Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Freud, guerriglia, scelte - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Freud, guerriglia, scelte

Eccoci alla consueta rubrica cultural-domenicale del blog; va da sé che – potevano forse esserci dubbi? – si scrive pensando a ciò che sta accadendo in Ucraina, con la speranza di trattare il tutto con un taglio diverso da altri, nonché con un respiro ampio e stimolante: per la cronaca, ovviamente, molto meglio seguire la Cnn aut similia. A questo giro, infatti, dalla redazione del nostro blog non è partito nessuno come inviato speciale…

LA GUERRIGLIA DI KIEV: CARTELLI STRADALI, MOLOTOV E PONTI

Pur con tutto il contesto di disinformazione del caso (le guerre odierne soffrono di un eccesso di informazioni, il che accresce la questione cruciale della verifica delle fonti, già ovviamente presente in precedenza, ma ora dilatato a dismisura), la resistenza ucraina pare dipanarsi in modo più efficace di quanto i sovietici (pardon, i russi…) si aspettassero: questo è uno dei pochi punti sul quale pressoché tutte le fonti concordano.

Emerge anche la presenza dell’elemento della guerriglia, da taluni analisti militari considerato oggi obsoleto, ma, forse, non del tutto (vedasi il caso afghano, tra l’altro); facciamo l’esempio dei cartelli stradali cambiati di verso: lo usarono, fra gli altri, i cecoslovacchi nel 1968, mentre i carri armati dell’URSS si dirigevano verso Praga. Nel Museo del Comunismo – che ha sede nel cuore della affascinante città, e la cui visita consiglio a tutti i lettori -, ho il distinto ricordo di avere visto svariate foto e documenti vari che attestavano questa consolidata prassi, rivelatasi efficacissima, illo tempore.

Ed oggi, con tutti gli strumenti satellitari che anche un cittadino comune si trova in macchina? Roba superata, questa, verrebbe da dire: eppure, eppure pare che l’ordine del Governo di Kiev di alterare il verso dei segnali, almeno qualche minimo risultato lo abbia pur sortito.

Senz’altro ben più efficace l’ordine di fare saltare i ponti, non solo nella Capitale (questo sì, roba da nazisti: ma loro lo facevano per coprirsi la fuga, quantomeno in terra straniera, anche a Firenze ne sanno qualcosa); di grande impatto mediatico, infine, anche la preparazione delle bottiglie molotov, curata in particolar modo dalle donne ucraine (chissà, in questo caso, cosa direbbe il buon Molotov, uno dei pochissimi pretoriani staliniani ad essere morto di vecchiaia…).

Poi, certo, se Vladimir Putin scatenasse l’arsenale nucleare, non ci sarebbe guerriglia di sorta, né cartelli stradali alterati, né ponti, né molotov: a quel punto, però, non ci sarebbe forse nemmeno più la possibilità di commentare il tutto in seguito, dunque di essere smentiti…

 

FREUD,EINSTEIN E LA VIOLENZA CHE APPARTIENE ALL’UOMO

Il 30 luglio 1932, un certo Albert Einstein scrisse una lettera a Sigmund Freud (pensate voi Hitler – peraltro per poco non ancora al potere – cosa avrebbe pensato della circostanza…): sperava che la psicanalisi gli potesse spiegare come cercare, magari con successo, di spingere l’umanità a ripudiare la guerra. Lo ricorda Karen Rubin  (Il Giornale, 26 febbraio, pag. 7), in un pezzo che definire stimolante sarebbe oltremodo riduttivo.

Einstein non riusciva a capire come mai le masse avessero una propensione (masochistica?) a lasciarsi assoggettare da una minoranza di potenti, per poi essere mandate loro stesse a crepare, facendo invece arricchire l’oligarchia, la quale aveva creato le basi del conflitto: bella domanda, non pare ai lettori?

Freud gelò il celebre fisico, citando il mito di “contrade felici della terra, dove la natura offre a profusione tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno, con popoli in cui la vita scorre senza coercizione e l’aggressione è sconosciuta”. Il demiurgo della psicoanalisi scrisse di non credere assolutamente a questo mito: per lui, la psicoanalisi presume due tipi di pulsioni: l’eros (che tende naturaliter a conservare), e thanatos, pulsione invece aggressiva e distruttiva in quanto tale.

“Make love, not war”, per capirsi: ma il neozar Vladimir, evidentemente, preferisce il “make war”, anche per fare in modo che il suo entourage possa continuare a make love (and a lot of money)…

L’ORA DELLE SCELTE: NOI COSA FAREMMO?

In una chat di amici, stasera ho provato a chiedere ciò che mi permetto di domandare anche ai lettori (ovviamente, io mi sono creato il privilegio della non risposta, avendo creato la domanda…): cosa farebbe, ognuno di noi, se fosse un ucraino? A fronte della concreta e logistica possibilità di andarsene – cosa in teoria proibita, ma insomma… -, cosa faremmo noi? Resteremmo a combattere per il sacro suolo patrio, perinde ac cadaver, o lo saluteremmo, con le lacrime agli occhi?

A quanto risulta, il range anagrafico di chi dovrebbe restare, almeno a tirare qualche molotov di ordinanza, copre dai 18 ai 60 anni, ergo quelli della succitata chat ci rientrerebbero tutti quanti, nessuno escluso; le risposte, da par loro, sono state variegate, e per rispetto della privacy ovviamente non le pubblico, neanche in maniera parziale.

Resta il fatto che la guerra, comunque, obbliga a porsi siffatte domande, non eludibili: è davvero un acceleratore decisionale, sin da sempre; e, comunque sia, beati quelli come noi, che queste domande ce le poniamo in senso puramente di scuola; noi che, in conseguenza delle ostilità, al massimo teniamo un paio di ore di meno il riscaldamento acceso (“ove ha fallito Greta, sta riuscendo Putin”: copyright, benemerito, di Conchita De Gregorio). O almeno, così si spera…

Ps Il 5 marzo 1922, nasceva Pier Paolo Pasolini; stiamo definendo vari eventi (uno è già in decollo per il 12 marzo), dei quali, ovviamente, i lettori del blog saranno informati come meritano.

28 Commenti su La domenica del villaggio: Freud, guerriglia, scelte

  1. Vedo nero e basta scrive:

    Tutti solidali con l’Ucraina, ma sarebbe meglio mandare viveri, medicinali ed accogliere i profughi (quelli si che ne hanno diritto), invece si parla di mandare con i soldi della UE (che sono anche nostri) armi di vario genere e potenza. Parere personale: l’Ucraina non è un Paese membro della Nato, che ha scopo prettamente difensivo solo per chi ne fa parte, bene le sanzioni ma le armi mai, sarebbe una dichiarazione di guerra. Biden fa lo spavaldo, ma la Russia lui l’ha lontana, noi no. Poi la Biondina della Ue getta anche benzina sul fuoco dichiarando la volontà di ammissione dell’Ucraina nella Nato, cosa che non gioverebbe ai futuri colloqui tra Russia e Ucraina, poiché uno dei motivi del conflitto è proprio che Putin non vuole avere delle testate nucleari al confine, a pochi secondi da Mosca, si sentirebbe circondato e minacciato. La neutralità dell’Ucraina e riconoscimento delle tre zone russofone dovrebbero essere le soluzioni migliori, un compromesso. Ricordiamo il Kosovo, a netta maggioranza albanese, che non voleva stare con la Serbia, Obama bombardò i serbi e tutto passò senza proteste della Russia alleata della Serbia. La Crimea e le altre due repubbliche a nettissima maggioranza russa vorrebbero ritornare come prima; con lo stesso metro del Kosovo non ci dovevano essere problemi, tra l’altro in Crimea, se non sbaglio, c’è stato anche un referendum popolare in cui la netta maggioranza ha votato per il ritorno con la Russia, quindi è bene che l’UE ci vada con molta cautela e diplomazia perché rischiamo tutti e parecchio.

    • Eretico scrive:

      Caro Vedo nero,
      ti devo correggere su un punto cruciale, mio malgrado: Belgrado fu bombardata nel 1999, ergo sotto la seconda presidenza Clinton (e la Russia di allora era quella del senescente Eltsin, che a fine anno preferì infatti dedicarsi solo alla vodka: niente a che vedere con quella muscolare odierna); Obama, da par suo, non ha letteralmente mosso un dito contro l’annessione della Crimea (2014), da Commander in chief: d’altro canto, aveva già vinto il Nobel per la Pace, per Zeus!

      Buona settimana a tutti, l’eretico

      • Vedo nero e basta scrive:

        MI scuso per le inesattezze, ma il succo rimane lo stesso il Kosovo divenne indipendente alla faccia della Serbia e la sua alleata Russia. Da un’ingiustizia ne nascono sempre altre prima o poi.

      • Marco Burroni scrive:

        E’ sempre cosa buona e giusta prendersela con Obama, colpevole di essere un democratico e per giunta negro. Per inciso il suo successore Trump ha avuto un atteggiamento ben piu’ conciliante con Putin, definendolo addirittura un “genio” all’indomani dell’invasione… ma si sa, e’ difficile criticare gli amici.

        Ma vogliamo parlare della reazione europea all’invasione della Crimea? Dopo qualche protesta di circostanza e qualche sanzioncina i rapporti economici sono continuati come se niente fosse,aumentando addirittura le importazioni di gas.

        E il nostro – anzi – vostro Salvini? Non solo non muove un dito per la Crimea ma addirittura si allea politicamente con Putin

        https://www.ilgiornale.it/news/politica/ecco-laccordo-lega-nord-e-russia-unita-1419611.

        Ecco, guardiamo meglio in casa nostra prima di criticare gli americani.

        • Eretico scrive:

          Caro Marco,
          rispondo a te, invece che ad altri, giacché tu hai preso la parola in risposta a me.
          Va bene che hai la scusante dello scrivere a notte fonda, però mi pare che il tuo riflesso condizionato filo-Obama sia davvero mal riposto; molto sinteticamente: questo blog fu lieto della rielezione di Obama (nel 2008 non erat), poi l’ha criticato ed apprezzato, a seconda dei casi (di certo, mai e poi mai criticato in quanto “negro”, peraltro Obama non essendolo neanche, ma questo non c’entra).
          Su Trump, ha avuto pressoché sempre parole di condanna, come puoi agevolmente vedere per tabulas (va anche detto che la ritirata in Afghanistan, prodromica a questa maledetta guerra, non l’ha certo gestita lui, converrai). Quanto a Salvini, se mi trovi una presa di posizione di questo blog a suo favore (magari ci sarà, io proprio non me la ricordo), ti dedico uno chapeau.
          Morale della favola: conviene scrivere di giorno, per farla breve…

          L’eretico

          • Marco Burroni scrive:

            Non di notte fonda si trattava ma di fuso orario ( da due anni vivo lontano dall’Italia). Convengo che la battuta su Obama sia stata infelice , l’ironia ed il sarcasmo non sono facili da maneggiare e questa volte le ho maneggiate malissimo, insisto pero’ sul senso del mio intervento; nel 2014 gli europei e gli italiani sono stati responsabili ben piu’ degli americani della mancata reazione all’invasione della Crimea, e addossare tutte le responsabilita’ sulle spalle degli USA da una parte mi sembra da una parte un facile mode per scaricarsi la coscienza, dall’altro un’accettazione di un ruolo di vassalli, entrambi atteggiamenti che non condivido.

    • Roberto scrive:

      In teoria e per senso di giustizia, ci sarebbe da mandare l’esercito, altro che 4 fucili e qualche missile.. Ma dobbiamo chiederci : siamo disposti a pagarne il prezzo ( guerra nucleare compresa )?. Allora non scherziamo, gli Ucraini hanno tutte le ragioni del mondo, aiutiamoli con tutte le sanzioni possibili alla Russia e tutti gli aiuti umanitari. Ma niente armi. Per carità. Sai dove cominci, ma non sai come finisce.
      Ma se ne rendono conto tutti i nostri muscolari governanti, nazionali ed europei?
      Ok, la Russia si prenderà l’Ucraina, ma poi farà come in Afghanistan, se non peggio.
      E i Russi prima o poi si ribelleranno, si spera, a partire dall’esercito.

  2. alberto bruttini detto "Il Cacaccia" scrive:

    La domanda “se fossi Ucraino” andrebbe posta a Napolitano.

    Chissà cosa risponderebbe

  3. Il resiliente scrive:

    Basterebbe guardare le reazioni agli ultimi due anni di pandemia parainfluenzale per rispondersi…

    Tematica comunque centrale se si pensa che URSS perse la guerra fredda proprio per collasso interno.

    Quanto reggeranno i russi il peggioramento della qualità della vita?
    Quanto sono attratti dal modello cinese vs quello occidentale?
    Quanto sono diversi oggi i giovani russi da quelli americani o europei?

    • Spettatore critico scrive:

      Speldide domande. Condivido. Me le sono poste io allo stesso modo. Ma poi mi sono posto anche quest’altra domanda: quanto l’establishment Russo controlla l’apparato e i media e quanto i Russi sono in grado di sovvertirlo? Questa è la differenza tra democrazie e dittature come quella sovietica che ancora mostra i denti.

  4. Saverio giannini scrive:

    La cosa preoccupante è che quasi la metà dei rappresentanti degli italiani e forse un terzo di questi erano pronti a consegnare le chiavi di presidente delle forze armate ad un individuo che si vantava di essere amico fraterno e condivisore di gheddafi, erdogan,lukascenko,putin, assad… senza parole, chissà quanti dossier(s?) Avrà in mano per tenere in scacco tanti politicanti..e quanto stolti siano i suoi ammiratori.
    Dare in mano a questa destra l’Italia ( come si può ben vedere a siena) significherebbe mandarla in rovina!
    Un’altra destra è possibile!

  5. Lorenzo Mistretta scrive:

    Caro Eretico, ci chiedi: “Cosa farebbe, ognuno di noi, se fosse un ucraino?”

    È di certo una bella domanda, intelletualmente molto degna d’interesse, ma, lo dico con massima modestia, temo che, da parte di soggetti non personalmente e direttamente esposti al pericolo contemplato, essa non possa suscitare risposte affidabili, seppure formulate in perfetta buonafede, o presunte tali.

    Perché?

    In primo luogo, perché non essendo noi (e i nostri cari) personalmente esposti a quel tremendo pericolo (di vita e / o di ferite gravissime), possiamo solo immaginarlo, “ragionando” mediante una semplice esperienza di pensiero (quindi, “non vissuta”), la quale è necessariamente esclusiva della principale componente determinante l’atteggiamento di ogni singolo individuo in simili situazioni estreme: l’effetto della paura provata (non virtuale) sul proprio comportamento.

    Persino sui soggetti esposti, questo effetto pare sia sostanzialmente imprevedibile con certezza, sia in un senso, generando coraggio, sia nell’altro, inclinando alla pusillanimità. Figuriamoci come potremmo, noi, predire in quale modo reagiremmo, se fossimo in loro.

    In secondo luogo e sussidiariamente, perché, tranne (forse) nei piccoli gruppi costituiti da parenti o amici strettissimi, chiunque dichiarerebbe scegliere di fuggire al nemico o di nascondersi alla meglio, sa benissimo che, socialmente, farebbe la figura del vigliacco o dell’imboscato di fronte a tutti coloro che si proclamassero pronti a sacrificarsi “perinde ac cadaver” per difendere il “suolo patrio”. E questo mi pare di natura a influire non poco sulla sincerità delle risposte raccolte…

    Pertanto, credo che, noi, cittadini europei, estranei a questa tragedia (in quanto non belligeranti diretti), non siamo in grado di pronunciarci sulla domanda posta.

  6. Marco Burroni scrive:

    Se vogliamo trovare una nota positiva in questa tragedia e’ la rapida e sorprendente evoluzione dell’Unione Europea. Se un mese fa Biden e Putin discutevano della sicurezza dell’Europa SENZA l’Europa, se una settimana fa sembrava che l’Unione Europea non sarebbe stata neppure in grado di imporre le solite inutili sanzionicchie, in soli tre giorni siamo passati ad un Unione Europea che impone misure economiche che possono far fallire la Russia (svalutazione della valuta praticamente al 50%, capitali degli oligarchi compresi) che blocca le compagnie aeree russe e che, come Unione Europea, da supporto con attrezzature militari all’esercito Ucraino, inclusi aerei da caccia.

    E che lo faccia come Unione Europea è enormemente significativo, vuol dire che si e’ svegliata e che e’ destinata a diventare finalmente un soggetto credibile della politica internazionale, capace di imporre le proprie idee e la prpria volonta’.

    Senza contare che finalmente gente come Orban, Le Pen o il vostro Salvini, tutta gente a libro paga del cremlino e autentiche quinte colonne di Putin, staranno finalmente zittinper un bel pezzo.

    • Uno di passaggio scrive:

      Quindi forniremo attrezzature militari o armi? Burroni, chiedo perché io non ho capito bene, se dovessimo fornire armi, (gli aerei da combattimento cosa sono?)sarebbe la nostra fine.

  7. Pierpaolo scrive:

    Strategia EU incomprensibile… strategia Italia ancora più incomprensibile… Sicuramente ci sarà un paese che andrà in default, ma secondo me non sarà la Russia. La politica è una cosa seria e la geopolitica ancor di più. L‘ improvvisazione di questi governanti ci farà pagare un prezzo salatissimo.

  8. Michele vittori scrive:

    Alla luce degli ultimissimi eventi diventa auspicabile abbandonare il presidenzialismo autocrate ! I danni e i pericoli sono Sotto gli occhi di tutti! Anche di chi gli occhi li tiene chiusi.
    La nostra costituzione resta, ancora, la migliore nel panorama mondiale.
    Non oso pensare a cosa potrebbe aver potuto escogitare un silvio , o un Matteo ( decidete voi quale) finanche una Giorgia dentro un’emergenza sanitaria, militare, economica o sociale: miserabili facce di bronzo!

    • Uno di passaggio scrive:

      Hai ragione!
      Per esempio Bill Clinton e Tony Blair nel 1999 bombardarono Belgrado (Serbia, Europa) causando la morte di 2500 civili tra i quali 86 bambini, gli aerei partirono anche dalla nostra base di Aviano grazie all’autorizzazione dell’allora presidente del consiglio in carica Massimo Dalema.

      • Michele vittori scrive:

        Infatti anche lui fu un infame!
        Ma un conto è genuflettersi alla nato, un altro è allearsi con un dittatore

  9. Vedo nero e basta scrive:

    Tempi neri arrivano, altro che covid quasi sconfitto, altro che Palio se ci arriviamo, l’unione Europea ha fatto l’errore di mandare armi a Kiev e questo è entrare in guerra contro la Russia. L’UE si doveva limitare ad accogliere i profughi, inviare medicinali, viveri e sanzioni contro Putin, ma le armi assolutamente no. Invece di operare con la diplomazia i nostri politici hanno scelto la guerra. La guerra attuale è molto veloce e letale per tutti. Secoli di storia umana rischiano di grosso.

  10. Vedo nero e basta scrive:

    Va bene che Putin è un criminale, un tiranno e la guerra è la cosa più stupida che esiste, ma c’è anche la cretineria di qualche testolina che porta a certe iniziative molto discutibili. Giunge dai media la notizia che a Milano il classico Dostoevskij è stato bandito dall’università di Milano-Bicocca perché russo. Nessun commento da aggiungere. https://www.facebook.com/nicolai.lilin/videos/3139717636302230

    • Eretico scrive:

      Fortunatamente, caro Vedo nero, il tutto è rientrato, e l’ottimo (senza ironia) Paolo Nori potrà fare le sue lezioni e seminari su uno scrittore il quale, tra le altre cose, scriveva davvero benino…meglio di D’Avenia, comunque…

      L’eretico

  11. Gabriele Maccianti scrive:

    Bella domanda, Raffaele, una domanda sulla quale mi interrogo, come tanti, credo, in questi giorni: “E se toccasse a noi?” Il patriottismo appare oggi una parola antica che non di rado è stata usata a sproposito per giustificare l’ingiustificabile ma che poi è stata irrisa in nome di principi teoricamente giusti ma de facto inapplicabili sulla terra che calpestiamo ogni giorno (i profeti disarmati, come scrisse Machiavelli di Savonarola, di solito fanno una brutta fine). Nella sua versione più nobile non è solo volontà di indipendenza e di libertà, ma anche amore per la propria terra, per le proprie tradizioni, per la propria cultura … giacché, da sempre, chi ti ha conquistato ti impone le sue leggi, le sue tradizioni, la sua cultura (se ti va bene, in cambio ti dà un po’ della sua superiore tecnologia). E si può dunque morire per la propria terra? Per noi tranquilli borghesi può apparire come una scelta difficile se non incomprensibile, abituati come siamo a una vita priva di asprezze primordiali. Ma non per tutti è così su questa terra. E chi lo fa, specie se combatte dalla parte aggredita, come ora in Ucraina, merita un immenso, immenso rispetto. Non vi nego che talvolta devo spengere la tv perché di fronte a certe immagini – pure io che sono abituato a cercarle negli archivi pubblici e privati – un groppo mi sale alla gola e gli occhi mi si umidiscono. Buona giornata a tutti

  12. filippo scrive:

    Salve eretico, secondo te per quale motivo (soprattutto i tuoi coetanei, mi sembra) in questi giorni hanno tirato fuori la lavagnetta delle nefandezze americane degli anni di Clinton (governo dem) e di obama (rigoverno dem), ma mai nessuno che citi l’afghanistan (se non per sminuire biden) o l’Iraq?
    Sarà mica perché all’epoca (primi duemila) quasi tutti votavano Berlusconi, sghignazzavano per le manganellate ai pacifisti e no global (salvo poi trovarsi, una quindicina di anni dopo, a sostenere versioni distorte di quelle idee), e perché più in generale credevano alla favola dello scontro di culture aka democrazia a base di bombe?
    In sostanza, ti chiedo, secondo te a quale titolo gente che ha sostenuto la war on terror di bush e ha simpatizzato per putin fino alla scorsa settimana si sente di dare patentini morali?

    • Eretico scrive:

      Caro Filippo,
      te la faccio breve: chiunque si mobiliti per prendere le parti degli aggrediti ed invasi, sia assolutamente il benvenuto; certo, le sbrodolate filo-Putin del passato restano tutte, per tabulas (ma siamo in Italia, viviamo immersi fra i pesciolini rossi…).

      Grazie a Gabriele Maccianti per il bell’intervento.

      L’eretico

    • Roberto scrive:

      Applausi scroscianti.

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