Eretico di SienaZan, gravitas, giovani (e 2 Ps) - Eretico di Siena

Zan, gravitas, giovani (e 2 Ps)

- 29/10/21

Il pezzo infrasettimanale è oggi incentrato, in modo monografico, sulla (non) Legge Zan, come è risaputo affossata al Senato mercoledì: giacché, al di là del significato politologico in sé e per sé (già importante, in quanto forse prefigurante lo schieramento per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica), ci sono altre considerazioni di contorno che, alla redazione, sembrano davvero stimolanti da proporre. Scritte da uno – blog canta – che è sempre stato laicamente a favore dei diritti Lgbt: senza però vedere automaticamente un’emergenza dove non c’è, e soprattutto rendendosi conto di quando una proposta di Legge è scritta in modo decente, o meno.

Un paio di Ps di ordinanza, infine, per guarnire: a pié di pagina, come si scriveva una volta…

L’INEVITABILE STOP AD UNA LEGGE PENSATA MALE (E SCRITTA PEGGIO)

Partiamo dal fatto, in modo asciutto: con 32 assenti alla votazione (a scrutinio segreto), il responso è stato di 154 voti a favore dell’ affossamento, e 131 pro Legge Zan; la quale, a questo punto, si incanala in un “binario morto”, e se ne riparlerà, se del caso, nella prossima legislatura che si creerà nel 2023 (sempre che, in quella data, si vada a votare per le Politiche: ormai, può accadere di tutto ed anche di più…).

Dal punto di vista politologico, la prima lettura è piuttosto semplice: a fronte di una proposta legislativa scritta davvero male (come riconosciuto da ampi settori dello stesso Pd), si è assistito all’arroccamento identitario dell’asse Pd-5 stelle, che ha portato inevitabilmente il tutto – con l’ausilio decisivo del voto segreto – ad infrangersi sulla barriera del voto. Renzi, cui va dato atto di avere pronosticato per tempo l’esito finale, ha visto male di andarsene in Arabia saudita (contesto di grande rispetto per i diritti civili delle minoranze, come ben risaputo), ma i franchi tiratori non sono stati certo solo i renziani (presenti).

Quanto ad Enrico Letta, diciamo che con il voto senatoriale del 27 ottobre termina il suo golden october, inaugurato con il successo senese e corroborato con quello delle Amministrative (sul caso Mps, a parole hanno vinto tutti, quindi non lo possiamo fare rientrare nel succitato golden october).

A pensare davvero male, però, questo voto sulla Zan è una vittoria per tutti: per il tandem Salvini-Meloni, che l’ha osteggiata sin dall’inizio, certo (Berlusconi è stato ambiguo, beccandosi anche la rampogna della sua ex compagna Pascale, sul tema); ma potrebbe rivelarsi, paradossalmente, un successo anche per Letta, il quale avrà lo stesso la simpatia degli zannisti, per averci provato fino in fondo, senza quella mediazione che, magari, avrebbe portato al successo in aula. Letta non si è sporcato le mani in mediazioni ribassiste, come peraltro si dovrebbe fare nell’agone politico: ma ciò non toglie che, per molti fan aprioristici della proposta di legge Zan, questo possa, in cabina elettorale, essere un motivo per votarlo comunque.

C’ERA UNA VOLTA LA GRAVITAS…

Chi prevale in una battaglia politica, ha ovviamente tutto il diritto di festeggiare la sua vittoria: la quale, in questo caso, per molti vincitori assume un significato politico e valoriale ad un tempo.

Ciò detto, francamente la sequenza dell’esagitazione euforica di alcuni senatori (tipo il buon Pillon leghista, per dirne una) è davvero eccessiva, inopportunamente sopra le righe; il rispetto dell’aula dovrebbe imporre una gravitas oggi vieppiù sconosciuta. Lo sappiamo bene: non è certo la prima volta che accade (neanche la seconda, sic), e più o meno questo andazzo pernicioso ha nel tempo coinvolti parlamentari di ogni appartenenza.

Nonostante ciò, ci sentiamo davvero di stigmatizzare il tutto: se le aule parlamentari – perfino il Senato, che dovrebbe essere più paludato della Camera – diventano paragonabili, quanto a comportamento, alle curve degli stadi, un problema – un altro – di democrazia si pone. Anche perché, fra le altre cosette, per entrare in curva uno di solito paga, mentre, per entrare in Senato, uno viene, e lautamente, pagato: non fosse altro che per questo – visto che il concetto di gravitas impone qualche buona lettura, insperabile di questi tempi – , insistiamo almeno su questo concetto, davvero alla portata di tutti i senatori…

 

E I GIOVANI CHE FANNO?

Dopo la bocciatura della Legge Zan, da 48 ore stiamo assistendo ad un autentico florilegio, rispetto ai votanti contro Zan, di “avete rubato il futuro ai giovani”, “poi ci si stupisce dell’astensione giovanile” e via discorrendo (oltre al prima citato Letta, fra i pasdaran si è distinto as usual il nostro Rettore di Unistrasi, Tomaso Montanari, che ha usato toni da fine della civiltà): le due Guerre mondiali, per la gioventù italica, erano state una sorta di passeggiata, rispetto alla scomparsa degli effetti di questa proposta di legge.

Meno male che, anche da Sinistra, qualcuno ha il coraggio di dire che non solo la formulazione era scritta con i piedi, in modo da generare ambiguità sulla sua stessa applicazione, ma anche che non siamo nell’Egitto di Al Sisi o, per l’ appunto, nell’Arabia saudita renziana, ma in un Paese in cui le minoranze hanno pieni diritti di vedere la loro sacrosanta libertà di essere e di amare come lo vogliano. Marco Rizzo ha ripetuto cose dette da tempo: trattasi di una falsa emergenza, atta a coprire problematiche ben più gravi, per i giovani stessi tra l’altro (precarietà nel mondo del lavoro, ma non solo). Ed ancora una volta, come dimenticare che non poche femministe – dell’era pre Ferragnez, certo – avevano sollevato tonnellate di dubbi sulla Zan?

In ogni caso, per farla breve: ai giovani è stato rubato il futuro, di grazia? Tutto ciò per cui si battono, per il fatto stesso che sono giovani, è automaticamente cosa buona e giusta? Scendano in piazza, si mobilitino, si incazzino: nel 1968, alcuni dei loro maestrini di oggi (pochi, i più sono cresciuti anch’essi a play station e social) lo fecero, e proprio su questo tipo di diritti ottennero i migliori risultati, a nostro sommesso parere; quando lo vogliono fare – tra l’altro, su cose giustissime, che piaccia Greta o meno – lo sanno fare. Lo facciano anche adesso. Sta a loro muovere le gambine, eh.

L’Italia, sia però chiaro, non è all’anno zero, e neanche all’anno uno, per quanto concerne i diritti civili: chi scrive e dice che oggi siamo come ai tempi della Legge sul divorzio (1970; referendum nel 1974) o dell’aborto (1978, referendum nel 1981), sic et simpliciter non sa quello che dice o che scrive. L’ignoranza, anche quella rientra nel plateau dei diritti civili?

Ps 1 Della Legge di Bilancio si parlerà ancora nelle prossime settimane: wait and see; una delle poche cose certe, comunque, è che scomparirà in modo definitivo il contiano cash back: gaudeamus igitur! Forse efficace per la tracciabilità (forse), il cash back, ma del tutto ingiusto, in quanto discriminatorio fra pagatori di serie A e di serie B (oltre che assai dispendioso per le finanze dello Stato, ma ben sappiamo che, per il primo devoto di Padre Pio, lo Stato deve essere munifico, a prescindere).

Ps 2 Commissione parlamentare sul Caso Rossi: sentiti ieri Peruzzi (Sole 24 ore) e Strambi (Nazione), entrambi del tutto convinti della tesi suicidaria; siccome però non hanno parlato di accoppiamenti fra animali e montepaschini, la loro testimonianza non varrà molto. Segnaliamo poi come cosa stimolante, che finalmente la mental coach, dottoressa Ciani, verrà sentita in Commissione, giovedì prossimo: ne riparleremo…

14 Commenti su Zan, gravitas, giovani (e 2 Ps)

  1. Paolo Panzieri scrive:

    Certo che anche l’ignoranza oggi rientra a pieno titolo nei diritti civili, a conti fatti uno dei più tutelati dalle istituzioni.
    E pensare che al tempo, almeno nel nostro Liceo, si educavano i ragazzi a sviluppare soprattutto il loro loro spirito critico, a formare una propria opinione, si spronavano a diventare soggetti e non oggetti nel loro percorso di apprendimento.
    Tuttavia se ai diritti si sostituiscono i “bonus” e la libertà (piaccia o no) dipende da un lasciapassare o dal superamento di una censura (il dl Zan fortunatamente ancora non è passato), anche soltanto sviluppare un ragionamento può diventare un problema.
    E la libertà di espressione è la prima di tutte.
    George Orwell era un ragazzo e nel 1984, lo posso testimoniare, si stava proprio bene.

  2. Al-Mutanabbi scrive:

    Tommaso Cerno, senatore PD: “Sono l’unico gay dichiarato tra le forze di sinistra al Senato: mi occupo da una vita di diritti civili. Non ho votato la Legge Zan perchè si tratta di una legge medievale. Prevedeva un grottesco e sbagliato reato di opinione. Il PD ha peccato di viltà, indebolendo la legge. E alla fine ha perso la partita”. FASCISTA ANCHE LUI?

    • Eretico scrive:

      Caro Simone,
      ben segnalato, mi era sfuggita la dichiarazione dell’ex Direttore de L’Espresso, davvero pertinente.

      Caro Alberto, guarda che il primo a confondersi con l’ottimo Tomaso, sei stato proprio tu, eh…

      L’eretico

  3. alberto bruttini detto "Il Cacaccia" scrive:

    Il magnifico bischero perde spesso le occasioni per stare zitto (a volte ride sembra capisca).

    Ma la colpa è tua che ti ci confondi.

    Lascialo perde’, non ne vale la pena.

  4. Cecco scrive:

    Condivido il commento e le riflessioni dell’Eretico ma non mi piace il clima di contrapposizione che si è creato tra sostenitori e detrattori del decreto, non mi piace nemmeno l’immagine che viene raccontata del paese Italia di uno scontro insanabile tra ultraconservatori di matrice cattolica e ultraprogressisti di matrice liberal. Non mi piace perchè ho la sensazione che il paese reale sia sostanzialmente molto diverso da quello che i nostri rappresentanti istituzionali raccontano nelle aule parlamentari. Credo che la vicenda dimostri ancora una volta la crisi della rappresentanza nella democrazia italiana frutto, secondo il mio modesto parere, di leggi elettorali troppo maggioritarie che tendono a creare artificiosamente contrapposizioni che nella realtà della vita civile o non esistono o sono trascurabili. Dimostrazione lampante è secondo me anche la sempre più diffusa astenzione dal voto.

  5. Senio scrive:

    Il pisano è un vero stratega della politica! Una garanzia!

    • Salvo scrive:

      Effettivamente mi sembra un politico alle prime armi e per giunta con la puzza sotto il naso.. certo il PD a livello di segretari non ne azzecca uno.

  6. Il resiliente scrive:

    I giovani per giustificare il ripristino della legge fornero.
    I giovani per giustificare i costi della rivoluzione verde.

    Sarà arrivata la stagione dei giovani in un paese di vecchi?!?

    Sul tema meglio di tutti il Rizzo: si sbandierano i diritti civili per fottere quelli sociali.

  7. Daria gentili scrive:

    Accusare chi ha votato contro la Zan di aver rubato il futuro ai giovani è cosa assurda è paradossale, visto che proviene da una parte politica che, al governo da danni, non è riuscita a fare una politica seria di sostegno alle famiglie ( poi ci si lamenta che non si fanno figli), da chi ha precarizzato il mondo del lavoro, da chi non è riuscito a fare una seria politica sulle pensioni in modo da far entrare prima i giovani nel mondo del lavoro….
    La Fornero dopo aver pianto è ritornata in auge, perché anche lei pensa ai giovani.

  8. Roberto scrive:

    AUTOVELOX
    hanno tolto gli autovelox e dicono promessa elettorale mantenuta.
    Alla lettera è vero.
    Peccato che hanno messo i tutor.
    Ci trattano da deficienti?

  9. Gp scrive:

    In giro è pieno di omofobofobi

  10. Marianna scrive:

    Dicono che il sistema tutor dovrebbe diminuire il numero delle multe. I tratti interessati sulla Siena- Bettolle, Siena-Grosseto e Cassia sono lunghi 500-600 metri, cioè fatti apposta per rastrellare multe a go-go.
    Dunque pensano proprio che siamo deficienti.

  11. filippo scrive:

    No problem per il ddl zan, quando una cosa è fatta male è fatta male. Ora vediamo cosa succederà con i referendum su fine vita e cannabis. I destroidi corifei della libertà saranno a favore dei diritti, giusto?

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