Eretico di SienaLa domenica del villaggio: De Mauro, il Purismo, la Turchia - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: De Mauro, il Purismo, la Turchia

- 08/01/17

Si riparte di slancio, dopo la pausa per le festività del Sol invictus e frattaglie varie, con la rubrica culturale del blog; i tre argomenti domenicali sono dunque i seguenti: una riflessione sulla Turchia, crocevia geopolitico di fondamentale importanza; la scomparsa di Tullio De Mauro, linguista e non solo; una piccola, ma significativa, Mostra al Santa Maria della Scala.

Buona lettura a tutti, dunque!

 

ERDOGAN COME STALIN

In merito alle stragi degli ultimi giorni in Turchia (Istanbul, ma anche nella laicissima Smirne), occorre sottolineare che forse non si riflette a sufficienza su un paio di elementi; in primo luogo, la Turchia – nel teatro di guerra siriano – ha clamorosamente abbandonato il fronte sunnita (Arabia Saudita e Qatar), per avvicinarsi a quello sciita, egemonizzato dall’Iran, con la Russia – ovviamente extraislamica – in aggiunta. Questo giro di valzer, non pensabile fino a questa estate, non poteva non esporre ancora di più al terrorismo, un Paese già iperesposto in precedenza.

In secondo luogo, dopo il fallito golpe di metà luglio 2016, il repulisti voluto da Erdogan ha toccato anche e soprattutto l’intelligence ed i militari: una manna dal cielo, per gli integralisti ed i curdi del Pkk. Come aveva fatto Stalin in URSS, con il Grande Terrore che aveva falcidiato i vertici dell’Armata rossa: quando Hitler attaccò, sembrava Carlo VIII in Italia (poi le cose cambiarono, certo!). Ma resta un esempio di eterogenesi dei fini: per la paranoia di un nemico incerto (il leader anti-Erdogan Gulen, di stanza negli States), si aprono le porte ad un nemico più che certo. E terribilmente determinato. Historia non magistra vitae…

 

QUANDO IMPERAVA IL PURISMO…

Curata da Leonardo Scelfo, la Mostra “Innovazione e tradizione alle Belle arti fra Otto e Novecento”, fino a fine mese al Sms, è una piccola, ma densa, mostra. Che ci fa capire come la Scuola senese non si è fermata a Duccio, né a Simone Martini, né poi agli altri grandi posteriori; è arrivata al confine fra Otto e Novecento (sul dopo, non ci esprimiamo, per non essere tacciati di passatismo e misoneismo). E dimostra che c’era una grande fucina di talenti, in città, forgiata da maestri che erano davvero tali: il luogo di tale apprendimento è l’antesignano dell’attuale Liceo artistico.

Dal 1851, il punto di riferimento indiscusso fu Luigi Mussini, con la sua idea di uno stile (il Purismo), che si distinguesse tanto dall’Impressionismo, quanto dal Verismo. Fondò una scuola, il Mussini: che è quella che diede i suoi maggiori frutti nella misconosciuta Sala dedicata a Vittorio Emanuele II (o Sala del Risorgimento), nel Museo civico.

Pezzo forte della Mostra, una grande Maddalena “Sul Calvario”, opera di Arturo Viligiardi (1895), attaccata con durezza dal Libero cittadino al momento in cui fu mostrata, perché vista, tra le altre cose, come figura di invasata (epilettica!).

In ogni caso – sia concesso l’inciso -, che bello quando la stampa cittadina stroncava le opere d’arte, fossero dipinti o libri o spettacoli: si era alieni dall’insopportabile piattume odierno. E magari – prima di stroncare un’opera – ci si doveva prendere la briga di guardarla con attenzione, o di leggerla, o di ascoltarla, con l’intelletto reattivo, nonché con un background di conoscenze all’uopo. Sì, siamo dei passatisti…

Torniamo, per concludere, al Santa Maria della Scala. In calce alla mostra, ogni venerdì (dalle 16 alle 18,30), nei locali del Sms c’è un Laboratorio del Nudo: chi vuole, vada a posare ed a farsi disegnare da chi lo sa fare. Affrettatevi, gente, affrettatevi…

 

DE MAURO: l’ITALIA IGNORANTE

In settimana, è morto il linguista Tullio De Mauro, 84 anni: autore di innumerevoli pubblicazioni specifiche (a partire dalla traduzione integrale del De Sausurre all’inizio dei Sessanta: più citato che letto), era stato Ministro della Pubblica istruzione nel Governo Amato (2000-2001, un Governo guidato da un personaggio sul quale la domenica preferiamo non esprimerci, ma che aveva al suo interno fior di intellettuali, tra i quali anche Umberto Veronesi).

Era il fratello di Mauro, giornalista scomodo, un caso drammatico di lupara bianca, nella Sicilia dei Settanta.

In tempo di “sorti magnifiche e progressive” sullo stato della Cultura in Italia (vedasi il trionfalismo sciorinato dal Ministro Franceschini, ieri, sulla fruizione dei musei italici), De Mauro aveva il merito di riportarci con i piedi ben piantati per terra: l’analfabetismo di ritorno, nel Paese di Dante e Leopardi e Manzoni, è pratica diffusissima (a suo dire, il 70% degli italiani non sa rapportarsi ad un testo complesso: secondo noi, peccando financo di ottimismo); libri, se ne leggono sempre meno. Se c’è da tagliare, si taglia per la Cultura, non per la tecnologia aut alia.

Il 22 ottobre 2016, in una delle sue ultime interviste (Antonello Caporale, Il Fatto), parlò esplicitamente di “Repubblica dell’asineria”. Individuava perfettamente il nesso – certo non nuovo – tra Potere ed ignoranza popolare, che in Italia – sull’asse complementare e continuistica fra Berlusconi e Renzi – è ormai palesemente funzionale alla conquista ed al mantenimento del potere stesso.

Rallegriamoci, dunque, del fatto che i Musei (soprattutto i siti archeologici) siano visitati di più, e che magari una famiglia trascorra un pomeriggio in un Museo o in un sito archeologico, invece che in un grande magazzino: ma sappiamo bene che questo avviene per “merito” della stessa logica pubblicitaria, di marketing, applicata per la vendita del prodotto x. Cresce la fruizione culturale (benissimo, lo ripetiamo), ma gli italiani restano – per almeno il 70% – ignoranti come capre. Cresce la fruizione culturale, ben poco la consapevolezza.

De Mauro non solo l’aveva capito e dimostrato, numeri alla mano (usando demografia e statistica, cosa rara in un linguista): lo diceva e lo scriveva, remando contro il mainstream ottimistico-franceschiniano oggi del tutto vigente. Il che, aggiunge una nota di merito aggiuntiva, ed un rimpianto in più per la sua scomparsa…

Ps 1 Arturo Viligiardi – sopra citato – è anche colui che curò, insieme ad altri, la posa delle lapidi dantesche in vari luoghi della città, in occasione del sesto centenario della morte del Sommo (1921). Grande è la tristezza, quando si vede in che stato siano alcune di esse (quella in Via della Diana, prima inter pares).

Ps 2 Martedì (ore 22, Siena tv), si riparte con “Il martedì dell’eretico”: e di Santa Maria, fra le altre cose, si parlerà. Inoltre, l’eretico è andato a conoscere meglio suor Ginetta, a San Girolamo: uno dei pochissimi esempi di cattolicesimo applicato agli altri che, a Siena, funzionino davvero.

46 Commenti su La domenica del villaggio: De Mauro, il Purismo, la Turchia

  1. semplici8 scrive:

    Sulla Turchia secondo me ha ragione Mentana. Erdogan ha fatto alcune mosse che lo hanno reso di fatto il vero dominus, ovviamente insieme al trionfatore del 2016 Putin, del cruciale snodo mediorientale. La pace fatta con Israele in Giugno dopo il periodo di tensione relativo all’ affondamento della nave turca che portava soccorsi a Gaza, la lettera di scuse alla Russia per l’abbattimento del caccia, il farsesco colpo di stato che è servito a sancire la pochezza della politica estera di Obama con l’appoggio dato al sultano turco solo a cose fatte e che gli ha permesso di allentare di molto i lacci Americani e saldarsi allo Zar, lo hanno reso potentissimo e indispensabile. Per uno come lui, gli inevitabili e probabilmente già messi sul piatto attacchi terroristici sono un prezzo accettabile da pagare, di fronte a tanta grazia.
    Per quanto riguarda De Mauro e la cultura, mi permetto di dissentire un po’; e

    • semplici8 scrive:

      Mi è impazzito l’ iPad, completo: è vero che l’analfabetismo funzionale e’ diffuso in percentuali altissime, ma è altrettanto vero che lo straordinario e meritatissimo successo di Alberto Angela con il suo “Stanotte a San Pietro” denota una vera e propria fame di cultura da parte di una consistente fetta di persone. Il problema è paradossalmente culturale, oltre che politico: è ovvio che per chi gestisce il potere l’ignoranza sia funzionale, ma starebbe al servizio pubblico nel caso della televisione e a coloro che operano nei vari campi della cultura offrire prodotti fruibili (e comprensibili, dico io). E se nel caso della Rai tutto si spiega con il fatto che è sottoposta alla politica, per il resto trovo l’autoreferenzialita’ degli ambienti intellettuali abbastanza misteriosa. Cioè, per fare un esempio, vogliamo parlare dei capolavori (?) di Sorrentino?

    • L idea di egemonia sull area turcofona che da sempre anima il nazionalismo di
      erdogan(Azerbaijan,uzbekistan,Turkmenistan) si salda conla necessità
      Di Putin di creare un cuscinetto ,tra la Russia e il Kazakistan e il focolaio
      Mediorientale.
      L avviso a erdogan del golpe di luglio venne dai servizi russi.
      Da lì in poi l avvicinamento alla Russia ,e il distacco dalle politiche nato della turchia è stato continuo.
      Hanno ,i due paesi ,per il momento comuni interessi ,e comuni nemici.
      Putin ha saputo giocare di scacchi secondo la tradizione russa.
      Viste le politiche aggressive della nato in est Europa ,golpe ucraino,e manovre militari di questi giorni nei paesi baltici.
      Putin e riuscito a sganciare la Turchia dalle politiche nato assicurandosi un alleato nella zona del Caucaso e Asia centrale.
      Noi continuiamo ad andare al rimorchio della nato in maniera stupida,e contro
      I nostri interessi economici.

      • A.B. scrive:

        Ai capito manunta. Non solo Toscana e neanche solo Italia, la competenza travalica i confini dell’unione europea, ed anche con una rete di intelligence niente male. Non è che faceva parte del KGB? Di

        • A.B. scrive:

          Io invece ho problemi con le h…

          • Allevatore no ,le allevate voi !e vostre manze io ve le monto
            Dato che siete scarsi nello specifico
            Sindacalista mai fatto
            Spionanaggio ,quello lo fate voi ,sempre per controllare(inutilmente le manze suddette)
            Ma per l università caro ab norm, vai a vedere l università di Casamassima
            Bari ,prima in classifica per nepotismo
            Quella di Messina ,con processi sull argomento in corso ,ottava
            Le nostre tutte raggruppate dal 36 al 39 posto Siena e Firenze incluse
            Su 84 in totale
            Ricerca fatta da un italiano che lavora presso univ. Di Chicago
            Lui Chicago io ci cago sui tuoi tentativi patetici di umorismo
            Umorismo che risulta penoso anche alle vostre manze
            Che per questo è altri motivi cercano altrove ,quel che a sienina latita
            Nel bagno appunto ,ci cago.

        • Puoi sempre dir la tua ma pare che ti attacchi alla grammatica
          Poi se vuoi ti dico dove altro attaccarti
          Ab ab qualcosa …. Abnormal diceva Marty Feldman in Frankenstein junior
          O frankenstin? Precisava il di lui erede.
          Feldman con due n? Che son robe importanti eh!!
          Poero citto besciolino
          Vano come la tu banda vai vai a rimirare i facciatone e puppacelo.
          Cupolone docet.

          • A.B. scrive:

            E pensare che Frankenstein junior era uno dei miei film preferiti prima delle manifestazioni di apprezzamento del sommo poeta, politologo, costituzionalista, contadino, allevatore, artigiano, sindacalista, analista internazionale, esperto di spionaggio e controspionaggio, storico, cinefilo, vernacolista, picchiatore, playboy e buon ultimo accademico (oggi ci ha anche spiegato come risolvere i problemi dell’università italiana). Meno male che l’anormale sono io. Manunta, per me è stato troppo tempo chiuso in bagno da ragazzino, evidentemente non si è ancora ripreso e purtroppo non ha perso il vizio.

          • Pietro il Totto scrive:

            Io credo,caro Manunta,che A.B sia di Siena come sò di Siena il Mussari o il Mancuso…passi per i contadini rivestiti,arrivati col postale da S.Gimignano,Guistrigona o Abbadia di Montepulciano ma definire di Siena un “salmone”(per non usare l’inflazionato,et desueto,termine TERRONE)risalito col trenino della speranza e le caciotte appese alla valigia…beh…io credo ce ne passi eh…poi mi posso sbaglià ma di solito li sento al PUZZO!
            A quando un bel muro alla Coroncina?
            Aspettiamo dell’altro,mi raccomando!

          • Besciolino Incuriosito scrive:

            Vorremmo sapè,spasmodicamente,quante ne hai montate di tr…sorry,La mi scusi,”manze”locali…e,poscia,se poi t’è riuscito di portartele all’ovile,o il pisellino adesso ce lo infila qualcun altro,al quale non è parso il vero di trova la porta(dell’ovile,off course)bella SPALANCATA….
            Confesso:sò tutte cose che ci garberebbe di moRto(come dicAno i tri-folchi)sapè davvero!

          • A.B. scrive:

            Complimenti per l’olfatto di Pietro il Totto. Non sono di Siena la città in cui vivo da 20 anni, ed effettivamente sono parecchio terrone e ogni tanto qualche scamorza la faccio entrare di contrabbando. Non mi sono peró mai spacciato per senese, quindi non sprechi il suo olfatto sopraffino per scoprire l’acqua calda. Complimenti per la splendida idea del muro alla coroncina, degna del livello mentale espresso con il suo commento. Manunta è un gigante al suo confronto, almeno spesso un sorriso lo strappa, lei fa solo piangere

          • Besciolino non c’è passato senese da quelle ,son ite da artra gente
            Dato che non so da famiglia ,ma non da voi ,che chi prova roba extra Siena
            Poi ,difficile che torni da voi boncitti . Dato. Che sei curioso come le fiche (spero solo quello ti accomuni a loro) Roma e Livorno .
            Altra gente che a chiamarli bravi o buoni se ne hanno a male, come noi fiorentini ,del resto.
            Sai per voi boncitto e complimento da noi si dice che al bravo ragazzo gli puzza il culo di ca..O
            A Roma più brevemente: a bravo soo so’ ncul..O
            A Livorno: informati sul Borzacchini.

  2. leonardo scrive:

    scusate, fuori del balcone…la coppia aleotti ( menarini ) non era stata condannata a 10 anni. Sulla nazione c’è un articolo con commento loro nuova acquisizione
    forse in prima sentenza ancora sono innocenti fino a condanna definitiva….
    è un appunto da bar, ma nell sua semplicità del fatto riportato, vorrei capire

  3. Edoardo Fantini scrive:

    Da : Elementi dello stato giuridico del personale universitario.
    “Il professore di ruolo a tempo definito deve dedicare non meno di 250 ore annuali all’insegnamento e alle attività didattiche connesse: alle lezioni, esercitazioni, attività di orientamento e tutorato; alla partecipazione alle commissioni d’esame (di profitto e di laurea); al ricevimento, all’orientamento degli studenti mediante colloqui e attività integrative.
    Le lezioni devono essere effettuate in almeno tre giorni distinti.
    I Professori a tempo pieno sono tenuti a garantire in più la loro presenza, per non meno di ulteriori 100 ore annuali, per l’orientamento degli studenti, con particolare riferimento alla predisposizione dei piani di studio e per l’assolvimento di compiti organizzativi interni.”
    In pratica i professori universitari sono pagati per lavorare 350 ore all’anno e senza nessuno che controlli se lo fanno veramente e con quale qualità. L’Eretico (giornalista d’inchiesta…) non ce lo ha mai detto e secondo lui la colpa dell’ignoranza degli italiani è loro perché non leggono!

    • Che gli italiani leggano meno della media europea,vero
      Che in nessun altro paese proliferano i quotidiani sportivi, vero
      Che col nepotismo universitario ,e con docenti non aggiornati e spesso latitanti dalle aule, non si possa
      Pretendere un buon livello di preparazione. Verissimo
      Sarebbe da testare annualmente il livello culturale ,e di aggiornamento scientifico dei suddetti.
      Chi non superasse il test : a vangare ,non a insegnare.
      Non credo che le osservazioni dell Ascheri e del Fantini si escludano a vicenda.
      Ma ,torrenera

      • Edoardo Fantini scrive:

        Non sono stato esatto nel primo intervento, in realtà la contestazione che volevo portare alle parole dell’eretico non era relativa alla di lui affermazione relativa agli italiani che leggono poco, ma a quella secondo la quale in Italia la cultura latita perché i governi ne tagliano di continuo i fondi. Non è evidentemente un problema di soldi se si permette che i massimi docenti nazionali possano “lavorare” 350 ore all’anno.

        • Francesco scrive:

          Il docente universitario svolge principalmente attività di ricerca.

          • Edoardo Fantini scrive:

            D’avvero Francesco? E come mai le ore della ricerca non sono quantificate nel contratto? Chi controlla che le ricerche siamo effettivamente effettuate? E se non risultano al Professore viene decurtato lo stipendio? Subisce il licenziamento? Via non scherziamo ..

          • Il primo passo del nepotismo universitario e proprio quello di far assumere
            Come docenti i figli dei professori ,da lì poi parte la scalata al ruolo
            Dei babbini
            Un altro senesota come ab che si fissa sul nero delle unghie?
            Qualcuno indica la luna ma gli sciocchi guardano il dito
            Ma i senesoti nemmeno quello, loro guardano se ti sei pulito l unghia del dito ,.
            Poero besciolino

          • Francesco scrive:

            Ora hanno anche pensato alle valutazioni! C’è un’apposita agenzia (profumatamente finanziata) chiamata ANVUR, purtroppo ancora non è stata introdotta la pubblica gogna per i meno “produttivi”. Questa mania di quantificazione del lavoro intellettuale trovo sia deleteria, nel caso non si fosse intuito, così come deleteria è la burocratizzazione del lavoro del docente universitario che, nella maggior parte degli atenei italiani, è ridotto quasi ad un passacarte.

          • Edoardo Fantini scrive:

            Hanno pensato anche alle valutazioni? Ma che disgraziati!!! Non lo sanno che i Professori universitari italiani sono abituati ad essere retribuiti con 12 mensilità per lavorare 350 ore all’anno? E cosa si pretende di valutare oggi: quando esiste una legge che permette tutto ciò, come si vuole che si comportino i dipendenti delle Università, come tutti gli altri lavoratori?

          • Francesco scrive:

            Certamente Fantini, tutti i docenti sono dei fannulloni, lo stabilisce la legge che li incoraggia addirittura a lavorare il meno possibile. Ci illumini su come funzionava durante il ventennio, quando, è noto, le leggi erano migliori, oppure su quali sono gli obblighi dei docenti all’estero.

          • Edoardo Fantini scrive:

            Caro Francesco, sei senz’altro un uomo buono, ma che dico buono, almeno 15 volte buono. Lo sai a Siena cosa significa essere 3 volte buono? Ecco: moltiplica per 5.

          • Francesco scrive:

            Mi dispiace, non l’ho presa.

          • Groppone da Figulle scrive:

            è difficile trovare una persona più ignorante del Fantini: spiegategli, gentilmente, cosa sono il VQR, la SUA, l’ASN, SCOPUS, gli H-index e tutte le altre diavolerie intese a quantificare la produttività scientifica, dalle quali dipende la carriera, lo stipendio (non ci sono più gli “scatti”) e i finanziamenti di cui dispone un docente. Letteralmente non sa di cosa parla.

    • Groppone da Figulle scrive:

      Fantini, stai scrivendo una marea sconfinata di cazzate: non hai la più pallida idea di come funzioni l’università e la ricerca scientifica. Sei l’utile idiota di cui ha bisogno il potere. A parte che bisogna essere di molto stolti per pensare che l’impegno di un ricercatore consista nel salire in cattedra e poi scendere, senza far null’altro prima e dopo, quello che non sai è che oramai nella carriera universitaria, in tutti i meccanismi premiali, la didattica non conta più assolutamente niente: ma è possibile che tu non sfogli neppure qualche fetido giornalaccio per renderti conto che oramai tutto (nella vita individuale, dei dipartimenti, degli atenei) dipende dalla produttività scientifica? Ci sono fiumi di polemiche su questo fatto, ci sono state giornalate, ma capisco che al tempo del Fascio non esistevano gli H-index, Scopus, l’ANVUR, la VQR, la SUA e tutte le altre menate concepite per misurare la ricerca, dalle quali oramai dipende la vita di chi fa questo mestiere.

    • Groppone da Figulle scrive:

      ..mi ero ripromesso di non intervenire più (anche perché ho visto che nel sito del Fatto qualcuno mi ha rubato il nick), ma quando è troppo, è troppo: Fantini, stai scrivendo una quantità incalcolabile di cazzate su una materia che evidentemente domini meno, che so, della guerra d’Etiopia. L’unica riflessione che si può fare è che Dio li fa e poi li accoppia: c’è chi ha devastato l’università di Siena e chi, come te, in definitiva sostiene che hanno fatto bene a devastarla perché i professori “un fanno una sega” e quindi è naturale che l’abbiano devastata. Siccome è colpa di tutti, ora bene chiudere bottega. Che poi è un po’ la teoria che promana dalle alte sfere, quando parlano di “teaching university” contrapposta a “resarch university”. Mi domando come mai un genio come te non sia stato chiamato al CERN, o non gli abbiano assegnato una cattedra ad honorem in Astrofisica o Meccanica Quantistica, oppure non sia stato chiamato a ricoprire una cattedra di Chirurgia o di Analisi Matematica. Poi, però, dacci la tua fascistica opinione intorno alle vicende del fondo premiale per la ricerca. A parte l’idiozia di considerare il mestiere del ricercatore esaurito quando uno scende dalla cattedra (senza niente prima, né dopo, la ricerca si fa da sé e gli H-index lievitano come il pane), se leggessi qualche fetido giornalaccio apprenderesti che da mesi infuoca la polemica sul fatto che nella carriera individuale, nello stipendio dei docenti, nel finanziamento di dipartimenti e atenei, la didattica non conta più una beneamata minchia (con rispetto parlando): questa è la vera, ancorché discutibilissima rivoluzione occorsa negli ultimi anni. Veramente i finti indignati come te sono quello che fa comodo al potere (“gli utili idioti”, si sarebbe detto una volta).

    • Groppone da Figulle scrive:

      Fantini, mi pare che tu viva proprio fuori dal mondo. Ma di che cacchio stai parlando? Mai sentito parlare di ANVUR SUA, VQR, ASN, punti organico ecc.? Come fai a dire che la ricerca non conta niente se oramai CONTA SOLO LA RICERCA (almeno nell’accenzione aziendalistica e tayloristica in cui la interpretano le recenti riforme)? Proprio non hai idea di cosa stai dicendo. Farneticazioni: gli scatti non esistono più, carriere, stipendi e turnover sono stati bloccati per dieci anni, precariato a go-go, differenze abissali a livello stipendiale e pensionistico fra una generazione e l’altra, che coesistono, ma come se fossero mondi diversi …tu stai parlando di un mitico “68” che non esiste più. La fase è questa:

      “Tutte le università dovranno ripartire da zero. E quando la valutazione sarà conclusa, avremo la distinzione tra researching university e teaching university. Ad alcune si potrà dire: tu fai solo il corso di laurea triennale. E qualche sede dovrà essere chiusa”http://www.roars.it/online/universita-di-serie-a-e-serie-b/

      …e la situazione è quest’altra:

      “Università, “precari più del 50% dei ricercatori.”http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/29/universita-precari-piu-del-50-dei-ricercatori-dopo-il-dottorato-lavorano-gratis-per-10-mesi-55-ore-a-settimana/2503264/

      Fantini, non se ne può più dei finti indignati come te, ben accomodati in qualche nicchia del potere a sputacchiare controvento.

      • Edoardo Fantini scrive:

        Tre lunghi interventi nei quali continui a firmarti con un nome che invece di farci capire chi sei serve all’esatto contrario: a nasconderti. Poi mi individui in un centro di potere…poverino te.

        • Francesco scrive:

          Risposte nel merito mai? Finiti gli argomenti si scade sempte nel personale…

          • Edoardo Fantini scrive:

            E quali risposte in merito dovrei dare? Il mio intervento verteva sulla legge di assunzione dei Professori universitari che prevede una loro continuità di lavoro di 350 ore all’anno e non sono licenziabili per nessun motivo al mondo. Il punto è questo. Guarda quante divagazioni ha portato Groppone nei suoi scritti e poi rispondigli tu se hai voglia, io non ce l’ho.

      • Groppone da Figulle scrive:

        “La distruzione della didattica come “missione” irrinunciabile dell’università e la persecuzione burocratica sono diventati da tempo un obiettivo e un metodo apparentemente irrinunciabili per le politiche della valutazione e del merito. Parlamento e governo, in questi ultimi mesi, hanno dato altri due sonori ceffoni a coloro che ancora si attardano – con patetica ostinazione – a difendere l’idea che la trasmissione del sapere è importante quanto la sua produzione e dovrebbe dunque essere adeguatamente valorizzata e incentivata.”http://www.roars.it/online/disobbedienza-o-resa/

        • Groppone da Figulle scrive:

          “La stessa proposta di differenziare researching e teaching universities è stata declinata come uno strumento di gerarchizzazione delle funzioni, mentre si stratificavano interventi normativi a senso unico. La didattica e la capacità di insegnare non contano ai fini della carriera accademica. Lo stabiliva già la legge Gelmini. La didattica non conta neanche per chi è diventato professore: le politiche di reclutamento del personale da parte degli atenei sono valutate in base ad una serie di criteri fra i quali non figura la qualità dell’insegnamento, mentre spicca al primo posto la produzione scientifica. E sulla base di quest’ultima viene assegnata la quasi totalità della «quota premiale» del Fondo di Finanziamento Ordinario delle università. Non c’è bisogno di insegnare, insomma, per essere buoni professori. “http://www.corriere.it/scuola/universita/15_aprile_23/buona-universita-deve-puntare-didattica-non-solo-ricerca-3f197e2e-e9c1-11e4-8a77-30fcce419003.shtml

          • Groppone da Figulle scrive:

            Fantini, non è che non hai voglia: è che non hai la più pallida idea di quello che stai dicendo.

          • Groppone da Figulle scrive:

            Fantini, la vuoi finire di sparare cazzate a vanvera?

          • Edoardo Fantini scrive:

            Questo è il riscontro mondiale alle teorie di Groppone di Figulle. Speriamo che gli basti…
            CLASSIFICA UNIVERSITA’ TIMES HIGHER, ATENEI ITALIANI – Nessuna università italiana emerge tra le prime 100 posizioni della classifica mondiale generale. Il primo nome italiano che si incontra è infatti quello della Scuola Normale Superiore di Pisa, che occupa il 112° posto, seguita al 180° posto dalla Scuola Superiore Sant’Anna e al 198° posto dall’Università di Trento. Tra la posizione 200 e 250 si trovano poi l’Università di Bologna, il Politecnico di Milano e la Sapienza di Roma.

  4. VEDO NERO scrive:

    Il potere ci vuole ignoranti ed ignorante e presuntuoso è il potere. Il ‘piuttosto’ sempre più sodomizzato, il congiuntivo assassinato, l’analfabetismo delle idee avanza, il pc senza idee vere non serve a nulla, solo per fare i giochini e basta. Tutto è inframmezzato dalla pubblicità, che sia un giallo, un film di Fellini, Scola e altri grandi registi, che un’onesta commedia all’italiana. Il ‘Grande Fratello’, ‘L’Isola dei famosi, ‘La Talpa’ e simili sono macchine di guerra ‘vuota cervello’ per la gente comune. E l’aggravante che molte di queste ciofeche ci vengono dall’estero, siamo circondati, il futuro è nerissimo. Un tempo eravamo ‘carne da macello, da cannone’ ora ‘cervelli a perdere, da riprogrammare’. Che Moccia sarà il Pirandello delle future generazioni? Che tristezza.

  5. VEDO NERO scrive:

    E non scordiamo il Monte che dovrà diramare, prima o poi, i nomi dei grandi debitori, quanti piccoli commercianti, artigiani, operai e gente comune ci sarà tra di loro, o mi sbaglio? Sono proprio curioso. E il nostro amico ‘Sua sanità’ che al Tg3 parla e straparla circa l’emergenza meningite e non perde occasione per autoincensarci per tutta la sua gestione regionale. Che faccia da blog. Valentini deve essere stato alla sua scuola ed ha imparato bene.

    • Il povero rossi ,non si è rassegnato a vedersi strappato il ruolo di antagonista a Renzi dalla boldrinessa ,e’ in cerca di promozione mediatica
      Per proporsi al congresso pd come valida???? Alternativa al valdarnese
      Modello rossi ,tanti bei ragazzotti africani a villeggiare con Adidas
      iPod e vestitini da rapper.
      Modello Boldrini ,idem ,con l aggiunta di censura ai blog che diffondono
      Fake ,dato che su quelle i mezzi televisivi vogliono il monopolio
      Curiosità mediatica la moglie del ospitante il Bisi di ieri sera
      E autrice dell archiviazione dell inchiesta del giudice Cordova su massoneria
      E camorra. Tale augusta iannini moglie di vespa è giudice presso il tribunale di Roma dove tale inchiesta venne trasferita e archiviata
      Te vedi nero. Io marrone color me..a

  6. Eretico scrive:

    Carissimi Pietro, Manunta, Besciolino ed altri, devo obtorto collo intervenire (forse tardi…) per bloccarvi: lasciamo stare questa china che avete preso (senesi versus non), perché – tra l’altro – non c’entra un kaiser con i temi proposti dal pezzo.

    Grazie, e buona lettura (sul resto), l’eretico

    • A.B. scrive:

      Saggia e sacrosanta decisione. Peró il tema rimane e penso che meriterebbe una seria analisi, magari nei martedì dell’Eretico. Dopo quanto tempo un extra-moenia, soprattutto se salmone puó sentirsi parte della comunità senese senza incorrere nelle ire dei purosangue? Chi sono i senesi? Esiste un gene che caratterizza la senesità o è necessario un salto di generazione per poter essere ammessi al club? E soprattutto, quelli del club del “muro alla coroncina” sono uno dei mali o una delle soluzioni ai problemi di Siena. Parliamone.

      • Il Pescatore di "Salmoni" scrive:

        Sono uno dei mali,quelli del Muro alla Coroncina:va fatto in Valli!

        P.s. un saluto ad Antonio il “finanziere”…

        P.p.s lavora di più,chiacchiera meno.

  7. Vai e’ arrivato clinte istevudde siamo tutti a tremare.

  8. La. Colpa è tua raffa avevi messo come tema il purismo
    E per qualche bestia vaccina l unico purismo e quello
    Della razza senesota.

    Pura e incontaminata come le trote del ricausa che va preservata dai
    Salmoni
    Fatta in purezza e barricata nell ignoranza

    Ma qualcuno vuole violare il disciplinare ( a Montalcino e’ già successo)

  9. Groppone da Figulle scrive:

    Fantini, a parte che soltanto un demente può pensare che un ricercatore lavori 350 ore all’anno e poi magari lo facciano capo del CERN. A parte che nella tua tronfia retorica mescoli ordinari, associati, ricercatori di ruolo, a contratto, di tipo A, di tipo B, precari d’ogni risma, gente che quadagna 1200 euro, gente che ne guadagna 1800, e gente che ne guadagna 4000, gente che è entrata quando il precariato non esisteva e gente che è entrata quando è diventato obbligatorio un decennio di pane e acqua (e gente che, con quello che è successo, anche dopo un decennio, se è sempre viva, campoa di pane e acqua), gente che ha avuto le carriere facili e gente che è incappata nella crisi, nel blocco delle carriere e del turnover, gente che ha avuto gli scatti e gente che non sa manco cosa siano, gente che andrà in pensione con quasi tutto lo stipendio e gente che non andrà in pensione, se non con un’elemosina, gente che ha avuto le carriere quasi automatiche e gente che è tiranneggiata dall’ANVUR, gente che nell’età dell’oro non faceva un tubo e gente che or insegna il doppio delle ore che prevede il suo contratto (e poi deve pubblicare a iosa, PERCHÉ OGGI È L’UNICA COSA CHE CONTA) ecc. A parte ciò, io penso che tu non abbia la più pallida idea di cosa sia la ricerca scientifica e di quale sia la realtà italiana, ma volentieri di scegli un nemico facile: sputare sul culturame del resto è stata una prerogativa della tua genia. Ma è il caso che ti rinfreschi le idee:

    – Precariato dilagante (va bene che sono stati chiusi centinaia di corsi di laurea, smantellate le facoltà, ma come pensi che sia stato fronteggiato il pensionamento di 12.000 docenti a turn over bloccato, avendo per giunta, con la riforma del 3+2, aumentato di un anno i corsi di studio?): solo fra il 2003 e il 2013 i contratti precari della ricerca sono quasi raddoppiati, passando da poco meno 18.000 nel 2003 a più 31.000 nel 2013.

    – In questo stesso decennio nelle Università italiane hanno lavorato con contratti precari oltre 65.000 ricercatori. Di questi più del 93% non è stato assunto ad oggi nel sistema universitario: questa è la principale ragione della “fuga dei cervelli”.

    — OCSE, “Education at a glance 2016”: Italia maglia nera per investimento pubblico in Università. Nella fascia 25-34, ad avere un livello di istruzione terziaria è il 25% della popolazione, contro una media OCSE del 42%.

    — Tra il 2008 e il 2013 i docenti universitari si riducono del 15% circa, il totale del pubblico impiego del 4%:”La Germania investe quasi quattro volte l’Italia sull’università: 7 miliardi contro 26. Il nostro Paese, nel giro di pochi anni, ha compiuto un disinvestimento sugli atenei: una trasformazione opposta a quella in corso nel resto dell’Europa. Mentre in Germania l’investimento pubblico su questo settore dell’istruzione cresceva del 23%, in Italia si contraeva del 21%.”http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/11/universita-rapporto-fondazione-res-la-germania-investe-quattro-volte-litalia/2296595/

    — “Se consideriamo ora la produttività dei ricercatori italiani, vediamo che l’Italia si colloca al 13° posto con 6,69 articoli ogni 1000 abitanti, che non è male se consideriamo che così siamo al di sopra di Giappone e Corea del Sud e non distanti dalla Francia (vedi figura 86). Ma dobbiamo tener conto del numero di ricercatori, che nei paesi che ci precedono è di gran lunga superiore a quello italiano. Ed infatti se rapportiamo le pubblicazioni al numero di ricercatori attivi a tempo equivalente, vediamo che l’Italia schizza al terzo posto, immediatamente dopo Svizzera e Olanda e precedendo paesi molto più rinomati di noi, come gli Stati Uniti o il Regno Unito (vedi figura 87). Insomma, la produttività media per ricercatore è in Italia altissima, quasi da record, considerando le scarse risorse che vengono investite in R&S.”http://www.francescoconiglione.it/Italia_che_affonda/Italia_che_affonda/Quadro_4.26.html

  10. Edoardo Fantini scrive:

    Questo è il riscontro mondiale alle teorie di Groppone di Figulle. Speriamo che gli basti…
    CLASSIFICA UNIVERSITA’ TIMES HIGHER, ATENEI ITALIANI – Nessuna università italiana emerge tra le prime 100 posizioni della classifica mondiale generale. Il primo nome italiano che si incontra è infatti quello della Scuola Normale Superiore di Pisa, che occupa il 112° posto, seguita al 180° posto dalla Scuola Superiore Sant’Anna e al 198° posto dall’Università di Trento. Tra la posizione 200 e 250 si trovano poi l’Università di Bologna, il Politecnico di Milano e la Sapienza di Roma.

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