Eretico di SienaCommissione Rossi: l'audizione del PM Marini - Eretico di Siena

Commissione Rossi: l’audizione del PM Marini

- 02/03/22

Pausa dalla narrazione della guerra, per passare alla fondamentale audizione dell’attuale Procuratore Facente funzioni Nicola Marini, tenutasi mercoledì scorso: un passaggio, il quale fa avviare il Caso Rossi verso quel binario, contro il quale ormai solo i terrapiattisti – più o meno interessati: forse qualcuno sarà anche in buona fede – continueranno ad opporsi strenuamente. Domani, giovedì, è il turno della Polizia postale di Genova: siamo in molti a temere forti segretazioni…

MARINI SI DIFENDE (BENE), E CONTROATTACCA (ANCHE MEGLIO)

L’appena terminato mese di febbraio ha visto le audizioni dei 3 PM che indagarono sul suicidio di David Rossi; nell’ordine, hanno parlato il dottor Nastasi, poi il dottor Natalini, infine l’attuale Procuratore facente funzione di Siena, il dottor Marini. Chiunque li abbia seguiti in diretta, li abbia visti dopo o li vedrà in futuro (tutto è on line, e Nastasi e Marini torneranno davanti alla Commissione) avrà notato, come elemento unificante, che – ognuno con le proprie differenze caratteriali – sono persone preparate, tutt’altro che sprovvedute: chi scrive già bene lo sapeva (essendo stato portato a Processo da due su tre di loro, tra l’altro), magari sarà stata una sorpresa per i tantissimi ai quali gli stessi erano stati presentati come autentici cialtroni, gente che arriva sulla scena criminis (di un crimen del tutto inesistente, peraltro), e si mette a rovistare senza senno, a sbatacchiare roba in giro, financo a chiacchierare con onorevoli (a proposito, siamo in attesa del chiarimento dell’onorevolissima Santanché, sul punto di specie).

Insomma, dipinti come professionisti non adatti al loro ruolo (da chi non li conosce tout court, o – più spesso e volentieri – da chi è in palese malafede), hanno saputo dimostrare di avere fatto ciò che dovevano, in un suicidio che è stato sviscerato molto, molto, molto più di un qualunque, normale suicidio di un quisque de populo (per il quale – giusto o sbagliato che sia – spesso il PM di turno neanche va sul luogo, delegando gli accertamenti di rito alla Polizia giudiziaria).

Il PM Marini, rispetto a Nastasi e Natalini, si è presentato con il piglio di chi non solo risponde in modo circostanziato e documentato (qualche “non ricordo”, è più che fisiologico, a 9 anni di distanza), ma anche controbatte, rispetto ai due “inquisitori”, gli onorevoli ed onorandi Rizzetto e Migliorino.

Chi ne sia uscito con le ossa rotte – ed anche questo, francamente, non meraviglia affatto – lo possono giudicare tutti coloro che vogliano perdere qualche ora davanti ad uno schermo, come lo scrivente invita tutti i lettori del blog a fare: magari, se del caso, senza farsi mettere troppo prosciutto davanti ai bulbi oculari…

In conclusione di questo blocco: i tre PM, dal 2013 ad oggi, non hanno rilasciato mezza intervista, ad onta del fango (assai interessato) che è stato scientemente gettato a piene mani contro di loro; altri Magistrati, anche se non potrebbero, in un modo o nell’altro quello che hanno da dire lo fanno venire fuori. Una autentica lezione di stile: parlare solo nelle sedi istituzionalmente preposte. Magari lo avessero fatto tutti.

I 35 FILES SUICIDARI: SOLO UN’AGGIUNTA, PERALTRO…

La novità assoluta dell’audizione è stata di sicuro quella dei 35 files di argomento suicidario ritrovati dalla Polizia postale di Genova, che dimostrano – al di là dei fantastici arrampicamenti sugli specchi dei due Commissari e di altri grandi giornalisti, su cui torneremo in futuro – in modo inequivoco come il povero Rossi fosse entrato in un loop (come dicono quelli ganzi, che come massimo sforzo intellettuale sanno produrre le storielle su Instagram) suicidario, che lo ha portato al dramma del 6 marzo 2013. In tutta franchezza, in un caso normale, affrontato con lucida razionalità, non ci sarebbe stato nessun bisogno dei 35 files: non bastavano forse i taglietti autoinferti la sera prima, i tre biglietti suicidari (autografi per tutti, famiglia compresa), nonché le testimonianze di tutti quanti i sentiti nell’imminenza del suicidio, a dimostrare i perché del suicidio?

Trattandosi del Caso Rossi, però, ci voleva anche il quid pluris: il quale siamo ben contenti che sia venuto fuori, perché a lume di naso anche alcuni di coloro che stavano sospesi fra la razionalità umana ed il terrapiattismo puro, hanno finalmente iniziato a capire. Non è poco, e diamo loro il benvenuto, magnanimi come siamo (quelli che non meritano e non meriteranno nessuna magnanimità, invece, sono altri, ed ovviamente ci torneremo, a tempo debito).

Effetto della novità portata dal PM Marini, per la prima volta qualcosa si è mosso anche a livello mediatico nazionale: a livello televisivo, ottimo servizio di Guy Chiappaventi sul Tg di Mentana, mercoledì scorso; sulla stampa, anche Avvenire, financo Il Giornale (non a firma di Felice Manti, il quale da par suo ha scritto sul Caso Rossi cose che si commentano da sole) hanno riportato la clamorosa notizia. Solo Il Corriere di Siena, diffusissima ed autorevole testata locale, ha titolato contro il Pm Marini, dando il minimo risalto possibile ai files: ce ne faremo una ragione, riuscendo a dormire lo stesso…

 

E L’AUTOPSIA, DI GRAZIA? E IL CORPO CHE DOVEVA ESSERE BRUCIATO?

Se la notizia mediatica più clamorosa è stata quella, succitata, dei 35 files suicidari, l’audizione del PM Marini ne ha comunque riservate molte altre, le quali hanno, a loro volta, ulteriormente demolito la contronarrazione terrapiattista (i terrapiattisti continueranno a pensare all’omicidio, ci mancherebbe, altrimenti che terrapiattisti sarebbero, di grazia?).

Per fare solo un esempio: come detto anche dal dottor Natalini, sulla questione dei fazzolettini di sangue , oltre alla domanda cruciale da porsi (e di chi mai sarebbe potuto essere quel sangue puntiforme, visto che nella stanza non c’era alcun segno di presenza di terzi?), c’è da aggiungere questo: se nell’estate del 2013 la famiglia avesse avuto il benché minimo dubbio a tal proposito, avrebbe potuto far svolgere attività ulteriori dal proprio consulente, che era lì apposta; invece, tutti buoni e zitti, zitti e buoni: si era ancora nella fase alfa (è stato un suicidio, ergo però MPS deve pagare, e profumatamente, per la sua presunta negligenza, figuriamoci se l’ha ammazzato qualcuno).

Inoltre ed infine, quante volte è stata raccontata, di fronte a microfoni amici, la versione della Procura che non voleva che si facesse l’autopsia, fino ad arrivare a dire (tutto nero su bianco, grazie a Zeus, tutto nero su bianco) che il dottor Marini voleva financo distruggere il corpo? Ebbene, come mai allora – il giorno dopo il suicidio, 7 marzo 2013, alle 11 di mattina – esponenti della famiglia erano davanti al Magistrato ed al Medico legale, alla presenza del loro consulente di parte? Era per una scampagnata di inizio primavera, o forse per l’autopsia?

Domani c’è l’audizione della Polizia postale di Genova: sono in molti, a prevedere ampie segretazioni ad hoc, in modo tale da lasciare nel limbo le risultanze del lavoro investigativo degli inquirenti, in particolare sul periodo in cui il materiale informatico del Rossi è stato in mano alla famiglia. La Commissione, almeno, potrà farsi un’idea di certi personaggi che sono stati auditi (in attesa di sentire la professoressa Lorettu, che ancora non ci risulta calendarizzata: perchè?).

La fiction, con la Polizia postale segretata, almeno per qualche altra settimana potrà andare avanti, in qualche modo. Da parte nostra, abbiamo aspettato anni ed anni, possiamo tranquillamente attendere qualche altro mesetto; poi, inizierà una fase davvero nuova ed inedita: quella in cui, in molti, dovranno finalmente rendere conto – e pagare, anche in modo non figurato – di ciò che hanno detto, fatto e scritto…

Ps  (di giornata) In uno dei momenti clou dell’audizione della Polizia postale genovese di oggi, è venuto fuori che il suicida NON andava digitando la parola “suicidio” sul motore di ricerca del suo Pc; c’è già chi è uscito con la bandiera, compresa la solita scenetta su Instagram, con commentino annesso (poche frasi, peraltro: si fa quel che si può, evidentemente).

Gioverà forse ricordare che il PM Marini aveva parlato solo dell’esistenza di 35 files in cui ricorreva il termine “suicidio”, circostanza confermatissima, in audizione, oggi stesso; come confermato è il fatto della lettura, da parte del Rossi, di un pezzo sui suicidi per motivi economici, su Dagospia, la sera del suicidio (circostanza confermata dalla testimone e collega dottoressa Galgani).

Poi, a dirla proprio tutta, durante l’audizione sono emerse anche altre cose: ma siccome, quanto a pornografia (non nel senso delle orge), in questa storia ce n’è già sin troppa – a partire da quella intellettuale -, noi preferiamo lasciamo perdere…

Per finire: tutte le mail di cui si è tanto parlato in queste settimane, sono state aperte e lette il 7 giugno 2013, per la prima volta; sapete da chi? Dalla famiglia, cui era stato restituito tutto il materiale dalla Procura. Si fa per chiacchierare, ovviamente…

8 Commenti su Commissione Rossi: l’audizione del PM Marini

  1. Pino Mencaroni scrive:

    A proposito della mail Help del 4 marzo in cui il povero Rossi annunciava l’intenzione di suicidarsi..guarda cosa che scrive il GIP nella seconda archiviazione..non l’avevo notato, quantomeno singolare se non stupefacente..
    “Il difensore di Antonella Tognazzi assume che la sera del 6 marzo 2013 lui avesse già
    superato ogni timore di venire scaricato dalla nuova dirigenza o di rimanere avviluppato nello scandalo MPS e che quindi non aveva più alcuna ragione per uccidersi. Anzi, in verità, quell’intenzione non l’aveva mai avuta veramente ed anche quando aveva minacciato via mail il suicidio, lo aveva fatto in tono scherzoso”

    • Eretico scrive:

      Caro Pino,
      grazie del prezioso e significativo contributo, che era sfuggito anche a me.
      Siamo arrivati ad un punto di tale sfacciataggine, che ormai tutto può essere detto: prima della inevitabile resa finale (perizie dei Ros, al massimo), prepariamoci a qualche altro, conclusivo e disperato, colpo di coda…

      L’eretico

  2. Vedo nero e basta scrive:

    https://www.msn.com/it-it/notizie/politica/le-armi-di-d-alema-affare-da-4-miliardi-ecco-la-sua-rete/ar-AAUxLdP?ocid=msedgntp Non dimenticare. Ricordiamo chi è “Baffino” e tutto il PD che non l’ha mai lasciato scoperto. Sono quelli che sputtanarono Craxi e loro cosa sono?

  3. Vedo nero e basta scrive:

    Il caso Rossi? Tutto finirà per esaurimento prove, controprove, dichiarazioni, smentite e via dicendo, la gente comincerà a seguire sempre meno la vicenda e poi dopo qualche tempo verrà emessa la sentenza nell’indifferenza generale. Altri problemi, altri scandali ci saranno su cui i media si avventeranno con altri dibattiti e bufale varie.

    • Paolo Panzieri scrive:

      Condivido il ragionamento, che peraltro si attaglia a tutta una serie di inchieste/processi mediatici, quotidianamente sotto i nostri occhi.
      Consentimi, però, una chiosa un po’ più tecnica (non me ne volere).
      Nessuna sentenza è prevista.
      Nessuna sentenza sarà mai pronunciata.
      Tutti i procedimenti aperti sono stati chiusi con decreto di archiviazione.
      Anche perché manca la cosa più importante, indispensabile per poter celebrare un qualche processo: un imputato.
      Tutto il resto – allo stato – sono mere ipotesi.

  4. alberto bruttini detto "Il Cacaccia" scrive:

    sinceramente non capisco perché qualcuno si possa inquietare se l’Italia cede delle armi agli infelici di Kiev, magari per il prezzo simbolico di 1 (uno) euro visto che Baffino può tranquillamente organizzare una cessione di armi alla Colombia per la modica cifra di 4.000.000.000, ovviamente peer motivi umanitari.

    P.S. ho avuto una certa difficoltà a scrivere quella popò di cifra, evidentemente non ci sono abituato.

    PP.SS. e pensare che una volta Baffino viveva in una casa popolare.

  5. Spettatore critico scrive:

    E’ andato in onda oggi 3/3/2022 la commedia degli equivoci. Polizia Postale Genova, riassunto: noi no… non abbiamo… noi solo i festini, niente… no, la prostituta noi no… ci dovevamo limitare… la delega non contemplava… On.le no, forse non sono stato chiaro prima, noi non potevamo chiedere atti di un’indagine secretata e per i quali non avevamo delega… non possiamo affermare… non possiamo escludere … URL si, no, 35 evidenze… una mail, un URL Dagospia … cappio e banconota… non possiamo sapere se la sera o dopo… per questo dovete chiedere ai colleghi di Siena … gli sms … sms 19/2 “non sono mica morto”… questo fa brodo! … e gli altri? Deve dircelo la PP di Genova dei sospetti del 1/3 post CDA?? E gli sms nei giorni precedenti dal 1/3 al 6/3 non possiamo saperli? … uhm uhm mumble mumble … E l’On.le migliorino fa domande alla Polizia Postale di Genova come se fosse la Polizia Postale che indagò sui dispositivi a Siena o il Capo dei Sistemi Informativi di MPS. A Battipaglia gli avrebbero detto “cumpare hai sbagliato palazzo”. E più di una volta, meno direttamente, glielo hanno detto. Una cosa però è emersa chiara: Va fatto riferimento ai log di accesso lato provider a pagine URL visitate, quelle ricerche della Polizia contano poco, trovano quello che sul pc non è stato cancellato per bene (il provider invece no, potrebbe ancora averli) e alla lista completa delle mail dal server exchange che pure è stato citato. Qualcuno ha chiesto se veniva fatta copia del server (sic!!!!)… di posta elettronica di una banca con 25000 dipendenti … (a ri-sic!!!!!) soggetta alle norme Bankit sulle procedure di continuità (a tri-sic!!!!). Risposta… no estratto solo della casella del soggetto (che ti aspettavi e perché ti aspettavi cosa diversa?): qui viene in mente la pubblicità delle caramelle Frisk… Puoi avere tutti gli ipad, iphone, tablet, pc portattili e fissi che vuoi ma se usi un account finisce tutto sul server di posta elettronica e li resta; se usi una rete aziendale per accedere al WEB gli URL restano tracciati, non sono PC stand alone… poi i tabulati telefonici. Thumbnails e seghe varie contano il giusto. Come direbbe Franco Califano … tutto il resto è noia.
    Perdita di tempo, rischio di andare su cose inutili per perdere di vista la strada di casa. Un’audizione durata 4 ore 20 minuti e 57 secondi che poteva durare almeno la metà. E tante considerazioni fatte dai commissari che nessun magistrato durante una qualsiasi indagine farebbe altrimenti sarebbe ricusato seduta stante. Ohi Ohi.. Aspettiamo RIS e ROS…

    • Eretico scrive:

      Carissimo,
      best has yet to come: ricordatevi l’insistenza di Carolina Orlandi sulla telefonata cancellata (secondo lei) alle 21,41. Uno spettacolo. Vi prego, non dimenticatela, ve lo chiedo per piacere…

      L’eretico

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