Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Gervaso, un film, aglio (e 3 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Gervaso, un film, aglio (e 3 Ps)

Eccoci al consueto appuntamento con la rubrica cultural-domenicale del blog; si parte con una recensione di un film che, in forma di commedia, esplora un periodo della storia italiana ben poco esplorato, in tal senso; poi, un divertissement sull’aglio, croce e delizia; dipoi, per la rubrichetta manzoniana, siamo al Capitolo XI, per un breve approfondimento sulla figura di Gervaso, lo strullo del villaggio. Tre Ps, di varia umanità, per concludere.

“MIO DIO, COME SONO CADUTA IN BASSO!”: UN FILM SULL’ITALIA GIOLITTIANA

Commedie sull’Italia fascista (e post-fascista) abbondano, e spesso sono di gran qualità; anche sull’Italia del Papa Re, grazie a quel grande anticlericale che era Luigi Magni (nonchè sul periodo napoleonico a Roma, con l’indimenticabile, monicelliano, “Il marchese del grillo”): in effetti, non avremmo però saputo, stans uno pede, citare nessuna buona commedia sul periodo giolittiano: ecco che ieri Raistoria ha lodevolmente proposto il bel film (del 1974) di Luigi Comencini “Mio Dio, come sono caduta in basso!”; pellicola godibilissima, che ci traghetta, con intelligente arguzia, proprio in quel periodo.

Trattasi della vicenda di una coppia di neosposi dell’alta società siciliana (lei è una Maqueda), i quali al momento di consumare la prima notte di nozze scoprono di essere fratello e sorella, per una intricata vicenda di impotenza del padre (reduce da quella Dogali, di cui si è scritto giusto domenica scorsa: un Ugo Pagliai autoironico, al suo meglio); lo sposo – uno scintillante Alberto Lionello -, si butta su D’Annunzio, del quale diventa un pedante estimatore, e sul nazionalismo: va in Libia, preso da fervore mistico-politico, in seguito perirà nella Grande Guerra; lei – una formosa Laura Antonelli, al meglio delle sue possibilità, e certo migliore di altre attrici coeve alla Ornella Muti – vive il dissidio fra il desiderio di un uomo (non del marito, certo, con il quale però il ménage familiare deve ipocritamente andare avanti, tante volte si potesse dire qualcosa sulla di lui virilità, eh), ed il senso di colpa conculcatole dalla rigida educazione cattolicissima; fino a quando – passaggio senza dubbio prevedibilissimo, all’interno della sceneggiatura firmata dallo stesso Comencini e da Ivo Perilli – arriva l’autista – un giovane ed aitante Michele Placido, improbabile toscano -, il quale farà conoscere il piacere della carne alla Maqueda (la quale ovviamente, dovendo recuperare il perduto tempo, diventa inappagabile): la frase del titolo, viene pronunciata, subito dopo il primo amplesso fra i due, proprio a segnare l’abbassamento sociale dell’accoppiamento della nobile con il suo servitore; si tace sul doppio colpetto di scena finale, per chi volesse godersene la visione.

Una commedia sul periodo giolittiano, dunque, e sulla penetrazione dell’opera dannunziana nella società alto borghese e aristocratica di quell’Italia, con l’autentico culto della personalità per il Vate (mostrato in un paio di brevi sequenze: anche a cavallo, sulla spiaggia, del suo bianco destriero); quando Comencini si faceva beffe dell’appeal che D’Annunzio aveva su quella fetta di società italica che stravedeva per lui (donne ed uomini), aveva senza dubbio gioco facile, nel tratteggiarla con i toni della commedia. L’Italia di allora – solo per citarne alcuni -, era l’Italia di Pasolini, di Moravia, di Calvino, di registi straordinari (migliori dello stesso Comencini, pur recuperando); ma quanto all’ oggi, diciamocela proprio tutta: magari, al netto della foga bellicistica, ci fossero figure paragonabili a quella di D’Annunzio. Magari. Oggi, il massimo dello scandalo e dell’irriverenza che un intellettuale può arrivare a dare, è di difendere il suo diritto a fumare all’aria aperta, oppure scrivere il suo endorsement per il Governo Draghi dopo avere difeso fino alla fine quello Conte (Corriere della sera odierno, Antonio Scurati)…

L’AGLIO, CROCE E DELIZIA

La pandemia in corso ha avuto almeno un paio di elementi positivi: per i bruttini, l’uso anche all’esterno delle mascherine ha migliorato la situazione (con la copertura, chiunque – se non ha proprio l’occhio vitreo – rientra nel novero di una accettabile normalità); inoltre, ha sdoganato il consumo di aglio, che pare fosse in caduta piuttosto libera, allorquando esisteva una vita sociale decisamente più intensa.

L’aglio: croce e delizia; toccasana per la salute: difficile trovare un qualcosa di commestibile con maggiori proprietà (vasodilatatore, disinfettante, diuretico, lassativo, antiossidante, antimicotico, antidolorifico, anticancerogeno, e, di certo, si è dimenticato qualcosa); eppure, a cagione della questione dell’alito, la sua presenza è invisa a molti. In un delizioso pezzo di Jessica D’Ercole (La Verità del 12 novembre, pagina 25), si cita una legge dell’Illinois, secondo la quale chi abbia mangiato aglio avrebbe l’accesso vietato, per le successive quattro ore, ai teatri (possibile?).

Va detto che anche dal punto di vista religioso, il Cristianesimo dimostra ancora una volta – dal punto di vista alimentare – di essere il Credo più tollerante; uno degli hadih (i famosi “detti”) maomettani, infatti, precisa che “colui che ha consumato aglio o cipolla si allontani dalla nostra presenza e dalla nostra moschea, e se ne resti a casa”. Non c’è la proibizione esplicita, certo, ma il garlic eater va verso la morte sociale; secondo l’autrice del pezzo, anche nel Talmud ci sono norme di cotal genere, benchè gli ebrei nella tradizione siano sempre stati grandi consumatori di aglio (non a caso, l’Imperatore Marco Aurelio invitava a “non puzzare d’aglio come Giudei”).

I Francesi, certo, ne sono (erano?) grandissimi, quotidiani, consumatori: pare che il futuro Enrico IV – colui che, per diventare monarca, era disposto a sopportare financo la domenical Messa – fosse stato battezzato con un rito che prevedeva lo sfregamento, sulle labbra del neonato, di uno spicchio d’aglio; sia Stalin che Mussolini ne erano entusiastici corifei, da par loro, mentre l’ormai statista Silvio Berlusconi, disprezzandolo, lo vieta in modo rigoroso a tutti i suoi collaboratori; sembra che sia arrivato a proibirne il consumo financo ad Emilio Fede: avrà obbedito, l’ex Direttore di Retequattro?

PROMESSI SPOSI 4.0, CAPITOLO XI: GERVASO, IL CRETINO CHE NON SA TACERE

Il Capitolo XI del capolavoro manzoniano è quello nel quale inizia la lunga trasferta milanese di Renzo (fino al Capitolo XVI il protagonista sarà in loco); è la prima volta che il villano esce davvero dal suo nucleo abitativo d’origine, e questo gli servirà per crescere e maturare: siamo in un Bildungsroman, no? Siamo anche nel Capitolo in cui si squaderna al lettore la crisi (alimentare-politica-sociale), che sta per portare ai famosi “tumulti di San Martino”: ma, di questi, parleremo nei prossimi Capitoli.

Quanto a questa domenica, ci sia consentito di focalizzarci essenzialmente sulla missione che è affidata al Griso – braccio destro di don Rodrigo -, al quale dopo il fallimento del rapimento di Lucia è demandato il compito di tornare sul luogo del tentato rapimento, per raccogliere informazioni; il villaggio è in subbuglio: Agnese, Lucia stessa ed il succitato Renzo dove sono finiti? Non c’è chi non se lo chieda, e non c’era neanche “Chi l’ha visto”, eh…

“Il paese è piccolo, la gente mormora”, si diceva una volta; figuriamoci se, nel novembre del 1628, le cose andavano in maniera diversa; non certo l’unico a farlo, il primus inter pares fra coloro che – pur essendo stati da altri esortati al silenzio – parlano senza posa e freno, è senza dubbio Gervaso: fratello di Tonio – che gli aveva imposto il prudente silenzio  -, Gervaso era considerato lo scemo del villaggio, o giù di lì. Poteva resistere al brivido, una volta nella vita, di saperne più degli altri? Poteva tacere, a fronte dell’essere stato coinvolto, una volta nella vita, “a una cosa che puzzava di criminale” (il cosiddetto “matrimonio a sorpresa”, per capirsi)? No di certo, ed infatti egli “crepava di voglia di vantarsene”.

Il wharoliano quarto d’ora di celebrità, insomma; dicano i lettori, in conclusione, se non ravvedano quotidiani punti di incontro fra l’operato del buon Gervaso nel Capitolo XI, e i tanti beoti che fanno a gara a farsi intervistare (spesso raccontando fandonie invereconde), pur di apparire venti secondi in tv, specie se il fatto di cui si parla è legato “a una cosa che puzzava di criminale”. Gente che – chi conosce un po’ l’animo umano lo intuisce subito -, per mostrare che una volta nella vita ne sa (rectius: pensa di saperne) più degli altri, ci fa rimpiangere Gervaso, lo scemo del villaggio di manzoniana memoria…

Ps 1 Christopher Plummer, 91enne attore canadese, ci ha lasciato, in settimana; divenuto celebre per “Tutti insieme appassionatamente”, aveva più volte interpretato ruoli da nazista: ne aveva il physique du role, nonchè gli occhi. Non come Hitler, per capirsi.

Ps 2 Sabato prossimo 13 febbraio – alle ore 16, al parco Norma Cossetto, per chi non lo sapesse a fianco di Piazza Amendola – si terrà una celebrazione in occasione del Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 per fare conoscere la tragedia delle foibe, con tutti gli annessi ed i connessi. Fra gli altri, ci sarà un intervento anche dello scrivente. L’appuntamento, ovviamente, è aperto a tutti: e sarebbe bello se diventasse un evento davvero per tutti. Chi ha orecchie per intendere, intenda…

Ps 3 Solo un accenno alla politica, sulla quale torneremo ovviamente in settimana; meravigliosa la battuta circolante sul web (e ripresa da Massimo Gramellini, sul Corriere della sera di ieri), del (falso, eh) sondaggio sulla piattaforma Rousseau, con la supposta domanda: “Cosa pensate di Draghi?”, e la conseguente risposta della maggioranza degli iscritti alla piattaforma: “Sì, esistono”.

39 Commenti su La domenica del villaggio: Gervaso, un film, aglio (e 3 Ps)

  1. Jerry Fletcher scrive:

    Eretico, non sono d’accordo, Comencini è stato un grandissimo regista, vatti a rivedere la filmografia: pane, amore e fantasia, tutti a casa (!! “ Signor colonnello, tenente Innocenzi. Accade una cosa incredibile. I tedeschi si sono alleati con gli americani”) la ragazza di bube, lo scopone scientifico (stupendo), Pinocchio in tv (inarrivabile nonostante numerosi tentativi), la donna della domenica, il gatto ( per me un gran film misconosciuto, indimenticabili Tognazzi, Mariangela Melato e Dalila Di Lazzaro), l’ingorgo, l’ascensore con Sordi e la Sandrelli in quelle strane occasioni. Ce ne sarebbe per dare la pista a tutti quelli di oggi messi insieme, parenti comprese…

  2. Eretico scrive:

    Caro Jerry, infatti ho scritto che Comencini è un regista da recuperare (che sia stato meglio della maggior parte degli attuali, nessun dubbio).
    Poi, come già scritto illo tempore, è stato il nonno di Calenda, eh…

    L’eretico

  3. Enea scrive:

    Ps 2. Concordo in pieno!!!

  4. Daria gentili scrive:

    Aglio, a nastro, schiacciato, olio nuovo, peperoncino ……spaghetti non scolati perfettamente e, per finire, quasi affogati nel parmigiano! E che fiatella sia

  5. Lucio scrive:

    Dopo tantissimo tempo mi rifo’ vivo.
    Ho vissuto a Siena ed in tanti altri luoghi italiani e non solo. Ma ora abito definitivamente a Trieste, una città martire ancora poco conosciuta in Italia nelle sue molteplici vicissitudini patite senza sosta nel “secolo breve”.
    Ed è perciò che – a prescindere da qualsiasi strumentalizzazione – voglio qui esprimere “a chiare lettere” il mio plauso per la manifestazione dedicata alla “Giornata del Ricordo”.
    Io, purtroppo, non potrò andare a Basovizza posdomani essendo stata inibita la presenza del pubblico a causa delle note restrizioni sanitarie.

    • Eretico scrive:

      Caro Lucio, grazie per il tuo intervento: io spero che venga fuori un evento intelligentemente condiviso, con il consueto ottimismo della volontà abbinato al pessimismo della ragione…

      Domenica comunque qualcosa ne scrivo sul blog, per informare tutti sulla cosa.

      L’eretico

  6. Roberto scrive:

    La strumentalizzazione delle foibe fa il paio con la mitizzazione della resistenza.

  7. Vedo sempre più nero scrive:

    Nelle consultazioni con Draghi la Bonino è un po’ patetica. Quasi tutti i suoi progetti, pieni di buone intenzioni e poco pratici, si sono dimostrati col tempo dei cattivi effetti nella società italiana, La tengono li per pietà. Concludo con due sole parole: Al voto!

  8. Lucio scrive:

    Grazie per l’ospitalità, stimato Professore!
    In uno slancio omnicomprensivo (frutto giustappunto dell’ottimismo) io domani ricorderò gli infoibati italiani, sloveni, croati, tedeschi, eccetera, nonché gli internati nei nostri campi di concentramento e nelle nostre prigioni; assieme al magazzino 18 come emblema della tragedia degli esuli giuliani, fiumani, istriani e dalmati, unitamente ai perseguitati di etnia slava nelle allora zone italiane. Il
    tutto non tralasciando un pensiero particolare ai drammi allora e dopo vissuti dalla Città di Trieste.

  9. Daria gentili scrive:

    Off topic, ma troppo gustosa, se vera, la notizia di queste ultime ore.
    Conte che va ………..e dove arriva? A Siena!!!! Roba grossa! Siamo diventati il centro di un laboratorio politico, ora aspettiamo con ansia per vedere se ai nostri amici piddini nostrani riescono a far votare anche Giuseppi’

  10. Vedo sempre più nero scrive:

    Sul Ps2: sarà presente. Unica nota stonata dei media, il divario netto tra la giornata della memoria per l’olocausto degli ebrei e quello delle foibe. Per il primo tutto è stato preannunciato con largo anticipo con dibattiti, film, documentari e con la sempre presente Segre, gemella separata dalla nascita del “cartonato” presidente. Ovunque c’era la sua faccia. Di Perlasca, salvo errori, neanche una parola; ma già, era un fascista della prima ora anche se poi al momento più importante si è redento non importa. Per le foibe qualche servizio su Rai Storia (ieri su Porzus) e poi la coscienza pulita. Verrò alla cerimonia, certo, anche perché vorrò vedere quanti buonisti saranno presenti. Sono state due pagine nere della storia umana e di uguale dignità.

  11. Beppe scrive:

    Viva l’aglio

    Se dipende dall’aglio non saprei,
    ma però io l’adopro da parecchio
    e sono qui, guasi a novantasei.
    Quando a volte mi vedo ne lo specchio

    che sia tanto sciupato non direi,
    si vede bene, si, che sono vecchio
    però ci so’ anche peggio, cari miei.
    Guasi sdentato, un porto l’apparecchio,

    però mangio di tutto e ben tritati,
    avanti di pranzà, du’ spicchi d’aglio
    in un cucchiaio, subito ‘ngollati

    con mezzo bicchier d’acqua, così ‘l fiato
    un lo senti se un vai ad annusallo
    col naso ‘n bocca, dopo ave’ mangiato.

    P.S. E semmai lo sentissero, pazienza,
    ma io dell’aglio un voglio stare senza.

    10 Febbraio 2021

    • Eretico scrive:

      Caro Beppe – ormai formalmente “grande vecchio” del blog -, grazie davvero per i gustosi versi all’aglio inneggianti, compreso il Ps finale!

      A Daria: dell’approdo (eventuale) di Giuseppi in terra di Siena scriveremo, ovviamente; per adesso, da segnalare che i piddini locali hanno rimandato indietro l’ingombrante pacco (tra l’altro, appartenente – e a modo molto suo – a tutt’altro Partito, eh: non sarebbe solo una candidatura calata dall’alto, ma calata per giustificare un’alleanza assai opinabile, voluta in primis dallo stratega della “corrente thailandese del Pd”, come Renzi, in questo genialmente, chiama Goffredo Bettini).

      L’eretico

  12. Beppe scrive:

    Caro Eretico

    Grazie davvero dell’apprezzamento
    per que’ quattro versacci da buttà,
    ma “grande vecchio” non s’usa chiamà.
    Prima di tutto, grande non mi sento

    e poi mi dici vecchio in un momento
    che del vecchio non lo si deve da’,
    ma solo anziano è corretto usà.
    Te non badare al mi’ comportamento,

    vecchio so’ per davvero e mezzo andato
    e se a volte la fo fòri dal vaso,
    mi scuso e spero d’esse’ perdonato.

    Mi garba fa i sonetti, anche se male,
    a qualche bischerata un ci fa’ caso
    e accetta ora un saluto cordiale.

    10 Febbraio 2021

  13. Roberto scrive:

    ….però ricordiamo tutto e capiamo chi è stato il primo responsabile delle foibe:
    L’obiettivo del governo italiano era diretto alla cancellazione dell’identità culturale e linguistica delle popolazioni locali; furono abolite le associazioni e gli enti culturali, sociali e sportivi; si vietò l’insegnamento e l’uso delle lingue croata e slovena nei luoghi pubblici, cessarono di uscire i loro giornali e i libri e cambiò persino la toponomastica stradale. I contadini rimasero senza le terre e le proprietà, espropriate a favore dei coloni italiani. Dal 1927 al 1943 vennero celebrati 978 processi dal Tribunale speciale nei confronti degli antifascisti slavi. Il gerarca fascista Cobolli Gigli scriveva negli opuscoli patriottici che chi fra i croati si ostinava a parlare nella lingua materna, correva il pericolo di trovare sepoltura nella Foiba. Inoltre, in Istria ci sono numerose foibe nelle quali i fascisti, a servizio dei nazisti, gettarono centinaia di persone, dopo averle fucilate o ancora vive. “Il Piccolo” del 5 Novembre 2001 riporta la testimonianza di Raffaello Camerini, ebreo e abitante dell’Istria. Egli racconta che nel 1940, durante il periodo di lavoro coatto nelle cave di bauxite, vide i fascisti ammazzare centinaia di croati e sloveni che venivano fucilati e gettati nelle foibe perché si rifiutavano di parlare italiano o di italianizzare il proprio cognome. Dalle vicende narrate appare chiaro come il progetto degli infoibamenti si deve ai fascisti e risale agli inizi degli anni Venti. Numerosi furono i campi di concentramento italiani, nei quali vennero rinchiusi più di centomila sloveni, croati, montenegrini e bosniaci sia in territorio italiano che lungo la costa croata dell’Adriatico. Durante i 22 mesi di occupazione italiana del Cuarnero e della Dalmazia furono internati 23 mila civili di cui tremila bambini. Il più grande campo di detenzione era sull’isola di Rab, che contava circa 10 mila persone, di cui ne morirono circa 1500.

    • Enea scrive:

      Il pressappochismo associato alla strumentalizzazione ci consegna questa giornata della memoria s avrà dal contesto storico, con l’unico scopo di riabilitare gli orrori nazifascisti.
      Ben vengano le giornate come quella in programma dove eminenti personalità possano dare un quadro ” approfodito” della vicenda, mondandola da rivalsa ideologica e consegnandoci frammenti di storia.

  14. Vedo sempre più nero scrive:

    Evviva l’aglio il migliore antidoto contro il corona virus, gli insetti fastidiosi e le persone antipatiche. Una fiatata e vai che ti stanno tutti lontano. Fa bene alla salute ed all’umore.

    • Enea scrive:

      ..ed è sempre meglio del puzzo di fumo da sigaretta!
      Non di rado si sono visti insegnanti fumare nelle pertinenza delle scuole….x me una vergogna!

  15. Vedo sempre più nero scrive:

    A me il “Pinocchio” di Comencini non è mai piaciuto. Comunque è sempre migliore di quello che fece Benigni nel 1999, un fiasco totale.

    • Jerry Fletcher scrive:

      E quale le è piaciuto di grazia?
      Io l’ho visto all’epoca, da bambino (pochi anni dopo va) e sono stato catturato dalla dimensione fiabesca, divertimento, paura (mangiafuoco!), attrazione (fata turchina!) e amore (geppetto!). L’ho rivisto da adulto e ho ammirato “il prodotto”, regia e sceneggiatura (comencini, suso cecchi d’amico), attori grandiosi (Manfredi, Lollo, franchi, ingrassia,vittorio de sica, lionel stander!!! E sono solo i principali), scenografie, costumi, musica (fiorenzo carpi!!). Caro vedo nero, un po’ di entusiasmo, ci dica almeno quello che le piace, qualche bagliore di luce, lei non perde mai occasione per giustificare il suo nickname…

      • Eretico scrive:

        In effetti, anche se i ricordi sono davvero fanciulleschi e mai più rinvigoriti da successive visioni, il Pinocchio comenciniano non era per niente male, per il cast e non solo (giusta anche la sottolineatura di Fiorenzo Carpi per la musica: l’Ennio nazionale, mostruosamente bravo, ha involontariamente oscurato fior di musicisti, si pensi appunto a Carpi ed anche a Riz Ortolani).

        L’eretico

      • Vedo sempre più nero scrive:

        Il “Pinocchio” di Collodi mi piace perché si parla di situazioni realistiche e non edulcorate come nella versione di Comencini. La signa iniziale non l’ho mai digerita quel finale che dice: “Debbo dirvi in confidenza
        Che com’è non mi dispiace
        M’è riuscito proprio bene
        Più lo vedo e più mi piace.” mi ricorda troppo le menate post sessantottine in cui il bimbo doveva esprimersi liberamente senza nessuna remora o freno e contestare a priori il sistema. Quando questo film venne fatto eravamo sempre in un periodo di contestazione precedente ad un altro peggiore. Ritornando alla canzoncina Pinocchio viene descritto nei peggiore dei modi ed invece viene giustificata ed elogiata la sua cattiva condotta. Poi oggi vediamo a che punto è ridotto il nostro sistema educativo. Nel “Pinocchio” di Collodi si parte da un burattino per venire ad una persona in carne ed ossa che ha imparato a comportarsi correttamente dalle esperienze passate. In Comencini si finisce con la solita scenetta ambigua a tarallucci e vino col finale della stupida canzoncina. Insomma ognuno la pensi come vuole, bravi gli attori, bella la sceneggiatura, ma a me piace il realismo di Collodi. Certo se poi pensiamo che ora in molti libri per giovani ci si trasforma da umani a robot o simili (manga, anime, ecc.), si puo’ anche accettare l’adattamento di Comencini. Quello successivo con Benigni Pinocchio non lo prendo neanche in considerazione.

  16. Uno di passaggio scrive:

    Articolo 65
    Il Re nomina e revoca i suoi ministri

  17. Il Giaguaro scrive:

    Si,si avanti con l’aglio,Pinocchio,la Fata Turchina ecc.ecc.
    E intanto Sienina nostra(copirait ereticale)sta arrancando mentre le aste giudiziarie fanno affari d’oro (anche con soldi autoctoni, tanti soldi a quanto pare).
    Avanti così, per vivere tutti felici e contenti.E sazi.
    Prosit !

  18. Vedo sempre più nero scrive:

    Ma che bel corteo dietro a Draghi durante le consultazioni per il nuovo Governo. Sembravano tanti scolaretti dietro al maestro. Tutti felici in attesa della caramellina…poltroncina che verrà assegnata. M5S, PD, Leu, la Lega e via dicendo aspettavano fiduciosi. Datemi una poltrona e dominerò il mondo e arricchirò il mio portafoglio. Massimo della delusione il Movimento5 Stelle; dove sono andati i vaffa, l’abolizione dei privilegi e vitalizi ed altri buoni propositi che lo differenziava dagli altri partiti? E il PD con la Lega a braccetto. Per me i più coerenti, con qualche riserva, sono quelli della Meloni. Solo tre parole come giudizio: “Al voto subito”.

    • Enea scrive:

      Sei sicuro che la scelta della meloni di stare all’opposizione sia una decisione di coerenza e non di mera convenienza politica?
      È sugli ingenui che si fonda il consenso di molti leader.
      Ti invito a riflettere e guardare il quadro senza escludere la cornice….di sempliciotti l’Italia è già troppo piena, così come di sobillatori, di pressapochisti.

      • Vedo sempre più nero scrive:

        pur con qualche riserva, perché una parte politica perfetta purtroppo non esiste, esiste una grande confusione, ma almeno a perorare la poltroncina dal Re Draghi a braccetto con chi fino ad ieri ti offendeva non c’è andata. Ce li vedi Renzi, Salvini, Grillo, Zingaretti tutti con il viso sereno di circostanza a sentire le ultime disposizioni e successiva distribuzione delle caramel…poltrone del “Cartonato” e Draghi? Tutti insieme appassionatamente!

  19. Vedo sempre più nero scrive:

    Mi riferisco all’ultime sulla nostra amministrazione locale. Di sicuro l’affare del Santa maria della Scala finirà tutto a tarallucci e vino, ma non è questo il problema. Le strade hanno bisogno di una radicale asfaltatura e sono sempre più mulattiere con annessi patimenti per gli ammortizzatori delle auto e mezzi pubblici. Le mura sono sempre coltivazioni a cielo aperto di capperi. La città è sempre buia. Insomma, per farla breve, a Siena non c’è stato un grande miglioramento rispetto alla precedente amministrazione. L’unica cosa buona è stata la nuova gestione della Biblioteca degli Intronati ed i vari dibattiti in Fortezza nell’estate scorsa, ma questo c’entra poco con l’attuale gestione comunale. Assolutamente non voglio più una gestione PD, ma bisognerebbe muoversi, darsi da fare. A proposito della proposta dei buonisti di candidare Conte nel collegio di Siena per le molto probabili elezioni è una grande buffonata, l’ennesima dei buonisti PD ed amanti della poltrona e voltagabbana M5S.

  20. Anonimo scrive:

    Siena sprofonda con i buonisti. Avete notato quanti ospiti sgraditi girano per la città, alla stazione sembra di essere a Kinshasa da quanti ce ne sono e qualcuna anche in dolce attesa. Belli sani, stanno prprio bene, tanto li campiamo noi con le tasse. Ci girano anche degli anziani italiani, poveri pensionati, che chiedono qualche spicciolo, sono ridotti molto male a differenza degli ospiti amici della Boldrini e compagnia, ringraziamo chi ha abolito i decreti sicurezza di Salvini. Con l’emergenza Covid le cose peggioreranno sempre più per molte famiglie italiane. Domani in Via di Fontebranda ci sarà una raccolta alimentare per le famiglie italiane in difficoltà, io porterò il mio contributo con pasta, pane e, per sicurezza, tanti salumi. Non ce li voglio in Italia, restino a casa loro dove sarà più che giusto aiutare, magari risparmiando i soldi che molti Stati stupidamente spendono per andare a cercare l’acqua sulla Luna o su Marte. A spendere per queste baggianate ci si sono messi anche i loro “fratelli” sceicchi degli Emirati Arabi Uniti. Questo è il vero egoismo.

    • Jerry Fletcher scrive:

      Quando si diventa italiani? I figli di questi ospiti sgraditi potranno considerarsi tali? E sennò i loro nipoti? Forse è infastidito dalla diversità di colore o di religione? Oppure dall’odore? È inutile ciurlare nel manico, lei è contrario alle richieste di cittadinanza degli inglesi del Chiantishire o degli Scandinavi della Riva del Sole? Se sì è un autarchico se no è un razzista…

      • Daria gentili scrive:

        Facevo una riflessione.
        Da quando il problema immigrazione è diventato centrale nel dibattito politico, la sinistra ha perso una notevole mole di consensi. Può anche darsi che sia una semplice coincidenza, ma, conoscendo tanti transfughi, non credo.
        Per cui delle due l’una: o prima la sinistra era composta anche da una folta schiera di razzisti, oppure la sinistra non è riuscita a fornire risposte di governo ad un problema particolarmente sentito…
        In ogni caso, a mio avviso, è troppo semplicistico marchiare di razzismo chi tende ad affrontare il problema immigrazione fuori dai canoni del politicamente corretto

        • Jerry Fletcher scrive:

          Daria, lei ha molte ragioni, però io non faccio il politico, a me del consenso e di quello che pensa la maggioranza delle persone con il mio stesso passaporto, se contravviene alla “mia” morale, non me ne può fregare di meno. Per me una raccolta alimentare riservata agli italiana è disumana e razzista. Se anche rimanessi l’ultimo sulla terra a provare disgusto leggendo quello che ha scritto l’anonimo o qui sotto vedo “bianco”, con una somma di piccoli aneddoti da perfetto intollerante, non lo vivrei come un problema. Siamo diventati brutti, vecchi e cattivi, un popolo in disarmo morale e materiale, e ci permettiamo di giudicare e disprezzare persone che non fanno altro che occupare gli spazi lasciati liberi dalla nostra eutanasia. Altro che non ci si entra, qui è tutto vuoto, paesi e città spopolate, mestieri più o meno nobili abbandonati

      • Vedo sempre più nero scrive:

        Italiani si diventa quando si rispetta la nostra cultura, che quando siamo in locali pubblici non si urla nella propria lingua che magari ti stanno dando dello stupido e non lo sai. Che invece di comprare i beni alimentari preferiscono acquistare lo smartphone ultimo modello con cui urlare quando li trovi nei bus pubblici. Spero che vada avanti la proposta di essere detti in italiano i discorsi dei loro sacerdoti, gli iman, anziché in arabo in modo si possa controllare cosa predicano ai loro fedeli. Poi mi danno fastidio con i loro orrendi costumi e capigliature, hanno dei pessimi gusti, ma su questo ci si puo’ soprassedere. Su altri episodi no, da diversi conoscenti ho saputi degli interesanti aneddoti sull’integrazione a San Rocco a Pilli; il primo riguarda una maestra d’asilo che per attraversare la strada aveva invitato i bambini a prendersi per mano a due a due, cosa giusta ed encomiabile invece un padre di una bimba mussulmana è andato a protestare perché sua figlia era stata toccata da un infedele cristiano, la cosa ovviamente è finita li, ma la maestra c’è rimasta male. Secondo episodio è quello di una bambina mussulmana che in un tema manifestava la sua gioia di stare in classe con tanti amici senza distinzione di religione, si sentiva integrata, ma a casa sua madre leggendo il compito le ha detto di non affezionarsi troppo a loro perché un giorno verranno tutti sgozzati per Allah. Episodi inquietanti o no? Consideriamo che poi anche dall’Est non arrivano gente molto più simpatica, più disponibili ad integrarsi comunque, la frittata è fatta. La soluzione? Più rispetto reciproco e non a senso unico come dice l’omino in bianco. La legge deve essere rispettata da tutti e chi commette reato deve essere istradato a casa sua. Ultimamente ci sono stati due incidenti stradali, lievi, a Porta Camollia ed uno in periferia ambedue i conducenti senza patente ed assicurazione, pregate di no capitare inqueste situazioni che saranno veramente problemi seri. Ce ne sarebbe tanti da dire, il riassunto è che non si vogliono integrare e a me la favoletta del minore lasciato solo non mi convince poi il ragazzo cresce e qualcuno, buonista, propone il ricongiungimento familiare con genitori, fratelli, sorelle, nonni, ecc.. Per quest’ultimi è prevista anche la pensione di vecchiaia con i sodi che noi abbiamo versato per i nostri pensionati, siamo così becchi e bastonati. Salvini sarà un fanfarone, ma quando mise il decreto di sicurezza fece una cosa buona. La Ministra Lamorgese (sosia della Fornero) purtroppo ha tolto tutto. Aiutiamolo veramente a casa loro, spendiamo per loro, ma laggiù. L’Europa è come una casa per 50 persone, Per l’Africa vorrebbe una casa grande il triplo; come fanno ad entrare 150 persone in una casa già occupata da 50? Impossibile. Rifletteteci sopra buonisti, se siete in buona fede.

  21. Vedo sempre più nero scrive:

    Ricordate i banchi a rotelle? Ora sembra che nessuna scuola li abbia chiesti. Quanti soldi sono stati buttati via? Tanti. Potevano essere usati per migliorare le aule, incentivare il personale insegnante ed ausiliario. Ora i soldini che l’UE, con riserva, che fine faranno? Continueremo a farci del male?

    • Enea scrive:

      Sembra….sembra che molti scrivano di pancia, per sentito dire, con assolutissimamente privi di ricerca.
      Sembra…sembra che molti non abbiano idea di ciò che scrivono, e che ascoltino solo la campana che più gli piace per poi ridobdare le note.
      Sembra…sembra che in questo blog ci siano pochissimi che analizzano una questione guardandola da ogni prospettiva.
      Gli altri o sono ingenui( a dir poco) o sciacalli o mascalzoni!
      Io dopo aver letto che giuseppe conte ha fallito su tutto, sembra che mi levi di culo, così lascio i funghi cuocere nella su’ acqua.
      Se c’è una cosa che non sopporto, è il populismo pressappichista, fatto da chi ha i mezzi per non esserlo.
      Grazie dello spazio e del tempo…non si sprechiamo kleenex…ero il peggio di tutti…

      • Eretico scrive:

        Caro Enea,
        apprezzo molto l’autoironico finale (l’autoironia, ecco: quella sì che manca a taluni commentatori); ciò detto, ti invito a non desistere: è come al Governo (salvo che tu non sia leader di Partito aut similia), se esci poi perdi visibilità pubblica…
        Io anzi ti chiedo, in nome del santo pluralismo: mi sapresti dire due o tre cose fatte davvero bene dal Conte bis (non però scrivendo “Quello avrebbe fatto di sicuro peggio”, please)?
        Ieri Conte è uscito fra gli applausi dei dipendenti, cosa irrituale ma certamente sincera: diamogliene atto; io credo che la Historia, come ha rivalutato (in parte, sia chiaro) statisti usciti di scena fra le monetine, farà giustizia di politici usciti fra gli applausi. Wait and see, come sempre…

        Buona – laicissima, financo paganeggiante – domenica a tutti (in serata arriva la rubrica cultural-domenicale, ovviamente), l’eretico

  22. Vedo sempre più nero scrive:

    che l’UE ci darà, con riserva,

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