Eretico di SienaSiena ai tempi del coronavirus (III): partite Iva, corsa, Aids (ed una proposta) - Eretico di Siena

Siena ai tempi del coronavirus (III): partite Iva, corsa, Aids (ed una proposta)

Oggi assistiamo ad una fusione tra le due rubriche: quella cultural-domenicale (“La domenica del villaggio”), ormai consolidata da anni (non mi ricordo neanche più quanti), e nella quale oggi, fra le varie cose, avremmo ricordato il grandissimo attore svedese Max von Sydov, icona bergmaniana (e non solo: era anche “L’esorcista”, per dirne un’altra); bisogna però aggiungere la nuova rubrica – che non avremmo voluto inaugurare, sic – , arrivata già alla terza puntata. Si parla di Siena, dell’Italia, un po’ anche del mondo, alle prese con il coronavirus: il quale – è una delle poche certezze granitiche che ci sono – ci accompagnerà per parecchie settimane, cioè mesi. Diciamo che sarebbe l’optimum, se si riuscisse a stabilizzare il tutto per giugno.

Buona lettura a tutti, domenica (di coronavirus) essendo!

LAVORO AUTONOMO VERSUS DIPENDENTE

L’emergenza del Covid-19 è anche (per alcuni, soprattutto) un’emergenza economica; a questo proposito, fra le varie considerazioni che pare lecito sottoporre ad una riflessione pubblica: la forbice tra lavoratori salariati e partite Iva. Diciamo pure che una crisi come questa segna la rivincita, clamorosa, del pubblico e del privato garantito sul lavoro autonomo (fino a quando non salti il Sistema nel suo complesso, si capisce); da sempre incazzati per la questione fiscale, con le loro ritenute alla fonte, i lavoratori dipendenti (quorum ego, ovviamente) oggi conoscono una posizione, anche quelli a salario medio-basso, di assoluto vantaggio rispetto alla platea degli altri. Almeno da questo punto di vista, siamo fra quelli che la notte possono prendere sonno, in linea di massima.

Per quanto potrà ristorare il Governo (che ci pare stia facendo promesse francamente non mantenibili, quantomeno per tutti: come si fa a trovare i soldi per il bonus baby-sitter, di grazia?), è chiaro che il tracollo ci sarà. E lo slogan secondo cui “nessuno perderà il lavoro per il coronavirus” è solo una pietosa, pietosissima bugia che si dice al capezzale di tantissimi (il minor numero possibile, speriamo) che il lavoro lo perderanno, eccome se lo perderanno.

Alcuni osservatori ed esperti dicono che sarà tutto il mondo del lavoro, in quanto tale, a cambiare: mah, difficile dire; a questo proposito, la Storia ci dice cose di segno molteplice, positive e negative. Di positivo, per ora, vedo solo che gli stessi sindacati, dopo gli scioperi bianchi di questa settimana, si stanno ponendo nell’ottica che la Salute è IL bene primario, per il lavoratore: cosa che negli ultimi anni – vedasi il Caso Ilva, e non solo – non era poi così scontata…

CORRERE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Eccoci ad un altro problema assai spinoso fatto emergere da questa emergenza, a livello sanitario-sportivo: per sgombrare subito il campo da potenziali equivoci, non è una fisima da fissato del podismo (o, di certo, non è solo questa); dopo la consueta tonnellata di dubbi ed incertezze sull’interpretazione, dal Ministero dell’Interno, il giorno dopo il Decreto che ha chiuso (quasi) l’Italia, si evince che – rispettando ovviamente le distanze di sicurezza, ed evitando assembramenti – la corsa e la passeggiata en plein air sono consentite. Bene, anzi benissimo così.

Per tanti motivi, ma in particolare per uno su tutti: in questo contesto, il “nemico pubblico numero uno” è il coronavirus, dunque i virologi giustamente devono essere i più ascoltati e seguiti. Non c’è dubbio. Ma prima o poi questo bubbone passerà. e la parola tornerà ai diabetologi, ai cardiologi, agli oncologi e via dicendo: ai quali toccherà avere davanti, nei propri ambulatori finalmente riaperti, una italica popolazione ingrassata ed inflaccidita ancora più dell’abituale (per tacere del consumo – pare già alle stelle – di ansiolitici et similia).

Cerchiamo tutti, dunque, di trovare un, pur difficilissimo, punto di equilibrio: il Sistema sanitario – non ci vuole molto a capirlo – non è solo terapie intensive, e può saltare non solo per il coronavirus.

L’ANGOLO DEL PROF: QUANDO CONOSCEMMO L’AIDS

Moltissimo da dire sulla didattica digitale, ma per questa settimana si passa assolutamente oltre (anche per non compromettermi).

In un pezzo certo stimolante (“Prova di maturità per una generazione baciata dalla sorte”, Corriere della sera, 11 marzo, pag. 19),  lo scrittore Antonio Scurati ha autorevolmente scritto una cosa che ritengo in parte discutibile; Scurati, cinquantenne, ha vergato che questa – per chi, come anche lo scrivente, appartiene a questa generazione – è la prima prova cogente da affrontare. Da un certo punto di vista, ha ragione, ma possibile che Scurati – che scrive romanzi con la pretesa del rigore storico – non ricordi l’irruzione dell’Aids nelle nostre vite di adolescenti, per Zeus?

L’impatto sociale non è paragonabile a quello, oggi, del coronavirus: non trasmettendosi per via aerea (nonostante qualche idiota che lo sosteneva ci fosse, ovviamente), non ci fu bisogno di quarantenare l’Italia, neanche alla lontana. Però, in ispecie dopo che si capì che il contagio non riguardava solo omosessuali e eroinomani (la “peste di Dio”, ricordate?), beh l’Aids era un qualcosa che interagiva, per sottrazione, sulla quotidianità. Mentre gli ottuagenari – oggi giustamente in ambasce – potevano stare tranquilli (non c’erano neanche Viagra e Cialis, tra l’altro), la generazione di Scurati era alle prime armi con quella complessa sfera dell’umano agire e sentire che è il sesso, e come si poteva restare immuni dalla paura?

A questo proposito, l’altro giorno al Campo scuola (quando ancora gli spogliatoi erano fruibili, sia chiaro), è stato tirato fuori un meraviglioso aneddoto che riesce a descrivere il contesto dei primi Ottanta, cioè all’inizio della strage targata Aids; un notissimo docente di Educazione fisica (ancora ben vivo, grazie a Zeus), davanti ad un gruppetto di 13enni (15enni?), ebbe ad esclamare, proprio sull’erbetta del succitato campo scuola:

“Oh ragazzi, bisogna avere occhio, eh, con questo Adidas (versione personalizzata di Aids, Ndr); voi non fate i cretini: continuate a lavorare di mano, e non vi può succedere niente, capito?”.

Quando si dice un autentico maestro di vita…

 

Ps Canti in Fontebranda, grande successo e rimbalzi all over the world; stasera l’appuntamento alle 21, sempre dai balconi: in momenti come questi, tutto ciò che fa coesione identitaria va bene, e ciò che unisce deve superare ciò che divide, secondo la nota lezione del pragmatismo americano; si aggiunge, da par nostro, un’altra cosa: in prospettiva di rilancio turistico (alto e basso, basso e alto), sarebbe bene che i senesi-amanti di Siena più noti nel mondo, da Gianna Nannini a Hisham Mathar (Premio Pulitzer: appena pubblicato per Einaudi “Un punto d’approdo”, libro che esalta la pittorica Scuola senese) si attivassero; ognuno potrebbe scegliere un’opera d’arte, un pezzo della città e dedicarle un suo contributo, da rilanciare tramite tutti i canali possibili ed immaginabili. Chi ha in mente altre forme similari o altri personaggi, mi contatti, anche in privato.

26 Commenti su Siena ai tempi del coronavirus (III): partite Iva, corsa, Aids (ed una proposta)

  1. alberto bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

    Fuori tema.
    Una premessa ed una domanda.
    La premessa:
    Dal 1946 la sinistra italiana ha sempre avuto bisogno di un nemico da combattere; De Gasperi, Pella, Scelba, Fanfani, Tambroni, Andreotti.
    Il nemico serviva per unire soprattutto la base ed impedire la varie fronde che sarebbero inevitabilmente nate dopo gli anni ’70.
    Ed ecco arrivare il grande nemico Craxi e subito dopo Berlusconi fino ad arrivare all’oggi con Salvini.
    Tralasciando i disastri quando sono andati al potere (velo pietoso) mi sorge spontanea la domanda:
    (la domanda è abbastanza personale e se non ve la sentite potete anche non rispondere).
    Ma voi che avete votato e continuate a votare per il PCI (ha cambiato più volte nome ma il succo è sempre lo stesso)avete sofferto molto quando vi hanno fatto il lavaggio del cervello ?
    Si prega astenersi dall’anonimato.

    • Fradiavolo scrive:

      Egregio parafrasando un vecchio direttore dell’Avanti direi che molti nemici molto onore.
      Dal punto di vista macro economico possiamo affermare con certezza che in Italia i salari reali sono cresciuti dal 1946 in maniera costante fino al 1976 anno corrispondente al massimo storico elettorale del PCI (34% 228 deputati e 116 senatori).
      Dopodiché una decrescita costante dei salari reali secolare con gap crescente rispetto alla produttività.
      Forse molti nemici per il pci si traduce con molti nemici per i lavoratori?

      • manunta scrive:

        Beeh , si puo’ anche affermare che lo statuto dei lavoratori , fu’ partorito da un governo dc psi , (commissione giugni/brodolini) ,e che le garanzie verso i lavoratori, li introdotte , vennero cassate dai giovani
        pargoli del pd, e che quando cio’ avvenne il pd di Renzi raggiunse il 40% dei voti, cio’ conferma quanto scritto.
        Del resto caro frate non ci si deve meravigliare , leggiti le dichiarazioni
        del pci , prima della votazione in parlamento per l approvazione dello statuto dei lavoratori nel 1970.

        La legge non ricevette l’avallo dei comunisti: «Il Pci si è astenuto per sottolineare le serie lacune della legge e l’impegno a urgenti iniziative che rispecchino la realtà della fabbrica», scrisse l’Unità del 15 maggio a pagina 2, «il testo definitivo contiene carenze gravi e lascia ancora molte armi, sullo stesso piano giuridico, al padronato». Alla Camera intervenne Giancarlo Pajetta, che sottolineò i punti più negativi del provvedimento ad avviso del PCI: l’esclusione dalle garanzie previste dalla legge nei confronti dei lavoratori delle aziende fino a 15 dipendenti, la mancanza di norme contro i licenziamenti collettivi di rappresaglia.

        Ovvero , prima il pci anni 70, volendo la luna dichiarava inefficace e incompleto lo statuto dei lavoratori.
        Poi 40 anni dopo gli eredi del pci, hanno provveduto a demolirlo

        Ergo mi tocca ribadire che
        1) le cazzate che i militanti /votanti del pci/pd , furono e sono capaci
        di bersi sono roba da guinness book.
        2) A parte Gramsci e forse Berlinguer, il pci pds ds pd , e’ stato costantemente guidato
        da opportunisti/cazzari/mistificatori/squallidi soggetti proni agli interessi stranieri e ultimamente da bimbi minchia ,amebe e protozoi.

        Nb. dal pci al pd, da Togliatti a Dalema sono passati dal sostenere il sistema economico di stampo sovietico , al sostenere l ordo liberismo saltando allegramente tutte le possibili alternative intermedie.
        Cazzari , punto.

        • Fradiavolo scrive:

          Che ti devo dire, io ho solo evidenziato la fredda evidenza dei dati che è quella del secolare discostamento tra crescita produttività e crescita salari che poi è un fenomeno mondiale ben oltre che italiano.
          Le variabili per le cause di questo fenomeno possono essere ricercate in mille modi. Tutti sappiamo però che nell’eterna lotta tra capitale e lavoro il capitale parte sempre avvantaggiato per almeno due fattori: la facilità di concordia tra operatori(sono pochi) e la capacità di espressione diretta o condizionamento indiretto della classe dirigente.

    • manunta scrive:

      https://altadefinizione.style/morto-stalin-se-ne-fa-un-altro-streaming/

      Pe’ i Cacaccia , da non perdere, sublime dark comedy di tre anni fa’ in streaming, co’ Steve Buscemi che fa’un Krusciov da dieci.
      Firme bellino, Cacaccia te un lo so’ se eri nato nel 1948, tien conto che ste’ fave di comunisti co’ i compagno ercoli in testa , a que’ tempi avrebban vorsuto baffone.
      Nb. la delegazione italiana nel 56 al XX congresso pcus ,rimase scioccata, non sapevan piu’ che pesci prendere e cosa raccontare al loro ritorno, alla mandria vaccina dei militanti pci.
      Ma le cazzate che son stati capaci di bersi i pci pds ds pd militanti, dai tempi di Togliatti, Longo, fino a quelli di Dalema, Veltroni,Bersani,Renzi
      Ecc., restan roba da guinness book,
      mistero insondabile dell umana favaggine, del resto ogni “chiesa” ha i suoi misteri, e su’ quelli non si pole’ indaga’ , sicche’ rassegnati.
      E guardati i filme , che e’ dimorto bellino.

  2. Giulia Rivalta scrive:

    Premesso che, da senese, amo la mia città e che condivido la voglia di sostenerci a vicenda, mi chiedo: non sarebbe questa l’occasione per riscoprire un po’ di nazionalismo? Non sarebbe, questa, la situazione per farci forza tra ITALIANI? Dovremmo sostenere con orgoglio lo sforzo quotidiano degli operatori sanitari, ovunque questi operino in Italia. Dovremmo esprimere l’orgoglio per il lavoro dell’equipe napoletana che ha portato all’utilizzo del Tolicizumab per contrastare gli effetti del Covid-19.
    Sui social vedo troppi “particolarismi”: c’è anche chi trova il tempo per ironizzare sulla consegna delle chiavi della città di Siena alla Madonna del Voto……
    Insomma: ben vengano i canti dalle finestre (di cui, peraltro, il copyright è tutto cinese) ma….non sarebbe stata, questa, la situazione per rispolverare Mameli?

  3. Uno della Torre scrive:

    A proposito del discorso corsa, sperando di non essere censurato per la privacy, volevo dire che ieri mattina, in un Piazza del Campo pressoché deserta, ho visto uno che sembrava un americano, anche dal cappellino e dalla maglietta, che faceva tre giri di Piazza a corsa: dai passaggi a San Martino, mi sono accorto che era l’Eretico! Quantomeno coerente con quanto scritto.

    • Unberto scrive:

      Come ha impostato San Martino?
      Ha cambiato passo al casato?
      Aveva i rampini? E il paraombre?

      • Eretico scrive:

        Caro amico torraiolo e caro Unberto,
        diciamo che ho fatto del mio meglio; di certo, ho rispettato il Decreto ministeriale, eh: mi piacerebbe scrivere che di 50enni che sappiano stare ad un solo metro di distanza dallo scrivente, in loco, non ce ne sono, ma purtroppo così non è, per cui – come appena detto – ci si accontenta.
        Comunque, San Martino presa stretta stretta (potrei citare un fantino, ma non è il contesto), e, nella salita del Casato, ho cambiato marcia. Visto che ci siamo: in modo del tutto casuale, alla fine ho incontrato Gabriello Lorenzini, con cui – ad almeno due metri di distanza – ho scambiato qualche impressione. Non paliesca.

        L’eretico

  4. Beppe scrive:

    Risposta a Manunta

    Questa volta dirazzo un pochinino,
    la terzina dantesca voglio usare
    in omaggio a Manunta fiorentino,

    ma un so’ sicuro se ci saprò fare.
    Lui mi contesta qualche rima zoppa,
    ma mi pare però voglia cercare,

    con molta cura, per non dire troppa,
    nell’occhio del vicino una paglietta,
    un moscerino od un filo di stoppa,

    mentre nel suo nemmeno lo sospetta
    ci sia la trave di versi sforzati
    perché ‘l metro non sempre lo rispetta.

    Questo Manunta non l’ho mai ‘ncontrato
    chissà che un giorno un sia la volta bòna,
    per me sarebbe un caso fortunato

    se non mi porta via ‘l viruscorona!

    • manunta scrive:

      I metro va da dieci ‘nfin a tredici
      l’ e’meglio rispettare la cadenza
      che strappucchia’ pe’ vole’fanne undici

      ci si vedra’ se i Raffa c ha pazienza
      di vole’ fare seratina n’ rima
      dentr i su’ covo n via della sapienza

      ai Raffa gli rinnovo la mi stima
      e spero nun gli venga un coccolone
      quando scalando da seconda a prima

      senza teme’ fatica ne fiatone
      forzando l andatura su’ i casato
      E crede a corsa d’ esse un bombolone

      A cinquant anni avvia a calare i fiato
      speriamo che i dotto presidente
      sto’ fatto l abbia bene calcolato

      e si contenti dell andature lente

  5. MARIO ASCHERI scrive:

    sì, bisogna fare qualcosa….ti scrivo perché anche gli ‘augusti’ ogni tanto danno di fori…quandoque dormitat et Homerus!

  6. Anonimo scrive:

    Per ora tutto chiuso, poi che si fa?……

  7. alberto bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

    l’ideee pe’ fa’ qualcosa un mancano.
    Vediamo gli eventi e poi se ne parla.

    P.S. Le chiavi della città alla “Madonna del voto” sono un accadimento abbastanza ridicolo.
    Dal De Mossi non me lo sarei mai aspettato

  8. alberto bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

    x Manunta
    Grazie del titolo, non lo conoscevo.
    Sono nato al Ponte di Romana il 1 Gennaio del 1945.
    Fra i pochi ricordi che ho della mitica ma lontana Firenze, ti posso sottolineare che ho avuto il piacere di conoscere il mitico Altamante – il re dell’ottava – quando mio zio Armando, che aveva una trattoria subito prima del Ponte al Pino, si sentì male ed io, da poco ventenne, andai a dargli una mano come cameriere.
    La salute lo obbligò a lasciare la trattoria e prendere una pensione – pensione Ida – in Piazza Duomo al numero 4.
    Niente vieta di vedersi a bere un goccio.
    Ti parlerò dei personaggi che ho conosciuto a cominciare da un giovanissimo Zena” che già smaniava per “calciare” con gli Azzurri.
    A presto

    • Fede Lenzi scrive:

      Altamante ho avuto la fortuna di conoscerlo anch’io, e ne serbo un ricordo indimenticabile

      • manunta scrive:

        Cacaccia, siccome t hai criticato i sindaco che s affida ai santi der calendario….. e siccome te e i fede(nome omen?) aete rammentato i grande Logli Di Valdibisenzio trapiantato tra greve e arno,allievo di’ Piccardi e di’ Ceccarini e degno epigono del Niccheri
        E siccome a voi ora vi tocca gente come i burroni.
        Mi tocca favvi cronaca.

        Pe’ Siena e pe’ la senese gente
        visto che pare i morbo cronicizza
        I sindaco ha agito prontamente

        Deserto i’ campo desert’ ogni piazza
        lo zazzera e’ partito di scartina
        Del voto la madonna ha messo n lizza

        Di poi la testa della caterina
        E poi san bernardino n processione
        L ultima carta pe salva’ sienina

        Sara’ di fede i noto bombolone
        ovvero la madon di provenzano
        C ha siena sempre dette protezione

        Lo zazzera per ora parte piano
        calando giu’ i Dietallevi Speme
        e di scartina va’ di prima mano

        se la partita come ora si teme
        la sara’ lunga e morto prolungata
        per dei senesi conservare i seme

        la briscola alla fine va’ giocata

        L ore son gravi io direi supreme
        nun paianvi le rime irrispettose
        ne’ tantomeno ciniche o blasfeme
        colei che i manto a protezione pose
        Di Siena nelle situazioni estreme
        Ara’ pieta di genti religiose
        Che contano lor d esse ghibellini
        Mentre salgon di chiesa gli scalini

  9. Vesuvio scrive:

    Buongiorno Eretico,
    voglio congratularmi con te per la bella video lezione che hai preparato per gli alunni della scuola “Cecco Angiolieri “ sulla Fortezza Medicea.
    Questo difficile momento, dunque, deve mobilitare non solo le personalità locali e non, conosciute in tutto il mondo “, in prospettiva di un rilancio turistico per la città “, come tu suggerisci, ma deve diventare un’opportunità anche per i docenti al fine di realizzare un insegnamento che ci viene richiesto da decenni e che, per una serie di motivazioni, che sicuramente conosci, non si riesce quasi mai a concretare: stimolare la curiosità degli alunni, partendo dalla conoscenza della realtà in cui vivono e pungolare, così, la curiosità, l’interesse, la passione per la scoperta attraverso un approccio multidisciplinare su ogni argomento di studio.
    Questo è quello che hai fatto magistralmente in questa video lezione.
    Voglio allora suggerirti di diventare, partendo da questo momento, l’Alberto Angela per gli studenti del territorio, sarebbe davvero un’ottima opportunità per dare un contributo notevole alla scuola, non solo in questa difficile situazione.
    Con stima.

    • Eretico scrive:

      Cara “Vesuvio” (rispetto la privacy!),
      grazie dei complimenti, che devo condividere con il collega, l’architetto Nicola Valente: l’idea è stata certo mia, ma il montaggio – insieme ad un ragazzo della 3 B – l’ha fatto tutto lui. Io, come ben sai, per questo tipo di cose sono un pochino allergico.
      Come anche le tre puntate de “Il coronavirus tra Storia e Letteratura” (rintracciabili facilmente su YouTube), io quello che faccio, lo metto sempre a disposizione di tutti, scuole in primo luogo: con piacere, vedo che qualcuno inizia ad utilizzarlo.
      Grazie, dunque, e ricordiamoci di stringere i denti: noi che siamo stati sullo “sterminator Vesevo” nel marzo del 2014, a settanta anni esatti dall’ultima grande eruzione del 1944: sperando che il Vesevo se ne stia buon buono ancora per un bel po’, ora non sarebbe davvero il momento di risvegliarsi…

      L’eretico

  10. alberto bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

    x Manunta
    Il Sindaco ha confuso Dietisalvi di Speme autore della Madonna del Voto (1267)con il Maestro di Tressa autore della Madonna dagli occhi grossi eseguita nel 1225 a cui si rivolsero i senesi prima della battaglia di Montaperti (1260) e conservata al Museo dell’Opera del Duomo.

    P.S. i senesi continuano a ricordarla come “Madonna occhiona”

    • manunta scrive:

      Codesta una volta era la madonna di Crevole,no via ,o che figurette fa’,nemmeno i patrimonio artistico del territorio conosce?
      Mi tocca insistere e… lancia’ un idea, in caso i morbo s allunghi nfino
      all estate.

      Sindaco studia fai ripetizione
      se invochi protezione di madonne
      Armeno dagni giusta attribuzione

      Cultura e territorio son colonne
      di cio’ che Siena ai mondo puo’ mostrare
      non solo quindi bomboloni e nonne

      se a Siena prospettiva tu vo’ dare
      I palio va’ lasciato pe’ i senesi
      E il resto ben lo devi presentare

      Nell anno ci son ben dodici mesi
      dieci ai turisti e due alle tu’ genti
      ed in que’ dieci molti dindi presi

      se tu farai proposte intelligenti
      Se Siena sei capace a governalla
      son cose che t hai da’ tene’ presenti

      Se i morbo dura, la corsa pe’ falla
      dovrai ‘ngegnatti bene e non pochino
      soltanto i barbaresco nella stalla

      soli l alfiere i duce e un tamburino
      L uno dall altro a un metro di distanza
      Solo i Mossi/ere* sopra i canapino

      Niente tribune di rappresentanza
      e niente genti in piazza rammontate
      ognuno a casa dentro la su’ stanza

      le mascherine a ogni fantino date
      ordine rispettato alla chiamata
      ed abolite siano le nerbate

      Ogni contrada sia rappresentata
      e tutte e diciassette sian ni’ campo
      da’ vecchi fantini ognuna sia montata

      E insieme tutte arrivin ai contempo
      I’ cencio sui carroccio sia calato
      E la citta’ faccia vede’ i su’ stampo

      Poi ni’ palazzo i palio sia portato
      E li sia conservato a testimonio
      Che la citta’ ‘n qualunque modo e stato

      Nun teme nulla, morbo o artro demonio.

      Altro che scianguina’ n ginocchioni davanti all icone.

      Oooh se poi passa prima, come non detto, comunque alle brutte c’e’ da pensacci.

      * inteso sindaco? Lo potresti fare te, da Sindaco VERO superpartes, boia faresti un figurone, vanesio come tu sei, bada ti passo l idea, oohh poi potresti sempre raccontare che te l ha suggerita in sogno …. chesso’
      quarche madonna, scegli te quale, n’ aete tante a sienina che t aresti
      da scegliere…e da confonderti.

  11. alberto bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

    Manunta un fa casino.
    La Madonna di Crevole è uno dei primissimi lavori di Duccio (1284), conservato anche questo all’Opera del Duomo.
    Ti voglio più attento

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