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La domenica del villaggio: Santa Caterina, un film e tanto, tanto altro

Appuntamento ricco, anche questa domenica, con la rubrica culturale: la clamorosa rivincita della carta sul 2.0; un film di grande, grandissimo impatto sulla violenza del football americano; in più, le due rubriche abituali, e tre Ps su Leopardi, Santa Caterina e sul 1 maggio (poca originalità, ma il culto della data lo impone…).

Buona lettura, dunque!

 

LA ZONA D’OMBRA DEL FOOTBALL AMERICANO

Paese che vai, sport che trovi: e negli States furoreggiano – insieme al basket ed all’hockey su ghiaccio, oltre che il soccer femminile – il baseball e il football.

“La zona d’ombra”, del regista Peter Landesman, ha uno straordinario merito, tipico del grande cinema di inchiesta: sa andare oltre la facciata, oltre i lustrini, oltre la retorica sottesa all’epopea dei “nuovi gladiatori”. E si parla di una storia autentica, narrata con piglio deciso e serrato da Landesman.

Uno sconosciuto medico legale di origine nigeriana (tale Bennet Omalu), senza cittadinanza USA, nel 2002 a Pittsburgh, dopo avere analizzato il cervello di un ex giocatore letteralmente impazzito, riesce a dimostrare – evidenza scientifica alla mano – che gli scontri testa-testa così frequenti nel football, portano ad una forma di malattia mentale gravissima, che niente ha a che vedere con l’Alzheimer giovanile con cui i medici della lobby del football (NFL) cercano di mettere tutto a tacere.

La verità della Scienza e della Medicina (la encefalopatia cronica traumatica), contro gli interessi economici e la cogente necessità psicosociale dei circenses: chi vincerà, alla fine? La risposta sembra scontata, ed in effetti lo è; ma almeno, grazie a questo misconosciuto medico legale nigeriano (interpretato da un convincente Will Smith), nessuno può dire di non sapere.

Con un’aggiunta finale: negli States un film – critico, duro, implacabile –  sullo sport nazionale l’hanno fatto (partendo da un’inchiesta giornalistica, si badi bene); in Italia, sarebbe possibile fare lo stesso con il calcio? La domanda, indubbiamente, è retorica…

 

LA RIVINCITA DELLA CARTA

Sempre dagli Usa, una notizia che ha davvero del clamoroso: nel 2015, le vendite di e-book sono calate di più del 12%, mentre la stessa percentuale, in attivo, va ascritta invece al libro su carta; con conseguenze anche divertenti: alcune librerie della Grande mela, per esempio, devono riacquisire gli spazi eliminati quando si pensava ad un declino irreversibile del libro stampato: urgono scaffali nuovi, per il caro, buon vecchio libro cartaceo.

E c’è di più, molto di più: Giuliano Aluffi, sullo scorso Venerdì di Repubblica, ci sintetizza le risultanze di un libro scritto da una neuroscienziata, Maryanne Wolf: “Proust ed il calamaro. Storia e scienza del cervello che legge” (il libro è del 2012, peraltro); tesi del saggio? Noi umani, in estrema sintesi, non siamo evolutivamente tarati per la lettura, che è cosa recente, nel cammino plurimillenario dell’uomo; dunque la nostra mente predilige fissare le lettere e le parole su carta, perché le stesse si oggettivizzano lì meglio che sullo schermo, in quanto oggetti più fisici che sul pc. La luminosità dello schermo ed il suo diverso angolo di lettura (rispetto alla carta), tenderebbero, per esempio, a seccarci di più gli occhi.

Visto che l’Italia è considerata la Patria della carta, non dobbiamo forse gioire? Ed il profumo che può offrirci un libro cartaceo, un e-book non ce lo può certo dare…

 

LEGGI CHE TI PASSA: LA REGRESSIONE DELLA SPERANZA DI VITA

“Abbiamo perso in 15 anni i vantaggi acquisiti in 40”, è il drammatico incipit del commento di Walter Ricciardi (Direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni); tutto – o quasi – dipende dal crollo della prevenzione: in Italia, spendiamo circa il 4% della Spesa sanitaria, per cercare di prevenire: in Francia l’8, in Germania il 16% (!). Dunque nonostante si fumi di meno (ma sempre troppo), e si faccia più sport (ma sempre troppo poco), facciamo come i gamberi.

Morale della favola: un nato nel 2014, ha una speranza di vita di 80,3 anni se maschio, e 85 se femmina; se nato in Italia nel 2015, si scende: 80,1 se maschio, 84,7 se femmina. Chi ha orecchie per intendere, intenda…

 

IL CRETINO DELLA SETTIMANA

Palma settimanale del cretino, da assegnare a tutti coloro che chiedono informazioni ai podisti mentre gli stessi stanno correndo, magari allo stremo delle forze; specie se i domandanti si trovano in luoghi frequentati anche da molti altri, oltre ai podisti.

Si pensa forse che uno, in quanto in fase di corsa, sia più informato sulle vie della città o sul parcheggio più vicino? Boh…

 

Ps 1 Oggi, Primo maggio (calendario alla mano, 1 maggio particolare: anche festa di precetto).

Stando all’hic et nunc, c’è da rallegrarsi poco: nell’Italia del 2015, 16 morti in più sul lavoro, rispetto all’anno precedente. A livello storico, una curiosità (che si tira fuori tutti gli anni): Hitler, in ossequio al derivare la sua prassi politologica anche dalle istanze della Sinistra, continuò a fare celebrare la Festa del lavoro anche nei 12 anni del Terzo Reich. Cosa su cui riflettere.

Ps 2 In settimana scorsa, due importanti conferenze leopardiane, alla biblioteca Comunale di Siena: ne daremo conto domenica prossima. Molto, molto, molto volentieri.

Ps 3 Sul Sole 24 ore Cultura di domenica scorsa, c’è una recensione – molto positiva, tra l’altro – dell’ultimo lavoro su Santa Caterina.

Si tratta di un libro francese: “Catherine de Sienne. Vie et passions”, (Cerf Parigi, 256 pagine, 24 euro), scritto da André Vauchez.

Carlo Ossola ci dice che l’autore non nasconde le “forzature bellicose che…il fascismo fece per la “santa degli Italiani”: sono pagine lucide, serrate, e che forse spiegano perché poi la storiografia si sia un poco mostrata refrattaria” (sull’appropriazione fascista, mussoliniana, della Santa, Ndr). In effetti, trattasi di un argomento che merita ulteriori approfondimenti, quello della triangolazione Vaticano-Mussolini-Caterina (virgo impatiens, per l’autore della recensione).

A noi, è già venuta l’acquolina…

25 Commenti su La domenica del villaggio: Santa Caterina, un film e tanto, tanto altro

  1. Edoardo Fantini scrive:

    Ps1 sul 1 maggio, giornata di festa, questa, nata per rievocare l’impiccagione che negli USA ci fu per dei lavoratori a seguito di scontri con la polizia. In Italia ogni anno si festeggia il 1 maggio, ma della sua vera storia nessuno scrive o dice niente. Secondo voi perché?

  2. anonimo scrive:

    Caro Professore
    Sulla retorica del primo maggio non mi esprimo, i fatti parlano da se, oramai ai cortei ci sono rimasti i sindacati che parlano a se stessi e qualche autorità e poco più.
    Ma su libro non sono d’accordo. Oggi ci sono questi nuovi mezzi, che sono molto di più di un suppurto. Sono libro, blblioteca, deposito del sapere, condivisione con altri, in tempo reale, carta geagrafica, prenotazioni per mezzi, possibilita’ di pagamento e tutto quello che serve. Figuriamoci in futuro.
    Altrimenti ti potrei assimilare alla ministra che mi capito’ di sentirla per qualche momemto mentre parlava del concorsone E diceva ” in questo modo si rispetta la costituzione, perché nel pubblico si entra per concorso…..faremo delle prove per vedere se uno sa insegnare…..Ed ha giudicare ci saranno insegnanti già in ruolo…
    Io mi sbellicai dalle risate, visti i risultati della disoccupazione.
    Eretico il sistema attuale è veloce e presto nacera’ una scuola parallela. Dove si insegna quello che serve non quello che dice la ministra e la costituzione. Insomma ci vuole roba spendibile. Ed in particolare verrà accettato chi è interessato. Altrimenti fuori. Come succedeva anni fa nella nostra scuola pubblica.

  3. Marco Burroni scrive:

    I vantaggi degli Ebook sui libri di carta sono però innegabili. Per esempio io mi sposto sempre con una biblioteca di 124 titoli ( ho controllato ora ora sul mio tablet). Quanto pesano 124 libri di carta? hai mai fatto un trasloco? Io ne ho fatti 3 in 2 anni e ti posso assicurare che sono la parte peggiore e più faticosa. E anche l’odore della carta non è poi così gradevole, almeno per chi, come me, compra titoli economici fatti con carte di pessima qualità… Non parliamo poi della facilità con cui si possono scaricare milioni di titoli. Ti sarà capitato di cercare un determinato libro per poi scoprire che devi aspettare settimane perchè in libreria devono ordinarlo, oppure scoprire che è fuori catalogo. Insomma, risolti alcuni problemi con le intefacce attuali ( non è poi così facile sfogliare un ebook) credo che i vantaggi dell’Ebook lo rendano decisamente superiore al vecchio libro di carta, che sicuramente continuerà ad esistere ma sarà visto sempre più come una cosa un po’ nostalgica, come il vinile per gli appassionati di musica.

    • quellodigracciano scrive:

      Totalmente in disaccordo…e finalmente i fatti ci stanno dando (a noi amanti del cartaceo) ragione. Volete mettere il fascino? Anche i fumetti ci sono in ebook…ma dov’è la magia di quando apri un tex che so…del 1987…e ripensi a che facevi in quel periodo….

  4. Cecco scrive:

    ….andare in libreria girare tra glu scaffali e cercare un libro…anzi è il libro che trova te…questa magia non me la toglierò mai!!!

  5. Brancaleone scrive:

    Sul Cretino della Settimana: mi è capitato proprio ieri. Possibile che non lo capiscano?

  6. senesediritorno scrive:

    PS. 1
    Purtroppo, caro Professore, i morti sul lavoro nel 2015 (tristissima e amara contabilità, questa) sono risultati in aumento di 163 unità (+16%)…capisco benissimo si sia trattato di un refuso da parte Sua ma ci tenevo a puntualizzare al riguardo.
    Certo, qualcuno dirà che molto dipende dal fatto che l’attività produttiva nel nostro Paese “si è riattivata”, ma se a questo dato aggreghiamo anche quello sulla regressione della speranza di vita e sulle motivazioni di siffatta tendenza, se ne ricava un quadro di fronte al quale solo i soliti laudatores temporis praesentis possono esprimere garruli evviva (ma tanto tra un flop via l’altro – per ultimo fresco fresco il tentativo fallito di collocare in borsa le azioni della B.ca Popolare di VICENZA – si va avanti)..
    Che pena!!!

    QUANTO ALLA RIVINCITA DELLA CARTA mi permetto di osservare (lungi da qualunque pretesa di giustificare il post dell’eretical Professore) che non trovo inconciliabile dare ragione sia a chi sostiene la modernità e la funzionalità dei vari strumenti di lettura elettronica sia a chi plaude alla “rivincita” del libro cartaceo.
    Personalmente ho molti libri, accumulati nel tempo e quasi tutti letti (dai Propilei di quando ero molto più giovane, alla storia d’Italia della Einaudi, alla noiosa (per me) Recherche per non parlare di collezioni d’arte).
    Ebbene maneggiare certi tomi, sfogliare i 100 e passa volumi della Ricciardi stampati in carta finissima, spigolare tra le pagine dell’Enciclopedia dell’Arte antica della Treccani mi restituisce emozioni e sensazioni (di odorato e tatto) che nessun e.book può eguagliare.
    Sono un nostalgico bacucco? Non direi di potermi definire così dal momento che dispongo di 2 iPad e di due e.reader che trovo praticissimi per consultazioni, letture usa e getta (oggi si scrive anche troppo da parte di troppi!!), ricerche veloci e via dicendo ..ma quanto sopra a favore del ritorno del LIBRO DI CARTA mi vede assoluto e tenace sostenitore.
    Viva dunque l’evoluzione tecnologica che conviva con il rafforzamento delle tradizioni più belle

    • Eretico scrive:

      Caro “Senesediritorno”, si è trattato di un refuso, che hai fatto molto bene a segnalare (dunque, per chi non l’avesse capito: ci sarebbe stato da gioire per 16 morti in più, invece che per 163…); concordo, poi, con tutto il resto: l’eliminazione della carta da tante pratiche burocratiche, per esempio, è una manna dal cielo del 2.0. Ma il resto…

      A Bankor: non mi pare proprio che siamo così distanti, anzi. Va da sé che la prevenzione cala anche, e soprattutto, per colpa dei tagli e della crisi economica: la Grecia ci dovrebbe insegnare, anche in questo.

      L’eretico

  7. bankor scrive:

    Regressione della speranza di vita
    tutta colpa della prevenzione?
    Affermazione un tantino superficiale dal momento che reddito procapite e livello d’istruzione sono i fattori di correlazione più importanti per l’aspettativa di vita.
    Diversi studi hanno dimostrato infatti, dati alla mano, come l’aumento dell’istruzione media e del reddito procapite si associ anche all’aumento della speranza di vita.
    Ora dato che negli ultimi 7 anni in italia il reddito procapite è crollato di almeno 15 punti percentuali con l’aggravante che le assurde e controproducenti politiche di austerità imposteci da personaggi nominati(non eletti) hanno tagliato indiscriminatamente (in tutti i campi) investimenti pubblici e in maggior luogo anche sulla sanità pubblica e sull’istruzione pubblica il dato della riduzione da 80,3 a 80,1 per gli uomini e da 85 a 84,7 per le donne mi sembra a dir poco miracoloso e dunque destinato a inesorabili nuovi cali.

  8. foloso scrive:

    http://www.lanazione.it/siena/procura-indaga-area-1.2117320

    Nuove cartoline in arrivo per l’inquilino di Piazza del Campo n.1?

    • Eretico scrive:

      Caro Foloso,
      questa volta si tratta dell’area dell’ex Fiore (come ha scritto Orlandino Pacchiani), ma in quella zona i troiai edilizi – scusa lo stilnovismo – sono pressoché sterminati, comunque sistemici: noi ne abbiamo descritti solo qualcuno, per non tediare troppo i lettori.
      Ma la domanda da farsi è questa (già ripetuta sul blog): Valentini Bruno, il Sindaco di Siena, è al corrente di ALTRE indagini su di lui? Perché se fosse indagato (per NUOVE inchieste), lo sapesse, e non dicesse niente, sarebbe INDIFENDIBILE (ammesso che lo sia adesso)…

      Best has yet to come.

      L’eretico

  9. Una lettrice scrive:

    Ho un e-reader da anni e da quando ce l’ho leggo molto di più.
    E’ piccolo, leggero, l’ho sempre in borsa e posso usarlo ovunque.
    Non crea problemi alla vista (almeno non ne ho riscontrati, e comunque non sarà peggio degli smartphone, tablet e pc dei quali facciamo abuso ogni giorno) perché oggi ci sono con schermi antiriflesso, con lo sfondo grigio che non stanca gli occhi, si possono ingrandire i caratteri…
    Ciò non toglie che anche a me piaccia molto gironzolare in libreria, ‘annusare’ la carta, toccare le copertine, farmi ‘scegliere’ da un libro che vedo e che altrimenti non avrei mai letto, comprarli (non ho mai smesso di farlo), per cui credo che l’una cosa non escluda l’altra.
    La crisi del libro non è dovuta in maniera diretta alla nascita degli ebook, che non li hanno mai soppiantati del tutto, anzi, come ci dice l’Eretico, i dati del 2015 (almeno,negli Usa) sono addirittura in controtendenza.
    I lettori accaniti non abbandoneranno mai i libri di carta, con buona pace di scrittori, editori e quant’altro, dunque ben venga la tecnologia quando è al servizio di una giusta causa.

  10. Semplici8 scrive:

    Professore, sai che c’è una puntata di”Law and order” di alcuni anni fa che tratta esattamente lo stesso argomento del film in questione? Come ebbi a scrivere qualche tempo fa qui sul tuo blog, qualunque cosa si pensi degli Americani, non si può negare loro la capacità di fare i conti con loro stessi, attraverso stampa, cinema e serie tv. E noi italiani abbiamo molto da imparare.
    Quanto alla questione libro-ebook, anch’io penso che l’uno non escluda l’altro. Personalmente sono molto fiero della mia libreria,mi piace proprio esteticamente. Inoltre, avete mai provato a schiacciare una mosca con un ebook o a metterlo sotto una zampa di tavolo come zeppa?

  11. Armandino Corona scrive:

    Primo Maggio……se lo togliamo dalla cornice politica e’ una vera festivita per rispettare i lavoratori.
    Cio che invece va abolito e’ il 25 Aprile….data della sconfitta della Nazione Italiana con il completamento dell’invasione della nostra penisola……parlo della vittoria degli anglo americani….perche i nostri grandi eroi “ladri di polli” andarono sulle montagne la sera del 24 e la mattina del 25 marciarono come “liberatori della patria” e ricompensati con inpieghi statali, provinciali o comunali…….I veri partigiani di “giustizia e liberta” invece tornarono alle loro famiglie e lavoro senza vantarsi di nulla.

    • Edoardo Fantini scrive:

      I “veri partigiani” come li definisci caro Corona, sparavano sugli italiani come gli altri delle brigate comuniste. E lo fecero anche meglio quando i soldati della Repubblica Sociale deposero le armi. “Vero” Marozin, ad esempio, per eseguire un ordine di Pertini, fucilo’ Osvaldo Valenti e Luisa Ferida. Marozin era un capo di “Giustizia e libertà”, Valenti e la Ferida erano attori e non militari. La Ferida era al settimo mese di gravidanza, ed andò al muro piangendo e chiedendo:” perché devo morire?” Quando, dopo la scarica, venne raccolta in nella mano destra le fu trovata una scarpina di lana che era appartenuta ad un figlio che aveva perso quando aveva cinque mesi.

  12. Paolo Panzieri scrive:

    Negli Stati Uniti, proprio per togliere la festa dei lavoratori dalla sua cornice politica, la si festeggia in altra data rispetto al primo maggio.
    A settembre, mi pare.
    Per quanto concerne invece il 25 aprile posso solo rilevare oggettivamente che una vera festa nazionale dovrebbe essere tale per tutta una nazione, una occasione di rinsaldamento della identità di un popolo.
    Questa festa, invece, anche dopo 70 anni continua – piaccia o no – a dividerlo, ogni volta.
    Ed i post di cui sopra lo testimoniano ampiamente.
    Storicamente, poi, la guerra era praticamente già segnata da tempo e la nostra penisola non fu liberata dai partigiani ma dagli eserciti alleati.
    E non solo anglo-americani: polacchi, marocchini sempre in prima linea.
    C’era anche una brigata ebraica ai cui reduci è persino inibita la piazza per le rituali celebrazioni ….
    Dunque al netto della retorica politica di cosa stiamo parlando?

    • Edoardo Fantini scrive:

      Caro Avvocato, leggo che anche lei è convinto che la seconda guerra mondiale terminò con la liberazione dell’Italia ad opera degli eserciti Alleati. Però nei due armistizi (8 e 21 settembre) proprio gli Alleati si definiscono “Potenze occupanti” (non “liberanti”…), sapendo bene cosa erano venuti a fare sulla nostra terra. Dobbiamo fraintendere proprio noi “occupati” le loro intenzioni?

      • Paolo Panzieri scrive:

        Caro Fantini, come sempre è solo una questione di punti di vista.

        E non mi reputo assolutamente per l’abolizione di alcuna festività anzi personalmente – potendo – le farei volentieri tutte: il venerdì per l’islam, il sabato per gli ebrei e la domenica per i cristiani …..
        Pasqua, Natale anche quelli ortodossi e perfino tutte quelle festività ebraiche che a volte mi paiono infinite ….
        Col ramadan avrei qualche problema, ma basterebbe organizzarsi …
        Riguardo a quelle pagane – ove non coincidenti – mi rimetto all’Eretico.

        Per me la festa dei lavoratori, poi, va bene a maggio come a settembre.

        Sulle feste nazionali ho solo rilevato che dovrebbero essere inclusive e non divisive.
        Ed il due giugno a me pare una festa nazionale vera.

        Ma il mio, è bene chiarirlo, è un interesse spesso solo teorico perché spesso lavoro.

  13. Semplici8 scrive:

    Ma sì,dai,aboliamole tutte.
    Aboliamo il 25 Aprile perché non fu liberazione ma vittoria della dittatura demo-giudo-plutocratico-liberista degli invasori americani che tanto male ci ha fatto in questi 70 anni; aboliamo il Primo Maggio, perché ha assunto implicazioni politiche e quindi non e’ condivisa da tutti; aboliamo il 2 Giugno, perché e’ la festa della Repubblica ma quasi meta’ degli italiani voto’ per la monarchia e quindi non e’ condivisa da tutti;aboliamo i Santi,Natale,Epifania e Pasqua perché sono feste cristiane e con quanti Ebrei, Musulmani, Buddisti ci sono in Italia non sono certo condivise da tutti;aboliamo Capodanno, perché i Cinesi lo festeggiano in un altro giorno; aboliamo il 4 Novembre, perché e’ la festa delle forze armate e quindi i pacifisti non la condividono; aboliamo l’8 Marzo, perché la festa della donna e’ discriminatoria verso gli uomini; e poi aboliamo anche la festa della mamma e del papà, perché che diamine, ci sono anche gli orfani.
    Ho dimenticato qualcosa? Ah già,aboliamo la Domenica, perché il settimo giorno il Signore si riposo’ ma io sono agnostico razionalista e di quel che fece lui ‘un me ne importa una sega.

    • Edoardo Fantini scrive:

      La vittoria alleata non ci ha fatto male, Semplici8? Oltre i 64mila morti civili sotto le loro bombe, l’Italia dal 1945 in poi dovette fare i conti anche con la penuria di terre da lavorare. Si, perché i vincitori ci tolsero la Libia, l’Etiopia, l’Eritrea, la Somalia, l’Albania e altri possedimenti minori che avevamo nel mare Egeo. Erano 470mila gli italiani che lavoravano in quelle colonie, dove lo Stato e i privati avevano investito i loro soldi. L’emigrazione che aveva afflitto la nostra nazione fin dal 1800 (nel 1927 gli espatriati sommavano a 9.168.367, dato ISTAT) dal 1939 in poi vedeva la sua corrente invertita, nel senso che erano più gli italiani che rientravano in patria di quelli che se ne andavano. Un cenno particolare va poi fatto alla cessione che ci obbligarono a fare dell’Istria e della Dalmazia, che dette il via alle ben note persecuzioni degli slavi. Se questo per te non è far male…

      • semplici8 scrive:

        Fantini, il mio voleva essere un ironizzare circa quella grandissima puttanata che è la condivisione, in quanto non esiste NIENTE che possa essere condiviso incondizionatamente da tutti. Quanto a ciò che scrive lei, le dirò cosa penso. Penso che le colonie ce le avrebbe comunque tolte la Storia pochi anni dopo, così come successo ad altri paesi pur usciti vincitori dalla seconda guerra mondiale. Penso che averle perse allora abbia evitato al nostro paese per lunghi anni l’immigrazione massiccia che quei paesi hanno subito a partire dagli anni 60, con le conseguenze che tutti ben conosciamo e dalle quali siamo rimasti immuni fino ai giorni nostri. Penso che quelle terre le avevamo acquisite a prezzo del sangue nostro e di coloro che eravamo andati a colonizzare, che ciò non sia accettabile e non mi importa che fosse necessario politicamente ed economicamente. Infine, penso che il solo fatto di poter parlare in pubblico delle nostre opinioni private sia sufficiente a farmi dire che ciò che abbiamo perso sia niente, rispetto a ciò che abbiamo guadagnato.

        • Edoardo Fantini scrive:

          Questa è curiosa:
          1) la Storia ci avrebbe tolto le colonie anche senza l’intervento degli Alleati! Come avrebbe fatto, si può chiedere? 2) Quei paesi, cioè le nostre ex colonie, hanno subito un’immigrazione selvaggia a partire dagli anni ’60, con delle conseguenze alle quali noi siamo rimasti immuni…Ti senti bene Semplici8?
          3) Non abbiamo perso niente, nel 1947, perché oggi nel 2015 possiamo parlare in pubblico delle nostre opinioni private. Questo, secondo te, ce lo avrebbero permesso gli Alleati, vero? Esaminiamoli questi Alleati campioni di libertà al punto da esportarla: nel 1955 la nera Rosa Parks fu arrestata in Alabama perché su un pullman non aveva il posto a sedere ad un bianco; Pierre Laval, politico francese, fu fucilato nel 1945 al termine di un processo dove gli fu negato il diritto di parlare; Alan Turing fu castrato chimicamente in Inghilterra nel 1954 perché era omosessuale. Si suicidò in preda alla depressione; in nome della libertà, alla fine della guerra gli Alleati furono d’accordo a consegnare alle amorevoli cure di Stalin: Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Bulgaria, Lettonia, Estonia e Lituania e alle dolcezze di Tito: Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Kosovo e Macedonia.
          Senz’altro un bel lavorino, non ti pare?

  14. semplici8 scrive:

    1) Gli altri paesi europei le hanno perse, a meno che non si voglia considerare tali le Falkland, per esempio. Quindi, le avremmo perse anche noi.
    2) L’ immigrazione è avvenuta DAI paesi ex colonie VERSO i paesi ex colonizzatori, non viceversa.
    3) Non gli alleati,la democrazia. Ce lo ha permesso la democrazia.

    • Edoardo Fantini scrive:

      Se la guerra non l’avessero vinta gli americani, le colonie sarebbero ancora a dare lavoro agli europei. La seconda guerra mondiale l’ha persa proprio l’Europa a tutto vantaggio di USA e URSS. Se qualcuno deve festeggiare, comunque, non dobbiamo essere noi.
      ” Aboliamo il 25 aprile perché non fu liberazione ma vittoria della dittatura demo-plutocratico-liberista degli invasori americani che tanto male ci ha fatto in 70 anni…”. Caro, parole tue:il soggetto di questa discussione è la “liberazione”. Quanto al diritto di espressione che ci avrebbe portato la democrazia scrivimi i termini della legge che lo avrebbe tolto, quel diritto. Attendo impaziente.

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