Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Eneide, Storia, Vanzina - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Eneide, Storia, Vanzina

- 08/07/18

Finalmente si torna alla rubrica cultural-domenicale, dopo la politica (cui ovviamente dedicheremo un altro pezzo in settimana); c’è talmente tanto da smaltire, che bisognerebbe fare notte; per esigenza di iper-sintesi, i tre argomenti sono i seguenti: l’Eneide tradotta in volgare per la prima volta da un senese (l’avevamo solo accennato, è giunto il momento di approfondire un minimo); poi una domanda storiograficamente stimolantissima: è possibile fare una Storia dei sentimenti? Per concludere, un breve ricordo di Carlo Vanzina, morto stamattina.

Buona lettura, una volta tanto, a tutti quanti, ordunque!

UN SENESE CI DONA L’ENEIDE

Ci voleva l’auctoritas di un normalista, non senese, come Claudio Lagomarsini, per scriverlo a chiarissime lettere: se il capolavoro virgiliano per eccellenza, l’Eneide, è stato traslato in volgare, negli anni Dieci del Trecento, beh il merito è del senesissimo Ciampolo di Meo Ugurgieri (al quale magari si potrebbe pensare di dedicare una Via, no?); come ci ricorda con pertinenza l’italianista Claudio Giunta, c’è una nota pagina del dantesco Convivio (l’opera più misconosciuta dell’Alighieri) in cui si scrive che la poesia non può essere tradotta (“transmutare”), pena la perdita della sua “dolcezza e armonia”. Però dalla poesia si può – anche secondo l’altissimo magistero dantesco – passare alla prosa: ciò ha fatto l’Ugurgieri, regalando all’Italia il primo completo volgarizzamento integrale dell’Eneide. Per Giunta, il lavoro di Lagomarsini – che ha appunto scritto una nuova edizione critica dell’opera dell’Ugurgieri “Virgilio, Eneide. Volgarizzamento senese trecentesco di Ciampolo di Meo Ugurgieri”, edizioni della Normale, pagg. 560, euro 60 – è strordinario: “sono rari i casi in cui il lavoro filologico, nel passeggio dall’edizione antica a quella moderna, ha prodotto un simile incremento di conoscenza”.

Beh, in attesa che la sua città si ricordi di un suo illustre concittadino di 7 secoli fa, prendiamo ben volentieri atto del fatto che – mentre veniva edificato il Palazzo comunale – Siena si sapeva rendere grande anche per altro.

UNA STORIA DEI SENTIMENTI?

Una delle grandi domande della Storiografia contemporanea è questa: si può fare una Storia delle emozioni, dei sentimenti? Uno dei massimi storici francesi del Novecento, Lucien Febvre, dal sacro pulpito degli Annales nel 1941 esortava a provare a portare avanti un siffatto esperimento, pur esortando – non sarebbe potuto altrimenti essere – a stare bene attenti a non cadere in anacronismi (anche un sentimento va infatti contestualizzato: si pensi alla differenza tra il timore dell’Inferno oggi, e quello del Medio evo, solo per fare uno dei tantissimi, plausibili, esempi); Delio Cantimori, 4 anni dopo, si opponeva in modo veemente alla proposta epistemologica di Febvre: “Bisogna sapere ignorare”, disse – con pregnante ossimoro – a proposito delle emozioni nella Storiografia.

Nel duello fra Febvre e Cantimori, si potrebbe dire che l’abbia spuntata il francese, nel senso che dagli Ottanta, con la creazione addirittura del neologismo “emozionologia” (P.e C. Stearns), e di seguito con i contributi delle neuroscienze, la strada è stata intrapresa; pur tuttavia, l’ammonimento cantimoriano resta; occhio dunque agli anacronismi, e un’attenzione particolare anche alla carta geografica: ciò che è sentimento socialmente accettato in qualche luogo, basta viaggiare per qualche chilometro e non lo è più…

Per chi comunque volesse approfondire questo stimolantissimo dibattito (interno alla comunità degli storici, ma – se uno ci pensa – non fino in fondo), si raccomanda il volume “Storia delle emozioni”, di J. Plamper (Il Mulino, pagg. 536, 30 euro, in Germania era uscito nel 2012), storico che si è anche occupato del culto di Stalin; il suo libro è tra l’altro recensito in modo efficace da Tommaso Munari sul domenicale del Sole 24 ore di domenica 1 luglio.

LA MORTE DI CARLO VANZINA

A 67 anni, è morto Carlo Vanzina, fratello di Stefano e figlio di Steno: figlio e fratello d’arte; diciamocelo subito: nessun conformismo dell’anticonformismo ci deve fare recuperare autentiche schifezze come i cinepanettoni; il meglio di sé, Vanzina l’ha dato in certe commedie garbate (“Il pranzo della domenica”), nella scoperta del talento comico di Diego Abatantuono, e soprattutto in un thriller sul mondo della moda milanese negli Ottanta (“Sotto il vestito niente”), che resta un piccolo gioiellino di una carriera in cui si è cercata di più la quantità, che non la qualità. Ci restava male, Vanzina, ad essere snobbato dalla critica: forse qualche domanda se la sarebbe dovuta fare, sul perché delle critiche. Il cinema dei cinepanettoni non descriveva la società italiana, ne descriveva solo una parte (non la migliore), vellicandone e sdoganandone i difetti; il castigat ridendo mores restava dunque lontano, del tutto impalpabile, e non è che si ridesse neanche poi tanto…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

15 Commenti su La domenica del villaggio: Eneide, Storia, Vanzina

  1. VEDO (meno) NERO scrive:

    Riguardo Vanzina, sinceramente i primi cinepanettoni mi piacevano, poi vedendo sempre la solita zuppa e sempre più volgari, li ho decisamente snobbati. Meglio i film di Verdone che fanno ridere sempre di meno, ma sono più garbati e vicini alla società italiana moderna. Preferisco comunque di più le commedie sofisticate di Pupi Avati oppure quelli dei Fratelli Taviani. Tornando al quasi senese selvaiolo Verdone, vorrei anche dire, è la mia fobia contro il fumo, nei suoi film si vede troppa gente fumare come turchi; ma era proibito fare pubblicità al fumo, forse è una marchetta alle ditte che producono questo veleno sotto forma di sigaretta? Riguardo il primo ps, ottimo il ricordo di Ugurgeri che sicuramente meriterebbe gli fosse intitolata una via cittadina. Con tutti i dubbi personaggi della storia italiana, uno per esempio sarebbe quel Nino Bixio autore della strage di Bronte; sarebbe da togliere subito. Per non parlare poi del cosiddetto “Migliore”, Togliatti, a cui è intitolata una piazza a San Miniato, anche lui di danni sulla coscienza ce n’ha tanti.

  2. Anonimo scrive:

    Sotto il vestito niente, Vacanze di Natale (il primo eh..), Vacanze in America sono delle fotografie abbastanza genuine degli anni 80 all’italiana.

    Periodo edonistico, di ottimismo verso il futuro, più facile da interpretare e nel quale si sono poste le fondamenta della crisi attuale del paese ma al quale penso sempre con un po’ di nostalgia.

  3. Paolo Panzieri scrive:

    Sullo sfondo della diatriba Febvre – Cantimori mi appare inevitabilmente il Prof. Alfredo Franchi, che ci faceva riflettere su questi temi e non solo. Complimenti per lo spunto, che merita approfondimento.

    Mi permetto di segnalare, seppur off-topic (prima c’era Il Santo a fare rassegna stampa), questo argomento di discussione abbastanza interessante, credo
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/08/toscana-il-pd-comincia-ad-avere-paura-della-lega-spunta-lidea-di-ricambiare-la-legge-elettorale-e-togliere-il-ballottaggio/4465565/
    Spero non se ne faccia davvero di nulla, perché a questo punto al PD cadrebbe veramente ed in modo definitivo persino la lettera D.

  4. anonimo scrive:

    Caro professore
    Vista la pagina culturale. Come promesso ti faccio il resoconto dell’equipe sulla viabilita antica del Senese.
    L’architetto Svizzero esperto in costruzioni armoniche. Ha preso magione a Firenze ed è partito al mattino con il pulman diretto a Colle. Dove ha cambiato ed ha preso quello per Campiglia. Sceso nella piccola piazza ha notato la mansione con la chiesa intitolata a San Bartollommeo e il pelligrenaio intitolato a San Martino in Fosse ” tappa di Sigerico”. Poi a piedi è andato a Badia a Coneo. La chiesa , in una unica costruzione, è un perfetto capolavoro di divina proporzione armonica. Quindi un canto liturgico cantato da 5 cantori greci o sette contori in cattolico gregoriano, assume un potere taumaturgico. Poi si nota il refettorio e dormitorio per frati. Ed a Sud la farmacia con l’orto e per le erbe.
    La professoressa francese ha stabilito che detto complesso apparteneva ai Benedittini vallombrosani, noti per il loro amore per le culture. E che da li si prseguiva verso Monteverdi, ” Abbazia di san Pietro”, Populonia e in Sardegna nel Sassarese. L’abate generale assumeva il titolo di Conte di Magnale, Marchese di Monteverdi e signore di Canneto. Molti Abati furono sepolti a Badia a Coneo.
    Quindi ha dedotto dalla via mestra volterrana che si snodava da Coimbra a Varna sul mar Nerro , arrivarono nel nono secolo avnti cristo gli Etruschi. E nel quarto secolo dopo cristo arrivò il monachesimo orientale “San benedetto da Norcia si trivava nei pressi di questa via”.
    Anche Giovanni Guadalberto fondatore dei Vallombrosani nacque nei pressi di questa via.
    I vollombrosani scenziati della natura erano contro la simonia della chiesa ed ebbero diversi diverbi con la gerarchia di Roma.
    Ecco che nel 1500 la Badia a coneo possedeva 50 antifonari, 200 erbari, ed una biblioteca di mille libri. anche stampati. Perche possedeva delle stamperie, dato che a Colle e a Fabriano vi era la produzione di carta. Tecnica provenuta sempre Tramite via Volterrana dal mar Nero.
    Ricapitolando possiamo affermare che la Badia era lo svincolo di tre strade. La via Volterrana, percorsa dagli Etruschi e dando ragione ad Erodoto. La via francigena percorsa anche dal generale Annibale, e la via per Populononnia, dove transitava il ferro .
    La professoressa ha attinto le notizie dello scrittorio da un Signore che avevamo trovato tempo incdietro. Deve verificare perchè si sta facendo mandare tutti i libri da Parigi sulla riforma italiana. Pare che la controriforma c’entri e tanto.

  5. alberto bruttini detto Cacaccia scrive:

    Anonimo chi sei ? palesati; vorrei conoscerti e passare qualche ora a parlare con te. Sarà senz’altro una conversazione interessante.

    P.S. anticiperei di almeno un secolo l’arrivo degli Etruschi – chiamati Tirreni dai Greci – i quali, sembra, erano gli esuli delle truppe fedeli a Troia (la Lidia), messi in esilio dai loro nemici.
    Una versione meno epica li fa esuli per una grave carestia ma coincide con il periodo sopra citato.

    • anonimo scrive:

      Caro Alberto
      Può essere che gli Etruschi siano una popolazione arrivata intorno al 10 secolo avanti cristo. Ma come commercianti arrivati da qualche parte del mar nero, e si sono sovrapposti alle popolazioni italiche. Di certo le abitudini e gli oggetti assomigliano molto ai reperti dell’asia minore. Erodoto e’ un Antico storico greco e sicuramente è attendibile. Comunque la via maestra Volterrana e ripeto, partiva da Coimbra , perpignan, Tolone, vada volterrana, Arezzo, Ancona, Seraievo, Varna.
      era perfettamente agibile dal nono decimo secolo Avanti Cristo. E caso particolare nella storia ha portato due volte la civilta’. L’Impero Romano e il Rinascimento. Comunque stasera ho riunito tutti nella cantina del cugino. Domani ti racconto il resto. Pero’ va tenuto presente che per noi è un gioco, costruttivo, fatto da persone di elevata cultura che non amano finire annoiati in qualche luogo di lusso o in un concerto chiassoso. E le soluzioni che troviamo non è detto che siano lezioni universitarie.

  6. Biagio di Montluc scrive:

    Parole sante sui Vanzina, caro Eretico: ieri sera al Tg 2 quattro servizi sulla morte di Carlo, ma dove siamo? Con tutto il rispetto, mi pare più che esagerato, non è stato certo un maestro del cinema. Un tuo lettore ha detto che ha fotografato gli anni Ottanta e il loro edonismo facile, ma aggiungo che l’ha fatto facendo l’esaltazione di quei disvalori che hanno ammorbato l’Italia, e che ancora oggi l’ammorbano (soldi, soldi, soldi, nani e ballerine ed altro).
    Comunque ottimo pezzo: spero che il buon De Mossi per la Cultura si stia tenendo il jolly ereticale…chi segue il blog sa bene che sarebbe la scelta giusta, anche per risollevare un po’ la qualità media della Giunta.

  7. VEDO (meno) NERO scrive:

    Anche questa è cultura. Spero che la nuova amministrazione corregga quella grande imprecisione che si legge sulla targa di Ipazia nel prato a lei dedicato in Piazza D’armi. Si legge “filosofa greca” invece era nata ad Alessandria d’Egitto e quindi era egiziana e cittadina romana in quanto ancora l’Impero Romano esisteva, ormai in netta decadenza ed ancora per poco, ma c’era. Sono piccoli particolari che dimostrano una certa superficialità di chi ha fatto la dedica, giusta, dello spazio verde cittadino.

  8. Giacobbe scrive:

    Gran bel pezzo, o eretico!
    Dopo una tenace e divisoria battaglia tra guelfi e ghibellini, finalmente un pochina di cultura, assaggi di sapere di cui si nutre il nostro intelletto.
    Grazie e buon lavoro

  9. anonimo scrive:

    Caro Professore
    Ieri sera il gruppo per le strade antiche senesi si è riunito nella cantina del cugino per la cena. Abbiamo invitato quel signore che conosce la storia di Badia a Coneo. Ci ha raccontato. Che la badia nel 1500 aveva tre frati, e molti conversi che lavoravano nella biblioteca , nella stamperia, in un ospizio, e nel mulino. Avevano una pieve per il popolo a Cercignano. La chiesa del monastero era solo per religiosi.
    L’Europa era era tormentata da riforme religiose e nei monasteri vi erano libretti come Il beneficio di Cristo, molto vicini alla riforma. I Re con la scoperta delle Americhe erano in guerra l’uno contro l’altro. E l’invenzione della stampa diffondevale nuove idee.
    A Colle val d’Elsa sede di fabbriche per la carta e di stamperie si era formato un avanzato groppo per la Riforma della Chiesa. Ed era in contatto con i Riformatori Europei ( Zwingli, Calvino, Lutero, Melantone ecc)
    Fu mandato un Domenicano Vittorio da Firenze che accusò di eresia il gruppo. Da allora la riforma Colligiana perse forza e la Badia a Coneo ridotta a parrocchia.
    Dopo il concilio di Trento e la conseguente controriforma fu istituita a Colle la sede vescovile. Ed il primo vescovo Usimbaldo degli Usibaldi, grande controriformatore mise il freno alle stamperie. Ed i beni della Badia a Coneo furono dispersi.
    Cosi Colle ebbe un Vescovo ma perse gli umili frati vallombrosani. Ospedalieri, farmacisti, e scienziati della natura. E coloro che istituirono il sistema mezzadrile.
    Bibliografia pervenuta dalla Francia : Aonio Paleario ossia LA RIFORMA IN ITALIA di GIULIO BONNET……. Il beneficio di Cristo……Un umanista martire Aonio Paleario e la riforma teorica italiana……
    Questi sono in Italiano ma ne sono arrivati in tutte le lingue. Se vuoi fare una ricerca troverai tanto…tanto
    E ti ripeto non pretendiamo di essere storici ma persone che si sono divertite a cercare cose antiche e visitando luoghi meravigliosi e camminando all’aria aperta. Lo sport più grande di tutti che rasserena l’animo

  10. alberto bruttini detto Cacaccia scrive:

    Anonimo scusa il ritardo; ad Erodoto una grossa attendibilità non la darei visto ad es: la sua collocazione delle colonne d’Ercole mentre Platone le identifica nelle stretto di Messina (Atlantide = Sardegna ?), la decifrazione della scrittura all’interno delle piramidi per cui sarebbero stati necessari almeno un milione di schiavi per la loro erezione; altre cose le possiamo accantonare.
    Ma volevo citare uno scienziato inglese, non ricordo il nome, il quale afferma, che due furono le emigrazioni più significative dall’Asia minore: la prima nel 1180 ac (giorno più giorno meno)- il mito ci parla di re Tirreno ecc. ecc. avvenuta via mare, la seconda intorno al 800 ac che si fermò nell’odierno Lazio, avvenuta per la via da te indicata.
    Vorrei non dilungarmi ma è interessante leggere come l’analisi del dna eseguito sulle mucche maremmane e le mucche chianine ci rivela che, pur appartenendo a razze molto diverse, provengono entrambe dall’Asia minore.
    Ad majora
    Vorrei

    • anonimo scrive:

      Caro Alberto, ho sentito la Professoressa Francese . Riguardo ad Atlantide è un mito e quando si troverà qualcosa di concreto se ne parlerà.
      Una cosa è certa . Il naviglio atto a solcare il mediterraneo intorno all’anno mille lo possedevano i Fenici e Gli Etruschi. Semplicemente perchè adoperavano il cedro del libano e il cipresso, materiali robusti ed abbondanti sul mar nero e nel libano attuale. I Fenici viaggiavano sotto costa sud del mediterraneo. Gli Etruschi a vista da Vada Volterrana, isole Capraia e Gorgona, Corsica, Tolone, Perpignano. idem da Ancona a Zara -Spalato.
      Comunque entrambi conoscevano anche le stelle per viaggiare la notte. I greci avevano del naviglio inferiore e molta mitologia.
      Caro Alberto mi fa piacere che qualcuno si sia interessato. Colle che nei primi del cinquecento era una piccola California di Tecnologia nessuno è al corrente, e a nessuno interessa.

  11. silvina scrive:

    Ho appena letto che Antonio Socci potrebbe essere il nuovo assessore alla cultura… spero si tratti di un pesce d’aprile fuori stagione.

    • Eretico scrive:

      Cara Silvina, infatti la notizia è stata smentita dal Comune; speriamo bene…
      A breve, pezzo sul Consiglio comunale odierno: per non farsi mancare alcunché….

      L’eretico

  12. Astutillo scrive:

    Sarebbe appena il caso che il sindaco spieghi cosa l’abbia spinto a nominare l’assessore. Potrebbe intercedere per noi?

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