Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Cina, Retequattro, Fioramonti (e 4 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Cina, Retequattro, Fioramonti (e 4 Ps)

Appuntamento ricchissimo, questa domenica, per la rubrica culturale del blog: si parte con una riflessione sui 70 anni della Cina comunista (1 ottobre 1949); poi, note sparse sulla nostra partecipazione a “Dritto e rovescio”, il talk show del prime time di giovedì di Retequattro; per “L’angolo del prof”, infine, qualche commento sulle ultime – e penultime – uscite del Ministro Fioramonti: se non ora, quando?

Buona lettura a tutti, domenica essendo, quindi!

LA CINA, 70 ANNI DOPO…

Deng Xiaoping usava dire, con tipica saggezza cinese, che il suo Paese doveva “nascondere le proprie capacità al mondo, e restare in attesa”: la saggezza di stampo confuciano ha tempi rispetto ai quali quelli della Chiesa cattolica sono da formula uno, ma da vent’anni ormai, il momento del nascondimento è terminato.

Eppure fu proprio Deng, con il suo slogan “Arricchitevi”, a cambiare, alla fine dei Settanta, lo sviluppo ed il volto della Cina comunista, che tale è appunto da quel 1 ottobre del 1949; certo, per arrivare a tutto ciò, c’è voluto anche una sorta di “tagliando” irrorato di sangue (anche di questa strage ricorre, nel 2019, l’anniversario, ma il trentesimo), vale a dire la repressione di Piazza Tienanmen. Ci sarà ancora bisogno di un qualcosa di simile, nella sempre più riottosa Hong Kong, o magari con la minoranza islamica degli uiguri (senza mai dimenticare la più gravosa delle spine del fianco, per Pechino, vale a dire Taiwan)?

La Cina, dunque, 70 anni fa diventava comunista, Mao regnante (mentre la contermina India diventava democratica, pur con tutti i distinguo del caso); ed è, ad oggi, l’unica potenza di rango mondiale in cui continui ad esserci un Partito che controlla tutti i gangli dell’economia, della finanza, della politica, dell’informazione. Per restare al potere, ha dovuto cambiare se stessa, reinventarsi: un pochino restando fedele, molto no. Continuerà a riuscire a mantenere questo delicatissimo equilibrio fra mercato e Comunismo statalista? Continuerà a reggere il ritmo del forsennato inurbamento?

Beh, per intanto possiamo affermare almeno una cosa, in conclusione: la consumer society, che a livello urbano ha cambiato le menti ed i cuori dei cinesi, si fa sentire anche in loco. Abolita la disumana Legge sul figlio unico voluta dal succitato Deng nel 1979, c’è chi sta già pensando ad una nuova legislazione attinente alla demografia: il sorpasso indiano, a livello di nascite, è sempre più vicino (2030, per alcuni). Arriva un po’ di ricchezza nelle famiglie, si crea un ceto medio, si inizia a concedersi lussi prima inimmaginabili, e le famiglie automaticamente rallentano nel figliare: Paese che vai, usanze che trovi; questa, però, vale praticamente in ogni parte del globo, Cina compresa…

“DRITTO E ROVESCIO”

A margine dell’ospitata dello scrivente nel programma ideato da Paolo Del Debbio (“Dritto e rovescio”, prime time di Retequattro, giovedì), giusto un paio di considerazioni: la prima, del tutto personale; la seconda, invece, di ordine generale.

La prima, dunque: ero già stato invitato a fine giugno in trasmissione, per parlare di Medjugorje (e l’avevo anche scritto sul blog), ma per vari motivi NON ero andato; mercoledì scorso, la medesima, gentile, autrice mi ha di nuovo contattato – e con una certa, anche gradita, insistenza -, quindi a quel punto non ho voluto fare troppo il prezioso, accettando l’invito.

Arrivato negli studi di Cologno monzese, nella saletta dello stand by, ho immantinente subodorato ove (e come) si sarebbe andati a parare, e nell’interruzione pubblicitaria precedente ai miei 40 secondi di intervento (sic), ne ho avuto piena conferma: un’autrice – non colei che mi aveva contattato -, è venuta da me a “suggerirmi” letteralmente ciò che avrei dovuto dire a favore di telecamera; al mio netto rifiuto sul punto, il microintervento dello scrivente stava per saltare tout court, poi in qualche modo si è recuperata la situazione (si fa per dire), e ho potuto elaborare (si fa per dire, again) ciò che avrei voluto argomentare per benino ed in modo documentato, cioè che il vulnus autentico del rapporto fra Chiesa cattolica e scuola pubblica (di uno Stato sulla carta laico) non è certo il crocifisso (la cui presenza in classe, dalla grande maggioranza dei ragazzi, è semplicemente ignorata, e a favore della cui presenza ci sono fior di sentenze, che vanno rispettate), quanto la scandalosa, invereconda, presenza di circa 25mila docenti di Religione: pagati dallo Stato, ma di fatto vidimati dai vari Vescovi. Almeno questo, mi è stato concesso di dire. Morale? Alla rete, tra viaggio in treno, spostamenti in Mercedes (da signore, eh) e pernottamento, sono costato almeno 350 euro, per parlare 40 secondi: contenti loro…

La seconda cosa, generale: la trasmissione – che ammetto di non avere mai visto prima per più di qualche frammento, e questa è colpa mia – è gestita e pianificata da Del Debbio con calcolata, scientifica furbizia; il conduttore – uno dei più compiaciuti del panorama mediatico nazionale – si diverte come un matto a creare “incendi”, con contrapposizioni alimentate e gonfiate ad arte, per poi giocare il ruolo del pompiere a favore di telecamera. Il finale della trasmissione, con i vegani a confrontarsi con i critici del veganesimo (tra cui un redivivo Marco Predolin), lo ha dimostrato all’ennesima potenza. Il format, questo è, non si scappa: così è, se vi pare.

L’ANGOLO DEL PROF: UNA MORATORIA PER FIORAMONTI

Chi segue con attenzione il blog, ricorderà che avevamo dato – fra i pochissimi – piena apertura di credito a certe proposte del Ministro Fioramonti, in particolare all’idea di tassare le merendine (copyright obamiano, peraltro); poi, già il Ministro aveva perso più di qualcosa con la bislacca idea di giustificare gli scioperanti pro-Greta, ma volevamo salvare l’afflato ambientalista del neo-Ministro; in settimana, però, egli è diventato ufficialmente non più salvabile: i birbanti de Il Giornale, tra l’altro, ne hanno scovato interventi passati on line a dir poco imbarazzanti, per un uomo di governo; ed infine, giusto venerdì, la goccia che fa traboccare il vaso: la sua polemica contro il modo di insegnare la Storia, polemica che ci costringe ad intervenire, perché tacere proprio non ci riesce.

Secondo il Ministro, insomma, bisogna andare oltre a ciò che c’è scritto sui manuali (che scopertona, eh, che scopertona!), e non bisogna ridurre lo studio della Storia ad una serie di date, di nomi di figure importanti e di battaglie (facendo la caricatura di come si fa Storia nella scuola odierna, ove semmai – come scritto non so quante volte – un pochino di nozionismo basico d’antan, anche geografico, sarebbe da recuperare, e subito); e questa critica così ponderata ed intelligente, chi gliel’ha suggerita? Nientepopodimeno che il figlioletto, eh…il quale, ovviamente, secondo il Ministro sarà del tutto legittimato a mettere bocca non solo sulla qualità dei docenti, ma anche dei programmi e del metodo di studio applicato. Continuiamo così, mi raccomando, continuiamo così…

Ps 1 Oggi cade l’anniversario dell’assassinio di Anwar al Sadat, il leader egiziano – successore di Nasser dal 1970 -, che fu massacrato il 6 ottobre 1981 da un commando di Fratelli musulmani; era un leader che aveva saputo fare la guerra (quella del Kippur, sfruttando l’effetto sorpresa, in modo certo opinabile ma efficace), e poi la pace (accordi di Camp David, 1978, con Nobel annesso). Una figura che andrebbe ricordata di più, e fatta conoscere ai giovani (non al figlio del Ministro, che altrimenti, poverino, magari si annoia…).

Ps 2 Polemica di Roberto Burioni contro il Master di omeopatia all’Ateneo senese (Pino Di Blasio, sulla Nazione di oggi); noi avevamo lanciato l’allarme per primi, illo tempore, su questo master in effetto placebo. Veniamo comunque a sapere dal pezzo, con una certa soddisfazione, che l’anno scorso il numero minimo di partecipanti non fu raggiunto.

Ps 3 Quasi in chiusura dei Mondiali di Atletica leggera in Qatar, chapeau alla colligiana Irene Siragusa, ultima staffettista della 4×100 femminile, arrivata in finale (non succedeva dal 1991), raggiungendo il diritto di partecipare alle Olimpiadi di Tokio. Il Senese, dunque, anche come terra di velocisti, non solo di grandi mezzofondisti degli altopiani.

Ps 4 Martedì, per il nostro consueto appuntamento de “Il martedì senese” alla Comunale (che riprende dopo quello meritoriamente dedicato a Federica Angeli: ubi maior, minor cessat), si segnala un appuntamento curioso, speriamo anche divertente ed istruttivo: si presenterà “Il vernacolo e modi di dire senesi”, a cura dell’Auser e del Liceo artistico Duccio di Buoninsegna. Il buon Lello Ginanneschi ne parlerà, insieme allo scrivente. Il quale, per stasera, non scrive più…

28 Commenti su La domenica del villaggio: Cina, Retequattro, Fioramonti (e 4 Ps)

  1. Mefistofele scrive:

    Ieri sera, caro Eretico, ho visto Mieli su Raistoria che parlava di Che Guevara, per l’anniversario della sua uccisione in Bolivia. Quanti intellettuali-editorialisti di fama oggi fanno le pulci agli altri, ma negli anni Sessanta inneggiavano a Mao, sterminatore del suo popolo senza pietà? Solo alcuni hanno chiesto scusa, la maggior parte fa finta di niente. Che schifo…

    • A.B. scrive:

      Si dice sempre che la storia la scrivono i vincitori, ma il caso di Che Guevara e della rivoluzione cubana è uno dei pochi in cui la partita è terminata con un pareggio.

    • Paolo Panzieri scrive:

      Io invece ho visto – di passaggio per carità – un pochino del sinodo sull’Amazonia, Bergoglio, i cardinali e gli aborigeni con le piume in testa, esibiti un po’ come al circo Barnum, e mi domando se e dove quest’uomo abbia davvero intenzione di traghettare quel che resta della sua chiesa in questo millennio.
      Mi chiedo, inoltre, se avrebbe mai indetto questa kermesse se al potere ci fosse stato ancora il suo amico Lula (od i suoi epigoni).
      Ed in questo mi riallaccio direttamente alle tue giuste riflessioni.
      Pregiudizio politico e faziosità, piuttosto che onestà intellettuale, sembrano essere la cifra di questi tempi oscuri.
      Infine, ho il dubbio che gli accorgimenti ecologici adottati (bicchieri, bottiglie etc. ) siano solo un orpello, una moda riferibile alla piccola Greta. Ma questo è solo un dettaglio …
      Di certo, prima di pontificare (che sarebbe poi il suo mestiere) su qualunque cosa, credo che il Papa dovrebbe pagare almeno l’IMU sugli immobili non destinati al culto.
      Prima di parlare soltanto di accoglienza, migranti ed integrazione a carico degli altri, dovrebbe aprire le porte anche solo di alcuni dei molti conventi ormai vuoti a sua disposizione, razzolando bene dopo aver predicato (che sarebbe un altro suo compito) evidentemente male.
      Ed infine prima di parlare di Amazonia magari perché non si parla un po’ di Italia, anche di Siena in particolare?
      Il Papa è l’ultimo monarca assoluto sulla faccia della terra, anche più assoluto del presidente degli stati uniti, e non può dopo tutti questi anni continuare a fare l’oppositore in casa sua (a Santa Marta dalle suore …) senza tentare di risolvere niente (IOR, preti pedofili, lobby gay etc. etc.)..
      Quindi, sistemi i suoi prima di occuparsi dei problemi degli altri.
      Per approfondire il tema consiglio caldamente i pezzi reperibili in rete dello scatenato Antonio Socci, che in altri tempi avrebbero già bruciato insieme a Giordano Bruno (il bomber della Lazio che fu!?!) o a qualche altro eretico dichiarato di nostra conoscenza.
      Tutto ciò per concludere che concordo perfettamente sull’abolizione dell’insegnamento della religione, soprattutto se a spese dello Stato laico, ma gestita dalla curia.
      Quanto invece al crocifisso, un simbolo che trascende – per fortuna – qualunque chiesa (ce ne sono centinaia tra qui ed il nuovo mondo), lasciamolo stare per favore.
      Costituisce – piaccia o no – il fondamento della nostra civiltà, incarna i nostri principi, indipendentemente dagli uomini, che oggi, come nel passato, ne fanno o ne hanno fatto la loro insegna.
      Un povero Cristo in croce: questo ci rappresenta sicuramente tutti alla fine.
      Se a qualcuno, poi, non piace guarderà altrove ed invece dei tortellini mangerà il kebab.
      Non omologhiamo, globalizziamo, socializziamo, uniformiamo sempre tutto.
      Il mondo è bello proprio nelle sue diversità.

      • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

        Ottimo intervento. Concordo sul povero Cristo, peccato che sia troppo paziente perché sarebbe bello che qualche volta si staccasse dalla croce, scendesse e cominciasse a bastonare tanti pretoni e falsi religiosi. La domenica scorsa alla messa nell’omelia si esultava la povertà contro la dannata ricchezza ed io pensavo a quanto sia ricca la Chiesa cattolica. Penso che il Vaticano sia uno degli Stati più ricchi della Terra alla faccia della povertà.

        • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

          Riguardo ai migranti il nostro Francesco potrebbe fare tante cose invece di mandare solo i missionari, poveri agnelli trai lupi, ma gente capace e ben pagata (ingegneri, insegnati ecc.) considerando i soldi che sono nelle casse vaticane (Evviva la povertà! Degli altri). Mica la povera Greta dovrebbe andare a battere i pugni all’Onu, ma il nostro Papa. Figuriamoci, le parole non costano nulla, i fatti invece parecchio. Come si dice? Armiamoci e partite.

        • Giacomo rossi scrive:

          Se il Cristo dovesse scendere dalla Croce bastone alla mano, te saresti uno dei primi a subir legnate….”respingendo forzatamente i migranti al mittente senza nemmeno farli scendere sul bagnasciuga”!

          • A.B. scrive:

            Se Mosè dovesse risalire sul Monte Sinai, scolpirebbe queste parole sulle tavole della legge…

          • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

            Caro amico della Boldrina vai a leggere il commento chiarificatorio nel precedente blog. E ricorda chi predica bene e razzola male (il Vaticano) è destinato all’inferno nel girone degli ipocriti.

          • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

            Guarda che la minoranza dei migranti viene da zone di guerra o carestia, la maggioranza ha l’obiettivo di andare nei paesi del Nord Europa. E poi non nominare il Cristo invano perché loro sarebbero i primi a farlo fuori come stanno facendo tanti loro fratelli mussulmani integralisti a chi non è della loro religione.

  2. Al-Mutanabbi scrive:

    Ho letto l’intervento di Fioramonti sull’insegnamento della storia, che non deve passare come una divulgazione in stile Trono di Spade. Ordunque, da (ex) storico, a me piace assai capire i flussi della storia, le dinamiche, il perché si sia arrivati a determinate fasi, il motivo per cui esse siano concatenate. Questo, a mio avviso, è il senso dell’insegnamento scolastico ed accademico della storia. Tuttavia, per raggiungere questo livello, bisogna conoscere in dettaglio, come dice l’Eretico, date, siti geografici, nomi e cognomi di chi questi flussi li ha poi costruiti. Inutile passare direttamente alla “fase 2” delineata da Fioramonti, se non si sia ben fatta la “fase 1”. Con particolare attenzione alla storia contemporanea, mai troppo studiata dagli studenti prima dell’Università (almeno credo, manco dai banchi di squola da un po’ di anni…). Tutto ciò provoca “fatica” a volte: bene così, dato che per capire bisogna approfondire. E poi fare un passo indietro, destrutturare e ricominciare. Ma sono tutte fasi che, senza base, non si ottengono, nè si possono ipotizzare.

    • A.B. scrive:

      Io penso che ai ragazzi si dovrebbe trasmettere la passione per la conoscenza del nostro passato. Quello che mi preoccupa guardando i miei figli è il loro supremo disinteresse nei confronti di tutto quello che non sia presente, non considerano il passato e quindi non hanno neanche visione del futuro. Il nozionismo e le date forse passano in secondo piano. Come sempre chi studia sarà in grado di sfangare interrogazioni e compiti vari (ed è già qualcosa), ma il più delle volte rimangono date piantate in un deserto. Per non dire che oggi con un telefonino in un secondo possono togliersi qualsiasi dubbio si affacci nelle loro menti.

      • Al-Mutanabbi scrive:

        Vero. Però vanno sapute (a maggior ragione se la tecnologia aiuta). Ed in più penso che sia fondamentale verificare il metodo di comunicazione, come per tutto quanto si dibatte. Esempio concreto: andate su YouTube a guardavi qualche seminario di Alessandro Barbero, soprattutto di storia militare e capirete quanto sto dicendo.

    • Roberto scrive:

      Squola?!?!!?!!?!?!?!

  3. VEDO (di nuovo) NERO scrive:

    La Storia è una materia molto importante, ma fragile. Sul passato recente quanti revisionismi, silenzi sul passato, bugie poi svelate e via dicendo. Uno degli esempi più evidenti la strage taciuta per decenni nelle foibe in Istria e forse ancora non abbiamo finito. La Storia purtroppo la scrivono i vincitori. Ricordate la grande figura di Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosvelt? Ora si ipotizza che avesse saputo in anticipo dell’attacco imminente dei giapponesi a Pearl Harbor e non avesse fatto nulla per allertare la base americana perché aveva bisogno di avere un pretesto valido per entrare in guerra. Migliaia di americani mandati al macello per entrare, pur con validi motivi, in un altro macello. Forse sarà per questo che i programmi scolastici fanno partire la storia dagli Assiri e Babilonesi perché più ci avviciniamo ai tempi moderni è sempre più difficile capire come andarono veramente le cose. Meglio partire sempre più lontano per arrivare tardi alla meta pericolosa e soggetta a tante verità spesso contrapposte. In un tempo recente Stalin e Mao, tanto per fare dei nomi, erano delle grandi persone ora sono solo dei dittatori sanguinari al pari di Hitler e compagnia. Non dimentichiamo che nel 1939, la Russia, allora faro di civiltà degli ex comunisti, d’accordo con la Germania nazista invase la Polonia scatenando la seconda guerra mondiale; poi le cose andarono in una maniera diversa trai due delinquenti, Stalin ed Hitler, per molto tempo il primo venne venerato dai nostri militanti italiani, paragonato addirittura a Garibaldi. Invece era tutta un’altra cosa. Ah la Storia! Com’è difficile raccontare la verità!

  4. Beppe scrive:

    Anch’io vorrei dire la mia opinione sull’omeopatia, da vecchio (anzi, antico) medico e come sempre la dico in un sonetto. E grazie all’Eretico per la sua ospitalità.

    Omeopatia

    Va molto oggi l’omeopatia,
    di medicine dosi minimali
    per curare qualsiasi malattia
    dell’uomo, non però de l’animali,

    loro un lo sanno mica cosa sia,
    sicché un li pòi ingannà, per i su’ mali
    ci vòl farmaci veri. In farmacia
    i farmaci omeopatici attuali

    li trovi tutti e un fanno male a niente,
    nemmeno bene, però se ci credi,
    com’è al momento per diversa gente,

    possan guarire i mali immaginari,
    ma se li dai a un bambino quei rimedi
    gli effetti sono nulli, più che rari.

  5. Leonardo Zangani scrive:

    Questo “cosi detto” Papa va in amazonia per beatrificare Che Guevarra….tra argentini si intendono….

  6. Lucia marzi scrive:

    Leggo con stupore che il sig. Vedo nero ha fatto anche L’insegnante di religione, e mi domando quali siano stati i suoi insegnamenti ai bambini(?) E quali i suoi apprendimenti! Soprattutto in quale parte del Vangelo ci sia scritto di favorire i respingimenti forzati di persone in difficoltà!
    Complimenti al clero per la selezione dei docenti!
    E complimenti a questo insegnante! Un vero modello da cui trarre ispirazione
    Ps. Data la sua laurea in teologia, ci spiegherebbe nel trittico Dio patria e famiglia dove è la relazio e tra Dio, Gesù e il metodo fascista?
    O dove si coerentizza il cristianesimo con il liberismo di destra?
    Se sa rispondere…altrimenti anche contributi di altri, come Socci, timoniere ecc…
    Poi potremo parlare dell’opportunità della irc nelle scuole!

    • Paolo Panzieri scrive:

      Gentile signora Lucia,
      posto che davvero non saprei proprio scegliere tra fascismo e comunismo per la palma di ideologia più bestiale e disumana della storia e che quindi lascerei proprio perdere il passato, venendo al presente Lei personalmente quanti migranti (i.e. clandestini per chiamarli col loro nome, come prescriveva Rosa Luxemburg) direttamente in casa sua (quindi in natura) o comunque indirettamente (pagandone le spese o con le Sue tasse) sarebbe disposta a mantenere?
      La domanda delle 100 pistole – alla fine – è solo questa.
      Non possiamo accoglierli tutti, perché accoglierli vuol dire dar loro – come minimo – casa e lavoro e l’Europa – giustamente – se ne frega e se ne disinteresserà … sempre, perché sbarcano da noi.
      Quindi, visto che abbiamo oltre cinque milioni di poveri italiani, in aggiunta a tutti i migranti nullafacenti già sbarcati, che a occhio ormai sono qualche altro milioncino anche loro, come facciamo?
      Li prendiamo come schiavi per raccattare i pomodori oppure i carciofi, come dice la ministra Bellanova?
      Li mandiamo a spacciare o a battere per alzare almeno il PIL sommerso, oppure li utilizziamo come donatori coatti per assicurare il trapianto a qualche maledetto riccastro lesionato?
      Non credo proprio sia questo che Lei vuole ….
      Non sarebbe, quindi, veramente il caso di farla finita con questo buonismo da quattro soldi???
      Non ne faccio una colpa a Lei, sia ben chiaro: dal papa in giù è un continuo ripetere il mantra dell’accoglienza.
      Ma visto che ci riempiamo tanto la bocca col concetto di “sostenibilità”, per esempio in campo ambientale, non sarebbe forse il caso di provare ad applicarlo anche al cosiddetto fenomeno migratorio?
      Anche perché – è dimostrato – i migranti che non vengono integrati poi si radicalizzano (altro termine che Rosa contesterebbe sicuramente) e poi commettono stragi di (presunti) cristiani autoctoni e non ….
      Dunque, ragioniamo con la nostra testa, per favore.

      • A.B. scrive:

        Abbiamo metà del paese in stato di abbandono, paesi spopolati anche ad un tiro di schioppo dalla nostra città. Abbiamo un tasso di invecchiamento ed un deserto demografico da brividi. Abbiamo metà dei lavori che hanno storicamente rappresentato i primi gradini della scala sociale ignorati dai nostri connazionali doc. Da che mondo è mondo gli esseri umani dove vedono un buco ci si infilano, e poi finisce pure che con i contributi ci pagano le nostre pensioni. Avvocato via, non mi parli di buonismo, parola insopportabile che lei ama propinarci, perché io potrei risponderle che si tratta semplicemente di buon senso. Il buon senso che non hanno i politici che la rappresentano, anche perché commette un altro errore: per lei migrante e musulmano evidentemente sono sinonimi, ma dei governanti intelligenti magari potrebbero favorire la migrazione cristiana invece di lottare contro i mulini a vento, dato che il vento della storia soffia dritto contro di noi.

        • Paolo Panzieri scrive:

          Caro A.B.
          il buonismo è la degenerazione del buon senso, come la demagogia lo è della democrazia.
          Mi rendo conto che per molti siano la stessa cosa, questo è il vero problema ….
          Per questo occorre ogni giorno marcarne la differenza.
          Sull’Islam il discorso è lungo secoli ed occorrerebbe forse un blog dedicato.
          Per quanto ci può occupare in questa sede il fatto è che non puoi integrare chi non intende integrarsi.
          Non si tratta di buonismo, ma di prosciutto (di tacchino, mi raccomando) sugli occhi.
          Chi invoca toni pacati, comunque, non dovrebbe ogni volta rifarsi al nome del padre accusando di fascismo questo o quello soltanto per metterlo “democraticamente” a tacere.
          E’ una operazione stantia e controproducente ormai soprattutto per le idee che si vorrebbero affermare.
          Il risultato politico mi pare sotto gli occhi di tutti ….

          • Paolo Panzieri scrive:

            Per chiudere il discorso vorrei raccontarvi – per una volta – un caso pratico.
            Si rivolge a me una giovane signora romena da 10 anni in Italia con lo sfratto esecutivo e nessun posto dove andare.
            Parlava italiano meglio di tanti autoctoni, con quel pizzico di accento toscano che – diciamolo – ci garba sentire.
            Il marito lavorava nell’edilizia e lei in una impresa di pulizie.
            Gente per bene, educata e rispettosa, le cose vanno per il meglio, decidono di mettere al mondo un figlio.
            Non lo avessero mai fatto.
            La madre, nonostante la legge ed il sindacato, perde subito il lavoro.
            Al padre fallisce (come tutte del resto) l’impresa edile.
            Quindi, non riescono più a pagare l’affitto e sopravvivere ….
            Chiedono aiuto ai servizi sociali.
            Un tempo c’erano le case del Comune per gli sfrattati alle Taverne …
            Adesso non più, tutte piene – Renzie regnante – di migranti.
            Dal Comune, quindi, nessun aiuto, la risposta è: arrangiatevi.
            Parlo con l’assistente sociale. Riesco a rinviare in qualche modo lo sfratto. Lo faccio volentieri, gratis.
            Cosa sia successo dopo non lo so ma penso che siano tornati tutti in Romania.
            Bene, quello che mi domando io: ma non era meglio aiutare qualcuno meritevole, già integrato che abbiamo da 10 anni già qui piuttosto che andare a cercarne altri, come facevano all’epoca, addirittura con le navi della marina militare?
            E comunque, se non siamo in grado di aiutare nemmeno quelli che abbiamo, come possiamo solo pensare di prenderne altri?
            Scusatemi se per una volta ho parlato di me, ma l’impressione è che spesso tanta gente proprio non sappia qual è la realtà.
            Non tutti possono essere liberi aquiloni….

          • A.B. scrive:

            Per me sono ancora in Italia. Scommettiamo?

          • Paolo Panzieri scrive:

            Non capisco davvero il tuo commento, ma scommettiamo pure …. Ne sarei veramente contento. Tu no ? Non ci voglio credere.
            Sarebbe l’apoteosi del buonismo, per non dire l’anticamera della pazzia.
            Ma trattandosi ormai di un paese di pazzi furiosi ci potrebbe anche stare ….

    • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

      Leggi meglio. Non sono mai stato insegnante di religione, ma allievo. Io comunque resto sempre del parere che fare scendere i migranti è un errore. Non possiamo ospitarli tutti. Dovremmo andare noi in Africa per aiutarli. I soldi ci sarebbero. Finora sono state fatte solo chiacchere. Sarebbe un’iniziativa difficile, ma se anche l’Unione Europea, l’ONU, invece di criticare ci dessero una mano sarebbe tutto più facile. In Italia i poveri aumentano senza sosta, pensionati, esodati, cassa integrati e via dicendo, con l’arrivo di queste persone si va alla futura guerra tra poveri. Il buonismo è solo ipocrisia. I buonisti dai loro salotti eleganti, lontani dal mondo reale, con i loro privilegi parlano e straparlano senza giungere a nulla. Ipocriti. E qualche brava persona purtroppo ci casca, ci crede; in fondo li capisco, ma se si informassero di più per vie meno ufficiali come la RAI, Mediaset cambierebbero idea. Io ho sempre letto i giornali sia di destra che di sinistra, bisogna santire sempre tutte le campane. La verità non è mai univoca.

  7. Lucia marzi scrive:

    Cocnordo con i commenti sensati.
    Non possiamo accoglierli tutti.
    Occorre una politica migratoria compartecipata non solo con l’Europa ma con le nazioni unite. Il problema è mondiale e non solo europeo.
    Servono governi egovernanti che si confrontino sui temi cercando possibili soluzioni.
    Noi, in questo ospitale spazio, possiamo solo sfogare le nostre idee al netto delle dinamiche socio economico Politiche che ci circondano e sovrastano.
    Usando toni miti e costruttivi.

    • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

      Domandina facile facile per chi è con questo governo di buonisti generoso nelle promesse avaro nel mantenerle. Ora che la Turchia ha invaso il Kurdistan com’è che i nostri governanti pacifisti si sono solo limitati a protestare mentre altri Paesi come l Germania e Francia hanno smesso subito di fornire armi alla Turchia? E l’ente inutile ONU che fa? Nulla, conferma solo, purtroppo, la sua inutilità. Quante proteste sono state indette a favore dei curdi e contro Erdogan? Se non sbaglio nessuna. Eppure i curdi hanno combattuto gloriosamente l’ISIS. Prepariamoci ad una grande ondata di profughi che giustamente dovranno essere accolti da noi e l’Europa. Questi non sono migranti in cerca di fortuna come la maggioranza finora ospitata. Ed il Papa Francesco che fa? Parole e basta. Missionari, volontari, soldi e preservativi ci vogliono per risolvere il problema dell’Africa. Di positivo non gli manca il sole e quindi con tanti pannelli solari e tanta volontà si potrebbe estrarre l’acqua dal deserto. Non creeremmo certo la foresta, ma abbastanza vegetazione e frutti della terra da cominciare a fare una vita più umana. Altro che andare a cercare l’acqua su Marte; è nel Sahara che va trovata. Troppo semplice, ma tutto questo darebbe fastidio a troppe multinazionali e poteri forti (compreso il Vaticano) e quindi tante chiacchere buoniste ipocrite.

  8. VEDO (di nuovo) NERO scrive:

    Fuori tema, ma abbastanza rilevante. Il Nobel della Pace è stato dato ad una persona meritevole e veramente di pace. Dovrebbe essere aiutato maggiormente dalle varie Organizzazioni umanitarie, a cominciare dal finora ìnutile ONU. Altro che Gretina ragazzina plurisponsorizzata dalle multinazionali e mandata allo sbando. Tra un anno nessuno si ricorderà di lei. Non ce l’ho con lei, è una vittima, ma con tutto il marcio ipocrita che c’è dietro. Se vogliono veramente fare qualcosa per il clima comincino a mettere delle sanzioni agli USA signor Trump, alla Cina, alla Russia ed a gran parte dei paesi dell’Oriente. In Europa già qualcosa la stiamo facendo; loro poco o niente.

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