Eretico di SienaAglieco, Nastasi, Vecchi - Eretico di Siena

Aglieco, Nastasi, Vecchi

A questo giro, come facciamo a non dedicare in modo pressochè integrale il pezzo infrasettimanale alla Commissione Rossi, dopo l’audizione-fiume di ieri del Colonnello Pasquale Aglieco, di grazia? Unica notizia buona della settimana, pare che la variante Omicron non sia così nefanda come si era paventato: insomma, dai, con qualche milioncino di morti futuri, fra un paio di anni se ne esce, suvvia…

UNA NEW ENTRY: IL PM ANTONINO NASTASI

Da ieri, abbiamo una autentica new entry, nel Caso Rossi (a livello mediatico, perché la cosa era ovviamente ben nota agli addetti ai lavori): il Pm Antonino Nastasi, oggi in forza alla Procura fiorentina; il Pubblico Ministero che indagava su MPS, che ha scoperchiato l’affaire-Minucci (concluso con un patteggiamento, come si sa), e che oggi, a Firenze, fra le altre cose, ha fatto le indagini – insieme al collega Turco – sulla renziana Open. Non partecipava alle orge, il Pm Nastasi, neanche secondo il presuntissimo escort Bonaccorsi, perciò era rimasto un po’ nell’ombra, defilato.

La stampa filoomicidiaria enfatizza un paio di passaggi dell’audizione del Colonnello Aglieco (quello sul cestino rovesciato e sulla risposta alla chiamata a Rossi della Santanché), al Pm Nastasi riferiti: a questo punto, basterebbe sentire il dottor Nastasi, per avere conferma o smentita. Ma in ogni caso, il contesto della scena del crimine ( crimine che non c’è, peraltro), cambierebbe di ben poco: è il tipico, ormai stantìo, metodo di atomizzare particolari del modus operandi dei Pm, per screditarne il lavoro complessivo, che ha retto alla Magistratura terza. Spostata una giacca? Allora è stata una defenestrazione, eh: garantito al limone; cestino rovesciato (se così è stato)? I Pm nascondono qualcosa, non vi è dubbio. Una autentica manna dal cielo, per i terrapiattisti del Caso in questione…

Dipoi, bisognerebbe che i succitati terrappiattisti ci indicassero, una buona volta, serie e concrete piste alternative: le quali ovviamente non ci sono, se non a volere sfiorare il grottesco ed il ridicolo (peraltro abbondantemente presenti in questa narrazione alternativa). Ed al contempo, bisognerebbe poi spiegare perché, invece di trovare un team di assassini (inesistenti, in effetti), si è costruita una narrazione di siffatta pasta.

L’AUDIZIONE DEL COLONNELLO PASQUALE AGLIECO

Il colonnello Pasquale Aglieco era il Comandante provinciale dei carabinieri di Siena, fra il 2010 ed il 2013, ed ha 43 anni di servizio alle spalle: lo diciamo per chi non lo sapesse, ed anche per chi ieri abbia visto l’audizione fiume del militare. Il quale – come tutti quelli che non credono che Rossi sia stato ucciso – vengono trattati dalla Commissione come se fossero imputati, e di omicidio (ci siamo passati anche noi): devono avere un alibi, devono dire perché sono usciti da casa quella sera, dove abbiano parcheggiato la macchina (e perché poi l’ha spostata, il Colonnello?), a che ora siano arrivati. Nel mondo al contrario creato dalla Commissione, così funziona. E poi la si butta là: che ci faceva il Colonnello in loco? Secondo Ranieri Rossi, Aglieco già sapeva ciò che era successo: vedremo in un’aula di Tribunale come lo saprà giustificare, dire che l’attesa è grande è riduttivo…

Nella prima parte della sua audizione, il militare ha snocciolato da par suo la intrinseca non credibilità dei testi delle Iene, ha documentato come – per dirne una – il presuntissimo escort Matteo Bonaccorsi entri in contatto nel dicembre 2017 con Monteleone, dicendo di essersi convinto al grande passo solo dopo l’appello pubblico di Carolina Orlandi, che in tv però viene mostrato a marzo 2018 (viene prima il 17, o il 18?): basterebbe un passaggio, iperdocumentato come questo, per fare chiudere la questione (ricordiamoci che la Commissione è nata sull’onda dei reportage delle Iene, come facilmente controllabile).

Nella restante parte delle più di 5 ore di audizione, torchiato dal tandem Rizzetto-Migliorino (il nostro idolo politico, lo ribadiamo ancora una volta: il suo eloquio ci sta conquistando sempre più), il Colonnello ha avuto qualche “non ricordo”, anche perché non era lui a fare le indagini (dettaglio fondamentale, che cadrà dunque nel dimenticatoio mediatico sin da domani), e ha aggiunto di avere aspettato, fuori dal Palazzo San Macuto, Matteo Bonaccorsi, due settimane or sono: aveva intuito che il teste supersegreto potesse essere lui, e lo voleva vedere in faccia. Pensate un po’.

Si è un po’ riscaldato, in certi passaggi, il Colonnello: strano, davvero strano, per uno del quale nel prime time televisivo nazionale è stato detto che faceva festini omosessuali, in cui la cocaina scorreva a fiumi, e che questo faceva sì che si coprissero chissà quali crimini.  In quattro anni di questo andazzo, ha accumulato un tantinello di rabbia, Pasquale Aglieco: che essere umano strano, questo uomo, davvero incomprensibile, enigmatico…

DAVIDE VECCHI: IL CONSULENTE SUPER PARTES

Sull’audizione del Colonnello Aglieco, si è subito gettato come un falco Davide Vecchi, Direttore dei Corrieri (non della sera: di quello, fra gli altri, di Siena, nel quale casualmente Aldo Tani oggi attacca Aglieco, guarda un pochino…); il tutto, è stato subito ripreso da Dagospia.

Un tweet in cui ne approfitta per attaccare i Pm senesi, che avrebbero “inquinato la scena”, per i motivi sopra detti (risposta alla telefonata, cestino rovesciato): accusa a dir poco gravissima, ma che non ci sorprende. I demiurghi della narrazione omicidiaria sanno che non potranno mai avere ragione, e devono battere la grancassa dei (presunti) inquinamenti. La cosa incredibile è che la Commissione si affidi ad un consulente la cui “imparzialità” è sempre più evidente a tutti.

Tra l’altro, di tutta l’opera di smascheramento del modus operandi delle Iene, nel tweet di Vecchi non si vede traccia: curioso, non vi sembra? Curiosissimo, diremmo noi.

E poi, tutta questa storia dei bigliettini, che palle! Vecchi, a pagina 150 del suo libro sul Caso Rossi (ottobre 2017, save the date), lo capì subito come era andata, da vecchia volpe del giornalismo investigativo: “i tre biglietti indirizzati ad Antonella, strappati e gettati nella spazzatura, David non li ha scritti in questo frangente: sono precedenti, risalgono al pomeriggio, o forse addirittura a giorni prima”.

Certo, come i fanciulli che fanno il doposcuola: loro si portano la roba da casa, il povero Rossi si portava le letterine suicidarie, da par suo. Chissà se passerà questa tesi, in Commissione: a questo punto, perché no?

Ah, poi c’era l’ottimo forzaitaliota Pittelli, quello che sapeva chi aveva ucciso Rossi: in settimana, abbiamo visto che scrive lettere a destra e a manca (anche a Sgarbi, per non farsi mancare niente), per cercare di essere aiutato. Forse, dicendo il nome dell’assassino, potrebbe farcela (per ora, dai domiciliari è andato in galera): auguroni…

Ps 1 (di sabato 11 dicembre) Un aggiornamento necessario, è davvero il caso di dire, per almeno due elementi. In primis, l’atteggiamento di esultanza della vedova e della “figlia” di Rossi, dopo la deposizione del Colonnello Aglieco. Allora, qui bisogna intendersi: se il Colonnello va preso come punto di riferimento, allora ciò vale anche per la prima parte di ciò che ha detto. Ergo, la demolizione dei testi delle Iene. Sul cui operato invece il tandem Antonella-Carolina ha avuto parole di elogio sperticato, con la Orlandi che mostrava foto di magistrati ed altri all’ottimo Bonaccorsi, a favore di telecamera: come la mettiamo, di grazia? Aglieco lo si prende tutto, o non lo si prende affatto…

Ps 2 Ampio spazio sulla stampa nazionale, alla audizione in questione, ma primus inter pares a scatenarsi il su citato Davide Vecchi (consulente della Commissione di inchiesta, lo ribadiamo): il quale, bontà sua, nel suo odierno editoriale si appella alla “onestà” (di chi dovrebbe ammettere l’omicidio di Rossi?), e usa termini come aberrazione ed altri, per descrivere il presunto inquinamento della scena del crimine (che non c’è). Come scritto ieri, per la prima volta entra in scena un nuovo capro espiatorio, il Pm Antonino Nastasi. Fino al 9 dicembre 2021, mediaticamente inesistente.

Il quale – se le azioni ricordate dal Colonnello saranno confermate – avrebbe commesso un paio di leggerezze, quel 6 marzo 2013: staremo a vedere. Di certo, Nastasi è colui che ha portato avanti l’inchiesta sulla renziana Open. Per i complottisti della contronarrazione, il link sarebbe evidente: di certo, lo statista di Rignano stamattina non sarà stato amareggiatissimo, nel leggere i giornali. Per noi – che complottisti non siamo -, invece, è solo una mera coincidenza…

 

30 Commenti su Aglieco, Nastasi, Vecchi

  1. Una collega (in pensione) scrive:

    Caro Raffaele, volevo a corredo del tuo bel pezzo raccontarti questa storia. Ieri, per fare un regalo di Natale a due amiche, ho comprato il tuo libro “Cronaca di un suicidio annunciato”. Ebbene, alla cena degli auguri che abbiamo fatto, una è stata contentissima e mi ha ringraziato molto, dicendo che lo stava per comprare lei, l’altra invece non me l’ha ridato indietro per evitare la maleducazione, ma mi ha detto in modo esplicito che lei non lo leggerà, perché solidale con la battaglia della famiglia.Come vedi, passano gli anni per tutti, e tu sei sempre divisivo. Non è detto che sia una cosa brutta, ciao.

  2. Eretico scrive:

    Cara collega,
    per intanto complimenti per la scelta natalizia, di cui ti ringrazio: che poi una delle due abbia dimostrato stolida faziosità (prima ancora di leggere il libro: non mi stupisce sia amica della famiglia in questione), è un commento che si commenta da sé.
    Comunque non ti è andata malissimo: con i tempi che corrono, trovare una persona intelligente su due non è poi così male, dai…

    Un abbraccio, Raffaele

  3. alberto bruttini detto "Il Cacaccia" scrive:

    Per Manunta:

    Ci sei cascato nini.
    E questa volta era difficile davvero perché il modo di dire ha origine ai primi del ‘900 nella zona di ‘Celle sul rigo’ e, narrano i documenti, si deve a quando la villana esce di casa con il grembiule pieno di mangime e va a spargerlo nell’aia chiamando le galline “Potta, potta, potta”.
    Perché ai confini tra Toscana e Lazio la gallina la chiamano ‘potta’ e il tacchino ‘billo’.
    Tuttora nel senese “sei rosso come un billo” rappresenta il colore del bargiglio del tacchino.
    E in sintesi vuol significare che: se rallevi le galline ci campi, se rallevi tacchini vai poco lontano.

    P.S. I labronici vivono in una città voluta dai Medici e qui mi fermo.

  4. alberto bruttini detto "Il Cacaccia" scrive:

    ancora peer Manunta:

    e magari un giorno ti racconterò dell’origine della parola “potta” e dei vari significati che nei secoli ha assunto in città molto diverse fra di loro.

    E sto sempre aspettando la merenda a Recenza.

    E fra un paio di settimane mi dovrebbero portare un po’ di Rosso di Montalcino.
    Vedi te.

    • Vadanculo deamicis scrive:

      Fatti dare il numero dal Bernini ,poi mi chiami e si fissa , porta su’ anche lui(i Bernini) e vedi se convinci anche il sapienzial presidente,, che vole esse’ pregato come le bellefiche, sicche’ pregalo te, che io quei che passera non tengon non prego.

      Sulla etimologia di potta esistono almeno tre versioni, dal latino volgare putta( dalla radice indoeuropea pu, generare ,la stessa per puer puella puerpera e putto) all antico germanico pote vaso,al gallo celtico poit sempre vaso o pignatta.
      Sull uso letterario non credo vi siano precursori del divin pietro nei suoi sonetti.
      Da noi a firenze siccome sulla costa labronica si usa poco, molto meno d altri sinonimi.
      Usata anche in alcune zone venete e lombardo orientali nella variante pota.
      Giaccome putei per ragazzi , quindi avvalorerebbe l origine dal latino volgare .

      Ps. Senti me, ma te oltre che babbo del archeologo o che sei anche i babbo della storica dell arte e intronata?
      Un mi di’ di si.
      In caso areste fatto onore all avi vostri,almeno a quelli d una certa zona….

  5. Daria gentili scrive:

    Grande enfasi anche da parte dei giornaloni al fatto che Aglieco ha raccontato che Nastasi svuoto’ il cestino e rispose al telefono di Rossi; questa vicenda – tragica – mi sembra diventata come la Novella dello stento, che durava tanto tempo……

  6. UN AMMIRATORE DA TEMPI NON SOSPETTI scrive:

    Caro Eretico, stavo aspettando il Ps 1: trovo incredibile che all’indomani di una dimostrazione del grado di affidabilità della trasmissione su cui ha riposto ogni speranza di verità e di giustizia, una persona si rallegri. La Tognazzi ha sempre lodato in ogni modo l’operato di Monteleone, che si è visto di che pasta si nutre: e ora lei esulta? Siamo un popolo di ignoranti e stupidelli, ma a tutto c’è un limite!!!

  7. Paolo Panzieri scrive:

    Ecco a cosa è servita l’audizione del Colonnello Aglieco: “La vicenda David Rossi è enorme, non vi sconvolge? Vi rendete conto che un pm, o più di uno, entra nella scena del chiamiamolo delitto o crimine (se è un suicidio non è un delitto)? E’ una cosa enorme. Siccome quel pm è lo stesso di Open io non posso attaccare. Ma in un Paese normale direi: vi rendete conto chi è che mi fa l’indagine?” A parlare è naturalmente il ns vecchio amico Renzie.
    PM delegittimato (anche se non andava ai festini gay), imputato assolto di diritto. Evviva la commissione d’inchiesta.

    • Al-Mutanabbi scrive:

      Ma è “colpa” della commissione di inchiesta o di Aglieco?

      • Paolo Panzieri scrive:

        Caro Al-Mutanabbi, il dilemma che poni è intrigante.
        Forse questo questo potrebbe essere definito un utilizzo “eversivo” delle risultanze della Commissione d’Inchiesta, i cui lavori non potranno portare alcun elemento di novità alle ormai arcinote evidenze processuali (che poi alla fine sono le uniche che contano …), ma potrà senz’altro servire, consapevolmete od inconsapevolmente, a gettare ulteriore fango (a torto o ragione), se mai ce ne fosse ancora bisogno, su questa povera città.
        Sul colonnello e l’ex moglie, che mi pare dicesse cose abbastanza pesanti su di lui, però non mi dilungherei troppo.
        Piuttosto bisognerebbe finalmente mettere davvero sotto il cartglio “Civitas Virginis”, che campeggia nei nostri cieli, una bella insegna con scritto “Nuova Gestione” e tirare innanzi occupandoci di cose serie.
        Astenersi gattopardi.

        • Al-Mutanabbi scrive:

          Il mio non è un dilemma, ma una domanda. Visto che Lei scrive: “Evviva la commissione d’inchiesta”, ma dopo aver parlato dell’intervento di Aglieco, poi sfruttato da Renzi. Per cui non capisco se la “colpa” sia di Aglieco o della Commissione.
          Il fango su questa povera (una volta non lo era…) città non lo getta la Commissione di inchiesta, il fango lo ha gettato una massa di ladri e di delinquenti che hanno svaligiato un forziere; la Commissione è solo una appendice di tale attività, svolta per anni fra il giubilo del popolo, a metà lobotomizzato ed a metà colluso.
          I lavori della Commissione hanno già ampiamente portato stravolgimenti alle evidenze processuali (a meno che l’intervento di Aglieco, ripreso con stupore dai media di tutta Italia, non rientri fra tali stravolgimenti).
          Ed infine penso che la morte di una persona, ma soprattutto il contesto che ha portato/indotta questa morte, sia cosa serissima. Abbiamo tutti i neuroni necessari per gestire questa situazione, pur occupandoci di altro.
          Se mi dà la risposta alla mia domanda Le sarei grato, perchè mi interessa comprendere.

          • Paolo Panzieri scrive:

            Allora provo a spiegarmi meglio.
            Ho conosciuto personalmente David ai tempi dell’Università quando dipingevamo insieme le scene dell’operetta ed era soltanto uno studente.
            Molto prima, quindi, che diventasse importante, quale portavoce di Piccini prima e di Mussari poi.
            Ne conservo un bel ricordo e quando lo vedo cadere in quel modo, la tesi del suicidio, che pure le carte processuali, oltre che l’opera di Raffaele, razionalmente mi inducono ad dare per dimostrata, non mi sembra più scontata.
            Ciò posto credo che la commissione d’inchiesta non potrà purtroppo portare a nulla di rilevante, dopo tutto questo tempo, due inchieste e gli accertamenti svolti all’epoca in modo superficiale, come purtroppo avviene talvolta negli episodi di suicidio.
            Soprattutto senza neanche un potenziale asssino e la necessità di un mega complotto da dimostrare.
            Quindi, a mio modesto avviso, tempo soldi ed energie sprecati.
            Se poi vi si aggiunge magari un potenziale uso strumentale per regolare altri conti, il quadro mi pare completo.
            Sarebbe bastato peraltro secretare l’audizione del colonnello per evitare problemi al Dott. Nastasi (il quale comunque ha già smentito), il PM che adesso indaga sulla fondazione Open.
            Tutto ciò a prescindere dalla veridicità o meno di quanto riferito dal colonnello.

  8. Il resiliente scrive:

    Si diradano le nubi, si manifesta la finalità: l’urgenza di una riforma.
    È una resa dei conti, un riequilibrio dei poteri.

    Le indagini ad orologeria, le spifferate (senza rilievo giudiziario) alla stampa, le percentuali bulgare di (auto) valutazioni positive, il caso Palamara.
    Negli ultimi trent’anni il bue ha dato del cornuto all’asino.

    I tempi sono maturi: l’emergenza è sempre un’opportunità…

  9. alberto bruttini detto "Il Cacaccia" scrive:

    x Manunta:

    La parola ‘potta’ deriva da potere, te ne parlerò più in la, comunque risale ai primi del trecento quando … il seguito a merenda.

    L’archeologo non è mio figlio ma il mi’ nipote.

    Elisa (penso tu parli di lei) non è mia parente se non per una remota parentela tra i nostri avoli.

    • Gp scrive:

      ‘Potta di San Puccio!’ è un’esclamazione di Nicia nella Mandragola di Machiavelli

    • Elisa Bruttini scrive:

      gentilissimi,
      non sono parente del sig. Alberto Bruttini nemmeno da parte di avi (e neppure del menzionato archeologo). Mio padre ci ha lasciato lo scorso anno ed era persona estranea a tutte codesto chiacchierare.

  10. OMICIDIO DAVID ROSSI scrive:

    Meno male che voi sapete tutto quello che è successo!!!

    • Anche l’audizione della coach Ciani non è andata come interpretato dai verbali della Procura su cui si fonda il tuo libro, no?

      • Eretico scrive:

        Caro Maurizio, ovviamente domani ne scrivo, con dovizia di particolari; ma visto che sei tu a stimolare, permettimi di farti una domandina: se in un verbale – di una “persona informata dei fatti”, firmato davanti a 3 Pm – tu scrivi, insieme a tante altre cose con ciò coerenti, che “si sentiva quasi il senso di disgrazia imminente” (dopo il lungo colloquio con Rossi), un fine analista psicologico come te cosa pensa, di grazia?

        Quanto agli avvocati Panzieri e Mistretta, aspetto solo l’invito, con Manunta a fare da guastatore (nel senso buono, eh)…

        L’eretico

      • Spettatore critico scrive:

        La dichiarazione della Ciani portata a verbale, citata nell’ordinanza di archiviazione del 4/7/2017 è questa in particolare, che sollecita l’ipotesi suicidiaria: «Si sentiva quasi il senso di disgrazia imminente questo ero fortissimo tant’è che usava espressioni quali “ho paura che mi possono arrestare’ “ho paura di perdere il lavoro” come se – accusato di qualcosa -automaticamente perdesse il lavoro». Andarsi a leggere l’ordinanza di archiviazione è la base minima per parlare di questo caso. Se a questo si aggiungono le tesimoniante di Tognazzi, Orlandi e del fratello sempre richiamate nell’ordinanza sullo stato d’animo del Rossi la sera del 5 e al pranzo del 6, i biglietti di addio, la testimonianza del Mingrone per la sera del 1/3, cena con Profumo e del sospetto o no che la fuga di notizie fosse partita dal Rossi (c’è un passaggio nell’ordinanza), le SIT dei colleghi che lo definivano cambiato dopo il 19/2 … le montature sugli orari delle telefonate, che sono li ricostruibili sui tabulati senza se e senza ma, sui dubbi infondati sollevati sulla data di effettiva partenza e ricezione della mail quando agli atti risulta che il Dott. Bernardini del Consorsio IT ha consegnato le evidenze delle e-mail già il 7/3 (ordinanza) e da queste dovrebbero ricarvarsi le date esatte confermate appunto nel 4/3 da Pieraccini e Fanti in sede di testimonianza … allora non ci sarebbe altro da aggiungere. Cosa dovevano fare i PM se non non convincersi del suicidio? Smontata anche la tesi IOR del numero di certificato 4099009 che in realtà è il numero SOS Ricarica. Ripeto cosa dovevano fare i magistrati. E ancora … perché continuare a credere ad ipotesi complottistiche senza alcun riferimento fattuale?

  11. Giuseppe Pallini scrive:

    Si è parlato da più lettori dell’uso della parola “potta”. Conoscendo bene Celle sul Rigo e i cellesi posso affermare che là con questo termine le galline non sono mai state chiamate, né in paese né in campagna.
    Grazie dell’ospitalità

  12. ginocacino scrive:

    … sulla questione ebbi modo di scrivere che a mio ininfluente parere il caso era avvolto da una nebbia molto ma molto fitta; il titolare del blog mi invito a leggere il libro per diradare il nebbiume ed io il libro l’ho letto dalla prima all’ultima pagina
    certo cosi presentati, gli eventi (come sul libro intendo) non fanno una piega che sia una e tra l’altro con abbondanti riferimenti a documentazioni relative ai personaggi coinvolti (penso alla consulenza psicologica, alla consulenza di parte, alle dichiarazioni della moglie, della figlia e del fratello ecc.) ma non ostante tutto questo la nebbia di cui sopra non s’è diradata di molto (sempre a mio modestissimo e ininfluente parere eh) e se poi ci si mettono anche esponenti delle istituzioni a intrigare il tutto quella nebbia diventa una cappa impenetrabile. fin dall’inizio basta solo vedere le due serie di foto fatte dal poliziotto nella prima visita rispetto a quelle fatte dalla scientifica per immergersi nella nebbia di cui sopra … ma è possibile che fra polizia, carabinieri, scientifica, magistratura e orpelli vari di corredo a nessuno sia venuto in mente di preservare la scena del …. “delitto” (prendo spunto da quanto scritto dal Panzieri (se è un suicidio non è un delitto)?) e anzi si mettano a “ciacciare” tutto spostando aprendo chiudendo e persino rispondendo al telefono che squilla? non siamo mica a Paperopoli ne tantomeno a Topolinia eppure cosi è stato fatto

    • Eretico scrive:

      Caro Ginocacino,
      se le cose dette dal Colonnello Aglieco sull’inquinamento probatorio fossero corrette, avresti ragione da vendere; ma a parte che lo stesso Nastasi ha negato, io appunto ci andrei cauto…

      A breve si pubblica, comunque, sull’argomento.

      L’eretico

      • ginocacino scrive:

        stimatissimo Eretico, a dire il vero indipendentemente dalle esternazioni, diciamo cosi, di un ufficiale dell’arma (che, comunque la si pensi, valgono molto di più di quelle di chiunque altro “esternatore”) secondo il mio ininfluente parere sono prima di tutto le foto della scena del “delitto” ad annebbiare il caso, e dopo queste anche le foto dell’autopsia e la manipolazione dei reperti (http://cronacaedossier.it/david-rossi-foto-inedite-suicidio/ addirittura guardando attentamente queste foto pare che oltre alla giacca spostata, alla finestra aperta e poi chiusa ecc. manchino pure degli oggetti e in particolare un agendina)
        e con questo non voglio dire che è stata trovata la “pistola fumante” ma solo dimostrare il perchè della mia (per quello che vale) convinzione e il perchè non ostante la lettura del libro, queste ombre sono rimaste intatte.
        Un altra cosa che non riesco a capire è cosa ne viene alla famiglia di propendere per l’omicidio piuttosto che per il suicidio? quale sarebbe la motivazione se non la convinzione in buona fede che ci sia sotto qualcosa di poco chiaro (a torto o a ragione)?
        con immutata stima

        • Spettatore critico scrive:

          Leggi l’ordinanza di archiviazione del 4/7/2017 Malavasi. Trovi le risposte all’articolo lì dentro.

  13. Gp scrive:

    Niente panettoncini a Natalini perché ha fatto il birbone con loRenz d’Arabia?

    • Eretico scrive:

      Caro Gp, il birbone con “LoRenz d’Arabia” (chapeau), lo ha fatto – nella forma mentis ovviamente autoassolutoria del rignanese – il dottor Nastasi, ora in forza della Procura di Firenze.

      In giornata, inevitabilmente si scrive del Caso Rossi; ci fa piacere sapere che, dai prossimi giorni, anche qualche altra voce, a livello nazionale, romperà l’unilateralità della narrazione: ce n’è un gran bisogno, non posso fare tutto da solo, suvvia…

      L’eretico

  14. Al-Mutanabbi scrive:

    Grazie sig. Panzieri per la risposta.
    Siamo nel campo della estrema soggettività, se mi posso permettere.
    Il suo “niente di rilevante” non è quantificabile. A mio avviso, ad esempio, qualcosa di rilevante è già successo con l’audizione di Aglieco. Ma non solo a mio avviso, visto che si è rismosso un piccolo mondo.
    Tempo, soldi ed energia sono sprecati quotidianamente, quindi se si perderanno anche in questo caso, immagino che il tutto rientri nella statistica.
    In più, leggo che Lei era amico di David Rossi. Bene, fossi io amico di uno che ha avuto tale tragica fine, sarei solo contento che ci fosse possibilità di continuare a comprendere come sia andata. Ci sono molti casi in cui una verità giudiziaria, anche dopo molti anni, viene rimessa in discussione e addirittura ribaltata.
    Continua comunque a non rispondere alla mia domanda. La “colpa” di questa riapertura è di Aglieco o della Commissione? Visto che Lei ancora una volta (giustamente) tira in ballo Renzi, è Aglieco o è la Commissione che favorisce la posizione di Renzi? Ma soprattutto, ciò è stato fatto con coscienza secondo Lei?

    • Paolo Panzieri scrive:

      Se la commissione alla fine servisse a qualcosa per fare chiarezza è certo che saremmo tutti contenti, io per primo; giustamente la mia opinione assolutamente scettica è soggettiva, ma, mi perdoni, basata su di una certa qualche esperienza.
      Sono pronto, comunque, come sempre in vita mia, a ricredermi.
      Quanto al solito dilemma che pone in termini ultimativi, bisognerebbe saperne di più per poter dare una risposta netta.
      Certo è che Aglieco è andato, come si diceva a scuola, volontario.
      Il Dott. Nastasi, che a Siena ha peraltro lasciato un buon ricordo, ha categoricamente smentito.
      La commissione non ha secretato questa deposizione ed è stata in ogni caso quanto meno lo strumento ed il veicolo di quanto occorso.
      Renzie, ovviamente da par suo, ha colto la palla al balzo.
      I complottisti direbbero entrambi; personalmente, secondo la dottrina dell’efficienza causale, propendo per la commissione.
      Sull’elento soggettivo (dolo o colpa) di discute sempre.
      Certo il dolo andrebbe provato …
      Poi ognuno, come sempre in una democrazia seppur in gran parte sospesa, può pensarla come crede.
      Lei ad esempio da antico poeta e filosofo arabo, piuttosto, come la vede?

Rispondi a Giuseppe Pallini Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.