25 aprile (e 1 maggio), sesso a scuola, Conclave (e 3 Ps)
Oggi, 2 maggio, ricorre un mese esatto dall’inizio della Guerra dei dazi, la follia voluta da Trump; e poi, fra il 30 aprile e ieri, è stato firmato l’accordo sulle fatidiche Terre rare, fra Usa ed Ucraina: due argomenti – insieme alla scriteriata campagna militare di Netanyahu a Gaza, che continua – dei quali si scriverà a breve; per oggi, però, ci sono tre passaggi sui quali non ci riesce a non dire ciò che si pensa…
25 APRILE (E 1 MAGGIO): IL PRESENTE VINCE SU TUTTO (PURTROPPO)
E anche per questo 2025, è ormai passata l’Epifania delle feste (purtroppo) di una parte sola: il XXV aprile (il fallimento dell’idea degasperiana di farne un italico 14 luglio è ormai palese), nonché il Primo maggio (come si scrive tutti gli anni: celebrazione annullata durante il Fascismo, tenuta invece bene in vita durante il Nazismo…).
E, ancora una volta, è stata un’occasione del tutto perduta, quasi vana, con l’aggravante che quest’anno si era agli 80 anni tondi tondi (per noi feticisti delle date, non è cosa irrilevante): invece di guardare al Passato – cercando magari, con l’occasione dell’anniversario, di conoscerlo un po’ meglio -, si sta ripiegati sul presente. Il presentismo da social – invincibile ed incoercibile – ha vinto ancora.
La Destra, non fosse altro che per ansia da legittimazione istituzionale, dei passi avanti li ha fatti: Giorgia Meloni, più di quello che ha detto questo 25 aprile, non può dire. Vista la storia personale da cui proviene, non sarebbe neanche credibile, fra l’altro, se lo facesse; di là, invece, non si intravede niente, che vada sul versante della pacificazione, unica via percorribile. Che poi, in occasione della Festa della Liberazione, la Brigata ebraica e gli ucraini debbano essere scortati per manifestare – fra insulti e sputi -, è cosa aberrante.
Vale per il XXV aprile, e vale per il Primo maggio, in parte almeno: come dimostrato non solo dalle bandiere bruciate (ottima l’idea di fare fuori anche quella dell’Unione europea, chapeau), ma anche dal fatto che in certe piazze – da resoconti giornalistici di ogni dove – si è sembrato parlare più contro il Governo Meloni (con le sue ombre, anche su questo aspetto, insieme a luci), che su altro. Con una domandina finale: se i salari sono fermi – o vanno addirittura indietro rispetto all’inflazione, da 20,25 anni a questa parte -, il sindacato, a livello di contrattazione, ha fatto in pieno il suo dovere, di grazia?
SESSO A SCUOLINA…
In settimana, sono uscite alcune disposizioni del Ministro Valditara sul mondo della scuola; in questo blog – i lettori abituali lo sanno bene – non c’è assolutamente opposizione preconcetta al suo operato, anzi: ed anche in questa occasione, definire norme più dure e cogenti per chi, per esempio, faccia violenza sul personale scolastico, è cosa in tutto e per tutto buona e giusta.
Quanto a ciò che è più impattante e divisivo – la questione di come offrire una decorosa educazione sessuale e sentimentale agli adolescenti – diciamo che invece ci sono luci (il fatto che nelle aule non potranno più entrare militanti, di fatto, delle teorie gender), ma anche ombre, e non da poco.
La grande novità è che – per quanto concerne questo tipo di argomento – le famiglie avranno libertà di scelta: e perché mai, di grazia? Ci sono (almeno) tre motivi, per essere contrari:
- si tratta di un precedente pericolosissimo: allora, da oggi in avanti, anche l’insegnamento per dire della Historia potrebbe essere messo in dubbio, visto che ogni docente ha le sue idee, le quali possono benissimo cozzare con quelle familiari (non fidatevi mai del docente avalutativo: non esiste, e per esperienza ultraventennale vi dico che, ormai, è grassa se i ragazzi si trovano davanti un professore davvero preparato, comunque la pensi);
- più entrano i genitori dentro la istituzione scolastica, peggio è: è la lezione dell’onda lunga del 1968 (del peggio, portato avanti da quel Movimento giovanile). Le famiglie devono collaborare, se del caso, non condizionare (vedasi anche una storica Sentenza della Cassazione del 2019, che sancisce il fatto che l’educazione scolastica può andare contro i sistemi educativi voluti dai genitori). Stupisce davvero che il Ministro – il quale non è certo un filo ’68, per capirci – voglia adottare una norma che resuscita il peraltro mai morto ’68, applicato alle aule scolastiche;
- esiste poi un elemento assai concreto, fatto di ore di lezione e di dindini (pubblici): come per la Religione, uno studente potrà dunque astenersi dall’essere educato su questi temi, se la famiglia lo mette per scritto. Ergo, nell’ora X, lui o lei dovranno avere garantita un’ora alternativa: e chi la paga, di grazia, se non il comune cittadino (proprio come per l’ora di Religione!)? Se del caso, l’ora che se la paghi la famiglia, la quale non vuole delegare allo Stato (non con i consulenti gender, si ripete) la educazione sessuale e sentimentale del figlio: delegandola, in tutta evidenza, o Onlyfans e Youporn…
IL CONCLAVE INEUNTE
Il 7 maggio, partirà il nuovo Conclave, per eleggere il nuovo Papa: la grana del cardinale Becciu pare risolta (Spirito Santo, ovvero realpolitik? Ah, saperlo), e c’è un quasi generale ottimismo sul fatto che si tratterà di procedura veloce.
Ne siamo tutti lieti, per svariati motivi; ne aggiungiamo uno, solo accennato nel pezzo sulla morte di Papa Francesco (sulla cui eredità, con la dovuta calma, si ritornerà, ovviamente): sia per l’esposizione della salma, in San Pietro; sia per il funerale, con annessa “trasferta” di 6 km. in Santa Maria Maggiore (ormai San Pietro bis); sia per tutto lo svolgimento del Conclave, con tutti gli annessi ed i connessi; sia, infine, per il momento della fatidica fumata bianca, che mobiliterà masse notevoli di credenti, chi pagherà il conto?
Ad occhio, si parla di milionate e milionate di euroni; la cosa più stimolante – lo diciamo con amarezza – è che nessuno, a livello politico, si pone neanche il problema: lo Stato (laico) Pantalone deve pagare, zitto e mosca (con la “m” minuscola). Non esiste più – fatecelo ripetere – non l’anticlericalismo ottocentesco, che sarebbe anacronistico; ma non c’è neppure il senso del denaro pubblico: se c’è da spendere per la difesa (cifre più alte, certo), giustamente si accende il dibattito, e ci si infervora tutti, in un verso o nell’altro; se c’è da spendere per il Vaticano, invece, non si apre neanche il dibattito. Tutto coperto dal Concordato? Forse non proprio, ed in ogni caso una revisione concordataria c’è già stata (1984, Governo Craxi), magari si potrebbe pensare di ripeterla…
In Sala storica, comunque, per chi vorrà ci sarà la possibilità di stare aggiornati al meglio sull’argomento: giovedì 8 maggio (17,30, as usual) la vaticanista di grande esperienza Maria Antonietta Calabrò ci parlerà – introdotta dallo scrivente – del suo “Il trono e l’altare. Guerra in Vaticano” (Cantagalli), pubblicato ovviamente ben prima della morte di Bergoglio: un appuntamento davvero da non perdere, come anche quello della lectio di Achille Mirizio (“Papa Francesco: una prova di bilancio consuntivo”), in programma il 19, verosimilmente a nuovo Pontefice eletto…
Ps 1 In attesa del ritorno di Sinner a Roma – e sapete come la si pensi, su di lui -, segnaliamo maximo cum gaudio l’ingresso nella top ten mondiale di Lorenzo Musetti (uno di quelli che andò alle Olimpiadi, invece di sentirsi male subito prima): ne siamo davvero lieti, per lui e per tutto il tennis italiano.
Ps 2 Felicitazioni a Sofia Saletti, da qualche settimana nuova Presidente del Centro guide senesi, dopo il periodo di “regno” della attivissima Federica Olla; letta l’intervista della Saletti sulla Nazione di ieri, segnaliamo volentieri l’attenzione della neo Presidente per l’interazione fra turisti e residenti: le guide – almeno quelle senesi – si impegneranno sempre di più, per esempio, nel fare mantenere ai loro clienti lo spazio giusto delle vie cittadine, lasciando passare i residenti, senza bisogno della ormai consueta gomitatina di ordinanza, in certi luoghi e certe ore. Sembra poco, ed invece non lo è affatto.
Ps 3 Si chiude con un po’ di sana autopromozione: da domani – per 4 sabati consecutivi, con ritrovo alle 9,45 al Palazzo delle Papesse – lo scrivente guiderà chi lo vorrà attraverso 4 Passeggiate che illustrano il cruciale periodo storico che la Repubblica di Siena affrontò, prima di terminare la sua corsa, nel 1555; si parte, domattina, con la Passeggiata dedicata alla visita di Carlo V a Siena (aprile 1536): fra le fermate, Porta Romana, il Campo, Piazza Postierla e la Cattedrale (esterna).
La sconfitta nella guerra che vogliono farci festeggiare per forza e che si ostinano a chiamare ‘liberazione’ nei libri di scuola e di storia del resto del mondo si chiama ‘occupation of Italy’.
Gentile prof.,nella sua carriera di docente ( o per sentito dire da altri) quante volte è stato in una contrattazione?
Quante volte ha avuto a che fare con suo superiore( es. Il “preside”) su questioni non personali ma generali sapendo i partenza di essere in posizione subalterna?
Forse sarebbe meglio prima di giudicare il sindacato informarsi o vivere in prima persona certe esperienze, altrimenti si rischia di fare come quegli zerbini di s ribacchini di libero e verità, mancando di rispetto a chi si impegna con il muore e con i denti per difendere i diritti ( e i doveri) dei lavoratori!
Con ammirazione e rispetto
Olindo Cellai
Caro Olindo,
per intanto grazie per il tuo contributo, cha ha il quid pluris di essere firmato con nome e cognome.
Mai stato impegnato in una contrattazione, quindi su questo posso dire nello specifico ben poco; in ogni caso, so bene che ci sono fior di sindacalisti i quali, dal basso, si impegnano in concreto per i lavoratori: fammi però ripetere che, se i salari sono quelli che sono (da quando iniziai ad insegnare, 25 anni fa!), un po’ di responsabilità ce la dovrà pur avere anche il sindacato…
L’eretico
Ma scusi, allora mi elenchi quali siano tali responsabilità! Le spiego in sintesi :
In una contrattazione si contratta, si negozia su come attingere a delle risorse, su quanto poter attingere in equilibrio con le altre parti sociali e infine su come distribuire tali risorse. Spesso si ha a disposizione cifre irrisorie, mini ali messe a disposizione dal governo; nei casi estremi si procede alla proclamazione dello sciopero e , almeno prima dello sgoverno renzi, si trovavano degli aggiustamenti, seppur minimi.
Dal rignanese in poi gli scioperi non sono stati ascoltati( anzi, pretesto x risparmiare il salario di una gg di lavoro al prezzo di un disservizio) e si è proceduto senza guardare né ascoltare. Inoltre alcuni sindacati hanno accettato i diktat governativi al ribasso( per poi accompagnare la meloni a giro)!
Mi creda, non scriva di ciò che non conosce, ho stima di lei( pur non condividendo molte delle sue lettere) e abbia rispetto di chi si spende x gli altri.
Con rispetto
Olindo cellai
Ps.dovrebbe essere obbligatorio registrarsi e firmarsi!
Caro Olindo,
prima di chiudere la questione, ti dico che il rispetto per “chi si spende per gli altri” – a livello sindacale, ed in altri ambiti – lo aveva già evidenziato nel mio pregresso intervento, che ti invito a rileggere.
Non so a quale sindacato tu appartenga (penso sia facile trovare informazioni on line, ma la cosa adesso non mi interessa), ma non posso non notare che sei stato tu stesso ad evidenziare come il sindacato in generale (alcuni sindacalisti) non tenga un atteggiamento sempre, a prescindere, corretto: “per poi accompagnare la Meloni a giro”, dopo avere accettato accordi ribassisti…
L’eretico
Non è che l’azione dei sindacati è sempre meno efficace perché i vertici usano sistematicamente il sindacato per le loro future cartiere politiche ed i lavoratori cominciano a rendersene conto?
TUTTI i segretari della Cgil hanno fatto carriera politica (parlamento e ministeri) e praticamente sempre con lo stesso partito…
Sul 25 aprile/ 1 maggio concordo pienamente con te.
Aggiungo che trovo molto inappropriato lo sventolio della bandiera palestinese anche in queste occasioni.
Sul ruolo del sindacato, la mia esperienza lavorativa – 36 anni in MPS – mi fa esprimere un giudizio molto critico e non (del tutto) positivo.Per cui quando si giudica il Sindacato riterrei che si debba partire da una posizione più oggettiva possibile, non aprioristicamente negativa ( come il sig.Cellai pare attribuire agli scribacchini di Libero e verità) né aprioristicamente positiva ( come pare evincersi da quanto il sig. Cellai .
Fausto