Eretico di SienaLa domenica del villaggio (pasquale): il declino del maschio europeo ( più 4 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio (pasquale): il declino del maschio europeo ( più 4 Ps)

- 06/04/15

Una rubrica monograficamente dedicata all’analisi dello stimolantissimo pamphlet del polemista francese Eric Zemmour “Sii sottomesso – La virilità perduta che ci consegna all’Islam” (Piemme, 2015; pagg.144, 14 euro; uscito in prima battuta nel 2006 in Francia, ristampato da Piemme all’indomani del gennaio di sangue parigino).

In questa Pasqua triste per i cristiani (ed anche per chi cristiano certo non è), in cui il Cristianesimo rischia di essere eradicato con la violenza dai suoi luoghi primigeni, può essere utile aprire un dibattito su questo aspetto.

A maggior ragione chi cristiano non è, deve dunque fare sentire la propria voce: gli integralisti si fermano soprattutto in altro modo (intelligence e uso dosato della violenza), ma anche la parola – sebbene in minima parte – può servire.

 

LA DEVIRILIZZAZIONE DELL’UOMO EUROPEO

Il libro della prestigiosa firma di Le Figaro (autore anche del recente, ed anch’esso fortunatissimo, “Le suicide francais”) è volutamente all’insegna della trasgressione rispetto al canone del politicamente corretto, ed indubbiamente non pochi passaggi sono tacciabili di misoginia (quantomeno secondo, appunto, i canoni del politically correct): ma Zemmour, in realtà, attacca frontalmente più il maschio che non la femmina, dunque…

Questo processo di devirilizzazione dell’uomo europeo (europeo, e francese in particolare: perché i maschi targati USA hanno già assaggiato la devirilizzazione – secondo Zemmour -, ma poi sono tornati ad essere virili come una volta) è tutto racchiudibile all’interno del “secolo breve”, con formidabile accelerazione dopo le non radiose giornate del maggio 1968.

Ascoltiamo questo passaggio del libro, uno, direi, dei più chiari del pamphlet:

“Questa vecchia dicotomia tra mamma e puttana, la modernità la rigetta con orrore. “Non sono né una puttana né tua mamma”, ci dicono in faccia le nostre compagne di oggi. Cosa sono? Delle donne, rispondono con forza (…).

A Versailles, alla corte del Re Sole, i mariti che usavano gesti di tenerezza e cenni d’amore venivano messi in ridicolo. Nella società moderna, se una coppia confessasse che la propria relazione poggia su valori diversi dall’amore – interessi, amicizia, religione, bambini – verrebbe derisa (pagina 71)”.

Il polemista francese utilizza – come è giusto che sia – continui riferimenti storico-letterari ascrivibili alla sua Francia; avrebbe forse potuto permettersi uno sconfinamento nella classicità omerica (o presunta tale): è evidente che il suo concetto di virilità si modella sugli archetipi di un Ettore (guerriero sublime, pater familias impeccabile) o, forse ancora di più, su quello del Pelìde Achille (guerriero sublime ed insaziabile, conquistatore instancabile di maschi e femmine).

La figura negativa, l’archetipo nefasto potrebbe invece essere Paride, prototipo del personaggio che, per i suoi capricci di cuore, mette concretamente a rischio la stabilità e la esistenza stessa della sua famiglia e del suo popolo.

Ed arriviamo alla devirilizzazione (o femminizzazione) di oggi, con conseguente legame con l’Islam vincente (nel senso di un maggiore appeal verso masse di giovani, magari nati e cresciuti nell’Europa opulenta e accogliente).

Diamo ancora – come è giusto che sia – la parola all’autore, il quale, a tal proposito, cita un antropologo (Malek Chabel):

“Rimango sempre stupito dalla forza di convinzione dei convertiti cristiani all’islam. Cosa ci trovano? Una virilità e una sicurezza che nel cristianesimo non c’è più…

La forza di Gesù, ma anche il suo tallone d’Achille, è di avere promesso una religione di bontà, di misericordia, ma anche di sofferenza. Se prendi uno schiaffo, porgi l’altra guancia; è una religione indulgente. In Oriente, sono virtù femminili. Cosa propone Maometto? Un rafforzamento del patriarcato, anche se rispetta le donne e ne migliora le condizioni (ovviamente rispetto al contesto pre-coranico, Ndr). I valori forti, come la forza, la guerra, non vengono messi in discussione. Religione maschile per definizione (pagg 141-142)”.

Riflessione pasquale, dunque: due monoteismi su tre (Islam ed Ebraismo) non rigettano, nemmeno a parole, la violenza e la implacabile vendetta; l’altro grande monoteismo, quello Cristiano, per tabulas l’ha sempre rigettata, e dal 1870 in avanti (pur con l’ambiguità pesante della Grande Guerra, in cui l’appello di Benedetto XV non arrivò certo all’inizio delle ostilità) non lo pratica effettivamente più, se non con eccezioni locali (gli ustascia croati, per esempio).

Assisteremo perciò al ritorno di un Cristianesimo battagliero, guerriero, sulle insegne di San Michele, per cercare di equilibrare le sorti con gli altri due monoteismi?

Interrogativo fra i più stimolanti che il futuro ci potrebbe riservare…

 

Ps 1 Una visita al Museo fiorentino del Bargello (massimo museo italiano di scultura) è sempre da raccomandare (fra le chicche, un enorme “Oceano” del Giambologna, in marmo: quintessenza della fisicità cinquecentesca). Oggi c’è un motivo in più: all’interno del Bargello, c’è la mostra temporanea “Medioevo in viaggio”.

Abbagliato dalla pubblicità, lo scrivente c’è cascato in pieno: in realtà, sono solo due stanze, con materiale neanche tutto così interessante (a parte una tavoletta eburnea trecentesca con Luigi IX, il Re-Santo, che raccoglie i resti dei cristiani massacrati a Sidone durante la VII Crociata). Indovinate chi l’ha organizzata, una cosa così furbetta? Civita-Opera laboratori: vi meravigliate?

Ps 2 Da non perdere, invece, il pregevole “La scelta”: tratto da un’opera minore di Pirandello (attualizzata nell’ormai onnipresente Puglia), il film di Michele Placido ha il merito precipuo di raccontare una storia più che scabrosa con tocco delicato e improntato ad umana credibilità. La sorpresa positiva? Ambra Angiolini, protagonista femminile; e con gli anni, anche Raul Bova – inquieto e combattuto protagonista maschile – ha imparato a recitare come si deve.

Ps 3 Cosa mangiò Gesù in occasione dell’ultima cena? Secondo gli ultimi studi (L. Colonneli, “La tavola di Dio”, Clichy): erbe amare, una salsa chiamata charoset, agnello arrosto, pane azzimo. Il tutto, innaffiato con vino. Del quale, purtroppo, più non è dato sapere…

Ps 4 Paese che vai, usanza che trovi. Giappone, Kawasaki (ne scrive il Venerdì di Repubblica): mentre noi celebriamo la Pasqua, loro celebrano la “Festa del pene di ferro” (Kanamara Matsuri). Il rito risale al secolo XVI, durante l’infinito Medio evo nipponico.La città giapponese viene invasa da falli di tutte le dimensioni e colori. Chissà Zemmour cosa ne pensa…

17 Commenti su La domenica del villaggio (pasquale): il declino del maschio europeo ( più 4 Ps)

  1. anonimo scrive:

    Caro Eretico
    Stasera riparto, devo dirti che ho ritrovato la mia terra di un grigiore indescrivibile, con gente priva di ogni iniziativa costruttiva. Certo con la fine dei soldi facili, tutto è crollato. Di certo le iniziative degli ultimi trentanni non erano di nessun valore e la riuscita era dovuta ai soldi facili. Ora i soldi non arrivano piu e chi faceva certe iniziative è rimasto al suo posto e dimostra quello che sa fare …..nulla meno che nulla.
    Pultroppo non vedo futuro visto i nomi che si presenteranno alle prossime elezioni. Io consiglio al popolo di non andare a votare, perche’ forse con un forte astensionismo, qualche spezanza si apre……
    Riguardo al discorso lungo che ai fatto, ti voglio rimettere sulla retta via.
    Alla guerra si risponde con la guerra, con le armi e senza se e senza ma.
    Poi uno vince e uno perde e chi perde non esiste più.
    Questa è la guerra e se non si fa la guerra si è già perso.
    Un saluto e ci risentiamo il prossimo Natale

    • Magico Vento scrive:

      Condivido il commento dell’anonimo lettore riguardo al fatto che alla guerra o se vuoi all’offesa si debba rispondere in egual misura. Condivido meno il consiglio offerto su un’ipotetica ritirata strategica in vista delle prossime elezioni regionali. Ovvero in Toscana c’è chi si proverebbe ad offendere l’onestà intellettuale dei cittadini riproponendo candidato l’attuale Governatore che potrebbe domani essere obbligato, se eletto, ad un passo indietro nel rispetto dell’attuale legge Severino. E l’unica cosa che l’anonimo riesce a consigliare è “una ritirata strategica” in attesa di tempi migliori? Nossignori! Se all’offesa si risponde con l’offesa si vota altri anche se il voto ad altri significa semplice contestazione. O è voto di contestazione solo quello dato ai 5stelle?

  2. Paolo scrive:

    Tanti auguri di buona Pasqua a tutti; ottimo argomento di riflessione

  3. Lettore quotidiano del blog scrive:

    Caro Eretico, intanto complimenti vivissimi per questo articolo, davvero notevole e di ampio respiro culturale. Vengo subito al punto: secondo il mio parere (ho letto credo quasi tutti i tuoi libri e consulto ogni giorno il tuo benemerito blog) il tuo lavoro on line è insostituibile, però il meglio l’hai dato con i due romanzi Gli scheletri nell’armadio e Mps Connection. Questo si spiega con il fatto che l’ampio respiro culturale che si nota nei romanzi (più negli Scheletri, ma anche i richiami manzoniani nel secondo) non può entrare nella quotidianità del blog, se non in pezzi come questo.
    Quando vorrai, mi piacerebbe avere una tua riflessione su ciò che ho scritto.

  4. Eretico scrive:

    Rispondo ovviamente volentieri al lettore, che ringrazio per l’attenzione dedicata agli eretical libercoli.
    Il libro che sto scrivendo attualmente (temo fino a Natale non uscirà) è un romanzo: posso solo dire che invece che rivolto ad un passato prossimo o al presente, è ambientato in un futuro prossimo. Immagino Siena nel 2019, per capirci: in modo personalissimo, si capisce…

    L’eretico

  5. Simone Poli scrive:

    Caro Raffaele

    la virilità senza ironia è una forza che non libera (almeno dalla retorica).
    Tanto che l’autoironia oggi è l’unica forma di serietà accettabile (dare un senso al senso, superando il ridicolo).
    Un mafioso non sarebbe un mafioso se avesse questa peculiarità.

    Se poi la sottomissione significa avere un baricentro basso e quindi più stabile: ecco che la femminilità diventa la vera forza.
    Non è un paradosso della donna mobile (versione melodramma) : è che il loro centro di gravità noi ce lo sogniamo.

    L’ironia nasce dal sacrificio : sacrifico innanzitutto la sicurezza del dogma.
    Sacrifico la regola (Antigone).
    Sacrifico anche il narcisismo.
    Rimango con la nuda intelligenza, rivestita dal sentire.
    Se scelgo infine il sentimento dell’autoironia, come abito mentale, sarò immune dal potere.
    Perfino quello costituente : quello che detta la regola delle regole.

    Sappiamo che il potere sostanziale è sempre stato quello economico (declinato oggi dalla Cina e dal turbocapitalismo).
    Il potere formale invece assume un ruolo odierno di mera finzione (possiamo parlare di primato della politica?).

    Sappiamo benissimo che una regola non degna di essere rispettata è una regola che andrebbe abolita.
    La legge argina il caos, benissimo.
    Ma una pessima legge ti fa rimpiangere l’anarchia (il gioco delle parti).

    La forza del maschio (venuta meno) è l’assenza di una regola (potere costituente e costituito) degna di essere rispettata.

    Il maschio è debole perché non è credibile.
    Il maschio è debole perché non è autorevole.

    Come scriveva bene qualche giorno fa Michele Serra chi non ha fatto le barricate sul Porcellum non può farle sull’Italicum (non è credibile).
    Questa del potere come fine a se stesso e non come strumento per fare, realizzare od organizzare una visione : è la vera debolezza.

    Se guardi la Merkel vedi una donna che difende gli interessi della Germania (che ancora non coincidono con gli interessi dell’Europa). Vedi uno stile, un rigore “virile”. Vedi una finalità che trascende la sua volontà di potere.

    La vedi al servizio di una visione (ed è una donna).

    Il declino del maschio in Italia è il declino della nostra classe dirigente (che infatti vede solo il proprio potere).

    E non lo sa usare se non per la propria conservazione.

    Qualcuno ha fatto notare che le moderne inchieste sono diventate appannaggio dei romanzi.(Auguri per il nuovo).
    La realtà contemporanea può essere descritta soltanto con la narrazione.

    Ma possiamo dire ancora di più.
    Prendi “Sottomissione” : il testo che hai recentemente presentato.

    “Sottomissione” funziona come una favola per adulti .
    Lo scenario verosimile colpisce la nostra infanzia emotiva.
    L’esito Lolita – non ne vedo altri – è una ricompensa che subordina (mamma, puttana , ma intanto è il padre che si occulta…).

    Tutto accade senza resistenza.
    L’opportunismo del maschio mantiene un potere che non risponde più alle finalità che lo hanno legittimato.
    E’ un potere costituente destinato a permanere come tale : e pertanto arbitrario.
    Non arbitro come la Costituzione , ma arbitrio come il potere assoluto.

    L’Islam irrompe senza fare notizia.
    L’autocensura è il primo portato costituente.
    La prima norma effettiva.
    La rinuncia di chi non vuole vedere la realtà : la rinuncia all’autonomia.

    Aleggia sui protagonisti una tradizione che tradisce (lo spirito occidentale).

    Tutto il contrario di quanto stabilito dai nostri costituenti : la sovranità non si esercita nei limiti e nelle forme: la sovranità non ci appartiene più.

    Da noi invece lo spazio pubblico non è divino; non è soltanto maschile.
    Ha una moglie che lavora (che cerca di essere indipendente).

    Nella famosa dialettica servo padrone la carne fresca (Lolita) è una gabbia dorata.

    “Sottomissione” pone questo dilemma.
    Non c’è la riflessione sublime sul senso del limite (autoironia).
    C’è solo una domanda cruciale e implicita : mi basta una Lolita per abdicare ?

    Perché difendere le istituzioni occidentali è come fare il padre della patria quotidianamente.

    Cedere alla Lolita (benefit del sistema religioso) è invece accettarne il potere carismatico.
    Una pedofilia mistica.

    Max Weber (nella sua monumentale e postuma Sociologia delle Religioni) accosta la predestinazione calviniana a quella musulmana.

    C’è un fatalismo che li accomuna, tanto che il credo non ha bisogno di un magistero unitario.
    Si cerca un magistero – paradossalmente – quando è la scelta ( la libertà, il contenuto, la sostanza) ad essere più importante della perfezione (l’eternità della forma).

    La favola che si sviluppa in “Sottomissione” diventa un romanzo di formazione per adulti.
    Una cronaca possibile.

    Dove però scompare la paura dell’adulto : di cosa ha paura il professore ?

    Il bambino invece sperimenta con la favola (riconoscendole) le paure più profonde.
    Le affronta con piacevole sfida : non c’è bisogno del lieto fine quando il finale non è più ignoto.

    Se accetto la responsabilità ne accetto il destino.

    A differenza del mito che ha un impatto luminoso la favola è la prima prosa reale dell’oscurità.

    La favola è un fondo di angoscia su cui cammina la coscienza nel suo farsi.
    Il dono è la presenza individuale (l’uomo e la donna sono più importanti dell’ istituzione).

    Riassumendo.

    Da noi ci sono i diritti inviolabili (individuali) che lo Stato riconosce (appunto), non istituisce.
    Lo Stato non crea quei diritti, li riconosce.

    La sharia non ha questa dipendenza dall’autonomia.
    Anzi , l’autonomia è un disvalore.

    Se nelle democrazie la fede è sostituita dal senso del dovere, nel califfato la sovranità scaturisce da una fonte ineffabile, indiscutibile.
    Eppure l’uomo (il maschio) comanda (mediante un potere sacro derivato – sembra la monarchia…).

    La base comunque è nella scrittura (sacra).
    Lo spazio fa la differenza.

    La scrittuta occidentale va da sinistra a destra. (Renzi)
    La scrittura ebraica e araba da destra a sinistra.
    La scrittura orientale dall’alto verso il basso.

    Forse l’unica virilità rimasta è l’ateismo (non ha scritture).
    Per la precisione : non scrive per conto di altri.

  6. L'Anticlericale scrive:

    Caro Eretico, che un professore di storia sostenga che il cristianesimo è religione di bontà tout-court lascia un po’ allibiti. Saranno le obbligate frequentazioni curiali, cui preferisco di gran lunga la compagnia di saggi scritti da riconosciuti razionalisti. I tre monoteismi hanno la caratteristica comune di porsi alla base di società fortemente patriarcali, misogene e quindi guerresche. La bomba atomica non potrebbe fare più morti di quanti ne hanno fatti queste superstizioni mediorientali. E la “virilità perduta” vaneggiata dall’autore da lei recensito mi conferma che più ci si allontana dalla religione e maggiormente si è in grado di utilizzare il cervello per pensare, anziché la pancia o qualcosa di anatomicamente ancora più in basso.

    • Eretico scrive:

      Caro anticlericale (anonimo),

      forse NON hai letto bene quello che ho scritto, quindi ti invito a rileggerlo meglio: mai scritto quello che dici, salvo sottolineare lo iato (indubitabile, da riconoscere con onestà intellettuale) tra il pre-1870 ed il post, per quanto attiene al Cattolicesimo.
      Se poi vuoi aggiornarti sulla VIOLENZA della Chiesa 2.0, vieni pure venerdì in Tribunale (alle 13,30): ne avrai un chiaro esempio.

      L’eretico

      • L'Anticlericale scrive:

        Dal canto mio cerco solamente di contrastare questo stereotipo secondo cui dei tre monoteismi il Cristianesimo è l’unica religione “buona”. Il Cristianesimo è “buono” in maniera opinabile e solo secondo l’interpretazione che se ne dà. La Chiesa, pur ammettendo lo iato che lei giustamente sottolinea, ha continuato in maniera subdola a fare danni analoghi a quelli pre-1870. Così su due piedi mi vengono in mente l’appoggio alle sanguinarie dittature sudamericane, ma anche le politiche discriminatorie nei confronti dei Tutsi in Rwanda e la mancata denuncia e condanna dei primi omicidi di massa che si verificarono in quel paese all’alba del genocidio. Per quanto riguarda la violenza della Chiesa 2.0 le sono nel cuore e le faccio i miei migliori auguri, ma i miei livelli di bile sono costantemente alti per le continue intromissioni della Chiesa nello Stato di cui faccio parte, per cui il dottore mi sconsiglia di assistere ad udienze del genere. Grazie comunque del pensiero…

        • celso & porfirio scrive:

          Il cristianesimo non è una religione buona, ma una religione devastante pensata per un popolo di servi, ignoranti e creduloni: racconta che gli ultimi saranno i primi, impone di porgere l’altra guancia e perdonare le peggiori malefatte, dice che una madre sarebbe rimasta vergine pur avendo fatto un figlio e che quest’ultimo sarebbe pure risorto: novelle e fandonie, oltre tutto piuttosto noiose da leggere… molto più divertenti e appassionanti l’epopea di Gilgamesh o le Metamorfosi di Ovidio. Il problema è che questa follia, oltre a incitare all’illegalità nei suoi libri sacri, ha imposto alle folle uno stupido pietismo che sta alla base dell’inesistenza della nazione italiota. Al proposito è sempre bene avere a mente che il più GRANDE STATO LAICO della storia, alla croce ci attaccava i fuorilegge. Oggi invece i fuorilegge in “hoc signo” dominano, rubano, non pagano le tasse e sistemano gli amici e le amiche, ma soprattutto hanno anche il coraggio di querelare. Io la penso come la pensavano Celso e Porfirio, consapevole che le religioni monoteiste siano quanto di peggio l’uomo abbia potuto inventare: sicuramente hanno fatto molti più danni della bomba atomica e condannato gran parte del genere umano alla stupidità.

          • L'Anticlericale scrive:

            E’ veramente raro trovare un così franco avversatore dei monoteismi, me ne rallegro. Che non ti entri mai in pensiero di levarti di vita come il Porfirio leopardiano, il mondo non abbonda di Plotini!

          • A.B. scrive:

            Devo dire che invidio le persone che non coltivano alcun dubbio e che si portano dietro un tale complesso di superiorità da permettere loro di impartire patenti di ignoranza o di stupidità a miliardi di esseri umani. Poi magari pensano di sfoggiare intelligenza con generalizzazioni che sfiorano il ridicolo. Ma a loro non importa, perchè hanno capito tutto del mondo, rovinato dall’ “invenzione” (sigh) delle religioni monoteiste e dai 4 miliardi di fruitori di tali funeste invenzioni (forse solo l’inventore del telefono cellulare è riuscito a far peggio).

  7. Groppone da Figulle scrive:

    I jihadisti a Mosul vogliono imporre alle donne il velo integrale; l’abito indicato, come si vede bene nei cartelloni che espongono, è praticamente un sacco dell’immondizia in testa. Si specifica che tale sacco «Non deve essere profumato o attirare l’attenzione». Insomma, la femmena (che per definizione è bottanissima) ha da essere brutta, puzzolente, invisibile e silenziosa. Non ho capito, sarebbe questo l’esempio della prorompente vitalità del masculo islamico, un po’ Gianna Nannini (“bello, con gli occhi neri e il tuo sudor mediorientale”), un po’ Diego Abbatantuono (“viulllllenzzza!!!!”), a fronte del tramonto dell’individuo maschile europeo (“genitore 1″ e non più babbo), sempre più glabro e smagrito, afflitto da malinconia, tormenti metafisici, pallido ed efebico? Abbiamo abolito l’omicidio d’onore negli anni ’70 e già lo rimpiangiamo? A me viene piuttosto da pensare che quei signori laggiù, adusi a tagliare le capocce, abbiano seri problemi di identità sessuale, e che le ragioni per le quali in Occidente si procrea di meno non siano necessariamente riconducibili a un calo del testosterone.

  8. Marco Burroni scrive:

    Forse è un po’ presuntuoso commentare la recensione di un libro senza averlo letto, però il nome dell’autore non mi è nuovo: si tratta di un personaggio abbastanza noto in Francia perché spesso ospite di programmi televisivi, una specie di Giuliano Ferrara francese, e che come il nostro Giulianone ama spararle grosse per avere un po’ di visibilità.

    L’evoluzione dei ruoli uomo-donna è un tema estremamente delicato e complesso ed è frutto dello sviluppo socio-economico-politico avvenuto in Europa ed in Occidente negli ultimi secoli e che ci porterebbe molto lontano, ma per farla breve il succo del discorso è che se certi ruoli non ci sono più è perché banalmente non ce n’è più bisogno, la società cambia e cambiano anche le esigenze degli individui.

    Invidiare poi la sicurezza dei convertiti all’Islam… parlare di Islam trionfante… siamo veramente fuori dal mondo. L’Islam asiatico, la Malesia e l’Indonesia forse saranno trionfanti, non lo è certo l’Islam arabo, che è quello che intendono tutti e che nell’ultimo secolo oltre al petrolio ha esportato solo milioni di emigranti e disperati.
    Vadano gli intellettuali a parlare con la gente comune in Egitto, Algeria o Giordania, dove il sogno dei giovani è solo quello di avere una vita normale,con i nostri agi e comodità piccolo borghesi tanto disprezzati da intellettuali nostalgici di un passato mai esistito, altro che Jihad…

  9. Anonimo scrive:

    Se vivessimo su un’isola lontana che non conosce l’arrivo di estranei potremmo sorridere dell’analisi di Zemmour. Purtroppo non è il nostro caso.

  10. il fuoriuscito scrive:

    Congratulazioni all’eretico per un fantastico blog – che ho appena scoperto, attraverso Dagospia – avendo vissuto a Siena in anni passati – posso confermare che i fantasmi medioevali che popolano le vie della citta’ di notte – sono molto piu’ interessanti dei vivi – che dell’insignificanza ne hanno fatto un vanto. C’e’ in una canzone di Dylan la descrizione perfetta di Siena: ‘the city empty street too old for dreaming’ –

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