Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Pannella, un idealista pragmatico ( e 4 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Pannella, un idealista pragmatico ( e 4 Ps)

- 22/05/16

Puntata monografica della rubrica culturale della domenica – come è giustamente inevitabile che sia -, dedicata alla scomparsa di Marco Pannella, leader radicale che ci ha lasciato nei giorni scorsi, dopo qualche settimana di parte terminale della malattia che da tempo lo affliggeva.

Qualche Ps, infine, per concludere l’appuntamento settimanale…

PANNELLA, UN IDEALISTA PRAGMATICO

Partiamo dalla fine (che però fine non è): straordinario, il funerale (laicissimo, sia detto subito) di ieri in quella Piazza Navona, luogo simbolo di tanti eventi cultural-politici proposti da Pannella e dai compagni radicali (sì, compagni: così continuano a chiamarsi fra loro, i radicali, senza vergognarsene affatto).

Tanta gente, anzi tantissima (e Piazza Navona non è che sia così piccola); discorsi sobri (a parte uno, cui dedichiamo un Ps ad hoc), sinceri, sfrondati della retorica che di solito esonda in questi casi; passione autentica, amore sincero per lo scomparso; e poi musica – jazz, naturalmente -, e sorrisi che si mescolano a singhiozzi, lacrime a orgoglio di esserci.

Si può pensare tutto di Pannella, ma che sia stato un totus politicus – nel senso crociano – nella accezione più alta del termine, nessuno lo può negare; un idealista a tutto tondo, fornito però di quel pragmatismo da guitto che gli ha permesso di essere un idealista, capace di alternare sconfitte sonore (tante, indubbiamente) a vittorie eclatanti (e di portata storica), a differenza eclatante di altri idealisti che il sapore della vittoria, loro, non l’hanno mai testato. Contrastava con veemenza la “partitocrazia” (meraviglioso neologismo da lui stesso coniato), senza certo disdegnare di allearsi, alla bisogna, con uno schieramento o con l’altro: idealista pragmatico, appunto.

Che fosse spesso sopra le righe, nessun dubbio; che sulla Giustizia abbia alternato cose straordinarie (vedasi la gestione del caso di Enzo Tortora), ad una forma mentis a tratti troppo indulgente con autentici mascalzoni che si proponevano (si propongono) come novelli Tortora, è cosa da rimarcare; che alcune candidature da lui volute – in primis Toni Negri, molto più di quella, dadaista e provocatoria, di Cicciolina – siano state opinabilissime, è da dire e sottolineare; che sia stato certo troppo morbido sul clamoroso conflitto di interessi di Berlusconi (e non solo su quello), oppure negli ultimi tempi troppo accondiscendente con un Premier come Matteo Renzi, è altra cosa che non si può, e non si deve, tacere.

Appena ricordati i punti che ci hanno sempre lasciato freddi, va anche detto che le battaglie combattute sono state tante, tantissime, e tutte importanti, alcune diremmo di capitale importanza. Ad un politico di medio cabotaggio, ne basterebbe una, delle battaglie vinte da Pannella, per dire di essere entrato nella storia politologica italiana.

Del divorzio o dell’aborto legale, davvero tutti sanno (ma una rinfrescatina ai giovani sarebbe bene darla, anche perché niente è da dare per scontato); della Giustizia giusta – pur con i distinguo di cui sopra – si è detto: il caso Tortora su tutti; ma anche il Pannella senescente, che crea politicamente il caso-Coscioni, che si batte come un leone per la dignità della fine della vita degna di essere tale, nonché per l’uso terapeutico della cannabis (battaglia sacrosanta, che solo l’ottusità italiota può considerare tale: perfino la Regina Vittoria ne faceva uso, per i dolori del ciclo).

Qui, non solo dobbiamo dire grazie a Marco Pannella: dobbiamo dirglielo con tutta la forza che abbiamo in quel corpo che tante volte lui stesso ha usato come arma politica.

Ha ragione da vendere Emma Bonino, l’ipocrisia italiota si è dimostrata anche in questa occasione: tanti che lo denigravano e lo irridevano, adesso lo esaltano; tanti che sic et simpliciter non lo conoscono, ora ne apprezzano le battaglie (ma quando mai?).

In un’Italia che ormai ha politici che non hanno più maestri, punti di riferimento politico-culturali, Pannella ce l’aveva: la migliore tradizione autenticamente liberal-democratica, quella che si è sempre battuta per la Libertà, contro le due Chiese rappresentate dal Pci e dalla Dc.

Solo un’aggiunta personale, nel finale del coccodrillo pannelliano, sia concessa: alcuni anni or sono, l’Università di Siena – Simonetta Michelotti in primis – organizzò un gran bel convegno sulla figura di colui che, immodestamente, anche lo scrivente considera il suo massimo punto di riferimento politico-morale, Ernesto Rossi.

Ebbene, Marco Pannella era lì, nell’Aula magna, ad ascoltare tutti i relatori, con grandissima attenzione, salvo le pause per le sigarette. Gli parlai solo per alcuni minuti, scambiammo le nostre idee sulla situazione politica italiana e sul ruolo della Chiesa; gli diedi un libro, ci salutammo. Fu un bel momento, per me.

A chi è fuori – e spesso contro – le due Chiese dell’italico potere (che ora, politicamente, sono di fatto una cosa sola), si lasci almeno ricordare con emozione uno dei pochi che, in questa Italietta, ha cercato di rendere la vita (dunque anche la morte) davvero più degne di essere affrontate. Con tutte le pochezze, con tutte le grandezze umane.

 

Ps 1 Che questo giovane Matteo – che ha accompagnato, con la sua compagna, Pannella nell’ultimo periodo, con grande presenza – sia persona sincera o meno, davvero non ci permettiamo di giudicare; ma che vada a scrivere della loro intimità – tra l’altro creando inevitabile, morbosa cuiosità – è realmente indegno.

Ed è segno, tristissimo, dei tempi: hai assistito un uomo anziano e molto malato, poi post mortem ci racconti che dormivate insieme anche nudi, che c’erano financo toccamenti fra voi (sai che novità, tra l’altro, per un Pannella che non ha mai nascosto la sua bisessualità).

La Rubrica del “Cretino della settimana” se la merita davvero tutta…

Ps 2 C’è chi ha confrontato ed ha trovato assonanze – pur con tutte le differenze – tra Pasolini e Pannella (Marco Belpoliti su Repubblica di ieri, pagina 13). Pasolini ne lodò la straordinaria vis oratoria; poi Belpoliti fa capire però che molto sarebbe dipeso dall’omosessualità pasoliniana (“Un feeling fondato su un’attrazione anche fisica, per Pasolini premessa di ogni simpatia, una sintonia che riguarda il cuore e non le idee”).

In pratica, PPP si faceva guidare dal piacere sessuale (magari potenziale), quando scriveva bene di qualche maschio. La tesi di Belpoliti – in un Italiano impeccabile – è che il frocio Pasolini (usiamo un termine di quegli anni) parlava e scriveva bene solo di chi lo attirava e lo attraeva: l’avesse scritto qualcuno altro – e non un editorialista di Repubblica – chissà che bailamme sarebbe venuto fuori…

Ps 3 Dopo tutti questi “luterani”, pasolinianamente intesi, un po’ di Chiesa, quella di Roma; con una riflessione che senz’altro sarebbe piaciuta a PPP; maggio, tempo di Comunioni: siamo all’apice della secolarizzazione strisciante, la crisi delle vocazioni è inarrestabile (nonostante Francesco), molti dei ragazzini non bissano neanche con la Cresima, in seguito;  eppure il rito delle Prime Comunioni resiste, imperterrito. Curioso, no? Conformismo social-religioso (indubbio), o anche altro?

Ps 4 Oggi è Santa Rita da Cascia; nata a Roccaporena nel 1381 (pare), morta appunto a Cascia ilo 22 maggio 1457. Beatificata da quel sant’uomo di Urbano VIII nel 1628, creata Santa da Leone XIII nel 1900.

Oggi lo scrittore Maurizio Maggiani ne offre un ritratto impietoso, sul Sole 24 ore Cultura: contravvenendo all’agiografia che ce la indica come capace di una autentica mission impossible (la conversione del marito, autoritario per non dire violento), Maggiani la indica invece come mandante dell’omicidio del coniuge (senza peraltro indicare la fonte esatta da cui proviene la sconcertante notizia), prima di prendere i voti.

Che lo scrittore ce l’abbia con Santa Rita solo perché le beghine del suo paese, in questo giorno, passano vicino al suo ampio giardino e sottraggono a Maggiani parte delle rose con tanta cura fatte crescere e fiorire?

 

19 Commenti su La domenica del villaggio: Pannella, un idealista pragmatico ( e 4 Ps)

  1. Paolo Panzieri scrive:

    Ero al seggio il 15 giugno 1997. Mi aveva precettato qualche anno prima il Cancelliere Lupo, un uomo al quale, anche a prescindere dal cognome, non si poteva dire di no.
    Quei referendum erano una follia.
    Io stesso faticavo a capirne il senso.
    Una signora di origine polacca, che molto accuratamente pretendeva di leggere ad alta voce tutti i quesiti referendari mi bloccò una cabina per tre quarti d’ora.
    Per fortuna vennero in pochi ed il quorum non su raggiunto.
    Lo spoglio fu comunque problematico da gestire con 7 schede.
    Pareva la Waterloo di Pannella e dei Radicali, ma il 21 maggio del 2000 ci riprovarono con altri 7 referendum.
    Per fortuna ero riuscito nel frattempo a liberarmi dall’impegno del seggio.
    Il risultato però fu identico.
    Comunque ciò pose fine al sogno impossibile di poter utilizzare lo strumento del referendum per legiferare.

    Ho sempre fatto personalmente fatica non solo a ricondurre ad un unica ideologia, ma pure a trovare un filo logico tra le varie – sempre eclatanti – iniziative.
    Per tacere dei vari scioperi della fame e della sete, spesso al limite del ridicolo.

    Ad ogni buon conto se vogliamo cercare una sintesi, potremmo paragonare Pannella a quegli eroi romantici dell’ottocento che partivano e si imbarcavano ora per la Grecia, domani per l’Uruguay sempre e comunque a difesa di ogni e qualsiasi libertà, generosamente, senza alcun tornaconto.
    E qui evidentemente sta la grandezza del personaggio, a prescindere dal merito delle varie iniziative intraprese.

  2. anonimo scrive:

    Caro Professore
    Vorrei ricordare che il trapasso dal sistema contadino a quello industriale portò
    al trasferimento nelle periferie delle città di qusi tutta la popolazione.
    Il sistema contadino aveva al suo interno quella mutualità che era necessaria, e occorreva quella stabilità perché i raccolti si potessero perpetuare secondo le stagioni.
    Il sistema industriale divise la famiglia allargata, perché non era necessaria.
    Il tipo di lavoro non più vicino iniziò a dividere anche la famiglia piccola.
    Perché uno al mattino andava a lavorare da una parte e l’altra da un’altra.
    Così sempre più spesso avvenniva la rottura di certi vecchi legami a vantaggio
    di quelli più comodi e redditizi.
    Anche i nascituri in questo contesto potevano divenire un peso. Proprio per la mancanza del ristoro della famiglia allargata. Dove oltretutto un bambino diventava utile gia dai cinque ai sei anni per guardare i porci.
    Gli asili non potevano sopperire a ciò perché vi erano degli orari da rispettare e poi
    si doveva portare e riportare, con aggravio del tempo.
    Con le famiglie piccole ed a volte lontane, anche i vecchi sempre più bisognosi,
    non trovarono più ristore nel fuocolare della famiglia allargata. Si sopperi’ con le oramai famose badanti. Ma con patologie sempre più gravi a volte anche pluridecennali i costi diventano talvolta insostenibili.
    La droga trova facile breccia nella solitudine che si viene a creare, spesso con aggravio del sistema giudiziario, che poi sono soldi buttati via perché il problema sta
    Altrove. Ecco Il signor Pannella rilevava quello che era nei fatti sociali.
    Aggiungo o con lui o senza lui le cose sarebbero andate in quel modo.

  3. Groppone da Figulle scrive:

    ps. 1 Diffidare dalle imitazioni.
    ps.2 La tesi di Belpoliti non mi è chiara. Pasolini fu amico di Ezra Pound http://www.letteratura.rai.it/articoli/pasolini-ed-ezra-pound-un-incontro-di-poesia-e-di-amicizia/18706/default.aspx (Pasolini si rivolge a Pound con dei versi che lo stesso Pound dedicò a Walt Whitman: «Sono abbastanza grande ora per fare
    amicizia». E Pound risponde: «Bene…
    Amici allora… Pax tibi… Pax mundi»). Fu altresì amicissimo di Maria Callas, che ne era innamorata e voleva addirittura “convertirlo” all’eterosessualità (povera Maria, sempre gli amori sbagliati). Eppure non risulta che sia stato attratto fisicamente dall’uno o dall’altra.

  4. VEDO NERO scrive:

    Non sono stato spesso in linea con le idee di Pannella, sono sempre stato un po’ scettico sullo strumento referendum, ma rispettavo le sue opinioni, il suo coraggio, almeno cercava di smuovere qualcosa in questa palude politica italiana. Non si fermava davanti a nulla per esprimere le proprie idee, i suoi progetti. Lo vedevo come un moderno Don Chisciotte. Non l’hanno nemmeno nominato senatore a vita e l’avrebbe meritato più di tanti ‘personaggi inutili’ che invece sono stati ingiustamente premiati. Funerale affollato, panegirici a tutto spiano, coccodrilli con la lacrima all’occhio. Sicuramente lo stesso Pannella avrebbe disapprovato tutto quel coro osannante pensando a quanti lo hanno sbeffeggiato, offeso duramente quando era in vita. La Bonino, persona che ho sempre stimato, ha dato il giudizio più azzeccato al funerale del suo grande amico Marco: c’erano troppi figuri ipocriti con l’unico scopo di essere sulla scena sempre e comunque. Ultima osservazione di non cristianità Don Padre Livio che sghignazzava su Radio Maria riguardo alla bella lettera di Pannella al Papa Francesco, il prelato forse non ricorda la sua materia, non ha pensato al “Buon Pastore e la pecorella smarrita” oppure al “Figliol prodigo” che si collegano al perdono cristiano? Che ogni gesto di pace, anche se estremo, deve essere sempre accolto senza rancore. Invece il prete sghignazzava, bastava avesse commentato benevolmente la notizia e pregato per la sua anima. Che Padre Livio sia un discendente lontano di Torquemada?

    • Eretico scrive:

      Caro “Vedo nero”, non mi stimolare mai più su quel fenomeno di Padre Livio Fanzaga: ai tempi del mio lavoro su Medjugorje, per motivi di studio lo ascoltavo ogni giorno, mamma mia.
      Persona di disonestà intellettuale a livelli di parossismo puro: avrei esempi concreti ad abundantiam, ma li risparmio per carità di Patria e in memoria di Pannella, che non era mai bilioso sulle persone, che io ricordi.

      L’eretico

  5. Giordano Bruno scrive:

    Meglio un vero laico come Pannella che uno fasullo e di convenienza come Stefano Bisi.

  6. Edoardo Fantini scrive:

    Ho sempre sentito dire che Pannella faceva “battaglie sacrosante”, ma in realtà ricordo che su determinati argomenti semplicemente prendeva posizioni e poi le difendeva ad oltranza. I suoi antagonisti facevano la stessa cosa che faceva lui, all’opposto di lui, però la “battaglia sacrosanta” era la sua…mah. Non mi risulta che abbia cambiato un granché nel quotidiano degli italiani, visto che per approvare le leggi sull’aborto e il divorzio ci vollero ben più numerosi voti che non di quei tre gatti che sono sempre stati i radicali, e difatti quelle sulla droga libera, l’eutanasia, l’amnistia non sono mai state promulgate, anche se Pannella le voleva eccome. Ha iniziato non so quanti scioperi della fame e della sete, che puntualmente interrompeva ad un determinato bollettino medico: aveva bisogno che ci fosse un medico per convincerci che lo faceva per una causa di forza maggiore? Noi lo sapevamo bene, visto che tutte le volte finiva alla stessa maniera. Però dopo un po’ ricominciava, sia a digiunare che a ricominciare a nutrirsi, in fin dei conti era quello che il personaggio che si era costruito. Comunque non è mai stato ipocrita né ha mai usato carte truccate per giocare le sue partite, e questa è l’unica cosa per la quale a mio parere va ammirato e che sarebbe bene servisse d’esempio a tutti gli italiani, di qualsiasi livello. Una precisazione: il termine “partitocrazia” non si deve a lui ma al liberale Roberto Lucifero.

    • antonio scrive:

      questa volta concordo con Edoardo Fantini. Pannella ha fatto le sue battaglie, gli altri hanno difeso le loro, ma se le leggi sull’aborto e sul divorzio sono state fatte il merito (o la colpa, a secondo di come la si pensi)è di chi le ha votate in Parlamento

  7. Maurizio scrive:

    Durante gli anni di piombo, pannella in una delle sue moltissime provocazioni, dormiva con la porta aperta sfidando i pericoli e le pistole che sparavano per davvero, mica oggi che non si va oltre che strafalcioni falsità e tribunali per questi politici. Marco, che ho seguito e conosciuto per circa trenta anni è stato tutto e il contrario di tutto, ma dire che i suoi referendum servivano a poco non mi trova d’accordo. Lo strumento referendario, è a mio avviso molto più importante di una elezione politica. Che poi lo si snobbi non è colpa dei radicali ma della nostra ignoranza. Non è un caso, che il referendum se non raggiunge il quorum non è valido la dice lunga, al contrario delle elezioni olitiche, dove anche il 5 per cento degli elettori basta a renderle valide. Potremmo parlare di Moro, ma chi fu a battersi fino allo sfinimento per la sua liberazione, per una sorta di trattativa con i rapitori? Che io ricordi il fu Bettino e a punto, Marco Pannella. Al contrario, chi avrebbe potuto e dovuto agire, DC e PC, non fecero niente con la scusa della linea dura. Anche questa è una macchia indelebile. Che Pannella vada ritenuto uno statista in grado di disquisire dagli egizi ai giorni nostrinon me lo invento io, proviamo a chiederlo a Renzi, Berlusconi ai leghisti o chi vogliate. Certo, aveva il suo carattere spesso intrattabile, ma era fatto così. Altra chicca che Raffaele vorrà pubblicare è la seguente. Durante un dibattito con un prelato riguardo i profilattici, ad un certo punto Marco incazzato dai soliti discorsi ipocriti disse rivolgendosi al rappresentante del Vaticano più o meno le seguenti parole: lei preferisce vedere milioni di bambini con la pancia gonfia e le mosche in bocca, invece che uno schizzo di sperma per terra. Figuratevi la reazione del prelato! Ma per concludere basta un dato. Ormai da venti anni Marco non si vedeva più, non era mai invitato nelle trasmissioni dei vari Vespa, ai ballarò, e tuttile altre trasmissioni nelle quali invece molti altri politici venivano invitati anche più volte nell’arco di pochi giorni. Si potrà dire che non era facile togliergli la parola, difettaccio che metteva in imbarazzo il conduttore, ma chi ha seguito gli interrventi, le ricostruzioni di Pannella riguardo le varie stragi sia nostrane che le guerre internazionali come il sottoscritto ha fatto per notti intere, davvero credo che si arrabbierebbe seriamente. Marco pur con la sua flemma, la sua lentezza nell’esposizione, alla fine giungeva a conclusioni molto attendibili, peraltro quasi sempre accompagnate da documentazione. Saluti.

  8. Stefano scrive:

    Caro Eretico grazie per il ricordo di Pannella. Credo però che che a questo giro il “premio” cretino della settimana sia andato miseramente sprecato.Peccato perchè c’erano fior di candidature ben più robuste e meritevoli del povero Matteo Angioli.
    Suvvia Eretico siamo nel 2016 e le unioni affettive tra due persone dello stesso sesso, maggiorenni e consenzienti sono state sdoganate, finalmente. Se l’Angioli ha fatto quelle dichiarazioni sarà stato sicuramente d’accordo con Pannella e mi piace pensare che le abbiano concordate proprio per illuminare completamente il loro rapporto socratico che durava da più di un decennio. In fondo le battaglie di Pannella cosa sono state se non portare luce su aspetti di vita vissuta relegati nelle tenebre del proibito, del pruriginoso e dell’illegalità.
    Parlare anche di quei momenti intimi è servito proprio a stoppare il chiacchiericcio morboso.

    Signor Fantini, Pannella si è sempre battuto per la legalizzazione delle droghe, libere lo sono adesso. Libere e generatrici di colossali profitti per le mafie mondiali.

    Ciao Marco, grazie per tutto.

    • Edoardo Fantini scrive:

      Caro Stefano, relativamente alla droga ti assicuro che tutti i ragazzi della comunità Mondo Nuovo a Montepertuso di fronte alla domanda se a parere loro gli stupefacenti sarebbe giusto legalizzarli mi hanno sempre risposto un deciso NO. Stessa risposta rammento che Vincenzo Muccioli ebbe a dare a Pannella, e il Muccioli di eroina se ne intendeva senz’altro più del leader radicale, che comunque, come suo solito, continuò con la sua teoria allucinante di uno Stato che dovrebbe legalizzare tutte le droghe possibili e immaginabili. Meno male che nessuna maggioranza parlamentare lo ha mai ascoltato.

      • Stefano scrive:

        Caro Edoardo, se vai ad una riunione degli alcolisti anonimi sentirai il 99% dei presenti dire che l’alcool è un veleno potentissimo che andrebbe proibito a tutti.
        E allora che facciamo? Torniamo alla Chicago anni ’30 con Al Capone? Piuttosto regolamentiamo con la legalizzazione anche il mercato delle droghe leggere. Diamo una prima botta alle mafie mondiali ( a proposito hai letto l’intervento di Saviano al parlamento inglese? Ha detto che l’economia britannica si basa sul riciclaggio del denaro sporco delle mafie mondiali, basandosi su analisi attendibili). E poi dopo le leggere avanti anche con quelle pesanti. Ci arriveremo, tardi ma ci arriveremo. Pannella lo propose per la prima volta nel 1965. Pensa quanto tempo perduto, quanti morti di overdose e di narcocriminalità. Quanti miliardi di dollari nei conti delle mafie e quanta economia legale distrutta da quella mafiosa.

        • Edoardo Fantini scrive:

          Muccioli non era un tossicodipendente la uno che lottava contro la droga impegnando a quello scopo ogni giorno della sua vita: si sarà pur fatto un’idea sull’argomento o no? Le mafie con le droghe si arricchiscono ma il problema non sono tanto queste quanto i milioni di giovani con le sindromi da astinenza e che perciò vivono per procurarsi eroina. Se la possono procurarsela facilmente la loro dipendenza durerà per tutta la vita e questo nessuno Stato lo può avallare.

    • Maurizio scrive:

      Concordo con le parole di Stefano. Marco o lo si comprende sotto una luce tutta particolare oppure risulta un pagliaccio. In qualche modo, ha sempre cercato di mettere in luce, di portare a galla cose, situazioni chiaramenteipocrite, da Italia medievale quale è ancora oggi o quasi. Riguardo le droghe leggere, il tema è certamente delicato, ma, ci sono molti ma. Tabacco, tumore del polmone, alcool, numeri dialcolizzati da spavento eppure lo stato ci guadagna milioni e forse miliardi di euro. Non si capisce il perchè non si possa liberalizzare un po’ di fumo, stroncando per altro il traffico illegale, che evidentemente ha interessi superiori, troppo superiori che arrivano a far gola anche a chi governa.Su, nonon facciamo i santi e vergini! davvero, un popolo e qui mi fermo.

  9. uno scrive:

    Ma non era stato già collaudato e inaugurato dal Cubano..?
    dal sito del Comune
    Ormai al termine il completamento dell’intervento di riqualificazione della pista di atletica del capo scuola “Renzo Corsi” di viale Avignone.

    I lavori finali di marcatura delle strisce bianche e di posizionamento delle targhette indicatrici delle distanze sulle corsie saranno portati a compimento entro l’inizio della prossima settimana, fatto salve le condizioni atmosferiche che, inevitabilmente, comporterebbero lo slittamento della consegna per ogni giorno di pioggia. Subito dopo scatterà la fase del collaudo, operazione che per prassi compete a un tecnico delegato della Federazione italiana di Atletica leggera (Fidal), il quale è chiamato a inviare le proprie risultanze alla sede di Roma

  10. Il Denso scrive:

    Off topic per l’Eretico.
    Hai saputo della secondo grado vinta dagli 8 dipendenti di OPA contro OPA stessa?

  11. Mario Ascheri scrive:

    Carissimo Eretico,
    dato il mio (minimo) narcisismo pannelliano, potevi ricordare l’esperienza della mia candidatura nella Lista Pannella alla Camera nel ’92 quando riuscimmo, Marco Pierini ed io (in pratica) a prendere un 4% in città…se ben ricordo. E tu, forse l’hai dimenticato preso da ‘maiora’, desti anche una mano da amorevole, giovane figlio, per i volantini in piazza del Monte! Io mi allontanai al tempo dei 24 referendum, un errore clamoroso (come Scalfaro)…era un grandissimo nella comunicazione, ma nel voler stupire in modo troppo insistentemente clamoroso, scandaloso (era un cateriniano, direi, mutatis il molto mutandis…) finiva per perdere il risultato. Ma era un altro modo di vincere per il suo temperamento… Nel ’74, di cui dici che nessuno dei giovani sa niente,la battaglia fu durissima, anche perché ricordo bene che il PCI temeva di perdere e quindi una sconfitta clamorosa (lo ha ricordato correttamente Aldo Tortorella).
    Da un punto di vista storico, mi chiederei, a parte il suo certo rilievo su una certa cultura laica diffusa (che ha dato successo al grillismo, ad esempio), mi chiedo quanto abbia costruito sui tempi lunghi: la sacrosanta polemica contro la partitocrazia non condotta con molta prudenza finisce per creare disorientamento; e confusione: che il Movimento 5 stelle si proclami non partito (come del resto i Radicali e Forza Italia) quanto aiuta la cultura politica diffusa? Chi è alternativo a mio avviso deve essere prudentissimo su questi problemi…ma forse sono solo un vecchio, noioso, professore!

    • anonimo scrive:

      Caro Sig. Mario
      Vorrei esprimere ciò che rilevo dal suo ultimo comma.
      Chi da forza al grillismo. Nessuno signor Mario.
      È il sistema che oramai ha raggiunto il punto di rottura. E il popolo è inquieto
      non sa che fare e favorisce chi più promette. Tutto sommato il grillismo per ora non ha dato i risultati aspettati. Ma la rottura sociale esiste ed è come una faglia sismica che o prima o poi si muoverà. E quando si muoverà travolgera tutte le istutuzioni esistenti. E ve ne saranno delle nuove.

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