Eretico di SienaSiena ai tempi del coronavirus (X): gramigna, ponti, tedeschi - Eretico di Siena

Siena ai tempi del coronavirus (X): gramigna, ponti, tedeschi

Oggi parliamo del crollo del ponte sul Magra, dell’articolo del tedesco Die Welt sull’Italia e – anche per non spararci un colpo alla tempia, subito – di una cosa senese sicuramente assai più lieve, per quanto interessante; si avvicina la Fase-2, ci dicono: staremo a vedere.

Nel frattempo, in città, si consegnano le mascherine comunal-regionali (con annesse polemiche), e parte l’attività dell’albergo per i malati di Covid-19, pare con mugugni di alcuni residenti di Valli, ove si trova la struttura (hotel Santa Caterina).

 

IL PONTE SUL FIUME MAGRA

In larga parte fagocitato a livello mediatico dallo strapotere informativo del Covid che tutto fa suo, ieri se ne è venuto giù un ponte che, agli inizi del XX secolo, era stato un autentico vanto dell’Italia giolittiana, il ponte sul Magra di Aulla, dove la Toscana cede il passo alla Liguria (o viceversa, ovviamente); fiume importantissimo, il Magra, anche per la Historia romana, ma non facciamola tanto lunga (non è neanche domenica, poi): l’attualità incombe, eccome se incombe, sic.

La buona nuova – se ci può essere – è la mancanza di vittime, ed in questo il contesto quarantenario di certo ha giocato un ruolo positivo; ma la pessima nuova (nel senso di notizia, non di novità) è che a questo giro le giaculatorie – che reputo sacrosante, peraltro – contro i Benetton e famigli, non hanno ragione di essere, a differenza del drammatico caso genovese: qui la culpa in vigilando (si può dire, o bisogna aspettare la Cassazione?) è dell’Anas, sollecitata in ogni modo dalle autorità di Aulla; la quale Anas per ben due volte ha rassicurato, eh.

Il momento è quello che è, ma una raccomandazione, ancora una volta, mi sento di farla: stiamo tutti concentrati sul Covid-maledetto, certo, ma ricordiamoci che in Italia (più che da altre parti dell’Occidente), si può schiantare anche per tante altre cose. Anche nei luoghi che dovrebbero rassicurare quanto a sicurezza. Per finire, su questo argomento; come immagine del Paese verso il mondo, quella del lungo ponte che si affloscia su se stesso, è un qualcosa di a dir poco devastante: mala tempora currunt, et pejora parantur.

 

CAMPO: VERBENA, ANZI GRAMIGNA

Stimolante pezzo di Danielito Magrini, sul Corriere fiorentino odierno (pagina 9); al cospetto di un Campo sempre più verde, Magrini chiede ad un paio di auctoritates  botaniche se sia o meno verbena, quella che rende il Campo virente, ed ovviamente di verbena NON trattasi (questo lo si sapeva); ma non c’è solo la pars destruens, nel pezzo, c’è anche quella construens: va bene, lo sapevamo, nella Piazza del Campo non ci nasce la verbena. Ma che ci nasce, a maggior ragione adesso, di grazia?

Secondo il botanico Gianmaria Bonari, 9 tipi diversi di erbe (!), la principale delle quali è di gran lunga la Eleusine, vale a dire la gramigna indiana: buono a sapersi, davvero; che si fa, allora, si cambia il canto? No, perchè nessuno nelle canzoni popolari cerca in alcun modo la precisione filologica, ci mancherebbe altro; basta saperlo, punto e basta. E quando avremo amici-conoscenti foresti da portare in Piazza (succederà, dai, prima o poi), saremo, almeno botanicamente, inappuntabili…

DIE WELT E LA MAFIA

Sembra di essere tornati ai tempi della celebre copertina (in quel caso era Der spiegel, però) del piatto di spaghetti armato ed insanguinato, per quanto concerne i rapporti fra Germania ed Italia; vale la pena scrivere ciò che tutti sanno (o meglio: dovrebbero sapere) sulle furbizie germaniche a livello europeo, sullo strozzare gli altri con l’austerity, sui precedenti storici (debiti condonati dopo il 1945)? Non stasera, suvvia.

Semmai, a dirla proprio tutta, invece di goffe giaculatorie dimaiane, forse ci sarebbe da affrontare il problema, e sul serio: i tanti soldi che, con la dovuta calma burocratica, arriveranno nelle tasche di chi ha fermato la propria attività, andranno solo a chi se li merita, di grazia?

Che il problema esista,l’hanno detto Cafiero De Raho, Gratteri, Di Matteo ed altri: l’Italia della fase 2 (e poi 3), rischia, oltre che il default economico, il default morale e legale. Già oggi, l’unico crimine in aumento è l’usura: a chi andranno, migliaia e migliaia di attività imprenditoriali che – magari già border line fino a marzo – dopo il lockdown non potranno che annaspare penosamente, nonostante gli aiuti? Nelle mani di chi finiranno, se non di chi può garantire liquidità, tra l’altro senza tanti passaggi burocratici?

Ps Ho scritto prima di Danielito Magrini, e anticipo – tanto, non è mica un giallo, no? – che nella rubrica culturale della domenica recensirò il suo ultimo libro (“è l’algoritmo, bellezza!”, Effigi), libro che, prima o poi, presenteremo anche in Comunale…

51 Commenti su Siena ai tempi del coronavirus (X): gramigna, ponti, tedeschi

  1. casmar scrive:

    Devo aver perso qualche post ereticale, ma di certo la serie di puntate su Siena ai tempi del virus trae spunto nel titolo dalla tavoletta di biccherna (riprodotta in copia nel mio soggiorno) titolata SIENA ALTENPO DETREMVOTI, datata primo gieniaio MCCCCLXVI.
    Bei TENPI davvero: cosa vuoi che fosse un terremoto, che lasciò inalterata la torre del Mangia, rispetto al Covid ?
    E’ di poco fa la notizia dell’accordo raggiunto per un finanziamento europeo a favore dei paesi più deboli che dovranno affrontare la ricostruzione del tessuto economico. L’esultanza dei nostri rappresentanti non mi fa stappare bottiglie. Sono andato a verificare subito la notizia come riportata da Die Welt e nei commenti di quel simpaticone di Wopke Hoekstra (come si pronuncia in senese ?). Ebbene, tasche aperte per tutte le spese attinenti il sistema sanitario (ma non ci avevano portato al suo smantellamento ?), ma per tutto il resto sarà come prendere i soldi a strozzo. Ah, però siamo liberi di non avvalerci di tali meccanismi… Sì, il virus se ne andrà, ritorneremo ad abbracciarci, scenderemo di nuovo per le strade, ma vestiti con abiti disegnati da Pellizza da Volpedo

  2. Uno della Torre scrive:

    Caro Eretico, ho visto che la tua proposta di fare riaprire le librerie dovrebbe essere stata accolta, forse da martedì stesso. Buon segno, ma speriamo che la gente ci vada ed acquisti libri, sono proprio curioso.

    • A.B. scrive:

      Trovo sempre più difficile capire con il lockdown come sia possibile rispettare le regole. Le librerie, come del resto i giornalai o addirittura le chiese, sono un caso esemplare. Per andare in libreria dovrei attraversare mezza città a piedi o in macchina. Quindi cosa dovrei fare ? Dovrei compilare la mitica autocertificazione? Peccato che però l’autocertificazione non preveda altro che esigenze lavorative, urgenze assolute, necessità (spesa alimentare) o motivi di salute. Al momento quindi alcune attività sono aperte o stanno per riaprire ma chi ci si rivolge si trova in una situazione borderline, passibile di sanzione se fermato da pubblici ufficiali poco comprensivi.

      • Silvina scrive:

        È vero, sì, purtroppo ci vorrebbe un po’ di buon senso da parte di tutti, soprattutto in un periodo come questo in cui, regole e buon senso, mi sembra che viaggino su due rette parallele, senza incontrarsi mai.
        I miei genitori hanno un pezzo di terreno recintato nel mezzo a un bosco dove, normalmente, vado a far correre il cane. Il mio buon senso mi direbbe di continuare ad andarci perché lì è impossibile avere contatti con altre persone, ma il bosco è a 6 km da casa mia e, per di più, in altro comune. Quindi le normative per il Covid me lo impediscono. Le stesse, però, mi daranno il permesso di fare 8 km e cambiare comune per andare in libreria. Ma qui è il mio buon senso a dirmi di non farlo perché compro libri con una discreta frequenza e in casa ne ho tanti ancora da leggere, quindi meglio evitare luoghi con un certo affollamento. La cosa è complicata e alla fine credo che ascolterò la Legge per quanto riguarda il bosco e il buon senso per la libreria. Anche se, in alcuni momenti della giornata, preferirei fare l’esatto contrario.

  3. Oscar Di Simplicio scrive:

    Al Sindaco di Siena – Sua Sede Siena, 9 aprile 2020

    Signor Sindaco,

    mercoledì 8 aprile 2020 alle ore 11,15 circa, a Siena, mentre sul sagrato di San Domenico teneva per mano un nipote di due anni, il sottoscritto

    Oscar Cherubini Di Simplicio, residente in Siena, via B. Bonci 9,

    è stato oggetto di un avvertimento deprecabile da parte di un vigile urbano (n°33). Di seguito l’accaduto.

    PREMESSA
    Considerate le costrizioni causate dal Covid-19, il sottoscritto si adegua alle misure di contenimento del contagio emanate dal decreto legge 25/3/2020 limitando gli spostamenti individuali, e muovendosi con l’Autodichiarazione richiesta.
    Gli spostamenti quotidiani del sottoscritto sono da oltre un mese i seguenti:

    1. Dalle 10.30 alle 11.30 circa, svolge il ruolo succedaneo di baby-sitter per il bambino di due anni della figlia, adesso all’ottavo mese di gravidanza.
    2. In tale arco temporale coglie l’opportunità di acquistare il giornale (l’edicola più vicina si trova a 400 metri dalla propria abitazione).
    3. In tale arco temporale A) si trattiene a giocare col nipote nel parcheggio dietro la statua di Santa Caterina, precisamente nella zona addossata al bastione, a 300 metri dalla propria abitazione, dove il distanziamento sociale è assoluto per l’assenza di macchine; B) si reca alla basilica di San Domenico, a 300 metri dalla propria abitazione, sempre deserta. Entrambe le situazioni da più di un mese sono state visualizzate dai vigili urbani che occasionalmente percorrono a piedi o in macchina le strade adiacenti.

    I FATTI

    Al parcheggio S. Caterina
    Alle ore 10.45 vengo avvicinato dal vigile urbano predetto che cortesemente chiede dove sono domiciliato. Avuta risposta, il vigile dice: «siamo stati avvertiti che lei gioca qui con un bambino» e prosegue con tono di voce meno gentile: «torni a casa, lei qui non può stare perché ha superato i 250 metri prescritti». Stupito dalla assurdità della richiesta rispondo A) «lei sta prevaricando me e il bambino» viola le disposizioni del decreto legge, B) e «ignora che attualmente non v’è alcuna disposizione metrica toscana in materia di allontanamento dalla propria abitazione». Il vigile signor Frosini si allontana. Io proseguo la camminata e porto il nipote in San Domenico, chiesa ormai deserta da un mese.

    Al sagrato di San Domenico.
    Alle ore 11 circa il sottoscritto, uscito dalla chiesa vede nuovamente avvicinarsi il detto vigile urbano. Il vigile ripete, adesso con tono perentorio: «lei deve muoversi entro 250 metri dall’abitazione rientri a casa». Il sottoscritto risponde «anche San Domenico dista 300 metri da casa mia». Soltanto a questo punto il vigile urbano compie l’atto dovuto di chiedermi di esibire l’Autodichiarazione che certifica diritti e doveri in merito agli spostamenti. Il vigile urbano chiede anche un documento di identità. Dichiaro di esserne privo, data la vicinanza del domicilio e la breve durata dei miei spostamenti, ma specifico «comunque gli estremi della C. I. risultano nell’Autodichiarazione firmata». Il vigile verifica per autoradio. Registro la scena sul cellulare. Il vigile restituisce l’Autodichiarazione, mi comunica «le farò un Verbale». Alla mia domanda «con quale motivazione?» ricevo la risposta infastidita: «la riceverà per posta». Il vigile urbano conclude la sua funzione di tutore dell’ordine con il seguente avvertimento: «e non protesti troppo se non vuol essere portato al comando col nipote.»

    Signor Sindaco, come vogliamo commentare l’episodio? In questi giorni colmi di responsabilità istituzionale non deve essere facile per Lei e i tutori dell’ordine pubblico mantenere il contatto con la quotidianità degli abitanti della città. Quotidianità fatta di pochi movimenti consentiti, nel rispetto delle ordinanze municipali e governative che si susseguono. Disposizioni inevitabilmente anche generiche, che non possono recepire circostanze particolari di famiglia o di salute, e che proprio per questo nelle Autocertificazioni prevedono i casi individuali di “necessità” e di “salute”: tenersi informati, necessità fisica e mentale di muoversi per adulti e bambini, non diversamente dai cani
    Signor Sindaco, Le chiedo allora, non crede che le circostanze che tutti siamo costretti a vivere e cerchiamo di accettare perché necessarie, non dovrebbero essere ulteriormente gravate da tensioni psicologiche che sono superabili con una dose di buon senso; con quell’intelligente buon senso che faccio fatica a riscontrare nell’episodio di cui mi lamento?

    Le auguro una Pasqua per quanto possibile serena

    Oscar Di Simplicio

    • Roberto scrive:

      Ho cercato sul sito del comune traccia dell’ordinaza dovi si parla della distanza dalla propria abitazione. Non ho trovato nulla, se ce è ben nascosta e già questo è un male. I cittadini devono poter informarsi.
      Sul mancato verbale, credo che sia un dovere del vigile compilarlo e darne copia anche perché mi pare sia un diritto del cittadino far apporre nel verbale le sue dichiarazioni. C’è qualche avvocato che può confermare?
      No comment sul comportamento del vigile.
      Non ho parole poi per censurare in maniera educata il comportamento del delatore.
      Comunque credo che qualunque giudicedi pace potrà annullare la sanzione.
      Tutta la mia solidarietà a lei, signor Oscar.

      • manunta scrive:

        M associo in tutto e per tutto,
        Ci terzinerei volentieri ma, data la descrizione dei fatti(e del vigile)
        Mi astengo non per tema di conseguenze su’ di me, ma contro il verbalizzato.
        Che se , comunque ,poi mi dovesse, via commento autorizzare a procedere secondo il codice endecasillabico, comma terzine a stesa , allora parto e lo batto come un noce( metaforicamente eehh)

    • Anonimo scrive:

      Signor Di Simplicio, deve stare a casa non a zonzo a giocare con suo nipote. E’ tanto difficile da capire?

    • Pippo scrive:

      Purtroppo questo succede quando un governo non è in grado di prendersi le sue responsabilità e le scarica sui cittadini. La regola di non uscire individualmente, basata sull’idea che il virus sopravviva all’aria aperta — ossia una sostanziale fake news — è assurda. Nel frattempo, il governo non ha avuto il coraggio di chiudere molte fabbriche né di imporre misure di sicurezza in zone come la bergamasca, con conseguenze che sono davanti agli occhi di tutti. Un grazie alla classe imprenditoriale di questo paese, davvero una delle eccellenze italiane.
      Purtroppo scontiamo anche i limiti cognitivi di molti rappresentanti della legge — polizia, carabinieri, vigili urbani — laddove l’intelligenza sarebbe invece fondamentale di fronte a regole tanto ambigue e contraddittorie da dover necessariamente essere interpretate in base al singolo caso. Mi auguro davvero che tutti questi dispositivi di controllo — permessi di circolazione, videosorveglianza, droni — finiscano nel dimenticatoio, quando sarà sarà, insieme al virus.
      Lo spettacolo più triste, però, è vedere le regioni che si muovono ognuna per conto proprio, poi gli stati che si muovono ognuno per contro proprio, poi le federazioni che si muovono ognuna per conto proprio. Come se, una volta che la Toscana, o l’Italia, o l’Europa, avesse risolto (ammesso sia possibile) la pandemia entro i propri confini, potesse riprendere la sua vita normale, mentre i confinanti, invece, sono ancora in mezzo al guado. La prima lezione da imparare da questa pandemia è che siamo tutti sulla stessa barca, e che se in barca non si rema all’unisono non si va da nessuna parte.
      Chi ha difeso in questi anni i modelli regionalisti e sovranisti si dia un nocchino forte forte, perché al prossimo giro, invece del coronavirus, magari saranno i ghiacci artici sciolti a venirci a trovare via mare. E sarà peggio, ma in una cosa sarà simile a questa pandemia: quando anche l’ultimo dei Trumpettari accetterà di avere un problema, sarà già troppo tardi.

      • Eretico scrive:

        Caro Filippo, che dire?
        Chapeau, concordo praticamente su tutto: prima o poi, qualcuno pagherà per la non chiusura totale della Val Seriana, per fare solo un esempio?

        L’eretico

  4. Simo di Valli scrive:

    Gualtieri ha messo la sua firma sul MES… è la mano di coppale sull Italia… VERGOGNA… speriamo in una nuova piazzale Loreto per questi traditori della patria

  5. nicola valente scrive:

    Caro raffaele, in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo la vicenda del crollo del ponte sul fiume Magra passa in secondo piano anche se resta la gravità dell’accaduto. Fai bene a segnalarlo. Mi permetto di riportare un mio articolo che ho scritto in occasione del crollo del ponte di Genova nel 2018 e pubblicato sulla rivista online INGENIO ( riportato anche dalla Nazione di Siena). Spero che “repetita iuvant”..

    https://www.ingenio-web.it/20979-la-manutenzione-non-convieneperche-non-si-vede

    • Eretico scrive:

      Caro Nicola (valente collega),
      grazie davvero del tuo contributo, che arricchisce il mio pezzo; come anche le considerazioni di A.B. – che uno concordi o meno, as usual -, e la vicenda di Oscar Di Simplicio, da leggere tutta.

      L’eretico

  6. Luca scrive:

    PD + Europa = Schifo totale

    • Luca scrive:

      Giuseppi attento che ti allunga il naso… Giuseppi Giuseppi

    • Stefano scrive:

      salvini + meloni= eleganza, raffinatezza, cultura, senso dello stato, capacità amministrativa, impronta cristiana….

      • Simo di Valli scrive:

        Io, come milioni di Italiani sono ancora in attesa dei soldi promessi da Giuseppi… La mia azienda è ferma ed i miei operai non riscuotono… Te Stefano che lavoro fai? Lo Statale immagino… dai Stefano dimmi, sono curioso

        • Stefano scrive:

          Tecnico specializzato in azienda manifatturiera.
          Contento.
          Ora fammi contento te:
          Dove ritieni che li possa prendere lo stato i soldi per pagarci?
          Vedi la differenza tra noi è che voi siete intrisi di ideologia pregiudizievole, altri sono realisti.
          Lo stato è come un’azienda e come tale va gestita, solo che prima molti cercano di frodarla( evasione) poi gli stessi vanno a battere cassa!
          Mi sa che io non vorrei lavorare nella tu azienda

          • Simo di Valli scrive:

            Caro Stefano, ho sempre pagato le tasse in modo pesante e adesso, dal momento in cui lo stato mi impone di stare chiuso, è lo stato che mi deve garantire una sopravvivenza dignitosa (per i miei dipendenti intendo). Credimi, in questo momento di gente come te ne fo volentieri a meno… quindi cerca di tenerti stretto il tuo posto di lavoro se te lo permetteranno.

          • Fradiavolo scrive:

            Lo stato non è come un’azienda lo stato non è come un’azienda lo stato non è come un’azienda lo stato non è come un’azienda.
            Si capisce?
            Eppure non è difficile
            Lo stato non è come un’azienda.
            Trent’anni di propaganda ad altissima intensità hanno inculcato nella testolina delle genti questa teoria farlocca che lo stato sia come un’azienda almeno andatevi a leggervi la costituzione e trovatemi dove sta scritto.
            Lo stato è come un’azienda è la teoria sociopatico neoliberista secondo la quale si possono chiudere gli ospedali, ridurre il personale medico del SSN, tagliare le pensioni, flessibilizzare il lavoro, ridurre il welfare state a barzelletta, ect, ect, senza che nessuno controbatta nulla,
            Se non si capisce neanche dopo 20000 morti in 2 mesi significa che hanno vinto e che meriteremo “la sepoltura” in fosse comuni.

  7. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Ottimisti quelli che dicono che il 3 maggio finirà tutto. Siamo realisti, appena finirà la quarantena ricomincerà la vita di sempre, piena di promiscuità, non considerando il contagio di ritorno proveniente dagli altri Paesi confinanti così dopo pochi giorni risaremo di nuovo nei guai. Anche nel resto dell’Europa sarà lo stesso. Se tutti i paesi confinanti non avranno debellato il virus ci sarà sempre il rischio. Ricordiamo che il paziente zero il Italia era un tedesco (si proprio loro i perfettini teutonici).Per non bloccare l’economia l’unica possibile via di uscita potrebbe essere solo un graduale e controllato avvio delle attività produttive con mascherine assolutamente obbligatorie. Se possibile potrebbe essere incentivato il lavoro a casa. Nei giorni festivi dovremmo però continuare ad evitare l’eccessiva promiscuità. L’Unione Europea dovrebbe essere meno egoista negli aiuti. Tristi prospettive, ma si sta verificando un cambiamento radicale del vivere sociale a livello mondiale. Anche la libertà personale rischia di ridursi per motivi di prevenzione sanitaria. Pensiamo poi alla bomba demografica e virale che potrebbe arrivare dall’Africa ed il caos è servito. Solo la scoperta di un vaccino potrà risolvere tutto, speriamo che questo avvenga presto.

  8. alberto bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

    In effetti ha ragione il vigile urbano quando si riferisce alla sottolineatura che Conte fece il 2 aprile sbugiardando Lamorgese.
    Ma ha ragione anche Oscar perché il decreto parla di “genitore” e non di nonno.
    Il bambino avrebbe dovuto avere la mascherina ma in quel periodo erano introvabili.
    Quindi ritengo improbabile una soluzione senza “feriti” a meno di una sanatoria da parte del sindaco.
    Il buffo però è che un padre non può portare il figlio a fare due salutari passi a questo bel sole primaverile ma il figlio può accompagnare il padre al supermercato per fare la spesa.

    E a volte il sole può dare alla testa, specialmente a Roma.

    P.S. Dai Oscar

  9. mah...boh scrive:

    copio ed incollo questo articolo , mi pare interessante ed un bell’esempio di pragmatismo “se non funziona, troveremo qualcos’altro, ma dobbiamo fare alla svelta” cosi’ l’universita’ del Minnesota
    COVID-19 Clinical Trial Launches at University of Minnesota
    Author: Kelly Glynn, Media Relations Coordinator | MARCH 17, 2020

    Coronavirus from CDC
    MINNEAPOLIS, MN- March 17, 2020 – Today, the University of Minnesota is launching a clinical trial on a post-exposure treatment for coronavirus COVID-19 disease.

    This trial is testing hydroxychloroquine, an FDA-approved medicine for the prevention and treatment of malaria, available since the 1950s and known as Plaquenil(R). Recent work shows that hydroxychloroquine is active in a laboratory setting against the novel SAS-CoV2 virus, and the trial is designed to see if it translates into benefits for people.

    The trial seeks to enroll up to 1,500 people who have had household contact or those who are healthcare workers that have been exposed to someone with known COVID-19 disease within the past three days and who presently are not ill. The trial is national in scope.

    In order to determine if taking the medicine hydroxychloroquine can prevent a person with exposure to the coronavirus from becoming ill or in reducing the severity of illness, the trial will provide hydroxychloroquine to half the study participants, while the other half will receive a vitamin.

    To be eligible, one must live with someone who has diagnosed coronavirus COVID-19 or be a healthcare worker with a high-risk exposure within the past three days. The research study medicine will be delivered to their home overnight. If you think you may be eligible to participate in the trial, please email covid19@umn.edu for further instructions.

    The trial is being limited to only high-risk exposures, so that the trial may be completed as quickly as possible with the fewest number of volunteers. At this time, people who may have been exposed to coronavirus in the community are currently not eligible to participate.

    The University of Minnesota trial seeks research volunteers who have been:

    1. Closely exposed to a person with confirmed COVID-19 disease within three days; AND,

    2. Are a household contact or a healthcare worker; AND,

    3. Do not have current symptoms of COVID-19 disease.

    This is a first clinical trial to determine if this medicine is effective in preventing COVID-19 disease in humans. The trial is led by David Boulware, MD, MPH, a professor of Medicine in the Division of Infectious Diseases, with a collaborative team from throughout the University including infectious disease faculty physicians, biostatisticians, pharmacologists and students. The U of M is funding the trial.

    “If effective, this may become a worldwide standard of care for helping prevent disease in other healthcare workers and people exposed,” Boulware said. “Hydroxychloroquine is an off-patent, generic medicine that is inexpensive. A five-day treatment course would cost approximately $12.”

    He added that if the medicine does not work to prevent infection, “we should find something better, and we need to work quickly to find something else.”

    Boulware and his research team are known for their work focused on meningitis in Africa, testing new diagnostics and new antifungal therapies. However, as the community spread of coronavirus exploded, he and his team refocused their efforts.

    “Just standing around to wait was inappropriate,” Boulware said. “When confronted with a problem, saying that someone should do something about the problem, that someone might be you.”

    For more information about the trial, contact covid19@umn.edu.

  10. Beppe scrive:

    A proposito dell’erba di Piazza, alcuni anni fa pubblicai nella mia pagina sul sito http://www.ilpalio.org questo sonetto:

    L’erba di Piazza

    Attraversando il Campo, stamattina,
    ho notato che verso il Gavinone
    la Piazza un era più rosso mattone,
    ma appariva piuttosto verdolina,

    guardata da una certa inclinazione.
    E’ l’erba, che quest’anno è cresciutina
    perché gli è andata bene la stagione,
    specialmente la pioggia marzolina.

    Nell’estate dal sole arsa e bruciata,
    senza acqua né ombra da sfruttà
    e da un mare di gente calpestata,

    quest’erbolina, che un è la verbena
    come da noi c’è usanza di cantà,
    rinasce sempre. Speriamo anche Siena.

    Maggio 2013

    • Eretico scrive:

      Grazie Beppe per il tuo contributo (al quale Manunta non pensiamo possa restare insensibile, salvo pax pasquale); ho invece censurato Lucia Marzi, per il termine “sciacallo” che è parola querelabile. Se vorrà riformulare il tutto, sarà pubblicata senza dubbio…

      L’eretico

      • Luca scrive:

        La Sig.ra Marzi utilizza spesso e volentieri il vocabolario ufficiale dei Radical Chic… adesso va di moda la parola sciacallo… e la Marzi la utilizza subito.

      • manunta scrive:

        Se cabala sara’ poi rispettata
        Chi verde ha i cencio faccia lui attenzione
        potrebbe essere bona a sta mandata

        Selvina drago bruco e paperone
        gni tocca o tocchera’questo vedremo
        I drago poi c ha i rosso di’ mattone

        La selva c ha comunque l arancione

        Basta di sette numero perfetto , numero della monade operante nello spazio tempo
        sublime nemmeno un senese ve la faceva questa
        Poi aete a di che vi spregio
        Burroni puppamelo!! te nemmeno se ponzavi un mese tiravi fori questa

        E te Rafiullah mullah della cultura alla moschea della sapienza, se s avvera avrai lo scorno di vedemmi rifiuta’ d esse fatto selvaiolo, datosi che in realta’ care favine lesse , vi voglio bene a tutti ( badate piu’ che a miei che so’ rincitrulliti piu’ di voi e oramai irrecuperabili)anche agli oriundi di’ tacco come ab.
        Sicche’ vi molesto pe’ i troppo bene che vivoglio.
        E comunque in rima so’ i meglio che esista ,carta canta, no anzi la carta (di’ Betti) e’ pe’ incartare il Burro/ni
        ( la prima parte e’ da intendisi in lingua castigliana ovviamente)
        Nb. i Burchiello venne a Sienina e ci chiappo’ anche due o tre denunce.
        Io so’ fermo a una, chevvolete lui era artra categoria( colle denunce).
        E’ pasqua bigna esse bravi, una tantum, poi … lo sapete vi ritocca.

    • manunta scrive:

      Premessa: Beppe innalzati dalle mere considerazioni visive architettoniche,
      innaffiate da marzoline pioggie,
      Dalle quali trai non piu’ di speranzosi auspici di rinascita.
      Osserva e ragiona la metafora presente e futura ti stava dinnanzi l occhi……..

      La metaforich/esca innanzi l occhi
      Ogni senese par che sempre perde
      E a sincronicita’ tu non abbocchi

      rosso dei conti sicche’ siamo ai verde
      spunta mal’erba in mezz’ a ‘i mattone
      E’ la ricchezza che l morbo disperde

      guardalo bene osserva i GAVI/none
      ni’ nome suo nascosto dal suffisso
      ci stava scritta la vera soluzione

      come chi guarda cristo crocifisso
      e vede solo due pezzi di legno
      e inane li descriva lui prolisso

      vano tu fosti e ti manco’ l ingegno
      vano di scuola o di laboratorio
      davanti l occhi nun vedesti i’ segno

      Facesti rime bon pe l oratorio
      La marzolina tua pioggerellina
      crescera’ l obbligo vaccinatorio

      e i conto n banca di chi lo propina

      Immane la differenza, per acutezza uso della metafora e strati a cipolla
      (acronimizzati e non)di scuola Burchiellesca .
      Vedi Beppe hai dato uno spaccato della scuola sonettistica Burronica, ovvia inutile leziosa che non sa’ cogliere altro che le vane futili cose condite da vane futili speranze.
      Tra’ scuola Fiorentina e scuola Sanese,
      tra lo stile di manunta e quello del Burroni e dei suoi allievi
      Ci corre ….il mondo.

  11. Fradiavolo scrive:

    Intervengo sul punto liquidità e mafia. Il mare dove sguazza la mafia è l’assenza dello stato in tutte le sue declinazione e
    anche e direi soprattutto nella parte economica.
    Crisi economica, depressione, deflazione, dunque disoccupazione e scarsità di denaro non abbondanza tengono in vita la criminalità mafiosa.
    Forse non abbiamo ben capito il punto: stiamo vivendo il più grande shock economico della storia, combinazione di crisi di domanda ed offerta in una parola stagflazione.
    In Italia se non si tirano fuori subito, ieri, creandoli dal nulla, almeno 500 miliardi di euro spendibili da tutti la situazione diventerà incontrollabile con rivolte ed insurrezioni, altro che mafia.
    Ridicoli, del resto da dei professionisti dell’antimafia, cosa dovremmo aspettarci se non la difesa della mafia stessa, ne andrebbe della loro stessa esistenza.

    • Roberto scrive:

      Io mi domando una cosa, non per polemizzare ne’ con te ne con nessun altro, ma per capire.
      Ma tutti questi soldi, a parte gli aiuti a chi veramente non ha più entrate e che non può nemmeno andare a fare la spesa, a cosa servono? Un semplice esempio, se ho un negozio di abbigliamento, o una manifattura, prendo 20mila euro o un milione da una banca con la garanzia dello stato. Ok .poi che faccio con quei soldi? Faccio scorte di vestiti o li produco, senza però poterli vendere a nessuno? Non credo proprio che ci sia qualsiasi imprenditore che voglia investire. Allora al più saldero’ debiti con i fornitori. Quindi mi indebito per pagare debiti? Allora non sarebbe forse meglio la sospensione ex lege di tutti i termini dei pagamenti anche tra privati finché non si riaprirà tutto?
      Poi un’altra questione. Mi pare di aver capito che questi prestiti, se chi li prende, non li restituisce tre 6/8 anni, li rimborserà lo stato. Allora quanti furbetti, anche se potranno farlo, non lo faranno, tanto poi paga Pantalone?
      E sulla onestà di tanti miei compatrioti avrei molti dubbi, visto quello che è successo con i famosi 600 euro: hanno fatto la domanda tantissimi professionisti che hanno anche entrate da lavoro dipendente (per la verità con gran colpa del nostro capo del governo che ha detto in televisione che i 600 euro erano per tutti).

      • Fradiavolo scrive:

        Infatti altro lampante esempio di fallimento del mercato su tutto il fronte economico, oltre alla carenza di domanda aggregata causa disoccupazione ci troviamo a dover fronteggiare la carenza di offerta dovuta alla chiusura impianti produttivi e soprattutto alla delocalizzazione degli stessi. Come al solito obbligatoriamente ogni singolo stato nazionale dovrà supplire al fallimento del libero mercato attivando tutti gli strumenti di politica economica a sua disposizione.
        Politica monetaria, fiscale, attivazione di produzioni vitali e strategiche già delocalizzate, oltre all’ammodernamento infrastrutturale.
        I paesi che hanno la necessaria sovranità già lo stanno facendo, usa, UK, Cina, Giappone. In Europa trent’anni di teorie farlocche sulla moneta merce e relativa scarsità offuscano le menti e tu Roberto con il classico luogo comune del poi paga pantalone ne sei il più FULGIDO esempio.
        Chi vuoi che paghi Roberto? Pantalone in caso di CRISI, SE PUÒ, stampando moneta riapre gli ospedali e produce mascherine o respiratori, fornisce liquidità alle banche commerciali, abbassa le tasse a cittadini ed imprese, apre nuovi cantieri per riempire le buche(in questo frangente non è necessario scavare)creando occupazione,
        solo lui può farlo.

        • Roberto scrive:

          Per carità, quella che fornisci può benissimo essere una soluzione che può funzionare, ma mi chiedo e chiedo a te, per quale principio scientifico una azienda pubblica ai tempi del Coronavirus può lavorare ed una privata non potrebbe farlo? Il contagio purtroppo non è ideologico. La verità pura e semplice è che finché non si potranno riaprire le attività economiche e finché la gente non potrà andare in giro, lo stato potrà stampare tutta la moneta che vuole, ma non servirà a far riandare la gente in giro a riprendere a consumare.
          Quanto al fatto che paga pantalone, prima o poi, mi spieghi chi sarà a pagare? Tutta la massa monetaria che si creerebbe, senza una contemporanea ripresa di produzione e consumi, soprattutto se messa in campo da una singola nazione, alla fine si risolverà in una megainflazione. L’unica soluzione, fino a quando non si avrà un vaccino efficace, sarà quella di convivere con il rischio calcolato di ammalarsi, rafforzando le strutture sanitarie per poter curare le persone, senza portarle al collasso come è accaduto in Lombardia.

    • Gp scrive:

      Per fortuna ora c’è Colao, mi pare abbia curriculum e idee degne di Monti (bocconi, banche d’affari americane, bilderberg…)
      https://twitter.com/i/status/1248977304837128194
      Mi pare un bel ‘cavallo di troika’

  12. Fradiavolo scrive:

    La storia insegna, o forse no, l’abilità teutonica nel segare lo stesso ramo dove siede.
    Siamo al redde rationem, il progetto apolitico, fondato da teorie economiche farlocche ed irrazionali, basato sul concetto sociopatico del “… l’UEM creerà delle crisi e queste costringeranno i popoli europei a devolvere sovranità fino al raggiungimento della piena unità federale europea” così come previsto si figurera’ con un nuovo bagno di sangue.

    • Fradiavolo scrive:

      Già se ne vedono chiaramente i germi sia in centro che in periferia da una parte le camicie brune, rinvigorite le proprie fila causa decenni di politiche deflattive domestiche, additare i popoli del sud quali scansafatiche e mafiosi, dall’altra le camice verdi e nere, rinvigorite le proprie fila causa rincorsa alla deflazione altrui, additare i popoli del nord per scarsità di generosità.

    • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

      Da Nobel quella frase dell’abilità teutonica di segare il ramo dove siede. Perfetta definizione. Definizione parallela: puri e duri pronti a sbattere la testa al muro se lo stesso non cede.

  13. alberto bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

    giusto per curiosità:

    la signora Lucia Marzi quale scusa ha inventato questa volta per insultare, senza voler offendere – naturalmente – chi non la pensa come lei ?

  14. Roberto scrive:

    Una constatazione provocatoria: se tutte le forze dell’ordine, Guardia di finanza, polizie, carabinieri, vigili urbani, militari e le istituzioni che le comandano, fossero impegnate in tempi normali con lo stesso zelo ed efficacia contro la criminalità organizzata, penso che mafia camorra e Ndrangheta avrebbero la vita molto più dura.

    • Eretico scrive:

      Caro Roberto, in questo blog sai che le provocazioni non ci dispiacciono, e questa è davvero azzeccata, tra l’altro!

      A Luca ed Alberto: quanto a Lucia Marzi, ha tutto il diritto di esprimere la sua voce; sono intervenuto perché dare dello “sciacallo” a qualcuno prefigura la possibilità di una querela, come ho già scritto.

      Ci leggiamo, comunque, in serata: si scriverà anche del Risorto, ovviamente, perché noi siamo sempre sulla notizia, e perchè crocianamente – pur restando pagani – non possiamo non dirci cristiani.

      Buona – anche oggi, laicissima e financo paganeggiante – domenica a tutti, l’eretico

    • Il Giaguaro scrive:

      mafia e camorra con lettere minuscole,Ndrangheta con lettera maiuscola:perché ?.

      • Roberto scrive:

        E’ vero, è molto strano, bisognerebbe entrare nei meandri degli algoritmi del sistema di scrittura facilitato. A volte perdo tempo a correggere gli strafalcioni, altre volte lascio stare.

  15. Lucia marzi scrive:

    Io non offendo nessuno. Tantomeno chi non la pensa come me, anzi questi lo ritengo una risorsa per meglio costruire il mio pensiero senza cadere nel pregiudizio!
    Valuto il comportamento: se uno approfitta di una situazione drammatica per i suoi fini personali lo definisco sciacallo!
    Se vengo censurata pazienza, non sono la prima e non sarò l’ultima!
    Chi si sente offeso ha la coscienza sporca.
    (Mi chiedo come facciano alcuni a sapere quello che ho scritto se è stato censurato….vabbè! Non importa, avranno avuto accesso in qualche maniera)
    Il mio pensiero rimane!

  16. Il Giaguaro scrive:

    E’ morto Stirling Moss,aveva 90 anni.
    Ai più giovani forse il suo nome non dice nullo o poco più.
    Io lo ricordo come vincitore della Mille Miglia del 1955,mi pare con la mitica Mercedes argentata,alla media di oltre 150Km orari ( su oltre 1500 km quale era il tracciato della Mille Miglia da Brescia-Roma-Brescia.
    Ricordo di averlo visto sfrecciare tutto imbacuccato su per le rampe della Tuoma dove mi ero recato con alcuni amici durante la notte prima che chiudessero il traffico.
    Onore ad uno dei più grandi corridori di tutti i tempi !.

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