Eretico di SienaLa domenica del villaggio: un libro, un film, Lucrezia (e 5 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: un libro, un film, Lucrezia (e 5 Ps)

Eccoci giunti al nostro appuntamento cultural-domenicale: si parte con l’ultimo libro del professore di Storia greca del nostro ateneo, Marco Bettalli; poi, recensione dell’ultimo film di Roman Polanski (86 anni, e non sentirli); per quanto concerne la rubrica “L’angolo del prof”, una storia da raccontare ai propri studenti, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulla donna.

5 Ps per chiudere, infine; buona lettura a tutti!

LA GUERRA DEGLI ANTICHI, SECONDO BETTALLI

Fra i tanti, gran bei libri che abbiamo avuto l’onore di presentare in questo novembre in Comunale, c’è bisogno di spendere qualche parola per uno che è davvero un libro da regalare (oltre a quello ereticale, ovviamente: che però esce il 10 dicembre): “Un mondo di ferro – La guerra nell’Antichità” (per Laterza, 24 euro spesi benissimo, date retta); suggerita per intanto la lettura della recensione che in settimana ne ha fatto Luciano Canfora sul Corriere della sera, io mi limito a prendere uno spunto – fra i tantissimi – che vengono suggeriti dalla lettura del libro (che ha un corredo di carte geografiche, di cronologia – si arriva fino alla battaglia di Azio, 31 a.C. -, di note e soprattutto contiene una bibliografia ragionata davvero notevole).

Lo spunto concerne il fatto che lo stato di guerra quasi permanente – per gli antichi Greci (Ateniesi compresi, sia chiaro!) e per i Romani – fosse consustanziale al loro modo di vivere la quotidianità: i periodi di guerra dichiarata sono nettamente superiori a quelli di pace, e la primavera segnava pressoché sempre l’inizio delle grandi campagne militari, invece che i fine settimana al mare; c’è di più: come sosteneva Polibio (citato in tal senso da Bettalli a pagina 217), “una prolungata assenza di guerre, almeno a Roma, era vista con preoccupazione, perché avrebbe potuto rammollire i cittadini”. E l’autore insiste opportunamente sul fatto che la diplomazia (vedasi il dialogo fra gli Ateniesi ed i Meli, peraltro) veniva sempre vista con diffidenza estrema, perché una vittoria diplomatica poteva dare adito al sospetto di non avere voluto imbracciare le armi. Perfino Socrate – ricorda Bettalli, a pag. 14 – di fronte a coloro che lo dovevano giudicare, volle ricordare, prima di ogni altra cosa, di avere servito come oplita nella da poco terminata Guerra del Peloponneso: se si era cittadini della polis, si era soldati, punto e basta.

La nostra generazione – beata lei, sia benissimo chiaro – è abituata alla Pace, non più alla Guerra; ed è anche così, inevitabilmente, che si spiegano tante cose della società di oggi, come antropologi seri documentano da decenni: certe manifestazioni, di violenza estrema, negli stadi (ricordiamoci dove è nata la guerra della ex Jugoslavia, per esempio), oppure certe curiose nostalgie per periodi assai bui. Fino al punto che – come le operazioni delle forze dell’ordine in tutta Italia dimostrano – oggi, come sempre sulla scia del peggio che importiamo dagli States (black friday compreso), è ottimistico parlare di pulsioni neofasciste: essendo le stesse, ormai, superate da quelle neonaziste, con contorno di ipertatuate Miss Hitler d’ordinanza…

UN CAPOLAVORO: “L’UFFICIALE E LA SPIA”

Passano gli anni, non si placano le controversie giudiziarie incentrate sui suoi rapporti con le donne (con polemiche annesse:ma non ha mica vinto il Nobel, no?), però la qualità registica di Roman Polanski resta straordinariamente alta; con il suo “L’ufficiale e la spia”, il grande regista firma una delle sue opere migliori in senso assoluto, squadernando un film dalla chiara impronta anche didattico-documentaristica (nel senso più nobile del termine, alla Rossellini), con in più un’impronta di impegno civile.

Rispolverare l’affaire Dreyfus, nel 2019, può dirci tanto; in particolare, queste due cose (per esigenza di sintesi): che l’antisemitismo – lo scriviamo per l’ennesima volta – non è mai stato monopolio dei tedeschi, ma nel periodo prehitleriano era diffusissimo, ad ovest come ad Est dell’Europa (una sequenza del film ricorda esplicitamente la Kristallnacht hitleriana: ma siamo nella Parigi di 40 anni prima!); ed ancora: l’importanza dell’intellettualità, almeno illo tempore, nel fare cambiare le cose; l’aria inizia a girare quando il coraggioso tenente Picquart (un misuratissimo Jean Dujardin) va a raccontare la sua storia alla stampa e a Zola, che poi vergherà il suo celebre “J’accuse” sulle colonne de “L’aurore” (23 gennaio 1898, inizio dell’epoca dell’engagement intellettuale migliore, oggi quasi svanito: per colpa degli intellettuali, certo, ma anche per altri motivi, sui quali tante volte siamo tornati). Zola, Anatole France e un manipolo di altri liberi pensatori seppero fermare l’ingiustizia, in quella Francia dilaniata dall’affaire Dreyfus.

Un film dunque da vedere, da raccomandare, verrebbe quasi da dire da obbligare: a partire da quell’incipit – in campo lunghissimo, che poi stringe sempre più, fino al momento della degradazione di Alfred Dreyfus – ambientato nella spianata de Les invalides. Un inizio di film che varrebbe, da solo, il prezzo del biglietto.

 

L’ANGOLO DEL PROF: LUCREZIA

Non è facile spiegare il tema della violenza sulla donna, senza cadere nella retorica e, soprattutto, senza dire cose scontate all’ennesima potenza (peraltro, all’interno delle classi, non si deve esitare a proferire ciò che è scontato: perché spesso lo è per noi, quasi mai per i ragazzi); ecco che la penna di Tito Livio, una pagina del suo celebre “Ab Urbe condita”, può davvero venirci incontro: la vicenda della giovane e virtuosissima Lucrezia, la quale si suicida con il pugnale per il senso di colpa introiettato dopo essere stata violentata da un maschio arrogante e spietato (che minacciava financo di rovinarle la reputazione, essendo pronto a fare fuori uno schiavo insieme a lei, lasciando così intendere che tra i due ci fosse una liaison), è forse la più apta. La raccomando vivamente ai colleghi, non solo ovviamente ai latinisti (c’è anche un meraviglioso Sodoma, che raffigura la citata Lucrezia).

Anche per capire una cosa, da una parte rassicurante, dall’altra assai deprimente: se moltissimo resta da fare per tutelare in concreto le donne, rispetto al periodo della fine della monarchia romana moltissimo è stato fatto. Consoliamoci così, che è meglio…

 

Ps 1 Sant’Ansano, ergo un paio di cose culturali a sfondo senesissimo; si parte con il tris di Accademie (Intronati, Rozzi, Fisiocritici), che hanno organizzato una due giorni di pregevole livello, per indagare le “tracce di reciproche influenze” tra Leonardo e la cultura senese (il genio vinciano dovrebbe essere passato per Siena, ed i rapporti con Francesco di Giorgio Martini sono ben noti); per quello cui ho potuto assistere, davvero ottimo il livello della due giorni. Restiamo in attesa che gli atti vengano pubblicati, e ne riparleremo molto volentieri.

Ps 2 Sant’Ansano, bis; ieri pomeriggio, la Tartuca ha presentato una pubblicazione dal valore archivistico notevole: “Libro primo di deliberazioni della Contrada della Tartuca (1663-1702)”, a cura di Giovanni Mazzini e di Flores Ticci. Una ricostruzione per tabulas del passato remoto (pre-Violante, tra l’altro) della Contrada. Un piccolo, grande cadeau che si riverbera – come giustamente sottolineato da Giovanni Mazzini alla conferenza di presentazione – verso tutte le consorelle, compresa l’ex alleata Chiocciola.

Ps 3 40 anni fa, il boxeur italiano, poi americanizzato, Vito Antuofermo affrontava Marvin Hagler, da campione del mondo in carica dei pesi medi; un incontro che senza retorica si può definire epico: il pugile italiano dimostrò di essere davvero un hombre vertical, un incassatore ai limiti dell’umano. Pareggiò, senza andare ko contro The marvellous, dunque restò campione. Poi la carriera andò in discesa, ed Antuofermo si mise a fare l’attore, peraltro non in film di serie B (come Hagler). Brutto, molto brutto che Vito Antuofermo sia quasi caduto nel dimenticatoio…

Ps 4 Programma ricco anche a dicembre (figuriamoci se ci ferma il clima di festa!): si parte con il botto, martedì alle 17,30; in Comunale arriva Marco Vichi, a presentare – ovviamente introdotto e stimolato all’uopo dallo scrivente – il suo ultimissimo romanzo “L’anno dei misteri Un’indagine del commissario Bordelli” (Guanda). Correva l’anno 1969, nel romanzo vichiano…

Ps 5 Una volta tanto, siamo papisti: si può dire che questo Black friday ci ha un pochino rotto, anzi parecchio? Tra l’altro, una ricerca francese indica come il risparmio per i consumatori sia minimo (circa il 2% medio), oltre che essere, tutta la filiera, particolarmente inquinante. Mah…

 

 

23 Commenti su La domenica del villaggio: un libro, un film, Lucrezia (e 5 Ps)

  1. A.B. scrive:

    Bell’ elzeviro, caro Eretico.
    Qualche commento riguardo alla recensione sullo stupendo film di Polanski. Sono intanto contento che sia una coproduzione italiana, con Barbareschi produttore (e anche presente in un cameo). L’attore sta passando i suoi guai per l’Eliseo, ma in questo caso ha dimostrato come si possano produrre film su argomenti oggi “pericolosi” pur partendo da posizioni politiche fuori dalla mainstream culturale italiana. Come scriveresti tu, chapeau.
    Secondo osservazione, anche se off topic, comunque contigua, ho letto su twitter delle esternazioni strabilianti di un professore ordinario del nostro ateneo, che pensa di potersi fare esegeta del “pensiero” di Adolf Hitler. Il nostro ateneo si è trovato nel centro del ciclone e vedremo come ne uscirà, ma il quadro che si delinea nel senese, tra Chesitruppen, punti di riferimento accademici e commentatori vari nei social, diventa almeno imbarazzante. Tanti indizi fanno una prova?
    Una domanda finale, nell’Italia di oggi i vari Zola, Anatole France e Clemenceau come sarebbero definiti (anche da molti tuoi amici), “manipolo di liberi pensatori” o sinistri radical chic col rolex?

    • Eretico scrive:

      Caro A.B.,
      ti rispondo al volo all’ultima: temo “sinistri radical chic con il Rolex”…però c’è anche da dire che tra un Anatole France e l’intellettuale medio odierno, c’è un abisso…

      L’eretico

  2. manunta scrive:

    Visto il recente dibattere sul blog di molti cittoni e cittone sanesi sulla figura e le idee del bon colonnino e sul opportunita’ delle sue apparizioni mediatiche eretico sponsorizzate,
    sciuri e sciure sanesoti ,in vostra cittade avete ben di piu’ e ben di meglio del sor Lello a far discorsi a traverso.

    https://www.sienanews.it/toscana/siena/hitler-siena-antiemite-siena/

    Il dotto Castrucci filosofo e docente universitario sanese pare si sia spinto ben piu’ in la’ del sor Lello.
    A suo dire l’ Adolfus spicopaticus fu’ defensore della civilta’ europea,tanta robona eehh.
    Che sia lui il teorico di riferimento al quale i miliziani nazionalsocialisti del sovicillinois si sono ispirati??

    Che sia sempre lui uno dei maitre a penser delle esternazioni antimambrucchiche c’ hanno affollato il blog ultimamente??
    Sienina piu’ modestamente del bon adolfo pare decisa a difendere non la civilta’ europea ma la civilta’ sanesota .

    W il pancosanti w il costoleccio w il buristo( di cinta senese eehh) longa vita al gotto.
    Et semper vade retro foresti

    Ps. Pare che l ottimo Raffa abbia a volte ardite idee nella scelta degli opinionisti …. bon per voi che a volte qualcuno declina l offerta.

    Pps Leonardo sulle lastre?? e ceeerto cheddi’ se un fosse venuto a ispirassi in tanta culla di sapere e civilta’ ,se un avesse pocciato dalla lupa arebbe compicciato poco.
    Vai mettetevi in fila, gia’ i vani gallici lo reclaman come cosa loro.
    Siete in buona e matta/vana compagnia come scriveva l Alfieri il quale( lui si per davvero) in siena soggiorno’ e bene ebbe a conoscervi.

    Sicche’ vi tocca ,parte Vittorione(satira V misogallo) e indegnamente seguita manunta

    Gente piu’ matta assai della senese
    or vedria Dante nostro se vivesse
    se come io l odo udir ei pur dovesse
    tutto di millantarsi la francese

    Celine rispadellato alla sanese
    Castrucci a siena questo v’ ammannisce
    l idea bene s’ intende in do’ la prese

    matta sienin che sempre ci stupisce
    massima summa di vana matteria
    cittade che poco e mal capisce

    che di follia fa’ pregio e vanteria
    e all alma mater par che di recente
    diritto insegni e folosofia* * disciplina senesota docg

    un dotto sanesota un gran docente
    di certe discipline assai grottesche
    che bene rappresentan vostra gente

    aahh, non sono discipline Leonardesche

    o ridicoli!!!!

    • Eretico scrive:

      Caro Manunta, sul caso-Castrucci ovviamente torneremo (nel post avevamo anticipato che, ormai, l’essere neofascisti è roba soft, da educande, bisogna arrivare diretti al neonazismo), per intanto segnaliamo che il Senato accademico ha deciso di presentare una denuncia in Procura versus il suo stesso professore, oltre ad un procedimento interno; quanto alla due giorni leonardesca, credo proprio che nessuno volesse sostenere che Leonardo è diventato chi è diventato grazie a Siena aut similia. Siena è piena di pseudointellettuali che la vogliono esaltare a priori, sempre e comunque; ma non tutte le volte funziona così, credo sia giusto e più che legittimo il ricordartelo…

      L’eretico

      • manunta scrive:

        Ben fanno l accademici senatori, che sian forse
        preoccupati del possibile calo d iscritti a seguito dell exploit
        del docente in questione??
        Sarebbe un duro colpo per l economia cittadina, se diminuisse il numero
        dei salmoni/studenti , ma c’e’ gia’ pronto l antidoto.

        Via via il 6 tuttinpiazza a cancellare l onta caduta su’ sienina ,
        perbacco gia’ taluni malevoli foresti ciaccolano su’ decime mas, milizie
        nazionalsocialiste, ora anche il docente filoceline.
        Bastera’ il salubre olio omega tre delle sardine a controbilanciare
        il sentore d olio di ricino che certi maligni foresti annusano
        sulle lastre???
        Anche se adesso urge che tra i promotori metta il capino fuori qualche
        citto/citta autoctona,(finora latitanti) ma a sto’ punto certo si faranno avanti in prima linea……. o no??
        Caro Raffa, peccato che Germi sia morto da un pezzo , non ci resta che sperar nella Wertmuller , o chesso’ in Virzi’.

  3. manunta scrive:

    A vostra scusante prevalente sul aggravante

    fagni la tara tanto son tarati
    la gente rinserrata e poco varia
    i popoli poco rimescolati

    accumulan la tara ereditaria
    la scienza pare l abbia dimostrata
    siccome l ha mostrato gia’ la storia

    bestia vaccin sul tufo relegata
    che mena vanto di tale tristezza
    e crede d essere lei razza pregiata

    consideri dunque la sua stoltezza
    di bestia vaccina sfortunata e lezza

  4. quello di gracciano scrive:

    Ricordo di aver assistito ai tre incontri per il titolo di Antuofermo….con Corro,Hagler e Minter. Avevo 10 anni….che bello era il pugilato di notte sulla Rai…..
    Antuofermo incassava ai limiti dell’incredibile

  5. Mefistofele scrive:

    Ho appena parlato con un amico che era ad ascoltare Marco Vichi alla Comunale: pare sia stato un incontro molto interessante, per presentare un autore particolare, molto apprezzato fra gli appassionati di noir italiani (meriterebbe una fiction di quelle fatte bene). Ho visto il programma di dicembre, in cui oltre a Vichi mi pare che spicchino l’incontro con l’ambasciatore Sergio Romano e il pomeriggio su Cosimo I, con l’augusto padre a svettare (Dio, o Zeus, ce lo conservi).
    Non ho invece visto programmata la presentazione dell’annunciato libro dell’Eretico: non è prevista per niente, o il blogger vuole evitare conflitti di interesse facendola altrove? Nel caso sarebbe da 15 minuti di applausi a scena aperta.

    • Eretico scrive:

      Caro Mefistofele,
      scusandomi per il ritardo: la presentazione del mio “Il professor Ugo Popolizio” in effetti si terrà alla libreria Senese il 12 dicembre alle 17,30, proprio per evitare ogni potenziale conflitto di interessi. A breve, maggiori dettagli saranno on line…

      L’eretico

  6. stefano pardi scrive:

    la levata di scudi, sempre con toni apocalittici e esgitati, di meloni e c. su bella ciao cantata da gentiloni tradisce l’indole nostalgica di questi politicanti il cui maquillage democratico si scioglie come neve al sole. ne è conferma la NON presa di posizione di alcune forze di maggioranza del comune di siena in merito alle dichiarazione del prof.(?) castrucci, suggestionando cosa potrebbe accadere se a livello nazionale truppe di estrema destra camuffate acquisissero pieni poteri…una deriva che si puo’ evincere anche dai post pieni di odio, minacce, e allusioni xenofobo razziste e autoritarie ,sempre maggiori, in questo blog, che l’eretico fa bene a non censurare in modo che i più moderati , e ce ne sono, si rendano conto di chi potrebbero essere i loro compagni di vaiggio

    • Eretico scrive:

      Caro Stefano,
      ti ringrazio per l’avere ricordato la non censura del blog (che poi, ogni tanto – per “merito” di qualcuno che nel blog le vorrebbe solo dare ma non prendere -, mi fa avere problemi giudiziari e richieste di risarcimento: ne scriverò a breve); sul Caso Castrucci, c’è comunque un intervento del Comune, ma soprattutto – sia consentito dirlo e scriverlo -, a questo giro la patata bollentissima è certo più dell’Università, che del Comune, converrai: e non solo perché il professor (per ora) Castrucci ne è dipendente, ma anche perché ormai è palese che chi è cascato dal pero, diciamo che è stato un pochino distratto, visto che, sia oralmente che per scritto, il professore seguace di certe idee era attivo da mesi, se non da anni.

      L’eretico

    • Fradiavolo scrive:

      Se permette singolare anche l’indole di Gentiloni e dei socialisti europ€i: cantanti di “bella ciao” e fedeli esecutori di politiche neoliberiste.

    • Flavia scrive:

      Bella ciao è un canto di liberazione invasori /ex alleati , che potrebbero cantare tranquillamente anche quei popoli che sono usciti da ogni dittatura di ogni colore…anche e soprattutto rosso, in quanto per primo ha tradito gli ideali di libertà e di uguaglianza.
      È un canto comune a tutti coloro che sono stati oppressi da un potere detenuto con la forza.
      E dunque emerge svilire la vera natura di coloro che si indignano al sentire quelle melodie, che dovrebbero invece essere patrimonio di tutti coloro che hanno a cuore la libertà

      • Fradiavolo scrive:

        Si tuttavia, nel caso specifico, sembra che i progressisti €uropei siano più per la libertà dei popoli a parlole ed in favore di telecamera.

        • Flavia scrive:

          Come i nostri moderati sembrano più democratici a parole che nei fatti: impressionante come sia a livello locale che nazionale i vertici non riescano a dichiararsi antifascisti, trincerandosi dietro lo scudo di libertà e democrazia!
          Non sono brava nella logica… ma se uno non si dichiara antifascista ne consegue che sia fascista…ma non gli si può dire perché si inalbera( non offende…inalbera!)

    • Daria gentili scrive:

      Il sig. Padri è un osservatore attento e in questo caso non mi trova contraria a censurare atteggiamenti estremistici che fanno capolino in questi giorni nelle nostra sienina ( dal mio punto di vista in aggiunta al suo pensiero, io li censuro anche perché danno il pretesto della caccia al mostro a quelle forze politiche che amministrando sia a livello locale che nazionale, non hanno fatto che danni, non sanno più rispondere ai bisogni della gente e riescono a coagularsi solo contro i vari ismi….sovranismo, razzismo, fascismo ecc….)
      Da osservatore attento, ripeto, qual è , Pardi mi dovrebbe dire la sua su un altro fenomeno che, proprio in questo momento,noto in città.
      Mi riferisco al fatto che hanno iniziato a far sentire la loro voce, con manifestazioni, proteste ecc, organizzazioni – specie una – che negli anni passati sono state silenti, anzi, perfettamente integrate al “ potere “, avendo espresso sindaci, consiglieri di amministrazione di Banca, ecc. Con i risultati visti. Mi riferisco, se non si fosse capito, a un sindacato, particolarmente attivo. Si fa politica o si fa sindacato? O……..

      • Stefano pardi scrive:

        Il sindacato è un’organizzazione funzionale alla difesa dei diritti dei lavoratori e alla promozione del lavoro. In questo contesto si interfaccia anche e soprattutto con la politica( le amministrazioni) e quegli enti controllati, nonché con le aziende sia private che partecipate.
        In questo senso fare sindacato e fare politica sono sinonimi : spesso il sindacato interviene quando la politica ( come per esempio il caso della sds) si dimostra incapace, incompetente ed autoritaria, ma soprattutto inefficace.
        Talvolta le organizzazioni sindacali hanno fatto degli errori, cui nessuno è immune, e per questo sono state invise all’opinione pubblica, salvo poi advocarsi quando vengono lesi i propri diritti.
        Penso che al di là degli errori non si possa fare a meno del sindacato, senza il rischio di una deriva autoritaria e ricattevole.

        • Daria gentili scrive:

          Titolo del suo intervento : Là differenze che passano tra la teoria………e, purtroppo, la pratica!

          • Stefano pardi scrive:

            Esattamente come il titolo del non intervento dell’amministrazione de mossi….Fra il dire e il fare…

  7. Michele S. scrive:

    Buongiorno,
    vorrei che mi aiutaste a capire alcune cose,lungamente dibattute in città e su questo blog.

    1-Se io,per scelte/studi/ideali/convinzioni personali,preferissi Hitler a Stalin e Mussolini a Churcill dove starebbe il problema?i “gusti”personali in quale codice penale sono diventati istigazione o apologia?

    E se affermassi che l’Italia è stata liberata dagli alleati e non dai partigiani,quale reato commetterei?

    Il problema sta che,se lo afferma un docente universitario(non a lezione,badate bene,ma su twitter)è reato mentre se lo sostiene un libero professionista no?

    Io credo che,anche in una sede processuale,gli esiti non sarebbero affatto scontati…fermo restando che siamo in un’epoca di perbenismo estremo.

    • A.B. scrive:

      A mio parere il problema non è “l’indole personale”, ma il fatto che i suoi gusti li deve motivare e ci deve spiegare in maniera estremamente precisa perché preferisce un pazzo sterminatore ad un dittatore sanguinario. Il professore lo ha fatto e nel farlo ha dimostrato con poche parole di giustificare o meglio, approvare l’operato di Hitler. Libero di farlo muovendosi sul sottile crinale tra libertà di pensiero e reati penali, ma non trovo strano che un ateneo possa decidere di licenziare un docente di filosofia del diritto che manifesti una linea di pensiero non coerente con i criteri adottati nel proprio regolamento. Ma stia tranquillo, alla fine come al solito non succederà niente, il professore continuerà sia ad insegnare che ad esternare via social. Scommettiamo?

  8. Gabriele Maccianti scrive:

    Due note sparse:
    1. Sto leggendo il libro di Marco Bettalli e lo trovo (nei limiti delle mie conoscenze di storia antica) veramente notevole, ricchissimo di spunti e libero da incrostazioni ideologiche di qualsiasi genere (ovvero: evitare di giudicare il passato con il metro culturale di oggi, di cui giustamente tiene pure conto nel dialogo con il lettore). Vorrei rimarcare con soddisfazione che quest’anno due libri ‘prodotti’ a Siena, quello di Duccio Balestracci sul Palio e questo di Marco Bettalli stanno ottenendo importanti riscontri a livello nazionale. Una bella notizia!
    2. L’ufficiale e la spia. Molto bello, davvero: magari dieci minuti in più per dare una maggiore caratterizzazione ai personaggi, alle ragioni dellel loro scelte, e renderli dunque più vivi non sarebbero stati per un’eresia.

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