Eretico di SienaLe balneoelezioni (IV): rubli, Migliorino, Caso Rossi - Eretico di Siena

Le balneoelezioni (IV): rubli, Migliorino, Caso Rossi

Nel giorno dell’aumento di capitale (2 miliardini e mezzo) di banca MPS – votato, come prevedibile, con percentuali bulgare di quasi il 100% -, filtrano le prime indiscrezioni sui lavori della Commissione Rossi (dopo 14 mesi di “duro” lavoro, si torna al punto di partenza stabilito dalla Procura e da tre Giudici terzi). Si parte con i rubli, però…

DALLA RUSSIA CON I RUBLI?

Come recita un proverbio proprio dell’Est Europa “mai ubriacarsi, prima che le armi siano deposte”; ed è lo stesso Commander in chief Joe Biden, a buttare acqua sul fuoco: la guerra non è finita, l’Ucraina non ha ancora vinto. Certo è che la controffensiva del Nord Est di inizio settembre (pare che i putiniani se la aspettassero a Sud Est) ha avuto un successo talmente clamoroso, da arrivare nei palinsesti dei Tg russi – pur debitamente edulcorato -, e da spingere funzionari sia di Mosca che di San Pietroburgo a chiedere le dimissioni di Putin. Wait and see, dunque: ci mancherebbe.

Nel frattempo, ad inizio settimana è arrivato il lancio targato CIA sui presunti finanziamenti putiniani, sin dal 2014 (invasione della Crimea), a Partiti europei: domani il Copasir – che inizialmente ha smentito italiotici coinvolgimenti – si riunirà, e ne sapremo – lo speriamo davvero – di più. Che si tratti di una ingerenza targata Washington, non ci piove: l’importante a questo punto è che chi di dovere cali gli (eventuali) assi nella manica. Se ci saranno, invece che di ingerenza americana, ci si dovrà scappellare dai ringraziamenti (l’ha detto Crosetto, che sarebbe “alto tradimento”, se un politico italiano avesse preso soldi da Mosca); altrimenti, il tutto verrà derubricato ad un tentativo di inquinare le elezioni, questa volta targato USA.

In ogni caso, va da sé che – come scritto da febbraio e marzo in avanti – qui a questo punto non è neanche più una questione di soldi: sarebbe la smoking gun, certo, ed il quadro peggiorerebbe assai per il beneficiato; ma che ci siano forze politiche che – sarà una coincidenza del Fato – tendono sempre a rilanciare in serata ciò che Putin o Peskov o Lavrov hanno anticipato il pomeriggio, non ci vuole molto a vederlo, e sono sia nel campo della Sinistra quanto nel campo della Destra.

Arrivati a 10 giorni dalle elezioni, sapete che vi dico? I miei preferiti, a questo punto, sono quelli che dicono esplicitamente che bisogna fare immantinente la pace con la povera Russia, bloccare all’istante ogni sanzione, scusarsi con zio Vladimir per il serio disturbo arrecatogli, ed avere così il gas quasi gratis come quello che arriva al magiaro Orban: così, papale papale, senza tanti contorsionismi. Alla Rizzo ed Adinolfi, alla Ingroia e Paragone, per capirsi. Pane il pane, gas il gas.

Magari, visto che ci siamo, si potrebbero mandare anche truppe italiane in Crimea (come a metà Ottocento, simil Cavour): per difenderla manu militari, tante volte gli ucraini provassero a riprendersela, i felloni…

 

LA (INUTILE) COMMISSIONE ROSSI SI SCIOGLIE

Nell’odierno pomeriggio, si sono chiusi i lavori della inutile Commissione di inchiesta sul suicidio di David Rossi: ovviamente ne scriveremo ancora, allorquando ne sapremo almeno un po’ di più, anche perché i comportamenti ed i conflitti di interesse di alcuni consulenti della Commissione meritano di essere fatti conoscere in ogni sede possibile.

Per ora, arriviamo a quel che si sa dall’ultimo lancio dell’Ansa; come ampiamente previsto (consultare il blog per credere: avevamo anticipato tutto, e nero su bianco), i lavori si sono conclusi così: è stato un suicidio (come sostiene anche la mega-perizia Ros-Racis-Ris, uscita a luglio), ma permangono zone d’ombra (alcune ferite sul volto), e su queste la famiglia continuerà le sue giaculatorie (sempre per esigenza di Verità, si capisce: i soldi non ci sono mai entrati alcunché, ci mancherebbe), e un paio di puntate delle Iene si possono ancora girare (con il consueto polpettone del pregirato mischiato a qualcosa di nuovo, si può arrivare anche a tre o quattro, suvvia).

La clamorosa novità odierna è la spaccatura della Commissione: Pd e Leu (rappresentata dall’onorevole Fornaro, uno dei pochi che è sempre sembrato interessato alla verità fattuale, oltre ad essere informato) si sono rifiutati di firmare questa relazione, frutto del lavoro dei consulenti, più che dei commissari (ne riparleremo, come anticipato sopra, giacché la cosa appare davvero ai limiti del surreale). Il Pd e Leu parlano di “occasione persa”: sarebbe bastato leggere la documentazione presente, invece che guardare solo le Iene, per non istituirla neanche, questa Commissione.

Insomma, qualche appiglio per i mai convincibili terrapiattisti, volendo, ci potrebbe ancora essere (basterebbe provare, per esempio, che qualcuno oltre a Rossi era presente in quella stanza: auguroni!), e poi c’è il grande tema della eventuale responsabilità della banca (Rossi poteva essere salvato, come peraltro già ampiamente risaputo): ed in quel caso, allora sì che verosimilmente da MPS arriverebbe più grano che dall’Ucraina …

 

 

SHERLOCK MIGLIORINO TORNA AL PRISTINO LAVORO, SIC

Scaricato senza ritegno dai fivestars (ormai Partito personale di Conte), il nostro faro politico – l’ancora deputato, onorevolissimo Luca Migliorino – ci dicono stia già tornando a lavorare nel suo negozio di informatica in Via dei Rossi: che non si dica che lui il lavoro non ce l’aveva, prima di entrare, fra lo stupore generale (specie di chi, nel Movimento, sul territorio era presente da anni), in Parlamento nel 2018.

Si sarà occupato della stesura della redazione della Relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta di cui lui è stato protagonista quasi assoluto, ma forse quasi controvoglia; ormai i suoi torrenziali interrogatori sono già divenuti – soprattutto per chi ne abbia capito tutte le parole – autentici cult, facilmente reperibili su Internet: ma è certo che quella Commissione che doveva essere il trampolino per un secondo tempo di grande soddisfazione, è diventata ben altro, a cagione di quel birbone di Conte. Il quale ha deciso di sostituire un fuoriclasse come Migliorino alla fine del primo tempo, senza neanche dargli il tempo di disputare la ripresa con un posto migliore in lista. Ah, l’umana ingratitudine…

Colui che, se non gli avessero bloccato la Commissione per la caduta del Governo, era ormai lì lì per scovare l’assassino (gli assassini?) del povero David Rossi (a Migliorino, la perizia Ros-Racis-Ris fa una pippa), dunque, se ne torna donde era venuto: ad occuparsi di informatica, come peraltro ha fatto anche in questi 14 mesi, in cui il suo know how tecnologico e la sua acribia hanno lasciato sbalorditi tutti gli astanti. Fino al momento in cui scoprì l’impensabile: i due dipendenti MPS in uscita su Piazza dell’Abbadia (cosa che a Genova, in Procura, era risaputa da mesi, ma va bene lo stesso).

La politica – usava dire Rino Formica, che di queste cose si intendeva ed intende – è “sangue e merda”: non c’è spazio per la riconoscenza, non c’è luce per il merito individuale, se non in rarissimi casi (non in questo, ahinoi); ergo, un deputato che si è impegnato con una foga adrenalinica costante, un deputato che si è guadagnato il nickname di “Sherlock Migliorino” in un noto blog senese (che poi sarebbe questo, sic), ebbene questo fior di personalità, dopo solo 4 anni di benemerito servizio alla sua Patria, è costretto a rinculare nel suo negozio, come un commerciante qualunque, alle prese con tasse e mega bollette, nonché clientela da ritrovare (noi, pubblicizziamo ai quattro venti, sia chiaro).

Che dire, in conclusione, del povero Sherlock Migliorino? Braccia levate all’investigazione…

 

 

14 Commenti su Le balneoelezioni (IV): rubli, Migliorino, Caso Rossi

  1. Daria gentili scrive:

    Sui soldi russi ho letto un interessante intervista al generale Carlo jean, esperto militare e geopolitica, il quale ha detto di non stupirsi della notizia filtrata – a pochi giorni dal voto ( anche così si fa politica estera?) – visto che la politica estera di fa anche con i finanziamenti ai partiti, ma del fatto che 300 milioni dal 2014 ad oggi sarebbero veramente niente, rispetto a quello che le grandi potenze spendono per la disinformazione, per finanziare politici, giornalisti e movimenti politici
    Mi sembra un opinione da valutare.
    Commissione Ross? Soldi pubblici spesi per niente…….

    • Marco Burroni scrive:

      Tracciare finanziamenti del genere non è per niente facile, fondi del genere non figurano in nessun bilancio, non ci sono bonifici dal Cremlino al partito X o Y. Come insegnano episodi simili avvenuti in passato i contatti avvengono tra privati, tra imprenditori amici, tra fondazioni e istituzioni culturali.
      In ogni caso anche se non venissero scoperti finanziamenti diretti a partiti o uomini politici la partigianeria e la faziosità di molti di loro continuerebbe ad essere molto sospetta… che si tratti di attrazione omoerotica per l’uomo forte del Cremlino? Ai posteri l’ardua sentenza.

  2. MANDRAKE scrive:

    Sarebbe bastato addebitare alla famiglia le spese vive ed i gettoni presenza, e la Commissione non sarebbe neanche partita…

  3. Hannibal scrive:

    Ma vi ricordate che bello, fino a qualche mese fa: Siena capitale italiana dei festini, donnine e soprattutto giovani ometti allegri che si accompagnano ai potenti senesi, droga che scorre a fiumi…la Commissione è nata sulla spinta di una trasmissione che portava avanti questa narrazione, ha lavorato 14 mesi e non è stata capace di trovare mezzo riscontro a questo racconto (semmai il riscontro è avvenuto al contrario). Ora tutto ciò nella relazione finale sembra non esserci. Io non ho mai votato Pd e tantomeno Leu, ma in questo caso hanno fatto benissimo a sottrarsi a questa farsa.

    • Gp scrive:

      Sono d’accordo. Aggiungerei solo le virgolette alla parola ‘lavorato’.

    • Elena scrive:

      Veramente Pd e Leu non hanno votato per motivi diversi, non per sottrarsi ad una “farsa”. Per quel che mi risulta non hanno votato poiché avrebbero voluto una relazione più dettagliata, avevano infatti chiesto più tempo per poter integrare altri elementi. Tempo che non gli è stato concesso e che di conseguenza è stata la causa del loro non voto.

      • Eretico scrive:

        Cara Elena,
        a me risulta che, al di là delle dichiarazioni di prassi, ci fosse anche tanta sostanza, nel decidere di non votare; ma tanto conta solo il risultato finale: al termine di una Commissione che non sarebbe neanche dovuta nascere, l’unanimità non c’è stata. E chiunque ne abbia seguito i lavori (o sia stato audito, come lo scrivente fra gli altri), ha potuto notare che c’era chi cercava una verità attraverso i fatti (piaccia o meno: Pd e Leu), e chi voleva in tutti i modi arrivare a concludere per l’omicidio: sarà comunque per la prossima legislatura – come ha già detto l’onorando Rizzetto -, perché questa autentica farsa ormai nazionale – con i cittadini che pagano – non si può escludere che continuerà…

        L’eretico

        • Elena scrive:

          Non conoscendo personalmente i commissari che hanno fatto parte della commissione non posso esprimermi su quali siano le vere motivazioni che hanno spinto i deputati del Pd e Leu a non votare. Però più che non prendere parte ad una farsa credo che non abbiano voluto votare una relazione che non conteneva elementi che loro avrebbero voluto aggiungere. Chissà se ci sarà una nuova commissione, intanto a me sarebbe piaciuto ascoltare quello che è stato detto in segretato, cosa che invece non è stata possibile perché la maggior parte degli auditi non ha acconsentito alla desecretazione delle loro audizioni.

  4. Ics scrive:

    È un pizzino che già guarda al post elezioni: l’atlantismo e l’allineamento alle sanzioni verso la Russia saranno condizioni minime necessarie per la sopravvivenza di qualsiasi esecutivo uscito dalle urne

  5. Uno di passaggio scrive:

    B. MOSCA 2008 182 Classificato da: Ambasciatore William J. Burns. Motivi 1.4 (b) e (d). 1. (C) Riepilogo. A seguito di una prima reazione in sordina all’intenzione dell’Ucraina di cercare un piano d’azione per l’adesione alla NATO (MAP) al vertice di Bucarest (rif A), il ministro degli Esteri Lavrov e altri alti funzionari hanno ribadito una forte opposizione, sottolineando che la Russia considererebbe un’ulteriore espansione verso est un potenziale minaccia militare. L’allargamento della NATO, in particolare all’Ucraina, rimane una questione “emotiva e nevralgica” per la Russia, ma considerazioni di politica strategica sono alla base anche di una forte opposizione all’adesione alla NATO per l’Ucraina e la Georgia. In Ucraina, questi includono i timori che la questione possa potenzialmente dividere in due il paese, portando a violenze o addirittura, secondo alcuni, a una guerra civile, che costringerebbe la Russia a decidere se intervenire. Inoltre, il GOR e gli esperti continuano a sostenere che l’adesione dell’Ucraina alla NATO avrebbe un impatto importante sull’industria della difesa russa, sui legami familiari russo-ucraini e sulle relazioni bilaterali in generale. In Georgia, il GOR teme una continua instabilità e “atti provocatori” nelle regioni separatiste. Riepilogo finale. AMF: allargamento della NATO “Potenziale minaccia militare alla Russia” ————————————— —— ————– 2. (U) Durante la sua revisione annuale della politica estera russa dal 22 al 23 gennaio (rif B), il ministro degli Esteri Lavrov ha sottolineato che la Russia doveva considerare la continua espansione verso est della NATO, in particolare in Ucraina e Georgia, come una potenziale minaccia militare. Sebbene la Russia possa credere alle dichiarazioni dell’Occidente secondo cui la NATO non era diretta contro la Russia, Ha contestato le argomentazioni secondo cui la NATO era un meccanismo appropriato per aiutare a rafforzare i governi democratici. Ha detto che la Russia ha capito che la NATO era alla ricerca di una nuova missione, ma c’era una tendenza crescente per i nuovi membri a fare e dire quello che volevano semplicemente perché erano sotto l’ombrello della NATO (ad esempio i tentativi di alcuni nuovi paesi membri di “riscrivere storia e glorificare i fascisti”). 4. (U) Durante una conferenza stampa del 22 gennaio in risposta a una domanda sulla richiesta dell’Ucraina di un MAP, l’AMF ha affermato che “una nuova espansione radicale della NATO potrebbe portare a un serio cambiamento politico-militare che inevitabilmente influenzerà gli interessi di sicurezza di Russia.” Il portavoce ha proseguito sottolineando che la Russia era vincolata all’Ucraina da obblighi bilaterali stabiliti nel Trattato di amicizia del 1997, Cooperazione e partenariato in cui entrambe le parti si sono impegnate ad “astenersi dal partecipare o sostenere qualsiasi azione in grado di pregiudicare la sicurezza dell’altra parte”. Il portavoce ha osservato che la “probabile integrazione dell’Ucraina nella NATO complicherebbe seriamente le molteplici relazioni russo-ucraine” e che la Russia “dovrebbe adottare misure appropriate”. Il portavoce ha aggiunto che “si ha l’impressione che l’attuale leadership ucraina consideri il riavvicinamento con la NATO in gran parte come un’alternativa ai legami di buon vicinato con la Federazione russa”. Opposizione russa nevralgica e concreta —————————————– 5. (C ) Le aspirazioni NATO dell’Ucraina e della Georgia non solo toccano un nervo scoperto in Russia, generano serie preoccupazioni circa le conseguenze per la stabilità nella regione. Non solo la Russia percepisce l’accerchiamento e gli sforzi per minare l’influenza della Russia nella regione, ma teme anche conseguenze imprevedibili e incontrollate che danneggerebbero gravemente gli interessi della sicurezza russa. Gli esperti ci dicono che la Russia è particolarmente preoccupata che le forti divisioni in Ucraina sull’adesione alla NATO, con gran parte della comunità etnico-russa contraria all’adesione, possano portare a una grande divisione, che coinvolge la violenza o, nel peggiore dei casi, la guerra civile. In tale eventualità, la Russia dovrebbe decidere se intervenire; una decisione che la Russia non vuole dover affrontare. 6. (C) Dmitriy Trenin, vicedirettore del Carnegie Moscow Center, ha espresso preoccupazione per il fatto che l’Ucraina fosse, a lungo termine, il fattore potenzialmente più destabilizzante nelle relazioni USA-Russia, dato il livello di emozione e nevralgia innescato dalla sua richiesta di adesione alla NATO. La lettera che richiedeva la considerazione del MAP era stata una “brutta sorpresa” per i funzionari russi, i quali hanno calcolato che le aspirazioni della NATO dell’Ucraina erano al sicuro nel dimenticatoio. Con la sua lettera pubblica, la questione era stata “affilata”. Poiché l’adesione è rimasta divisiva nella politica interna ucraina, ha creato un’apertura per l’intervento russo. Trenin ha espresso preoccupazione per il fatto che elementi all’interno dell’establishment russo sarebbero stati incoraggiati a intromettersi, stimolando l’incoraggiamento aperto degli Stati Uniti a forze politiche opposte e lasciando gli Stati Uniti e la Russia in una classica posizione conflittuale. L’ironia, sosteneva Trenin, era che l’adesione dell’Ucraina avrebbe disprezzato la NATO, ma né il pubblico russo né l’opinione d’élite erano pronti per quell’argomento. Il graduale spostamento dell’Ucraina verso l’Occidente era una cosa, il suo status preventivo di alleato militare de jure degli Stati Uniti un’altra. Trenin ha fortemente messo in guardia dal lasciare che una lotta interna all’Ucraina per il potere, in cui il MAP era solo una leva nella politica interna, complichi ulteriormente le relazioni USA-Russia ora. 7. (C) Un’altra questione che guida l’opposizione russa all’adesione dell’Ucraina è la significativa cooperazione nel settore della difesa che i due paesi condividono, compreso un certo numero di stabilimenti in cui vengono fabbricate armi russe. Mentre sono in corso sforzi per chiudere o spostare la maggior parte di questi impianti in Russia e per spostare la flotta del Mar Nero da Sebastopoli a Novorossijsk prima della scadenza del 2017, il GOR ha chiarito che l’Ucraina s l’adesione alla NATO richiederebbe alla Russia di apportare modifiche importanti (costose) alla sua cooperazione industriale della difesa. 8. (C) Allo stesso modo, il GOR e gli esperti osservano che ci sarebbe anche un impatto significativo sulle relazioni economiche e lavorative russo-ucraine, compreso l’effetto su migliaia di ucraini che vivono e lavorano in Russia e viceversa, a causa della necessità di imporre un nuovo regime di visti. Questo, ha affermato Aleksandr Konovalov, direttore dell’Istituto per la valutazione strategica, sarebbe diventato un calderone bollente di rabbia e risentimento tra la popolazione locale. 9. (C) Per quanto riguarda la Georgia, la maggior parte degli esperti ha affermato che, sebbene non sia nevralgico per la Russia come l’Ucraina, il GOR considerava la situazione lì troppo instabile per resistere alle divisioni che l’adesione alla NATO potrebbe causare. Aleksey Arbatov, vicedirettore del Carnegie Moscow Center, ha sostenuto che le aspirazioni NATO della Georgia erano semplicemente un modo per risolvere i suoi problemi in Abkhazia e Ossezia meridionale e ha avvertito che la Russia si sarebbe trovata in una situazione difficile se ciò ne sarebbe derivato. Risposta della Russia —————— 10. (C) Il GOR ha chiarito che avrebbe dovuto “riesaminare seriamente” tutte le sue relazioni con l’Ucraina e la Georgia in caso di La NATO li invita ad aderire. Ciò potrebbe includere importanti impatti sull’impegno energetico, economico e politico-militare, con possibili ripercussioni in tutta la regione e nell’Europa centrale e occidentale.

  6. Marco Burroni scrive:

    Come dice bene l’Eretico non serve la “pistola fumante” per capire che tra certi partiti e la Russia ci sono relazioni molto strette, in particolare Lega – gemellata con il partito di Putin- e Forza Italia- con Berlusconi, amicone di Putin, che si fa spiegare la guerra dall’ambasciatore russo.
    Parlo di loro piuttosto che di quelli di sinistra perche tra qualche settimana faranno parte della maggioranza di governo e potranno finalmente decidere di dare seguito alle loro parole, smettere di appoggiare l’Ucraina e passare dalla parte della Russia, e a tale riguardo vorrei che i molti elettori di Lega e FI che seguono questo blog mi spiegassero una cosa: cosa ci guadagna l’Italia a mollare le attuali alleanze e ad avvicinarsi ad un paese come la Russia che di fatto è gia sconfitto politicamente, strategicamente, economicamente e a quanto pare anche militarmente? Secondo me avrebbe molto più da perdere che da guadagnare, mi sfugge forse qualcosa?

    • Vedo nero e basta scrive:

      Il discorso si potrebbe dire solo con una constatazione, abbiamo perso una guerra, abbiamo avuto la fortuna di rimanere sotto un padrone migliore di quell’altro, la Russia. Infine, l’America ci ha aiutato a risollevarci nel dopoguerra col Piano Marshall. L’Ue? Una dolce illusione, sarà sempre serva degli USA nel bene e nel male. Ora pagheremo di più il gas e l’energia elettrica rispetto a quanto pagato a Putin, ma come detto l’Unione Europea non ha la forza di cambiare gli eventi. Poi sarebbe stato sempre così? Due padroni da scegliere, forse in futuro anche tre con la Cina. Questa è la triste realtà. Teniamoci quello che per molto tempo ci ha concesso un po’ più di libertà, sperando che lo faccia anche nel futuro.

  7. Gp scrive:

    Forse si scoprirà che qualche professionista o imprenditore ‘vicino’ a qualche partito ha commerciato con aziende russe e poi non succederà nulla. Mi viene in mente il dossier Mitrokhin (un ‘pentito’ del kgb che consegnò migliaia di pagine con nomi, mansioni ecc….), ovviamente nessun condannato…
    Per me anche gente tipo Renzi che (forse anche legittimamente) prende/ha presi soldi da altri governi, non dovrebbe essere candidabile.
    Va comunque tutelato il diritto di essere contrari alla pessima conduzione della crisi da parte sopratutto della Ue senza essere marchiati come ‘putiniani’: la cga di mestre stima che il 20% delle aziende rischiano la chiusura per la spesa energetica e la commissione rimanda il suo (pessimo) provvedimento a dicembre, per la gioia degli speculatori russi, olandesi, norvegesi; il gas nel resto del mondo costa una frazione di quanto costa a noi e per colpa di un meccanismo scelto da noi e che noi non vogliamo cambiare (il ttf)
    Nel frattempo però il parlamento europeo trova il tempo di stabilire che l’Ungheria non è più una democrazia… e chi ha votato contro è ‘fascista come Orban’ (allora che si vota a fare? Meglio non votare o avere la perenne unanimità come in Cina o Russia?).
    Quando un voto contro Olanda e Lussemburgo, speculatori e paradisi fiscali che drenano migliaia miliardi agli altri paesi membri?

    • Vedo nero e basta scrive:

      L’Unione Europea bella cosa, bel sogno si sta dimostrando una grossa delusione. Anche la Francia ci sta negando la luce elettrica. Tutto questo fa collegamento con l’Olanda speculatrice col gas e con la Germania sospettata di fare giochetti sottobanco con Putin. Intanto arrivano senza sosta migranti a rendere peggiore la nostra situazione economica e l’UE finora ci ha aiutato solo a parole.

Rispondi a Ics Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.