Eretico di SienaShoah: un popolo che disse di no - Eretico di Siena

Shoah: un popolo che disse di no

- 27/01/14

Giornata della Memoria, dedicata alla Shoah (partiamo dalle parole: questo è quella giusta. “Olocausto” è del tutto generico, e la Storia ne è trabocchevole: la specificità assoluta dello sterminio degli ebrei è data SOLO dal termine “Shoah”, dunque).

Come detto e scritto non so più quante volte, anche sulla data c’è da eccepire, e non poco: il 27 gennaio è una data ecumenica e soprattutto autoassolutoria per le colpe (imperdonabili) dell’Italia fascista; come infatti Furio Colombo – paladino della Giornata – pretendeva, la data doveva essere il 16 ottobre, per ricordare il rastrellamento del ghetto romano, nel silenzio del Vaticano e non solo; il 27 gennaio – liberazione di Auschwitz Birkenau da parte dell’Armata rossa staliniana – è data certo più comoda e consolatoria, ma, appunto, alquanto più autoassolutoria.

Celebrare il 27 gennaio, comunque, vuol dire farne la storia: e se nel profluvio di materiale sul 27 gennaio esce qualcosa di effettivamente nuovo ed importante, ben venga. Quest’anno dobbiamo salutare con entusiasmo un libro appena uscito, capace di aprirci una visione delle cose, per noi italiani, inedita: ci fu un popolo, quello danese, che concretamente si ribellò alla barbarie nazista (aiutato, incredibile dictu, da un pezzo grosso delle SS!). Già conoscevamo il caso bulgaro, ma in quel caso il rifiuto (lodevolissimo) della Shoah avvenne più che altro dall’alto.

“IL POPOLO CHE DISSE NO. La storia mai raccontata di come una nazione sfidò Hitler e salvò i suoi compatrioti ebrei”, di Bo Lidergaard (traduzione di Giuseppe Maugeri, Garzanti, pagg. 440, 22 euro) proprio questa realtà ci mostra: la Danimarca era preda di un’occupazione relativamente soft da parte dei nazisti, che avevano lasciato al potere la monarchia (Cristiano X), e si accontentavano di controllare il vitale stretto di Oresund e l’agricoltura danese. Niente a che vedere con l’occupazione norvegese, con il collaborazionista per antomasia Quisling.

Il Fato volle che in Danimarca ci fosse un alto ufficiale delle SS, tale Werner Best, con forte ascendente su Eichmann, il quale Best pensava che “gli ebrei della Danimarca stavano meglio dispersi per le città della Svezia (che era neutrale, Ndr), che ammassati nei ghetti di Boemia o nelle camere a gas di Polonia”, scrive Sergio Luzzatto sul Sole 24 ore del 12 gennaio, recensendo il libro.

Ciò accadde in buona sostanza perché larghissima parte del popolo danese tendeva a considerare L’ALTRO il nazista, piuttosto che gli esponenti della comunità ebraica; cosa che per la maggioranza della popolazione, fino alla seconda metà dei Trenta, era valida anche per gli italiani. I quali, però, mostrarono la loro indole piattamente conformistica (servile?) ed incline a digerire tutto – proprio tutto – ciò che il Potere spedisce loro, trovandosi così, l’italiano medio, imbonito da una sorta di “corso accelerato di antisemitismo” che coinvolse media di regime (cioè tutti), scuola, università et alia.

Il medesimo, tristissimo, “corso accelerato”, in pieno stile Minculpop, che aveva fatto digerire e metabolizzare agli italiani l’alleanza con l’ex nemico austro-tedesco: lo stesso che, fino a 18 anni prima dell’Asse Roma-Berlino, falciava le prime linee italiane che si provavano ad uscire dalle trincee della Grande Guerra…

In Danimarca, settemila ebrei attraversarono dunque lo stretto di Oresund, arrivando, sani e salvi, in Svezia; in Italia, invece, i fascisti fecero a gara a collaborare con i nazisti nei rastrellamenti (con le dovute, e perciò splendide, eccezioni).

Perché in Danimarca il Terzo Reich non attuò la Soluzione finale, quindi?

Come ci suggerisce acutamente (ed amaramente) Sergio Luzzatto, “per una ragione molto semplice, insopportabilmente semplice: perché fu posto di fronte all’opposizione di un popolo intero”.

28 Commenti su Shoah: un popolo che disse di no

  1. Edoardo Fantini scrive:

    …in Italia, invece, i fascisti fecero a gara a collaborare con i nazisti nei rastrellamenti…(con le dovute e perciò splendide, eccezioni), Così scrivi, Eretico. Gli ebrei italiani nel 1944 erano fra i 45000 e i 47000 e tutti segnalati ai comuni e alle prefetture perché le leggi razziali ordinavano così. Primo Levi nel suo toccante e famosissimo ” Se questo è un uomo” a pagina 17 riporta che i deportati nei campi di sterminio tedeschi furono 8000. Ti chiedo: se ” i fascisti fecero a gara” come mai non furono tutti i 45000 deportati in Germania?

    • Eretico scrive:

      Caro Edoardo,
      su altri aspetti della storia del fascismo apprezzo il tuo tentativo di equilibrare e circostanziare i luoghi comuni di certa vulgata resistenziale.
      Su questo aspetto – credimi – il fascismo è però davvero INDIFENDIBILE…

      L’eretico

      • Edoardo Fantini scrive:

        Caro Eretico, scusami ma non mi hai risposto del perché gli ebrei italiani furono deportati 8000 su 45000, con i ” ” fascisti che facevano a gara a collaborare coi nazisti ai rastrellamenti”. Quanto ai miei “tentativi” di equilibrare la storia del fascismo ti faccio notare che sono sempre accompagnati da precisi documenti ufficiali o leggi e, almeno per me, valgono più delle chiacchiere.

        • Guido Elia scrive:

          Il fatto che la difesa del fascismo si basi sempre su questioni meramente numeriche la dice lunga sulla sua difendibilità.

          La vera domanda è “perché quegli 8mila partirono”?

      • Boh scrive:

        Direi che gli italiani, più e al di là che il fascismo, sono indifendibili. Come del resto francesi, croati, norvegesi, ungheresi (anche se solo dopo l’occupazione del Paese). Invece, a quel che mi risulta (ma non sono esperto), un’analoga e ancor più coraggiosa azione di difesa si svolse in Bulgaria.

  2. giacobbe scrive:

    Penso che lezioni di storia, semplici, come questa debbano essere divulgate ad ogni pie sospinto nelle aule scolastiche, sove la sensibilità a certe tematiche può affiorare e , fuori dalla quale, da grandi, rischia di essere contaminata da metodi, non ideologie, che mirano alla riduzione dei principi e dei valori dell uomo.
    Garzie Raffaele

  3. Anonimo scrive:

    Un bell’articolo, anche anticonformista, visto che su questo tema è facilissimo scivolare nella retorica nazionalpopolare.
    E’ giustissimo stigmatizzare l’autoassoluzione strisciante, anche da parte di chi un tempo filopalestinese, e quindi sostanzialmente antisemita, magari potrebbe limitarsi, invece di strombazzare estemporanee iniziative di ogni risma e genere.
    Premerebbe, semmai, stigmatizzare l’antisemitismo diffuso di tutto l’occidente (e non solo) cristiano dovuto sostanzialmente al noto meccanismo di aggressione delle minoranze da parte di maggioranze in situazioni di criticità, oltre alla nota posizione della chiesa.
    Questa, infatti, vietando al cristiano di riscuotere interessi aveva di fatto demandato ai non cristiani, ebrei la professione di banchiere/usuraio (il confine è labile perfino oggi ..) rendendoli di fatto abbienti ed odiati. Talvolta evidentemente (come per le banche) anche con una certa ragione.
    Tutto ciò portava anche nella civilissima, nostra Siena a periodici roghi in piazza del campo, proprio accanto alla famosa verbena, perpetrati fino all’epoca napoleonica, come attestato dalle cronache dei cosiddetti moti del “Viva Maria”.
    Vergognamoci, quindi, anche un pò in proprio oltre che per gli altri.
    Certo che i tedeschi, more solito, avevano industrializzato ed organizzato da par loro questi abomini artigianali ….. ma anche i russi, che, liberando i campi, si offrivano al mondo come paladini della giustizia non erano certo da meno, ma le distese siberiane certamente offrivano una certa maggiore privacy …. sotto tutti gli aspetti.
    Acqua passata, per fortuna anche lì.
    Quindi, l’ultimo antisemitismo realmente oggi esistente è quello della jihad islamica perenne contro Israele.
    Movimento cagionato, anche se non giustificato, dalla costituzione in terre arabe dello stato di Israele stesso, in una sorta di esproprio internazionale, necessario a restituire agli ebrei una patria …
    Un pò come se da noi tornassero gli Etruschi e rivolessero Chiusi …
    Un antisemitismo di ritorno, legittimato in gran parte da posizioni filopalestinesi presenti in egual misura in quelle che un tempo furono destra e sinistra.
    Tutto ciò per dire: attenzione qui chi è senza peccato scagli la prima pietra ….. e qui la prima pietra non potrebbe proprio scagliarla nessuno.
    Quindi, suggerirei soltanto rispetto, silenzio e riflessione.

    • Guido Elia scrive:

      Essere filopanestinesi non significa affatto essere antisemiti, casomai antisionisti. E di quello, perdio, non ci si può vergognare.

      • Boh scrive:

        Sicuramente non è il suo caso. Molto spesso, tuttavia, l’anti-sionismo maschera un più becero anti-semitismo. Certo, i due fenomeni non sono immediatamente sovrapponibili; ma visto il passato a volte è meglio peccare per eccesso (di cautela).

        • Anoimo Veneziano scrive:

          Usare con la disinvoltura che fa lei i termini antisemitismo e antisionismo è esattamente la legittimazione delle politiche terroriste che lo Stato di Israele perpetra dalla sua nascita. Essere avversari, in tutti le sedi consentite, di Israele, contestarne le sue politiche e criticare, sebbene fuori tempo massimo, i principi che hanno portato alla sua nascita, NULLA ha a che vedere con l’odio razziale nei confronti degli ebrei. NULLA!

  4. Anonimo scrive:

    Capisco, in teoria, la sottile distinzione epistemologica ……

  5. wolf scrive:

    Al solito Fantini dico che in fin dei conti cosa sono “solo” 8.000 deportati!!!!! Sono solo alcune migliia di famiglie che hanno perso i loro cari per un fatto puramente razzista. Allucinante
    Allo stesso tempo dico che costringere gli arabi a vivere fuori dalla Palestina è come dire ad un Italiano di andare in Irlanda perchè anche lì sono cattolici….
    Mi pare che ci sia stato qui in Italia un signore che già qualche tempo fa e senza accuse di antisionismo o di sionismo abbia detto “Libera patria il libero stato…..”, mi sembra una tesi sempre largamente condivisibile

    • Marco Fattorini scrive:

      Un saluto

      Sono anch’io, assolutamente convinto.

      Ma a volte mi viene da domandarmi se lo stato (sia/sia stato) libero. Quanto (è/è stata) la chiesa.

    • Edoardo Fantini scrive:

      Leggi meglio il senso delle mie parole Lupo-Wolf: non so sostenendo che 8000 deportati non significarono sofferenza per loro e le loro famiglie, ma che se la Repubblica Sociale fosse stata sulla stessa linea della Germania in fatto di antisemitismo i deportati sarebbero stati tutti i 45000 ebrei residenti in Italia e non quegli 8000 ( meno del 20% sul totale) che riporta Primo Levi. Per completezza di informazione, ti riporto quanto si trova scritto sul sito “Brigata ebraica.org”: “E’ noto che la Brigata Ebraica, costituita da volontari ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto Mandato britannico, fu istituita da Churchill, d’accordo col Presidente americano Roosevelt, nel settembre del 1944, aderendo con una certa riluttanza alle molteplici richieste dell’Agenzia Ebraica che, fino dal settembre del 1939, aveva offerto l’appoggio della Comunità ebraica di Erez Israel allo sforzo bellico degli alleati.
      Ma facciamo un passo indietro. Il 29 agosto del 1939, due giorni prima dell’invasione tedesca della Polonia, atto d’inizio della II Guerra Mondiale, Chaim Weizmann, leader del Movimento Sionista, comunicava al Governo britannico, che, nell’imminenza di un conflitto con la Germania, gli Ebrei di Palestina avrebbero collaborato attivamente con la Gran Bretagna…” Bene, caro Lupo-Wolf questa brigata sbarcò in Italia con gli Alleati e insieme a questi combatté contro gli Italiani che difendevano la loro terra. Nonostante tutto i deportati, che senz’altro soffrirono pene inenarrabili, furono meno del 20%. Vogliamo continuare a paragonare l’antisemitismo italiano a quello tedesco?

      • wolf scrive:

        NON CONFRONTO DICO E RIBADISCO CHE ANCHE QUELLO ITALIANO FU SOLO E SOLTANTO UN’IMMENSA PORCHERIA, CUI IL FANTOCCIO CHE ERA LA R.S.I. PARTECIPO’ ATTIVAMENTE. — I TANTI EBREI NON DEPORTATI LO DEVONO ANCHE A TANTI ITALIANI NON FASCISTI CHE LI NASCOSERO E LI PROTESSERO (ESEMPIO GINO BARTALI) E A TANTISSIMI PRETI CHE LI AIUTARONO. DIFENDERE LE DEPORTAZIONI E’ COME DIFENDERE I GULAG DI STALIN, SEMPLICEMENTE IMPOSSIBILE

        • Edoardo Fantini scrive:

          Non ho difeso le deportazioni, ho ridimensionato il ruolo che ebbe in tutta la vicenda la Repubblica Sociale. I campi dove quegli sventurati andarono a morire erano organizzati e gestiti dai tedeschi e non dagli italiani: non significa niente questo?

          • Guido Elia scrive:

            Ma di chi erano alleati i tedeschi maremma impestata!

          • WOLF scrive:

            CHE LA R.S.I. STAVA LI’ SOLO PER FARSI SORREGGERE DAI TEDESCHI ED AVERE UNA SPERANZA DI SPORAVVIVENZA IN CASO, PER FORTUNA NON VERIFICATOSI, DI VITTORIA DI QUESTI ULTIMI. NON MI SEMBRA CHE CI SIA MAI STATA UNA PRESA DI POSIZIONE DELLA RSI CONTRO QUESTE DEPORTAZIONI, QUINDI CHI AVALLA HA LE STESSE RESPONSABILITA’ DI CHI COMPIE CERTE AZIONI. MA NON SI TRATTA NEMMENO DI AVALLO, IN QUANTO LE LEGGI RAZZIALI LE AVEVA SCRITTE E FIRMATE IL REGIME FASCISTA, ANCHE SE SOTTO DETTATURA. (C’E’ ANCHE CHI L’HA FATTO PRIMA DI QUALCHE NOSTRO BANCHIERE DI FARE ATTI SOTTO DETTATURA….)

    • wolf scrive:

      LIBERA CHIESA OVVIAMENTE…. SCUSATE IL LAPSUS

  6. Angeli Giovanna scrive:

    Non fecero in tempo ad ammazzarli tutti!
    “In Italia la persecuzione antiebraica alla quale il regime fascista aderì con le leggi razziali del 1938,portò fra il 1943 ed il 1945, all’imprigionamento del 27 per cento degli ebrei residenti nella penisola e del 96 per cento di quelli presenti nei possedimenti del Dodecanneso. Complessivamente furono 8.869 le vittime dell’oppressione antiebraica.
    Giacché se è vero che in altri paesi occupati come la Polonia,la Francia,l’Olanda,l’Ungheria, le dimensioni dello sterminio delle comunità israelite furono ben più elevate,è anche un fatto che la fase più cruenta della persecuzione non abbracciò l’intero arco della seconda guerra mondiale ma soltanto un periodo di circa venti mesi, segnato per giunta dal progressivo sfacelo dell’apparato bellico e di potere fascista e nazista” Da “oppressi ed ostinati” di Valerio Castronovo, da una ricerca storica riportata nel libro “Il libro della memoria, Mursia ed.).
    Consiglio la lettura di altro libro sull’argomento, segnalato tempo fa su questo sito: “Perché i tedeschi? Perché gli ebrei?” di Gotzly.
    Inoltre. di Marco Paolini. “Ausmerzen”, la soppressione dei deboli fatta dal Nazismo fin dal luglio 1933.
    Ricordo che il club Unesco di Siena e l’Amministrazione Comunale senese, nel 1955, anno internazionale per la tolleranza, dedicarono il centro sportivo dell’Acquacalda ad Anna Frank.

  7. Anonimo scrive:

    Caro Fantini, guardi che il “trucchetto” di accentrare l’attenzione su un dettaglio (8.000 deportati anziché tutti i 45.000 ebrei italiani)anziché sulla questione centrale (le leggi razziali, il collaborazionismo, il ruolo della polizia segreta fascista, ecc,) è l’

  8. Angeli Giovanna scrive:

    (seconda parte)

    Mi permetto di ricordare che la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, nel preambolo riporta: “considerato che il disconoscimento ed il disprezzo dei diritti dell’uomo hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità…”
    Il documento sarà anche in parte superato poiché nel tempo altri diritti (anche troppi!) sono diventati fondamentali, ma da qualcosa bisogna pure incominciare!
    Ho un bellissimo poster della Dichiarazione, col testo originale e la sua versione poetica, opera del prof. Roberto Gagliardi, che mi farebbe piacere regalare a persone mirate; il modo si può trovare.
    C’è anche un opuscoletto, sempre del documento, con la sua versione semplificata, adatto ai bimbi dalle terza elementare in poi.
    Infine, ricordo che il parco attorno alla scuola elementare “F.Tozzi” al Petriccio/Acquacalda, è stato intitolato “Ai ragazzi di Sarajevo” (a proposito di pulizia etnica e la vicenda della ex Jugoslavia è avvenuta recentemente, quasi in presa diretta! Ma il discorso si allunga…)

  9. Edoardo Fantini scrive:

    Cari Guido e Wolf, la Repubblica Sociale era alleata della Germania così come il Regno del sud (Italia) era alleato della Russia di Stalin: erano alleanze esclusivamente militari che iniziarono con la guerra e con questa finirono. Non erano improntate a null’altro, né al nazismo per metà italiani, né al comunismo per l’altra metà. Le leggi razziali italiane del 1938 colpivano gli ebrei sul lavoro, vietando loro gli impieghi pubblici e le libere professioni. Non riguardavano in alcun modo le deportazioni perché quelle ci furono con la guerra che scoppiò, per l’Italia 21 mesi più tardi. Caro Wolf, sei contento di avere perso quella guerra? Vatti a guardare il trattato di pace di Parigi del 1947 per vedere se ci hai guadagnato o rimesso.

    • WOLF scrive:

      AUTOGOOOOOOOOL!!!!!
      bastava non entrarci in guerra…. e chi ci è voluto entrare????

      • Edoardo Fantini scrive:

        Cao Wolf, per evitare lo scoppio della seconda guerra mondiale era necessario che nessuno Stato si sentisse troppo sicuro di vincerla e per ottenere questo, che nessuna Nazione avesse più armamenti delle altre (oltre operare una robusta revisione del trattato di Versailles, che aveva enormemente impoverito la Germania che, infatti, covava sogni di riscossa). Fu approntato un accordo di riduzione delle armi, il “Patto a quattro” detto anche “Patto Mussolini”: portava il nome di chi lo aveva ideato. Fu firmato da Inghilterra, Francia, Germania e, ovviamente, Italia ma per motivi che non possono essere affrontati qui, mai applicato. Fu allora che la Germania si armò secondo le proprie esigenze e in poco tempo dimostrò di essere la più forte potenza europea. Hitler aveva intenzione di riprendersi tutte le terre che aveva perso con la prima guerra mondiale: compreso il Tirolo, l’Istria e la Dalmazia e le zone Triestine, visto che il porto di Trieste era l’unico sbocco sul mar Mediterraneo che poteva avere l’Austria, ormai diventata Germania dopo l’Anschluss del 1938. L’Italia non entrò in guerra perché voleva avere dei territori altrui, ma per dimostrarsi utile ai tedeschi e così non perdere quelli propri nominati sopra. Era debole e i deboli non dispongono: fanno quello che sono costretti a fare. Andò così, né più né meno.

        • WOLF scrive:

          Ok sappiamo che l’Italia era debole, ma se si è coscienti di esserlo perchè sprecare risorse soldi e vite umane nella ricerca dell’Impero???? Poi che Impero. Forse era meglio rivolgere le proprie risorse a far decollare un’industria fatiscente, piuttosto che sprecare il tutto in megalomani espansioni territoriali. la guerra è voluto dire mandare truppe in Crimea, Libia, Grecia, Albania, quando a malapena c’erano risorse scarse, scarsissime per difendere il territorio nazionale. La guerra è stata persa in partenza dall’Italia, poteva vincerla la Germania e l’Italia avere un lecca-lecca come premio, ma con la proprie forze dove andava? Ma avrai comunque una giustificazione anche per questo comportamento, visto che il regime fascista era la perfezione in terra. Io detesto i regimi totalitari (destra e sinistra caro Fantini, io sono un democratico vero), ma se non altro Franco in Spagna (un altro Boia vero) si è dimostrato più furbo e meno megalomane del nanetto romagnolo.

  10. Angeli Giovanna scrive:

    Chi fosse interessato ad una copia della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” del 1948, testo originale e versione poetica, la può trovare presso la libreria Becarelli (Via Mameli,14/16). C’è anche un opuscoletto, ricopiato da “Avvenimenti”, che raccoglie leggi e decreti su “La difesa della razza”.
    L’interessante articolo di Castronovo Valerio, dal titolo “Oppressi e ostinati”, tratto da “La repubblica” del 9 giugno 1991, si può trovare anche in rete.
    Il pannello messo all’ingresso del centro sportivo dell’Acquacalda che spiega il motivo della dedica ad Anna Frank, è stato – tempo fa – sfregiato e preso a sassate. Non credo per razzismo, solo che anche certi cretini possono diventare pericolosi.

  11. Angeli Giovanna scrive:

    Mi scuso per l’invadenza, ma credo sia opportuno segnalare che qualche anno fa circolava in Europa un appello per emarginare i docenti universitari di religione ebraica e/o di nazionalità Israeliana. Forse si può ritrovare in rete.
    E’ bene ricordare quello che avvenne tanto tempo fa, ma sono convinta che sia necessario vigilare!

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