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La domenica del villaggio: la Marna, Napoli, La Rochefoucauld

LA BATTAGLIA DELLA MARNA

Esattamente un secolo or sono, nel settembre del 1914, si consumava la battaglia – la prima – della Marna, da un certo punto di vista la più importante della Grande Guerra. Il Blitzkrieg, la Guerra-lampo preconizzata dallo Stato maggiore tedesco e dal Kaiser fallì dunque sulle rive di quell’affluente della Senna, in quella prima parte di settembre di cent’anni or sono; e Parigi, mobilitandosi come ai tempi della Rivoluzione o durante le epiche giornate del 1830, riuscì a resistere ad un’avanzata che pareva davvero inarrestabile.

La Parigi di fine estate 1914 è la metropoli che resiste all’invasore: caso unico, nel conflitto 1914-1918; nella Seconda guerra, avremo Mosca, avremo Leningrado, avremo Varsavia, avremo Londra (sebbene solo dall’alto): ed in quel caso – 26 anni dopo – non avremo Parigi, che davanti alle Panzerdivisionen naziste non seppe opporre, nel giugno del 1940, alcuna efficace resistenza.

Torniamo a quel settembre 1914: ci fu un eroe, un salvatore della Capitale? Sì, ci fu: meno osannato di De Gaulle dopo il 1945, messo il più possibile in ombra da Joffre in quel 1914, il Generale Joseph Gallieni fu realmente il salvatore della Patria francese.

La sua cagionevole salute se lo portò via solo due anni dopo, nel 1916: non ebbe dunque la possibilità di assaporare la vittoria del 1918, né di diventare – chissà – un politico come capiterà a De Gaulle.

Resta, davanti alla Storia, il ruolo decisivo di Gallieni in quel decisivo frangente: quando – nonostante la salute malferma ed i 65 anni – seppe guidare la mobilitazione francese, con i fanti portati in trincea in tassì (!), unico modo per farli arrivare in tempo per fronteggiare le truppe tedesche (un esemplare di tassì usato in quell’occasione è visibile nello straordinario museo di Storia militare Les invalides, a Parigi).

 

PREMIO WALTER MARIOTTI:ROBERTA SERDOZ

Sempre difficile, scegliere il peggio del peggio: ma questa settimana la palma va a Roberta Serdoz, giornalista del Tg 3. Il suo servizio sui funerali del diciassettenne napoletano mostra – per qualche secondo – lo svenimento della madre del ragazzo: cosa aggiunge, quella immagine, dal punto di vista giornalistico-conoscitivo? Purtroppo, solo morboso voyeurismo del dolore (altrui): in buona sostanza, pura pornografia.

Tanto più grave ed indifendibile, se proviene da una donna che ha conosciuto l’invadenza morbosa della privacy familiare (propria), essendo, all’epoca dello scandalo, moglie del Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

 

LA MASSIMA DI LA ROCHEFOUCAULD

“L’interesse parla ogni genere di lingua, e interpreta ogni genere di personaggio, perfino quello del disinteressato”.

4 Commenti su La domenica del villaggio: la Marna, Napoli, La Rochefoucauld

  1. Anonimo scrive:

    A napoli sono scesi in piazza contro i carabinieri, perché non lo hanno fatto di fronte ad altrte vittime innocenti ammazzate dai camorristi? Due pesi e due misure?

  2. Anonimo scrive:

    La risposta è molto chiara e semplice: in molti quartieri di Napoli, il potere della Camorra è ancora più allettante di quello dello Stato. Consiglio di leggere il pezzo di Lirio Abbate sull’Espresso di questa settimana.

  3. Mandrake scrive:

    Ma quale futuro ci attende se ogni volta, immancabilmente, fra un delinquente ed un carabiniere, ad essere punito è sempre e comunque il secondo?

  4. Un Contradaiolo scrive:

    Ma se in questo Stato vengono date le armi alle forze dell’ordine e poi si condannano se sparano a qualche delinquente, ma come si fa ???
    Domani voglio fare una giratina con la moto fino al tartarugone, caricando i due figli e tutti senza casco e con l’assicurazione scaduta. Voglio proprio vedere che mi dicano quando passo dal Ponte di Romana.

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