Eretico di SienaLa domenica del villaggio: la Grande Guerra, il Grande inganno (e 2 Ps internazionali) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: la Grande Guerra, il Grande inganno (e 2 Ps internazionali)

- 25/05/15

 

Puntata domenicale inevitabilmente dedicata all’anniversario (quest’anno, centenario) dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra (24 maggio 1915).

Per concludere, due Ps di respiro internazionale. Domenica prossima, ampia ed articolata recensione del film di Sorrentino “Youth”.

 

LA GRANDE GUERRA, IL GRANDE INGANNO

Si trattò di una tragedia, la più immane ed immensa mai patita dal popolo italiano fino ad allora: le Guerre di Indipendenza (contro gli stessi nemici, peraltro) non sono neanche paragonabili, quanto a numero di vittime.

Ma la prima a morire – e da prima ancora di quel 24 maggio – fu la Verità: succede sempre in guerra, ma di solito fra nemici; in Italia, invece, l’inganno fu fra italiani ed italiani, fra Governo e popolo.

Ricordate le dannunziane “radiose giornate di maggio”? Avete presenti le diatribe tra interventisti e neutralisti, il ruolo dei socialisti, la “quarta Guerra di Indipendenza” et alia?  Beh, era tutto autentico, ma allo stesso tempo superato dall’evento decisivo: il Patto di Londra, quando il 26 aprile del 1915 – all’insaputa del Parlamento e del popolo – il Governo di Salandra e di Sonnino decise di fare entrare l’Italia al fianco della Triplice Intesa (c’erano anche gli interventisti pro-Triplice Alleanza, giova sempre tenere presente).

Furono solo i bolscevichi, andati al potere nell’ottobre 1917, a rivelare poco dopo al mondo l’esistenza del suddetto Patto: era un modo per attaccare lo zarismo appena detronizzato, ma ebbe il suo effetto anche lontano dagli Urali…

Passando quest’oggi per Radicofani, trovandomi di fronte al consueto monumento in onore dei caduti, ho letto la motivazione: in mezzo alla tanta retorica (che fa parte dell’elaborazione del lutto, mentre oggi è solo francamente stucchevole), mi ha colpito un passaggio. Quello in cui si parla di “barbarie del nemico”: dunque gli austriaci – eredi di una grande cultura, cattolicissimi come i fanti italiani – erano davvero tali? A cosa non arriva la propaganda mistificatrice della guerra.

Si scontrarono, in quel maggio 1915, idee (perché allora la politica si nutriva di idee), si contrastavano prese di posizione; Mussolini da pacifista (Guerra italo-turca, cioè in Libia), diventò accanito guerrafondaio (soldi francesi, ma non solo); Giolitti provava con l’arte della diplomazia ad ottenere quel “parecchio” che avrebbe risparmiato 600mila morti (e non avrebbe aperte le porte al fascismo).

Tutto, però, era in realtà già stato deciso dall’alto, mentre le piazze – in quel maggio 1915 – si infiammavano più che mai. Il Trentino, la Venezia Giulia (non Fiume, si badi), parte della Dalmazia, spezzoni di Albania (Valona) ed anche il Tirolo meridionale (“cisalpino”, nella dicitura ufficiale del Patto): questo era il bottino di guerra assegnato all’Italia, oltre alla conferma della Libia appena conquistata e del Dodecaneso.

Fanti, ufficiali di complemento di ogni parte d’Italia andarono a morire, per ottemperare un Patto che nessuno (quasi) conosceva. Il Patto di Londra inaugurò dunque una lunga serie (chissà se finita) di decisioni prese dai Governi italiani senza renderne consapevole il popolo formalmente sovrano.

Cosa sarà, per dire, la cosiddetta “strategia della tensione”, se non un qualcosa ordito da pezzi dello Stato senza renderne edotti i suoi “cittadini”? Ed il caso delle trattative tra lo Stato e le Brigate rosse (caso Cirillo, fra tutti: Moro è diverso, in quel caso andava bene che crepasse)? E cosa sarà il patto, scellerato ed infame, fra Stato e Cosa nostra? Potremmo purtroppo continuare, ma andremmo troppo lontano.

Il Patto di Londra inaugura quindi questo secolo del “Grande inganno” dello Stato verso i suoi cittadini: cittadini di nome, certo, ma assai spesso non di fatto.

Una chiave di lettura particolare, mi rendo conto; ma forse – sia consentito – necessaria: perché anche oggi, un secolo dopo la mobilitazione della Grande guerra, pur senza dovere più impantanare i nostri giovani, il sinistro sentore di inganni a livello statuale contro i cittadini continua a sibilare. E non è un bel sentire…

 

Ps 1 Beatificazione dell’Arcivescovo salvadoregno Romero, ieri: meglio tardi che mai. Grande merito di Papa Francesco, questo; tanto maggiore, se pensiamo al vergognoso voltafaccia di Giovanni Paolo II. Il quale, obnubilato dal terrore della Teologia della liberazione, si oppose a qualunque riconoscimento per il martire.

Più passano gli anni, più certe zone d’ombra del Papa polacco vengono (o iniziano a venire) alla luce: siamo solo agli inizi, a nostro modesto avviso.

Ps 2 Anche la cattolicissima Irlanda vota (con il 62% dei votanti a favore!) una Legge sui matrimoni gay. Ottima cosa, e per tanti motivi. Noi ce ne rallegriamo. Con un’aggiunta: si tratta di una piccola, postuma rivincita per Oscar Wilde, fra gli altri…

21 Commenti su La domenica del villaggio: la Grande Guerra, il Grande inganno (e 2 Ps internazionali)

  1. Klaus Biancucci. scrive:

    Gia’effettuata la visione di “Youth” dopo una febbrile attesa.Da cinefilo appassionato a cinefilo appassionato ho una preghiera:leggo spesso le recensioni che non sono mai banali.E con una sana passione verso il cinéma come Arte e come mezzo storico (anche se non d’accordo su quelle su “anime nere” e “il giovane favoloso”)…per favore..non faccia il paragone su Fellini (amo “8 1/2”,scettico Su “la dolce vita”,detesto “la strada”….).Non se ne puo’piu’.E’la dimostrazione che in Italia dal dopoguerra ad oggi non sono mancati grandi artisti ma critici seri,preparati,onesti e coraggiosi.Altrimenti non potevano finire nel dimenticatoio autori come Ferreri,Petri e sconosciuti come Scavolini….attendo la recensione!

    • Eretico scrive:

      Caro Klaus, vedrò di fare il possibile domenica prossima,per la recensione; però una certa dose, almeno omeopatica, di Fellini, dai…

      Quanto all’ottimo Fantini, onestamente mi pare che non abbia capito il senso dell’articolo sul XXIV maggio (ma ovviamente mi smentirà, in modo iperdocumentato).
      Se qualcuno ha tempo e voglia, gli risponda: io ormai ho alzato bandiera bianca. Caro Edoardo, hai vinto tu: come sempre, peraltro…

      L’eretico

  2. VEDO NERO scrive:

    E su Giovanni Paolo II (il turista di Dio per quanto ha viaggiato nel mondo senza concludere nulla) quante ne sapremo in futuro. Non ce l’ho con la persona, ma per quello che doveva fare e non ha fatto cioè controllare quello che facevano i suoi collaboratori alti prelati, pensiamo al caso IOR alla maxitangente madre della crisi della Prima Repubblica. Si dice che abbia fatto sia stata di far cadere la ‘cortina di ferro’, ma mi sembra che Gorbaciov abbia fatto molto più di lui. Poi pedofilia, rapporti con i gay, divorziati, aborto insomma una Chiesa più moderna ha fatto pochino. Tante preghiere e pochi fatti. Secondo me è stato un fantoccio comandato da poteri molto forti. E poi quando ormai era irremidiamilmente malato doveva ritirarsi, il suo successore almeno ha avuto il coraggio di farsi da parte. A Siena il Viale Giovanni Paolo II per me è solo la Strada Fiume. E poi c’è la regola che le strade vanno intitolate dopo almeno 10 anni dalla morte del soggetto. Ovviamente quando saranno passati i dovuti 10 anni dalla morte, io personalmente, e questo non vale solo per Siena, intitolerei una via alla Fallaci che ha avuto il coraggio di denunciare con molto anticipo il rischio della pericolosa islamizzazione del mondo occidentale. Anche qui si tratta della menzogna, il ‘grande inganno’ a cui ci ha esposto l’imperante stupido demagogico buonismo di una certa sinistra sia laica che cattolica.

  3. VEDO NERO scrive:

    Scusate gli errori, ma la mano è più lenta dei pensieri che vorrei esporre.

  4. VEDO NERO scrive:

    Per quello che riguarda Cannes penso che i tre film italiani si prenderanno una bella rivincita con il vero pubblico, i critici quante volte hanno preso delle belle ‘cantonate’, a quei livelli ci sono dei favori da contraccambiare, dei pre accordi sottobanco, sia politici che economici, che influiscono sui giudizi delle opere. Quello che conta è il vero pubblico, quello pagante, libero da ogni vincolo o debito di gratitudine.

  5. Edoardo Fantini scrive:

    Correzioni, ad onor del vero: ” Si trattò di una tragedia, la più immane e immensa mai patita dal popolo italiano fino ad allora.”, così scrivi, Eretico. Ecco i numeri dei morti italiani: prima guerra mondiale si va (dipende dagli autori) da 650mila morti a un milione e duecentoquarantamila, includendo nella seconda cifra i civili, più 800mila mutilati. Quelli del secondo conflitto c’è chi li riporta in 250mila e chi in 450mila, ma non di più, quindi quella 1915-1918 è stata per il nostro popolo la peggior guerra di tutti i tempi.
    Poi: “Avete presenti le diatribe tra interventisti e neutralisti, il ruolo dei socialisti, la “quarta Guerra di Indipendenza” et alia? Beh, era tutto autentico, ma allo stesso tempo superato dall’evento decisivo: il Patto di Londra, quando il 26 aprile del 1915 – all’insaputa del Parlamento e del popolo – il Governo di Salandra e di Sonnino decise di fare entrare l’Italia al fianco della Triplice Intesa (c’erano anche gli interventisti pro-Triplice Alleanza, giova sempre tenere presente).” Per entrare in guerra lo Stato Italiano aveva bisogno soltanto che lo decidesse il suo Re, che era l’unico che poteva fare le alleanze e i patti (compreso quello di Londra) e non era minimamente necessario che di tutto ciò fosse avvertito il popolo, mentre doveva esserne edotto il Parlamento, che comunque non si poteva opporre. Così recitava l’art. 5 dello Statuto Albertino: dove starebbe l’inganno, Eretico?
    Ancora: “Mussolini da pacifista (Guerra italo-turca, cioè in Libia), diventò accanito guerrafondaio (soldi francesi, ma non solo)”. I famosi soldi francesi non furono mai dimostrati. Addirittura il Sen. Frassati, avversario del Duce, portò un’amante di quest’ultimo, Ida Dalser, davanti al notaio Teppati di Torino, affinché questa testimoniasse che soldi c’erano stati eccome. La Dalser accontentò il Senatore raccontando non solo che lei era presente quando Mussolini accettò il danaro, ma che con una parte di quello lui le regalò un anello di brillanti, che però la signora non mostrò…Mussolini, poi, partecipò a quella guerra e ne riportò anche delle gravi ferite ad una gamba per lo scoppio di una bomba. Rimango in attesa, Eretico, che tu illustri quel criptico “…ma non solo”.
    Si continua: “Giolitti provava con l’arte della diplomazia ad ottenere quel “parecchio” che avrebbe risparmiato 600mila morti (e non avrebbe aperte le porte al fascismo).” Ecco un’altra bella interpretazione-storiella: la prima guerra mondiale che apre le porte ad una ideologia politica, quella fascista. E perché non le ha aperte a quella socialista? O a quella comunista? Ti dispiacerebbe spiegare?
    Questa è la più bella: “Tutto, però, era in realtà già stato deciso dall’alto, mentre le piazze – in quel maggio 1915 – si infiammavano più che mai.” Ma guarda, tutto era già stato deciso, e indovinate da chi? Da chi stava in alto! Chi l’avrebbe mai detto che nell’Italia di allora la guerra la decideva chi stava in alto? Si, perché negli altri stati belligeranti il conflitto era stato dichiarato dai disoccupati, dai braccianti, dagli operai, dagli analfabeti: insomma dagli ultimi, non certo dai primi della società.
    E finisco: “Fanti, ufficiali di complemento di ogni parte d’Italia andarono a morire, per ottemperare un Patto che nessuno (quasi) conosceva. Il Patto di Londra inaugurò dunque una lunga serie (chissà se finita) di decisioni prese dai Governi italiani senza renderne consapevole il popolo formalmente sovrano.” Non so su quale documento di allora ti è capitato di leggere ciò che affermi, cioè che sovrano era il popolo. Eh si, Eretico, perché sovrano era il Re, perché l’Italia era un Regno dove il monarca decideva e il popolo ubbidiva alle leggi che lui aveva firmato.

    • Testa alta scrive:

      Fantini, un sa mica se so’ scappati i funghi, pe’ vede’ di cambia’ argomento e svariarla un poino.

      • Eretico scrive:

        Caro Testa alta, chapeau: geniale!

        Ne approfitto per ringraziare (del ringraziamento) Sergio Profeti-Sunto, e per dire che gli amici possono tranquillizzarsi: un articolino sul voto di domenica l’ho già ben cantierato. Se non arrestano nessuno, all’ora di cena lo metto in tavola…

        L’eretico

      • Edoardo Fantini scrive:

        L’argomento non l’ho deciso io ma l’Eretico. Non te ne sei accorto perché con la tua testa alta quello che facciamo noi quaggiù, evidentemente ti sfugge.

  6. i grillini dell'informazione scrive:

    Strani cerchi in un campo di grano, titola oggi un quotidiano locale, senza un briciolo di autoironia (anzi aggravata da quello strani: che ci creda pure il giornalista?)nel riproporre una fòla acchiappagonzi, cara ormai solo ai grillini teorizzatori delle scie in cielo e appunto dei cerchi misteriosi.
    Meno male che il mega show editorial-affaristico di Bagnaia è finito se no sai che risate si facevano i direttoroni dei giornaloni di mezzo mondo… con l’editore a cavallo a farsi una piatto di penne in bianco
    Grillini in redazione? Ma no..per stare all’argomento solo il solito Grande Inganno ma dell’Informazione

  7. anonimo scrive:

    Caro Professore
    Analizzanzo al computer i fatti, ho dedotto una conclusione, anche se non condivisibile.
    Parliamo di Costantino imperatore. Quando vide minacciato l’impero, composto da una moltitudine di popoli e religioni. Penso’che si avrebbero avuti dei benefici unificando l’impero sotto una sola religione.
    Certo non si poteva scegliere quella Egizia o Greca molto avanzate nella matematica, nella filosofia, nelle lettere, si veda la biblioteca di Alessandria.
    insomma si scelse una religione adatta a tutti e che tutti dovevano capire per la semplicita del messaggio. Fu scelto il cristanesimo. (Si tenga presente che il medesimo Costantino divento’ cristiano solo in punto di morte e battezzato da Ario l’eretico).
    Per molti secoli il cristianesimo ebbe molta potenza e promosse guerre insieme a principi. Sia verso gli infedeli ma molto spesso verso i medesimi cristiani.
    Il rinascimento riporta alla luce i principi espressi dalla biblioteca di alessandria.
    I principi della ricerca e del funzionamento della natura.
    Inizio’ la collisione fra le due filosofie. Fino a giungere alla grande guerra.
    Essa fu la guerra laica (o della biblioteca di Alessandria) cntro gli imperi religiosi.
    Quellu russo, austrungarico e ottomanno. In venti anni il mondo cambiò per prtarci fino a qui.
    Perdonami professore è solo una idea eretica
    Ricordati professore che la canzone più struggentente è il testamento del capitano, con le sue origini cinquecentesche.

    • elvetico scrive:

      quanta saggezza dell’Iper-Bignami ! È riuscito a spiegarci la Storia (maiuscola!) dell’Occidente e allegati con un paio di pennellate. Il Nobel subito!

  8. Roby scrive:

    Buongiorno Prof. un piccolo commento alla frase del monumento ai caduti di Radicofani da lei citata: ” di “barbarie del nemico”: dunque gli austriaci – eredi di una grande cultura, cattolicissimi come i fanti italiani – erano davvero tali? A cosa non arriva la propaganda mistificatrice della guerra.” L’Austria cattolicissima e di grande cultura era a capo di un impero multietnico, che forniva soldati per il suo esercito. Vorrei ricordare quanto raccontava mio nonno,fante italiano Cavaliere di Vittorio Veneto classe 1896, che la guerra l’aveva fatta davvero. Lui ed i suoi commilitoni in trincea erano terrorizzati quando sapevano che dall’altra parte c’erano i serbi, che notoriamente non facevano prigionieri. Nel 1917 fu fortunato, perchè nella grande disfatta di Caporetto non fu ucciso,trascorse l’attesa della fine della guerra prigioniero in Ungheria, dove sopportò fame, infestazione di parassiti e quant’altro, tornando a casa a piedi. Probabilmente chi ha dettato il testo della lapide aveva questi ricordi o forse qualcosa di peggio, quella era la realtà percepita. La guerra non è mai un incontro tra schermidori alle Olimpiadi.

  9. Fede Lenzi scrive:

    Bell’articolo, nell’inganno ci metterei anche i tantissimi morti di Stato: morti bianche, nere, rosse, ma sempre per mano dello Stato che invece dovrebbe proteggerci e aiutarci. Prima al TG3 ho sentito Renzies che dalla Toscana sparlava (fin qui niente di strano) e ringraziava i soldati americani morti per liberare l’Italia… ma due parole per i morti della Moby Prince è chiedere troppo? Per quelli ammazzati dagli americani sul suolo italico è cosa ardita? La prima guerra mondiale fu una cosa assolutamente pazzesca per chi l’ha vissuta, ho appena letto il Goncourt di un paio d’anni fa, Au revoir là-haut, bellissimo romanzo, e sono d’accordo con te quando dici che ha aperto le porte al Fascismo, ma figurati se il nostro Professorone di Vera Storia del Ventennio ti dà ragione… Vittoria mutilata, basterebbe riflettere su queste due parole, e il fascismo incarnava un’idea di rivalsa molto più del bolscevismo, ma vallo a spiegare al Prof dal cognome mocianese…

    • Edoardo Fantini scrive:

      Vedi, Professorone Fede Lenzi, la partita non era fra fascismo e bolscevismo, ma fra fascismo e liberalismo e la vittoria mutilata non fu minimamente importante in questa faccenda, ma se ti tranquillizza pensare che quella che conosci è la verità, continua pure a baloccarti con tutta questa aria fritta e sarai sempre felice.

  10. anonimo del sublime scrive:

    Gentile Eretico, grazie mille per questo sito di informazione e di discussione, che e’ davvero da Premio Sakharov per la liberta’ di parola. Grazie davvero.
    Mi permetto di portare alla sua attenzione e a quello della comunita’ dei bloggers e lettori l’ennesimo scandalo della Curia di Siena. Riguarda la vicenda dell’ex parroco di Casciano di Murlo (2008-2012), Don Placido Dino Greco che e’ stato arrestato a Roma Termini la scorsa settimana in flagranza di reato per pedofilia e prostituzione minorile. Ha 68 anni e ben 1800 film e fotografie. Il Corriere di Siena ha dedicato alcune pagine ieri. Orbene, lasciando per un attimo da parte i dettagli sordidi del caso, e la facile indignazione popolare per il degrado morale di certe azioni- credo che sia legittimo, da cattolico, sollevare il problema (grosso) delle responsabilita’ dell’Arcivescovo. sembra che certi comportamenti anomali (fotografie di gruppo, inclinazioni morbose per i chierichetti) erano palesi e avevano sollevato i malumori della comunita’ parrocchiale, e sembra che informazioni ben precise siano state riferite al vescovo. E dunque quali sono stati i provvedimenti presi ? Perche’ si e’ aspettato tutto questo tempo? Dove era infatti il pastore che deve vegliare sul “suo gregge”? Spero che la curia di siena faccia presto chiarezza, perche’ se fosse vero che il vescovo era a corrente di questa situazione, e di fatto ha coperto un prete pedofilo, sarebbe gravissimo.

  11. VEDO NERO scrive:

    Il Boncristiani è in linea con quanto fece il ‘Papone Santo’ Giovanni Paolo II che non ha mai fatto nulla contro i preti pedofili. Il successore qualcosa aveva cominciato a fare, ma era già troppo vecchio e stanco; l’attuale sembra che finalmente faccia piazza pulita. Speriamo che presto giunga la notizia della rimozione del Boncristiani e il declassamento dell’Acampa, magari in una missione nell’Africa Nera.

  12. Groppone da Figulle scrive:

    Riguardo alle celebrazioni della vittoria nel primo conflitto mondiale: sul Piave, Giorgia Meloni ha dichiarato: “non abbiamo sconfitto l’impero Austroungarico per ritrovarci dopo 100 anni servi dai tedeschi”. Non è che ha saltato qualcosa? La seconda guerra mondiale, il tizio coi baffetti, nun je risurta? Transeat sul fatto che una giovane fascista nostalgica di Salò celebri la liberazione dal giogo germanico…nella prima guerra mondiale (!!!!), però mi pare che la “Kakania” (Kaiserlich und Koeniglich) di Joseph Roth e Musil non fosse esattamente il Terzo Reich di Goebbels o Eichmann.

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