Eretico di SienaLa domenica del villaggio: benessere digitale, Chirac, Tortu - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: benessere digitale, Chirac, Tortu

Menu ricco assai, as usual, per la rubrica domenical-culturale del blog: un ricordo di Jacques Chirac, figura di primissimo piano della politica francese, e non solo, a cavallo fra XX e XXI secolo; una riflessione-recensione sul densissimo libro del ricercato Marco Fasoli, dedicato al benessere digitale (c’è qualcuno cui non interessa, l’argomento, di grazia?). Per “L’angolo del prof”, infine, una riflessione fra Atletica leggera e manifestazioni pro-ambiente degli studenti (azzardato? Giudicate voi).

Buona lettura a tutti, domenica essendo!

BENESSERE DIGITALE: UN OSSIMORO?

Finalmente qualcuno fuori dal coro, fuori dall’unanimismo appiattente e suadente: si può affermare che la rivoluzione digitale, insieme a tante gran belle cose (tra cui questo stesso blog!), abbia in concreto accresciuto lo stress della nostra quotidianità? Di più: che stia venendo su una magna pars di cittadini che possono rinunciare a tutto (anche alla propria dignità), ma non a smanettare lo smartphone in continuazione? Il caso della donna napoletana pizzicata a telefonare durante una Tac potrebbe chiudere il discorso subito, suvvia…

Il giovane (36enne) ricercatore della Bicocca, Marco Fasoli, nel suo densissimo “Il benessere digitale” (edito dal Mulino), ci offre uno sguardo non certo aprioristicamente misoneista o tecnoscettico, però – per questo ci piace – non si arresta al mainstream dominante, dalla retorica dei giovani digitali in giù: ci mette con le spalle al muro. Dimostrandoci come non solo il digitale ha creato nuovi bisogni indotti (è la consumer society, baby), ma financo nevrosi, dipendenze e fragilità prima del tutto sconosciute. Tipo quella del FOMO, acronimo che sta per fear of missing out, la paura di essere tagliati fuori dalla “sovrabbondanza comunicativa permanente”, nonché il top-down: quando cioè sentiamo l’impellente bisogno di controllare il nostro smartphone, anche senza avere ricevuto alcuna notifica dallo stesso (quando ci attiviamo previa notifica, gli analisti parlano, invece, di comportamento bottom-up).

Insomma, si stava meglio quando si stava peggio (prima della rivoluzione digitale)? Beh, già il fatto che qualcuno – in modo autorevole e ben documentato – inizi a chiederselo, fa piacere: sarà una voce che grida nel deserto, ma speriamo che qualcuno, di nascosto, inizi quantomeno a riflettere, sul nesso fra benessere personale (eudamonico o edonistico che sia) ed uso dello smartphone. Sarebbe un ottimo punto di inizio.

CHIRAC, IL POLITICO DEI TRE CAPOLAVORI

Amato e detestato ad un tempo, se ne è andato Jacques Chirac, alla veneranda età di 86 anni: domani funerali, e giornata di lutto nazionale in Francia. Una condanna a 2 anni per abuso di potere è un incidente, una macchia (grave), che però si infrange contro almeno tre capolavori politici che restano: quanti politici odierni – in Francia come in Italia -, arrivati a fine carriera, ne potrebbero sbandierare altrettanti (forse anche uno solo, di pari portata), di grazia?

1968, accordo di Grenelle: con la Francia infiammata dal maggio 1968, che aveva visto un’iniziale saldatura fra operai e studenti, ecco la trattativa portata avanti con pieno successo dal giovane Chirac (sottosegretario al Lavoro), per dividere gli uni dagli altri, rendendo di gran lunga migliore la vita degli operai nelle fabbriche transalpine (uomo di destra, che fa cose di sinistra, come spesso accade). Lui, Chirac, il divide et impera lo sapeva sostanziare, e sul campo. Chapeau, numero uno.

17 luglio 1995, Chirac osa l’inosabile (neanche il socialista Mitterand lo aveva fatto, non a caso): ammette le gravissime colpe francesi nel turpe rastrellamento antiebraico nel Velodromo di inverno di Parigi, 53 anni dopo; è il primo, primissimo Presidente che ha il coraggio di prendere di petto le responsabilità del collaborazionismo della Francia di Petain e di Laval (collaborazionismo che all’inizio – va riconosciuto – aveva avuto alcuni tratti peculiari di autonomia, ma dal 1943 era divenuto del tutto allineato ai desiderata hitleriani). Chapeau numero due.

Primavera del 2003: il capolavoro assoluto; mentre il trio Bush junior (cioè Dick Cheney)-Aznar- Blair (il faro della Sinistra di allora, sic) pianifica la assurda, demenziale e criminale invasione dell’Iraq di Saddam Hussein (regalo imperituro a tutti i fondamentalisti islamici del futuro), la Francia di Chirac dice no, e a chiarissima lettere. Non andrà, la sua Francia, ad “esportare la democrazia” in Medio Oriente. Chirac era considerato il più filoamericano fra i Presidenti gollisti francesi (lui per primo, era volato negli USA dopo l’11 settembre), ma seppe dire no, al momento giusto. I francesi, nella vulgata dei Neocon americani, tornarono per un po’ ad essere i “mangiatori di rane”, ma la Storia ha dato loro piena, pienissima ragione. Chapeau, ancora e per l’ultima volta, a Jacques Chirac.

La fila umana (sotto la pioggia parigina) che lo ha salutato oggi nella chiesa di San Luigi, nel cuore di Les invalides, testimonia che la gente – nonostante tutto – sa ancora riconoscere la qualità di un autentico uomo politico.

 

L’ANGOLO DEL PROF: TORTU,LA GIORGI E GRETA

Mondiali di Atletica leggera: nel catino di Doha (complimentoni per la scelta del luogo, vediamo se alla fine non ci scappa il morto, dai), un bravo assai a Daniele Tortu, che porta dopo 32 anni (l’ultimo fu Pavoni, a Roma nel 1987) un italiano alla finale dei 100 metri in un Mondiale. Unico bianco presente, tra l’altro (esiste uno sport migliore, per l’antirazzismo, dell’Atletica?), si prende il lusso di non arrivare neanche ultimo. E chissà che la nettissima vittoria del capo-in-cassetta Coleman, un giorno, non faccia la fine di quella di un certo Ben Johnson (magari anche l’argento di Justin Gatlin, due volte fermato per doping); ed un grande complimento se lo merita anche Eleonora Giorgi (non è l’attrice anni Ottanta, eh), che tra l’altro una medaglia l’ha conquistata, nella disciplina più lunga dei Mondiali (e delle Olimpiadi), la 50 km di marcia. Una gara svoltasi nottetempo, per cercare di mitigare l’insopportabile afa qatarota.

Che c’entrano – si chiederanno i lettori – i ragazzi che hanno sfilato venerdì per le strade italiane (siamo autarchici, suvvia), con l’impresa di Tortu e con la medaglia della Giorgi?

C’entrano nel senso che gli studenti – che noi sosteniamo ed incoraggiamo, sia chiaro, soprattutto se pensiamo a favore di chi si è manifestato nelle piazze italiote nei decenni pregressi – dovrebbero prendere esempio da questi loro quasi coetanei (Tortu, la Giorgi è una trentenne), che incarnano l’etica del lavoro e del sacrificio: tanto allenamento, tanto sudore, qualche strizzone di stomaco, e poi – se tutto va bene – arriva il risultato.

Gli studenti mobilitati leggano, studino, vadano a scuola ad imparare e ad approfondire il ben poco che sanno (si allenino, quindi), e il pomeriggio-sera, oppure nel fine settimana, si ritrovino pure per manifestare sul climate-changing: la scuola dovrebbe essere la principale alleata per questa battaglia – sarebbe bene che i ragazzi fossero i primi a capirlo -, non una istituzione come le altre, indifferente o magari financo nefasta, comunque da bypassare. I colleghi glielo devono fare capire in tutti i modi, ma le loro orecchie devono essere sensibili, come e più del solito.

Ps 1 Il Presidente Mattarella ha presenziato, in quel di Recanati, all’inaugurazione dell’orto (ora gestito dal Fai), che è il luogo ove Giacomo Leopardi compose (nel 1819, probabilmente in autunno) “L’infinito”; avrebbe fatto piacere, al buon Giacomo, la sua alta istituzionalizzazione? Ovviamente azzardando, e non poco: a nostro modo di vedere, senz’altro sì, per svariati motivi che non c’è spazio di enucleare in un Ps.

Ps 2 “A mano disarmata”: martedì 1 ottobre (ore 17,30, Sala storica della biblioteca), arriva Federica Angeli, la coraggiosa (e non è retorica) giornalista di Repubblica che ha sfidato il clan Spada; ne scriveremo, ovviamente, in settimana: per ora, accontentatevi della pubblicizzazione dell’evento.

13 Commenti su La domenica del villaggio: benessere digitale, Chirac, Tortu

  1. VEDO (di nuovo) NERO scrive:

    Se nascesse oggi un Leopardi non scriverebbe mai l’Infinito, adolescente preso nel suo smartphone (cellulare) guarderebbe il piccolo schermo e non si accorgerebbe di ciò che scorre intorno. Il Poeta soffriva di solitudine e pessimismo, ma pensava valutava ciò che c’era intorno, oggi molti giovani e meno giovani stanno vivendo in un infinito nulla.

  2. VEDO (di nuovo) NERO scrive:

    A proposito dei Mondiali di atletica quanto risalto è stato dato ai trionfi dei nostri giovani? Molto poco. Invece dovrebbero essere esaltati i sacrifici che hanno fatto per raggiungere questi risultati, si, certo, qualche breve annuncio sulle reti sportive dopo ore intere dedicate al calcio. Di fronte a questa indifferenza contro lo scalpore dato all’impresa di una Gretina qualunque c’è da stare poco allegri. A proposito di quest’ultima creaturina, Gretina si è sempre dichiarata contraria al carbonio mentre la barca che l’ha trasportata a New York ne era interamente in fibra, inoltre i 4 marinai che l’hanno portata in America sono ritornati indietro in aereo, alla faccia della svedesina, nemica dei viaggi per cielo. Ma quando studia che fa ora che arriva la cattiva stagione? Lo farà a lume di candela dato che l’energia elettrica viene da centrali elettriche o nucleari quindi inquinanti? Maledetta l’ipocrisia, male del mondo moderno.

  3. Mefistofele scrive:

    Un Eretico spiazzante, con questo elogio di Jacques Chirac: però, in effetti, se pensiamo ai nani – nostri, e d’oltralpe – di oggi, incapaci di fare altro che di andare dietro ai sondaggi e agli umori dei potenziali elettori, il tombeur de femmes è stato un gigante.
    Non mi associo invece all’amico lettore: fare emergere le contraddizioni personali o dell’entourage di Greta mi sembra ridicolo, anche perché semmai il problema per lei è il rischio opposto, quello di fanatismo ed integralismo ambientalista. Io, se prendo un aereo, ora magari penso alla questione ambientale, ma poi lo prendo lo stesso…

  4. Daria gentili scrive:

    Tortu sembrava Davide contro i Golia. Non ha vinto contro i giganti neri, ma non è uscito neppure sconfitto. Davvero una bella realtà, specie per noi che amiamo il sudore e il rumore dei passi cadenzati sulla strada.

  5. Marco Burroni scrive:

    Che tristezza questi adulti brontoloni che si ergono a giudici dei ragazzi che protestano in questi giorni, e che pena quelli che li chiamano “gretini” ( battuta così idiota che non farebbe ridere neanche un 11enne tra l’altro) ( e che denota una preoccupante immaturità).

    Del resto noi 50enni sì che eravamo seri, quando facevamo sciopero a scuola lo facevamo per i problemi veri, mica per un banale pericolo esistenziale che minaccia l’umanità… Noi per esempio negli anni ’80 protestavamo per cose più serie, per esempio contro la Falcucci che voleva… e chi si ricorda più? E poi finito il liceo si andava all’Università e c’era il movimento della pantera che protestava contro ….boh? Un ministro antipatico?

    E poi negli anni successivi i 30enni-40enni di oggi protestavano contro la guerra del golfo, contro la guerra in Kosovo, l’invasione dell’Iraq, contro le banche, l’austerità ecc. ecc. ecc. e i nostri babbi che scioperavano contro la guerra in Vietnam e la fame nel Bangladesh dove li mettiamo?

    Lasciamoli scioperare in pace questi ragazzi, e semmai riflettiamo sul fatto che la nostra generazione non ha alcun diritto di far loro la morale viste le condizione miserabili in cui gli lasceremo questo paese.

    • Paolo Panzieri scrive:

      Bella carrellata da amarcord!
      Ti sei scordato solo lo sciopero contro i missili Pershing e Cruise, che furono schierati contro gli SS-20 puntati contro di noi e che contribuirono – non poco – alla fine della guerra fredda, allontanando l’opzione militare che Gorbaciov & Co avevano saldamente ancora in mano, prima di decidere di fare harakiri.
      Per il resto sono completamente d’accordo: ad ognuno il suo tempo, le sue intuizioni ed i suoi errori.
      Tutto mestiere che entra, dicono in maremma.
      Il problema semmai è soltanto a chi, più anziano, proprio non entra …

    • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

      Io l’ho vissuto il famoso e sopravvalutato ’68, un movimento nato da ottime intenzioni, ma abortito in una colossale asineria per i danni che ha causato alla nostra scuola e cultura in generale. Io grande conservatore di libri, l’ho anche trovati in un cassonetto e l’ho salvati portandoli a casa, ce n’è uno che invece ho buttato nel più profondo degli scaffali ed è “Porci con le ali”. Questo libro, scritto da Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera due sessantottini ora benestanti buonisti, l’ho tenuto a perenne memoria dell’imbecillaggine di quel periodo. E poi allora come allora la maggior parte manifestava per fare festa, ricordo un mio compagno di scuola, trai più agitati contro la polizia, che poi si faceva venire a prendere dall’autista del paparino, importante primario dell’Ospedale del Santa Maria della Scala. L’ho ritrovati molti di questi rivoluzionari; sono peggiori di quelli che contestavano allora. Non mi voglio dilungare oltre, ci siamo capiti sulla valenza di tutte le passate manifestazioni extra scolastiche, mai fuori dell’orario delle lezioni. La storia della Thumberg è l’ennesima occasione per moltissimi di fare una bella passeggiata, magari con un selfie, una giratina col motorino ed una sigaretta a guardare il panorama; tutte cose che non inquinano l’ambiente o no? Poi la pagliacciata della traversata della barca a vela, sponsorizzata da Pierre Casiraghi azionista di una società di trasporto con elicotteri (inquinanti o no?). La barca a vela è stata riportata indietro per aereo con tutto l’equipaggio di 4 persone. Forse se la bimba sceglieva di andare da sola in aereo, magari con la sola madre, avrebbe inquinato di meno. Non vado oltre, la piccola in fondo non ha colpa è solo manovrata dalla famiglia che con il libro della madre farà diversi soldini e tutto l’intorno che ha sponsorizzato tutto. Veniamo ai pargoli ecologisti che hanno manifestato: in un servizio sulla televisione la maggioranza ignorava cosa fosse addirittura il buco dell’ozono e perle simili. Alla bimba facilmente è stato proposto il Nobel alla Pace e qui vorrei nominare una persona: Chico Mendes. Questa persona venne uccisa nel 1988 perché si opponeva alla deforestazione dell’Amazzonia e lo sterminio dei popoli che vi vivevano. Era una persona di modeste origini, ma ricca di dignità, coraggio ed onestà. Nessuno lo nomina più, ignorato del tutto. Non è mai stato nominato per un Nobel o altro riconoscimento. I suoi assassini addirittura vennero scagionati in una successiva revisione del processo e nessuno dei media disse nulla. Ah l’ipocrisia è una brutta cosa. Il colpa di grazia sarebbe vedere Greta pubblicizzare qualche prodotto bio, ma con dietro le solite multinazionali. Chiudo, sono stato troppo lungo. Pensiamoci bene non facciamoci mai ingannare dalle apparenze. Pensare con la propria testa, essere diffidenti delle iniziative troppo pubblicizzate sui media, meditare sempre.

  6. Giacobbe scrive:

    Non mi associo, caro eretico, alla tua opinione sulla manifestazione mattiniera: io, da insegnante, la vedo come un uscita didattica…una tantum, dove come insegnante ho accompagnato i ragazzi che sono venuti ed alcuni loro genitori…abbiamo parlato di ambiente, di economia, di politica , di come ragionare e quali strumenti abbiamo per non farci abbindolare da un personaggio( o pagliaccio ) qualsiasi…di come non dobbiamo scordarci delle affermazioni, delle promesse delle intenzioni , e dicome incastonare quanto ci circonda in un perimetro storico e situazionale, sfuggendo ad “ismi” e cercando la strada più giusta per il mnostro cammino.
    La manifestazione di venerdì a favore di una protesta collettiva che ponga l’accento sulle problematiche “In primis” sul clima per poi diramarsi ad altre discipline è stata unoccasio di incontro e confronto ” al pari” di una lezione in classe ma molto più ricca di contributi…..chissà cosa rimarrà! Ma nelle mie vesti di maestro voglio sognare di aver seminato rispetto, cultura, storia, dialogo ecc..; altre mie colleghe hanno deciso di dedicare la mattinata all’argomento ed esporre gli elaborati prodotti ! Brave! Due interpretazioni sicuramente migliori di quanto ho letto su verità, liberoq ed il giornale, o che ho letto qui, dove si continua a storpiare il nome di una ragazzina con la sindrome di rett he, bene o male , porta avanti una causa !
    Sarei curioso, ancora- l’avvocato ha dimostrato sensibilità ed intelligenza non comuni- di sapere come reagirebbe vedo nero se altri appellassero in modo irriverente un suo caro….!)

    • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

      Ho già risposto ad un altro utente. Sono comunque d’accordo sugli insegnanti che hanno dedicato la mattinata di sciopero pro clima per parlare in classe dell’argomento con varii contributi, elaborati. Spero che sia stato fatto anche un dibattito tra gli studenti ed insegnate. Chissà se il povero Mendes è stato nominato, lo avrebbe meritato dato che ultimamente l’Amazzonia è stata di nuovo colpita con un governo brasiliano (il presidente Juan Bolsonaro)che è non è apparso sufficientemente scosso dalla tragedia ecologica che ha colpito il “Polmone della Terra”.

    • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

      https://it.wikipedia.org/wiki/Severn_Cullis-Suzuki questo collegamento per i numerosi “gretini” sostenitori per il Nobel alla Greta Thunberg. Leggete e attaccate alla presa la spina del cervello.

  7. Beppe scrive:

    Greta Thunberg

    Vulgus vult decipi, si sa
    come a la gente sia sempre garbato
    qualcuno che la sappia ‘nfinocchià
    e un altro caso s’è verificato

    con questa svedesina a rivangà
    le chiacchiere su un tema già sfruttato,
    quello del clima. Ci ha saputo fa’,
    dappertutto interesse ha suscitato,

    dice cose banali ma la gente,
    stupida e conformista, cari miei,
    pare che un abbia mai sentito niente,

    così viaggia gratis in vacanza,
    anche dal Papa: d’una come lei
    se ne sentiva proprio la mancanza.

    P.S. Fa anche tenerezza, è una bambina,
    più che Greta la chiamerei Gretina.

    • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

      Nulla da aggiungere. Complimenti. Questa poesia è perfetta. Sono pienamente d’accordo. Comunque mi fa un po’ pena la bambina. Lei non ha colpa è stata solo usata.

      • Giacomo rossi scrive:

        …come fate pena voi che siete stati usati da quei faccendieri che per mano del sindaco tengono per le palle una città come è peggio di prima….ma è più facile vedere nero che aprire gli occbi

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