Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Frankenstein, il Tirolo, Cosimo - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Frankenstein, il Tirolo, Cosimo

Eccoci all’appuntamento cultural-domenicale del blog; oggi, il menù prevede – oltre a ficcanti Ps di varia umanità -, i consueti tre argomenti: si parte con i 200 anni del romanzo di Mary Shelley “Frankenstein”; per poi scrivere di una questione altre volte trattata, ma tornata di attualità geopolitica cogente, per i rapporti fra Italia ed Austria: la questione dell’Alto-Adige; infine – come domenica scorsa – si parla (in parallelo con la mia trasmissione del martedì, Siena tv ore 20) degli ultimi giorni della Repubblica di Siena (1555): in particolare, della astuzia diplomatica di Cosimo, capace di fare inghiottire financo a Carlo V un boccone a lui indigesto…

Buona lettura a tutti, dunque!

“FRANKENSTEIN”, UN ROMANZO PER CAPIRE IL SUO TEMPO

Incapsulato nella categoria del gothic novel, o in quella dell’anticipazione tout court dell’horror (termine usato dalla stessa autrice, peraltro), nonché ripreso in pellicole di ogni genere (dal classico del 1931 di Whale, con il terrorizzante Boris Karloff, fino al capolavoro parodistico di Mel Brooks), si è forse perso il significato culturale – invero, assai notevole – del capolavoro di Mary Shelley, uscito esattamente due secoli or sono, nel gennaio del 1818.

Pregno della migliore temperie romantica (il romanzo fu il frutto di assidue conversazioni fra l’autrice ed un gruppo di scrittori del calibro di Lord Byron e dello stesso marito Percy Bysshe Shelley, annegato nel Golfo di La Spezia), il libro è un denso concentrato delle ansie e delle paure che inquietavano gli intellettuali più lungimiranti, all’inizio del secolo “superbo e sciocco” di leopardiana memoria, riuscendo tra l’altro a fondere – e in modo alto – istanze umanistiche (filosofiche, antropologiche, sociali), con tematiche prettamente scientifiche. Era il tempo, in primo luogo, delle teorie di Luigi Galvani: con l’elettrificazione si riteneva financo di potere dare nuova vita ai defunti (!); era il tempo, poi, in cui la scienza medica faceva passi in avanti inimmaginabili fino a qualche anno prima: l’autopsia che diventava autentica scienza, soprattutto.

La Shelley affronta – dunque descrive, sotto forma di romanzo, ed in qualche modo esorcizza – proprio queste ansie dell’intellettuale di fronte alle novitates di inizio secolo. Non a caso, il titolo dell’opera, per esteso, fa già capire il senso del messaggio intrinseco: “Frankenstein o il moderno Prometeo”. Non a caso, davvero.

Di fronte alle sfide dell’oggi (l’intelligenza artificiale, per esempio, nonché l’ansia dell’immortalità), restiamo in attesa di un capolavoro paragonabile a quello dell’autrice inglese: libro talmente bello, che anche i suoi recensori più entusiasti – Sir Walter Scott, fra gli altri – pensavano che fosse stato scritto dal marito, invece che da lei…

ALTO-ADIGE: E SE LO LASCIASSIMO ANDARE?

Il nuovo Governo austriaco guidato dal giovanissimo Kurz (nazionalista, populista, xenofobo che dir si voglia) offre il doppio passaporto ai cittadini (italiani) dell’Alto-Adige; a parte tutto ciò che si potrebbe aggiungere – per esempio sulla dignità nazionale vilipesa, ma oggi è domenica, no? -, e visto che di questo argomento abbiamo illo tempore più volte trattato sul blog, forse è arrivato davvero il momento di chiedersi se la questione dell’Alto-Adige non vada presa di petto con un segnale: forte, radicale, drastico. In un secolo di italianità (con i noti errori mussoliniani, sia chiaro), i sudtirolesi che furono inglobati dopo la Grande Guerra all’Italia, italiani continuano a non sentirsi.

Volete andare via, cari sudtirolesi? Volete l’autodeterminazione, di matrice wilsoniana, cui fate riferimento, sentendovi un’unica Heimat? E che secessione sia, dunque: prima che il tutto si invelenisca ancora di più, e senza più dovere ipocritamente considerare italiano chi non ha mai voluto esserlo.

Per la prima citata dignità nazionale, sarebbe forse l’unica soluzione: se è stato riconosciuto il Kossovo – giusto dieci anni fa -, evidentemente si può fare anche questo. E finalmente si potrà andare in quelle stupende valli, sentir parlare tedesco, e non farsi cascare le braccia…

COSIMO BEFFA CARLO V: SE VI PAR POCO

Dobbiamo ammetterlo, obtorto collo: Cosimo era uno che sapeva giocare d’azzardo, e spesso – cosa non necessariamente conseguente – anche vincere! Prendiamo per esempio le fasi drammatiche degli ultimi giorni repubblicani di Siena, con Cosimo che sentiva la vittoria in tasca (nonostante il fallimento del bombardamento dell’11 gennaio 1555, e anche se le spese di guerra lo avevano dissanguato), ma aveva in particolare due problemi: sapeva che, quando finalmente sarebbe entrato in Siena, la gran parte del territorio circostante sarebbe rimasto in mano alla Francia (per il Cantagalli, addirittura l’80%); in più, c’era la questione imperiale: Carlo V pretendeva una punizione esemplare, ferro ignique, per la città, che aveva osato ribellarsi a lui ed alla sua Fortezza tre anni prima. Ebbene, con astuzia che gli va del tutto riconosciuta, Cosimo bruciò le tappe, fece offerte più che decorose ai senesi – in modo da non poterne che ottenere l’assenso -, ed in più ottenne che – se la trattativa fosse fallita – l’antipatia collettiva dei senesi si sarebbe rivolta verso Carlo V, invece che verso il mediceo.

L’Imperatore Carlo V, quando venne a sapere degli accordi fra il suo alleato ed i senesi, non la prese per niente bene; ecco allora entrare in campo l’astuzia (“gesuitica” secondo il Cantagalli) del leader fiorentino: insieme a don Francesco di Toledo, zio della consorte Eleonora, riuscì a portare dalla sua parte il Duca d’Alba, influentissimo a corte; dipoi, il 24 maggio, scrisse una lettera a Carlo V, dicendo che intanto l’Imperatore poteva gioire del fatto che “per fame e per ferro” circa 10mila senesi erano comunque morti; che l’Imperatore, in quei mesi, sul suolo italico stava perdendo da ogni parte, eccetto che lì. Per concludere, fingeva di avere deciso di lasciare perdere personalmente le sorti della città (“di sì fastidioso peso”). In simultanea, don Francesco da Toledo faceva arrivare una comunicazione cifrata a Carlo V, nella quale gli si diceva che Cosimo (che della doppiezza aveva saputo fare forza), se non fosse stato accontentato, circondato da consiglieri filofrancesi come era, chissà che avrebbe potuto fare: il fatto compiuto – compiuto da Cosimo -, fu alla fine accettato, ratificato da Carlo V (con l’unica clausola che il Governatore di Siena fosse di nomina imperiale). Proprio come previsto e voluto da Cosimo…

Ps 1 Il Ministro Fedeli sdogana la didattica digitale a scuola: facciamo un respirone, e tacciamo; al punto 10 del suo “Manifesto”, si scrive di un approccio critico al mezzo. Facciamo almeno valere questo, su…

Ps 2 Carlo De Benedetti, ospite da Lilli Gruber (senza giornalisti che non fossero, appunto, l’altoatesina), definisce Eugenio Scalfari un vecchio, tra l’altro non più in grado di sostenere interviste (e nelle stesse ore, Berlusconi etichetta come “vecchio comico” Grillo, più giovane di lui di 12 anni!); De Benedetti è del 1934, Scalfari del 1924: evidentemente, nell’Italietta gerontocratica, è quella la fascia della senescenza…

Ps 3 Puntata molto, molto stimolante, quella di martedì (Siena tv ore 20, as usual) del nostro programma: oltre che della caduta della Repubblica, ci occuperemo del Caso-Rossi (dopo Quarto grado di venerdì), e faremo uno scoop dei nostri.

Due chicchine ulteriori, nonché finali: mercoledì in prima serata, La 7 si occuperà con un lungo reportage del Groviglio armonioso (sicuramente sarà meglio del lavoro di Santoro: scommettiamo?); inoltre ed infine, giovedì sera tutti incollati su Siena tv (alle 21): all’interno della trasmissione del Direttore Matteo Borsi, lo scrivente intervista Valentini Bruno. In diretta: ci sarà da divertirsi, crediamo e speriamo…

17 Commenti su La domenica del villaggio: Frankenstein, il Tirolo, Cosimo

  1. Mario Ascheri scrive:

    Ottimo! Sì, speriamo meglio dello scandaloso Santoro: vedi avesse ignorato del tutto il Bisi sarebbe stata una lacuna quella sull’informazione a Siena, ma proporcelo anche in quel modo è stato davvero offensivo: ma a Siena si manda giù tutto ormai, salvo a blindare Angela (chissà perché) ecc.
    Se posso lanciare un desiderato (dal mio FB non so di che data) direi di invitare il Valentini a un dibattito serio con contraddittorio sul bilancio comunale: sia Piccini che Marzucchi hanno sostenuto che il risanamento tanto sbandierato (e accolto da molti, non solo del PD) è un’esagerazione ingenuamente accettata; certo basterebbe in realtà pensare a quanto si è risparmiato sulla manutenzione della città…

  2. Senesediritorno scrive:

    Lasciamo che l’Alto Adige se ne vada …risparmieremo decine, centinaia di milioni di sovvenzioni per le quali nessuno dice grazie all’Italia.

  3. anonimo scrive:

    Ai finanziatoro professore
    Il giovanissimo Kurz mi sembra che non sia di destra, in quanto la destra oggi è quella che difende i popoli Europei. Ora si sa che le regioni di confine hanno sempre avuto qualche problema. Chi più grosso e chi meno. È abitudine delle sinistre mondialiste difendere le minoranze ed evidenziare le fratture sociali. Così da creare dei dissidi. Intanto si apre la strada all’arrivo dei finanzieri globali con qualche piccola rivoluzione colorata. Poi con l’invio delle armi…. ecc. ecc.
    Fra due litiganti il terzo gode. Al momento l’Alto Adige è una terra tranquilla, magari ricca. Insomma le persone stanno bene. Bisognerebbe dire al Kunz, di pensare ai suoi confini e di lasciare stare gli altri popoli. Prima che qualcuno ne approfitti e si trovi a gestire una situazione non più fatta da benestanti. Ma fatta di povertà e montagne.

    • Roberto scrive:

      se Kurz non è di destra, tu sei maga Maghella

      • anonimo scrive:

        Caro Roberto
        La vera destra difende il suo popolo, i suoi confini, e siccome il popolo austriaco, e’ di razza Bianca, difende anche la razza. In particolare non mette in discussione i confini comunemente accettati. Non perché sia un dogma, ma perche si aprono quelle fratture che portano alla miseria di intere popolazioni. Questo vale anche se uno è di razza nera deve difendere la sua razza. Ognuno a casa sua.
        Caro Roberto questa è la natura ed è la natura che ha stabilito le razze. Forse si vuol dire che la natura è razzista? O si vuole sovvertire i colori? Dicendo che non esiste il bianco, o il nero, o il giallo? Facciano puri questi venditori di illusioni. Tanto la natura rimetterà da se a posto le cose

        • A.B. scrive:

          Caro Eretico, so che sei una persona attenta ai possibili risvolti penali presenti nei commenti al blog. Non ti pare che questo commento inqualificabile rasenti la propaganda razzista e quindi implichi dei profili penalmente perseguibili?
          Va bene pubblicare tutto senza censure, cosa che ci aiuta ad avere un’idea del livello di civiltà che caratterizza questi anni difficili, ma magari un distinguo poteva essere utile.
          Se questo è quello che ci riserva il futuro allora è meglio contiuare a sperare negli omini degli orti e nelle donnine della cooppe, davvero molto meglio.

          • Eretico scrive:

            Caro A.B., mi sono infatti posto il problema, ma penalmente non mi pare ci sia niente di rilevante (speriamo), mentre sul resto mi pare sia il (tutt’altro che condivisibile) segno dei tempi:se il concetto di razza viene in qualche modo sdoganato dall’alto, figuriamoci sul blog.
            Ne riparleremo, comunque, ne riparleremo.

            L’eretico

          • anonimo scrive:

            Caro A B
            Se ti riferisci al mio commento. Devo precisarti che non esiste un uomo superiore ad un altro. Ma è la natura che fa le specie viventi diverse, perché in ogni caso qualcuno possa sopravvivere. Quindi riconoscere le diversità è un vantaggio e se possibile vanno preservate. I miei commenti non hanno niente a che vedere con l’odio che oggi viene istigato verso gli altri, magari per vantaggi personali.
            E preservare i confini stabiliti, quanto più possibile, evita guerre e povertà.

        • Roberto scrive:

          Quindi né Hitler né Mussolini erano di destra, perché mi pare che con le debite proporzioni mi pare che i confini li misero in discussione. Proprio per difendere la propria propria razza. Quanto poi alla natura che ha stabilito le razze, ciò non necessariente deve portare al concetto dell’ ognuno a casa sua, o meglio non si può giustificare questo comcetto basandolo su una.questione.di mera razza. Perché, stai attento che qualcuno più bianco di te lo trovi sempre. E noi razza bianca siamo proprio gli ultimi a poter dire ognuno a casa sua, perché noi a casa degli altri ci siamo andati, eccome.

          • anonimo scrive:

            Caro Roberto
            No, ne Hitler e Mussolini erano di destra. Mussolini addirittura aveva un passato socialista. L’uomo di destra e colui che guarda ai suoi cittadini, difende i suoi confini,
            Non promuove guerre. È tradizionalista quindi difende gli usi e i costumi. E fa si che i suoi cittadini stiano bene, ed è attento che le religioni abbiano un certo equilibrio, secondo la storicità. Onde evitare conflitti . Promuove la piena occupazione. Evita conflitti sociali. E potrei continuare…..E se non vi è piena occupazione stabilisce un reddito di cittadinanza. L’uomo di destra ama la pace sociale……..

          • Roberto scrive:

            caro Anonimo, rispondo qui perchè sotto la tua risposta non trovo la casellina.
            Hai espresso una serie di valori che dipingono un uomo di destra molto moderato, anzi ti diro di più, mi pare il profilo di un vecchio democristiano, ma di quelli della sinistra democristiana. Ovviamente tranne per il fatto che deve proteggere e difendere la “razza bianca”, concetto che mi pare cozzi un pò con l’intento di evitare i confliti sociali, salvo eliminarli in partenza con una sorta di soluzione finale. A proposito, chi è oggi di destra per te, in Italia?

          • Anonimo scrive:

            Caro Roberto
            Forse erano i Democristiani che erano una copia di un uomo di destra. Oggi non esiste un uomo di destra. Poi non credo che gli immigrati che fanno il loro lavoro rappresentino un problema. Questi siano neri. o con gli occhi a mandorla. Pero ti devo ricordare la caduta dell’impero romano di occidente a causa delle invasioni barbariche: Ci vollero molti secoli per ritornare ad una civiltà equiparata all’impero. Ecco perchè è importante preservare i confini.

          • Roberto scrive:

            Mi fa piacere che mi sembri meno razzista di quanto poteva apparire dal primo tuo commento. Solo un’ultima cosa e ti saluto: anche i romani che avevano l’esercito più potente del mondo alla fine non riuscirono a preservare i confini dalla pressione dei popoli attirati dal benessere e dalla ricchezza dell’impero e dell’Italia in particolare. E l’invasione era cominciata ben prima delle sconfitte militari: Stilicone ad esempio, l’ultimo grande generale romano era un barbaro.

  4. Caramellato del Buti II scrive:

    Sull’assedio di Siena: grazie per questa rievocazione televisiva e bloggeristica. Da parte mia, ho saputo tante cose che non sapevo e al lavoro ho sentito che la cosa è stata molto gradita anche da altri. Grazie, professore.

  5. Elisir scrive:

    Caro Eretico, attendo con ansia un post sulla candidatura alle prossime politiche del Ministro Padoan!.

    • foloso scrive:

      Quale miglior risposta sarebbe quella di non far passare Padoan….

      • Senesediritorno scrive:

        Certo, se Padoan appartenesse ad un gruppo animalista che contestasse il Palio, i senesi si mobiliterebbero di sicuro…
        Ma Padoan, invece, è solo il ministro che insieme a Renzi ha la responsabilità della pessima gestione della crisi delle banche italiane e di Banca Mps per quanto ci riguarda…per cui chi mai farà muro contro la sua elezione?
        “Pora”Siena e “pori”senesi….proprio non riesco a reintegrarmi nello “spirito” (!!!) odierno di questa Città!!!!!

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