Eretico di SienaLa domenica del villaggio: S. Antimo, Troia, Charlot (e 3 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: S. Antimo, Troia, Charlot (e 3 Ps)

Riprende, dopo la pausa per le festività del Sol invictus, la rubrica cultural-domenicale del blog, con un po’ di materiale da smaltire (in parte oggi, in parte in futuro, as usual), in riferimento a qualche giretto natalizio, in luoghi più o meno conosciuti che davvero raccomando a tutti, prima o poi, di visitare. Poi, una riflessione sul cinema natalizio nella tv generalista. In fondo, Ps vari, per non perdere l’abitudine, anche in questo 2018.

Buona lettura a tutti, dunque!

SANT’ANTIMO

Per iniziare il nostro tour domenical-culturale, il posto più vicino: l’abbazia di Sant’Antimo, uno dei massimi esempi del Romanico nel Sud della Toscana. Rivista dopo qualche tempo nei giorni scorsi, la sua straordinaria bellezza – conservata nei secoli in modo mirabile (se pensiamo che, nella seconda metà dell’Ottocento, la cappella carolingia – oggi sagrestia – era usata da un mezzadro come cantina, prima di passare sotto la giurisdizione delle Belle arti), con qualche intervento minimalista che non l’ha snaturata in alcun modo (la bifora dell’abside, per conferire maggiore luminosità all’interno, per esempio; il rifacimento del tetto, l’unico che si noti ictu oculi) – può fare pensare ad una cosa – fra le tante -, che mai prima avevamo notato con altrettanta nettezza: il Romanico puro, nella sua essenzialità architettonico-stilistica, con i suoi interni dotati quasi esclusivamente di un crocifisso, è davvero lo stile che più ci avvicina agli interni delle chiese luterane (ovviamente ben posteriori), cristocentriche all’ennesima potenza, senza aggiunte (superfetazioni?) mariane, e/o legate a Beati e Santi di ogni genere.

E l’inserimento del tutto nella cornice naturale del paesaggio ilcinese,  rimasto anch’esso pressoché intatto – o comunque risparmiato, almeno nelle immediate vicinanze, dagli scempi che sappiamo – rappresenta concretamente un quid pluris che, almeno una volta all’anno, non si può non gustare.

I monaci premostratensi se ne sono tornati in Francia, e da due anni sono subentrati gli olivetani: conservare, conservare, conservare. Per mantenere il privilegio di arrivare, in un’oretta, nella “nostra” Cluny…

LA CATTEDRALE DI TROIA

Eh sì, i troiani non sono solo quelli di Ilio, i sudditi di Priamo e di Ettore, quelli ingannati dall’astuzia greca, insomma: sono anche gli abitanti – circa 7mila – di un borgo in Provincia di Foggia, ad una quindicina di chilometri da Lucera.

Ebbene, proprio in questo luogo – al centro della main Street di una cittadina altrimenti piuttosto anonima, con le sue bruttezze d’ordinanza – ecco stagliarsi una delle chiese più antiche e belle non della sola Daunia (la regione del foggiano), non della sola Apulia: dell’intero Sud d’Italia!

La cattedrale (concattedrale, per essere precisi) di Troia, questo è: fondata nel 1093, in stile Romanico (pugliese-orientale), si porta davvero bene i suoi anni, anzi i suoi secoli. Notevolissimo soprattutto il rosone, molto elaborato (eccezione, alla regola della sobrietà romanica), con 11 colonne simil-corinzie (l’11 è numero particolare: quello degli apostoli, meno uno: l’Iscariota), connesse con un mirabile gioco di archi, e con statuette in rilievo raffiguranti animali vari ad imbellettare il tutto. Ha resistito ai terremoti del 1731, ed a quello ben più recente del 2002 (geologicamente, evento di un quarto d’ora fa…).

A differenza di Sant’Antimo, qui non c’è la beltade del paesaggio, tutto intorno, ma un accettabile Palazzo vescovile, e negozi ed attività decorose, certo non di più: è una chiesa, non un’abbazia, no? Meglio: un’oasi di bellezza assoluta, in un deserto di anonimato…

RIDATECI CHARLOT, PER ZEUS!

Esattamente 40 anni or sono (ahimè, vagamente ce lo ricordiamo…), nella notte di Natale del 1977, moriva Charlie Chaplin: vita lunga (era nato, a Londra, nello stesso anno di Hitler, che avrebbe immortalato in uno dei suoi capolavori), straordinariamente ricca di lavoro, di donne, di figli, di viaggi. Di successi.

La riflessione post-natalizia (e televisiva), è questa: perché – ovviamente nella tv generalista – sono stati quasi abbandonati, con qualche eccezione (“Via con il vento”, per esempio), i grandi classici che allietavano le festività del Sol invictus? Qualcuno griderà al “finalmente”, al “meglio tardi che mai”, ma sarebbe gioia effimera e sciocca.

Un buon film – come un buon libro – non va guardato una sola volta, bisogna concedersi plurime visioni, cadenzate nel tempo; certo, oggi uno può vedere quel che vuole, anche (soprattutto) senza tv: ma il palinsesto gerarchizza, canonizza (o almeno, per l’appunto, dovrebbe). E la tv generalista (vedasi Rai uno con Bolle e con il primo dei quattro appuntamenti di Alberto Angela), ha sempre una sua funzione culturale, che anzi dovrebbe potenziare e rafforzare al massimo grado (meno male che Rai5 e Rai Storia ci danno sotto, da par loro). Abbandonando la tv pubblica, arrivo infine ad un pallino (uno dei tanti) ereticali: se l’ottima La7, ogni sabato sera, invece dello stantio “Ispettore Barnaby”, mandasse in onda un classico, magari italiano (anche non in bianco e nero, si capisce), non farebbe più Cultura, e verosimilmente anche più audience e share?

In queste  serate, per dire, ci siamo rivisti “Mediterraneo” di Salvatores – che non rivedevamo da anni ed anni -, film improntato ad un certo stereotipo antimilitarista e macchiettistico, ma suggestivo e comunque da ri-vedere; nonché “Papillon”, anch’esso non rimesso davanti agli occhi da un paio di decenni.

Ridateci dunque il giovane Abatantuono, fateci rivedere Steve Mc Queen-Dustin Hoffman, regalateci Charlie Chaplin, per Zeus!  Barnaby, se lo vedano nella perfida Albione…

Ps 1 Ci ha lasciato Carla Nosenzo Gobetti (88 anni), colei che sposò il figlio di Piero Gobetti, e ne tramandò la memoria, creando il Centro studi al suocero dedicato; non ci resta che sperare che il suo sforzo non vada perduto, non del tutto almeno.

Ps 2 Se ne è andata anche Marina Ripa di Meana; una delle poche donne del jet set, della quale non era possibile spettegolare: metteva tutto nero su bianco lei stessa…

Non solo se ne è andata con piena dignità; ha financo cercato – da laica genuina – di fare qualcosa per gli altri (al fianco della vedova Coscioni, gran donna), indicando la via della sedazione profonda come quella opportuna, in casi come i suoi. Senza bisogno della Svizzera.

Ps 3 Davvero imbarazzante, l’ultimo libretto di Antonio Socci, letto rapsodicamente (è anche troppo) durante le vacanze: meno male che gli altri tre libri natalizi, invece, marciano davvero speditissimi, et magno cum gaudio; il socciano “Amor perduto – L’Inferno di Dante per i contemporanei” (Piemme, 230 pagg., 18 euro da non spendere in nessun modo, neanche sotto tortura), è una sorta di Bignami socciano (ma il Bignami è scritto certo non peggio) dei 34 Canti infernali, trasposti dalla poesia dantesca alla prosa socciana, sic. Il messaggio dell’autore è: la Modernità non ha capito niente dell’Inferno dantesco. Meno male che ci sono io, che dunque scrivo questo libro.

A pagina 43 di cotanto libro, tanto per dire, si legge che Socci considera Franco Fortini il suo maestro (!); visto che siamo ancora in clima vagamente festivo, ci esimiamo dal commento…

5 Commenti su La domenica del villaggio: S. Antimo, Troia, Charlot (e 3 Ps)

  1. Ascanio scrive:

    Fai molto bene a pubblicizzare la bellezza di Sant’Antimo, caro Eretico: quella cosa del mezzadro che la usava come magazzino ci fa capire come, pur con tutti i problemi, le cose in questo campo sono andate avanti in modo progressivo. Mi si scusi la facilissima battuta a proposito invece della cittadina pugliese: fra tutti quelli che vanno a troie, c’è mai stato nessuno a Troia? Chiedo di nuovo scusa, ma è stato più forte di me..

  2. leonardo scrive:

    ricordiamo i nostri avi SENIO E ASCHIO primi tra i tutti

  3. Senesediritorno scrive:

    Ottima La 7? Ma si parla della stessa La 7 di Cairo.???
    Ma via….sarebbe come dire l’ottimo Corriere della Sera che (al di fuori delle vignette -non trovo altro termine per citarle, ma mi sembra troppo riduttivo- di Giannelli) non è più neppure l’ombra del Corrierone che alle 2-3 di notte sporcava le mani con l’inchiostro fresco in Via Solferino …e io c’ero, magari da poco uscito dal ristorante Rigolo di Largo Treves!!!
    Prendiamo qualcuno dei “personaggi” di questa ottima emittente…
    Gruber? a mio avviso tanto querula quanto insopportabile con quel posteriore piazzato in punta ad una sedia che mi sembra anche contra normativa della sicurezza avendo solo 4 gambe, pronta a falsettare non appena qualcuno si pronuncia contro il governo di emanazione renziana….
    Mentana? Un malato di un presenzialismo asfissiante ogni volta che può mettersi in mostra salvo eclissarsi (ha fatto benissimo in questo caso) per 15 gg durante il periodo natalizio e ridere da solo alle sue battute e “sfottò” verso qualcuno della sua corte dei miracoli..battute immancabilmente citate dal Corsera (che combinazione, eh?!)
    Gia, la corte dei miracoli di giornalisti come la Sardoni e altri che non cito per risparmiarmi/vi la noia…
    E la Myrta Merlino, con la sua Aria che tira….? Da poco anche Giletti: un opinionista? Un anchorman? Per me è l’emblema del raccataticcio che connota la tv di Cairo
    Formigli ha decisamente qualche spunto in più quanto a personalità, ma quando dimentica la scuola di Santoro e si adopera per non far concludere ragionamenti agli intervistati che non sono proprio in sintonia con il suo pensiero, genera anch’esso momenti di piaggeria assoluta.
    Io ormai non ho molto da fare e guardo e ascolto molto…quello che ho scritto nasce da ore ed anni anche di tv italiana ( non certo berlusconiana) …mi si dirà: ma cosa c’è di meglio? Verissimo…ma questo non autorizza ad attribuire “ottimo” ad una emittente che sempre più è lo specchio dei giornaletti da 1 euro promossi dalle edizioni Cairo.
    E allora cosa si può fare.?
    Ci sono molti giornali esteri di lingua inglese ma anche francese e spagnola (non conosco il tedesco) che aiutano a capire il mondo, ci sono emittenti estere che trasmettono news con tempestività (e senza troppi fronzoli a commento) che consentono di acquisire informazioni puntuali e di formarsi opinioni e idee: c’e ancora del buono..basta avere la voglia e la curiosità (che costa fatica, però) per cercare e trovare fonti più rassicuranti de La 7..
    Quella curiosità che approvo e lodo incondizionatamente nell’Eretico quando spulcia e ricostruisce la storia, quando visita e ci racconta di Sant’Antimo …che farebbe bene a proporre a Siena Tv proprio una serie documentaristica e storica sui nostri dintorni..senza dover aspettare un Alberto Angela che, sì meglio che niente, ci ha proposto 45 min a volo di anatra (dire di rondine sarebbe un’espressione indicativa di troppa velocità) sulla nostra città..
    C’è da fare molto (e per fortuna) per fare cultura insieme a divulgazione e per nutrire le menti con qualcosa di più e meglio di tante (quasi tutte direi) le emittenti nazionali…nessuna “ottima”!
    Eviteremmo così di avere il tempo per dedicarci a quesiti esistenziali come candidare o meno la,Boschi a Siena ..
    Ma quando capiremo che chi ha fatto danni gravissimi merita solo l’esilio perpetuo dal territorio e dalla memoria?
    Io proprio non riesco ad appassionarmi al blog quando scivola su certe “questioni” che li per lì ritengo solo provocatorie, ma che mi preoccupano quando leggo della passione che suscitano negli animi senesoti!!
    Gentile Eretico, il suo impegno è davvero più che apprezzabile e apprezzato, ma potendo Lei diventare “più ottimo” ( come potrebbe dire la Ministra sua datrice di stipendio) cerchi di non perdere nessuna occasione. Sembra possedere le energie fisiche e mentali per sollevarsi molto al di sopra delle logiche locali e semmai di indirizzarle con obiettività e lungimiranza..
    Auguri per un 2018 di valore e di ottimi valori!!

  4. Azzolino scrive:

    A Troia era nato Antonio Salandra, presidente del consiglio che proclamó l’entrata in guerra a fianco della Triplice Intesa, da alcuni avversari politici ribattezzato il “figlio di Troia”.

  5. VEDO NERO scrive:

    E’ inutile parlare di tv migliore, ormai la pubblicità, il denaro, ha condizionato, quasi totalmente, ogni aspetto della società moderna. Immaginate un film di Chaplin interrotto da una caterva di pubblicità? E quanti altri capolavori violentati da pannolini, detersivi e simili. Ringraziamo quel poco che ci hanno dato in questi giorni, da Angela a Bolle e poco altro. La Gruber, Mentana, Giletti e soci ma chi li guarda? Io no di certo, salvo un po’ di “Presa diretta” della Rai3 (ma quando c’era la Gabanelli con Report era meglio) e poco altro preferisco guardare i film per internet, senza interruzioni pubblicitarie, e informarmi tramite i vari siti sentendo e valutando le varie fonti giornalistiche. Insomma l’unica via di uscita, salvo parere contrario, è rimasto solo internet, speriamo che poi i poteri forti non inventino qualche balzello o ostacolo per asservire anche questo mezzo di comunicazione. Ricordate le vecchie radio locali? Anche quelle ormai sono tutte appiattite dalle multinazionali discografiche, quelle canzoni che devono essere per forza pubblicizzate le sentiamo anche 30 40 volte al giorno, non c’è più una scaletta libera come un tempo, addio alla fantasia. Mala tempora currunt, sed peiora parantur. Vedo nero.

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