Eretico di SienaLa domenica del villaggio: il Mondiale (e le Memorabilia) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: il Mondiale (e le Memorabilia)

Puntata quasi monografica della rubrica cultural-domenicale del nostro blog, dedicata naturaliter alla conclusione del Mondiale putiniano di calcio: ne avremmo voluto scrivere molto, molto di più, ma gli incalzanti eventi locali ce lo hanno impedito; qualche considerazione, comunque, la faremo stasera, a Mondiale appena terminato: è tempo di primi bilanci, no?

Da Mosca e dalla Russia, infine, al fuso orario di Via del Comune: sempre stimolante la mostra “Memorabilia” (cui bisognerebbe fare precedere il LE, non IL, sia consentito il puntiglio da professorino…), in particolare per la parte concernente quel 30 giugno del 1942, quando la Gioventù nazista fu fatta entrare, in pompa magna, nel Campo di Siena. Ogni vergogna, inevitabilmente, deposta…

Buona lettura, dunque, a tutti (è domenica)!

W LA FRANCE, ANCHE SE…

Chi scrive – adesso è il momento di dirlo -, ha tifato per l’Inghilterra di Southgate, per tanti motivi, e ha dovuto riconoscere che la Croazia – nonostante i due supplementari in più sulle gambe – ha meritato la vittoria in semifinale con la perfida Albione, schiantata proprio sul piano psicofisico (diremmo più fisico che psichico); ciò premesso, salutiamo la vittoria finale del melting pot francese, contro la squadra etnicamente omogenea dei croati, schiantati nella prima parte del secondo tempo. Anche se in effetti il tutto si presta, non ci vogliamo vedere significati metacalcistici (come i due Mattei nostrali, tanto per capirsi), se non quello legato alla storia recente della Croazia, Nazione che un pochino ci vantiamo di conoscere, a livello culturale (soprattutto storico-religioso); ebbene, non c’è forse Nazione europea in cui l’elemento sportivo e calcistico (ma poteva essere la pallanuoto, sport nazionale; o anche il basket, in cui hanno avuto – e crediamo abbiano tutt’ora – talenti meravigliosi), possa essere abbinato al dato prettamente nazionalistico in modo così sfacciato: ed il nazionalismo, in loco, è una cosa dannatamente seria. Solo la Serbia, magari, potrebbe pareggiare, in questo senso.

I croati, dal meraviglioso Modric (mai visto toccare il pallone d’esterno come fa lui) in giù, hanno quasi tutti cicatrici e lutti, nelle loro famiglie, che purtroppo dal 1998 in avanti (anno dell’altra clamorosa semifinale, perduta anch’essa con la Francia, poi vincitrice) hanno dimostrato di non essere riusciti, se non in minima parte, ad elaborare. Sarebbe servita, una vittoria al Mondiale? Chissà, chissà; che abbia vinto la Francia, però, non ci dispiace affatto. Si può dire?

PUTIN, IL VERO VINCITORE

L’autentico vincitore, dal punto di vista del soft power, è tal Vladimir Putin, che ha dimostrato di sapere proporre una Russia accogliente ed efficiente (esattamente il contrario di quella che è nella quotidianità, ma tant’è); era dai tempi di Adolf Hitler (Olimpiadi del 1936), che un leader autocratico non riusciva a proporre, di se stesso, un’immagine tanto autorevole. Visti aboliti (per un mese, eh), treni gratis per i tifosi, russi violenti allontanati in modo preventivo; e la vittoria della pur multietnicissima Francia di Didier Deschamps (che già aveva trionfato da giocatore nel 1998, chapeau!), non è certo paragonabile al fantastico poker di Jesse Owens del 1936, quello sì indigesto per il Fuhrer.

Dopo il salasso delle Olimpiadi invernali di Sochi, anche sulle spese pare (pare) che, questa volta, ci sia stata una relativa morigeratezza; provateci voi, ora, a criticare lo zar pseudodemocratico…

LLORIS, PECCATO

Ha vinto il Mondiale, e meritatamente; aveva condotto un torneo con parate strepitose (una anche stasera stessa), il Capitano e portiere della Francia Lloris; poi, quella incredibile leggerezza sul pressing – prevedibilissimo, peraltro – di Mandzukic (sosia più alto del giovane Roberto Benigni; così come Courtois, bravo portiere belga, lo è del giovane De Gaulle, e qui il copyright è di Diego Abatantuono). Nella Historia del calcio, Lloris verrà ricordato soprattutto per questo clamoroso errore (arrivato tra l’altro sul 4 ad 1).

Spietatezza, implacabile, del ruolo di portiere: niente di nuovo sotto il sole.

Ps 1  Eccoci alle Memorabilia: ci sono – a latere del Bao bello chef brucaiolo, che prosegue per la settimana ineunte – i sonetti contradaioli, di ogni tipo e specie; ci sono i paggi maggiori di Vittorio Giunti, il pittore il quale condensò, agli inizi del XX secolo, il Liberty con il Neopurismo che voleva riportare in auge il Gotico (con annessi scempi, tipo San Francesco), e c’è altro ancora; ma è fuori di dubbio che il pezzo forte – dal punto di vista prettamente storiografico, dunque culturalmente più caratterizzante – è di gran lunga l’esposizione della documentazione concernente quella “strana giornata” del 30 giugno 1942 in cui, per omaggiare servilmente la Gioventù hitleriana (Hitlerjugend), tedesca e dei tanti Paesi occupati, nel Campo di Siena si montarono palchi, e si inscenò un triste, tristissimo, quasi lugubre, Corteo, senza però correre il Palio: si era – guarda caso – nel cuore della Seconda guerra mondiale (di più: nel momento di massima espansione nazista, sullo scacchiere geopolitico mondiale); il professor Enzo Balocchi, a suo tempo, ci disse che ne avrebbe voluto scrivere, e pubblicare: il tempo gli è mancato; oggi abbiamo l’archivista comunale Filippo Pozzi che ha raccolto importante documentazione, e che potrebbe fare ciò che il professor Balocchi non poté.

Una curiosità molto poco nota, per intanto, Pozzi l’ha già scovata: alle giornate di Weimar (costola tedesca dell’evento cultural-propagandistico, nei giorni precedenti), ed a quelle fiorentine (compresa quella senese di cui sopra), partecipò un giovanissimo intellettuale italiano, PPP: sì, proprio Pier Paolo Pasolini…

Ps 2 Una segnalazione, davvero meritoria, per un caso di giornalismo di inchiesta Docg: il reportage di  Maria Grazia Mazzola e Marilù Mastrogiovanni (pubblicato dal Fatto di venerdì 13, pag. 14), sulla Sacra Corona Unita pugliese, la mafia dimenticata (e per questo, sempre più invasiva e potente).

La Mastrogiovanni, nella notte fra il 6 ed il 7 luglio scorso, ha ricevuto all’indirizzo mail della redazione del suo “Il tacco d’Italia”, qualcosa come 3950 mail di minaccia, da mittenti diversi ed ovviamente fittizi. Il messaggio più ricorrente? “La morte sta arrivando”.

Proteggiamola, questa giornalista, proteggiamola davvero: è il silenzio, è l’omertà che fa vincere le mafie. Sarà scontato scriverlo, ma è sempre bene ricordarlo; e poi: in Italia, su questi temi, il pericolo a livello informativo non è mai il di più, è sempre il di meno…

10 Commenti su La domenica del villaggio: il Mondiale (e le Memorabilia)

  1. Caramellato del Buti II scrive:

    Non essendo riusciti a qualificarsi, molti italioti hanno pensato bene di dividersi in Renzini (filo-Francia) e Salvinini (filo-Croazia): che tristezza! Speriamo che fra 4 anni saremo qualificati, anche per evitare questa pena.
    Sulle Memorabilia, ha ovviamente ragione l’Eretico, ma allora si potrebbe aprire un dibattito su come venga biascicato in modo orrendo il Te Deum intonato dai contradaioli nelle chiese delle consorelle (“i morti saran suscipe, Iesus Cristi”). Non si finirebbe più…

  2. alberto bruttini detto Cacaccia scrive:

    Anni fa cominciai a fare fotocopie del “Maria Mater Gratiae” (il Te Deum è un’altra cosa) per distribuirlo sulle panche della chiesa di S.Leonardo quando arrivavano i monturati per il “giro annuale”. Fu uno strazio e dopo pochi anni vidi bene di smettere.
    Comunque mi piace ricordare un breve aneddoto di fine anni ’60: un monturato cantò: “e morti saran sucine” e Paolo, accanto a me, gli rispose: “Si, e albicocche”.

    P.S. mi è capitato una volta di assistere, mi sembra ad un fine anno, ad un Te Deum …dopo 20 minuti mi drusciavano per terra….

  3. Un pugliese, non mafioso scrive:

    Ringrazio molto l’Eretico per avere segnalato l’articolo del Fatto, meritorio perché cerca di fare luce sulla cosiddetta “quarta mafia” di cui si è sempre parlato pochissimo a livello nazionale.
    Aggiungo che nel reportage si pone l’accento su un elemento assai importante (che esiste anche in terra di Toscana), quello riguardante il drammatico precariato giornalistico. La SCU gongola sapendo di avere di fronte giornalisti sottopagati e non garantiti in nessun senso. Quelli che quando muore un notissimo mafioso scrivono che è venuto meno “un imprenditore” (magari anche onesto).

  4. Giacomo rossi scrive:

    Se ancora non sappiamo chi tira le fila al sindaco sul piano amministrativo, con le nomine della carriera di agosto si è svelato colui che detta la linea in ambito paliesco: sunto!
    Onore a Sergio profeti, che pubblicamente descrive il matinee, inascoltato dalla sinistra brutta e cattiva che ha rovinato la festa.
    Almeno il buon Sergio non trama nell’ombra e, se qualcuno non fosse in linea con le sue indicazioni, può scrivergli, con risposta assicurata,o a bottega, a chiusura x due parole dal vivo.
    I burattinai di palazzo, invece, si guardano bene dal manifestarsi….

  5. Stefano scrive:

    Già, ma il burattino invece si vede bene chi è!!!
    Ps. Le 48 ore sarebbero scadute…ma tanto di cavolate né ha dette tante…u a più una meno…

  6. Roberto scrive:

    Fuori tema: stamattina solito spreco di denaro pubblico (che noi paghiamo con la TARI) tutta via cavour, via fiorentina, via ricasoli, via don minzoni, piazza d’armi, per quello che ho visto io, con i lampioni accesi in pieno giorno. Cambiano le giunte ma i problemi restano.

    • Eretico scrive:

      Caro Roberto, hai ragione da vendere (speriamo la compri qualcuno): io ho notato la stessa, identica cosa nei lampioni in Fortezza, giusto stamattina, in piena luce naturale. Spreco di denaro, non c’è dubbio.
      Ringrazio della sua testimonianza il lettore pugliese: eh sì, la SCU prolifera ANCHE grazie al precariato giornalistico, che rende più difficile trovare il coraggio di denunciare (lo stesso vale per i Casamonica, per stare sull’attualità odierna).

      L’eretico

  7. Un lettore accanito del blog scrive:

    Caro Eretico, mi piace quando scrivi di sport, se non sbaglio hai iniziato da cronista sportivo. Quando sarai Assessore alla Cultura vedrei bene che ad ogni evento sportivo che si tiene in città (anche quelli ideati o potenziati dalla Giunta Valentini, che su quello negli anni ha lavorato molto bene) si affiancasse qualcosa di letterario o di cinematografico. Credo che la cosa riscuoterebbe molto successo.

    • A.B. scrive:

      C’è un problema che fino a qualche giorno fa non prendevamo neanche in considerazione, per essere nominato assessore l’eretico dovrebbe prima essere imposto da qualche segretario o commissario delle varie leghe, forze o fratellanze d’Italia. Cencelli a Siena sarebbe stato un povero dilettante.

  8. Beppe Pallini scrive:

    Ricordo abbastanza bene la giornata del 30 Giugno 1942, avevo 17 anni e vi partecipai da avanguardista, come tutti i miei coetanei. Allora le cose andavano cosi.No comment

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