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Natale ereticale: ingozzati, che ti passa (e Pierini, e Moran)…

- 25/12/14

Per noi pagani, il Natale ha un sapore indubbiamente particolare: siamo spaesati, inutile nasconderlo. A ben guardare, però, immersi in questo sincretismo pagano-cristiano cui tutti siamo debitori, qualcosa che ci accomuna c’è (a parte appunto il famoso Sol invictus, da cui il Natale deriva): l’orgia alimentare, continuata ed aggravata, di questi giorni.

Sempre più dilatata, tra l’altro: si arriva al 24-25 già a rischio sfinimento, giacchè se uno ha un minimo di vita sociale, si trova sul groppone almeno due o tre cene dicembrine di ambito prenatalizio, quando si arriva al giorno del Sol invictus (pardon, del Natale!).

Con il quale niente è concluso, sia benissimo chiaro: c’è il 26 dicembre, c’è il 31 con il cenone, poi il 1 gennaio, poi ancora l’Epifania, che tutte le feste (ma non sempre i banchetti…) porta via.

L’antropologo Marino Niola – su Repubblica dell’antivigilia natalizia – ci delizia con un pezzo proprio a quest’aspetto dedicato. Ne cito un ampio estratto, perché davvero lo merita:

“Cenoni pantagruelici e pranzi luculliani sono quel che resta delle orge alimentari del mondo antico. Delle vere e proprie liturgie della gola. Durante i banchetti orgiastici i partecipanti erano tenuti a bere e a mangiare in eccesso tutta una serie di piatti simbolicamente offerti agli dèi, ma golosamente consumati dagli uomini…i convitati erano tenuti ad assaggiare di tutto un po’, anche a costo di scoppiare. Allontanarsi dalla tradizione sarebbe stato considerato un sacrilegio, una messa in discussione del patto collettivo”.

D’altro canto, a tratti la Chiesa cattolica ha lodevolmente provato a porre un freno di discontinuità a questo andazzo: molti ricorderanno che Ciacco (VI dell’Inferno) era un goloso, un incapace di frenare i propri appetiti culinari. Si trattava però soprattutto di una condanna di respiro sociale, in un contesto di gravi o devastanti carestie: a livello teologico, poco si è puntato su questo aspetto della repressione dei desideri, da parte ecclesiastica. Vizio capitale, sì, ma senza sforzarsi troppo per reprimerlo: altri fronti erano (e sono) ben più cogenti.

Al giorno d’oggi, se Dante riscrivesse l’Inferno, di certo non inserirebbe un Canto dedicato ai golosi: veritas filia temporis, no? E va riconosciuto che l’unica istituzione – pur con tutte le clamorose contraddizioni del secolo – che almeno si attiva per organizzare qualcosa per chi ai riti orgiastici natalizi non può proprio partecipare, questa oggi è la Chiesa.

Il senso di colpa, al giorno d’oggi, ce l’abbiamo verso i dietologi, verso la bilancia, durante e dopo l’orgia: i nutrizionisti arrivano a dire che – se uno santifica le feste come la divinità comanda – si arriva in media a prendere circa tre chilotti in più. Tra l’altro, il trend di spesa di quest’anno è in clamorosa crescita: 2% in più rispetto al 2013, per una media di 180 euro a famiglia.

Pantagruel – il personaggio creato dalla penna di F. Rabelais nella prima metà del Cinquecento – verosimilmente non si troverebbe malaccio, nell’Europa di 5 secoli dopo: chissà come si divertirebbe, che fremiti avrebbe a seguire l’inondazione televisiva di programmi dedicati alla cucina ed al cibo. Il prossimo Presidente della Repubblica italiota, per essere in sintonia con la maggioranza degli italiani, dovrebbe forse essere un cuoco…

E sia detto che Marco Ferreri – con “La grande abbuffata” (1973) – aveva creato un film forse eccessivo, certo debordante ed inevitabilmente, volutamente volgare (“basta con i film di sentimenti, voglio fare un film fisiologico”, ebbe a commentare la sua opera), ma certo profetico: la società dei consumi, del consumo alimentare in primis, rischia l’autodistruzione, oltre a generare ingiustizia sociale.

Tanto basti, comunque:in questi giorni, dunque, onore a Cerere (dea dei cereali) ed a Dioniso (Bacco), di cui non c’è da puntualizzare la preferenza: festeggiamo tutti, pagani e cristiani insieme. Passate le feste, magari, diamoci una regolata: i pagani, più o meno, lo facevano (o almeno così ci piace pensare); noi, forse non ne siamo più capaci…

 

Ps 1 Il senese Marco Pierini da qualche tempo dirigeva la Galleria civica di Modena: uso l’imperfetto, perché si è dimesso. Come ricorda Tomaso Montanari su Repubblica di ieri, allorquando il Sindaco modenese ha deciso in modo unilaterale di creare un’esibizione di prosciutti ed aceto balsamico in una sede della Galleria (a proposito di cibo), lui ha fatto i bagagli. Chapeau, Marco!

Ps 2 Natale triste, per la scomparsa di Gordon Moran, lo storico dell’arte statunitense-nicchiaiolo, capace di passare con brio dall’analisi del Guidoriccio da Fogliano al servizio estivo alla Pania. L’avevo visto in Archivio di Stato la scorsa estate, l’ultima volta, ed era stato come sempre cortese ed affabile. Non so dire se la sua tesi sulla non autenticità (di Simone Martini) del suddetto Guidoriccio sia vera o meno, non essendomene mai occupato con cura; di certo, però, mancheranno, ai tanti che l’hanno conosciuto, la leggerezza e l’acume di Gordon: non ci sono da fare studi analitici, per immaginarlo…

18 Commenti su Natale ereticale: ingozzati, che ti passa (e Pierini, e Moran)…

  1. Senesediritorno scrive:

    buone Feste, Eretico….buone Feste a tutti
    in questa Siena così depressa e deprimente qualche “gozzoviglia” alimentare rimane forse una rivalsa del proprio ego verso chi su Siena ha banchettato e gozzovigliato oltre misura!!

  2. Mario Ascheri scrive:

    Beh, almeno non diranno che ci coordiniamo! Caro Raffaele, su Moran e la querelle Guidoriccio ci sono varie pagine che credo illuminanti nel mio “Dedicato a Siena”, che dovresti avere tra le tue letture ‘storiche’ preferite e di cui ho lasciato copia a Siena TV al Magrini, quando abbiamo fatto il breve ricordo a notizia della morte appena ricevuta!
    Ma in effetti è roba di 30 anni fa! Tu avevi i calzoni corti e pensavi ad altro di sicuro e giustamente. Ormai nessuno ricorderà più niente o comunque metà della popolazione senese non ne sa niente. Fu scandaloso che il comitato scientifico lasciasse fuori dal convegno proprio Moran, cui va (anche) il merito di aver fatto ritrovare il bellissimo affresco sottostante il Guidoriccio. A Siena fu fatta fare una figuraccia sulla stampa internazionale! Io stesso potei intervenire solo nel dibattito perché il sindaco Mazzoni della Stella che presiedeva si rese conto che sarebbe stato un altro motivo di polemica impedire anche a me di parlare. Odile Redon, studiosa di Siena troppo presto dimenticata, portò in modo equilibrato il caso Moran in Francia, ma la frittata era fatta. Come avvenuto anche in altri casi, l’Università di Siena (ossia un suo certo gruppetto di docenti, per essere più precisi) non si mostrò molto ‘liberal’ e solidale. A proposito del Pierini, la cui vicenda modenese mi ha trovato già da giorni solidale in FB, il suo libro su Simone cita il mio Dedicato a Siena, ma non lo utilizzò probabilmente perché gli storici dell’arte avevano finto di ignorarlo: è citato in bibliografia al 1986 (ma è dell’89) ele sue argomentazioni non sono richiamate. Habent sua fata libelli!

    • Lippo Memmi scrive:

      Caro Mario,
      mi dispiace contraddirti, ma il Guidoriccio è proprio di Simone Martini (e mi dispiace che tu continui a scrivere che non lo sia); a chi ne sa di storia dell’arte basta poco per capirlo, oltre al fatto che è pure opera documentata. La polemica di Gordon Moran ebbe tuttavia l’enorme merito di fare scoprire l’affresco sottostante, inaspettato capolavoro di Duccio; Moran era comunque uno dei tanti studiosi stranieri appassionati che i Senesi dovrebbero tenere di conto, perché ricordano al mondo la grandezza artistica, e non solo, della nostra città e che si dovrebbero perdonare – del resto siamo a Natale – quando commettono certi errori grossolani, che per chi si è formato sul campo sono in effetti imperdonabili.

      • daria gentili scrive:

        Quando è stata risolta,con certezza, la diatriba sull’attribuzione del Guidoriccio a Simone Martini? Mi era sfuggita la notizia.
        Da profano – e in memoria di Gordon – risulterebbe che i punti su cui si basa la tesi Moran siano tutt’ora oggetto di discussione ed analisi.

        Comunque mi piace ricordare non lo studioso, ma la persona gentile e semplice che d’estate amava, come tutti, cazzeggiare e fare due chiacchere in società del nicchio davanti a un buon bicchiere di vino. Grande persona!!!

      • Mario Ascheri scrive:

        E’ sempre piacevole colloquiare con Lippo Memmi, ma lui forse è di parte!
        Io sono sempre pronto alla discussione: ma prima bisogna leggersi per favore le pagine relative in Dedicato a Siena, che naturalmente Raffaele non aveva presenti. Non si lede l’arte senese, né Simone. Anzi la mia ipotesi è che sia stato fatto nel suo culto, una 50ina di anni dopo… ma con il condottiero in vita è – a parte gli argomenti di Gordon – difficilmente proponibile. Se ne riparla più distesamente quandosi vuole: perché non nel Nicchio con Duccio Balestracci moderatore?

        • Lippo Memmi scrive:

          perché no? a risentirci con il nuovo anno, adesso me ne vado per qualche giorno a nord (purtroppo non nell’amata Avignone, ma in zone più montane).

      • Groppone da Figulle scrive:

        il problema è che è talmente brutto, quel cavaliere obeso dalle doppie trippe (uno magari pensa alla figura eterea del “cavaliere del cigno”, figliolo di Parsifal, di wagneriana memoria), che è facile attribuirne ad altrui la paternità.

  3. ps1 scrive:

    Ps1: Marco Pierini ha colto la palla , anzi il prosciutto, al balzo per sottrarsi ad un incarico di fatto , per lui, marginalizzante. Prospettive: diventare responsabile del polo Museale senese, Sms compresa. Almeno speriamo sia così, le competenze ci sono.

    • mah...magari ! scrive:

      A siena uno competente a dirigere qualcosa ???
      Mmmmmmm……
      Spero per lui e per noi

      • magari davvero scrive:

        ma chi lo paga? Non mi risulta che in Comune ci siano i soldi per assumere una figura simile, perché ci sono da mantenere gli amici degli amici assunti negli ultimi decenni: le competenze scarseggiano, ma la durezza trionfa; perché allora non riciclare qualche testa nel cantiere della Siena-Grosseto? Certe chiorbe sono talmente dure che sarebbero utili solo a trivellare le montagne!

  4. anonimo scrive:

    Caro eretico
    Quando leggerai, questo mio post, avrò gia passato il confine. Come a volte ti ho lasciato intravedere non vedo il 2015 al suon della ripresa. Anzi lo ribattezerei, come meteorologi hanno batezzato questo inizio del freddo. Ivan il terribile, che da uno scacco matto fuori misura.
    Ma non ce la prendiamo perché dopo l’inverno segue la spring. Anche se sara un
    risvieglio con un mondo un po diverso. Ma ci si abitua a tutto.
    Un saluto e ci risentiremo a primevere.

  5. Giorgio scrive:

    Caro Eretico, ti ringrazio per aver ricordato la figura di Gordon Moran. Persona cortese, competente, disponibile e, soprattutto, modesta e onesta. Ho avuto il piacere di conoscerlo, mi sembra nel 1986, durante il grande convegno internazionale (allora Siena era al centro della vita culturale italiana e non solo) su Simone Martini, che si tenne nella sala del Mappamondo con la partecipazione dei più famosi studiosi provenienti da tutto il pianta. Moran fu trattato come un pezzente da alcuni spocchiosi e presuntuosi storici dell’arte (altri lo ammirarono), di casa nostra. Non gli perdonavano di aver messo in dubbio le proprie attribuzioni basate sull’analisi di stili, colori e pennellate. Moran controbatteva con attente e approfondite analisi e ricerche di archivio, ben documentate e provate. Non lo volevano neppure far partecipare al convegno e fu solo grazie alla forte personalità dell’Assessore alla Cultura di allora che a Moran fu data la possibilità di esporre le proprie tesi e le approfondite ricerche effettuate. La presunzione e l’arroganza di alcuni “baroni” del nostro Ateneo in quel contesto furono, nei confronti di Moran, veramente al limite della decenza. Ci furono per la verità anche numerosissimi studiosi che ascoltarono con estrema attenzione le argomentazioni di Moran, apprezzandole e rimettendo in discussione l’intera attribuzione del Guido Riccio. Come giustamente doveva essere a fronte di nuove scoperte documentali. Ma per alcuni veder messa in dubbio la propria capacità di critica era insopportabile. Un ricordo ad un grande onesto e modesto uomo di cultura.

    • Mario Ascheri scrive:

      Caro Giorgio,
      è sicuro che Gordon poté alla fine parlare? Non mi ricordo bene (30 anni), bisognerebbe ritrovare gli atti. Si vede che il clima era tale che è come se non lo avessero fatto parlare: così ho memorizzato. Lei ha gli atti a portata di mano?
      Grazie!
      A ps1 preciso che abbiamo in prima battuta tentato di farlo prendere dal Corsera nazionale e perciò anche, dolorosamente, abbiamo tagliato il richiamo al Fabio Bargagli Petrucci e alla Mostra dell’Arte antica Senese: il pezzo era troppo lungo (ci bastava che lo mettessero nelle Lettere del nazionale). Alla fine abbiamo chiesto ospitalità a Firenze e devo dire che l’Ermini gli ha dato una bella evidenza. Un 15 giorni fa un appello vi era già stato pubblicato a firma Barzanti. Per quel che ho capito la Regione darebbe ogni anno 10 milioni per programmi concordati di investimento. Speriamo che si possa arginare la passione dell’effimero. Si capisce che gli esercenti già penalizzati dalla crisi puntano agli ‘eventi’. Bisogna spiegare a tutti che una cosa sono gli interventi per il turismo e spettacolo, alti sono quelli per le strutture, per il futuro. Io ho studiato un esempio didattico. E’ un po’ come la storia delle pensioni: dobbiamo mettere da parte ora, non consumare troppo noi, per il futuro dei nostri figli. Il problema SMS è che manca, se ben capisco, il progetto politico-culturale analitico e si perde tempo con le forme giuridiche: per preparare qualche ‘posizione’ ben retribuita come avvenne con la Biotech?
      L’articolo l’ho caricato nel mio Facebook, come quello sulla Nazione di ieri sulla Maestà. La scritta di cui vi parlo potrebbe essere del restauro del 1321, ma la sostanza non cambia. Vuol dire soltanto che non potremo mai sapere che iscrizione c’era nel 1315.
      Visto che ho la parola, finisco: in Facebook, da qualche parte c’è anche un dibattito sull’assemblea di Palazzo Patrizi (forse basta connettersi al sito mio o di Romolo Semplici o di Pierluigi Piccini o Pasquale D’Onofrio, gli intervenuti.
      Ultimissimo: auguri a tutti!

  6. ps1 scrive:

    Leggo a fine giornata quanto scritto, sulle pagine fiorentine del Corriere, a proposito di un migliore utilizzo del nostro patrimonio artistico a iniziare dal Sms. Un appello-proposta sottoscritta dal prof.Ascheri (padre) e da altri illustri concittadini accomunati dall’unico denominatore che è, mi par di capire, l’amore per Siena.
    Dispiace, anche se nell’incipit è spiegato il perchè, leggere questa sorta di manifesto che potrebbe davvero essere, come lasciano intendere gli autori, la pietra angolare sulla quale, faticosamente, ricostruire dalle macerie lasciate da avidi ed ingordi; dispiace dicevo leggere tutto questo su un quotidiano che di senese, salvo un pizzico di lastre nel dna del direttore, davvero ha ben poco . Mi consolo col fatto che quelle pagine fiorentine siano lette (almeno lo spero) dal nostro fiorentinissimo primo ministro che tutto può (se vuole). Tuttavia , e mi rivolgo al prof.Ascheri (stavolta figlio)non sarebbe male dare a quel’appello-proposta una continuità locale. I firmatari sono tutte persone di grande qualità e prestigio, ormai lontane dalla dalla politica politicante (anzi qualcuno proprio non ci ha mai messo piede). Forse la città ha bisogno soprattutto di queste (e/o altre) persone non etichettabili, terze si direbbe; e comunque da qualche parte si dovrà pur cominciare. Perchè non da qui?

  7. Mario Ascheri scrive:

    http://www.centrodi.it/scheda.asp?IDV=14507
    atti in offerta a 5 euro…per essere un libro di 30 anni fa o ne hanno stampati troppi o non è stato venduto, ahimè (per l’editore)

  8. Giorgio scrive:

    Caro Mario Ascheri, purtroppo non sono in possesso degli atti del Convegno su Simone Martini ma ricordo benissimo, perchè presente, di una lite furibonda nella sala del Buongoverno, tra l’Assessore Bianchini e Previtali (che capeggiava i denigratori di Moran), tra i quali vi erano anche Bellosi e Torriti, che portò alla decisione, presa dallo stesso Assessore, che presiedeva insieme al Sindaco Mazzoni il Convegno, di far parlare Moran. L’Arch. Bianchini se interpellato spero vorrà confermare. Giusto per la verità su un episodio che all’epoca fece molto discutere. Ricordo anche molto bene il Suo intervento che fu molto apprezzato (come sempre).

    • Renato Pisani scrive:

      Giorgio, Gordon non potè parlare al convegno, ma non potendolo zittire del tutto,trovò il modo, a margine dello stesso, di farsi ascoltare in una sorta di conferenza stampa improvvisata, fuori dai microfoni uffciali.
      Colgo l’occasione per ricordare Gordon con immenso affetto. Concordo con te quando dici che era un grandissimo studioso…uomo semplice, buono e onesto. Ciao Gordon… e grazie.

  9. PippoSanese scrive:

    Non è mia intenzione di riaprire una polemica per me oramai senza senso.Sono molto dispiaciuto per la scomparsa del professor Moran, a proposito del suo librettino e della tesi in esso sostenuta vorrei ricordare che uno dei massimi ,ed onesti, conoscitori d’arte italiani; Federico Zeri intitolo’ un articolo sull’argomento Guidoriccio : Ricciarello da Panforte.
    Tanto dovrebbe bastare. Che le autorità culturali (sic) e politiche non possano essere d’accordo e su i motivi che le costringono ad un ferrea difesa basta ripensara ad : Asssisi-Giotto-Cavallini. Buon Anno.

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