Eretico di SienaLa domenica del villaggio: una giornata in Vaticano - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: una giornata in Vaticano

Puntata davvero speciale (e monografica) su una “giornata particolare” – quella di ieri – dello scrivente, e sapete dove?

In Città del Vaticano: come non scriverne, almeno un po’?

Buona lettura a tutti, dunque!

 

INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO VATICANO

Dopo una Messa cantata (a dirla tutta, presenziata solo in parte), officiata dal Segretario di  Stato Parolin nella chiesa di Maria (posta accanto al Palazzo del Governatorato), insieme ad una variegata humanitas composta da una mezza dozzina di cardinali, da carabinieri e finanzieri in alta uniforme, dall’ex Ministro della Giustizia (Governo Prodi) Giovanni Maria Flick, dall’attuale Guardiasigilli Andrea Orlando, nonché da altri notabili di cui in tutta franchezza ignoriamo gli estremi anagrafici (il tutto – si converrà – all’insegna di un clima sfacciatamente concordatario), lo scrivente si è recato ad ascoltare la dotta relazione del Promotore di Giustizia di Città del Vaticano, Gian Piero Milano, articolata in ben 43 pagine. Ovviamente molto tecnica, altrettanto ovviamente molto dotta, ancora più altrettanto ovviamente – per un non interessato – dannatamente noiosa; chi scrive, l’ha trovata da par suo stimolantissima, soprattutto in alcuni passaggi: ma non è detto che lo sia stata per motivi tutti positivi, diciamo felpatamente così…

Sulla questione di maggiore impatto, cioè quella del riciclaggio, infatti, si è sentito in modo autorevole sostenere che in Vaticano il riciclaggio classico (quello dell’imprenditore che arriva e compra, con i soldi sporchi) non può esistere, giacché l’economia vaticana – pubblica e dirigista – non è aperta al mercato (cosa indubbia, certo); tutto al più – come massimo della concessione – può esistere un generico altro tipo di riciclaggio. Tutto al più, si capisce.

Questo Diritto in salsa vaticana – impasto di legislazione statuale e di carattere divino, con il secondo che ancora pare sovrastare il primo, nonostante  i più volte citati interventi motu proprio di Benedetto XVI e di Francesco – mostra ancora refrattarietà ad aprirsi completamente, come dimostrato dagli scritti di Nuzzi e di Fittipaldi, solo per citare gli ultimi giornalisti a scalfire con determinazione il Muro di gomma vaticano (non a caso, mandati anche a Processo, e – come accennato proprio nella lectio magistralis in oggetto – assolti solo “per difetto di giurisdizione”). Il fastidio per i paletti imposti dagli organismi internazionali è evidente, palpabile, solo leggermente velato dalla ovvia accettazione dei moniti di Papa Francesco. L’impressione che molti ebbero all’inizio del suo pontificato, pare essere sempre più manifesta: un Pontefice integerrimo, molto aperturista verso il mondo non cattolico, straordinaria foglia di fico per coprire gli scandali e cercare di riguadagnare terreno a livello di opinione pubblica (o quantomeno, ad arginare la voragine polemica verso il Vaticano).

Ogni volta che, all’interno di quelle mura, si fa mezzo passo avanti sulla trasparenza, insomma, si comprende che è stata spostata una piccola pietra. Ma si resta, pur sempre, di fronte ad un macigno…

I MUSEI VATICANI

Il più straordinario museo d’Italia, non è purtroppo italiano: questo è ciò che ogni persona assennata può dire all’uscita dai Musei vaticani. Frutto di una plurisecolarità temporalista che, almeno, ha lasciato esempi di bellezza stratosferica all’umanità, con esempi di Papi – soprattutto Pio XI e Paolo VI – che hanno saputo proseguire il mecenatismo illuminato di alcuni illustri predecessori, pur in una temperie non più temporalistica, i Musei vaticani sono un notorio scrigno di bellezze: inutili da rimarcare a chi vi sia stato, utili, invece, per esortare i mai presenti ad andare.

In questa sede, per mera deficienza di spazio, inutile solo dare un accenno di sintesi; dunque, ci limiteremo a due brevissime note sulla fruibilità del tutto (17 euro il biglietto di ingresso intero: ok il prezzo è giusto, poi bisognerebbe andare a vedere come sono ripartiti gli utili, ma oggi è domenica): partendo dal positivo, c’è da sottolineare il fatto che ogni opera ha una sua didascalia bilingue (italiano ed inglese), cosa tutt’altro che scontata, che rende tra l’altro quasi inutile l’audioguida (7 euro); quanto al negativo, le solite cose dei musei italiani: troppa gente all’interno, troppi gruppi tutti insieme (lungo la Galleria delle sale geografiche ci si spintona, per camminare; all’interno della Cappella Sistina, i cerberi del museo sono tanto arroganti quanto maleducati), e la caffetteria è francamente imbarazzante, oltre che dannatamente scomoda, con la caccia alle poche sedie disponibili che sembra l’inveramento dell’hobbesiano homo homini lupus.

Chi andrà, dunque, si metta l’animo in pace: scarpe comode, e tanta, tanta, tanta pazienza. L’extra omnes (fuori tutti!), è roba da cardinali, non da semplici amanti dell’Arte…

ARRIVA ERDOGAN

Oggi, per finire, San Pietro semi-blindata per l’imminente arrivo del leader (nonché dittatore) turco Erdogan, approdato in Roma alle ore 20: realpolitik vaticana (e governativa, si capisce), con l’intento di mostrare il ramoscello d’olivo ai musulmani – in particolare ai palestinesi – sulla questione di Gerusalemme Capitale, dopo la sventurata proposta di Trump.
Una cosa sia chiara, a scanso di equivoci: prima ancora di sapere cosa si diranno Francesco e l’autocrate di Istanbul (l’incontro è in programma per domani), è di palmare evidenza che si tratta di una legittimazione piena di Erdogan, dopo il fallito golpe del luglio del 2016.

Blasfemia, dire che ciò non ci piace, e proprio per niente?

CARTOLINE DA ROMA

Concludiamo con qualche noterella di colore, che ci sta sempre bene; oggi Roma era invasa dai tifosi inglesi della Nazionale di rugby, con birre distribuite loro a volontà. Pance gonfie, e tanta passione. Pare fossero circa 20mila, gli inglesi: forse, mai così tanti anglicani tutti insieme, nella Capitale della Cattolicità…

Corsa lungo il lungo Tevere, con finale sul ponte della Musica intitolato ad Armando Trovajoli, stamattina; nordic walkers (pochi), runners (non pochi), ciclisti (tanti). Sarà solo un’impressione, corroborata dalla giornata primaverile e dal percorso tutto pianeggiante, ma appunto l’impressione è che il ciclista romano se la prenda comoda, più che ad altre latitudini: chiacchierando più di altri, fermandosi più spesso, prendendola più come una scampagnata che come un autentico allenamento. Meglio con i canottieri: gli unici, forse, a dare al Tevere un habitus di fiume di respiro europeo. Anche se il sogno dell’ultimo Garibaldi – cioè il renderlo davvero navigabile – è ancora tale…

Ps Martedì, in trasmissione (Siena tv, ore 20), qualcosa sull’asse Roma-Siena la diremo: qualcosa di diverso rispetto a questo pezzo. Sarà martedì, per l’appunto: mica domenica.

18 Commenti su La domenica del villaggio: una giornata in Vaticano

  1. il giaguaro scrive:

    Se non sono indiscreto,come ha fatto l’Eretico ad essere presente alla inaugurazione dell’anno giudiziario vaticano? penso che la cerimonia,peraltro noiosa e per di più con messa cantata, non fosse aperto a tutti,o mi sbaglio?
    Libero di non rispondere ad un rompiscatole curioso,ci mancherebbe….
    Ps( fuori tema):
    avevo apprezzato (forse sono stato l’unico) la proposta della tranvia sotterranea che per altro io vedrei bene da S.Marco a S.Miniato( come ho sostenuto già in un post precedente) ma mi pare che l’Avvocato De Mossi si sia ammosciato sull’argomento.Peccato,Siena ha bisogno di visioni coraggiose e soltanto chi non è mai uscito dal centro storico non si rende conto che quello del traffico è proprio uno dei(tanti) problemi che affiggono
    Siena.
    Spero che non lo lasci cadere,sarebbe un peccato non approfondire l’argomento.

    • Eretico scrive:

      Caro Giaguaro, immaginavo che qualcuno avrebbe fatto notare la cosa: ma mi permetterai di tenere per me il piccolo segreto.
      Sulla tramvia, il Superavvocato mi aveva detto – e lo avevo scritto – che avrebbe presentato il progetto: wait and see, dunque.
      Ad A. B.: Roma fa piuttosto schifo, anzi parecchio, dal punto di vista della pulizia (correndo sul Lungotevere mi aspettavo il tarpone, almeno quello non si è palesato); ma sia consentito dire – come ho fatto nella trasmissione di domani – che il sudicio c’era anche ai tempi di Alemanno e di Veltroni, quando la Capitale la frequentavo molto di più. Ergo, ci sono problemi strutturali (risaputi), ma – sia consentito anche questo – in qualche modo financo antropologici.

      L’eretico

    • A.B. scrive:

      Rispondo a Giaguaro che mi pare abbia parafrasato con un pizzico di ironia un mio commento sulla proposta De Mossi. L’articolo incentrato su Roma poi mi pare caschi a fagiolo. Capisco che un giaguaro ami correre veloce, ma lo dica ai romani o ai milanesi che spendono due, tre ore al giorno in macchina per percorrere una decina di chilometri, che il traffico affligge i senesi, esausti per i due minuti spesi alla rotatoria dello Stellino o al bivio di Siena nord tanto da dover progettare una costosissima metropolitana (tranvia sotterranea è una definizione di difficile comprensione per tutto il resto del mondo al di fuori delle lastre) dalla stazione (e che stazione!) a San Marco, sventrando un sottosuolo fatto di bottini e vestigia del passato. Forse solo nel ventennio era stato ideato qualcosa di peggio (ricordo viadotti che trafiggevano il centro storico, ma potrei sbagliarmi. Penso che con due parcheggi scambiatori in più, una manciata di pollicini e proprio volendo volare alto, un paio di tram di superficie, uno a nord e uno a sud, Siena possa anche dimenticarsi delle automobili in centro. I problemi sono altri, ben rappresentati dal fatto che ad oggi ci sono più candidati a sindaco che cittadini residenti.

      • il giaguaro scrive:

        Egregio A.B.
        non è certamente questa la sede per un dibattito approfondito sulla tranvia o metropolitana(la chiami come le pare,basta intendersi) sotterranea ma la prego di non confondere le idee.il giaguaro è un felino che corre veloce ma soltanto se necessario per la sua sopravvivenza.E allora:
        !-Siena certamente non è una grande città ma per la congestione del traffico è paragonabile a queste.Del resto basta vedere cosa succede quotidianamente cioè quante auto arrivano e circolano nella terra di nessuno intorno alle mura,poi ripartono alla sera verso i comuni limitrofi o per altri lidi.Tutto ciò è frutto di una programmazione urbanistica a dir poco molto miope,basti considerare che la grande viabilità si sviluppa ad ovest mentre i servizi più importanti ( stazione ferroviaria,ospedale,centri universitari,terminal delle autolinee ecc.)sono ad est.Non si tratta di risparmiare due o tre minuti alle rotatorie di Siena nord o dello Stellino( c’è anche Siena sud,est ed ovest)ma di ridurre le polveri sottili,i gas di scarico,il rumore,le lesioni ai fabbricati,i pericoli vari per chi vive in quella terra di nessuno di cui sopra.Le pare poco?.
        2-Ampliando l’idea dell’Avv.De Mossi io ho ipotizzato di collegare S.Marco (la “Porta di Siena” fu a suo tempo battezzata l’uscita ovest dalla tangenziale )con S.Miniato (il quartiere più periferico ad est)con fermate intermedie allo stadio,alla stazione,alle Scotte.
        3-La natura geologica del sottosuolo è tale da non creare problemi eccessivi di perforazione trattandosi di sabbie e/o argille,quindi niente rocce dure e compatte,al massimo stravidi ciottoli e fossili marini.Del resto secoli fa i coraggiosi montierini scavarono chilometri di acquedotto al lume di candela e con piccone e pala soltanto.I Bottini sono lì a dimostrare il loro coraggio e quello dei Governanti pro tempore.E’ vero che Dante ci battezzò come gente vana perché perdevamo tempo a cercare la Diana ma lui era un fiorentino e anche un po’ scorbellato…
        4-Ecco,i Bottini:la loro quota non incrocerebbe quella dei moderni scavi essendo questi ad una profondità maggiore.E infine
        5-nessun pericolo per le “vestigia del passato”,per il medesimo motivo dei Bottini e perché è stato dimostrato che di etrusco e/o di romano a Siena non esiste nulla nel sottosuolo,neppure in quello dei più antichi insediamenti, come fu documentato al tempo dei soldi facili che furono spesi in P.za del Duomo alla ricerca,appunto,di antiche vestigia.Se ricordo bene furono trovate soltanto alcune tombe di epoca medioevale subito fuori del portone del vecchio ospedale del S.Maria della Scala,alla profondità di circa un metro dal piano lastricato.
        Insomma per me ,lo ripeto,l’idea dell’Avv.De Mossi non è da liquidare come se fosse una bischerata.
        Un problema potrebbe sorgere per lo smaltimento delle terre di risulta non essendo in costruzione nessuna grande opera viaria come ai tempi del raccordo per Firenze quando,si narra,si escogitò di progettare i piani interrati del nuovo ospedale delle Scotte appositamente per avere a disposizione la terra necessaria ai rilevati del costruendo raccordo.
        Grazie dell’attenzione.

        • A.B. scrive:

          Caro Giaguaro, mi aveva quasi convinto con la sua dotta analisi geologica, poi peró mi è venuto un dubbio, mi sono detto: “ma quanto sono distanti la stazione e porta san marco?”. Un rapido giro su google earth ed ecco la risposta, 2000 metri. Faccio presente che la lunghezza media delle linee della metropolitana di Roma e Milano sono di circa 20-25 km. Considerando che il passaggio sotterraneo da villa borghese a piazza di spagna è di 1200 metri, basterebbero dei tapis roulant per il collegamento senese. Nella vita bisogna avere il senso delle proporzioni.

          • il giaguaro scrive:

            Egregio A.B.
            per restare sul tema del “senso delle proporzioni”:
            1-Le pare proporzionato che una città di poco più di 50.000 abitanti debba sopportare un traffico come se fosse di 100.000 ?( così dice il Comune );
            2-Le pare giusto che il relativo carico di inquinanti debba essere sopportato tutto da chi ha la sventura di abitare nelle strade esterne alle mura?(soltanto il 10%dei residenti abita nel Centro Storico);
            3-Provi a verificare il tempo necessario a percorre attualmente (in auto o con i mezzi pubblici) la tratta S.Marco- centro- stazione- S.Miniato ( e viceversa),vedrà che il rapporto tempi/spazi non è tanto proporzionato.
            Insisto su tale percorso anche per riavvicinare “psicologicamente”gli abitanti di S.Miniato al tessuto cittadino.
            Perché questo quartiere non doveva essere lì o non doveva proprio esserci e comunque doveva essere realizzato senza la radiosa “teoria dell’architettura strutturale”.Provi a fare il conto di quanti milioni di euro è costato e tutt’ora costa alla comunità quel contesto nato orfano e ancora non ultimato.Ma questo è un altro discorso.
            4-infine,proprio per le ridotte dimensioni il percorso potrebbe essere realizzato con cifre abbordabili.
            Perché liquidare tutto senza approfondire,perché fare paragoni impropri(tipo Siena con Roma)?.
            Saluti cordiali

          • A.B. scrive:

            Caro Giaguaro, 50 o 100.000 persone sono sempre e comunque poche, identificano un piccolo centro nel quale si vive benissimo e ci si muove discretamente. Lo dico con cocciutaggine perché io ho vissuto a lungo a Roma e le assicuro che dopo esser passato di lì, il traffico senese diventa ridicolo. Per questo la grandeur, in un simile contesto, mi pare fuori contesto. Riguardo a San Miniato vale lo stesso discorso, faccia un giro ai CEP dell’Italia centromeridionale (Siena è lì e non in Groenlandia, come pensano i pescatori di salmoni) e mi dica poi cosa le pare di San Miniato. Saró pazzo ma l’ho sempre trovato architettonicamente dignitoso, senza contare che è a 100 metri dall’ospedale, cosa che in qualsiasi città fa acquistare una rendita di posizione automatica. Imperdonabile invece è non aver terminato i lavori di risistemazione del quartiere, creando abbandono e desolazione proprio nel cuore di San Miniato. Tra i tanti, questo è stato sicuramente l’errore più grande di Valentini, che solo per questo non meriterebbe la riconferma.

        • silvina scrive:

          Scusa Giaguaro, ma perché per andare da S.Miniato alla Colonna vuoi passare dalla stazione e dal centro? Hai la tangenziale a 2 minuti. Il problema è un altro: alla Colonna poi la macchina dove la metti? E qui concordo con A.B. sui parcheggi scambiatori.

  2. A.B. scrive:

    Caro Eretico, nella domenica romana, per quanto soprattutto vaticana, hai notato lo stato in cui versa la capitale? Hai in qualche modo colto lo stato di incuria e degrado che io noto in forma ingravescente tutte le volte che ci metto piede? Spero di non essere io ad avere lo sguardo distorto dal mio scetticismo pentastellato.

  3. Fede Lenzi scrive:

    Condivido in pieno il pensiero su Erdogan. Già mi faceva specie che Macron lo ricevesse, sapere che lo riceve anche il papa mi fa letteralmente cascare le castagnette, come dicono qui. Forse sarò male informato, ma per me resta l’uomo che si è fatto da solo un golpe per poter poi stritolare ogni tipo di libertà nel suo paese. Una specie di leader siriano un po’ decentrato che vuole eliminare il popolo curdo. Che faccia il giro dei salotti buoni dell’Europa fa venire i brividi.

    • Cherubino scrive:

      Nei salotti buoni, l’intelligentiae (regnanti) europee inviterebbero anche satana in persona, laddove esistesse e fosse portatore di parecchi interessi (esercito bello grosso interno alla Nato, economia in fortissima espansione, crocevia di risorse naturali strategiche etc, etc….)

    • Anonimo scrive:

      Fede Lenzi NON andare in vacanza o per qualsiasi altro motivo in Turchia nei prossimi anni. Uomo avvisato….

  4. Anonimo scrive:

    https://youtu.be/WC0uBCEjEdY
    Forse il miglior grido d’amore (e nonostante gli anni ancora attuale) su Roma

  5. Biagio di Montluc scrive:

    Vedo che è stato commentato molto del pezzo domenicale (con aggiunta della tramvia, che c’entra come il cavolo a merenda), ma niente è stato detto per esempio sullo scoop ereticale dell’inaugurazione dell’anno giudiziario vaticano. Sintomo che ormai il cancro del Vaticano lo diamo per scontato, e forse non solo quello…..

  6. il giaguaro scrive:

    Gentile Silvina,le tranvie servono proprio per evitare di utilizzare le auto e quindi l’inquinamento da queste indotto,certamente nei due terminali occorrono parcheggi scambiatori,specialmente a S.Marco che raccoglie tutto il traffico della Via Massetana e dalla tangenziale.Il centro-stadio e la stazione sarebbero fermate intermedie,pensi la comodità.

    Gentile A.B, niente manie di grandeur da parte mia,anche io ho vissuto fuori Siena per buona parte della mia vita lavorativa ( non a Roma)e forse proprio per questo mi colpisce la sproporzione tra le dimensioni di Siena ed i disagi cui è costretto a subire chi vive nelle fasce esterne al Centro.
    Inoltre perché insiste con accostamenti impropri? ad un romano si potrebbe dire:provi a vivere a Singapore o a Città del Messico od in qualche megalopoli africana,Roma gli potrebbe sembrare un paradiso.
    Per S.Miniato che dire?de gustibus ecc.ecc.,io confermo il mio punto di vista,del resto se perfino il progettista lo ripudiò un motivo ci sarà.Dare ora tutte le colpe al Valentini francamente mi pare ingiusto(lungi da me difenderlo !),quanti sindaci( e quanti cervelli pensanti…) sono passati dai tempi della progettazione ad oggi?.
    Circa la rendita di posizione acquisita per la vicinanza con l’ospedale bisognerebbe fare il confronto con Scacciapensieri,anche questo dirimpettaio all’ospedale.Ma sulla collina ,non nella vallata….tanto per dire.

    • A.B. scrive:

      Caro Giaguaro, i riferimenti alla grandeur o le critiche non erano riferite a lei, che giustamente può pensarla come vuole, ma al candidato sindaco che ha tirato fuori la proposta con un annuncio fantasmagorico sulla falsariga di quelli dei suoi main sponsor Silvio e Salvini. Alla prossima.

  7. Yama figlio di Mefisto scrive:

    Off topic. La cassa per rimpinguare il bilancio del comune è una sola: il vergognoso autovelox sulla bretellina siena-bettolle Siena-grosseto. Poi se la prendi dopo le 22 maggiorazione fi un terzo….quando c’è meno traffico…mah

  8. Silvia Tozzi scrive:

    Fai bene a ricordare che i Musei Vaticani non sono italiani….Sono straordinari, e nonostante l’assalto dei turisti che può rendere scomoda la visita, credo che la loro gestione sia ineccepibile.
    Sicuramente anche in Italia ce ne sono diversi, di musei ben concepiti e gestiti. Ma che succede al Santa Maria della Scala? Ospiterà mai degnamente la Pinacoteca senese? O avremo sempre la tentazione di utilizzare questa meraviglia come un contenitore, addirittura per eventi gastronomici e assaggi di vini? Non è uno scherzo: dopo il successo di Wine & Siena di quest’anno, per il 2019 si è già pensato di inserire il Santa Maria della Scala tra le location di questa rassegna.E meno male che almeno per ora il Direttore ha respinto decisamente l’idea di consentire l’assaggio dei vini nel Pellegrinaio… Questa è una buona notizia, direi.

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