Caso Rossi, Chico Forti, Balzerani-Di Cesare (e 2 Ps)
Eccoci al consueto appuntamento settimanale del blog; di una settimana, la quale avrebbe potuto vedere la morte del leader ucraino Zelensky (noi siamo per il Sindaco di Kiev Klitchko, suo rivale: ma il destino ucraino dipende ancora da Zelensky, democraticamente eletto a suo tempo); chissà quali commenti avrebbe scatenato, la sua dipartita per “merito” di un missile putiniano: sarebbero riusciti, i valenti filoputiniani di casa nostra, a contenere la loro gioia per la morte del “drogato”, “buffone” e via dicendo?
In redazione, però, alla fine si è deciso di occuparci di tre casi: due di cronaca giudiziaria, però con evidenti ripercussioni politiche, ed uno che attiene ormai alla Storia, ma anche al dibattito culturale (filosofico, financo).
BISOGNA PROPRIO GIOIRE PER IL RITORNO DI CHICO?
Da Bocelli ad Enrico Ruggeri, passando per il sempiterno Enrico Montesano, è tutto un tripudio di vip che gioiscono per il prossimo trasferimento di Chico Forti dalla Florida all’Italia (tempistica – se tutto va bene per lui – un mese o due); ed ovviamente gioisce la Premier Meloni, la quale – lo scorso 1 marzo – è riuscita dove altri (Ministro degli Esteri Di Maio, dunque il Conte bis, nel 2020) avevano malamente fallito.
Ciò detto, dobbiamo unirci anche noi al peana imperante, oppure ci si può astenere, di grazia? Perché abbiamo notato una cosetta, la quale dovrebbe risultare singolare ed anche un po’ allarmante: in tutti i media esultanti per la notizia – quelli governativi, per capirci, primi inter pares -, sembra che stia per tornare in Italia un patriota, un autentico idealista vessato dalla malagiustizia USA. Cosa che, però, non risulta affatto.
Sull’accusa e poi condanna per omicidio (che si abbina a quella di truffa: Forti, secondo il tribunale americano che lo ha giudicato, ha ucciso il figlio di un albergatore, il quale aveva capito che suo padre veniva dall’italiano truffato, nella compravendita di un albergo, e voleva quindi bloccare il tutto), al massimo si scrive che “il caso è controverso”, o giù di lì: mentre anche solo a spulciare Wikipedia – perché su questa faccenda di Forti, approfondimenti specifici lo scrivente non ne ha fatti, bene dirlo subito – si capisce che esiste una montagna di indizi, spruzzata da alcune solide prove, nonché corroborata da almeno tre diverse versioni (tre!) fornite dal condannato.
Chi cambia versioni di continuo su un fatto dirimente, in Florida viene ancora guardato con grande sospetto, pensate un po’, e conta ben poco che poi si dichiari innocente: non sono raffinati come noi, con Olindo e Rosa….
Ancora una volta, il can can mediatico, la sovraesposizione televisiva (Le Iene, e non solo), le strumentalizzazioni politiche hanno orientato così bene la opinione pubblica, da fare a breve tornare in Patria una figura, per la quale siamo contenti che possa godere di un regime carcerario più morbido, ma che rimane – detto fra noi – una persona che, fino a prova del contrario, ne ha uccisa un’altra (per potere portare a termine una super truffa, non per legittima difesa).
Forse, insomma, non è proprio il caso di uscire con le bandiere, ecco tutto: un po’ di sana sobrietà sarebbe davvero raccomandabile, anche quando Forti approderà in Italia; non fosse altro che per rispetto del morto ammazzato…
LE RIVOLUZIONI DELLA BALZERANI E DELLA DI CESARE
“La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”: questo è ciò che è riuscita a filosoficamente vergare – si immagina, in modo convinto – la filosofa teoretica Donatella Di Cesare, in memoria di Barbara Balzerani, la più importante brigatista rossa (insieme a Mara Cagol – morta però nel 1975, aveva ancora tanta strada davanti e tanto piombo da ben utilizzare -, ed alla assai controversa Adriana Faranda).
La professoressa Di Cesare, per inciso, insegna in una Università (La Sapienza), la quale durante gli anni del terrorismo ha versato sangue – sangue autentico, non metaforico -, per la sedicente “rivoluzione” di cui sopra: sarebbe incredibile, se restasse al suo posto (come scrive fra gli altri Francesco Specchia su Libero di ieri, a pagina 15, in un pezzo assai ben argomentato).
Ma forse – fatti i debiti conti, valutati i pro e i contro – sarebbe invece bene che rimanesse al suo posto: la pensione non è certo lontana, e poi – dopo avere dovuto sopportare i suoi editoriali sul Fatto, in cui ovviamente sin da subito si è dichiarata contraria alle armi all’Ucraina – se per caso venisse allontanata dalla Sapienza, la Di Cesare diventerebbe all’istante una martire del libero pensiero; uscita dalla porta accademica, rientrerebbe subito dalle finestre mediatiche, cui peraltro si è già affezionata da un paio di anni a questa parte.
Sarebbe magari bello che qualche studente, in aula, oggi le chiedesse conto di cosa abbia inteso la Di Cesare per “rivoluzione” (lei dice di essere sempre stata contro la lotta armata, eh, e di avere inteso come rivoluzionario giusto il suo impegno femminista): e poi, le porgesse delle belle mimose, perché la Di Cesare senza mimose di certo non potrà stare. “Fate l’amore, non la guerra”: settariamente intendendo, però…
CASO ROSSI: CHE COMMISSIONE SIA!
Mercoledì – 6 marzo – c’è stata la annuale ricorrenza del suicidio di David Rossi (2013, per chi non lo ricordasse): sul flash mob romano (non a caso romano, dopo il fallimento di quello in Piazza Salimbeni un anno or sono), c’è ben poco da dire, se non un paio di cosine al volo.
A Roma, per intanto, si è consumata la frattura fra la famiglia di sangue (Rossi, per l’appunto), e la vedova con la sedicente “figlia” Carolina Orlandi al seguito (in realtà, figlia della moglie, non certo di Rossi, ma è lei a farsi chiamare “figlia”): non a caso, i fratelli di David Rossi non erano assolutamente presenti – a quanto riportato dalla Nazione, Laura Valdesi -, e non crediamo perché impossibilitati a raggiungere fisicamente Piazza Santi apostoli.
In più, si è visto – come mai prima – come la questione sia ormai solo, solamente e soltanto politica e mediatica (oltre che economica, si capisce): era presente il felpatissimo Massimo Giletti (non certo una new entry, a favore della sedicente figlia), e poi financo Pietro Orlandi, fratello della povera Emanuela, a rappresentare la lobby dei familiari senza pace (non entriamo sulla questione degli Orlandi romani, in cui di certo omissioni e depistaggi vaticani ci sono stati: non è il momento ed il caso).
Da aggiungere solo una cosa: la sedicente “figlia” di Rossi, continua a propalare, senza vergogna, la circostanza che il sedicente “padre” sarebbe stato picchiato, prima della morte; solo per amore della verità documentale: non risulta in alcun modo che sia mai stato documentato ciò che dice chi sostiene di essere la figlia (per quello che, in questa fiction, ancora valgano i documenti). Ovviamente, essendo il “padre” caduto di glutei-schiena-testa, non può certo essersi procurato le ferite del viso attraverso la specifica dinamica della caduta: lo capirebbe anche un ragazzino di prima media, forse anche delle elementari (oggi primarie); le ferite del viso – come la Orlandi sa benissimo, o almeno dovrebbe sapere – sono causate dallo sfregamento della faccia del “padre”, a contatto con le sbarre antipiccioni della finestra, nella fase della tormentata esitazione presuicidaria di quel 6 marzo.
Non lo diciamo certo noi: è vergato, nero su bianco, nella fondamentale consulenza Zavattaro-Cattaneo. Si fa per chiacchierare, eh: sicuramente ciò che dice la sedicente “figlia” è ben più attendibile di ciò che scrive la più celebrata anatomopatologa italiana, ci mancherebbe.
Martedì, infine, è stato il giorno della partenza per la nuova Commissione: della quale, a questo punto, siamo davvero ben contenti, ed alla quale auguriamo ogni bene per il suo lavoro. La curiosità di vedere a cosa potrà portare, davvero ci stimola la serotonina in modo precipuo: ne seguiremo con la massima attenzione i lavori, sperando che l’obiettivo sia davvero quello di arrivare alla verità, e non alla verità voluta a tutti i costi dalla famiglia.
Se realmente i deputati vogliono indagare a 360°, ci potranno essere delle grandissime e gradite assai sorprese, visto che il tutto si svolgerà in contemporanea con il Processo che, verosimilmente, si aprirà a Genova contro Le Iene e Pierluigi Piccini (udienza del Gup, il 3 aprile).
Per quanto – a guisa di Ps – ci riguarda, noi con questa Commissione non vorremmo più avere a che fare, e verosimilmente non saremo convocati: dopo la convocazione del settembre 2021 con la pregressa, ci sentiamo di avere già ampiamente dato (meno male che Internet conserva, questo sì); se poi, per puro caso, la nuova Commissione ci volesse convocare ancora, però, lo diciamo subito, debitamente ammaestrati dall’atteggiamento tenuto dai deputati la volta scorsa nei nostri confronti: dopo avere detto un po’ di cosette in chiaro (bischeratine), chiederemmo ben presto di essere secretati, per almeno un buon quarto d’ora. Come hanno fatto in tanti, nella prima Commissione. Per raccontare cosa ci sia, effettivamente e veramente, dietro al Caso Rossi.
Verrebbe fuori un discreto casino, a lume di naso: ergo, è davvero meglio – e per tutti – non essere chiamati…
Ps 1 Ieri pomeriggio, lo scrivente ha fatto una rimpatriata costoniana, per ripresentare il meritorio libro di Paolo Leoncini su don Minzoni (e don Nazzareno Orlandi, che si espose coraggiosamente, dopo la morte del martire cattolico, in suo favore), già presentato in Sala storica lo scorso 4 ottobre; a fine serata, ho saputo che – alla veneranda età di 95 anni – ci ha lasciato Giorgione Buracchi: chi lo ha conosciuto, ricorderà di certo la sua bonomia, l’acutezza di certi giudizi nonché la simpatia sprigionata dai suoi occhi, azzurrissimi. Ciao, Giorgione!
Ps 2 Lunedì 11 marzo – alle 17,30 in Sala storica – lectio di Duccio Balestracci sulla figura di Marco Polo, a 700 anni dalla sua dipartita: un evento da non mancare…
Per la Prof.ssa Di Cesare evidentemente la storia non è stata – come invece dovrebbe essere – maestra di vita…….
Compagni che reiterano
Maoisti da ztl
Rivoluzionari a carico del contribuente
Più facile vedere la caduta di Putin che il licenziamento di un dipendente pubblico in Italia.
Una rimozione doverosa per pubblica decenza.
“Imprevedibili” news da Perugia + condanna Davigo confermata in secondo grado.
Si sta chiudendo (maluccio) l’epopea dei moralmente superiori.
Proteste incivili a Firenze alla presentazione di un libro su Golda Meir. La statista è esempio concreto di come si realizza la parità di genere. L’opposto del cencio sul capo a cacare figlioli da mandare al martirio.
Giorgia Meloni è una vera e Chico Forti anche! Solo lei ci sarebbe potuta riuscire in un impresa di questo tipo! Per quanto riguarda la Salis si rivolga pure alla Schlein… o al prossimo presidente del consiglio di sinistra… mi sa che dovrà aspettare un bel po…
La frase della Di Cesare e’ una sintesi perfetta di un certo modo di pensare che tra certa intellighenzia di sinistra era molto diffuso: Le BR volevano distruggere il capitalismo e creare una società comunista quindi erano “compagni”, hanno sbagliato solo nei mezzi utilizzati… e non e’ un caso che negli ultimi tempi la Di Cesare abbia speso gran parte della sua attività pubblica sostenendo le ragioni di Putin e dando del guerrafondaio a chi voleva inviare armi all’Ucraina, perché se Putin combatte contro l’Occidente allora è uno dei “nostri”. E stiamo dalla sua parte, perché il nemico del nostro nemico è un nostro amico. Un modo di ragionare semplice e infantile ma purtroppo molto diffuso. A sinistra come a destra.
Caro Marco,
ovviamente concordo con quanto hai scritto, ed io ben volentieri pubblicato.
Un gustoso e significativo aneddoto: ieri sera ero a cena con alcuni cari amici, ultracinquantenni più o meno malvissuti: la figura di Putin è stata, ed è, assai divisiva, fra noi; ad un certo punto, uno di noi – tutt’altro che sdraiato sulle posizioni dei “giornaloni”, come scrive Travaglio, anzi – ha chiesto al più marcatamente filoputiniano fra noi, che si stava pascendo di un buon pecorino: “ma allora, visto che qui in Occidente siamo così schifosamente corrotti, che Bill Gates strozza tutte le nostre libertà personali, perché non ti trasferisci in Russia?”.
La risposta del filoputiniano – se ricordo bene, ovviamente: un buon, invitantissimo rosso stava scorrendo a torrenti – mi pare che sia stata: “io in Russia non vado, ma prima di vivere in America preferisco la Russia”…
L’eretico
Ragionamento corretto ed a maggior ragione estendibile alla questione palestinese nella quale l’antiamericanismo e l’antisemitismo (pardon antisionismo) si salda con il fondamentalismo islamico
Articolo da sottoscrivere dall’inizio alla fine, caro Eretico: siamo rimasti in pochi ormai a pensare che la giustizia si debba gestire nelle aule dei tribunali, con i documenti, le consulenze, le testimonianze sotto giuramento.
Oggi la giustizia si fa con le telecamere, tirando fuori le frasi ad effetto, insinuando, magari dicendo l’esatto contrario di quello che si è sostenuto per anni, tanto chi ti intervista neanche lo sa (e se lo sa, magari non te lo chiede). Siamo nel tempo della giustizia mediatica, e chi come te la combatte con coerenza da anni meriterebbe un riconoscimento specifico, ma stai tranquillo che non te lo daranno: hanno tutti paura della tv. Trovo sbagliato che un Sindaco non faccia niente per fermare questa deriva, rappresentata da quell’ignobile striscione che solo tu hai avuto il coraggio di dire che andrebbe tolto: ma è più facile non sporcarsi le mani su questi argomenti…
Ciao eretico, a me rimbalza in testa, oggi più che mai, un pensiero cupo, che attiene alla necessità, per il mio modesto parere assurda e pericolosa, della nomina di una commissione di inchiesta. Magari poi ci si prende gusto e, in seguito, ci si potrebbe anche chiedere se la magistratura abbia senso oppure no…
Tira un vento che non mi piace
Caro Eretico,
ad avere tempo bisognerebbe andare a vedere cosa dissero le nostre destre al rientro in Italia della Baraldini, condannata per reati associativi di terrorismo, ed i toni esaltati per il rientro dell’omicida Forti.
Ne troveremmo di dichiarazioni interessanti.
David mi pare abbia ragione, e mi permetto di aggiungere che la Destra salutò con soddisfazione muscolare il fatto di avere riportato Battisti dal Brasile in Italia, facendo una cosa a mio modo di vedere giusta: lì il messaggio era “ora Battisti si fa la galera seria, basta con il lassismo”. Qui invece il messaggio è esattamente l’opposto: “qui ora Forti si fa una carcerazione giusta ed equa”.
A parità di assassini (se appunto si dà retta ai giudici, entrambi lo sono), si riscontrano atteggiamenti molto differenti, in Meloni-land…
Speriamo che questa seconda commissione d’inchiesta si ricordi di convocare il Colonello Zavattaro e la Dottoressa Cattaneo, i due periti che hanno redatto la perizia alla base della seconda archiviazione del caso. Ho trovato singolare che la prima commissione non lo avesse fatto. Sono state ascoltate decine di persone che avevano, a vario titolo, qualcosa a che fare o da dire sul caso ma non coloro che hanno redatto la perizia decisiva che escludeva ipotesi diverse dal suicidio..strano..soprattutto se si cercano spiegazioni alternative..
Carissimo Pino,
grazie del tuo contributo, come sempre prezioso.
Se si fa l’elenco delle persone benissimo informate, e soprattutto titolate, che avrebbero potuto parlare in Commissione, ed invece non sono state neanche convocate, si arriva a notte fonda (scrivo alle 22,22, peraltro): c’era anche quella valente psichiatra di Cagliari, per esempio…sollecitata da Antonella Tognazzi quando lei era straconvinta del suicidio del marito: perché non è mai stata convocata, di grazia? Because the show must go on…
L’eretico
Caro Eretico, complimenti ancora una volta per il pezzo che hai scritto, che lancia vari input.
Raccolgo al volo quello su Chico Forti: voglio sperare che, quando tornerà in Italia, non gli sia offerta la passerella d’onore, i tappettini bianchi o cose simili. Ma non mi stupirei se accadesse…
Probabilmente la parte più pregevole del tuo pregevolissimo pezzo, Raffaele, è proprio nell’aver accostato Chico Forti, un ergastolo soltanto, a Barbara Balzerani, sei ergastoli sei e nessun pentimento. Il primo destinato a scontarlo veramente fino in fondo negli USA, la seconda morta praticamente libera in Italia, non senza aver presentato libri e tenute conferenze in favore dei propri numerosi fans.
Forse il loro sistema è effettivamente un po’ troppo rigido, ma il nostro al contrario non si tiene più.
Il buonismo ideologizzato imperante lo ha corroso fino alle sua fondamenta.
Chico ha commesso, però, un grande errore inescusabile: ha ringraziato riconoscente la sora Giorgia per averlo liberato.
Se invece l’avesse trattata come Zaki, probabilmete Elly gli avrebbe fatto fare il capolista alle elezioni europee.
Caro Paolo,
hai fatto davvero bene a ricordare Zaki, monumento nazionale (italo-egiziano) all’ingratitudine.
Ma il top del top, quanto ad ingratitudine verso chi si attiva (magari pagando: ma tanto sono soldi pubblici), secondo me resta e resterà, ad perpetuam rei memoriam, la giornalista Giuliana Sgrena: in quel caso, si raggiunsero vette inarrivabili, e c’era drammaticamente scappato anche un morto, il povero Nicola Calipari…mah…
L’eretico
Giusto Raffaele! Ma allora per completezza aggiungiamo pure le turbo attiviste: le due Simone e Silvia Romano, che hanno fraternizzato con i loro rapitori e l’ultima si è pure convertita alla loro fede.
Perché pagare i tagliagole con soldi, che poi potrebbero essere usati per finanziare atti terroristici, per sottrarle ad un tale stimolante soggiorno?
Questo rappresenta pienamente il paradosso della democrazia e del relativismo culturale propri della civiltà occidentale ed il suo tallone d’Achille.
Putin, Xi o Zelensky di certo le avrebbero lasciate beatamente dov’erano …
Eh sì, infatti…
Mi sia consentito – mi consento da solo, suvvia – di portare un mio potenziale esempio: ho tanti difetti (davvero), ma se venissi rapito da un gruppo terroristico o da uno Stato straniero, ed il Governo italiano (di qualsivoglia colore!) mi facesse in qualche modo tornare a casa, magari pagando fior di dollaroni, io le farei nere per cercare, pur indarno, di sdebitarmi in qualche modo. Vita natural durante. Se mi liberasse il Vaticano, mi convertirei subito.
Che le Sgrene e le Romano, passando per gli Zaki, facciano o abbiano fatto anche i polemici, la trovo una cosa sinceramente stomachevole…si fa per chiacchierare, eh…
L’eretico
Un altro massone in fi…complimenti, bella chiappa