Eretico di SienaLa domenica del villaggio: M.L. King, Manzoni-Calvino, Ungheria (e 4 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: M.L. King, Manzoni-Calvino, Ungheria (e 4 Ps)

Eccoci alla consueta rubrica culturale della domenica: si parte con i 50 anni dall’omicidio di Martin Luther King (4 aprile 1968); si continua con una riflessione sull’odierna Ungheria – oggi al voto -, paradigma dell’attuale Europa dell’Est; per la rubrica “L’angolo del prof”, un saggio di Italo Calvino, davvero illuminante, sui “Promessi sposi”.

Per chiudere, alcuni Ps di varia umanità, tra politica, lingua, Storia et alia.

Buona lettura a tutti, dunque!

 

M.L. KING, L’UOMO CHE SAPEVA UNIRE

Memphis, 4 aprile del 1968: quel giorno, in quel luogo, viene ucciso Martin Luther King; l’unico autentico leader capace di unire bianchi (non segregazionisti, certo) e neri (non estremisti ed anti-integrazione, certo), non a caso ammazzato per la sua oggettiva pericolosità, in una America che – grazie alle clamorose aperture del successore di JFK, L. Johnson – era arrivata in una manciata di anni al Civil Rights Act ed al Voting Rights Act (1964-1965). Il “Gandhi americano”, dotato di un carisma forgiato in primo luogo dalla predicazione pastorale, non era solo il più credibile fra i leaders che predicavano l’integrazione, era anche impegnato in primissima persona per cercare di frenare le disuguaglianze sociali (motore del razzismo, non dimentichiamocelo mai) e l’assurda guerra del Vietnam, che stava falciando vite di ragazzi bianchi e neri ad un tempo (di estrazione medio-bassa o peggio, perché – come risaputo -, la leva era obbligatoria, ma per qualcuno lo era un po’ meno che per altri…).

Ricorda opportunamente un grandissimo conoscitore degli States del Novecento – Massimo Teodori, sul Domenicale del Sole 24 ore del 1 aprile -, come Edgar Hoover – dominus dell’Fbi per circa 40 anni, su posizioni che dire razziste e scioviniste sarebbe poco – avesse fra le mani un dossier completo di registrazioni compromettenti sulla vita extraconiugale del pastore-politico King, attenzionato in particolare modo dopo il Nobel per la Pace (1964); Teodori cita anche un passaggio, del kompromat hooveriano: “King, c’è solo una cosa da fare, se non vuoi che siano rese pubbliche le tue attività fraudolente ed anormali, SUICIDATI!”.

Un volenteroso suprematista bianco tolse il bisogno di continuare con i ricatti e le minacce: era, appunto, il 4 aprile del 1968, a Memphis…

L’UNGHERIA DI ORBAN

Non ha avuto neanche bisogno di vincere (vittoria più che scontata, peraltro), Viktor – nomen omen – Orban, per minacciare: “Dopo la vittoria mi occuperò dei miei nemici, con mezzi morali, politici e legali” (vorremmo sommessamente mettere l’accenno sui “motivi morali”, immaginando gli altri due: non promettono alcunché di buono…). Per la cronaca, l’autentica opposizione al Partito egemone è pressoché assente, nei media, controllati per la stragrande maggioranza si indovini un po’ da chi.

Ciò che, in Europa, a nessun altro leader è concesso, al Premier magiaro – dal 2010 tale – è tranquillamente permesso: non si rompe formalmente, nonostante le piazzate d’ordinanza, con la manna Europa (finanziamenti ad abundantiam, soldi che fanno letteralmente volare – come in Polonia -, il Pil nazionale, fino al 4% abbondante di incremento annuo), ma con l’altra mano ci si comporta come un autentico despota, contrario ad ogni esprit vagamente europeista (nel senso migliore, spinelliano, del termine): “democrazia illiberale”, la chiamano nell’Ungheria di oggi.

In più, agitando degli spettri che davvero hanno un sapore che ben conosciamo (come opportunamente documentato da Monica Perosino – inviata della Stampa – nel suo pezzo di ieri): spettri che a noi – che rifuggiamo il politically correct con un certo qual vigore – risultano però francamente nauseabondi. L’80% dei nigeriani, per esempio, sarebbe malato di Aids, e in Svezia 4 donne su 5 sarebbero state violentate da migranti (ovviamente, anche infettandole). Mettiamoci poi che il secondo Partito magiaro è quel Jobbik (accreditato al 19%), che è apertamente filo-nazista.

Tutto ciò, accade oggi, nel Paese in cui, a fine 1944, ci fu la più rapida ed efficiente strage degli ebrei di tutto il Continente (più rapida, quanto a tempistica, di quella messa in atto in Polonia, il che è davvero tutto dire): al netto di tutto il resto, come si fa a non farci nascere qualche (cattivo) pensiero?

L’ANGOLO DEL PROF: ITALO CALVINO SUI PROMESSI SPOSI

Ci è capitato per le mani un saggio-conferenza che Italo Calvino dedicò ai “Promessi sposi” all’università di Nimega, nell’ottobre del 1973 (pubblicato come post fazione dell’edizione degli Oscar Mondadori uscita nel 2017); che fosse stimolante, nessuno l’avrebbe potuto dubitare. Non è stata certo una delusione.

In una impossibile sintesi delle 12, densissime, pagine, vorremmo sottoporre all’attenzione dei lettori (e lo faremo a breve con gli studenti) almeno un passaggio del lavoro calviniano, vale a dire quello concernente il rapporto fra la Cultura (in primo luogo, l’alfabetizzazione, il ruolo della parola scritta), ed i personaggi – maggiori come minori – del grande romanzo manzoniano. Prendendo spunto da Italo Calvino, si può concludere che “la cultura è il luogo dove la debolezza umana si manifesta nelle forme per Manzoni più colpevoli; l’errore della cultura è per Manzoni un segno di condanna, una manifestazione della caduta”.

Lucia e Renzo – lo sanno tutti – erano pressoché analfabeti, e già questo pare significativo assai (“…non saprei citare un altro grande libro in cui la coscienza dell’illetterato sia così presente nella coscienza dell’autore”); chi però leggere e scrivere sa, usa questo potere CONTRO gli illetterati: don Abbondio, con il suo celebre Latinorum; l’Azzaccagarbugli, con il suo causidico arrampicarsi di grida in grida, di cavillo in cavillo, sempre a favore dei birboni; don Ferrante, con la sua cultura pedante ed anacronistica (nonché antilluminista, ma non commettiamo anacronismi), è uno dei personaggi sui quali più infierisce Manzoni (sulla moglie, donna Prassede, ancora di più, peraltro).

Restano coloro che sanno leggere e scrivere, e praticano l’Evangelo nei fatti: il sarto del villaggio – guardato con condiscendenza, ma figura senz’altro presentata come positiva -, con le sue letturine agiografiche sui Santi, che comunque lo hanno reso un buon cristiano (“la miglior pasta del mondo”, lo definisce il Manzoni stesso); perfino il Cardinal Federigo Borromeo, il fondatore della biblioteca Ambrosiana – ci ricorda giustamente Calvino – è esaltato come nessun altro personaggio, nel capolavoro, ma si fa capire – fra le righe – che nella stesura dei suoi circa cento libri, non abbia dato il meglio di sé; che – per dirla tutta – Federigo fu certo migliore come uomo, che come scrittore…

Insomma, dovendo farla davvero breve: chi cercasse, anche con il lumicino, all’interno del capolavoro manzoniano, un personaggio di autentico spessore culturale, magari capace, anche solo un po’, di aprire la sua conoscenza al mondo, non avrebbe molta scelta. Dovrebbe sic et simpliciter leggere un altro libro, non “I Promessi sposi”…

Ps 1 Ci ha lasciato, in settimana, il giornalista e storico Arrigo Petacco; dopo anni di esperienza giornalistica (in Rai, ma era stato anche Direttore de La Nazione, nella sua “prima vita”), gli fu commissionato un approfondimento sulla Grande Guerra, e da allora – ricorda Simonetta Fiori su Repubblica di mercoledì – fu amore, fra Petacco e la Storia, soprattutto del Novecento. Celebri le sue biografie di italiani eccellenti, da Bresci, a Pavolini, al Prefetto Mori, da cui il film di Squitieri “Il prefetto di ferro”. Seppe inserirsi in quella temperie, della quale Montanelli e Gervaso sono stati maestri, in cui i giornalisti cercarono di rubare il mestiere agli storici accademici: avendo, i giornalisti, lo straordinario vantaggio di possedere uno stile nettamente più agevole e gradevole alla lettura, senza al contempo cedere troppo (salvo in qualche vigorosa eccezione, va detto) all’imprecisione ed alla mancanza di rigore, tipica del non specialista.

Ps 2 In rigorosa par condicio, due considerazioni fra politica e Letteratura: Matteo Renzi NON si è presentato, venerdì mattina, al senese Festival della lingua italiana (discutibile l’invito, ma è domenica…); Matteo Salvini, da par suo, scrive sui social per l’ennesima volta (pare sin dal 2000, vada avanti il tutto!), che sta per smettere di fumare, per fumare l’ultima sigaretta della vita novello Zeno Cosini. Il fatto che entrambi – salvo errori – provengano dal Liceo Classico, dovrebbe indurre alla riflessione molti di coloro che leggono…

Ps 3 Ancora su poltica (senese) e libri: domani, lunedì 9 aprile, Pierluigi Piccini presenterà l’ultima fatica (sperando che almeno un po’ si sia stancato) dell’ex Direttore del Sole 24 ore Roberto Napoletano (libreria Palomar, ore 18). “Il cigno nero e il cavaliere bianco”, il titolo dell’opera. Non potendo purtroppo essere presenti, ci auguriamo che qualcuno chieda all’ex dominus del quotidiano di Confindustria di quella storia – vecchia, ma non troppo – delle copie digitali artatamente gonfiate (secondo la Procura, si capisce)…

Ps 4 Finale leopardiano: in uscita l'”Autobiografia” di Monaldo Leopardi, pater di cotanto figlio (edizioni Oaks, 268 pagine, 20 euro); figura controversa (di certo, genitore assai migliore della madre, la gelida, rigorista cattolica Adelaide Antici), ma alquanto stimolante: reazionario fino al midollo, papalino intransigente, eppure amante del Sapere, anche di quello scientifico, tanto disprezzato illo tempore dalla Chiesa romana. “La verità tutta, o niente!”, era il suo motto: mica male, eh…

18 Commenti su La domenica del villaggio: M.L. King, Manzoni-Calvino, Ungheria (e 4 Ps)

  1. anonimo scrive:

    Caro Professore
    Intanto dovresti dimostrare che l’Ungheria prende i soldi dall’ Europa, Se li prendesse e l’Italia no. E’ colpa della classe nostra politica che non è capace
    a difendere il popolo Italiano….. Poi riparli ancora di Fascismo e Nazismo…
    Cose di settanta anni fa e sono cose che non interessano più se non a livello storico….
    Ma caro Professore se tu avessi comprato una casa e te la trovi deprezzata a causa di questa immigrazione senza controllo. Magari pagandoci delle tasse enormi…
    Vorrei vedere che diresti?!!!…. Probabilmente cambieresti idea… come ha già
    fatto gran parte del popolo Italiano. E speriamo che presto ci sia una nuova tornata elettorale per cambiare irreversibilmente le cose.

    • Eretico scrive:

      Caro anonimo,
      in effetti non ho sotto mano ed occhio le ricevute, ma è cosa da nessuno negata (neanche dal suo stesso dominus) che l’Ungheria raccatti dindini a man bassa da quella stessa Europa che Orban dipinge come un teatrino di inetti e financo di mascalzoni; se, poi, leggi con regolarità il blog, sai bene che qui non c’è nessuno spazio, da parte di chi scrive, per il buonismo aprioristico verso gli immigrati, proprio no: però di fronte alle fake news (su qualunque argomento), mi piace prendere posizione in un certo modo. I dati sui nigeriani con Aids (80%), per esempio, mi pare rientrino in questa categoria: fino a prova del contrario, si capisce…
      Sulla Orbanomics, infine, torneremo, perché moltissimo di più, ci sarebbe da dire.

      L’eretico

  2. anonimo scrive:

    Bene Professore
    Mentre tu pensi all’Orbanomic. Io mi sto comprando un immobile in Ungheria, poi fra una decina di anni lo rivendo. E ci guadagnero’ di sicuro. La disoccupazione cola è al minimo o nulla. Mentre qui son quasi tutti disoccupati e quelli che non lo sono, lo saranno in futuro. E mentre tu cogiti, quelli la arriveranno e con una manciata di spiccioli, compreranno una via della tua Sienina. Chiaramente una via con roba BONA attorno…..

    • Roberto scrive:

      non capisco perchè ti vai a comprare una casetta in Ungheria e non te la compri a Sienina prima che te la portino via gli ungheresi.

      • anonimo scrive:

        Caro Roberto
        Io sono in esilio volontario in Svizzera: Mantengo la cittadinanza anche se sono residente a Zurigo. Le informazioni economiche in mio possesso sono piuttosto veritiere. Se investo da quelle parti sicuramente ci guadagno. Ma riguardo a te. Qualche viaggetto non ti farebbe male. Questo senza offesa. Ho ascoltato e letto i VOSTRI media. Il popolo ha votato in un modo e i media vogliono fare in altro.
        Il debito…. il debito….e ancora il debito.
        La soluzione è semplice non va pagato. Fine…
        Il popolo ha detto Reddito di cittadinanza e Poche Tasse. I politici devono fare questo e basta. Chiaramente ha detto reddito di cittadinanza, non di inclusione. Altrimenti poi va dato a tutti i presenti sul territorio… Per esempio se tolgono le tasse, l’immobile melo compro in Italia. Poi ci sono i mercati, quelli di carta… credimi Roberto presto staranno a zero………Niente paura.
        Spero di esserti stato utile

        • anonima1 scrive:

          Il reddito di cittadinanza non farà certamente ripartire il paese. La soglia è 780 euro, e non te lo danno per sempre ma solo per un breve periodo, e va a scalare. Non è dissimile dal Naspi (il sussidio disoccupazione), lo prendi per qualche mese e poi va a scalare fino a diventare due spiccioli. E presuppone che nel frattempo troverai un lavoro. Ebbene il lavoro non lo troverai nemmeno se sei iscritto alle liste di collocamento, per il semplice fatto che il mercato del lavoro è sovrassaturo e di lavoro non ce n’è. Inoltre con 780 euro mi pare un po’difficile poter pagare un affitto (ammesso e non concesso che te lo facciano un contratto di affitto con questi requisiti, oggi vogliono vedere la busta paga prima di affittarti la casa), le bollette e fare la spesa. Praticamente muori e ti lasciano morire. Per far ripartire il paese bisogna che ripartano i consumi, ma con poco più di 700 euro al mese (delle quali almeno 600 ti vanno via per l’affittto di un monolocale!) mi sa che consumi assai poco. In conclusione, è una cazzata sesquipedale. Il problema andrebbe risolto a monte, non a valle. Bisognerebbe che i centri per l’impiego funzionassero davvero e fossero in grado entro 6 mesi di trovare un lavoro stabile a tutti. Se non sono in grado di farlo, allora chiudiamo i centri per l’impiego che hanno costi elevatissimi e servono davvero a poco. Bisognerebbe imporre alle piccole e medie imprese al di sopra di un certo fatturato di assumere dipendenti, bisognerebbe che i contratti fossero a tempo indeterminato, bisognerebbe che non esistessero salari al di sotto dei 10 euro netti l’ora, bisognerebbe tante cose. Mi ricordo di un insegnante a un corso di formazione presso un centro per l’impiego che suggerì a una ragazza in naspi – che si lamentava per non aver ancora trovato lavoro dopo l’ennesimo inutile corso di formazione – di trovarsi un marito ricco. Beh..potremmo trasformare i centri per l’impiego in agenzie matrimoniali.

          • A.B. scrive:

            Scontro fra titani anonimi. Un esule che torna dalla svizzera ogni tre per due e l’agatha christie de noantri si sfidano nel proporre soluzioni semplici ma di sicura efficacia per risollevare la povera italia e i suoi stolti abitanti. Fossi in Mattarella li consulterei il più presto possibile.

        • Roberto scrive:

          Io on mi sentirei tanto sicuro di investire in un paese come l’Ungheria che sta tirando troppo la corda con l’europa che prima o poi secondo me comincerà a stringere i cordoni della spesa, e a quel punto non so quanto il regime ungherese sarà favorevole a permettere disinvestimenti agli odiati stranieri. Per ora si sta buttando la polvere sotto il tappeto, ma fino a quando? Quanto all’ipotesi di non pagare il debito, è certamente una tua battuta umoristica. Le banche italiane hanno una capitalizzazione inferiore ai 300 mld di btp che hanno in pacia e fallirebbero irrimediabilmente. Per non parlare di assicurazioni e fondi pensione. Se poi lo giustifichi dicendo che è il popolo che lo vuole, diciamo che rientra nella logica delle sciocche promesse elettorali di lega e 5stelle che fanno impallidire il più pilo per tutti del grande Albanese.

          • anonimo scrive:

            Caro Roberto
            Ho viste tante banche fallire. Vuol dire ce non hanno fatto bene il loro mestiere.
            Riguardo all’Ungheria fa bene a farsi intendere con l’Europa. E se L’Europa gli chiude il credito ci sono altri stati ben più ricchi di materie prime e ben disposti a sopperire.
            Tranquillo Roberto ho sempre ripreso i miei investimenti.

  3. Cecco Angiolieri scrive:

    Carissimo Professore,
    ho visto con piacere che è un assiduo frequentatore della nostra Fortezza Medicea, tra l’altro ho potuto notare che ha un gran passo da fondista …. senza offesa il suo look alla Boris Becker con scarpe piatte … è alquanto anacronistico e soprattutto mette in pericolo, le sue articolazioni…già abbastanza sollecitate dal fondo duro della fortezza …. le consiglio davvero di passare dal mitico maratoneta di Camollia, per farsi consigliare una scarpa adatta e performante come Lei!!!!

  4. Yama figlio di Mefisto scrive:

    Ma del +145% di multe notificate (non incassate) ne vogliamo parlare? Due autovelox autentiche trappole acchiappagonzi. Altro che imu…

  5. manunta scrive:

    l 8 aprile 1300 a ora serale che viaggio comincio?
    Comincio’ i viaggio d uno che lo rammenta i’ mondo

    Le rubriche curturali ,un so roba pe’ chi padella certe date.

    O pe’ chi vo’ dare lezioni a un popolo che sceglie liberamente e chiaramente da chi farsi governare,anziche’ strisciare come vermi davanti ai burocrati eu.
    Va ia va ia t ha scritto un articolo ,che la bonino ti bacerebbe con la li gua(boia che culo) , e soros ti farebbe le carezzine, caro besciolino.

    Comunque parlando di cose serie

    .oggi pomeriggio dalla chiesa dell oca ha cominciato i su’ viaggio un omo di categoria.
    chi c’era sa’ chi e’.
    Onore a lui e alla su’ famiglia.

    pe’ gli stradelli della var di merse
    caracollava come pochi fanno
    mai tra le serve si smarri o si perse
    mai ai cavallo fece veni’ affanno
    genti che lo stimassin ce ne son diverse
    e mai a nessuno fece lui di’ danno
    passava pe’ macchioni senz indugi
    l era lo stiglianese Giorgio Rugi.

    • Eretico scrive:

      Caro Manunta,

      a parte le tue iniziali, opinabilissime considerazioni (saprai del rapporto Soros-Orban, immagino), ti ringrazio per il bel ricordo di Giorgio Rugi: conosciuto solo di vista, ma apprezzato da non pochi amici degni di fede.
      A Yama: in settimana, certo che parleremo dell’impennata delle multe: diamo tempo al tempo…

      L’eretico

    • Fradiavolo scrive:

      Giustamente l’Eretico punta il dito sul rapporto tra consenso e controllo dei media e per questo su temi cruciali quali sovranità nazionale e sovrastrutture europee anche alle nostre longitudini non è che si presentino molte variabili pluralistiche nel dibattito.
      Disoccupazione al 4%, crescita del pil sopra al 3.9%, rapporto debito pil al 75%, deficit/pil 1.9%, direi tutti fattori che giocano a favore del consenso democratico.
      Certo se poi uno volesse approfondire scoprirebbe anche che il tesoro ungherese controlla direttamente la banca centrale nazionale non affidando la capacità di spesa in deficit interamente al mercato finanziario, cosa che noi ci neghiamo dal 1981 sempre per mettere la capacità di spesa dello stato al riparo dal processo elettorale così come auspicato indirettamente dall’Eretico e direttamente dal buon soros(amico di orban?) simpatico tifoso di Carlo Magno che nel 1992 realizzò tre spiccioli con lira e sterlina nello Sme.

      • anonimo scrive:

        Sono contento che in questo blog ci sia qualcuno che dica cose oggettive. Anche se per la nostra nazione la vedo disperata. Oramai ridotta in servitù.
        Speriamo che i vincitori di queste elezioni, abbiano un sussulto di dignità….
        E prima cosa allontanare dalla cosa pubblica i Dinosauri, ed in particolare niente dialogo con i partiti perdenti. Hanno avuto il tempo, non sono stati capaci ed ora fuori,, scomparire…Chiaro!!!!!!

  6. Giacomo rossi scrive:

    Più che impennata di multe direi impennata di sbandati e sprovveduti( non dico imbecilli,ma…) dato che c’è il cartello:
    Divieto di sosta, di accesso e di alte velocità.
    Se poi uno se ne infischia, o non sa leggere, poi non si può lamentare della sanzione( me compreso!!!)

  7. il giaguaro scrive:

    Eretico,ma com’è che non si parla affatto degli otto ( ad oggi) pretendenti alla poltrona di sindaco?.
    Giugno sembra lontano(complice anche la brutta stagione)ma è un baleno arrivarci eppure tutti zitti,i candidati stessi non brillano per idee e loquacità.Anche il grande avocato tuo amico sembra scomparso insieme alla sua tranvia underground,unica idea veramente nuova che io apprezzai molto e lo dissi subito.Siena ha bisogno di idee coraggiose,non si può vivere abbarbicati ad un passato che ,se pur splendido, è appunto… passato.
    Ci rendiamo conto che Siena sta morendo?.

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