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La domenica del villaggio: Siviglia, le Foibe, l’immigrazione (e 4 Ps)

- 12/02/17

Di ritorno dall’Andalusia, torniamo alla rubrica cultural-domenicale del blog; oggi scriviamo di Siviglia, con una visita davvero stimolante effettuata durante i 4 giorni di permanenza. Poi una riflessione – come ogni anno – sul 10 febbraio, Giornata della Ricordo per la drammatica questione delle Foibe. Infine, un saggio americano sul fenomeno migratorio.

Buona lettura a tutti, dunque!

 

SIVIGLIA: IL MUSEO DELLA GRANDEZZA (PASSATA)

Proprio davanti alla cattedrale (il più grande edificio gotico del mondo) ed alla Giralda, troviamo un museo-archivio davvero straordinario, per interesse documentario: l’Archivio generale delle Indie. A fine Settecento (1785, sotto Carlo III), ormai in piena parabola decadente, la monarchia spagnola decise di riunire tutta quanta la sterminata documentazione concernente i circa tre secoli di dominazione nel Nuovo mondo americano. In un palazzo che è da vedere in se stesso per la sua munificenza, troviamo anche oggi riuniti – per la gioia di turisti e di storici -, decine e decine di migliaia di documenti.

Primus inter pares, il Trattato di Tordesillas – fra Spagna e Portogallo, 1494 -, con il quale le due potenze allora dominatrici si divisero l’America (e il Portogallo fu fortunatissimo, perché, prendendosi il Levante della linea immaginaria, si trovò pochi anni dopo, in “casa”, il Brasile!).

Considerazione, con domanda, finale: cosa differenzia, in concreto, i conquistadores rispetto ai nazisti o ad altri della stessa specie? Se Hitler avesse trionfato in URSS, ed oggi ci fosse un museo che esaltasse suddetto trionfo, si potrebbero agevolmente immaginare le polemiche. Per l’epopea dei conquistadores – violentissima, negatrice di ogni libertà e madre di ogni imposizione -, invece, quasi nessuno alza il ditino. Dipende solo dal fatto che si parla di passato remoto, dal sangue ormai asciugato, rispetto a quello prossimo? The answer, my friends, is blowin’ in the wind…

 

LE FOIBE, GLI SCHELETRI DELLA SINISTRA COMUNISTA

Tragedia devastante, quella delle Foibe e degli infoibati: storia di una mattanza disumana – per risparmiare proiettili, i comunisti titini buttavano giù, nelle cave carsiche, i civili italiani anche da vivi, facendoli morire solo dopo inenarrabili atrocità -, mattanza accaduta quando in tutto il resto di Italia si festeggiava finalmente la fine della guerra. Chiaramente il tutto va inquadrato, contestualizzato, in un momento della Storia che è diverso dalla Shoah, dove ci furono vittime (gli ebrei e gli altri vessati), e carnefici; qui invece le cose sono molto più complesse e – come il grande Boris Pahor ci esorta a fare con la sua incrollabile testimonianza – i crimini fascisti contro gli sloveni andrebbero anch’essi ricordati (più che Giorno del Ricordo, il 10 febbraio dovrebbe infatti essere il Giorno DEI ricordi).

Ciò detto, la Sinistra post comunista – lasciando il monopolio pressoché assoluto della Memoria alla destra neofascista -, ha perso un’occasione storica (una delle non poche): l’ammettere ciò che tutta la storiografia più onesta (da Raul Pupo a Gianni Oliva) ha dimostrato da anni, e cioè che furono ANCHE comunisti italiani a ordinare lo sterminio. ANCHE loro stilarono le liste. Visto che il sangue, in Italia, asciuga sempre in fretta, vediamo di tenerlo ben presente. Ad perpetuam rei memoriam…

L’EMIGRAZIONE, AUTENTICA BOMBA DEL PRESENTE E DEL FUTURO

Uno studio autorevolissimo (“Weapons of mass migration”, di Kelly M. Greenhill, Cornell university press, recensito sul Sole 24 ore di domenica scorsa) ci documenta ciò che chiunque può facilmente capire: l’emigrazione di massa è la più devastante arma di massa. Perché le altre, forse (speriamo) non verranno usate; mentre questa è già stata usata, e lo sarà di certo ancora…

Ricordate Fidel Castro che lascia partire la peggiore feccia cubana verso la Florida (citazione cinematografica: “Scarface”, con Al Pacino che ne interpeta giusto uno)? Pensate allora cosa accadrebbe se la Corea del Nord, fresca fresca di ennesimo esperimento balistico, implodesse: la Cina sarebbe invasa da milioni di norcoreani. Proprio per questo – più che per una ormai inesistente affinità ideologica -, il gigante di Pechino lascia in piedi il colosso dai piedi di argilla nordcoreano. La Cina, appunto: ci dice la Greenhill che in effetti, documenti alla mano, la Cina è sempre stata vittima, più che aggressore, di questo tipo di azioni pianificate (l’invasione cinese in Occidente – che tutti verifichiamo – è di altro genere).

In conclusione, le democrazie – anche in questo – sono più a rischio delle dittature, più o meno morbide: le quali hanno il potere, a tavolino, di indirizzare quantità sterminate di esseri umani verso una direzione da loro scelta e voluta. Mentre da una democrazia – come ben si sa – si parte quando si vuole, per andare verso dove si preferisce. Forse è anche per questo che – con tutti i difettacci che cerchiamo di evidenziare – si vive meglio in una democrazia: perché c’è sempre la possibilità di andarsene, senza che ci sia un Governo che ti obbliga a farlo…

 

Ps 1 In settimana, ci ha lasciati il filosofo-storico-antropologo-polemista di origine bulgara Tzvetan Todorov (1939-2017); ne riparleremo, ma certo di lui resta il grande legame con l’Illuminismo, come esperienza storico-filosofica fondante e cogente per il proprio operato di intellettuale.

Quando leggemmo il suo “La conquista dell’America. Il problema dell’altro”, negli Ottanta, ci colpì davvero molto. Se ne è andato proprio nelle stesse ore in cui visitavamo quel museo-archivio sivigliano di cui sopra, museo che Todorov senz’altro aveva molto ben presente. Bello, davvero bello, che qualcuno non si vergogni di dichiararsi illuminista convinto…

Ps 2  A proposito di spirito critico e di Illuminismo: arriva la notizia che il Vaticano manderà un Vescovo praghese a controllare lo stato delle cose in quel di Medjugorje, dove dal 1981 è in atto una benissimo congegnata truffa ai danni di chi, ovviamente, voglia farsi truffare (massimo rispetto per le storie di dolore individuale di chi va, ci mancherebbe).

Chi scrive, con le armi che l’Illuminismo ci ha lasciato (e con ponderosa documentazione per tabulas, fornita dalla stessa Curia locale!), ha dimostrato – per quanto umanamente si possa – che di autentico imbroglio si tratta, ed anche cosa ci sia dietro (“L’imbroglio di Medjugorje”, Kaos edizioni Milano, compie dieci anni proprio in questi giorni).

Questa ultima iniziativa, da quel che abbiamo letto, servirà a ben poco, perché ormai il Vaticano non può proclamare apertamente che, lì in Bosnia Erzegovina, ci sono degli pseudoveggenti che prendono in giro tutti, facendoci – e facendo fare – dei gran bei soldi: troppo tardi, cari signori, ormai è troppo tardi.

Ps 3 Per finire, chiudiamo in leggerezza; a Siviglia, ero con la Preside (rectius:Dirigente) Annalisa Nencini, e con i colleghi Paola Pianigiani (appunto di Spagnolo) e con il veterano Paolo Gragnoli. A differenza dello scrivente (tutto perso nelle sue andaluse elucubrazioni mentali), i tre hanno lavorato duro, in questi 5 giorni: e se il bilancio finale è stato tutto sommato accettabile (solo la sparizione, per furto, di un paio di cellulari), lo si deve a loro. Bene così, dai.

Ps 4 Fra le tante che ci sarebbero, ancora una riflessione al ritorno da Sevilla: perché non importare anche da noi questa idea di scuole che mettono a disposizione di studenti stranieri – medie e superiori – propri docenti (e magari non solo propri), nonché strutture e locali, per corsi intensivi di Lingua e cultura italiana? Fra le tante sconcezze della italica scuola, questa non ci parrebbe certo la peggiore, no? Chi ha da pensarci, ci pensi…

15 Commenti su La domenica del villaggio: Siviglia, le Foibe, l’immigrazione (e 4 Ps)

  1. Tersilio scrive:

    Ditemi voi se vi sembra un paese normale il nostro ,un paese dove per 60 anni non si poteva assolutamente parlare delle foibe perché i signori compagni del PCI non solo volevano che di questo non si parlasse, ma molti di loro ne negavano addirittura l,esistenza ,inoltre bisognerebbe riscrivere la storia vera dell,Italia dopo la fine della seconda guerra mondiale ,perché da come si legge su molti libri scritti dopo molti anni che la guerra era finita risulta diversa da quella scritta allora da chi gridava di più ,non ci vuole molto ha capire chi erano allora quelli che gridavano di più.

    • Anichino di Bongardo scrive:

      …la storia si sa, è sempre scritta dai vincitori,….mai dai vinti…

      • Sarebbe da riscriverla partendo da ben prima del secondo dopoguerra
        Dall’ inizio come nazione unitaria .
        Dalla rapina ai danni degli altri stati italiani commessa dai putridi
        Savoia ,con l aiuto dell’ ex mercante di schiavi e ladro di cavalli Garibaldi. Massa monetaria circolante in Italia nel 1860 circa 670 milioni
        Di ducati dei quali circa 400 del regno borbonico 80 della toscana
        E solo 27 del regno di Sardegna,i Rotschild dovevano rientrare dei crediti
        Concessi per la guerra di Crimea,episodi cantati dalla retorica italiota
        Quali Calatafimi ,dove il generale Lanza fu comprato per ritirarsi davanti
        Ai garibaldini con forze 4 volte superiori al prezzo di una lettera di credito da 30.000 ducati che poi si rivelò una sola ,da 30 ducati con gli zeri aggiunti.
        Si, la storia la scrivono davvero i vincitori.

  2. Paolo gragnoli scrive:

    Grazie per il veterano anziché anziano….hai avuto rispetto per il vecchio professore

  3. manunta scrive:

    Gli innumerevoli episodi di eliminazione degli italiani nella slavia veneta
    Nel triestino e nella Venezia Giulia,devono il loro verificarsi ,alla decisione
    Di Togliatti ,e di Vincenzo bianco ,che nel settembre del 44 acconsentirono al piano
    Di Edvard kardelj comandante dell esercito titino in slovenia di far passare le zone citate sotto il controllo del IX corpus yugoslavo ,nella prospettiva ,a guerra finita di cederle alla yugoslavia.
    Scrisse Bianco ,dopo essersi accordato con kardelj e Togliatti ,il 24/9/44
    Alle federazioni PCI di Gorizia Trieste ed Udine:
    Trieste ,come tutti gli italiani avranno un migliore avvenire in un paese dove il popolo e’ padrone dei propri destini che non in un Italia occupata dagli angloamericani.
    A seguito di ciò tutte le formazioni garibaldi del PCI furono trasferite nella zona di Lubiana,e quelle provincie italiane passarono sotto il controllo del IX corpus
    Yugoslavo.l’ unica formazione partigiana italiana che rimase in zona fu la brigata
    Osoppo ,guidata dal partito d’azione.
    Nel gennaio del 45 il nono corpus con elementi Delle brigate Garibaldi ,con un tranello catturo diversi membri della brigata Osoppo a porzus e ne fucilo’ alcune decine accusandoli di avere fatto trattative con la x mas di borghese per difendere
    Il confine orientale .
    Da lì per diversi mesi il IX corpus imperverso’ sulle popolazioni italiane della zona.
    Togliatti ,e’uno dei personaggi politici più ributtanti della storia italiana ,
    In quello stesso periodo trattava con Licio Gelli per spartirsi parte del tesoro di stato ygoslavo che Gelli assieme al maresciallo Roatta aveva trafugato sotto il naso
    Dei tedeschi due anni prima.

    • Tersilio scrive:

      Mi sembra come dici che Togliatti sia una più ributtanti di quel partito ,ma quante ve sono state in quel partito di persone come lui allora e che si sono succedute nel tempo e che continuano ad esserci ancora convinti che le foibe siano solo invenzioni degli anticomunisti ,ma perché non si leggono qualche libro che parla di questo ,scritti da persone che non sono certo di destra, ma come puoi parlare con gente che messa alle strette alza subito la voce ,perché secondo loro la ragione è sempre da una parte sola e quella è la loro Pertanto che dire ,non ti curar di loro ma guarda e passa.

  4. manunta scrive:

    PS per non far gongolare troppo il camerata Fantini c’è da aggiungere che anche gli
    Italiani dopo l aggressione/invasione del aprile 42 si resero protagonisti in Slovenia e Dalmazia di belle porcherie,con rappresaglie contro la popolazione,E istituzione di campi di concentramento arbes e Gonars per citarne due.
    Rinnovo l invito a comprare ,la caverna dei sette ladri,di Gianfranco Piazzesi
    Su la storia del trafugamento del tesoro di stato yugoslavo che fu poi restituito
    A Tito mancante di 20 tonnellate di oro, Baldini e castoldi editrice
    Una ulteriore descrizione del vomitevole personaggio Palmiro Togliatti.
    Oltre al fratello Gelli ovviamente.

  5. anonimo scrive:

    Caro Professore
    Caro professore, durante una guerra i morti civili sono tutti uguali. E non esistono quelli di seria A O B………
    Quindi niente aggiunte…..

    Riguardo all’imigrazione incontrollata e’ bene fermarla e con tutti i mezzi, perche’ e’ fortemente destabilizzante…… Ma c’e’ di peggio
    LO RIPETO perche’ lo avevo gia detto.

    I sistemi informatici stanno facendo una strage di posti di lavoro e quindi rientreranno in patria molti Italiani, cacciati. Questi assomiglieragnno agli Arditi alla fine della prima guerra mondiale, perche’ sono abituati. Cosa ne sara’ delle istituzioni ormai desuete? I sindacati che son buoni solo a fare i contratti nel settore pubblico. Dato che a pagare sono le tasse degli ultimi?…. Risposta non c’e…….

  6. Edoardo Fantini scrive:

    Riecco l’Eretico a scrivere di storia ed immancabili le solite affermazioni che di storico non hanno niente, anzi sono il contrario della storia. Alludo a quelli che il nostro chiama “crimini fascisti” che sarebbero stati commessi contro gli sloveni. I fatti parlano di campi di concentramento dove, dalla primavera del 1941, furono deportati dai 10.000 ai 30.000 (dipende dalle fonti) sloveni non solo militari ma anche civili. Senonché i campi di concentramento non sono “crimini” ma addirittura obbligatori per i paesi in guerra, dato che non è ammesso passare per le armi i nemici catturati o arresi (Capitolo II Art. 5 Convenzione dell’Aja 1907: “I prigionieri di guerra possono essere internati in una città, fortezza, campo o luogo qualunque…omissis”. E’ inoltre da considerare che chi poteva decidere quegli internamenti non erano certo i “fascisti” (cioè gli appartenenti al Partito fascista), potendolo disporre solo i militari che iscritti al partito non potevano essere (non lo possono nemmeno ai giorni nostri). Quelle forze armate appartenevano al Regno e non al Partito nazionale fascista, avevano giurato fedeltà al Re e non al Duce e i loro limiti erano sanciti dal Codice penale militare di guerra e non dallo Statuto del Partito nazionale fascista. Il comando delle truppe in Jugoslavia nel 1941 fu affidato al generale Roatta che non è mai stato fascista, non aderì alla Repubblica sociale e lo ritroviamo come Capo di Stato Maggiore dell’esercito del I governo Badoglio che decretando lo scioglimento del Partito fascista, del Gran Consiglio del fascismo e della Camera dei fasci e delle Corporazioni, dimostrò tutto fuorché l’essere fascista. Eppure per l’Eretico quelli in Slovenia furono crimini fascisti e difatti vorrebbe non il giorno del ricordo (delle foibe) ma DEI RICORDI…

  7. Paolo Panzieri scrive:

    A parte il sacrosanto ricordo del passato, sul quale siamo più o meno tutti bravi, bisognerebbe invece farsi carico del presente: di quello che succede in diretta ogni giorno in Siria, in Iraq o in Libia ma anche nelle nostre strade, sui nostri treni, nelle nostre stazioni, nei nostri campi di pomodori o di carciofi, nelle baraccopoli e nei ghetti di periferia.
    Troppo comodo fare gli splendidi e far finta di non vedere.

  8. VEDO NERO scrive:

    Togliamo il nome di Togliatti a tutte le vie italiane a lui intitolate. Se non sbaglio, il losco figuro, oltre a tutto, fece la spia ai fascisti per fare arrestare il povero Gramsci; quest’ultimo era troppo moderato e non allineato totalmente ai Soviet di Mosca. E pensare che Togliatti veniva chiamato dai comunisti ‘il migliore’, che tristezza. Quante bugie e inganni nella storia, l’unica cosa sicura è che spesso ci rimette sempre il giusto per il peccatore, purtroppo.

  9. VEDO NERO scrive:

    Un’altra osservazione che esula dagli argomenti di oggi: sbaglio che una delibera regionale ha eliminato il pagamento della prima ora nei parcheggi degli ospedali? Ecco, ancora alle Scotte si paga ed ancora non è stato corretto il cartello con il prezziario orario, si paga eccome la prima ora, alla barba della legge! Provare per credere. Sono 50 centesimi, poca roba si deirebbe, ma provate a moltiplicarli per almeno mille auto giornaliere (€ 500 circa)che poi la cifra totale diventa molto significativa!

  10. LICIONE scrive:

    Gli eroi e martiri furono i maro della XMas.
    Gli americani sapevano in confidenza del patto tra gli inglesi e Tito che dava a quest’ultimo la luce verde per arrivare sino a Venezia e prendersi la zona industriale veneta.
    Non potendo fronteggiare direttamente gli inglesi rischiando di mettere in pericolo le loro talpe chiesero a Borghese di riposizionare la Xmas sul Tagliamento per fermare i titini.
    I maro si trovarono con i titini di fronte e le brigate Garibaldi di fianco ed il 75% di loro fu massacrati per proteggere i confini italiani.

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