo Papa ; se questi in definitiva sono i frutti immaginifici che scaturiscono dall’attualità senese, le ipotesi sono due : o la tua è una provocazione santa, questa si talmente vera ( e quindi santa) da meritare una sublimazione postuma (che spiegherò) ; oppure la rappresentazione è semplicemente questa perchè questa è solamente la tua cifra interpretativa.
Sterilizzata dalla sterilità del protagonista che non avendo figli non può nemmeno pensare cosa significhi ammazzare quelli degli altri.
Perchè almeno il capostipite biblico fu chiamato ad uccidere il suo… e poi fermato in tempo.
Dunque: o siamo di fronte a un’ opera che farà riflettere (proprio perché è una legnata -sei legnoso-) o siamo di fronte a un’opera in apnea (che non prende respiro e non ne da) quindi aperta alla contemplazione di una eredità che non c’è più.
Eredità spazzata via dalla globalizzazione (cinesi e indiani) e dall’audience.
Ovviamente hai ragione, pienamente ragione, quando suoni l’allarme rosso per il pericolo della spettacolarizzazione (che non è la secolarizzazione).
Hai ragione nel dire senza dirlo che lo spettacolo non è lo scopo della vita.
Lo spettacolo inteso come un esserci anestetizzato, indifferente, confuso, totalmente in preda all’abdicazione della propria ironia (vero pane quotidiano capace di conservare la libertà)diventa una prigione eterna.
Te lo dice uno che ha ricevuto una bellissima lezione da suo padre (pancreas, due mesi).
Mi consolava dicendo che morire è un bene, che si deve fare spazio agli altri , alle nuove generazioni.
Se non fosse mai morto nessuno, su questo pianeta, ci pesteremmo a vicenda (forse meno tragicamente che in Campo…).
Ma i piedi in capo – a pensarci bene – sarebbero un’ opzione verosimile.
In fondo ti arrendi perché dici non può essere (Raffaele non può averlo scritto) , ma intanto la talpa scava.
Per non farmi prendere alle spalle da questa sorpresa ermenueutica, che fa capolino e che mi vaneggia intuitivamente, mi difendo (difensore della fede….) con questa presunzione.
Persiste un’idea sull’opera che il demone della tua scrittura non ha saputo uccidere.
E quindi l’unico assassinio “legittimo” è rimasto incompiuto.
Detto questo ti saluto con la più franca delle convenzioni, la più certa delle civiltà : soltanto chi ti ha criticato con rispetto (dimostrando l’argomentazione che ci fa crescere entrambi) può aprire le ali del tuo elogio.
ps4. …Ma come fa a sopravvivere la ricerca in Italia, se non c’è più l’impresa? Leggo l’elenco parziale delle vendite:
Pininfarina va agli indiani, Bulgari ai francesi (ad onta del nome), come Loro Piana, Gucci e Pomellato; Ferretti cantieri navali ai cinesi, Krizia ora si chiama Zhu (nome decisamente più sintetico), Safilo agli olandesi, come Algida, Bertolli e Santa Rosa; Buitoni, Sanpellegrino e Motta agli svizzeri, Star, Gragnano e Scotti agli spagnoli, Galbani, Invernizzi, Locatelli e Parmalat amcora ai francesi, come Telecom, mentre l’americana Kraft ha fatto incetta di aziende del settore alimentare, che per enumerarle ci vuol mezza giornata; Valentino fa l’arabo in Quatar e in Quatar volano (si fa per dire) anche i nuovi grattacieli milanesi, assieme alla ditta che costruisce le gru che sono servite per costruirli (fanno le cose per bene, questi arabi!); la Rinascente rinasce in Thailandia, Frau, ad onta del nome tedesco passa agli americani, Pirelli ai cinesi, i Frecciarossa ai giapponesi, Indesit agli americani, Italalcementi ai tedeschi, ecc.ecc. ce n’est q’un debut!