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Zibaldone: “Via delle vergini”

- 22/06/14

Uscito ad ottobre 2013, l’ultimo libro di Fausto Tanzarella è un giallo in pienissima regola, capace di farsi leggere e di sorprendere. “Via delle vergini” (Mauro Pagliai editore, 136 pagine, 11 euro) è l’ultima opera del Tanzarella: classe 1951, senese dal 1970, si autodefinisce “editor e scrittore”. Dopo avere scritto altri quattro romanzi tra il 1999 ed il 2011, è arrivato a questo libro, che trae il suo titolo – con un po’ di sana malizia eponima – dal luogo del centro storico senese in cui va a vivere, di ritorno da Milano, il protagonista: il senese, ma da anni a Milano, Sergio Quinti, 38enne montepaschino di grande fortuna con le donne (ma non interessato all’Amore). Il quale Sergio – e qui siamo di fronte al primo colpo di scena – del tutto casualmente scopre che la moglie dell’unico amico che gli è rimasto in città, la conturbante Daniela, ha un amante, frequentato in uno squallido hotel sulla Siena-Firenze.

Da quel momento, Sergio supera l’unico limes che aveva imposto al suo libertinaggio di lunga data: non toccare la donna degli amici.  Non solo il protagonista la tocca, come ne ha toccate decine di altre: se ne innamora pure, al punto di lasciare senza spiegazioni la donna (sposata) con cui aveva acceso la sua ultima relazione appena tornato in città (una vecchia fiamma, peraltro).

Del plot, altro dire non si può (e non si deve): se non che questo suo innamoramento lo porterà verso una grande messe di guai. Che non è assolutamente detto siano quelli che si possono prevedere…

La scrittura di Tanzarella è asciutta, essenziale, scarna, senza orpelli; il periodare è breve, essenziale: come ogni buon giallo comanda.

Ambientato nella Saena felix del 1988, non ambisce a offrire spiegazioni o esegesi socio-cultural-politiche sulla città o sul Monte: non avendo ambizioni in questo senso, non tradisce le aspettative.

“Nel giro di poche settimane l’uomo forte e sicuro di sé che ero stato per 38 anni era scomparso, sostituito da un ragazzino isterico che non riusciva a prendere le misure alla realtà”, scrive di se stesso (il romanzo è in prima persona) Sergio a pagina 101, a proposito del suo innamoramento per Daniela.

Certo, il romanzo di Fausto Tanzarella non è un inno all’Amore. Tutt’altro. Il messaggio – neanche troppo subliminale – è che i rapporti non sentimentalmente coinvolgenti siano, nel complesso, molto più fruttiferi di quelli ad alto contenuto sentimentale. E la figura di Daniela (dal ginocchio “asciutto” e “tornito”) non è sic et simpliciter quella della Eva tentatrice. Daniela è qualcosa, anzi molto, di più…

Avendo forse già troppo detto, qui mi fermo, d’improvviso: come anche il giallo di Fausto Tanzarella. Preludio ad un sequel?

 

Ps  Martedì – giusto per restare in tema di libri – sul blog troverete una recensione di un’altra opera letteraria: quella ereticale (“Mps Connection”). Quella, in effetti, qualche ambizione di spiegare la Siena attuale ce l’avrebbe.

Tutto lascia pensare che sarà una recensione entusiastica…

4 Commenti su Zibaldone: “Via delle vergini”

  1. anonimo scrive:

    L’ho letto anchev io, e devo confermare che il libro merita una lettura che tra l’altro scorre veloce!

  2. Fausto Tanzarella scrive:

    Grazie, siete buoni.

  3. Fausto Tanzarella scrive:

    Grazie. Siete generosi.

  4. Rossella Pignatiello scrive:

    Lo leggo quest’estate e lo faccio leggere…Asso-lu-ta-mente!

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