Eretico di SienaTre considerazioni sul Lavoro (ed una sulla guerra) - Eretico di Siena

Tre considerazioni sul Lavoro (ed una sulla guerra)

 

In occasione dell’imminente 1 maggio, ci è sembrato doveroso vergare un pezzo sul mondo del lavoro, sempre più variegato: sfruttamento crescente da una parte, con rischi per l’incolumità personale sempre maggiori; lassismo sfacciato e furbizia (vedasi, per moltissimi, il reddito di cittadinanza) dall’altra. Così è, se vi pare.

Della Guerra in Ucraina, a questo giro non scriviamo: tanto le bombe parlano da sole in modo molto efficace, motu proprio; compreso quando arrivano ad accompagnare la visita a Kiev del Segretario generale dell’Onu. In questo caso, sono stati i russi stessi ad ammetterlo, con pieno orgoglio, il bombardamento: ci dispiace per i filoputiniani, sempre pronti a fare vedere che loro la sanno molto più lunga, ma questa volta la loro opera di smascheramento del mainstream dovrebbero smentire il Cremlino: ergo, crediamo che lasceranno perdere…

 

I MINUTI CONTATI: I CRONOMETRISTI DI AMAZON

“Amazon sosta vietata”, titola un pezzo di Leonardo Di Paco (La Stampa, 27 aprile, pag. 25): si narra una vicenda che sembra tratta da una sceneggiatura di Ken Loach, giacché racconta di una dipendente la quale è stato sanzionata, all’interno del centro di smistamento ed immagazzinamento di Torrazza Piemonte, presso Torino.

Una dei 1500 dipendenti è stata punita perché è andata al bagno “senza preavviso o autorizzazione dei superiori”; in più, ha prolungato fino a circa 10 minuti il tempo di permanenza al gabinetto (erano le 1,15 di notte: ma giorno o notte cambia poco, in questi casi i ritmi circadiani si lasciano ai privilegiati), senza poi sapere fornire “elementi utili ad avvalorare un lasso di assenza prolungata, se non l’essersi fermata a parlare con una collega dopo averla incrociata nella zona del lavaggio mani”.

Il fatto si commenta da sé; i critici del neoliberismo, o turbocapitalismo che dir si voglia, direbbero, e con piena correttezza, che trattasi di una riedizione dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo (con il cronometro annesso, tra l’altro).

Per poi essere magari i primi, se il prodotto da loro stessi ordinato ad Amazon arriva venti minuti dopo il previsto, a rizzare una polemica mica da niente…

 

TRE MORTI AL GIORNO (IN AUMENTO)

Si parla di circa tre morti al dì, con un aumento vertiginoso anche dei traumatizzati (pare del 50% sull’anno scorso!): andare a lavorare – certi lavori, ovviamente – è sempre più pericoloso, inutile girarci intorno.

Non si deve essere degli esperti del settore, per capire come il combinato disposto di Covid e, adesso, di guerra (leggasi suoi riflessi), ha creato le basi per la famosa tempesta perfetta: tendenze ribassiste, pulsione a raschiare ulteriormente il barile sugli investimenti in sicurezza, prevenzione che da  quasi inesistente è diventata pura utopia, e si potrebbe continuare. Quanto alla precarizzazione, si è già detto e scritto non sappiamo quante volte (ma a questo punto, temiamo che per molti basti quel che c’è, magari con la ragionevole speranza di tornare a casa in posizione eretta…).

Ed ancora una volta, vogliamo sottolineare il decoupling sempre più marcato fra la quotidianità scolastica ed il mondo del lavoro: i nostri giovani sono accuditi da docenti che – con le lodevolissime eccezioni – li lusingano e li vezzeggiano a priori (“ora poi, poverini, c’è stato il Covid”), diventando quasi loro amici  (non stiamo ovviamente parlando dei casi limite come quello senese di questi giorni, che purtroppo fa amara storia a sé); poi, usciti dalla scolastica bambagia, per i ragazzi arriva la giungla lavorativa, sempre più giungla. Spesso i ragazzi non hanno gli anticorpi, che la maggior parte dei docenti si è ben guardata dal sollecitare.

E allora, dall’andare al bagno due o tre volte volte all’ora (consueta prostatite precoce, no?), come Amazon ci insegna ci si va solo previo assenso, e cronometro alla mano…

 

MANCANO ANCHE I BAGNINI…

Mancano addetti alla ristorazione, nelle città d’arte e non solo; mancano financo i bagnini: prima da gennaio andavano a riempire di domande i balneari, ora sono i balneari che non riescono a soddisfare la domanda (vedasi il Quotidiano nazionale odierno): così va il mercato del lavoro.

In settimana, sia La Nazione che Il Corriere di Siena hanno squadernato con chiarezza il problema della fascia di età degli under 30, i quali – a sentire le organizzazioni di categoria – non rispondono alle offerte di lavoro, specie se c’è da lavorare – non in miniera – nel fine settimana; nel prima accennato settore della ristorazione, pare sia in voga una sorta di modus operandi che smentirebbe Marx ed il suo Capitale: pochissimi lavoratori disponibili, i quali – rifiutando in modo mirato certi posti – fanno salire il salario, ricattando i datori di lavoro. Salario medio che – salvo che i rappresentanti di categoria non abbiano spudoratamente mentito, su questo e sul resto – è intorno ai 1700, 1800 euroni: pur con l’inflazione al 6% abbondante, ed in fase espansiva, neanche malissimo.

In Italia, in ogni caso, c’è la percentuale più alta d’Europa dei cosiddetti Neet, vale a dire degli under 30 che non lavorano, non cercano attivamente una occupazione, ed al contempo si guardano bene dallo studiare (cosa notoriamente perniciosa per la salute, no? ).

Perché – inutile il negarlo – il Negroni e lo spritz, è meglio farseli servire, che non servirlo ai coetanei…

 

10 Commenti su Tre considerazioni sul Lavoro (ed una sulla guerra)

  1. Paolo Panzieri scrive:

    Mi ha raccontato un amico, che ha lavorato a lungo nella City, che nella sua banca le porte si aprivano tutte passando una card (un po’ come noi adesso con quei cazzo di cassonetti in forma di slot machine col loculo, che ci hanno appioppato …).
    Così alla fine del mese come nota in calce alla busta paga, pur senza apparente connessione con il conteggio soprastante, c’era il minutaggio trascorso al gabinetto.
    Quindi, non solo Amazon …
    In un mondo globalizzato senza regole così, fatto di concorrenza sfrenata, di capitalismo col coltello trai denti (il socialismo imprenditoriale cinese è pure peggio ..) è molto complicato seguitare ad andare avanti coi furbetti del cartellino, con quelli del caffettino, con quell’altri del sindacatino e diventa molto molto problematico pure sopravvivere.
    Non possiamo essere performanti e putroppo si vede.

  2. Il resiliente scrive:

    Leggevo di un certo stupore nel riscontrare nei bambini ucraini rifugiati in Italia una superiorità nella matematica e nell’inglese.
    D’altronde se la priorità della scuola è la mascherina obbligatoria…
    Il lavoro come termometro di una società imbolsita in quanto sostanzialmente vecchia. Gli anziani dominanti che plasmano i giovani a loro immagine e somiglianza.
    Una generale inadeguatezza ad affrontare le sfide della vita in un contesto purtroppo in rapido deterioramento. Serve cambio passo e non sarà indolore.

  3. Gp scrive:

    Le leggi di mercato funzionano benissimo quando l’incrocio fra domanda e offerta ci fa raddoppiare i prezzi di gas, benzina (con costi di produzione invariati) o grano (mietuto l’anno scorso) ma quando la merce sono i lavoratori si tirano in ballo i ‘fannulloni? Se non trovi a 3 euro offrine 4… punto.
    Un lavoratore deve potersi permettere almeno le spese annue di sostentamento, un piccolo affitto o mutuo, le utenze, e il mantenimento di un’auto, altrimenti è uno schiavo.
    Consiglio a tutti di leggere le inchieste in proposito sul fatto quotidiano. Proprio oggi c’è la testimonianza di un lavoratore pagato 6 ore per lavorarne 14… e sono mesi che ne pubblicano… poi ci sono i recentissimi casi della ‘pisciata’ di amazon, dell’assistente di Conad, dei pakistani licenziati per aver chiesto un permesso…
    Altro che fannulloni, stiamo ‘cinesizzando’ il mondo del lavoro e facciamo finta di non accorgercene.

    • Eretico scrive:

      Caro Gp, rispondo a te direttamente, ma gli interventi sono tutti davvero stimolanti (salutiamo Fede Lenzi, dato che ci siamo):
      nel pezzo – come avrai notato da lettore attento – ho cercato proprio di evidenziare questa, almeno apparente, contraddizione; da una parte, la oggettiva “cinesizzazione” del mondo del lavoro da te giustamente evidenziata (con ancora sacche in cui al bagno si può andare in piena tranquillità, anche questo va detto), “cinesizzazione” che erode diritti fino ad oggi considerati acquisiti, almeno dai tempi di Brodolini; dall’altra, però, il problema di questa manodopera mancante in certi settori – in cui non c’è alcun bisogno di essere ingegneri aerospaziali – c’è, eccome se c’è: ognuno, da par suo, ne immagini il perché…
      In ogni caso, si fa per cercare di rendere, in occasione del 1 maggio, la complessità (bisogna riappropriarci di questa fondamentale parola, non lasciandone il monopolio ai filoputiniani…).

      L’eretico

  4. GRANDESTATISTICO scrive:

    Oggi 30 aprile, prendo spunto dall’ attuale esposizione nello spazio, da parte degli astronauti neo-sovietici, a 77 anni dagli eventi, della riproduzione della bandiera rossa con falce e martello issata a Berlino, per citare un pregevole volume , pubblicato da Feltrinelli nel 2020, di Volker Ullrich: ‘1945. Otto giorni a maggio. Dalla morte di Hitler alla fine del Terzo Reich’. A proposito dell’ episodio della bandiera sovietica, lo storico così riporta: “Si combatteva ancora, dunque, quando il fotografo sovietico Evgenij Chaldej, la mattina del 2 maggio [1945], entrò nell’ edificio e con il suo apparecchio immortalò quanto in realtà era avvenuto trenta ore prima: due soldati dell’ Armata Rossa che issavano sul tetto del Reichstag la bandiera con falce e martello. Questo scatto celeberrimo divenne un simbolo, rappresentando in modo emblematico la vittoria sovietica sulla Germania hitleriana. Fa parte della storia di questa foto che, qualche mese dopo, Chaldej dovesse ritoccarla, eliminando un SECONDO orologio al polso destro del soldato che regge l’ asta della bandiera, così da non lasciar sorgere il sospetto che fosse merce rubata. In effetti, gli orologi costituivano per i conquistatori sovietici un ambito bottino”.

  5. Fede Lenzi scrive:

    Pezzo molto interessante, grazie. Anche in Francia pare ci sia lo stesso problema, degli stagionali introvabili, ma al tempo stesso qui la disoccupazione scende. C’è chi dice che questo avviene perché gli stagionali, fermi durante la pandemia, hanno cercato altri tipi di lavori, magari più stabili. Anche qui comunque i locali fanno fatica a trovare manodopera per via degli orari e dei week-end.

  6. casmar scrive:

    LAVORO A SIENA ?
    La Regione Toscana ha proclamato 50 nuovi Maestri del Lavoro in Toscana. Faccio un elenco per provincia:
    Firenze 15, Arezzo 7, Livorno 6, Lucca 5, Pistoia 5, Pisa 4, Massa Carrara 3, Prato 3, Grosseto 1, Siena 1
    Sono tempi difficili per tutti, ma per Siena di più

  7. Uno di passaggio scrive:

    Evidenti segni di avvelenamento da carta stampata: salari medi nella ristorazione da 1.700 1.800 euro al mese?
    Ma dove, forse lavorando sei giorni su sette festivi compresi la media di dieci ore al giorno? Eh si non ci sono più i giovani di una volta, quelli che passavano il fine settimana a spaccarsi il culo da sguatteri nei ristoranti. Poi mancano anche i tagliatori di bosco, i raccoglitori di pomodori, gli zappatori di vigna, i potatori di olivi, ect salari alle stelle, imprenditori disperati. Sappiamo anche di chi è la colpa, eh si, non ci sono più i professori di una volta, quelli che solleticavano gli anticorpi contro il sacrificio ai giovani virgulti. Per favore,
    Salvatelo, toglietegli gli abbonamenti di via della Sapienza.

  8. Daria gentili scrive:

    Dubito che gli stipendi ammontino a quanto da te evidenziato……in ogni caso un problema generale di salari bassi, che non coprono l’aumento del costo della vita mi sembra un dato di fatto.
    Altro aspetto da evidenziare sul lavoro, è che in molte realtà, anche grandi, questo viene prospettato più che come un diritto, come un regalo da parte dell’azienda, alla stregua di “….ringrazia il dio che vi facciamo lavorare…” da qui anche il vezzo di utilizzare inquadramenti del personale che non corrispondono alle mansioni effettivamente esplicate.
    Così poveri ragazzi si trovano tra l’incudine di far valere giudizialmente i diritti, con il dover poi affrontare possibili ripercussioni dell’azienda, o il martello di accettare quello che passa il convento
    lo dico per conoscenza personale del fenomeno.

  9. Chicchero scrive:

    In tema di lavoro pare che Fauci, che in America non se la passa tanto bene, visto che so venuti fuori i suoi conflitti d’interesse e lo vogliono addirittura processare per le corbellerie che ha detto al congresso americano sotto giuramento, troverà lavoro proprio qui da noi come consulente di questo hub che non s’è capito bene cos’è ma il PD lo vole e dunque si farà.
    Comunque ci si lamenta che qui da noi i giovani vanno a lavorare fuori e invece si dà addirittura da lavora ai disoccupati d’oltreoceano.
    Un’altra bella medaglia per la città.

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