Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Stalin, Sartori, il sor Ettore (e 4 puntuti Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Stalin, Sartori, il sor Ettore (e 4 puntuti Ps)

Puntatone prepasquale della rubrica cultural-domenicale del blog (domenica prossima, pur pagani, rispetteremo doverosamente la celebrazione della Pasqua); si parlerà di un piccolo, grande libro su Stalin (e su Lenin), scritto da una delle menti più nobili e stimolanti del bolscevismo, Victor Serge. Poi, il resoconto di uno interessante incontro incentrato sulla figura di un’importante figura del Novecento cittadino, il sor Ettore Fontani (grazie ad Enrico Toti ed a Daniele Pasquinucci, siamo andati ben oltre la mera biografia). Per finire, un ricordo del politologo Giovanni Sartori, che ci ha lasciato in settimana.

Venenum in cauda (pur senza cadere nella polemica politica diretta, aliena da questa rubrica domenicale), come non dire qualcosa sul caso della tesi di dottorato copiata dalla Ministro Madia? Il problema di fondo è proprio culturale.

Buona lettura a tutti, dunque!

 

“DA LENIN A STALIN: CRONACA DI UNA RIVOLUZIONE TRADITA”

Il densissimo saggio del rivoluzionario Victor Serge – uscito nel 1937 in francese, pubblicato quest’anno dalla meritoria Bollati Boringhieri – ha, fra i tantissimi meriti, quello precipuo di fare riflettere il lettore (che, grazie allo stile chiaro ed efficace di Serge, non è detto debba essere per forza un sovietologo) su quella che è la domanda delle domande, a proposito degli esiti della Rivoluzione di ottobre, di cui quest’anno ricorre il centenario: fra Lenin e Stalin, ci fu continuità oppure radicale discontinuità?

Sin dal sottotitolo (appunto “Cronaca di una rivoluzione tradita, 1917-1937”), l’autore propende in modo drastico per una cesura netta, per una palese discontinuità tra i due leader: vedendo in Lenin il riconosciuto pater del bolscevismo, ed invece in Stalin l’emblema della degenerazione dell’idea rivoluzionaria, regredita ad una vittoria perniciosa della burocrazia di Partito (si usa il termine “castocratico”) sull’ideale rivoluzionario, genuino ed autentico, incarnato da Lenin.

Tesi a lungo dibattuta, questa dei rapporti fra Lenin e Stalin (con il caso Trotskij fra i due), oggi nuovamente al centro del dibattito storiografico (rectius: di quel che ne resta nella desertificazione del dibattito alto, nell’odierno panorama italiano); diciamo che il Serge – un idealista, che pagò con la deportazione in Siberia e poi con l’espulsione nel 1937 dall’URSS, e che morì, nel 1947, a 57 anni, in piena povertà – è aggredibile almeno per un fatto, quanto alla suddetta discontinuità: per avere citato solo una volta o due, e quasi di soppiatto, Kronstadt (la richiesta dei marinai, bolscevichi della primissima ora, di maggiore democrazia interna, soffocata senza pietà nel sangue, Lenin imperante). E Kronstadt è un’omissione che chiunque voglia parlare del rapporto fra Lenin e Stalin non può, non deve, permettersi.

Per il resto, concordiamo – ci mancherebbe altro – sulla completa degenerazione staliniana, di cui lo stesso autore come visto fu vittima personale (ed a tanti della vecchia guardia andò ben peggio, sia chiaro).

Magistrale, fra i tanti, l’incipit del Capitolo intitolato “La paura” (pagina 173): “Stalin torna a casa dopo questi trionfi (quelli concernenti la Costituzione del 1936, Ndr). A guardia ci sono gli uomini più capaci e più fidati, che a loro volta si fanno la guardia e si spiano l’uno con l’altro. Tutti i suoi movimenti sono segreti. Egli è felice. La macchina funziona in modo perfetto”.

Quando, meno di vent’anni dopo, l’ ictus che lo portò alla morte lo colse davanti al suo tavolo da lavoro, nessun collaboratore ebbe il coraggio di entrare all’interno dello studio, neanche dopo averlo sentito rantolare in modo evidente: leggendo questo libro, nessuna meraviglia potrebbe sorgere…

UNA PROPOSTA PER LO STUDIO DELLE CONTRADE

A margine dell’incontro di lunedì scorso alla libreria Senese incentrato sulla figura del sor Ettore Fontani (nato – come il conte Guido Chigi Saracini – nell’anno Domini 1880), il professor Daniele Pasquinucci (relatore del libro, insieme ad Enrico Toti ed allo scrivente) ha lanciato un’idea assai stimolante, che potrebbe/dovrebbe essere ripresa da chi di dovere: fare in modo che le Contrade venissero studiate ed approfondite, dal loro interno, con una modalità finalmente scientifica: vale a dire senza quella patina agiografica, forse inevitabile, ma da utilizzare in modo omeopatico (l’aggettivo – non volendo forzare il pensiero dello storico senese – è copyright ereticale).

Il lavoro sul sor Ettore Fontani, ocaiolo ma non solo, potrebbe essere un primo esempio: storia del rione attraverso figure carismatiche, inquadrando la figura stessa all’interno della Grande Storia. Come sarebbe bello che ogni Contrada avesse una Commissione (anche mini, certo), composta da chi ha esperienza diretta della incandescente materia storica, che promuovesse fra i giovani lavori come questo ocaiolo (che, in quanto tale, può benissimo essere letto anche da chi non solo non è dell’Oca, ma anche da chi non appartiene a nessuna Contrada).

Durante la presentazione, tratteggiando la figura del sor Fontani, Enrico Toti ha detto per esempio che agli inizi del Novecento si pubblicavano, in città, ben quattro riviste d’Arte (provate a fare il confronto con l’oggi, lungi da qualsivoglia laudatio temporis acti); questa nostra proposta di recupero della Memoria storica (storica, dunque non agiografica) delle 17 Consorelle, in abbinamento fra giovani desiderosi di sapere ed imparare e vecchie volpi con la pazienza di insegnare, a noi pare un’ottima idea. Destinata dunque ad avere ben poca fortuna, molto probabilmente…

 

GIOVANNI SARTORI, UN GIGANTE CHE SE NE VA

Quantomai arduo, riuscire ad essere sintetici di fronte ad un personaggio della statura intellettuale del professor Giovanni Sartori, scienziato della Politica: noto ai più, da quando – settantenne! -, tornato dalla Columbia university, diventò editorialista e polemista del Corriere della sera: caustico ed inattaccabile dall’alto del suo sapere, polemizzava con la videocrazia berlusconiana (homo videns). Ma criticava senza tema anche con quelli dell’altra parte, da D’Alema in avanti, fino alla posizione contraria sul Referendum del dicembre scorso. Vedeva un’Italietta non solo corrotta fino al midollo, ma anche – e forse ancora di più – ignorante, a partire dai suoi massimi rappresentanti: di qui, il termine di “asinocrazia”, neologismo azzeccato quanti mai.

Era andato via dall’Università italiana, negli anni Settanta, pur essendo già nel pieno della carriera: la mediocrità di molti colleghi, il pansindacalismo dell’Università e gli studenti sempre più arroganti, infatti, lo avevano stancato. Un episodio è memorando, fra i tanti: Preside di Scienze politiche a Firenze, arriva il ’68; gli studenti ovviamente occupano, e Lui che fa? Non chiama la polizia, fa una cosa molto più semplice: fa spengere il riscaldamento. Dopo poco, la protesta rientra…

Dantescamente, la sua saldezza intellettuale lo avrebbe fatto essere un superbo; in un’Italietta di saccenti (in realtà, ignoranti come capre), però, che dire? Benissimo vengano i superbi, se sono della tempra di Giovanni Sartori…

Ps 1 Caso Madia: la Ministro è accusata – da uno scoop de Il Fatto – di avere copiato buona parte della tesi di dottorato, discussa allorquando era da poco entrata (grazie a Veltroni) in Parlamento. Smascherata, ovviamente non ammette ed anzi minaccia querele (e la stampa nazionale non riprende la notizia, sic). Ma in questa sede, ciò che interessa sottolineare è altro: cioè che la Ministro accenna una mezza difesa, dicendo che i testi, le fonti consultate ci sono tutte (nella bibliografia finale). Tutto al più, mancheranno i virgolettati: con ciò, dimostrando di non avere la benché minima idea di come si scriva un testo scientifico. Non ci sono (altre) parole…

Ps 2 Non solo per par condicio con l’Oca, segnalo un libro che solo stasera mi è capitato fra le mani, e che illo tempore (2011) mi era colpevolmente sfuggito: “E il vento del Risorgimento soffiò su Siena e il suo Palio”, a cura del benemerito circolo culturale torraiolo dei Battilana. Curato in particolare da Davide Orsini (che aveva anche curato l’omonima mostra del maggio 2010), il libro è un piccolo tesoro di testimonianze sul rapporto fra Risorgimento e Contrade.

Ps 3 Non me ne vogliano gli amici fiorentini lettori del blog, ma stavolta mi piace metter bocca sulla loro città; proprio partendo dal ricordo del politologo, di livello internazionale, Giovanni Sartori: il Novecento ha dato a Firenze figli a dir poco illustri, nel campo prettamente culturale (appunto Sartori, Valdo Spini, Giovanni Spadolini, in modo arioso lo stesso Indro Montanelli ed altri che, al volo, dimentico: aiutatemi!); il secolo XXI, da par suo, chi sta offrendo? A parte l’ottimo storico dell’Arte e polemista Tomaso Montanari, non vedo altri profilarsi…

Ps 4 Trump mostra i muscoli sulla Siria, versus Assad: la motivazione ufficiale è risibile (la pietas per i bambini, sic), ma dal suo punto di vista si tratta di un’azione capolavoro. Rinsalda i repubblicani, prima divisi; mette all’angolo i democratici, spazzando via le titubanze obamiane (vedasi il 2013, per un caso simile); dimostra – almeno sul campo – di non essere subalterno a Putin, ed in più manda un monito indiretto a Xi Jinping, proprio mentre lo ospita in Florida. Proprio perché non ci piace neanche un pochino, questa dobbiamo ammettere che è una mossa geopolitica da maestri.

17 Commenti su La domenica del villaggio: Stalin, Sartori, il sor Ettore (e 4 puntuti Ps)

  1. Paolo Panzieri scrive:

    PS4: … aggiungi pure che nell’azione non è stato distrutto neppure un aereo operativo (soltanto 6 aerei inservibili pare siano stati colpiti) e che oggi la pista bombardata ieri era in piena efficienza e le operazioni contro l’ISIS non hanno avuto quindi neppure un giorno di ritardo.
    Ci vuole veramente poco a prendere in giro l’opinione pubblica mondiale ed i cosiddetti benpensanti!

    Piuttosto ho letto che a nord di Raqqa sono stati impiegati per la prima volta elicotteri Apache, carri armati e forze speciali USA a fianco di curdi.
    Parrebbe che lo sceriffo Donald voglia piuttosto finire il lavoro alla svelta e da solo…..

  2. A.B. scrive:

    Ps1 Per evitare il rischio di farci governare da ministri che hanno osato produrre tesi di dottorato con problemi di originalità, mi raccomando, scegliamo rappresentanti senza dottorato, ancora meglio se poi dovessero essere studenti fuori corso sine die, così non dobbiamo neanche scandagliare le tesi di laurea. L’asinocrazia raggiungerà vette fino ad oggi inviolate, condita dal moralismo d’accatto di chi è molto bravo a giudicare le vite degli altri ma leggermente meno a giudicare se stesso

    • Eretico scrive:

      Caro A. B.,
      come ho scritto a caratteri cubitali, nella rubrica domenicale non la voglio buttare in polemica politica (per questo, c’è il resto della settimana, no?).
      Però, se inviti la lepre a correre: il problema della Ministro Madia non sono sedicenti “problemi di originalità”, è che pare proprio averla copiata ben bene, la tesi di dottorato, senza indicare in modo dettagliato le fonti (cosa molto, molto grave: se non te ne rendi conto, problemino tuo…). Inoltre – cosa che avevo volutamente omesso – ha detto, nella sua penosa autodifesa, di avere fatto una ricerca presso un’università olandese, ma gli olandesi dicono di non averla mai vista (l’avrà fatta a loro insaputa?). E per finire: questo “moralismo d’accatto”, è sic et simpliciter indignazione, perché per uno che va avanti in un certo modo, ce ne è sempre un altro che – magari meritando molto di più – batte la boccata e resta senza lavoro (cosa che a te evidentemente va benissimo).

      In ogni caso, stasera tutti a vedere Report: roba esplosiva sul Matteo di Rignano…

      Buona settimana prepasquale, l’eretico

      • A.B. scrive:

        Caro Eretico, forse ho un pó esagerato con moralismo d’accatto, ma faccio veramente fatica a contenere il fastidio che provo tutte le volte che vedo montare ondate di indignazione che presuppongono un malcelato senso di superiorità morale. Non sono granchè praticante, ma mi ronza sempre in testa quella frase che un tizio pronunció un paio di migliaia di anni fa: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Per questo mi autoaccuso,che non vorrei incorrere negli strali di quelli che ben pensano qualora dovessi mai amministrare un condominio,ebbene sì, a volte mi facevo passare le versioni di latino e greco al liceo ed ho anche copiato qualche risposta negli esami scritti all’università. Beati i puri.

        • Eretico scrive:

          Caro A. B.,
          vedo che il fraintendimento continua; per l’ultima volta dei “durotti” (eccolo, il “malcelato senso di superiorità”): nessuno può scagliare la prima pietra, ma se una persona fa come la Madia, con la sua furbizia antimeritocratica, toglie il posto ad uno/a che ne sa più di lei. A me, questo fa incazzare, e di brutto: tu chiamalo, se vuoi, moralismo. Su questi aspetti, sono fiero di esserlo; vedo che tu non lo sei, e me dispiaccio: spero davvero che, nel tuo ambito di lavoro, non ti sia mai capitato di assistere ad ingiustizie simili…

          L’eretico

          • A.B. scrive:

            Io, nel mio piccolo, penso di averne subiti ed anche parecchi, tanto da dover ricorrere (vincendo) alla giustzia civile (ma con soddisfazione puramente morale, che le dure leggi dell’università permettono solo vittorie di Pirro contro le baronie). Purtroppo peró ho bazzicato abbastanza il mondo accademico e sono convinto che non sia possibile fare classifiche di merito che possano minimamente avvicinarsi all’oggettività. Questo per un semplice fatto, l’oggettività non esiste. Il pensare che la Madia abbia sottratto non so cosa a non si sa chi è semplicemente una astrazione irreale. E allora Di Maio per competenze si merita di essere vicepresidente della camera? Continuare a tranciare giudizi a colpi d’accetta è per me semplicemente sbagliato, tutte le nostre vite sono fatte di sfumature, e chi porta sulle spalle l’onore e l’onere di influenzare con le proprie opinioni una miriade di persone dovrebbe pensare che a colpi d’accetta solitamente si uccide.

      • Paolo Panzieri scrive:

        Il termine “asinocrazia” – devo dire – mi è garbato tanto e mi pare una categoria da applicare proprio alla nostra senescente democrazia ed alla ministra (che brutta lingua l’italiano abboldrinato …) Madia in particolare.
        A prescindere dal dottorato conseguito o meno legittimamente, tema pur cruciale, infatti, mi pare che l’esito della sua riforma della P.A. parli chiaro in proposito.

        • semplici8 scrive:

          Caro Avvocato, a proposito di abboldrinamento (gustoso neologismo) della lingua italiana, ha per caso letto la “Guida operativa per l’uso di un linguaggio non sessista negli atti amministrativi del comune di Siena”? Se no, la invito caldamente a farlo, e’ sul sito del comune. C’è da pisciarsi addosso. Quanto alla Madia, attenzione a criticarla; qualche Renzino che risponde “e allora Tizio?” si trova sempre.

          • Perito scrive:

            voglio ringraziare semplici8 per la segnalazione. Ho letto brevi tratti della guida ed è meravigliosa. A tratti fa sbellicare a tratti arrabbiare. Come prima cosa mi sorge spontanea una domanda: perché il titolo è con genere femminile? perché non hanno usato la parola neutra MANUALE?
            e che cosa è un o una MENAGER? qualcuno che picchia?

          • A.B. scrive:

            Mi dispiace semplici8, ma con me con “renzino” va fuori bersaglio, ho due neuroni e con quelli cerco di analizzare la realtà che mi circonda in maniera autonoma, senza eterodirezioni. Alle ultime elezioni comunali, per dirne una, ho votato una radicale che afferiva al candidato sconfitto. Penso di non votare nel congresso piddino (ma non ne sono sicuro) e non esiste neanche lontanamente un partito che esprima compiutamente il mio pensiero. Invidio invece gli iscritti alle piattaforme ideate dal fu Casaleggio, quelli che non hanno dubbi e sanno sempre quale sia la soluzione migliore per risolvere i problemi che affliggono paesi, città, regioni e Italia intera. Forse mi ripeto, ma in questo blog non esistono sfumature, una cosa o è bianca o è nera, il grigio non esiste. Per me invece esistono almeno cinquanta sfumature di grigio. E “in culo anche a Renzi”!

  3. anonimo scrive:

    Caro Professore
    Capisco che un insegnante non può discostarsi molto dalla storiografia ufficiale, imposta nell’ambito scolastico.
    Ma io non sono pagato da un ministero e posso anche attingere da fonti russe.
    La rivoluzione Russa fu finanziata in ambito occidentale, in particolare da una certa nazione….E fu finziata contro l’IMPERO CRISTIANO ORTODOSSO. Chiaramente per prendersi le risorse minerali, ma in partivolare il centroAsia. Questa rivoluzione fu sanguinaria e fu contro il popolo Russo. Per fortuna la Terza Roma aveva tuti gli anticorpi necessari. Ed un prete soprannominato Stalin. Piano pino prese il potere e con vari metodi liberò il campo. In particolare esilio’ Troscki il mondialista. Dalle teorie di questo individuo sono comparsi i neocom. Che impervesano in occidente, e sono riusciti a distruggere tutti i valori. Quando non hanno di meglio inventano qualche rivoluzione colorata, detta democratica. Ecco Professore nonostante che ciò sia sotto gli occhi di tutti, tutti gli occidentali non vedono….Ecco stanno decretando la fine dell’occidente….
    Mentre Stalin risollevo’ la Russia e vinse sulla germania arrivando a Berlino…
    Oggi la Russia è la terza Roma perché le altre due son cadute

  4. antonella eleonora buscalferri scrive:

    La Rivoluzione russa avvenne, appunto,nel paese sbagliato dove si ignoravano le libertà borghesi essendo la struttura sociale rappresentata per il 95% da ‘servi
    della gleba’. Marx stesso aveva sperato che la Rivoluzione avvenisse in Germania
    o in Francia dove le libertà erano nate.
    Questa consapevolezza ha fatto la grandezza del pensiero comunista italiano e la cosiddetta ‘doppiezza’ togliattiana non è stata altro che la duplice convinzione
    dell’adesione ideologica indiscussa alla Rivoluzione Russa (Togliatti ebbe ruoli importanti in molti organismi comunisti internazionali) unita alla consapevolezza della irrinunciabilità alle libertà individuali personali

    • anonimo scrive:

      Cara Antonella
      Non sono d’accordo che la rivoluzione Russa avvenne nel posto sbagliato. Bisogna tenere presente che Marx ebbe molte protezioni, nella terra inglese, in particolare da Engels. Riguardo ai sui scritti non vi era niente di originale, in quanto se la produzione c’era si poteva dividere, se non c’era rimanevano le cose come erano.
      Riguardo alla giustizia sociale diceva Belle parole. Ma rimaste inascoltare. Oggi di può dire che dove applicato è stato un fallimento.
      Detto questo, avvenne in contemporanea la grande guerra che distrusse l’impero cristano d’austria , e l’impero ottomanno. Quindi io deduco che fu un periodo di distruzione di due religioni. Verrei anche dirti che io non difendo nessuno, ma guardo solo all’accuduto, per ricostruire fatti certi.

    • Eretico scrive:

      Cara Antonella,
      oltre a concordare in larga parte su ciò che hai scritto, sono molto contento del tuo intervento sul blog: un abbraccio sincero!

      L’eretico

  5. Cecco scrive:

    Carissimo Eretico, scusami se vado leggermente fuori tema, ma mi assilla una domanda che riguarda, se pur indirettamente, la rivoluzione Russa. In Occidente qualcuno si è accorto che una volta terminato quell’esperimento sociale costituito dalla Russia sovietica le classi dominanti hanno cominciato a distruggere diritti e salari, stato sociale e via discorrendo ..? Forse è stata una rivoluzione tradita ma certamente per noi che lavoriamo nel liberale occidente lo spauracchio rosso ha funzionato (magari un po’ meno per i russi, ma vedo molta nostalgia anche ad est …) Saluti

  6. Chi venendo dalle città di Ciuto Brandini e di Barbicone abbia la credenza che la coscienza di classe la abbia inventata il marito della baronessa
    Von westphalen (Marx) lo vedo messo malino
    Chi non conosce il compagno Parvus ,Israel lazarevic halfand lo vedo messo peggio.
    Chi non si chiede che interessi avesse la GB a spedire trosckj dal Canada
    In Russia ,sapendo che li avrebbe fomentato una rivoluzione ,che avrebbe
    Messo in grado di togliere dal fronte orientale le truppe tedesche e austriache ,povero lui.
    Il viaggio di Lenin dalla svizzera attraverso la Germania,si può capire .
    Quello di Leon bronstin ,non secondo la storiografia ufficiale.

    Parlando di Siria e Corea, Putin annuncia la possibile uscita russa dal sistema di pagamento internazionale via Swift, dopo poco ,guarda caso escalation.in Siria.
    La Cina compra le più grandi miniere di coltan in Congo,e continua a liberarsi di euro e dollari ,comprando società e industrie in cambio
    Di carta straccia.
    Con ancora 300 miliardi di dollari ,di cui liberarsi prima che le economie
    Occidentali collassino.
    Trump la invita a collaborazione commerciale in cambio di intervento congiunto in Corea.
    Un associazione di medici svedesi mette in dubbio ,le modalità del presunto
    Attacco con i gas ,e poche ore dopo attentato a Stoccolma.
    La Russia con le riserve auree che possiede potrebbe agevolmente tornare
    Alla moneta convertibile pre Bretton Woods
    In quel caso ,con una stretta comunanza di manovra con la Cina,raderebbero
    Al suolo l economia occidentale,già messa mooooolto male.
    I globalisti ,pare che non siano stati ad attendere ciò.
    O vogliamo credere alla Botteri?
    O magari al conte Gentiloni.
    Assad che nel 2013 consegna le armi chimiche ,all’ ONU ,si tiene un paio di bombe sotto il cuscino,e mentre sta prevalendo militarmente ,da agli USA
    Il pretesto di rappresaglie?
    L’obbiettivo era un deposito di armi, secondo voi su un deposito di armi
    Si usano armi chimiche ,o bombe dirompenti?
    L ambiente dopo un attacco col sarin resta contaminato per quasi due giorni
    I caschi bianchi ,con telecamere solerti al seguito ,operavano in alcuni casi a mani nude ,e senza tute protettive,dopo pochi minuti.
    La cosa è stata appunto fatta notare da un associazione di medici svedesi
    E guarda caso poco dopo ,attentato col solito camionista a Stoccolma.
    Poi fate voi.

  7. semplici8 scrive:

    Caro A.B., non mi riferivo necessariamente a te, che scrivi spesso cose intelligenti . Ma, se proprio lo vuoi sapere, mi avviliscono molto i discorsi del tipo “così fan tutte” e quelli “E allora tizio?” . È dai tempi di Craxi che li sento, a giustificare qualsiasi nefandezza e mettere tutto e tutti nello stesso mefitico calderone. E no, a volte non esistono sfumature di grigio.
    A volte le cose sono semplicemente bianche o nere. Almeno secondo me.

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