Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Tacito, bestie urbane, passeggiata senese (e scuola) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Tacito, bestie urbane, passeggiata senese (e scuola)

Eccoci al nostro consuetissimo appuntamento cultural-domenicale con la rubrica del blog all’uopo pensata; si parte con un passo di Tacito, dagli Annales, in cui si parla dell’incendio di Roma e della caccia al cristiano che si scatenò (qualche addentellato con l’oggi, si può trovare anche in questo caso); dipoi, all’insegna della sinergia tra cultura umanistica e scientifica, si riferisce di uno stimolantissimo articolo concernente un fenomeno di enorme importanza ed attualità: l’evoluzione urbana degli animali (quelli non umani, per capirsi); infine, per festeggiare il ritorno alla camminata libera, il rapido resoconto di una passeggiatina senese.

Per terminare, un Ps sulla scuola (come si fa a non farlo, visto che la gestione della scuola – ormai disancorata dall’aspetto culturale – rappresenta uno degli aspetti più farseschi dell’attuale congiuntura?).

TACITO, I CRISTIANI ED IL CAPRO ESPIATORIO

Quando si parla di onestà intellettuale, a me è sempre venuto in mente il grande storico – vissuto a cavallo fra il primo ed il secondo secolo d.C. – Tacito (che fu anche uomo di potere, ma questo lo lasciamo ai biografi); sui cristiani, per esempio: lui, che era anticristiano all’ennesima potenza (il Cristianesimo era da lui stesso visto come “exitiabilis superstitio”, superstizione che porta alla rovina, come infatti fu per l’Impero), fu però pronto ad ammettere che la repressione contro i seguaci del Cristo dopo l’incendio di Roma del 64 d.C. – repressione voluta dall’Imperatore Nerone – era stata sommamente ingiusta, e dettata solo dalla ricerca del capro espiatorio di turno.

Traducendo, in modo rapsodico, i passi più importanti degli “Annales”, ci si accorge assai bene di ciò: i cristiani furono crocifissi e bruciati (“crucibus adfixi atque flammati”), perchè Nerone fece leva sull’odio popolare che li accompagnava nella Roma della seconda metà del primo secolo (aveva visto i sondaggi? Leggeva i social, Nerone?), ove i Cristiani erano accusati delle peggiori nefandezze, dall’incesto al cannibalismo rituale. Bisognava che l’odio e la rabbia del “vulgus” fossero ben canalizzati, e la frittata fu fatta; e quello stesso volgo che aveva da subito propeso per lo “iussum incendium” (“incendio ordinato”: ma da Nerone, non da altri), fu placato, dandogli in pasto i malcapitati Cristiani.

Ai quali capitò semplicemente di trovarsi nel posto sbagliato, per giunta nel momento più sbagliato: come ad un povero anziano in una Rsa lombarda (e non solo), in questa primvera da Covid-19…

ANIMALI CITTADINI

Da Tacito, agli “animali di città”, già da tempo molto presenti in the cities, oggi più che mai, a cagione del lockdown: reagiscono all’horror vacui, non vi sembra?

Uno stimolantissimo approfondimento di  Fabio Deotto sulla Lettura del Corriere della sera (26 aprile, pagine 32-33), sarà la nostra guida, in tal senso. La cosiddetta “evoluzione urbana” è una branca della zoologia sempre più prendente piede, nelle università scientifiche. Con piena ragione, visto che, studiando il comportamento delle bestie, comprendiamo meglio il nostro, che bestiacce siamo pure noi.

Deotto, nel suo incipit, ci espone la questione delle falene: alcune delle quali hanno smesso di andare a schiantarsi contro le fonti di luce artificiale, come fatto per decenni (qui ci sarebbe stata bene una citazione da Montale, dalla “Primavera hitleriana”…); perché non si schiantano più? Perché evidentemente si sono sapute adattare alla civiltà urbana, superando un processo selettivo per loro difficilissimo; Deotto continua, squadernando altri esempi: fra i quali, i cardellini che cantano vicini all’aeroporto di Madrid, alzando il tono del canto e ritagliandosi gli spazi meno devastati dall’inquinamento acustico agevolmente immaginabile; oppure le lucertole: quelle di città – visto che nelle grandi realtà il surriscaldamento tocca i tre gradi in più della campagna (a proposito, questa estate immaginiamo sarà proibito l’uso dell’aria condizionata, vista la pericolosità dei condizionatori, se tanto dà tanto, eh) – possono sopportare temperature, per le quali le lucertole campagnole non sono tarate.

Il libro consigliato, per fare un po’ il Presidente, è “Darwin comes to town”, dell’evoluzionista olandese Menno Schilthiozen (per Picador, 2018; purtroppo non ancora tradotto in Italiano, ma siamo tutti poliglotti, no, visto quanti termini inglesi usiamo?).

UNA BELLA PASSEGGIATA, ED UN CAPOCONDOMINIO

Stamattina, in una “radiosa giornata di maggio”, prolungata passeggiata sia extra che intramoenia; con gradito ritorno verso zone a suo tempo assai frequentate, per motivi residenziali: Strada di Certosa, inaugurata dai due deliziosi villini liberty; poi la Certosa stessa, che – per quanto chiusa – è sempre un piacere, quantomeno intravedere; e che dire di Porta Romana, con la grande domanda che si porta dietro: perché i senesi hanno costruito una Porta molto più munita (oltre che bella) verso Sud, invece che verso l’odiata Firenze? Si cammina, e si pensa che da qui entrò in città un certo Carlo V, per dirne una (correva l’anno 1536), e un ventennio dopo ne uscirono i senesi esuli verso l’accogliente Montalcino.

Subito prima, ero andato a vedere se il Duomo fosse sempre al suo posto; passando da Via del Capitano – larga come una spiaggia -, vedo un aitante runner solcare la pietra serena (bel passo, tra l’altro; lo scrivente camminava, sia chiaro). Il podista passa nei pressi di un signore (ben oltre i due metri), che borbotta subito qualcosa; poi, quando il runner torna indietro, ecco l’affondo del signore: “Bisogna camminare, non si può correre!”, con il ditino della destra ben esibito, ammonimento nell’ammonimento.

Finalmente – dico fra me e me -, un cittadino esemplare, uno di quelli che di certo pretende sempre la fattura dall’idraulico e che ha seguito in modo esemplare tutti i DPCM da marzo ad oggi (riuscendo anche a interpretarli fino in fondo: sempre in modo restrittivo, si capisce).

In altri tempi, l’avrebbero già reso capocondominio; a vita, direi…

Ps Sia sul blog che per altri canali, c’è chi mi chiede di farmi da tramite, in qualche modo, per la questione della scuola: fortunatamente, in questo settore specifico, lo scrivente non conta praticamente alcunché, a maggior ragione su chi siede sulla poltrona che fu di Benedetto Croce.

Ripetuto che la perdurante chiusura la trovo scandalosa (già detto e ridetto), e fatta solo per coprire l’errore di non avere chiuso prima, la novità delle ultime ore è la possibile riapertura settembrina a mezzo servizio, annunciata dal Ministro Azzolina; una cosa che, se detta altrove, avrebbe fatto richiedere subito le dimissioni del Ministro, su due piedi. Semmai, si potrebbe fare così: metà ragazzi all’interno della classe, l’altra metà in ambienti altri della scuola (palestra, aule varie, parcheggio – da tenere ben vuoto – dei docenti, e via pensando); e poi, visto che si continua con la buffonata del buono per le baby sitter (ma i soldi, ci sono davvero?): chi certifica che la stessa sia non positiva? Meglio fare stare i bambini ed i ragazzi con una sconosciuta, che con i docenti, si vede: anche per questa pensatona, complimentoni…

17 Commenti su La domenica del villaggio: Tacito, bestie urbane, passeggiata senese (e scuola)

  1. A.B. scrive:

    Ps. Il ministro caricatura del MIUR è il degno rappresentante di una classe politica che ormai non si può neanche più definire mediocre, anche perché se non ricordo male all’aggettivo corrispondeva il voto 5, mentre qui siamo abbondantemente sotto lo zero. Ho avuto modo di assistere a lezioni in didattica web dei miei figli ed ho effettuato parecchie videoconferenze per lavoro. Ebbene mi chiedo come sia pensabile una didattica contemporanea in classe e sul web. Sono due modalità antitetiche e inconciliabili, come tempi e modalità di espressione. Per mantenere l’attenzione in classe si perderebbe invariabilmente quella on line o viceversa. Ritenere possibile una pratica simile è da incompetenti.

    • Eretico scrive:

      Ben scritto, caro A.B. (ed anche la proposta di Vedo nero è praticabilissima, solo a volerlo): ed infatti colei che è venuta dopo Benedetto Croce ha subito fatto dietro front, con la coda fra le gambe; perché questi, non paghi di dire boiate, poi non hanno neanche le spalle per reggere le critiche.

      Molto, molto, molto (notare l’anafora) stimolante la polemica Di Matteo-Bonafede: in settimana ne scriviamo, non vi bruciate commenti pregressi, eh…

      Grazie anche a Daria per la opportuna segnalazione: think positive, per Zeus!

      L’eretico

  2. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Riguardo al problema delle scuole chiuse forse si potrebbe dare dei compiti estivi in modo che quello che è stato fatto fino al blocco per il coronavirus non sia perso. Magari si potrebbe dare da leggere un libro, scelto dal docente, e farne fare un bel riassunto scritto, con eventuali riflessioni dell’alunno, da portare all’inizio delle lezioni a settembre. In questo modo eviteremmo qualche ora passata a sciacquarsi la mente nei mesi estivi con i vari giochini sul pc, social e simili. Insomma salvare il salvabile. Possibile? Troppo ante 68? I genitori facilmente insorgerebbero, però sarebbe molto utile alla crescita mentale dei ragazzi. Il Ministro Azzolina (persona di molto gradevole presenza) ha colpa fino ad un certo punto deve affrontare le conseguente dei provvedimenti dei passati governi, tutto basato al risparmio (per gli stipendi dei nostri parlamentari/senatori?) è stato sacrificato il corpo insegnante, come già fatto con la sanità. Ora i nodi sono venuti al pettine.

    • Roberto scrive:

      Forse bisognerebbe un po’ abbandonare questo mito dell’ante 68, richiamato spesso a sproposito. Mi piacerebbe sapere se esiste qualche genitore e anche qualche studente post sessantottino (molti dei quali ormai in età pensionabile) che abbia un figlio al quale non sia stato assegnato mai come compito per le vacanze la lettura di almeno un libro con conseguente riassunto da fare o relazione anche orale. Non credo che esistano.

  3. Daria gentili scrive:

    Anche se il vivere in campagna mi ha consentito di affrontare da privilegiata la situazione emergenziale di arresto domiciliare forzoso, ieri mi sono concessa due ore di camminata veloce sportiva sulle vie di Siena, godendomi sia la città…….sia una magnifica sensazione di riacquisita libertà.
    Per quanto concerne l’atteggiamento del capo condominio da te citato, atteggiamento adesso comune a tante altre persone, ritengo sia dovuto anche alla paura e alla diffidenza instillata nei cittadini dalla strategia comunicativa del governo.
    Non voglio arrivare a dire che si tratti di una stregia, diciamo così, dolosa, anche se, come diceva il divo Giulio, a pensar male si fa peccato………Sicuramente si tratta, però, di strategia comunicativa che non ha tenuto nel dovuto conto che, in una situazione come quella attuale,
    la salute da tutelare delle persone non è solo la parte eminentemente fisica, ma, correlativamente, anche quella mentale.
    Dico questo con convinzione, anche avvalorata dalla recente lettura di un articolo su un quotidiano, che, allacciando un parallelismo tra l’influenza spagnola di un secolo fa e l’attuale coronavirus, poneva attenzione a come un Ufficiale Sanitario dell’epoca, certo Ferruccio Nascimbeni, desse consigli per affrontare l’epidemia non solo prettamente medici.
    Queste sono le sue parole “…..manteniamoci lieti, non v’hanno più terribili alleati della febbre spagnola che la tristezza, la malinconia, la paura del possibile sopraggiungente male. Alto lo spirito e, anche se colpiti dall’infezione, si trionferà su di essa..”.
    Pensate, queste parole sono state dette 100 anni fa!
    Noi invece ci siamo dovuti sorbire per due mesi lo stillicidio dei morti nei resoconti del simpatico Borelli…………..

    • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

      Certo ci hanno propinato bollettini con il compiacimento lugubre della catastrofe, del sottolineare le morti negando anche la minima parola di ottimismo. Tante raccomandazioni e misure rigidissime poi, pensandoci bene, non hanno proibito una delle fonti principali, se non la principale, delle malattie respiratorie e di molte altre, vale a dire il vizio del fumo. Sarò fissato, ma è un dato di fatto della nocività del fumo, maledetto il primo che lo iniziò a praticare.

  4. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Con l’emergenza è stato fatto l’ennesimo spregio alla lingua di Dante. Ora abbiamo la parola lockdown che poi potrebbe essere ben sostituita da quarantena o blocco. sarò un fanatico per la lingua italiana, ma l’introduzione indiscriminata di parole estere quando non ce n’è assoluto bisogno mi ricorda quando la gente edotta, istruita cercava di fregare il popolo citando a sproposito il latino. Un’altra parola di moda è location che vuol dire posto, locazione, sede, ambiente. E ce ne sarebbero tantissime. Così si impoverisce il linguaggio e la mente. Rispetto assoluto per il nobile latino e la bella lingua inglese, che personalmente conosco molto bene, ma la comunicazione deve essere sempre comprensibile a tutti. Ludovico Muratori, vissuto a cavallo del secolo XVII e XVIII e padre della storiografia italiana, invitò una volta suo padre, che non era andato a scuola, a sentire una sua lezione che espose con parole molto semplici, tanto che alla fine quando chiese al genitore se aveva capito tutto ebbe con gioia una risposta affermativa. E’ noto che le persone intelligenti sono quelle che si spiegano con parole semplici e non si nascondono con paroloni da iniziati. I nostri politici, per esempio, fanno giri involuti di parole facendo tanto fumo e poco arrosto.

  5. manunta scrive:

    Le scuole chiuse son l ultimo dei problemi, visti i risultati della loro frequentazione, dategli il programma da studiare a casa, poi a fine anno verifica, tanto cari miei se hanno voglia studieranno e se non ,verranno segati.
    Il livello medio dei professori attuali ingenera solo errori cognitivi ,noia e prolasso di gonadi/ovaie negli studenti, se hanno voglia d imparare posson fare tranquillamente da soli, se non l hanno, sfoltire, segare e mandargli a vangare.
    Ove andrebbero peraltro mandati, anche gran parte degli attuali insegnanti e dirigenti scolastici.

    • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

      Non sono d’accordo ci sono anche dei bravi professori purtroppo vessati da genitori, spesso figli di sessantottini, sempre a difendere il povero pargoletto. L’unica cosa in cui sono d’accordo è che la scuola deve ritornare severa, se uno non ha voglia è inutile mandarlo per forza a scuola. Sono molto scettico riguardo all’innalzamento dell’età dell’obbligo scolastico. Parere mio personale, bastava lasciarlo alle medie; poi se il ragazzo non vuole studiare è bene che vada a lavorare; forse verrebbe fuori un ottimo meccanico o pasticciere o cuoco o altro lavoro, da qualcuno erroneamente considerato umile, ma per me sempre nobile. L’importante è lavorare, fare qualcosa di utile e non stare per forza nell’ozio per anni a scaldare il banco, rallentare il programma scolastico ai compagni più volenterosi mettendo in difficoltà gli insegnanti che, ripeto, gran parte di loro sono spesso le vere vittime della scuola attuale.

    • A.B. scrive:

      Un grosso errore, peraltro puerile, nel quale incorrono i presuntuosi, soprattutto se autodidatti, è quello di proiettare la propria esperienza di vita sull’intero genere umano pensando che possa essere “universale”. Manunta, fattene una ragione, se a te gli anni scolastici (pochi a quanto racconti) ti hanno fatto cacare e ti hanno lasciato solo ricordi negativi, non vuol dire che anche per gli altri valga lo stesso. Gli anni della formazione sono importanti sia per le esperienze positive che per quelle negative, che comunque contribuiscono a costruire lo scudo con il quale affrontare una vita che non sempre permette fughe in campagna. Per non parlare della componente sociale della formazione scolastica, senza la quale ci si troverebbe fatalmente ad essere dei sociopatici pericolosi. Ops…

    • Roberto scrive:

      Non so se la mia prole è stata fortunata, ma la maggioranza dei professori si sono molto prodigati nello svolgere la didattica online, e, su questo sono d’accordo con te, anche i ragazzi si sono impegnati meglio rispetto alla normale frequentazione.Probabilmente perché costretti in casa sia loro che i genitori.

    • casmar scrive:

      Caro Manunta,
      il mio primo impulso mi condurrebbe a sottoscrivere quanto affermi. La scuola per molti versi e per tanti anni ha costituito una succulenta opportunità per molti adulti laureati che, privi di ambizioni di carriera, apprezzavano particolarmente l’assenza di controlli e il tempo libero a disposizione. Ti assicuro che questo luogo comune non si applica a tutti gli insegnanti: diffida dei luoghi comuni.
      Se si lasciassero soli gli studenti, confidando nei pochi che hanno voglia di imparare, emergerebbe una atroce selezione, non basata tanto su applicazione, intelligenza e merito, ma sulla classe sociale, sul censo di provenienza. Si ritornerebbe al precettore privato e questo avrebbe delle conseguenze in contrasto con la Costituzione. Penso anche a quelle famiglie dove non si parla italiano: se si vuole l’integrazione di quei giovani, bisogna investire sulla loro formazione linguistica, come accade in Germania.
      Purtroppo la didattica a distanza richiede preparazione, che di certo non è stata approntata dal Ministero, né dai dirigenti. Mandare gli insegnanti (analfabeti informatici, se non didattici) allo sbaraglio, produce effetti degni dei film con Alvaro Vitali. Per questi ed altri motivi, il metodo on line non può durare in eterno.

      • Eretico scrive:

        Caro/a Casmar,
        per molti aspetti hai ragione, nel tuo intervento: e soprattutto, ti vedo pronto – da ciò che leggo – a leggere “Il professor Ugo Popolizio”, dammi retta…

        L’eretico

  6. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    A proposito della morte del buon Furiesi: Bruchino, Bruchino tu mi sei tanto simpatico, ma ci dovevi stare attento che non sbagliassero l’avviso mortuario del tuo Correttore. Furiesi era il suo cognome e non Furesi.

  7. Fradiavolo scrive:

    Io vado fuori dalle righe e forse neanche troppo,il padrone di casa mi perdonerà. Logica ci suggerisce che quando si colpiscono metodicamente i redditi dei cittadini poi obbligatoriamente si devono stringere i cordoni democratici e partecipativi. Ricordo, a chi non se ne fosse accorto, come tutta la crisi pandemica sia stata governata con un solo decreto legge- il 6 del 2020 il solo che preveda un passaggio parlamentare per la conversione in legge- al quale sono stati poi collegati una caterba di dpcm. Il dpcm è un decreto del presidente del consiglio, trattasi di puro atto amministrativo privo di forza di legge che non necessita neanche di consiglio dei ministri. Facciamo un passo indietro, nel triennio 2011 2014 in occasione della crisi dei debiti privati subito diventati pubblici abbiamo in Italia, grazie alla dieta priva di grassi impostaci dai paesi del nord Europa, sperimentato 13(tredici) trimestri consecutivi di calo del pil(evento mai avvenuto neanche durante la 2Wm) seguiti da una crescita media negli anni 2014 2019 dello 0,78%. Per capirsi nel 2014 i redditi degli italiani sono tornati al livello del 1995 per poi crescere dello zerovirgola medio fino al 2019. Nel 2020 il FMI prevede un calo del 9%, purtroppissimo la stima risulta ottimistica dato che ISTAT per il primo trimestre già vede un calo del 4,8%, Goldman Sachs prevede calo tra 12% e 14%.
    In questo contesto economico sociale credete voi che potranno permettersi piena partecipazione democratica? Pensate voi che il concetto di istruzione universale inteso poi come atto volto a ridurre tutti gli ostacoli economici e sociali… Di cui art 3… possa essere ancora perseguito dalla Repubblica?
    No!
    Apriamo il dibattito.

    • Eretico scrive:

      Caro Fradiavolo, sei del tutto perdonato, anzi ti ringrazio: sia perché quello che scrivi è stimolante assai, in secondo luogo perché, in effetti, è tutt’altro che fuori tema.

      La Dad (Didattica a distanza), infatti, oltre ad essere una cosa penosa sotto svariati aspetti didattici (per quello che ormai importa), è soprattutto una didattica classista, per la strumentazione richiesta (anche se te la passa la scuola), ma soprattutto per le spese energetiche indotte. Per non parlare dei danni alla salute dei ragazzi: ma anche quelli, a chi interessano? La salute è solo legata al Covid-19, no? Tutto il resto, fuffa è…

      L’eretico

  8. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Ho letto che è stata disposta la riapertura della pista di Mociano con tutto quello che ne segue a cominciare con tutti gli obblighi connessi all’ammissione al protocollo equino 2020. Spero solo che tutto questo resti confinato alla necessità di mantenere i cavalli in forma a prescindere dall’eventuale effettuazione di Palii per quest’anno. Bene che i cavalli si allenino, facciano qualche corsa a mociano, ma resto sempre dell’opinione personale di rimandare i 2 Palii al prossimo anno perché anche se l’epidemia è notevolmente diminuita ancora rimarrà la “Spada di Damocle” del contagio di ritorno fino a che non verrà trovato un vaccino efficace contro il virus. Non illudiamoci. Certo, sarà dura restare senza la nostra Festa, ma dovremo avere tanta pazienza quest’anno, poi nel 2021 ci potrebbe anche stare uno Straordinario, io avrei anche una dedica da abbinarci cioè quella dei 700 anni dalla morte di Dante, in tutta Italia stanno preparando varie commemorazioni della dipartita del Sommo, quindi saremmo nel momento giusto. Insomma, comunque vada, dedica o meno, per quest’anno meglio non rischiare.

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