Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Trintignant, Houellebecq, Fortezza - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Trintignant, Houellebecq, Fortezza

- 19/06/22

Eccoci alla consueta rubrica cultural-domenicale del blog: molta cultura francese in cartellone (prima di diventare una colonia sino-russa, diamoci ben sotto!), ed ancora qualche considerazione sull’ineunte cartellone culturale in Fortezza (in settimana, uscirà quello definitivo di luglio).

 

JL TRINTIGNANT: UN TIMIDO, CHE HA SORPASSATO TANTI…

L’età c’era davvero tutta (classe 1930), e in più, dopo la morte dell’amatissima figlia Marie (ucciso dal compagno e cantante Cantat, nel 2003), aveva imboccato inesorabilmente la china discendente, pur tornando a lavorare con il sequel di “Un uomo, una donna”, su insistenza di Claude Lelouch.

In ogni caso, la morte di Jean-Louis Trintignant non solo addolora i cinefili – che già non sarebbe poca cosa -, ma anche impone, oltre ad un ricordo, una riflessione, concernente quest’uomo, da tutti coloro che l’hanno frequentato considerato riservato e timido, eppure capace come pochi di entrare nell’immaginario di tanti spettatori (e nel cuore di tanti spettatrici). Era una sorta di ossimoro antropologico: un attore-timido…

Con la consueta penna da eccellente giornalista-scrittore, Stenio Solinas (su Il Giornale di ieri, pag. 27), ne tratteggia un ricordo assai ben calibrato, fra carriera e privato; ad un certo punto, lo compara ai “leoni” francesi della sua generazione (i Belmondo, i Delon, i Ronet), ed ecco come chiosa:

“Aveva una bellezza meno sicura e più delicata, una minore fisicità, una timidezza di fondo che non riusciva mai a trasformare in sfrontatezza, esibita o reale che fosse…Eppure bucava lo schermo Trintignant, semplicemente”.

Per un attore – di teatro, di cinema (si possono dimenticare “Il sorpasso”, ovvero “Il conformista”?) -, il “bucare lo schermo” non è proprio cosa incidentale. Semplicemente, Trintignant lo ha fatto per 70 anni di carriera…

HOUELLEBECQ VERSUS SARTRE

In modo assai meritorio, “La Lettura” del Corriere della sera di domenica scorsa (pagg. 54-55) ha riproposto uno stimolante contributo di Michel Houellebecq datato dicembre 2001, in cui lo scrittore francese – allora ancora non celebre come 20 anni dopo, ma già noto – attacca in modo virulento la figura dell’intellettuale francese progressista impegnato (“feccia goscista”), pensando in primissimo luogo a Sartre, in seguito anche citato personalmente. Titolo dell’atto di accusa: “Sartre, colpevole”. Attacco alzo zero contro “marxisti, esistenzialisti, anarchici e goscisti di tutte le risme”, i quali “hanno potuto prosperare ed infettare il mondo conosciuto…”, e via discorrendo.

Per Houllebecq, non ha avuto alcun senso il chiedersi se, dopo Auschwitz, si potesse ancora fare poesia; per lui, semmai, la domanda più corretta da porsi sarebbe stata questa, dopo il fatal 1945: “è possibile scrivere fantascienza, dopo Hiroshima?”.

E giù elogi ad autori vari, tutti legati alla Fantascienza ed alla Letteratura distopica, in particolare al “suo” Lovecraft, autore proprio dal polemista reso noto al grande pubblico.

Houellebecq ha il precipuo merito di essere quasi sempre interessante e stimolante, e figuriamoci se non ci piace un J’accuse di stampo intellettual-letterario, con vari spunti da riprendere: a prescindere, diremmo.

Però lo sparare nel mucchio, erga omnes, non ci pare mai opportuno fino in fondo; ma forse Houellebecq – acuto e preveggente – aveva capito una delle regole auree dell’attuale star system letterario: o l’essere dei docili, mansueti cani da riporto del politicamente corretto, ovvero sparargli a zero contro, a priori e, per l’appunto, indistintamente nel mucchio, per compiacere l’altra metà della tribuna…

 

LA GIRATA FUORI PORTA: LA RASSEGNA IN FORTEZZA

“Girata fuori porta”, ma ben poco lontano, eh: oggi si torna a dire due parole (autopromozionali, certo) sugli eventi che in questa settimana partiranno in Fortezza; visto che di questa si parla, che aggiungere? Beh, per esempio che, pur con tutti i ritardi ed i distinguo del caso, tutto sommato da qualche anno è diventata davvero quello che anche Pietro Leopoldo voleva che diventasse: un luogo di dolce passeggio per la cittadinanza, con – lo aggiungiamo noi – una non più sopita vocazione culturale. Con una differenza, però, rispetto ai decenni scorsi: oggi, culturalmente parlando, la Fortezza è veramente di tutti. Tra parentesi, da un paio di settimane è di nuovo sistemata la piccola free library: venite a prendere ed a lasciare libri, mi raccomando.

Chi vi parla, nei decenni pregressi ha assistito a decine di dibattiti e di presentazioni di libri, in loco, all’interno della Festa de l’Unità; dispiace dirlo: alcuni incontri erano stimolantissimi, magari con firme di qualità (non proprio sempre, eh), ma erano tutti – in un modo o nell’altro – targati politicamente. Dal 2020, da quando lo scrivente si occupa del cartellone dei libri e degli eventi in Fortezza, non è più così: si viene a parlare, a presentare i propri libri, senza che nessuno chieda tessere o esami del sangue ad alcuno. Possiamo dire, senza falsa modestia, di esserne assai orgogliosi?

Veniamo alla ineunte settimana, dunque.

Oggi abbiamo parlato di Houellebecq, che alcuni – con tutte le forzature del caso – vedono somigliante a Pier Paolo Pasolini; ne approfittiamo dunque per ricordare a tutti i lettori l’appuntamento di martedì 21, in Fortezza (alle ore 18, bastione San Domenico), con Francesco Ricci – introdotto dallo scrivente, e coadiuvato da Silvio Ciappi -, il quale proporrà “un itinerario letterario” attraverso i vari luoghi dell’anima di Pasolini. I quali sono molteplici, come si sa.

Giovedì 23, poi – stesso luogo, stessa ora – big event fra Storia, Storia del Cristianesimo e Storia municipalistica: insieme all’Augusto padre, si tornerà a parlare – dopo l’iniziativa pientina del 22 maggio scorso – di quella Crociata che era già stata allestita, ma che non partì mai, per la morte di Pio II (correva l’anno 1464); e sarà l’occasione anche per parlare di quella incredibile lettera che il Papa senese aveva scritto a Maometto II, colui che aveva sottratto Costantinopoli alla Cristianità. Una vicenda che ha quasi dell’incredibile: il Papa (Re), il quale chiede a Maometto II di convertirsi al Cristianesimo!

Ps In settimana, ci ha lasciato anche uno scrittore israeliano importante, Abraham Yehoshua (nato nel 1936); come ricordato molte altre volte, Israele è uno dei pochi Paesi occidentali, nei quali il ruolo, pubblico e civile, degli scrittori conserva ancora, nel XXI secolo, una sua funzione se non dirimente, comunque cogente.

Insieme ad Oz e a Grossmann, Yehoshua questo ruolo lo ha saputo incarnare, in pieno. Bello, fra gli altri, il “coccodrillo” che ne ha scritto Giulio Busi sul Domenicale del Sole 24 ore in edicola oggi (pag. III): “Un grande cantastorie attraverso due millenni”. Ci permettiamo di consigliarlo ai nostri lettori…

12 Commenti su La domenica del villaggio: Trintignant, Houellebecq, Fortezza

  1. Vedo nero e basta scrive:

    Brutte notizie dal fronte covid. Sta a vedere che si rischia di rinviare il Palio di agosto?

  2. Un ammiratore di Pistoia scrive:

    Caro Eretico, ho trovato molto interessante il tuo spunto su Houellebecq (mi chiedo intanto se oggi il francese riscriverebbe così il suo intervento). Chi spara nel mucchio contro tutto ciò che odori, anche alla lontana, di politically correct, sa di sputtanarsi una bella fetta di mondo editoriale e culturale in generale, ma nello stesso tempo sa bene che c’è un mondo, pur più piccolo, di gente che vive bava alla bocca contro (e contro il mainstream, mi raccomando), e che è pronto ad accoglierlo….a me, per dirla tutta, Houellebecq non pare uno scrittore straordinario, ma questo rientra nella sfera del giudizio personalissimo.

  3. UN AMMIRATORE DA TEMPI NON SOSPETTI scrive:

    Credo, caro Eretico, che Houellebecq sia uno degli autori più sovrastimati dell’attuale scena letteraria europea: novelli Balzac o Tolstoj non ci saranno, ma lui è davvero pompato in modo clamoroso. Al suo cospetto, a me vengono da rimpiangere gli intellettuali alla Sartre o Moravia, intrisi di ideologia quanto si vuole, ma gente che aveva un fluire sulla pagina, e una ricchezza lessicale ben diverso.

  4. Daria gentili scrive:

    Interessante il calendario degli eventi. Esulando dal tema dico che la Fortezza e il Passeggio della Lizza ( in specie) richiederebbero una pulizia maggiore ed un decoro degni della loro storia…..ne guadagnerebbe il dolce passeggiare

  5. UN AMMIRATORE DA TEMPI NON SOSPETTI scrive:

    Caro Eretico, torno a scrivere perché ho vista il video della tua introduzione all’evento pasoliniano di ieri (su Siena comunica, guardatelo): hai detto una cosa sacrosanta, e di cui la collettività dovrebbe ringraziarti in tutti i modi possibili. Trovo incomprensibile che si possa assegnare un Mangia d’oro ad una giovane schermidrice, ignorando ancora una volta il gestore di questo blog. Non lo trovo né giusto, né intelligente, né altro, ma si vede va bene così.

  6. Anonimo scrive:

    Ereticissimo, che ne pensi del Palio affidato su rete nazionale al telecronista sportivo Pierluigi Pardo? La RAI non corse mai il rischio di mandare un Martellini od un Pizzul, preferendo giornalisti “generalisti” di vaglia e/o vicini alla realtà senese. Anche Mediaset mandò Medail non Longhi o Piccinini. Al di là della simpatia e professionalità del Pier, il rischio di gaffe incombe….

    • Eretico scrive:

      Caro Anonimo,
      la sorpresa è stata notevole, notevolissima anzi, per tutti, e ne scriveremo.
      Beh, il rischio c’è, inutile nasconderlo: speriamo che Pardo dimostri sic et simpliciter professionalità, capendo il mutato contesto rispetto a quello che è il suo; di certo, credo e spero che Giovanni Mazzini, e gli altri che lo circonderanno, gli daranno consigli opportuni…wait and see, as usual…

      L’eretico

      • Urbanetto scrive:

        Una pubblicità televisiva di tanti anni fa recitava COSÌ: “per dipingere una parete grande serve un pennello grande”.
        Ecco, Pardo ha un grande pennello (è risaputo)…..
        La pubblicità dell’evento televisivo potrebbe essere “per commentare un evento grande serve un giornalista dal pennello grande” !!
        So che mi censurerai …… pazienza …..
        Ho comunque fatto una bella risata.
        Ciao baffino.

        ♤♡◇♧

        • Eretico scrive:

          Caro Urbanetto,
          nessuna censura, come vedi: da quello che tu scrivi, il “grande pennello” di Pardo è cosa risaputa (l’ha detto lui, di grazia?); in ogni caso, conoscendo la mentalità dell’italiota medio, nessun maschietto – alfa o omega che sia – si potrebbe mai adontare di essere considerato macrodotato…

          L’eretico

  7. Pierpaolo scrive:

    Il campo largo è la più grande invenzione dopo il big bang!

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