Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Leosini, Leopardi, materassi (e 3 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Leosini, Leopardi, materassi (e 3 Ps)

Eccoci all’appuntamento settimanale con la rubrica cultural-domenicale del blog: si parte da una sintetica recensione della riedizione di un saggio-cult su Leopardi (“Il pensiero poetante”, di Antonio Prete); poi, un commento sul ritorno in tv di Franca Leosini, con polemica con Aldo Grasso annessa; per la rubrichetta “Pubblicità-regresso”, infine, questa settimana ci occupiamo di materassi…

IL PENSIERO POETANTE DI ANTONIO PRETE, 40 ANNI DOPO

A più di 40 anni dalla sua prima uscita (nel 1980, per Feltrinelli), esce di nuovo – con una nuova Introduzione dell’autore, ovviamente – un saggio su Giacomo Leopardi che ha fatto talmente epoca, da rendere plausibile un “secondo tempo” (per Mimesis, a questo giro). Antonio Prete – il quale, per chi non lo sapesse, è il demiurgo del libro -, ne può essere ben fiero. Molti leopardisti – ci viene in mente Cesare Luporini, per primo – 40 anni dopo l’uscita di un loro saggio, dovettero fare dietrofront rispetto a se stessi…

Giovedì scorso, introdotto da Robertino Barzanti che ne ha scritto una recensione per La Nazione lo scorso mercoledì, il volume è stato presentato dall’Accademia degli Intronati: con grande dispiacere, lo scrivente non poteva proprio essere presente, giacché in contemporanea c’era l’incontro sul Milite ignoto con Gabriele Maccianti, ed il dono dell’ubiquità ancora non gli appartiene. Visto comunque che si sta lavorando alacremente – come i lettori più attenti del blog ben sanno – su un nostro libercolo proprio su Leopardi, libercolo che uscirà fra qualche mese, si capirà il soverchiante interesse per il saggio dell’ormai pensionato professor Prete, colonna della sezione di Italianistica dell’Università senese.

Il saggio contiene in sé svariati pregi: dalla densità concettuale, cui però fa riscontro una chiarezza di pensiero la quale, per tanti leopardisti, rappresenta un lontano miraggio; all’eleganza della lingua (perché Prete – cosa tutt’altro che scontata – è un italianista che sa scrivere in un Italiano elegante, senza bisogno di “stupire con effetti speciali”); infine, l’azzeccatissimo titolo: “Pensiero poetante”, che poi fa concludere il pregnante chiasmo con “poesia pensante”. Espressione ripresa da Heidegger, pur  – come Prete scrive nella succitata Introduzione – il suo lavoro essendo stato influenzato soprattutto dalla impostazione della Scuola di Francoforte e da figure – per entrare nell’universo culturale francese, che rappresenta l’altro grande campo di interesse di Prete, con i suoi studi su Baudelaire – come Barthes e Foucault (pensatore, quest’ultimo, di cogente attualità per la questione della gestione della biopolitica applicata al Covid).

Un saggio da leggere, dunque, o da rileggere: chiunque si dia alla rilettura, lo troverà inevitabilmente diverso, perché è lo stesso leopardista ad avvertire che ciò che uno scrive, è inevitabilmente frutto della temperie del proprio tempo; ma la “cartografia delle passioni umane”, quella resta tutta: intrapresa da Leopardi – nello Zibaldone, nei Canti -, interpretata da Prete. Il quale ci insegna come la poesia leopardiana non chieda altro che di essere ascoltata, così come il suo libro non chiede altro che di essere letto, meditato, infine apprezzato.

 

FRANCA LEOSINI VERSUS ALDO GRASSO

In settimana, è tornata Franca Leosini, con la prima delle due puntate di “Che fine ha fatto Baby Jane?” (titolo-citazione, dal tremendo e bellissimo film con una superlativa Bette Davis come eroina del Male protagonista): il primo intervistato era Filippo Addamo, reo confesso dell’uccisione della madre, a Catania; una madre (38enne) troppo bella e libera per i gusti di un figlio compulsivamente possessivo e geloso. Una storia talmente stimolante, che anche Walter Siti ne ha preso ispirazione per un libro (“La natura è innocente Due vite quasi vere”).

Ieri, sul Corriere della sera, c’è stato un intervento di Aldo Grasso, il quale, in punta di fioretto, ha duramente criticato il tipo di conduzione della Leosini: “stile volutamente barocco…eloquio volutamente anacronistico”, et alia. Rivendicando, giustamente, il diritto alla critica, a fronte dei tantissimi “leosiners” (neologismo pare accettato financo dalla Treccani) che lo accusano di odiarla.

Ciò detto, e aggiunto che a noi la Leosini non suscita una epidermica ed aprioristica simpatia, va pur concluso che, nel di lei lavoro, il positivo supera di gran lunga il negativo (che ascriverei a qualche punta di compiacimento autoreferenziale, talvolta affiorante): ed il fatto che usi un linguaggio a tratti alto, nel trattare argomenti drammaticamente bassi, rappresenta un quid pluris, del quale ci si stupisce che Grasso non sia contento; unito al fatto di avere, la Leosini, iniziato come giornalista – nella redazione culturale de L’Espresso -, collaborando con gente come Leonardo Sciascia: magari, nel panorama dell’informazione sulla cronaca nera e nerissima, in televisione ci fosse più spazio per giornaliste come la Leosini, e meno per altri; altri i quali, tra l’altro, sono duramente criticati dallo stesso Grasso, nella sua rubrica.

W la Leosini (classe 1934, si badi bene), quindi, e lunga vita ai suoi programmi: un po’ di acqua, se non fresca almeno tiepida, in un panorama in cui è di solito quella rancida a prevalere…

CON MARION MATERASSI SI SMETTE DI RUSSARE?

Una televendita, è una televendita: però ci si può egualmente appellare al buon senso, non pare ai lettori? Il principio è quello della consumer society: vendere, vendere, vendere (meglio sarebbe usare il verbo “appioppare”?); il tutto, con lo specchietto per le allodole degli ipersconti e della possibilità di pagare a rate (nate negli States, le televendite sono uno dei cardini della inveterata tendenza all’indebitamento cronico dell’americanota medio).

Fra le varie, ci permettiamo di segnalare una delle più spudorate televendite in cui ci sia capitato di imbatterci negli ultimi tempi: quella della Marion materassi; presentata da quell’Alessandro Greco che sembrava destinato a miglior carriera (senza più Stefania Orlando, presente fino alla scorsa campagna), il prodotto viene mostrato in un contesto edenico (en plein air, anche se di solito di dorme al chiuso, ad occhio e croce), con sopra il materasso una giovane ed ovviamente bella donna (non è escluso che qualche beota pensi di acquistare anche lei, a rate); ma ciò che più inquieta, in tutta franchezza, sono le presunte virtù taumaturgiche dei materassi Marion: i quali, se acquistati, permetterebbero financo di smettere di russare, per Zeus. Beh, alla prossima televendita, potrebbero arrivare ad immunizzare dal Covid-19, così si risolverebbero non pochi problemucci…

Ps 1 Vasco Berni ci ha lasciati: aveva 88 anni, ed era una autentica memoria storica della Contrada dell’Onda; ci sia consentito aggiungere che aveva una straordinaria somiglianza con Horst Tappert, l’indimenticabile ispettore Derrick (il quale era stato un SS, da giovane: crediamo niente di più alieno rispetto al mitissimo Vasco). Vasco Berni era – lo diciamo da semplici conoscenti – una persona squisita. E con un po’ di retorica, che però in questo caso non dovrebbe stuccare, ci sia consentito anche di aggiungere che i dehors non racchiudono, dunque non trasmettono, la memoria di una collettività, mentre le figure come quelle di Vasco, invece, hanno anche questo ruolo. Teniamolo sempre ben presente, se possibile.

Ps 2 Abbiamo scritto – numquam satis, peraltro – di Giacomo Leopardi, ma non ci dimentichiamo certo dell’ottimo Manzoni, in attesa di riprendere la rubrichetta manzoniana della domenica; come altre volte fatto, ricordiamo che oggi è il 7 novembre: vale a dire la data di inizio dei Promessi sposi (correva l’anno 1628), per capirci della passeggiata di don Abbondio, interrotta brutalmente da quei birbaccioni di “bravi” mandati da don Rodrigo. Il matrimonio, quello non s’aveva da fare, ma intanto il capolavoro era comunque iniziato…

Ps 3 Sport italiano ancora sugli scudi, con il nuoto (il sontuoso Gregorio Paltrinieri, fondista dello stile libero – uno che ha fatto le Olimpiadi subito dopo la mononucleosi, per dire -, ma non solo lui), ed anche con il bronzo alla New York City Marathon, che è ripresa dopo lo stop del 2020. Ovviamente, sia ben chiaro che è tutto merito del Premier Mario Draghi…

13 Commenti su La domenica del villaggio: Leosini, Leopardi, materassi (e 3 Ps)

  1. UN ORGIASTICO,ANCHE PERVERTITO scrive:

    Caro Eretico, sono d’accordo sulla Leosini: sarà anche barocca e un po’ autoreferenziale, ma conosce la materia e si vede che ci sono buone letture e frequentazioni culturali alle spalle.
    Su Leopardi, oltre a recensire Antonio Prete, pensavo che avresti inserito delle tue ormai imminenti lezioni leopardiane all’Università popolare: quando ho visto nel programma la tua presenza, ne sono stato subito lieto. Avanti così!

  2. Cecco scrive:

    Grazie per aver ricordato Vasco Berni, chi ha avuto la fortuna di conoscerlo sa bene che la sua dipartita ha creato un vuoto difficilmente rimpiazzabile, la sua arma migliore era l’ironia sempre pungente, tipica dei senesi di una volta e direi più in generale dei toscani. Sembra retorica ma è veramente un pezzo della Siena che fu che viene a mancare, ma ancora di più viene a mancare una brava persona.

  3. Vedo nero e basta scrive:

    Riguardo a Marion, i materassi miracolosi, vorrei fare una considerazione sul conduttore, Alessandro Greco, e l’ingiustizia che esiste nel mondo dello spettacolo (e non solo). Parere mio prettamente personale, ai suoi esordi in Rai era trai migliori giovani presentatori, mi piaceva il suo modo di confrontarsi spigliato con il pubblico, prometteva molto bene, era al posto giusto, aria nuova una faccia nuova invece dei soliti “dinosauri” come Baudo, Magalli e simili, imperanti da una vita (non vanno mai in pensione) nelle reti nazionali e private; invece per motivi sconosciuti è stato confinato alle televendite. Non è il solo perché l’elenco è lungo. La cosa mi provoca fastidio perché certa gente si dovrebbe accontentare della splendida carriera avuta e lasciare lo spazio ad altri giovani e bisognosi di farsi conoscere. Alla fine dei giochi, a cui nessuno sfugge, quei dinosauri della tivù meriterebbero la dantesca punizione di finire nel girone dei golosi, di quelli che non sono mai sazi di soldi e gloria a scapito del prossimo.

  4. UN AMMIRATORE DA TEMPI NON SOSPETTI scrive:

    Scrivo in ritardo sull’evento, ma lo voglio fare lo stesso: ero presente lo scorso 4 novembre alla saletta dei Mutilati ad ascoltare la conferenza tenuta dall’Eretico (in veste presidenziale) con Gabriele Maccianti sul Milite ignoto. Devo e voglio fare i complimenti ad entrambi, per tre cose almeno: la preparazione specifica rispetto all’argomento trattato, poi la capacità di catturare la platea (qui l’Eretico ha una marcia in più, ma ho trovato molto cresciuto il dottor Maccianti rispetto a qualche anno fa), infine la capacità di affrontare temi così complessi e scottanti con l’equilibrio giusto.
    Complimenti a tutti e due, non so dire altro che un “continuate così!”

  5. Yama figlio di Mefisto scrive:

    Domanda secca:il governo Draghi é una oligarchia?

    • Eretico scrive:

      Caro Yama, sono domande che non si possono evadere con risposta secca; anyway, per non essere elusivo: si potrebbe anche rispondere che è una “monarchia di fatto (con contorno di Partiti esautorati, anche per loro incapacità), auspice il Quirinale (allora, diarchia?)”. Certo, meglio che il monarca sia Draghi invece che Conte, eh. Domani comunque, a Zeus piacendo, sul Governo Draghi torniamo…

      L’eretico

  6. Lorenzo Mistretta scrive:

    A proposito della pubblicità in genere, eccovi un breve passo tratto da “Le anime morte” di Nickolaj Vasil’evic Gogol (traduzione di Serena Prina – Oscar Mondadori “classici”).

    Il dialogo si svolge tra Cicikov, protagonista del romanzo, il quale si sogna di fare fortuna, e Kostantin Federovic, detto Kostanzoglo, un “barin” (boiardo) proprio esemplare…

    “Cosi’ voi ritenete che la cosa più redditizia sia occuparsi d’agricoltura ? » domando’ Cicikov.”

    “La cosa più giusta, non la più redditizia. Lavora la terra col sudore della tua fronte, è stato detto. Qui non c’è da perdere tempo a ragionare. L’esperienza dei secoli lo dimostra : nell’agricoltura l’uomo è più morale, puro, nobile ed elevato. Non dico di non occuparsi d’altro, ma di fare in modo che, come fondamento, ci sia l’agricoltura, questo si’. Le fabbriche sorgeranno per conto loro, e saranno fabbriche come si deve, produrranno quel che occorre alla gente del posto, e non tutte quelle cose superflue, che indeboliscono l’uomo contemporaneo. E non saranno fabbriche che poi, per il loro mantenimento e per lo smercio, utilizzano tutti i mezzi più infami, corrompono, pervertono il popolo disgraziato. Ma io non mettero’ mai in piedi, qui da me, malgrado il bene che tu ne dica, nessuna di queste produzioni che stimolano esigenze elevate ; niente tabacco, né zucchero, dovessi anche perdere milioni. Se il vizio deve entrare nel mondo, non entrerà certo per mano mia. Che io sia nel giusto dinanzi a Dio… Sono vent’anni che vivo col popolo, conosco bene le conseguenze.” [Fine della citazione].

    A prescindere dal riferimento a Dio, questo punto di vista pare poco diverso da quello dell’Eretico.

    “the times they are a-changin”, cantava Bob Dylan; non tanto, pero’…

    • Eretico scrive:

      Caro Lorenzo,
      tra Gogol ed il buon, vecchio Bob, ci hai donato un contributo di autentica qualità.

      E di questo, anche a nome dei lettori tutti, ti ringrazio. Quanto alla stimolante frase “se il vizio deve entrare nel mondo, non entrerà certo per mano mia”, ognuno rifletta da par suo…

      L’eretico

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