Eretico di SienaLa domenica del villaggio: bagatelle ambientali - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: bagatelle ambientali

Eccoci alla nostra consueta rubrica cultural-domenicale: quest’oggi, dedicata in maniera monografica alla Giornata mondiale dell’Ambiente, che si è celebrata questa domenica.

La guerra in Ucraina continua (oggi bombe anche su Kiev), ed in Nigeria si riaffaccia lo spettro del terrorismo islamico anticristiano; ma ricordiamoci che – a meno che il liberaldemocratico Vladimir non decida altrimenti con l’escalation atomica -, la priorità mondiale sarebbe sempre la salvaguardia dell’Ambiente. Si fa per dire, ovviamente…

 

UN NUOVO, INTERNAZIONALE, HOLODOMOR

Oggi, abbiamo sentito un esperto serio – il climatologo Luca Mercalli – dire ( su Rainews) che “in 50 anni si è fatto ben poco”, a livello di azioni concrete sul clima: e temiamo che il buon Mercalli abbia ragione da vendere (quel tipo di ragione, che trova di solito ben pochi acquirenti); figuriamoci adesso, grazie alla guerra scatenata da Putin (ma la colpa – come si sa – è degli ucraini, i quali non si sono arresi subito, vadano a quel paese), il quale Putin – da buon liberaldemocratico quale è, specie dal 2014 in avanti – adesso sta per portare a termine un secondo capolavoro: un novello Holodomor.

Quello di Stalin agli inizi degli anni Trenta, però, era da ragazzi: si trattò, illo tempore, di chiudere i rubinetti interni, e di fare morire di fame (salvo qualcuno, che si salvò grazie al buon, sano cannibalismo) qualche milioncino di ucraini; oggi, il liberaldemocratico Putin, invece, ha la possibilità di un “secondo tempo holodomoriano” di ben più vasto respiro, come piace a lui: buona parte dell’Africa del Nord, ed una quota non indifferente di Medio Oriente, sono a concreto rischio fame (e noi, ovviamente, a rischio immigrazione incontrollata da quelle aree: ma l’Ucraina, non si poteva arrendere il 6 o il 7 marzo, di grazia?).

Prendiamo l’Egitto, per fare solo l’esempio più clamoroso: pressoché zero, la sua produzione di grano, e più di 100 milioni gli egiziani da nutrire, con il viziaccio di volere mettere in bocca qualcosa che sembri pane; oggi l’Egitto compra il grano a 500 dollari la tonnellata, contro i 250 di un annetto or sono. Un bel casino, eh, per colpa di questi ucraini che non si decidono ad arrendersi, e si permettono perfino queste contro offensive del piffero.

Capite, insomma, che dalle parti del Cairo l’emergenza ambientale passi per un qualcosa di occidentale, da gente ben pasciuta: al limite impoverita, ma comunque ben pasciuta…

 

IL CAMBIO DELLA FORMA MENTIS

Se Mercalli e molti altri esperti – come sopra detto – giustamente si lamentano, almeno con una cosa ci possiamo consolare: la mentalità collettiva – pur con tutte le cautele ed i distinguo del caso – in questi 50 anni è profondamente cambiata, ed in senso favorevole all’ambiente. Almeno di questo, gaudeamus!

Pensate solo a come facciamo la raccolta differenziata, oggi: per farla bene, ci vuole un’attenta opera di selezione casalinga, poi è necessaria una tesserina, infine bisogna buttare nel contenitore giusto: è quasi più facile fare la dichiarazione dei redditi (ho scritto “quasi”, eh), ormai, che non buttare via la spazzatura. Che liberazione, almeno la plastica ed il vetro: si attraventa tutto dentro, senza pastoie intermedie,  che senso di libertà…

Pensiamo poi agli animali, a quelli di affezione, in crescita esponenziale: magari danneggiano la demografia, ma è un segnale di grande civiltà, suvvia.

C’è un dipinto in Pinacoteca – luogo che si consiglia di visitare, ancora una volta -, di grande significato in tal senso. Simone Martini, che ritrae il fondatore dell’eremo di San Leonardo al lago, il beato trecentesco Agostino Novello. Accanto alla sua augusta figura, si trovano i 4 (presuntissimi) miracoli dell’agostiniano: uno di questi, concerne la vicenda di un bambino azzannato a morte da un cane (non da un lupo). Ecco, per secoli gli animali – anche gli attuali pets – sono stati visti come un pericolo, capace di terrorizzare: solo i Re e gli Imperatori, tutto al più gli aristocratici, ne possedevano uno o più, per mero piacere e per la caccia.

Oggi, tutto è ribaltato, e ci sono teologi – vicini a Papa Francesco – che si pongono seriamente il cruciale dilemma: esiste l’aldilà per gli animali, di grazia? Il Cardinale Gianfranco Ravasi (sul Domenicale del Sole 24 ore del 29 maggio, pag. XIV), per esempio, recensisce un volume – tanto curioso, quanto significativo – di un domenicano francese, Franck Dubois, su questo argomento precipuo incentrato: “Perché le mucche risuscitano (probabilmente)”, uscito per Queriniana di recente.

In questo mezzo secolo, anche in questo campo, la forma mentis degli umani verso gli animali è cambiata, più che in secoli e secoli pregressi: in questo caso – prendiamone atto con soddisfazione -, non in peggio…

LA NATURA: UN’AMICA DA SALVARE, OVVERO UNA “INIMICA” DA COMBATTERE?

Insomma, siamo tutti convinti – e lo siamo più che mai – che la Natura vada salvata, e siamo generalmente pronti financo a fare qualche (piccolo, eh) sacrificio in suo favore: W la Natura, ordunque!

Va anche detto che ciò cui si è approdati nel XXI secolo, non è sempre stato così; fra i tanti esempi (nel campo della pianificazione economica, soprattutto), ci piace ovviamente prendere quello leopardiano, giacché in quella opera che da molti è considerata il suo testamento spirituale (“La ginestra, o fiore del deserto”, 1836, un anno prima di morire), il recanatese, da par suo, non la pensa affatto come la pensiamo noi oggi. Va parecchio controcorrente, eh: contro il mainstream, come si usa dire oggi.

La Natura viene definita testualmente “inimica” (“Costei chiama inimica”, verso 126), e poco oltre “empia”; Leopardi invita i “mortali” a stringersi in quella che lui stesso definisce una “social catena”, versus per l’appunto la Natura (a proposito, è dal 1944 che non assistiamo ad una seria eruzione del Vesuvio: forse, anche se non siamo finlandesi, un po’ di prevenzione – di quella seria – si potrebbe anche iniziare a fare, no?).

Per farla breve, dunque: bisogna proteggersi DALLA Natura – come suggerisce l’autore della Ginestra -, stringendosi a coorte contro la stessa, ovvero bisogna proteggere la Natura, così a rischio?

Mentre i lettori ci pensano, noi andiamo avanti come al solito, all’italiana: né l’una, né l’altra cosa; si confida nello stellone, e va bene così…

 

Ps In settimana, uscirà il programma completo della rassegna culturale degli eventi in Fortezza (un po’ in ritardo, ma meglio tardi che mai!); ce ne saranno per tutti i palati, come piace fare allo scrivente.

Una postilla al Ps: se tutti coloro che hanno messo bocca sull’affaire Fortezza, venissero ad almeno un evento – cosa che, nella maggior parte dei casi, nell’estate 2020 e nel 2021 si sono ben guardati dal fare -, ci sarebbe il sold out tutte le sere. Garantito al limone…

9 Commenti su La domenica del villaggio: bagatelle ambientali

  1. Vedo nero e basta scrive:

    Io, come l’anno scorso, non mancherò ai vari eventi culturali in Fortezza e poi, al Bastione c’è sempre un po’ di brezza che, con questo caldo, non guasta mai.

  2. Uno di passaggio scrive:

    Come il sanguinario Zar è ancora in sella? Cosa dici addirittura sta bloccando le esportazioni di grano? Incredibile,
    Ma come? Con il combinato di sanzioni e molotov non avremmo dovuto spezzargli le reni da tempo? Ma dai che dici ci staccherà pure il gas?

  3. Holden Caulfield scrive:

    Off-topic:
    Ha chiuso anche la Martinella.
    Sta terminando una stagione, sotto la spinta di social media sempre più “istantanei”?
    I blog hanno avuto il pregio di essere “liberi”, ma il mondo di oggi cambia a velocità sempre più elevata.
    Finiremo sepolti dai like o dal blocco degli utenti.

    • Eretico scrive:

      Caro Holden,
      noi, pur con tutte le questioni tante volte discusse, siamo sempre al pezzo, con i nostri due articoli a settimana…

      L’eretico

  4. Chicchero scrive:

    Sul tema Ucraina noi ci s’ha un bel vantaggio. Anche se per poco tempo, abbiamo avuto, caso unico, un assessore alla pace. Perché dunque non rinvivire il prestigio internazionale della città mandando quel bravo citto tanto preparato sul tema a metter tutto a posto?
    Può anche essere un buon punto per il programma dei compagni del PD per il 2023.

  5. UN AMMIRATORE DA TEMPI NON SOSPETTI scrive:

    L’idea-provocazione di Chicchero sull’Assessore alla Pace è sferzante verso la sinistra delle anime belle, però va detto che qui il caso inarrivabile è quello di Salvini: uno che diceva, quasi alla lettera, che “se uno sconosciuto entra in casa mia, io gli sparo”, quando i russi sono entrati in casa altrui si è messo a fare il francescano. Un caso da manuale di giravolta politico-etica.

  6. Chicchero scrive:

    Sabato prossimo verrà in città quell’ex primo ministro a presentare il suo libro dove si descrive come una sorta di perseguitato politico. Considerando che vive nell’unico paese dove un membro del Parlamento può tenere conferenze retribuite da uno stato canaglia, senza finire per questo al fresco, direi che ci vuole una gran faccia per recitare la parte del martire.
    Io comunque ho già scommesso un pranzo al grattacielo sul fatto che ad assistere alla testimonianza del pover’uomo di Pontassieve ci sarà un noto ex manager yuppie, ex mangino vittorioso, ex tante cose insomma, anche lui avvezzo alla parte del martire.

    • Paolo Panzieri scrive:

      Confesso di non aver letto il “Mostro”, titolo iconico, tra il vittimistico e l’autocelebrativo (Scandicci è a due passi, si fa per scherzare eh …), e penso che, nonostante l’indubbia curiosità, alla fine non lo leggerò.
      Mi pare, infatti, assai singolare che un indagato, colpevole o innocente che sia (la seconda si presume sempre), possa soltanto pensare di scrivere un libro per in pratica delegittimare coloro che legittimamente (almeno così si deve presumere) lo stanno indagando.
      I greci lo avrebbro definito un atto di hybris e gli Dei avrebbero trovato la giusta punizione.
      Ma gli antichi Dei – per fortuna – sono morti e quelli più o meno moderni talvolta guardino altrove.
      Magari alla fine avrà avuto ragione lui.

  7. Paolo Panzieri scrive:

    … pare guardino altrove …

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