Eretico di SienaLa domenica del villaggio: figli, Moro, conte-zio (e Navalny) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: figli, Moro, conte-zio (e Navalny)

Appuntamento particolarmente ricco quest’oggi, per la rubrica cultural-settimanale del blog; si parte con la devastante crisi demografica italiana, per poi passare a rievocare una giornata campale del sequestro Moro, di cui oggi ricorre l’anniversario: il 18 aprile 1978; per la rubrichetta manzoniana, a questo giro un Capitolo che ci sta particolarmente a cuore (il XIX): l’incontro fra il conte zio ed il padre provinciale è davvero cult…

L’EMERGENZA DEMOGRAFICA: IL CROLLO ITALIANO

Vi ricordate quanti “esperti” preconizzavano che l’Italia in lockdown – quello della primavera 2020, certo il più impattante – si sarebbe rimessa a fare figli? Beh, abbiamo i dati dei 9 mesi successivi (fine 2020): i più bassi di sempre, sic. Dati devastanti: rispetto a fine 2019, il calo di nuovi nati è del 9,1%. Come il più agro pessimismo – ovviamente condiviso dallo scrivente – invitava a pensare, sin da subito: un altro portato negativissimo del “maladetto virus”, ma è chiaro che la crisi c’era – eccome se c’era – prima, e che essa continuerà in futuro.

Il fatto è che – basandosi sui dati del demografo Roberto Volpi, che sta sciorinando interventi magistrali sulla Lettura del Corriere della sera, in tal senso -, l’Italia è il fanalino di coda financo in Europa (la quale perderà, da qui al 2050, circa 130milioni di abitanti); non quindi rispetto alle grandi sacche di crescita demografica mondiali (ormai l’Africa e l’Asia insieme coprono il 76% della popolazione del globo!), rispetto per l’appunto alla declinantissima Europa. Intendiamoci, anche fra i demografi (categoria che di solito ci prende sui dati, non come gli economisti o altri che vanno nel prime time ogni sera) il dibattito è aperto: secondo Massimo Livi Bacci, auctoritas indiscussa, l’Italia potrebbe funzionare bene (funziona bene, oggi?) financo con una decina di milioni di italiani in meno; Volpi e altri non sono invece d’accordo, ma il problema è soprattutto questo: non solo che, forse, sprofonderemo a 30 milioni, ma anche che i futuri italiani saranno vecchi. Il grande balzo degli ultraottantenni negli ultimi anni (oggi superano i 4,4 milioni), fa pendant con l’ulteriore riduzione della fascia più dinamica (25-49 anni), la quale perde più di due milioni di persone, scendendo sotto i 20 milioni.

C’è un problema serio, di cui si parla poco, di non fertilità maschile (dal 1973 ad oggi, gli spermatozoi sono diminuiti del 60%: si veda a tal proposito l’intervista di Telmo Pievani a S. Swan, sulla Lettura dell’11 aprile, a pagina 11); c’è un problema culturale, legato ovviamente alla secolarizzazione imperante e a certi messaggi demenziali (guardatevi la pubblicità di una nota marca di pasta: torna a casa la figlia unica, un pochino abbacchiata, ed i genitori si fermano, si bloccano come inebetiti, tutti presi a cercare di rincuorarla…).

L’imbarazzo, infine – lo capiamo bene -, è palpabile dal punto di vista politico: i soldi che ci vorrebbero per incrementare una politica demografica, quelli non ci sono, e poi parlare di “campagne demografiche” pare una sorta di apologia di Fascismo (ci sarebbe anche la Chiesa, ma tra il Pio XI della “Casti connubii” e Papa Francesco si scorge una qualche, vaga, differenza); a proposito del Duce, facevo vedere agli studenti, in settimana, il discorso del 10 giugno 1940 (“l’ora delle decisioni irrevocabili”, ahinoi). Ad un certo punto, ecco Mussolini asserire, con teatrale orgoglio, che l’Italia (“proletaria e fascista”), ha 45 milioni di Italiani. Solo che, a differenza di oggi, questi Italiani erano soprattutto giovani, non vecchi…

IL LAGO DELLA DUCHESSA: 18 APRILE 1978

L’anniversario era certo ghiotto: 30 anni esatti da quel 18 aprile 1948, in cui la Democrazia aveva surclassato il Partito comunista, prendendo quel governo del Paese che solo il combinato disposto di crollo del Muro di Berlino e Tangentopoli le avrebbe fatto perdere. Quella mattina di quella livida primavera del 1978, arrivò nelle redazioni dei giornali un falso comunicato delle Brigate rosse (diversissimo dai pregressi, non fosse altro che per la capacità di sintesi), nel quale si annunciava la morte di Aldo Moro (prigioniero da più di un mese), che sarebbe stato gettato nel lago della Duchessa, fra Lazio ed Abruzzo (in quel giorno, ghiacciato); in quella stessa mattina, a causa di un non casuale rubinetto lasciato aperto, le forze dell’ordine facevano irruzione nel covo di Mario Moretti: con il leader dell’ala militarista delle Br appena uscito, però (questo passaggio meriterebbe un pezzo ad hoc: diciamo che ne riparleremo).

Tornando al falso comunicato (si scoprirà poi, redatto da un enigmatico personaggio romano, border line fra Magliana e servizi segreti), l’idea di fondo – verosimilmente suggerita dagli americani – era quella di costringere le Br a dare agli inquirenti due certezze (che in quelle ore tali non erano) riguardo a Moro: che fosse ancora in vita, e che non fosse stata “passato” ad altri gruppi terroristici o criminali. Un modus operandi, questo – come ha scritto Miguel Gotor, fra gli altri – tipico dello spionaggio internazionale; le Br furono infatti costrette ad uscire allo scoperto, inviando alla stampa la celebre foto di Moro con copia di Repubblica in mano (20 aprile), e da quel momento si aprì ufficialmente la trattativa sullo scambio o meno fra Moro (il democristiano “meno implicato”, secondo la celebre definizione di Pasolini), ed i brigatisti detenuti. En passant, ricordiamo che in quel momento, nella sola Roma, c’erano altri tre sequestri di persona in corso.

A proposito di media: se il Caso Moro fu la Caporetto dell’Italia repubblicana, quel 18 aprile lo fu dei media italici; l’irruzione nel covo di Via Gradoli, fu fatta a favore di telecamera, in modo tale che Moretti fu avvertito in tempo pressoché reale, dalla televisione, dell’irruzione stessa! Quanto al falso comunicato, nessuno tirò fuori che era palesemente falso, e si assistette alla farsa (non investigativa, lo ripetiamo: mediatica) dei sommozzatori che si immergevano, a favore di telecamera, nei fondali ghiacciati del lago della Duchessa. Con qualche lodevole eccezione, cambierebbe qualcosa, nel panorama mediatico odierno?

 

 

“PROMESSI SPOSI 4.0” (CAPITOLO XIX): IL POTERE DELL’INSINUAZIONE

Il Capitolo XIX è il Capitolo nel quale entra in scena la figura dell’Innominato, di cui ovviamente scriveremo nei prossimi Capitoli; ma è anche e soprattutto il momento del dialogo fra il conte zio (investito in tal senso dalle preghiere di Attilio, cugino di don Rodrigo) con il Padre provinciale dei cappuccini: c’è da fare sbolognare frate Cristoforo da Pescarenico, per renderlo innocuo rispetto alle mire del signorotto locale nei confronti di Lucia. Per chi non lo ricordasse, diciamo subito che il trasferimento si farà: il povero Cristoforo se ne andrà in quel di Rimini, dunque a debita distanza (nel “Fermo e Lucia”, il Manzoni lo destinava alla Sicilia, e chissà perché avrà cambiato idea).

Interessa il prodotto finale (il trasferimento), certo; ma ciò che più merita il plauso è la capacità manzoniana di descrivere il COME si arrivi a questa decisione. Non a caso, Manzoni era un autore amatissimo da Leonardo Sciascia: per questa sua eccelsa capacità di mostrare il Potere (in questo caso, politico e religioso) dall’interno, per come esso si muove, per come sa avviluppare chi ne viene inevitabilmente stritolato.

Che armi ha, il potentissimo conte zio, per fare trasferire un cappuccino conosciuto ed apprezzatissimo da tutti? Tenendo presente il rilievo ed il prestigio dell’Ordine (francescano), non è cosa facile neanche per una autentica eminenza grigia come lui – uomo di classico potere relazionale -, capace di essere ricevuto da Filippo IV di Hispania all’Escorial; ecco che il conte zio tira fuori un’arma mai spuntata, in un contesto poi come quello seicentesco: la maliziosa insinuazione a sfondo sessuale. Prendendo spunto da ciò che Attilio gli aveva riferito nel Capitolo pregresso, infatti, il conte zio arriva ad insinuare che le attenzioni di frate Cristoforo verso Lucia possano essere quelle di un frate anziano, che non depone però le velleità di maschio; ergo, meglio intervenire subito, mettendo a tacere tutto (prima che la cosa divampi sui social, si direbbe oggi). Il celebre chiasmo, per capirsi subito, del “sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire”. E chi ha orecchie per intendere, intenda…

 

Ps Il blogger anti-Putin Navalny, che sarebbe potuto rimanere tranquillamente in Germania dopo l’avvelenamento cui era sopravvissuto, come è notorio è voluto tornare nella sua Patria (chi non sa più cosa dirgli, lo accusa di nazionalismo); è altrettanto notorio che, nel carcere in cui si trova, a circa 100 km da Mosca, stia morendo, dopo la decisione di imporsi lo sciopero della fame anche a cagione del diniego di fargli incontrare il suo medico (ha solo molto male alla schiena e scarsa sensibilità alle gambe, che sarà mai per un convalescente da avvelenamento rinchiuso in una galera russa?); si registra un appello firmato da intellettuali di tutto il mondo, a difesa di Navalny, pare con ben pochi italiani presenti. I nostri – è cosa altrettanto notoria – firmano solo a favore del Ministro Speranza, ormai: lui sì, autentico perseguitato dalla perfidia del Potere…

25 Commenti su La domenica del villaggio: figli, Moro, conte-zio (e Navalny)

  1. Vedo nero e basta scrive:

    Pochi figli in Italia? E’ una cosa iniziata diverso tempo fa quando c’era più benessere arrivando all’attuali problemi di disoccupazione, il poco aiuto dato alle neo mamme dai datori del lavoro. E’ stato un processo lento, un tempo c’erano gli assegni familiari, ora tutto è ridotto al minimo e da anni non viene più fatta una politica a favore delle famiglie, sospetto che qualcuno la consideri troppo di Ventennio. Da una cultura basata sulla famiglia siamo passati ad una basata sull’edonismo, sull’individualismo ed il realizzarsi esclusivamente sul lavoro. Meglio un abbonamento in palestra per sentirsi sempre giovani adolescenti a 30 e più anni che farsi una famiglia. Anche le donne, figlie o nipoti di femministe, hanno pregiudizi su farsi una famiglia e rischiare di non realizzarsi. Anche i maschi non sono più attirati a farsi una famiglia, meglio il calcetto, la palestra, vivere in casa con i genitori e, se da solo, fare carriera al lavoro. Poi la pubblicità, i media che ci bombardano di modelli che rifiutano il concetto di famiglia tradizionale, considerato un modello obsoleto, per scegliere una vita che sposa il lavoro e la carriera. Dovrebbero essere di nuovo valorizzati concetti come la maternità e paternità, stare più vicino ai figli e meno passatempi da eterni illusi giovani e belli. Ovviamente lo Stato dovrebbe aiutare con sussidi, cosa, come detto, di memoria troppo legata al Ventennio e quindi nulla viene fatto. Non vedo soluzione, anzi con questa crisi da coronavirus la cosa è nettamente peggiorata. L’Europa è in crisi, anzi tutto il mondo occidentale, stiamo vivendo un periodo molto simile alla decadenza dell’Impero Romano, i barbari del sud avanzano. La Storia ciclicamente si ripete e, purtroppo, non sempre porta cose immediatamente buone.

  2. Il resiliente scrive:

    Israele incentiva l’immigrazione di ebrei per compensare il maggior tasso di natalità dei palestinesi. Gli accordi di pace nell’Ulster prevedono la possibilità di indire referendum per unificare Irlanda ed il tasso natalità dei cattolici è decisamente superiore a quello dei protestanti. La demografia è strumento della geopolitica quanto l’economia, la finanza, la ricerca tecnologica e gli armamenti.
    Più che la quantità è prioritaria la “qualità” (intesa come distribuzione): una popolazione prevalentemente anziana necessariamente influenzerà le scelte strategiche e l’allocazione delle risorse.
    È sufficiente confrontare la predisposizione al sacrificio ed alla sfida di un paese come la Turchia alla nostra. Cacciati nell’indifferenza generale da un paese strategico per il nostro futuro come la Libia viviamo invece ossessionati dalla scelta del vaccino: Reithera sarai più fortunato…
    Governare (non subire) i flussi migratori può essere una soluzione ma l’immigrazione funziona solo se c’è assimilazione. Khomeini affermava che l’Islam o è politica o non è nulla. Con queste premesse è condizione necessaria una pianificazione che raramente questo paese ha saputo dimostrare ed il rischio banlieue, quartieri turchi o peggio ancora sottomissione (nel senso paventato da Houellebecq) è elevato.

    • Vedo nero e basta scrive:

      Concordo. Anche sulla Libia dove Obamo e le sorelle (di cui una ex UE) Francia ed Inghilterra ci hanno fatto le scarpe annullando i nostri contratti con Gheddafi con cui avevamo un buon rapporto. Facendolo fuori con la scusa della “primavera araba” il Libia hanno creato ancora più problemi del passato. E pensare che noi, ingenui, gli abbiamo offerto la nostra collaborazione.

  3. alberto bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

    Chissà a quanti esponenti della politica italica può essere venuto in mente di dare a Navalny la cittadinanza italiana ?

  4. Holden Caulfield scrive:

    Per la natalità non sarebbe troppo difficile, 3% di irpef in meno per ogni figlio a carico. Non è giusto che chi si prende la responsabilità di provvedere al futuro del paese paghi quanto chi se ne sottrae.

    • Vedo nero e basta scrive:

      Troppo semplice e ragionevole per politici che non hanno attaccato la spina del cervello alla corrente dell’intelligenza.

    • Uno di passaggio scrive:

      Guarda l’agevolazione fiscale esiste già da molti anni, detrazione per figli a carico prima si chiamava assegno familiare, ed è mediamente molto superiore al 3%. Diciamo che la questione è molto più complicata.

      • Holden Caulfield scrive:

        È un’agevolazione fiscale legata ad un calcolo per cui più ci si avvicina ai 95000 di reddito lordo, meno si ottiene. Oltre quella soglia indipendentemente dal numero di figli, non si riceve agevolazione fiscale alcuna. Il sistema è ingiusto, perché i figli costano indipendentemente dal reddito e chi non li ha finisce per pagare le stesse tasse di chi li ha. Certamente il problema è più complesso, ma un fisco più semplice e lineare aiuterebbe i potenziali genitori a fare delle scelte meno egoistiche. Ora poi verrà sostituito dall’assegno unico familiare, una panacea per il popolo delle partite iva. Anche in questo caso però qualcuno verrà penalizzato e quando si parla di figli i penalizzati non possono esistere.

        • Holden Caulfield scrive:

          …panacea può avere un senso ironico che io non intendevo dare, penso che sia un giusto provvedimento per chi non ha buste paga.

        • Roberto scrive:

          Forse uno che dichiara 95000 euri all’anno i figli non li fa non per motivi economici.

          • Holden Caulfield scrive:

            Ma se li fa perché deve avere lo stesso trattamento fiscale di chi non li fa? Sono figli, non beni di lusso.

      • Vedo nero e basta scrive:

        Ma non vi accedono tutti al 100% per via dell’Isee. Dovrebbero essere pieni per tutti. I molti ospiti indesiderati li prendono pieni perché spesso lavorano al nero e risultano più poveri di noi. Per non parlare sulle altre agevolazioni di cui godono. A parte dovrebbero rimanere a casa loro. I soldi degli assegni familiari ed agevolazioni vengono dalle trattenute sui nostri stipendi e noi ne prendiamo una minima parte. Ma ci sono i radical chic ed i buonisti, purtroppo…

      • Gp scrive:

        Negli anni 70 80 le famiglie monoreddito con due figli campavano con molta più dignità di oggi. Anche coi tassi a doppia cifra i mutui duravano 15 anni e spesso riuscivano a far laureare un figlio. Oggi i salari sono tragicamente bassi rispetto ai prezzi degli immobili e degli affitti, non è facile tirare su famiglia. C’è un problema culturale, ma anche e soprattutto economico secondo me

  5. Paolo Panzieri scrive:

    Davvero ottimo, Raffaele, lo spunto sul caso Navalny.
    Aggiungerei soltanto che se Putin, che ha fatto la sua carriera – è bene ricordarlo sempre – nel KGB ai tempi d’oro del socialismo reale sovietico (mica lo stato libero di Bananas o l’Italia) , lo avesse realmente voluto eliminare, magari avvelenandolo (col polonio), non sarebbe più da tempo tra di noi, ma soprattutto non gli avrebbe certo consentito di andare in Germania a curarsi sputtanandolo.
    Se a questo aggiungi – come dici tu – il ritorno volontario in patria e lo sciopero della fame, sembra evidente che costui vada cercando non certo il santo martirio democratico, ma piuttosto la ribalta mediatica e la superficiale e senz’altro interessata indignazione di colui che, pur bisognoso ormai del montascale, ha sconfitto il precedente puzzone capelluto.
    E’ da sempre stupendo questo utilizzo episodico e chirurgico della tutela universale dei diritti umani soltanto quando fa comodo ed investe i paesi oggetto delle brame dei cosiddetti esportatori della democrazia …
    Quindi, mettiamo subito un’altro bello striscione: “libertà per Navalny”. Quanto fa fico (senza la maiuscola eh).

    • Roberto scrive:

      La verità è che lui è un oppositore di Putin e sta in galera per quello.

      • Paolo Panzieri scrive:

        Ci sono sempre molte verità, vedi Roberto.
        La tua è senz’altro la più facile …
        Ma quale oppositore realmente in pericolo di vita, dopo un attentato reale, rientra volontariamente in patria?
        Quale regime serio (e Putin – ribadisco – viene dalla scuola del KGB: sa come fare e lo ha dimostrato) dopo aver tentato invano di eliminarlo consente a tale oppositore di andare in Germania a curarsi?
        L’idea che mi sono fatto io è che costui sia una specie di oppositore di plastica, come tutto il mondo di plastica che oggi sostiene lui ed una serie di altre icone tutte di plastica, testimonial di diritti di plastica, e che proprio per questo Putin lo lascia deliberatamente fare.
        Non rappresenta alcun serio pericolo per lui; ci gioca un po’ come il gatto col topo ed alla fine lo lascia fare, accreditandosi in qualche modo come democratico e non come autocrate.
        Alla fine gli fa solo comodo …
        Putin, da vecchio (ex) comunista sovietico, è uno dei pochi – piaccia o no – sa ancora portare il cappello, … anzi il colbacco!
        Se solo non avesse ospitato nel lettone Berlusconi sono sicuro che i suoi vecchi compagni italiani (eccetto quelli già passati armi e mezzi alla Lega) lo adorerebbero come il sol (invictus) dell’avvenire.
        Invece si devono far garbare dopo il fratello di Salvo Montalbano, il nipotino di Gianni Letta.
        Mi sbaglierò di certo …

  6. Cecco scrive:

    Parlando seriamente posso tranquillamente affermare che la società occidentale (non tutta per carità, ci sono lodevoli eccezioni nel nord europa)non è amica delle coppie che vogliono fare dei figli. Intanto un figlio costa uno sproposito: non si tratta solo di alimentarlo o vestirlo, anche se il solo latte in polvere già potrebbe scoraggiare, magari non puoi rinunciare a lavorare e devi mandarlo in un nido, se i nonni non sono disponibili (e tutto dai nonni non si può pretendere), e qui ci si mangia mezzo stipendio. Non puoi lasciarlo da solo pena l’arresto per abbandono di minore, devi accompagnarlo e riprenderlo a scuola fino alla terza media, altrimenti lo prendono in custodia i carabinieri e lo rilasciano solo all’arrivo di un genitore con segnalazione del medesimo, non puoi lasciarlo a ciondolare per strada tutto il giorno (quando ero un bambino io era abbastanza normale) perchè ci sono il traffico, i pedofili, quelli grandi che possono dargli noia, i ladri, gli zingari e perfino gli extracomunitari (ultima voce a parte tutte cose che c’erano anche allora ma prima evidentemente erano meno pericolose) e allora uno sport qualsiasi glielo vuoi far praticare? E poi, se per esempio hai due figli come me e magari maschio e femmina, ci riesci a vivere in appena 60 metri quadri? No, ed allora ti ingegni e prendi in affitto una casa un po’ più grande di quella costruita seguendo il mito dei due cuori ed una capanna. Poi magari non avrai partorito un genio ma almeno un diplomino ino ino glielo vuoi far prendere o lo mandi a lavorare a 16 anni? Non troppo tempo fa alla fine delle medie, dunque a 14 anni, molti ragazzi non portati per lo studio iniziavano a lavorare per qualche artigiano, pratica che non ho mai condiviso però accadeva spesso, ma oggi il diploma di scuola media superiore è il minimo socialmente accettabile, e poi almeno una settimana di mare all’anno la vogliamo fare? …. e potrei continuare, e solo così con un lavoro dallo stipendio medio basso (e lavorando in due) si fatica ad arrivare a fine mese, ditemi se questo non è vero, e vi assicuro che conduco uno stile di vita dignitoso ma modesto per gli standard occidentali. Sarebbe tutto da ripensare: le madri (o in alternativa i padri) dovrebbero poter stare a casina almeno fino al compimento del 3° anno di età del pargolo, ci vorrebbero agevolazioni consistenti per l’affitto o l’acquisto di un immobile in modo proporzionale al numero dei componenti di una famiglia, ci vorrebbero agevolazioni per l’acquisto dei libri e del materiale scolastico, ci vorrebbe la possibilità di praticare sport in modo gratuito, ci vorrebbero parchi puliti e sicuri, ci vorrebbe la certezza di non rimanere soli di fronte alle avversità della vita che si possono sempre presentare … Ci vorrebbero tante cose che non ci sono, ci vorrebbe una comunità solidale che invece non lo è, intenta invece a traferire nel figlio la voglia di rivalsa per tutte le frustrazioni patite dei genitori nel passato. Mi dispiace dirlo ma così rischiamo di estinguerci e tutto sommato non so quanto questo sia negativo.

  7. Ics scrive:

    Certo pure fare figli per fare la fine di Beppe a 70 anni…
    Quasi meglio in Thailandia con Goffredo.

    Meglio il Matteo che ha deciso di smettere di cazzeggiare con la politica e finalmente seguirà le orme paterne come capitano d’industria.

    Ci resta Enrico, il nipote preferito. Da lui comprerei anche un’auto usata.
    Make Subbuteo great again!!

  8. Legge di natura, se nasci da una famiglia che riusciva a campare due o tre figli con uno stipendio, eviti di farli quando ti rendi conto che per camparne uno ,non ti bastano due stipendi.
    Se vieni da un paese dove su’ otto fratelli cinque ti sono morti di fame o malattie, quando arrivi in italia ( odierna) ti sembra d essere nel paese di bengodi, tutto e’ relativo alle condizioni di partenza.
    ….E chi gestisce le partenze e gli arrivi ( di persone da paesi sottosviluppati) certe cose le tien bene a mente.

  9. Silvia Tozzi scrive:

    La denatalità preoccupa per lo squilibrio che ne deriva con l’invecchiamento crescente della popolazione e un prevedibile tracollo demografico. Le cause elencate sono varie e importanti, dal cambiamento dei comportamenti individuali alle politiche pubbliche. Ma non si considerano abbastanza le cause ambientali come quelle riportate nella ricerca che hai citato, di Shanna H. Swan con Stacey Colino,”Count Down”, che incidono pesantemente sulla fertilità maschile e l’equilibrio ormonale nelle donne, e le conseguenti difficoltà per molte coppie ad avere figli. Si parla di composti chimici come gli ftalati o altri additivi che interferiscono con il sistema endocrino, di altri usati nell’industria definiti “eterni” perché “resistono a tutto, non si degradano nell’ambiente e nel corpo umano, quindi tendono ad accumularsi sempre di più, danneggiando i tessuti e perturbando gli equilibri ormonali”. Il degrado ambientale non è un fatto esterno a a ciascuno di noi, modifica ormai la riproduttività e la salute umana.

    • Holden Caulfield scrive:

      Non potrebbe essere così anche perché la volontà di generare figli se si manifesta, si manifesta intorno ai 40 anni, età biologicamente più adatta all’essere nonni che genitori? Siamo programmati per concepire dai 15 anni in poi (e mi tengo largo). Le conseguenze del “ritardo” biologico sono evidenti sia per la fertilità che per l’educazione di bambini troppo distanti anagraficamente dai genitori.

  10. Silvia Tozzi scrive:

    E mentre la denatalità preoccupa in Italia e in Europa, che dire dell’esplosione demografica della popolazione mondiale?

  11. Lorenzo Mistretta scrive:

    Egregio Eretico,

    Premetto che sono un cittadino francese e che ho appreso del Suo molto interessante blog da un mio carissimo amico senese (di cui pero’ non faccio il nome, perché non gli ho chiesto il permesso), che lo frequenta assiduamente, inserendovi ogni tanto un suo commento.

    Amo moltissimo il Manzoni e il suo capolavoro. E appunto, desidero dare un modesto parere in merito a cio’ che Lei ha scritto riguardo al colloquio fra il “conte zio” e il “reverendo padre provinciale” (in Capitolo XIX).

    Lei spiega che “prendendo spunto da ciò che Attilio gli aveva riferito nel Capitolo pregresso, infatti, il conte zio arriva ad insinuare che le attenzioni di frate Cristoforo verso Lucia possano essere quelle di un frate anziano, che non depone però le velleità di maschio”.

    Puo’ darsi che io sbagli, ma mi sembra che quanto da Lei asserito, non sia in piena armonia con il romanzo, e cio’, per i seguenti motivi :

    1/ Diversamente da noi (lettori), il padre provinciale non ha del tutto assistito al colloquio tra il conte Attilio e il conte zio (in Cap. XVIII) e, quindi, l’insinuazione “a sfondo sessuale” fatta dal conte Attilio, per noi più che esplicita, è affatto sconosciuta dal padre provinciale ;

    2/ Nel Capitolo XIX, non c’è il minimo riferimento a Lucia Mondella, né al suo matrimonio con Lorenzo Tramaglino, ostacolato da don Rodrigo con la codarda complicità di don Abbondio, né ad alcuna altra donna ; vi si legge solamente (Oscar Mondadori, con saggio di Italo Calvino – ed. 2009): “Questo padre Cristoforo, sappiamo che proteggeva un uomo di quelle parti, un uomo… Vostra paternità n’avrà sentito parlare ; quello che, con tanto scandolo, scappo’ dalle mani della giustizia, dopo aver fatto, in quella terribile giornata di san Martino, cose… cose… Lorenzo Tramaglino.” A cio’, il padre provinciale replica : “… questa circostanza mi riesce nuova…” ; poi, un po’ più avanti : “Le diro’ : insieme con questa circostanza dispiacevole della protezione aperta di questo padre per chi le ho detto, c’è un’altra cosa disgustosa, e che potrebbe… C’è, dico, che lo stesso padre Cristoforo ha preso a cozzare con mio nipote, don Rodrigo ***.” E infine, il conte zio soggiunge : “Sopire, troncare, padre molto reverendo : troncare, sopire. Mio nipote è giovine ; il religioso, da quel che sento, ha ancora tutto lo spirito, le … inclinazioni d’un giovine…”.

    3/ Il padre provinciale conosce perfettamente i suoi polli ; sa che fra’ Cristoforo fu prima Lodovico, il quale, da giovine temerario e puntiglioso, uccise un uomo in un duello, un nobile prepotente come don Rodrigo e, quindi, cio’ che egli puo’ razionalmente temere da quanto insinuatogli dal conte zio, mi par sia tutt’al più un iterativo omicidio, commesso da fra’ Cristoforo per difesa di Renzo, e non una rivalità di natura sentimentale.

    Almeno cosi’ a me sembra. Ma ripeto : non escludo che questo umile parere possa essere sbagliato.

    • Eretico scrive:

      Caro Lorenzo, per intanto ti ringrazio davvero del tuo intervento, che offre uno sguardo d’Oltralpe, il quale conferisce un valore aggiunto agli interventi abituali; quanto al contenuto, mi aspetta una settimana di fuoco, quanto ad impegni: ma nella prossima puntata della rubrica culturale (domenica prossima, a Zeus piacendo) dedicherò lo spazio che merita alla tua domanda. Non ti resta che aspettare un pochino.
      W il Manzoni, e W la France!!

      L’eretico

      • Lorenzo Mistretta scrive:

        Caro Eretico, ti ringrazio sinceramente per la tua gentilissima accoglienza e ti auguro forza e coraggio per superare questa “settimana di fuoco e d’impegni”. Aspettero’ con pazienza e massimo interesse il tuo prossimo intervento in merito. Non c’è fretta.
        Profitto di questa breve comunicazione per correggere un errore che mi è stato amabilmente segnalato stamani dal mio caro amico senese, cioè : ho scritto ieri “iterativo omicidio”, mentre avrei dovuto scrivere “reiterato omicidio”, e chideo scusa.

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