Eretico di SienaLa domenica del villaggio: "Jackie", Pantheon, la Certosa di Calci (e 2 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: “Jackie”, Pantheon, la Certosa di Calci (e 2 Ps)

- 26/02/17

Per la rubrica cultural-domenicale del blog, questa settimana as usual tre argomenti, ben lontani l’uno dall’altro: la recensione del film biografico “Jackie”, sulla vita di Jacqueline Lee Bouvier Kennedy; poi una scoperta stimolante concernente il Pantheon, con annessa riflessione all’uopo; infine, una visita in un luogo straordinario: la Certosa di Calci…

Buona lettura a tutti, dunque!

 

LA GRANDE BUGIA PAPALE SUL PANTHEON

Si tratta del monumento più visitato in tutta Italia: nel 2016, vi sono entrati 7,4 milioni di persone! E non a caso, si sta pensando di iniziare a farlo pagare (3 euro?), con un dibattito che anima Roma e non solo. Parliamo del Pantheon, con la sua caratteristica cupola e i suoi illustri sepolcri: creatura di età augustea, reso più bello che pria dall’Imperatore Adriano dopo che aveva subito danni in due successivi incendi. Poi luogo simbolo della Monarchia sabauda, e non solo (anche Raffaello Sanzio è ivi sepolto, come risaputo).

Una studiosa americana (Louise Rice), ha scoperto un grande inganno che Papa VIII creò con arte (quel che è giusto riconoscere, riconosciamo…): non è vero che il bronzo che fu tolto nel 1622 – Papa Barberini, appunto, regnante – fu usato dal Bernini per il celebre colonnato in San Pietro, dunque anche per la tomba di San Pietro, come per secoli è stato affermato.

Tomaso Montanari (di cui continuiamo a suggerire gli splendidi appuntamenti caravaggeschi del venerdì sera, in prima serata su Rai 5), sulla scorta della Rice, ci dice che in grandissima parte ciò che era stato trafugato dal Pantheon nel 1622, fu usato per rinforzare i cannoni dell’esercito papale, nonché Castel Sant’Angelo.

Neanche i barbari, avevano fatto così danno al Pantheon; arrivò dunque la celebre – ed irresistibile – pasquinata: “quel che non fecero i barbari, fecero i Barberini”…

 

“JACKIE”: TRAGEDIA E GLAMOUR

Film cupo, duro, a tratti glaciale, quello del regista cileno Pablo Larrain: come è inevitabile che sia, trattandosi della storia dell’inizio di una vedovanza, dell’incipit dell’elaborazione di un lutto comunque devastante; si narra infatti dell’immediato post della tragedia del 22 novembre 1963, il giorno dell’uccisione del Presidente JFK a Dallas (sulle dinamiche del giallo, Larrain non entra). Sul filo del flashback, la vedova Jacqueline Lee Bouvier rivive – di fronte ad un giornalista venuto ad intervistarla – quei drammatici giorni, incentrando il racconto soprattutto sull’organizzazione del grande, e più che solenne, funerale di Stato, con sepoltura nel cimitero militare di Arlington.

Ne esce il ritratto – probabilmente corretto – di una donna smisuratamente attaccata al proprio ego di potere, che organizza il funerale del Commander in chief pensando più alla propria autoesaltazione di first lady in uscita, che all’eterno riposo del marito.

Dal punto di vista dell’aderenza storica, la filologia è piuttosto corretta (anche se il clan Kennedy è troppo assente, a parte Robert, che pare tra l’altro fosse l’amante della stessa): giusto evidenziare, per esempio, la freddezza, ai limiti dello scontro, fra Robert e L. Johnson, che giura sull’aereo presidenziale giusto pochi minuti dopo la morte di JFK.

Magistrale, in effetti, l’interpretazione di Natalie Portman, icona – non facilmente dimenticabile – di dolore profondo: non si sa però se più per la dipartita del marito, o per l’inevitabile perdita di status sociale…

 

LA CERTOSA DI CALCI: IL SILENZIO COME REGOLA

Meno conosciuti di altri ordini, i certosini: ma non per questo meno affascinante la loro regola, così antropologicamente diversa dalla nostra (anche a prescindere dal credo religioso); andare alla Certosa di Calci presso Pisa (la terza più grande d’Italia), per rendersene conto de visu.

Maestosa, iniziata ad essere costruita nel 1366, ma contraddistinta da un aspetto in prevalenza Sei-Settecentesco, la Certosa è, dal 1972, di proprietà dello Stato (in altri locali, c’è l’apprezzato Museo di Storia naturale, che vedemmo negli anni Novanta, ma che oggi ci dicono molto cresciuto).

Stato che – come spesso accade – fa sì che, per la suddetta Certosa, ci sia carenza di personale, e di soldi per i restauri: nemesi forse inevitabile per chi ha troppo da accudire. Certo stridente, visto l’interesse del sito.

Il silenzio, è il must dei certosini: sorta di anacoreti che vivono (vivevano) in celle ampie, ma in solitudine e silenzio. Sin dai tempi del fondatore, il francese San Bruno (nel 1084).

Tanto che nel refectorium un affresco settecentesco ci racconta che allorquando arrivò il Granduca Pietro Leopoldo a fare loro visita (cosa che accadeva non di rado), il Priore tolse il divieto di parlare durante il pasto: ma loro, così abituati al silenzio, non parlarono neanche allora (“abstinuere loqui, tamquam essent lege soluti”).

Vita grama, quella dei certosini, quantomeno per i nostri standard odierni; certo però che un po’ di silenzio, qualche volta, è davvero un balsamo, nelle nostre vite accompagnate da perenne brusio di fondo e da sistematica interconnessione…

 

Ps 1 Ecco il menu de “Il martedì dell’eretico” (Siena tv, martedì ore 22, come sempre): per il tour delle periferie, ci occupiamo di Valli, dunque siamo fuori Porta Romana; poi le convulsioni di Pd ed anche – nelle fila dell’opposizione – della Lega, dopo l’intervista di Montigiani in trasmissione; poi varie cosette di cronaca giudiziaria, che fanno sempre capire tante cosine stimolanti sul bel mondo che ci circonda…

Ps 2 Giovedì (ore 17), appuntamento di lusso: nuova presentazione de “Scene di un matrimonio”, questa volta nella Sala storica della Biblioteca comunale. In rigoroso ordine alfabetico, Barzanti-Oliveto e Pirri a presentare il romanzo, ovviamente alla presenza dello scrivente.

20 Commenti su La domenica del villaggio: “Jackie”, Pantheon, la Certosa di Calci (e 2 Ps)

  1. Senesediritorno scrive:

    Jackie….e non solo..

    Condivido la recensione su Jackie, pellicola che questo blog ha tratteggiato perfettamente,
    Mi permetto di segnalare e raccomandare anche ma visione del film IL DIRITTO DI CONTARE: certamente oleografico ma decisamente ben fatto e incentrato sulla storia vera di tre donne di colore, autentici geni della matematica e della ingegneria e meccanica applicata alle esplorazioni aerospaziali che tanto influirono – con la loro determinazione caratteriale e l’eccellenza delle loro capacità – al successo della Nasa nella conquista dello spazio. Il tutto calato nel segregazionismo tuttora imperante negli Usa nel 1961 e il boicottaggio subito dai colleghi bianchi.
    Da non perdere, a mio avviso: contrariamente a La La Land che, sicuramente per colpa della mia idiosincrasia averso i musical americani, specie di impronta revival, concordo con chi lo ha rinominato La La Lagna !!!!

    • Eretico scrive:

      Ringrazio molto Senesediritorno per la condivisione del giudizio su “Jackie”, e per il suggerimento su “Il diritto di contare”, che ancora non abbiamo visto (nonché per l’avversione ai musical americani – e non solo -, che ci trova del tutto d’accordo).

      Fra le altre cose da segnalare – di livello più bassino – segnalo la due pagine de Il Fatto di oggi, che è andata a visitare la sede del GOI sul Gianicolo (Garibaldi si rivolterà, nel Paradiso dei massoni…): indovinate chi è che fa da illustrissimo cicerone?

      L’eretico

      • A.B. scrive:

        Certo che liquidare in questa maniera un genere che ha prodotto capolavori assoluti come hair, jesus christ, all that jazz, a chorus line, grease, per dire solo degli anni settanta, mi pare almeno azzardato. Se tornando poi indietro nel tempo non siete stati in grado di provare piacere guardando un americano a parigi o west side story, allora mi spiego molte cose.

        • semplici8 scrive:

          Sono d’accordo. Neanch’io sono un grande amante del musical, ma quelli che citi sono delle vere pietre miliari. E non solo del cinema. Solo un piccolo appunto: ti sei dimenticato un capolavoro che ha travalicato il genere ed è entrato di diritto nella Storia (quella con la maiuscola): Blues Brothers.

          • Fede Lenzi scrive:

            D’accordissimo per i Blues Brothers, film di culto e leggendario a dei livelli pazzeschi, ma allora il Rocky Horror Picture Show? E quella geniale opera rock che è Tommy? Pero’ il genere in effetti dà fastidio a molti… ce la prendiamo? Ma no, de gustibus!

          • A.B. scrive:

            Le opere rock, che spettacolo, rivedrei volentieri anche il fantasma del palcoscenico di brian de palma. E fame (di alan parker, non di cincirinella) dove lo mettiamo?

        • Senesediritorno scrive:

          Se si parla di gusti, preferenze e simili concordo sulla libertà di ciascuno di amare o detestare qualsiasi cosa, film e musical compresi.
          Se da questa libertà discendono però espressioni del tipo “allora mi spiego molte cose”, ecco che subentra la voglia di dire: ma chi sei per trarre certe “conclusioni”?

          • A.B. scrive:

            Mi spiego con semplicità, a me un film mi puó piacere o meno, ma non detesto a prescindere un genere. Facendo come voi mi autocondanno a non conoscere per banali preconcetti. Espandendo il concetto, si finisce dalle parti dei politici tutti ladri, degli amministratori tutti corrotti, degli imprenditori tutti evasori e così via. Solo questo.

          • Francesco scrive:

            I musical sono abbastanza insopportabili anche per me. Blues Brothers lo vedo più come un film musicale che un musical in senso stretto. Per Tommy nasce prima l’album poi il film e degli Who non è il migliore. Il genere musical si strozza assai poco, dai…

  2. Mefistofele scrive:

    Ancora una volta un pezzo denso di cose molto interessanti. La Certosa di Calci: se non sbaglio, ci fu girata qualche sequenza de Il piccolo diavolo di Benigni, ma l’Eretico lo saprà meglio di me.
    Sulla presentazione dell’ultimo libro ereticale,giovedì cercherò di presenziare (e se non ci sarò, sarò presente con lo spirito). Anche perché l’occasione di sentire don Roberto sdottorare su di un libro del gestore di questo blog mi pare unica (magari qualcuno del pubblico gli potrebbe chiedere perché don Roberto non ha mai presentato i libri di denuncia contro il Sistema Siena, no?).

    • Eretico scrive:

      Caro Mefistofele,
      hai fatto bingo: in una parte dell’immensa certosa di Calci, in effetti, è stato girato parte del film che dici, nonché – a sentire il custode fungente da guida – anche qualche sequenza del terzo atto di “Amici miei”. Come si vede, non proprio film dal sapore – come dire – certosino…

      Quanto a Robertino Barzanti, che dire? Meglio tardi che mai (magari si potrà recuperare, magari per il decennale de “La casta di Siena”…)!

      L’eretico

  3. anonimo scrive:

    Caro professore
    Oggi il movimento 5 stelle ha presentato una proposta di legge di uguagliare la pensione degli onorevoli a noi mortali.
    Prova a vedere se la Lega è d’accordo….?!!!!!! Visto che parlerai di lega.
    Perché non forza per andare a votare?….?!!!!
    Te lo sussurro in un orecchio, ieri sera a Lugano durante una partita a scacchi, il mio amico di Zurigo mi ha detto che il cinquestelle dovrebbe superare il 40 per cento……

    • A.B. scrive:

      Puó chiedere al suo amico chi vince la Champions League, che almeno me la gioco alla Sisal?
      Magari potrebbe far intervistare il suo amico nel martedì dell’eretico, sarebbe un vero super scoop!

      • anonimo scrive:

        Caro A.B.
        Vorrie ricordarti e al professore l’ ho detto più di una volta. Io non gioco mai e per questo sono stato molto fortunutato nella vita. E dato che non scherzo mai, quello che dico si avvera sempre.

  4. anonimo scrive:

    Caro Semplici
    Vorrei dirti che io non ho perso niente, con le banche nostrali, propio perche vivo in un posto dove le cose si sanno. Comunque io sono sufficentemente benestante. Ed ora vengo a Divinare. Vuoi vedere che nella tua città, presto ma molto presto non ci sarà più lavoro per molti? Guarda che non sbaglio mai….Vuoi vedere che molti non rideranno più?

    • Veritas scrive:

      propio oppure PROPRIO??

      Come si scrive,in Svizzera?

      – cioccolata

      + grammatica.

    • semplici8 scrive:

      Caro amico Svizzero,
      Non discuto la tua conoscenza delle cose, tantomeno le tue scelte di vita. Ma l’alone di mistero con cui condisci i tuoi interventi, i sussurri nelle orecchie, le partite a scacchi, gli imprecisati amici internazionali che tutto sanno fanno molto film di 007.
      Ti vedo, assorto sulla scacchiera di fronte ad un redivivo Adolfo Celi con tanto di benda all’occhio e gatto persiano in grembo, attorniati da distinti signori in giacche di tweed che discutono del nuovo ordine mondiale bevendo brandy pregiato da bicchieri ad ampolla e fumando sigari cubani, in un salone con caminetto acceso, soffitto a cassettoni e pelli d’orso appese alle pareti.
      E questa immagine a me, Senesaccio cialtrone e irriverente, non può che far sorridere. Spero tu non ti senta offeso.

    • Propio forma popolare citata e ammessa dallo zingarelli
      Ma se ti dichiari benestante ci sarebbe da eccepire sull’uso da parte tua
      La previsione sul futuro dell’ occupazione e sulle risate
      E’ come farla sulla salute d’ un moribondo e poi pronosticare che al trasporto ci sarà mestizia.
      Quella sul 40 ai 5* l ha fatta lo svizzero sicché non conta
      come divinatore sei per ora a livello Otelma (divino)

Rispondi a A.B. Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.