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La domenica del villaggio: coronavirus, ma non solo, suvvia…

Beh, dopo una settimana così drammatica, con un crescendo inevitabile di interventi dell’autorità governativa per cercare il contenimento del Covid-19, come si fa a fare come domenica scorsa, ignorando (o quasi) la onnivora notizia? Ergo, anche la consueta rubrica culturale si piegherà un pochino alla cogentissima attualità, senza però dimenticare, per l’appunto, di essere una rubrica che cerca di produrre Cultura.

E preparando queste puntate, per Siena Tv, dedicate alle precedenti pestilenze della Storia (“Coronavirus: fra Storia e Letteratura”, titolo provvisorio: in onda a partire da questa settimana, in orario che comunicheremo), vi posso assicurare che di elementi e spunti di riflessione – fra l’oggi ed il passato, remoto ed anche prossimo – ce ne sono in estrema, e copiosissima, abbondanza.

Domenica essendo (e di coronavirus, poi), buona lettura a tutti, e ricordiamoci di pensare sempre con la nostra testa, finché è possibile…

I TRENI DELLA SPERANZA (AL CONTRARIO)

Stiamo vivendo tempi che entreranno nei libri di Storia, di questo ci rendiamo tutti conto (forse anche chi i succitati libri ben poco li frequenta); ed una delle immagini che resteranno, anche nell’immaginario di noi coevi agli eventi, è di certo quella dell’assalto ai treni di ieri sera-notte, alla stazione Centrale di Milano, per andare da Nord a Sud (il contrario, esatto, dei treni della speranza, che mettevano in atto l’emigrazione interna): gente che si accalca per cercare di salire su una carrozza, con i trolley invece delle valigione di cartone. Con questi nostri concittadini, è ben difficile essere weberianamente avalutativi: come si fa a non vedere come il guicciardiniano “particulare” prevalga, di una spanna abbondante, sull’interesse pubblico e collettivo, tra l’altro dei loro stessi parenti, magari genitori-nonni? L’intervento di De Luca e degli altri Governatori delle Regioni del Sud mi è sembrato lucido e condivisibile (ed anche questo, entrerà nei manuali di Historia, statene certi).

Come avevamo scritto prima del 21 febbraio (data del coronavirus acclarato sul suolo italico), noi non siamo la Cina, non possiamo imporre misure identiche, soprattutto perché poi non abbiamo i mezzi per farle rispettare; il fatto, però, non è solo che non siamo la Cina (cosa che, per lo scrivente, è pur sempre un gran bel vantaggio, pur sapendo che oggi molti invocano una stretta cinese), è che anche il coronavirus ci fa vedere che abbiamo fatto l’Italia più di un secolo e mezzo or sono, ma non abbiamo ancora fatto gli italiani. Vale per i connazionali che ieri si sono precipitati a scappare sui treni, a Milano; vale per i nordici che, fino ad oggi stesso, hanno continuato a farsi i fine settimana nel Bel paese (portando ossigeno al comparto turistico, ci rendiamo conto, ma insomma…).

Chissà, insomma, cosa avrebbe detto un certo Massimo D’Azeglio, di fronte a quegli italiani che, ieri sera, si premuravano con ogni sforzo di raccattare l’ultimo posto contendibile nel treno della speranza (cioè di consolidare il virus al Sud)? Già, chissà cosa avrebbe pensato…

 

MONTANARI VERSUS SGARBI

A margine del coronavirus e della sua gestione, in settimana si è sviluppata una durissima polemica fra Tomaso Montanari e Vittorio Sgarbi; due storici dell’Arte entrambi di grande valore, entrambi con la passione politica (con Montanari che però incarichi pubblici, per ora almeno, non li ha mai presi); chi segue con attenzione e da tempo il blog, sa bene quante volte ci siamo schierati a favore delle battaglie dello storico dell’Arte fiorentino Montanari (che tiene anche una sempre stimolante rubrica sul Venerdì di Repubblica, oltre ad insegnare all’Università per stranieri di Siena).

E non ci piace affatto la polemica, come al solito fuori registro, di Sgarbi, che attacca oggi i virologi e gli infettivologi come ha attaccato per anni (e lo farà di nuovo, tranquilli) i magistrati. A capo basso, senza senso della misura.

Ciò detto, il godere di una Firenze o di una Venezia (o di una Siena) quasi prive di turisti – questa la posizione di Montanari, esposta sul Fatto -, non è solo una mancanza di rispetto per chi comunque di turismo vive, ma esprime una concezione oggettivamente, in re ipsa, elitaria della fruizione dell’Arte, la quale, così esposta, ci pare francamente inaccettabile. Per capirci ancora meglio, ci batteremo sempre – come Montanari – per limitare gli eccessi da “venezzizazione” (nell’accezione peggiore) del turismo, come abbiamo sempre fatto; ma gioire del fatto che le piazze storiche siano vuote (e le terapie intensive strapiene), ci pare davvero sia il passo più lungo della gamba.

In questo caso, insomma, parafrasando un tristissimo slogan dei Settanta, noi non stiamo né con Sgarbi né con Montanari. Così è, se vi pare.

L’ANGOLO DEL PROF: LEZIONI EN PLEIN AIR, PER ZEUS

Questa è stata la settimana della chiusura delle scuole, di ogni ordine e grado: misura necessaria, che ha forse l’unico difetto di essere arrivata tardivamente. Le scuole si stanno attivando con la didattica digitale, o a distanza che dir si voglia; una grossa mano la potrebbe dare la Rai – come suggerito autorevolmente da Aldo Grasso sul Corriere della sera odierno -, attivando una sana tv pedagogica (Grasso cita, prima ancora di “Non è mai troppo tardi” del maestro Manzi, il Telescuola – correva l’anno 1958 -, con cui molti ragazzi italiani potevano seguire corsi di alfabetizzazione, laddove la scuola non arrivava proprio).

Quanto allo scrivente, si proverà a portare avanti un esperimento (speriamo bene): didattica en plein air (si parte martedì mattina, in Fortezza); a distanza di sicurezza (di certo, standoci più attenti di quando i ragazzi sono in giro da soli), si proverà ad insegnare qualcosa della Storia e non solo della loro città, a questa generazione-coronavirus. Ovviamente – come ho detto a Laura Valdesi sulla odierna Nazione – il tutto è su base prettamente volontaria, previo assenso del Dirigente scolastico e dei genitori di ogni partecipante. Vi terremo informati degli sviluppi, ad ogni buon conto.

Ps 8 marzo, Festa delle donne; due suggerimenti culturali, di spessore non retorico: in primo luogo, si consiglia la lettura di una commedia plautina – della quale si ha un remoto ricordo liceale – che narra della diseguaglianza salariale fra i sessi (“Rudens – La gomena”, a cura di Silvia Stucchi, per la gloriosa casa editrice Marietti, che compie il bicentenario in questo 2020). Un Plauto che non ti aspetti.

In secondo luogo, segnalato dal Venerdì di Repubblica di questa settimana (pagina 89), la ristampa, per i tipi di Ortica (100 pagine, 10 euro), de “Il monopolio dell’uomo” di Anna Kuliscioff (dieci spanne sopra al Metoo, se permettete); la quale, nell’anno del Signore 1890, scrive una frase da scolpire nel travertino, per la sua intrinseca profondità diacronica:  “Il primo animale domestico dell’uomo è stata la donna”.

10 Commenti su La domenica del villaggio: coronavirus, ma non solo, suvvia…

  1. Renato scrive:

    Un paese allo sbando, con un governo di incapaci messi lì da Bruxell! Questo Coronavirus sarà la pietra tombale dell‘ Italia e dell‘ Europa! Game over!

    • Carlo scrive:

      Giuseppi Conte e questo governicchio sono allo sbando, sono totalmente in confusione… fermateli prima che sia troppo tardi. Una vergogna. Mattarella complice del disastro

    • Flavia scrive:

      …e un sacco di gentaglia come te che peggiorano la media della popolazione!
      I tuoi politicanti avrebbero senza dubbio fatto meglio….s’è visto!!!

      • Carlo scrive:

        Se siamo in questa situazione è colpa di questo governicchio di scappati di casa messo li da quello zombi che ogni tanto tirano fuori dal frigorifero.

        • A.B. scrive:

          E se ci trovassimo in questa situazione perché il livello di civiltà espresso dai nostri connazionali è pari al suo?

  2. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Siamo ottimisti dai, l’incubazione è di 14 giorni, intanto potremmo rinforzarci con una vita sana tipo andare a letto presto, non strafogarci di cibo spazzatura, ecc., magari anche senza sfumazzare le porche sigarette. Ridurremmo la percentuale di ammalarci. Potremmo risanarci anche la mente mettendosi comodi a letto leggendo un bel libro o guardare alla tele un bel film, comico magari per risollevare il morale. Insomma prenderla con filosofia. Considerando i tempi, alla fine di aprile cominceremo a stare molto meglio in tutto il territorio nazionale. Sarà anche un’occasione per capire che la salute è importante e chi ci amministra dovrebbe spendere più soldi per lo stato sociale invece di ridurre gli ospedali ed i posti letto per ottenere dei risparmi purtroppo dirottati per aumentare privilegi di chi già ne usufruiva senza nessun vantaggio per il cittadino comune. E’ bene che qualche capetto politico ora sia in quarantena almeno capisce come vive la gente comune. Un commento sulla giornata delle donne: brave quelle persone che a Pisa hanno imbrattato i muri con slogan femministi, non è certo un’iniziativa utile alla causa della donna. Persone stupide ed autolesioniste. Complimenti all’Eretico per la gita istruttiva in Fortezza, falli lavorare col cervello questi ragazzi, giovani menti da incanalare nella giusta ragione e nel giusto pensiero.

  3. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Non solo coronavirus. Ursula Gertrud von der Leyen. Sapete chi è quella brava persona che volle a tutti i costi mettere in ginocchio la Grecia ed ora manda diversi soldi per aiutarla a bloccare una massa di profughi che se venissero, giustamente, accolti andrebbero di sicuro nella sua Germania, ma la signora non li vuole perché rischierebbe le prossime elezioni nazionali. Erdogan, il turco, che fa una guerra bombardando città siriane e poi ci manda i profughi nonostante l’UE gli faccia un generoso omaggio per bloccare l’emigrazione, il bravo uomo invece di spendere per questi disperati non fa nulla per smettere una inutile guerra. La socia Germania che fa sparare a questi disperati e poi elogia e premia una loro connazionale che, facendo immigrazione clandestina di gente che è in gran parte per motivi economici, non solo non ha rispettato l’altolà delle vedette della finanza italiane, ma l’ha speronata una. L’Italia ormai schiava dei capricci dell’Unione Europea che dovrà pagare per la missione contro i profughi siriani. Tiriamo le somme e vediamo che ci aspettano tempi veramente duri anche perché ora noi col coronavirus abbiamo bisogno di un aiuto dai nostri soci europei, ci tengono per le palle. Che l’Inghilterra ci aveva visto giusto? Non lo so, ma forse l’Italia si doveva fare rispettare nell’ambito dell’UE di più; ora è ormai troppo tardi. Tutto questo sta passando sottotraccia per colpa del coronavirus, ma ne sentiremo presto le conseguenze.

  4. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Eretico aspettiamo un tuo commento sulla visita guidata in Fortezza. Com’è andata? Hanno appreso qualcosa i tuoi ragazzi? Gli hai fatto ammirare il panorama della Città che si vede dai bastioni della Fortezza?Comunque il tempo vi ha voluto bene perché oggi c’è bel sole. Meglio così.

    • Eretico scrive:

      Niente visita, purtroppo: un intervento dall’alto (della scuola) lo ha impedito, in limine; mi dispiace, soprattutto per i ragazzi che sapevo ci avrebbero tenuto.
      Con il collega Nicola Valente giovedì mattina saremo in loco per girare un po’ di materiale, che riverseremo su YouTube,per i ragazzi e non solo: per tutti, insomma…

      Da stasera iniziano i tre appuntamenti con “Coronavirus, tra Letteratura e Storia” (Siena Tv, ore 21,05; poi, sul sito della stessa emittente).

      L’eretico

  5. Flavia scrive:

    Fa impressione lo sciacallaggio dei giornali, parlamentari ed elettori di destra!
    Fin dal primo momento hanno accusato il governo di fare il contrario salvo poi sostenere il contrario di quanto affermato e sparlalato contro l’Italia all’estero . Internet aiuta…basta leggersi l’ultimo mese delle prime pagine dei quotidiani!
    E la gente comune( di destra) infischiandosene delle disposizioni, Gisella, fa aperitivi, festeggia elezioni vinte….
    Adesso si riparte con l’uomo forte al comando( il supercommissario) senza rendersi conto che è il popolo, se responsabile, a fare la differenza!
    C ‘è pochezza di contenuti, di relazione, di intelletto! D’ questo il vero virus che ci ammala …compresa me che non sono immune a idee deviate ma cerco con il pensiero logico e razionale di contrastare le sciocchezze che si sentono dire e che si vorrebbero fare strada dentro di me.
    Poca cultura, poco amore, poca empatia, poco rispetto….e spesso l’esempio di gente per bene( come l’eretico con le sue lodevoli iniziative) non viene assimilato, ma solo strumentalizzato da chi ha la coscienza nera…indelebile!

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