Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Simi, Ischia, un ciclista antifascista - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Simi, Ischia, un ciclista antifascista

- 27/08/17

Ecco i tre argomenti della rubrica cultural-domenicale del blog: una recensione di uno dei migliori noir usciti negli ultimi tempi, “La ragazza sbagliata” di Giampaolo Simi; una riflessione sui fatti ischitani, visto che in loco eravamo stati – anche scrivendone, come d’abitudine – giusto l’estate scorsa; infine, la figura del ciclista di inizio Novecento Ottavio Bottecchia, un cold case di epoca fascista, sul quale è appena uscito un libro che riapre il caso: da non perdere per gli amanti del ciclismo, ma figura stimolantissima anche per svariati altri motivi.

Buona lettura a tutti, dunque!

 

OTTAVIO BOTTECCHIA, CICLISTA ANTIFASCISTA

Poco conosciuto se non dai cultori di questo sport, Ottavio Bottecchia è stato un campione assoluto di quel ciclismo che definire eroico e pionieristico non è cosa enfatica: trionfatore al Tour de France nel 1924 e 1925 (nel 1924, maglia gialla dalla prima all’ultima tappa!), ma mai vincitore del Giro d’Italia. Nessuno profeta in Patria, e non sarebbe il primo; a 33 anni, mentre si allena da solo nel suo Friuli, pare per un malore (pare, appunto), cade e muore.

Si dà il caso che il Botescià – come lo  chiamavano i tifosi francesi, che per lui avevano una autentica venerazione – fosse un antifascista, quantomeno refrattario a diventare un instrumentum regni della attivissima propaganda fascista.  Un cold case in piena regola, ricostruito con dovizia di particolari dal giornalista e storico dello sport Claudio Gregori (“Il Corno di Orlando. Vita, morte e misteri di Ottavio Bottecchia”, 66thand and 2nd, pagg. 536, 22 euro, ben recensito da Alfredo Sessa sul domenicale del Sole del 20 agosto).

Eroe delle tappe pirenaiche, campione di un ciclismo a tratti disumano (si partiva di notte, per le tappe più lunghe e massacranti), atleta vittima di sicuro – comunque sia morto – di una società classista (che considerava i ciclisti atleti da macello, come i soldati al fronte: e Bottecchia la Grande guerra l’aveva fatta davvero), nonché ipergerarchica: questo era Ottavio Bottecchia.

Una figura che merita di essere illuminata e conosciuta; per capire come siamo cambiati, a livello di contesto relazionale: una volta tanto, non necessariamente in peggio…

ISCHIA, STRABONE E CROCE

In un contesto civile di stampo occidentale, una scossa di magnitudo 4 Richter non solo non fa vittime, non dovrebbe fare neanche feriti gravi; la situazione di Ischia un po’ la conosciamo, e soprattutto la conoscevano figure ben più rilevanti dello scrivente: un certo Strabone, per esempio, morto nel I sec. dopo Cristo, il quale aveva già allora messo in guardia sulla pericolosità sismica dell’isola; poco dopo, era arrivato Plinio il vecchio, affamato di conoscere quella parte della penisola così geologicamente viva ed effervescente. Tra il 1228 ed il 1883, furono registrati almeno 15 terremoti di una ceerta rilevanza, fino a quello, per l’appunto, del 1883: magnitudo 10 della Mercalli (!), ma “solo” 4,3 Richter ( dato ricostruito ex post, peraltro).

Il sisma che fece morire 2300 persone sui circa 4mila residenti nell’isola, tra i quali – lì in vacanza, nella casa avita – la sorella ed i genitori di Benedetto Croce: scampato, lui, per miracolo (laico, visto il personaggio…).

“Ccà mme pare Casamicciola”, diceva disperato Eduardo De Filippo in “Natale in casa Cupiello”, creando l’abbinamento antonomasico fra l’evento del 1883 e un cataclisma, di qualunque entità, anche ben diversa.

Historia (geologica) magistra vitae, come dovrebbe essere, dopo cotanti eventi? No di certo, anzi dal Sindaco al Vescovo tutti offesi per il cattivo nome e per la nomea di abusivisti; come scrivemmo l’estate scorsa di ritorno dall’isola, prepariamoci, perché questo di Ischia è solo un antipastino: il piatto davvero forte, sarà la nuova eruzione vesuviana. Il vulcano è tranquillo dal 1944, e quando si sveglierà, sarà l’Armageddon: tra la Natura, e le forze – più vive che mai – dell’umana idiozia.

 

UN ROMANZO CHE NON SI DIMENTICA

Eccolo, il noir dell’estate (e non solo) 2017: “La ragazza sbagliata” di Giampaolo Simi, scrittore e sceneggiatore viareggino che, a 52 anni, scrive il libro della piena maturità; il romanzo, cioè, dopo il  quale il rischio è sempre quello di scendere.

La trama è verosimile, ma creata, partorita dalla mente dell’autore; il contesto invece – nei due piani temporali del 1993 e dell’estate 2016 – è del tutto aderente all’Italia che ci si squaderna davanti.

Due i meriti precipui del romanzo, oltre al fatto che si tratta di un libro che indubbiamente cattura ed assorbe, a tratti financo disturba per certe tematiche (come deve essere, sia chiaro!); l’avere posto come centrale la figura non del solito, ormai ripetitivo, poliziotto-commissario aut similis, quanto invece quella di un cronista di nera (fallito al lavoro, ma con possibilità di rientrare nel giro che conta; fallito in famiglia, con l’ex moglie che gli aizza il figlio adolescente contro): figura meno frequentata nei romanzi, ma di spessore anche autobiografico, visto che l’autore si è fatto le ossa di cronaca nera scrivendo, da giovane; in secondo luogo, l’avere ambientato il cold case che il giornalista stesso risolve – con la collaborazione di una Pm smagata -, nel lontano ma cruciale 1993: un fatto di cronaca nerissima – l’uccisione di una diciottenne di specchiata moralità ed operosità -, si inerpica nei viali della cronaca giudiziaria mafioso-stragistica, a dimostrazione del fatto che scrivere in un certo modo di nera in Italia, molto spesso, ha un valore politico, in senso lato ma neanche poi troppo. Il colpo di scena ovviamente ci sarà, ma lo scoprirlo è un privilegio di chi leggerà le dense 386 pagine del noir…

Fra i tanti passaggi notevoli, abbiamo scelto – e non è stata scelta facile – questo, nel quale il protagonista si trova davanti alla ex ragazza condannata per l’assassinio dell’amica, la quale presunta assassina è figlia di uno scultore affermato, con studio a Viareggio (pag.195):

” Nora Beckford si solleva la maglietta e in un’altra occasione mi sarei fatto volentieri confondere dal ventre asciutto, appena ammorbidito intorno al brillantino che sfavilla dall’ombelico. In un’altra vita, prima che le cose si mettessero ad andare come non dovevano.  In un altro secolo, quando da queste parti si faceva la Festa del Sole, quando il vino di uva fragola mi sembrava potabile, il debito pubblico era un materasso infinito e ognuno di noi poteva ancora diventare qualcuno”.

20 Commenti su La domenica del villaggio: Simi, Ischia, un ciclista antifascista

  1. Biagio di Montluc scrive:

    Ho letto il romanzo del viareggino Simi, indubbiamente da leggere anche se a me è parso un po’ compiaciuto. Ho letto una sua intervista in cui critica l’uso eccessivo del discorso diretto in letteratura, ma mi pare che anche lui lo utilizzi e parecchio..
    Dopo tutto questo spazio a sagre e Palio, ci voleva il domenicale dell’Eretico. Bene così!

  2. Il giaguaro scrive:

    “Historian magistra vita”?no,la. Storia,di qualsiasi natura sia,non ha mai insegnato nulla.
    Ischia è soltanto l’ultima di una lunghissima serie di sciagure e lutti,forse anche S.Emidio si è stancato di salvare una nazione di sciagurati anelanti all’ autodistruzione.Il credente continui ad invocare il santo ascolano,il miscredente imprechi contro il destino cinico e baro.A tutti è consigliato di fare un piccolo sforzo,confrontare le foto del golfo di Napoli con il Vesuvio in eruzzione scattate nel 1944 dagli aamericani con quelle più recenti riprese da droni e a satelliti e porsi una semplice domanda: fino quando sarà consentito distruggere il territorio sfidando la natura in un modo così irresponsabile?
    Sarebbe auspicabile che questo sforzo fosse fatto ,e non solo per Napoli e Ischia,insieme ai più giovani a casa ma anche a scuola come ricerca .
    Che ne pensa un professore?

  3. Eretico scrive:

    Caro Giaguaro,
    a parte qualche errore di battitura, il tuo è un eccellente intervento: la comparazione tra la zona circumvesuviana di 70 anni fa e di oggi è davvero impietoso, dall’alto (e non c’è neanche bisogno di salire tanto). Quanto alla domanda che poni: per quella che è la mia esperienza di docente (anche di Geografia, materia quasi espunta dal Programma ministeriale, in modo idiota), ho sempre pensato che la Geografia o è militante, o non è. Intendo per militanza, il cercare di fare arrivare ai ragazzi l’eco di quelle battaglie ambientaliste che da anni si cerca di portare avanti con i libri (“Le mani sulla città”, soprattutto), con il blog, dall’anno scorso con la tv (a proposito, il 5 settembre si riparte!).
    Una precisazione: il meritorio romanzo di Simi è edito da Sellerio Palermo.

    L’eretico

    • quello di gracciano scrive:

      off topic..ma fino a un certo punto. Dopodomani 31 agosto ultimo giorno per inviare offerte di acquisto per la fabbrichina di Colle. Immagino i monti di carta….

  4. semplici8 scrive:

    Eccellente davvero, l’intervento del Giaguaro. Non si vede un limite alla follia. Quanto fatto sulle pendici del Vesuvio ne è l’emblema, e non occorre essere uno studioso per rabbrividire al pensiero di cosa succederà. Perché succederà, questa è l’unica certezza.Ma se la storia non insegna, di certo lascia dei macigni inamovibili lungo la strada. La sistematicità con la quale ci siamo dedicati a stuprare il nostro paese ha conseguenze che nessun santo può rimediare. In troppi casi abbiamo già abbondantemente superato il punto di non ritorno. E certo non può bastare la buona volontà di singoli insegnanti, per quanto lodevole. Occorrerebbe, da subito anzi da ieri,un cambiamento totale di paradigma, la destinazione di tutte le risorse possibili, non solo monetarie, da parte dell’intero sistema paese alla tutela del posto in cui viviamo. Proteggere ciò che rimane, ove possibile rimediare alle nefandezze perpetrate negli anni. Educare le persone, perseguire i crimini. Naturalmente, non accadrà. E da parte mia, non intendo maledire destini cinici e bari. Solo l’arroganza e la bramosia degli uomini.

  5. Senesediritorno scrive:

    Grazie Caro Eretico per l’interessante segnalazione/recensione del libro di Simi che ho appena ordinato non avendolo trovato a Siena.
    Mi permetto, a mia volta, di proporre -se non di consigliare- la lettura dei lavori di Hans Tuzzi (pseudonimo di Adriano Bon che lo ha assunto da un personaggio de L’uomo senza qualità di R. Musil) in quanto autore di grande spessore culturale, bibliofilo raffinato e docente universitario al master in editoria cartacea e multimediale all’Università di Bologna: è riconosciuto (cfr anche Wikipedia) come uno dei giallisti italiani più brillanti ed estroversi. I suoi libri sono un mix di citazioni dotte, di descrizioni meticolose quanto efficaci e di ritmi narrativi caratterizzati da improvvise quanto imprevedibili accelerazioni. Assolutamente geniali i suoi gialli con protagonista Neron Vukcic (vi si prefigura la creazione del personaggio Nero Wolfe!) e quelli con protagonista il Commissario Norberto Melis.
    Proprio da uno di questi ultimi (Perché Yellow non correrà: ed. Bollati Boringhieri pag. 92) mi permetto di proporre un periodo che mi pare illuminante sulla personalità dell’autore (e di noi italiani !! Mi scuso se qualcuno si potesse sentire “offeso”):
    “L’Italia è una nazione che espone la propria marmaglia come bandiere alle finestre – commentò…..omissis -; un paese cafone e orfano della propria storia. Un paese protofascista per natura profonda. Venisse un piazzista di aspirapolveri a promettere il paese dei balocchi, gli italiani – con voto democratico – sarebbero capaci di portarlo a Palazzo Chigi.”
    Mi vien da chiosare: n’est pas honit qui mal y pense

    • Eretico scrive:

      Caro Seneseditorno,
      ti ringrazio – credo a nome di tutti i lettori – per la segnalazione, e mi meraviglio del fatto che tu non abbia trovato Simi a Sienina: Sellerio è editore ben distribuito a livello nazionale!

      Quanto all’off topic di Quello di Gracciano (sia benvenuto): che ci tenga informati, che della Fabbrichina tornerò a dire in tv (oh, si riparte martedì prossimo, su Siena tv…).

      L’eretico

  6. Il giaguaro scrive:

    Caro Eretico,nessun dubbio sul tuo impegno scolastico verso la geografia ma non solo.Non sono esperto di programmi ministeriali ma l’ignoranza in geografia nei giovani è palese,basta ascoltare le risposte,anche a domande semplicissime,che vengono date nei vari quiz televisivi,roba da fare accapponare la pelle.
    Anche se non è simpatico non posso fare a meno di un Amarcord.
    Scuola elementare di Via Roma,anno scolastico 1947-48 ,un giorno il carissimo e mai dimenticato Maestro Serafino Pacciani mi colse ,e non era la prima volta, in un viaggio fantastico nel grande planisfero appeso nella parete alla mia destra.Ironicamente ma non troppo mi chiese cosa mi aveva colpito in quel viaggio,io risposi che mi sembrava impossibile che ci fosse tanta differenza tra la immensa Russia e la nostra Italia,quasi invisibile in confronto.Improvvisamente i suoi occhi si fecero lucidi e presa la lunga canna si mise a raccontare le tristi vicende da lui vissute in quel Paese durante la guerra .Ovviamenre non entrò in particolari scabrosi,disse solo che al rientro in Italia era come uno scheletro,concluse esortandoci ad andare a vedere il film “Il ponte di Waterloo” al cinema Rex,oggi Odeon e poi ,come tema a casa,raccontare le nostre impressioni.Ricordo che oltre alla trama mi aveva colpito la bellissima melodia delle cornamuse,strumento che avevo sentito per la prima volta in Piazza del Campo durante la famosa parata del 1944 .
    Geografia militante del caro Maestro Pacciani ?.
    PS:scrivo con iPad quindi chiedo venia per gli errori di battitura

  7. VEDO NERO scrive:

    Per Giaguaro: l’ho avuto anch’io il Maestro Pacciani, era veramente una bravissima persona ed insegnava con vera passione. Altri tempi. Per l’Eretico: la svalutazione della geografia è una netta contraddizione proprio ora che esiste la globalizzazione ed i giovani girano per il mondo più di noi e quindi studiarlo a scuola già da ragazzi sarebbe molto utile. Riguardo i terremoti, eruzioni vulcaniche e simili, mi collego al fatto, vero, di diversi anni fa quando dopo il terremoto dell’Aquila in una intercettazione telefonica due loschi figuri esultavano a pensare alla ricostruzione con relative bustarelle, appalti truccati e via dicendo. Tutto questo mi rende pessimista sul futuro dell’Italia. Ci vorrebbe un ripulisti generale, un rinnovamento, invece finora si sono piante tante lacrime di coccodrillo e basta. Purtroppo non sarà facile, Sarà molto difficile, ma alle prossime elezioni nazionali e comunali potremmo cambiare qualcosa, se veramente vogliamo, salvare il salvabile. Sia in Italia, sia a Siena. Almeno mandare a casa Baffino, il Mortadella e compagni varii.

    • A.B. scrive:

      Vede la differenza, caro vedo nero? Al giaguaro il ricordo del maestro Pacciani ha evocato dolci ricordi d’infanzia, a lei invece foschi pensieri pessimisti. Mi pare Brontolo dei sette nani o il Puffo Brontolone, per fare un riferimento ancor più culturalmente elevato. Ogni tanto una variazione sul tema la renderebbe più umano, la vita per fortuna non è solo “painted black”.

  8. vesuvio monte ipomeo campi flegrei
    tre sono li in quel golfo a covare
    io per davvero li non ci starei
    ma a napoli si sa’ garba rischiare
    di plinio il giovan mi ricorderei
    invece che s gennaro sta’ a ‘nvocare
    e scotere l ampolla coi su’sangue
    mentre giudizio e prevenzione langue

    chi c ha vulcano e chi per monte piange
    entrambi i popoli son fatalisti
    poi la realta’ i loro sogni infrange
    e allora pianti come mai furon visti
    chi senso di realta’ lui sempre spenge
    poi si sgomenta per i tempi tristi
    sangue n’ bottiglia o testa rinsecchita
    metterli in guardia non e’cosa gradita

    • VEDO NERO scrive:

      Il mio benvenuto Manunta, se fossi stato senese potevi essere un pronipote diretto di Cecco Angiolieri! A tanti le tue rime non piacciono, ridendo castighi, a me invece garbano parecchio!

      • Senesediritorno scrive:

        Anche a me Manunta piace…se rimane nei termini di una satira tanto pungente quanto irridente bisogna solo dirgli bravo!!

        • si fossi cecco guerfo io sarei
          giacche de nostri fu’a campaldino
          ma certo meglio me la passerei
          che figlio di banchier era angiolino
          e mamma de salimbeni l era lei
          ci dette mano contro l aretino
          da siena poi vu’ lo cacciaste via
          poiche’ gradiva topa ed allegria

  9. Cecco Angiolieri scrive:

    ….veramente toccante il ricordo del Giaguaro per il suo Maestro….ed è un punto di riflessione importante…fondamentale per tutti noi…Ma i Maestri come erano i Pacciani ed altri…che ormai sono storia….qualcuno anche polvere…non tiro in ballo il Professor Ascheri, perchè rappresenta la categoria…ma questi Maestri veri di Vita, oltre che di Scuola….ci sono più?????………viviamo in un epoca confusa, veloce e molte volte isterica … bombardati da milioni di notizie e immagini, sui telefoni, tv, pc, tablet … ma in testa non ci rimane quasi niente …. solo un libro, un buon libro fa la differenza … ma in quanti dei nostri ragazzi si dedicano veramente alla passione di leggere …. di informarsi veramente ….

    • VEDO NERO scrive:

      C’è stato nel mezzo il maledetto ’68, partito per giusti motivi, ma abortito presto. Ricordate il sei politico? E pensare che tanti paladini sessantottini, ora deputati e senatori, sono i più accesi difensori dei privilegi e vitalizi della ‘casta’. Il livello dell’insegnamento è andato sempre più in basso. E poi l’insegnante aveva più autorità, ora è ostaggio degli alunni e dei genitori sempre ‘contro’, a prescindere. A quei tempi bastavano pochi libri a scuola, ora ci vuole la carriola per portarli dietro eppure i risultati sono molto modesti. Allora i compiti di matematica non si facevano portando dietro la calcolatrice, tutto a mente. Alt, non vado oltre mi sono spiegato abbastanza. Ci vogliono così, attenti a chi passa al GF, chi vince ad Amici ed altre castronerie che ci propinano i media. Non pensare, comprare, consumare, staccare il cervello che tanto ci pensa la Casta a pensare per noi.

  10. ai gran giorno men’ d una settimana
    a casetta di gia’ stan festeggiando
    raffa promette e spero non sia vana
    di articolare , e lui anticipando
    di guerfi e ghibellin vi do’ versione
    mentre l articol forse sta’scrivendo
    sicche per ora cari boncittini
    vi tocca la version de’ fiorentini

    ottava introduttiva ora si va’ a terzine

    d essere laico e non un credulone
    i ghibellino dichiara con orgoglio
    a siena chi porto’ i papi d avignone
    i sol invictus nella citta del giglio
    come lewis carroll ebbe una volta a dire
    come descrive il bianco coniglio
    se qualchecosa tu ci vuoi capire
    storia ufficiale devi ribaltare
    quindi senese,ripiglia ben le mire
    citta’ che roma ebbe a scomunicare
    che per tre volte ebbe l’interdetto
    guelfa la storia dichiara ,bell affare
    da vendersi a chi manca d intelletto
    ovvero sia alla gente senese
    chi fu che plato per prima ha tradotto?
    su’ ermete a siena sol mattonelle stese
    per chi di leggere non e’ capace
    chi certe conoscenze l ha lui apprese
    da un popolo sincero ma mordace
    solo l invidia a voi fa’ vaneggiare
    di poter essere gente verace
    invidia e vanita’ vi fa viaggiare
    fino a arrivare alla dissociazione
    del ghibellino intento lui a pregare
    chi volle avere il papa per padrone
    e sul cuscino la testa sua portate
    ancora tutti l anni in processione
    questo voi fate non lo dimenticate
    facile e’raccontarvele tra voi
    certe novelle certe bischerate
    popolo siete voi fatto di buoi
    genti da roma voi sempre aggiogate
    e all opus dei ancor soldi regalate

    e siamo a trentatre ,come i gradi di quelli che v hanno cucinato a puntino
    cari ghibellini

    fatta in diretta ,senza rifiatare
    secondo stile e maniera fiorentina
    come da voi i maestri non san fare
    esser maestro da voi li a sienina
    poco ci vuole a poterlo vantare
    le rime vostre son come la pappina
    che si da’ a citti ancora da spocciare
    che questo siete ,gente da svezzare

    raffa so’ stato fori dai codice , con attinenza srorica sicche dagli la via.
    in rima pe fa i pari di sienina
    pochi sarebben anche una decina

    • Eretico scrive:

      Ritorno scoppiettante di Manunta (ed anche di A.B., peraltro), in previsione del fatidico 4 settembre legato al fatal 4 settembre 1260: lui ha lanciato il guanto di sfida, che qualcuno gli risponda in versi, per Zeus. Mi raccomando, però: calma e gesso, altrimenti sapete come va a finire, e non mi piace punto…
      Bacchettata ai lettori: da domenica a ieri, è stata on line l’inguardabile “HISTORIA MAGISTRA VITA”, invece di “VITAE” (colpa mia, ovviamente).
      Troppo buoni i lettori a non farlo notare, o non se ne è accorto proprio nessuno (spero davvero nella prima possibilità)? Non ci sono più i lettori super-pignoli di una volta?

      L’eretico

    • Anonimo scrive:

      Posa tu il fiasco
      fiorentin FUGGIASCO
      che le palle medicee
      le son otto:
      sei più le due di Capitan Carlott0!

  11. Silvia Tozzi scrive:

    “Magistra vita” saltava agli occhi… Sicura che presto te ne saresti accorto, ho preferito lasciar correre, perché è sempre antipatico fare la maestrina. Credo che sia questa la spiegazione anche per altri che hanno sorvolato.

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