Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Dante, spiaggia, Tambroni - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Dante, spiaggia, Tambroni

Eccoci giunti al consueto appuntamento con la rubrica cultural-domenicale del blog, con il consueto schema dei tre argomenti principali più Ps di ordinanza; si parte con la rievocazione di un 19 luglio ormai abraso dalla memoria collettiva (caduta del Governo Tambroni, 1960), per poi scrivere di un certo Dante (chi vorrà, vedrà in che modo); infine, per la rubrica del camminatore, si parla di una spiaggia del litorale tirrenico-toscano, una come tante: per fare qualche considerazione – così speriamo – non del tutto scontata, e, soprattutto, non sfacciatamente inutile.

19 LUGLIO 1960: CADE IL GOVERNO TAMBRONI

Oggi i media che hanno a cuore la memoria della nostra sventurata Italia ricordano l’anniversario della strage in cui perse la vita Paolo Borsellino: e Zeus solo sa quanto ce ne sia bisogno, in questa Patria di gente dalla memoria così corta. Tra l’altro, l’ultima parola – anche la penultima – su questa strage non è stata scritta…noi però – avendone già scritto tanto in passato – preferiamo concentrarci su un altro 19 luglio, quello nel quale, esattamente 60 anni or sono, cadeva il Governo del democristiano Ferdinando Tambroni.

Tambroni era un avvocato, aveva un giornale che era smaccatamente filogovernativo (“Telesera”, diretto da Ugo Zatterin), ed aveva una concezione delle libertà individuali un pochino lasca; la Storia lo condanna, giustamente, perchè – al Governo con i voti del Movimento sociale di Arturo Michelini -, accettò che a Genova, nel giugno del 1960, si tenesse il Congresso del Partito nato sulle ceneri dell’esperienza mussoliniana: errore nei tempi (erano passati solo 15 anni dal XXV aprile e da Piazza Loreto), errore anche nel luogo (Genova, città-simbolo della Resistenza). A Genova e Reggio Emilia accadde di tutto, morti annessi.

L’aspetto curioso è che Tambroni si era fatto notare, nel 1959, per un discorso smaccatamente aperturista verso il centrosinistra (socialisti e socialdemocratici), anticipando quella che poi in effetti sarebbe stata a breve la strada scelta dalla Dc; poi, avendo un Partito spaccato e lacerato al suo cospetto, accettò i voti fascisti, dimostrando di essere disposto a tutto pur di mantenere la carica tanto agognata; si era fatto conoscere nel lustro precedente, facendo il Ministro degli Interni per tre Premier democristiani in modo spregiudicato, pare spesso ricorrendo al dossieraggio (che peraltro aveva riguardato anche lui, facendo emergere il suo love affair con la Koscina): brutta cosa, che chi fa parte dell’esecutivo abbia accesso ai dossier, no?

In ogni caso, che nostalgia di quei tempi (un po’ ce n’è davvero): la passione politica era genuina, pur ad altissimo tasso di ideologia; e soprattutto, c’erano i Partiti, strutturati ed almeno in parte meritocratici. Pensate questo: quando uno sbagliava di brutto – come capitò di fare in quella calda estate a Tambroni – il Partito stesso lo giubilava; e poi – come accadde al povero Tambroni, cui  forse anche per questo venne un bell’infarto che se lo portò via a 61 anni – il Partito non lo ricandidava nemmeno. Era proprio un altro mondo…

 

UN PERICOLO ALL’ORIZZONTE: I “DANTISTI DA ANNIVERSARIO”

Il 2020 – sperando in meglio per la seconda parte – è stato un anno nefasto, drammatico all’ennesima potenza; il 2021, però, almeno sotto l’aspetto culturale, potrebbe essere financo peggio: in occasione della ricorrenza dei 700 anni dalla morte di Dante, infatti, stanno già scaldando i motori – pronti a rombare al massimo della gittata possibile – quelli che ci piace chiamare “dantisti da anniversario”. Ci ricordiamo bene, per fare solo un esempio, gli espertoni di Risorgimento che già verso il 2009, in attesa del 2011, erano ai blocchi di partenza, pronti a discettare sull’argomento (Risorgimento, eh: è diverso da Rinascimento, e soprattutto dalla Rinascente…).

Ecco che ci sono alcuni libri che ci possono salvare, specie se commentati da un esperto di Dante che critica spesso chi si diverte a complicare le cose dantesche solo per giustificare se stesso; l’italianista Claudio Giunta, sul domenicale del Sole 24 ore del 12 luglio (pagina V), infatti, ci inquadra un libro che abbiamo già ordinato, e che sarà una delle (tantissime, ovviamente) letture dell’estate: “Poesia e profezia nell’opera di Dante”, a cura di Giuseppe Ledda, edito a cura del Centro dantesco dei Frati minori conventuali di Ravenna; in esso, si tratta della dimensione profetica dell’Alighieri, partendo da Gioacchino da Fiore (che ispirò Celestino V, tra gli altri), con il suo apocalittico millenarismo che arrivò ad impregnare di sè figure fondamentali della cultura francescana (spirituale, più che conventuale), quali Ubertino da Casale (do you remember “Il nome della rosa”?).

Nella sua recensione, Giunta ci lascia con una domanda fondamentale: che un Cacciaguida o una Beatrice, nel dantesco Paradiso, possano farsi latori di profezie, non sorprende alcuno; ma che, nel cuore dell’Inferno (rispettivamente Canti VI e X), siano il goloso Ciacco ed il ghibellinissimo Farinata (vi prego: lasciamo stare quel 4 settembre 1260!), questo resta un mistero insoluto. Che tale resterà anche per i “dantisti da anniversario”, fortunatamente…

 

LA DOMENICA DEL CAMMINATORE: UNA SPIAGGIA, COME TANTE

Una spiaggia del litorale tirrenico: una come tante, in questo fine settimana incastonato nel cuore di luglio; lo specchio dell’Italia odierna (disorientata? Insofferente alle regole come si diceva che sarebbe stata anche a marzo?), una Nazione la quale ispirerebbe fra gli altri il nostro Giacomo preferito per uno dei suoi scritti sull’italianità.  Materiale, su una spiaggia di questa estate 2020, ne troverebbe anche troppo.

Chi c’è stato, lo sa; chi non c’è stato, lo sa lo stesso: ha visto immagini sul telefonino o in televisione: mascherine, no grazie (e va bene così, en plein air), ma distanziamento sociale ridicolo, cioè del tutto inesistente. I giovani virgulti, in particolare, delle residuali regole si strafregano: tamquam virus non esset, et tamquam non fuisset (come se il virus non ci fosse, e come se non ci fosse stato: mi si perdoni il Latinorum, ma a questo giro ci stava davvero troppo bene).

Siccome l’immagine che veicoliamo è importante anche per l’estero – dove, comunque la si pensi, dobbiamo andare con il piattino in mano – quale è l’immagine che ne esce? Quella di un Paese in cui il coronavirus non fa alcuna paura quando ci sono da fare le passeggiate sul bagnasciuga o prendere il sole, ma che non riapre le scuole e gli uffici (specie se pubblici), esaltando lo smartworking per paura della malattia: un virus, insomma, che ci fa paura, come popolo, solo quando siamo in orario di lavoro, dal lunedì al venerdì…

Ps Libro della settimana in Fortezza: venerdì 24 luglio, al consueto orario delle 18 al bastione di San Domenico, una presentazione speciale; il libretto che di cui si parla (“Gia Già Una piccola storia fantastica piena di speranza”, Effigi), infatti, peraltro sprizzante gradevolezza ed intelligenza da ogni pagina, sarà il grimaldello per iniziare a parlare del ruolo genitoriale, della comunicazione fra figli e genitori con l’autore, lo psicoterapeuta Giancarlo Pacifici (romano, ma da tempo residente nel Grossetano, ove insegna anche Lettere). Argomento di una qualche importanza, nonché di perdurante attualità, si converrà.

9 Commenti su La domenica del villaggio: Dante, spiaggia, Tambroni

  1. alberto bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

    Hai commesso lo stesso errore che commise Mussolini (li fermeremo sul bagnasciuga): le passeggiate si effettuano sulla battigia; il bagnasciuga è la parte della nave battuta dalle onde a causa del beccheggio.

    • Eretico scrive:

      Caro Alberto,
      grazie della correzione: che vuoi, sono sempre lì con il mascellone, il baffino ed il baffone, a di loro leggere…

      A Cherubino, che scrive che il problema non è il “bivacco assembrato in spiaggia” (bivacco? Ridagli, con il mascellone…): certo, ma il fatto che non ci sia nessuna differenza tra l’estate 2019 e quella attuale, on the beach, qualche riflessione la dovrebbe pur stimolare.

      Grazie infine a Vedo nero: proposte interessanti sul Palio (domani ho riunione con il Comitato tozziano), e opportuno rilancio dell’evento di venerdì; in fin dei conti, una seduta (gratuita) di psicoterapia non fa mai male, no?

      L’eretico

  2. cherubino scrive:

    Il problema non è il bivacco assembrato in spiaggia, dove col maestralino di ordinanza ed il sole che scalda il virusse (come dice mia mmma) deve fare poca paura…..il problema è che le scuole sembrano impossibili da riaprire in presenza da qui all’eternità, e per gli uffici l’eternità non basta.
    … e anche qui lo zampino i sindacati ce lo stanno mettendo…di brutto!

  3. Vedo nero e basta scrive:

    Proposta per l’anniversario dantesco; se nel 2021 tutto andrà tutto bene nell’emergenza virus (speriamo), si potrebbe dedicare al Sommo il Palio straordinario di cui da tempo tanti parlano per mitigare il salto doloroso di quest’anno. Comunque un Palio ordinario dovrebbe essere dedicato al nostro Tozzi anche se in ritardo di un anno, ma non è certo stata colpa dei senesi. Meglio tardi che mai. Per l’appuntamento di venerdì 24 al Bastione di San Domenico sarebbe bello che ci fossero tanti figli con i genitori a sentire Giancarlo Pacifici; l’argomento è molto stimolante, attuale e sicuramente costruttivo per tutti. Genitori e figli.

  4. sabrina pirri scrive:

    Segnalo due libri di giovani dantisti SUI GENERIS:
    Gabriele Dadati: Nella pietra e nel sangue (Baldini +Castodi)su Pier della Vigna
    Alberto Prunetti: Nel girone dei bestemmiatori (Laterza)

  5. Il Giaguaro scrive:

    diavolo di un Eretico,rievocando Tambroni mi ha fatto ringiovanire di 60 anni e ricordare un episodio legato, appunto al governo Tambroni.
    Feriae Matricolarum della primavera del 1960(studiavo a Firenze ma le Feriae di Siena,Pisa e sopratutto Bologna erano le più partecipate).
    A chiusura dei festeggiamenti era tradizione effettuare la sfilata per il Corso di carri, auto truccate nelle più fantasiose trovate, camion ecc.
    Con tre amici combinammo di affittare per il pomeriggio della domenica della sfilata l’unica carrozza esistente allora a Siena il cui proprietario era il mitico Sugna,mitico perché oltre ad essere l’unico vetturino rimasto, era incaricato, ad ogni cambio di “quindicina”,di scarrozzare per le vie cittadine sei “signorine”per farle conoscere alla clientela.
    Quella domenica sulla carrozza targata Siena n°1 presero posto tre maschere: un Cardinale,una Signorina debitamente truccata e ovviamente alquanto scollacciata, un Federale con tanto di fez con la M gialla bene in vista.Il Cardinale benediceva a destra e sinistra ,il Federale faceva il saluto romano, la Signorina abbracciava e baciava voluttuosamente l’uno e l’altro.
    Io ero incaricato, ad ogni fermata, di contare 50 passi dalla carrozza e mettere il triangolo rosso( la legge del triangolo era entrata in vigore da poco).
    Dietro la carrozza avevamo legato una tavola di circa 1 metro con la scritta in un bel nero lucente”Governo Tambroni,divieto di svolta a sinistra”.
    L’allegoria sulla situazione socio- politica del tempo non poteva essere più esplicita :Democrazia Cristiana perennemente dominante ma strenuamente divisa in correnti di dx, sx,centro e altre cento sottocorrenti,Roma e l’Italia ancora dominata dallo spirito pacelliano (il Concilio di Papa Giovanni XXIII era iniziato da poco).
    Insomma la nostra incoscienza di ventenni non poteva passare inosservata.E infatti.
    Quando il nostro gruppo si fermò per ingorgo all’altezza di Piazza Tolomei ed io procedevo a ritroso per misurare i 50 passi regolamentari per posizionare il triangolo, giunto all’altezza del cinema Odeon(allora si chiamava Rex)mi sentii afferrare da due energumeni e portare dentro l’entrone del cinema dove il Commissario capo detto
    “testina” (perché aveva una testa allungata come i cocomeri di Faenza o americani che all’epoca stavano subentrando a quelli nostrani rotondi) procedette a prendere le mie generalità e trattenermi lì mentre altri questurini in borghese facevano scendere dalla carrozza i tre amici per essere a loro volta identificati.A Sugna fu dato perentorio incarico di togliere la tavola con la scritta tanto compromettente che fu sequestrata.
    Dopo un po’ di trattative sul comportamento della Signorina,del Cardinale e del Federale( al quale fu imposto anche di toglier la M gialla dal fez)ma forse anche perché la nostra fermata creava molti ingorghi dietro (e qualche brontolio dei molti presenti alla scena ) , ci fu consentito di riprendere il corteo.Ma non fu come prima.
    Conseguenze?apparentemente nessuna ma quando feci il militare sembra che per avere il nulla osta di segretezza previsto per il compito assegnatomi sia riaffiorato l’episodio da vecchi incartamenti consultati dai CC.
    Caro Eretico,vedi quanti ricordi hai fatto riemergere?
    E con quanta nostalgia….
    Grazie !

    • Eretico scrive:

      Caro Giaguaro, a nome – credo e spero, almeno! – di tutti i lettori, siamo noi a ringraziare te, per la tua preziosa testimonianza, tra l’altro divertente e godibile (specie 60 anni dopo…). “Divieto di svolta a sinistra”, eh: e pensare che l’anno prima, invece, ne era stato uno dei propugnatori, come scritto. Un po’ come il Crispi, mutatis mutandis.

      Grazie anche a Sabrina Pirri per i due suggerimenti su Dante, poi.

      Ne approfitto infine per aggiornare in due parole sulla riunione del Comitato su Tozzi, tenutasi questo pomeriggio (non credo viga il segreto di ufficio): qualcosa verrà fatto in autunno, ma il grosso degli eventi sarà tutto posticipato al 2021. Come le Olimpiadi, no?

      L’eretico

    • cherubino scrive:

      Bellissimo aneddoto!

  6. Il Giaguaro scrive:

    Non so come è successo ma sulla tavola c’era scritto:”Circo Tambronne,divieto di svolta a sinistra”.
    Il riferimento era comunque ben chiaro!
    Grazie delle tue gentili considerazioni.

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