Eretico di SienaL'eretico all'Expo (che Expalle!) - Eretico di Siena

L’eretico all’Expo (che Expalle!)

- 22/10/15

 

Quanto ci sarebbe piaciuto meravigliare, sorprendere, spiazzare tutti, scrivendo in modo positivo, magari lusinghiero, dell’Expo: avremmo voluto, ma proprio non ci riesce. Crediamo che l’Expo sia l’inveramento antropologico-economico-politico dell’Italia renziana, a trazione confindustriale: lo specchio, concreto e non deformato, di un’Italia che deve fare sfoggio di ottimismo e di furbizia, all’insegna della superficialità e del (almeno tentato) guadagno, monetario ed anche a livello di ritorno politico-elettorale.

Premesso che i due giorni all’Expo li ho trascorsi con tre colleghi e, soprattutto, con 48 virgulti della Siena che sarà, dunque in una condizione di oggettiva minorità rispetto ad una fruizione più approfondita, resta il fatto che i due passaggi fatti (20-21 ottobre) bastano ed avanzano per avere un’idea complessiva dell’evento; e che comunque qualche padiglione (nonostante le file clamorose) l’abbiamo pur visitato (nell’ordine: Irlanda, Nepal, Israele, Iran, Slovacchia, più spettacolo diurno dell’Albero della vita et alia).

Israele ed Iran decisamente i due più stimolanti, anche perchè attinenti al tema dell’Expo: agricoltura, irrigazione goccia a goccia, prodotti della terra; la Slovacchia imbarazzante, e del tutto fuori tema (come direbbe il buon Silvio, gli slovacchi hanno giocato la carta della patonza…).

Anche un ipovedente vedrebbe che negli ultimi due mesi il successo di pubblico c’è stato (con tutte le facilitazioni e gli abbassamenti di prezzo del caso): non pare essere questo il tasto su cui battere polemicamente; semmai, il fatto è che le code sono gestite all’italiana, cioè all’italiota: fino agli ultimi metri, non esiste incolonnamento obbligato, dunque un paradiso in terra per i furbetti della coda. Per non parlare del percorso alternativo per i disabili: la coda in effetti incattivisce gli animi, ma all’Expo c’è una quantità di invalidi che in Italia non si vedeva dalla fine della Grande guerra. E la vigilanza, sul tema, è pressochè nulla. Ecco che l’italiota furbizia aleggia e, verosimilmente, prolifera all’ennesima potenza, rendendo praticamente impossibile il visitare le mete più ambite (leggasi padiglioni tipo Giappone, Kazakistan, Russia nonché ovviamente Italia).

Fatela voi, una fila di 6 o più ore per un padiglione: auguri, di cuore. E di fegato…

I soliti radical-chic (tipo noi) dovrebbero concentrare i propri strali polemici sui CONTENUTI dell’evento: pochissimi, rispetto al battage iniziale. Lo deve ammettere anche il punto di riferimento ideologico del Premier, Confindustria: sul Sole 24 ore, si scrive che tutto questo Expo, non ha prodotto neanche un libro degno di cotal nome capace di restare nel tempo, sull’argomento alimentazione. Ed aggiungiamo: nel mare magnum dell’Expo, c’è di tutto, ma manca una libreria e – udite udite – financo un buon, vecchio giornalaio. Sì, avete capito bene: NON c’è la possibilità di comprare un quotidiano, passeggiando per decumano, cardo e giù per li rami. Curioso, no? Soprattutto, oseremmo dire, significativo assai…

Pensandoci bene, più che per un nutrizionista, l’Expo potrebbe essere stimolante (nel bene e nel male) per un architetto: materiale ce n’è in abbondanza, da analizzare.

Fra gli appunti presi durante una delle tante file (anche per andare a fare i bisognini, ovviamente), trascrivo quanto segue: l’Expo è davvero l’inveramento dell’Italia renziana: capace solo di autoesaltazione, con la quantità come unico metro per giudicare il successo o meno dell’evento (i contenuti non interessano).

Frammenti di un’Italietta che si dà un tocchettino di internazionalità perchè si fa un selfie davanti al padiglione dell’Uzbekistan, prima di farsi una economica birretta allo stand olandese, dopo avere versato un paio di euro solidaristici per il Nepal terremotato.

Un evento, poi, che titilla all’ennesima potenza l’italica furbizia (vedasi appunto code, e non solo), in cui si cerca di spillare soldi ad ogni angolo (anche il passaporto dell’Expo, con bollini annessi, wow!), con infine addirittura il capolavoro dei capolavori, anzi ilo masterpiece of the masterpiecies: la vendita di gadget e cappellini con su scritto “Orgoglio italiano” (leggasi renziano).

Che qua e là ci sia anche qualche contenuto, nessun dubbio, ma è rara avis, per quanto visto; e quello che preoccupa di più – credetemi – non è la furbizia dei grandi sponsor che si leccano i baffi per gli affari e per la verginità che si rifanno all’Expo, non è il dominus Farinetti che incassa non so quanto al dì (ma Cantone non si era interessato dell’appalto senza gara ad Eataly?): è che di fronte a questa mistificazione, a questo scempio rispetto alla bella occasione che si prospettava, non c’è (quasi) nessuno che abbia voglia e tempo di opporsi.

Piero Gobetti diceva che il fascismo era l’autobiografia dell’Italia, a suo tempo; bene, oggi l’Expo è davvero l’autobiografia dell’Italia in salsa renziana. E ti fanno fare anche la coda, per Dio: che Expalle…

 

Ps 1 Un plauso meramente autocelebrativo (in pieno Expo’s style): lo scrivente – supportato validamento dalle colleghe Speranza e Trastullo, arrivate stremate alla meta, nonchè dall’attivissimo ed infaticabile Paolo Gragnoli -, è riuscito a non perdere nessun alunno lungo l’infernale decumano dell’Expo, in mezzo ad una variegatissima fauna antropologica (comprese le maestre che portano gli alunni con la corda, per non lasciarli a giro). Non era scontato, credetemi…

Ps 2 Ieri lettera minacciosissima del Cepu ai quotidiani nazionali, con esplicite minacce di azioni legali: NON è vero che siamo falliti (“solo” Amministrazione straordinaria).

Non penso che le querele arriveranno a questo blog (che domenica ne aveva scritto), comunque nessuna voglia di aprire nuovi fronti extra moenia: il Cepu non è fallito (per ora). Anzi, è una autentica fucina di Cultura. La Normale di Pisa, al confronto, è posto da perdigiorno e scansafatiche…

19 Commenti su L’eretico all’Expo (che Expalle!)

  1. Amico T scrive:

    Ho vistitato Expo circa un mese fa. Ho in effetti notato anch’io il proliferare di disabili, o meglio: carrozzine accompagnate da sei/sette persone cadauna… Indubbiamente abbondano le schifezze (lo spazio Eataly su tutte), ma qualcosina di meritevole comunque c’è. Costretto (causa file interminabili) a saltare Giappone, Kazakhstan ed Emirati, ho apprezzato molto i padiglioni di Turkmenistan e Oman

  2. leonardo scrive:

    grande eretico ! aspettavo il tuo testo sull’expo con la stessa impazienza dell’uscita del nuovo capitolo di Asterix, che è uscito oggi per l’appunto.
    E’ di una falsità astronomica l’expo. Il problema è non essersene accorti

  3. Michael Kohlhaas scrive:

    Il peggio ha da venì, Raffaele. Spero di sbagliarmi, ma conoscendo i miei polli temo che i costosissimi padiglioni verranno riconvertiti “all’italiana”, lasciando la maggior parte cadere a, pezzi nel giro di 5-10 anni. Italia 90 insegna…

  4. c d s scrive:

    ma inZomma,questo expo è berlusconiano )che l’ha voluto), renziano (viene fatto sotto il suo governo) p pisapiano (il sindaco meneghino)…beh,tanto si sa come va…se è berlusconiano fa schifo,non andava neanche fatto,se p renziano…boh…mediocre,diciamo, se pisapiano,è una meraviglia.
    farinetti? ah…ma chi è,quello che per esportà una bottiglia di barolo all’estero,è disposto a fa’ arrivare un bastimento di tessuti vari (magliette,tovaglie e tovaglioli),per il suo padiglione dal vietnam?

  5. Anonimo scrive:

    Gentile Eretico, visto che sei reduce da una gita scolastica, cosa ne pensi del recente dibattito sull’opportunità o meno di fare le gite e sul valore effettivo degli odierni viaggi d’istruzione?

    • Eretico scrive:

      Caro anonimo,
      buona domanda!
      Ti rispondo così: lasciamole alle medie, opportunamente regolate (e se ci dessero qualcosa per andare, sarebbe anche meglio); per le superiori, soprattutto dopo il biennio, si può anche smettere: i giovani possono viaggiare da soli (oggi molto più di ieri), ed il gioco non vale la candela. Se vi capita, guardate qualche gita di 17enni a giro, e rifletteteci…

      L’eretico

  6. Marco Burroni scrive:

    Mi spiace Eretico ma questa volta non sono assolutamente d’accordo: vedere nell’Expo “l’inveramento dell’Italia renziana” mi pare decisamente troppo.
    Capisco che Renzi ti stia sulle scatole ( come darti torto del resto…) ma attribuirgli qualsiasi nefandezza mi pare francamente ridicolo. Intanto la presentazione della candidatura venne fatta a Ottobre 2006, governo Prodi, l’Unione, quando Matteo Renzi era il semplice presidente della provincia di Firenze per la Margherita, e il PD ancora non esisteva, e l’organismo di gestione fu istituito nell’Agosto 2008 dal governo Berlusconi. Mi spieghi cosa c’entra Renzi?
    E poi è così malvagio questo Expo? Io l’ho visitato a Luglio, e ti posso assicurare che, con meno code, era un evento piacevole e molto godibile, e soprattutto molto ben organizzato.
    La cosa più interessante è stata vedere la differenza tra i paesi più poveri, con padiglioni che sembravano agenzia turistiche o che vendevano paccottiglia, ed i paesi che hanno veramente i soldi. E poi alcuni padiglioni erano veramente spettacolari, su tutti quello della Corea del Sud, degno della Biennale di Venezia, e quello ironico e dissacrante della Repubblica Ceca.
    Insomma, io mi sono divertito e ho anche imparato qualcosa, e credo che lo scopo principale di un’esposizione universale, almeno per il grande pubblico, alla fine sia questo.

    • Eretico scrive:

      Caro Marco, certo che Renzi NON c’entra niente con l’assegnazione a Milano dell’Expo (anche se proverà ad intestarsi i meriti, statene tranquilli). Quando accadde, era sempre ad ingozzarsi a spese nostre in ristoranti più o meno di lusso, da Presidente della Provincia.
      Ma che l’abbia fatto proprio, facendoci svolgere tra l’altro importanti consessi piddini, non mi pare sia discutibile. Inoltre avrai certamente capito in che senso parli di “inveramento”: andare all’Expo oggi (code comprese, con prezzi quasi azzerati pur di fare massa), davvero ti fa capire l’Italia di oggi. Nel bene e nel male: a mio parere, più nel male…

      L’eretico

    • c d s scrive:

      renzi,berlusconi,prodi,renzi,pisapia…io un ci so’ andato,così l’ho tirato in tasca a tutti e cinque i padri putativi.

  7. Edoardo Fantini scrive:

    Vivere serve anche ad imparare ed i lettori di questo blog oggi hanno appreso, grazie all’Eretico che riporta una frase di Gobetti, che il fascismo “era l’autobiografia dell’Italia”. E cosa sia un’autobiografia lo si può trovare sul vocabolario Treccani, che la definisce come “Narrazione della propria vita o di una parte di essa”. Quindi secondo Gobetti prima e l’Eretico poi il fascismo fu una narrazione. Complimenti a tutti e due.

  8. Da genitore... scrive:

    …ho sempre acconsentito che i miei figli partecipassero a gite scolastiche di breve o medio periodo, potendone sostenere il costo economico, sovente non indifferente, e convinto che un diniego, per qualunque altro motivo espresso, potesse influire negativamente sui pargoli. Ma parlo di dieci-quindici anni fa. Oggi la situazione mi sembra assai cambiata. Intanto una situazione economica di disagio diffuso che, spesso, costringe una famiglia a tenere a casa il figlio mentre gli altri vanno (i 200 euro , tra quote ed extra, necessari per una gitarella di un paio di giorni possono pesare assai): e questo non mi sembra né bello né educativo. Inoltre , guardandola dal punto di vista degli insegnanti, mi sembra che si addossi a loro responsabilità eccessive che nessun soprassoldo può compensare: penso ad esempio alle responsabilità civili che i docenti hanno anche solo durante la sorveglianza della ricreazione e che sta facendo fare affari d’oro alle assicurazioni vista la crescente litigiosità delle famiglie vs le scuole ed i professori. Insomma: credo che le gite scolastiche oggi come oggi non abbiamo più un motivo valido per sopravvivere. giovani, giustamente osservi, viaggiano già molto, anche quelli delle medie ad occhio e croce e comunque dipende sempre dalle possibilità economiche delle famiglie (e si ritorna a quanto detto poc’anzi). Senza contare che oggi, con le tecnologie delle quali disponiamo, è possibile far viaggi meravigliosi sia pure virtuali, visitare città o musei come si fosse realmente sul luogo ecc. Da ragazzo, quando le occasioni di viaggio erano assai meno, mi bastava un libro illustrato ed un mappamondo, sai di quelli illuminati all’interno?, per girare il pianeta. Certo questo comporta uno sforzo aggiuntivo per il prof. che però potrebbe essere gratificato dal riappropriarsi del ruolo di docente (che incanta chi ascolta, come si diceva una volta di quelli bravi)lasciando quello, pur nobile, di guida turistica.
    E’ una riflessione che ritengo possa essere applicata anche all’Expo sul quale condivido tutte le perplessità da te espresse.

  9. Fede Lenzi scrive:

    Provo senza rifletterci: un viaggio, se ben organizzato, sono più capaci di apprezzarlo dei liceali. E nemmeno noi abbiamo perso i nostri 49 transalpini, anzi, per dirla tutta li abbiamo lasciati liberi quasi tutto il tempo, con una fiche esplicativa e da riempire, e a una certa ora ci siamo ritrovati per ripartire. Sull’Expo sono d’accordo con te, la mancanza di contenuti è drammaticamente lampante e hanno provato a metterci una pezza organizzando un miliardo di inutili incontri o giù di lì. I ragazzi hanno comunque molto apprezzato, hanno avuto l’impressione di fare il giro del mondo (di chi c’ha i quattrini, chioserei io)

  10. Montepaschino Tranquillo scrive:

    molto equilibrato, esprimi quello che io avevo avvertito epidermicamente: lo metti in modo egregio, complimenti!
    Ma occupiamoci dei disabili senesi, ti ricordi che Pinassi se non sbaglio ebbe dal sindaco risposta su ZTL: 3mila permessi per disabili! Se ci abitano un 9mila persone nel centro vuol dire che uno su tre è disabile, percentuale da pensioni ‘facili’, pregherei chi di dovere di metterci il naso su questo scandalo, non il Comune di Valentini che non capisce le cose più ovvie, imbiciclettato com’è

  11. VEDO NERO scrive:

    A me l’Expo non mi ha mai dato una buona impressione, Mac Donald, Coca Cola e simili associati al cibo genuino ma scherziamo? E poi il prezzo del biglietto, le code che avrei dovuto fare per fare cosa? Mangiare piatti esotici, etnici che a me solo sentire la puzza che proviene dai vari ristoranti cinesi, giapponesi, indiani e simili che, purtroppo, sono presenti a Siena mi viene il voltastomaco? Per carità io i miei soldi li spendo per cose migliori e più utili allo spirito. Quest’anno ho visitato posti migliori dell’Expo, sono andato a Recanati la patria del Leopardi, ho visitato la vicina Loreto, anche l’anima vuole la sua parete e poi ho gustato un po’ di cucina marchigiana, anche la pancia si deve accontentare. E poi una bella visita a Ravenna, dove c’è la Tomba del Sommo, ricordiamo che è il 750° della sua nascita, poi la città splendida di monumenti e la cucina romagnola. Milano la conosco bene e se ci fossi tornato non sarei certo andato all’Expo, ma avrei visitato la città, i suoi numerosi monumenti e poi i luoghi manzoniani. L’Expo sarà anche un problema per l’uso di tutti quei padiglioni che si svuoteranno alla fine di ottobre, speriamo che vengano riutilizzati e non vengano abbandonati a sé stessi e farli andare in rovina, sarebbe l’ennesimo spreco di soldi di noi contribuenti. Le gite scolastiche? Sono d’accordo farle fare fino ai sedicenni, oltre i ragazzi di oggi sono già ingestibili, si sentono già grandi ed indipendenti e molti, troppi, genitori, purtroppo, tendono a giustificare a priori i figli creando ulteriori problemi agli insegnati che si sono sobbarcati l’onere della gita. Un rimedio a monte potrebbe essere ridare più importanza fin da piccoli alla materia della geografia, di quanto lo sia ora, perché potrebbe essere uno stimolo per l’alunno ad interessarsi ai luoghi che andrà a visitare nell’eventuale gita. Scusate la mia prolissità, ma non sono mai stato bravo in italiano.

  12. expo, Anas, Fs: a volte ritornano anzi non sono mai andati via scrive:

    leggere e meditare (dal sito http://www.lettera43.it/)
    L’inchiesta su Anas – che ha portato in arresto la Dama Nera Antonella Acrroglianò e l’ex sottosegretario ai Trasporti Gigi Meduri – tocca pure la Fondazione Formiche Onlus di Alberto Brandani, ex responsabile dell’organismo di vigilanza della prima sezione appaltante in Italia per quasi 10 anni.
    La Guardia di finanza di Roma ha perquisito giovedì 22 ottobre anche il giornale on-line e la rivista Formiche.net chiedendo materiale sull’omonima Fondazione. Non risultano indagati al momento. Ma fonti delle Fiamme gialle non escludono che potrebbero partire dei nuovi avvisi di garanzia. Del resto le indagini della procura di Giuseppe Pignatone proseguono. E vanno a toccare, per la prima volta un crocevia del potere editoriale, economico e politico italiano.
    BRANDANI COLLEZIONA POLTRONE DAL 1977. Perché mettono una lente di ingrandimento su Brandani, vecchio politico della Democrazia cristiana nato a Firenze nel 1946, ex funzionario Iri con Romano Prodi, boiardo di Stato per eccellenza, dal 1977 al 1997 nel consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato. E ancora. Ex cattolico che ha seduto per vent’anni nella rossa Monte dei Paschi di Siena, poi ex consigliere ed ex presidente della Banca Popolare di Spoleto.
    Attualmente è presidente di Federtrasporto, che ‘raccoglie le associazioni di operatori e gestori di infrastruttura del settore trasporti, logistica e turismo aderenti a Confindustria’: il vicepresidente è Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit tornato alla ribalta in questi giorni per un’inchiesta della procura di Firenze che lo accusa di aver favorito l’imprenditore Andrea Bulgarella il quale, secondo gli inquirenti, avrebbe dei legami con il latitante mafioso Matteo Messina Denaro, capo dei capi di Cosa Nostra.
    Sulla sua biografia su internet scrive di sé: «Educato alla religione dai Salesiani, alla vita delle banche da Giovanni Cresti e alla politica da Amintore Fanfani, il professor Alberto Brandani ha sempre coltivato la curiosità per la cultura, la passione per la politica e l’etica del lavoro quale manager pubblico e privato».
    LEGAMI CON ANAS, ENI E FINMECCANICA. Il Prof fa parte di quel giro della Democrazia cristiana che in questi anni ha occupato Anas. E di cui faceva parte la stessa Accroglianò, arrestata perché vertice di un presunto sistema di corruzione su appalti da centinaia di milioni di euro per opere infrastrutturali di mezza Italia su cui, secondo i pm, avrebbero avuto gioco facile imprenditori amici, come la Tecnis di Catania.
    Brandani non è un uomo di poco conto. Ha contatti ovunque. In particolare nelle aziende di Stato, da Eni a Finmeccanica, dove siede come amministratore delegato Mauro Moretti.
    Ma pure con l’ex presidente Consob Lamberto Cardia. Lo scrive lui stesso, sempre nella biografia online: «Dopo 20 anni passati ininterrottamente ad amministrare il Monte Paschi di Siena e dopo una intensa esperienza professionale all’Anas che tuttora continua, è ora impegnato nella vita di Confindustria come Presidente di Federtrasporto ed ha dichiarato ‘di sentirsi orgoglioso per aver partecipato al board di FS ed aver così constatato le grandi doti imprenditoriali dell’amministratore di Fs Ing. Moretti e l’equilibrio e la saggezza del presidente Cardia’».
    Del resto la Fondazione Formiche è, si legge sempre nella biografia, «tra i principali network del Paese».
    LA FONDAZIONE NATA NEL 2005. Instancabile lavoratore, fonda nel 2005 la Fondazione Formiche, onlus che è slegata dal giornale on-line. Come si legge sul sito diretto da Michele Arnese: «Formiche ha la particolarità e l’orgoglio di essere un progetto indipendente che non gode del finanziamento pubblico e che non è organo di alcun partito o movimento politico.
    L’omonima Fondazione Formiche Onlus, presieduta dal professor Alberto Brandani, è un soggetto giuridico autonomo ed indipendente nato successivamente rispetto alla rivista e con cui è attivo un rapporto di collaborazione e di concessione d’uso del marchio».
    Il progetto nacque nel 2004. Il fondatore è Paolo Messa, attualmente nel consiglio di amministrazione Rai, spin doctor politico di successo.
    Non è la prima volta che il nome di Brandani viene fuori in inchieste della magistratura. Nel 1993 fu indagato e poi arrestato con l’accusa di aver preteso una tangente da un imprenditore che chiedeva un prestito al Monte dei Paschi di Siena. Fu assolto: il suo nome compare anche nelle indagini su Expo 2015 dello scorso anno.
    Ultimamente, a inizio ottobre, ha dovuto replicare a un articolo su Repubblica dal titolo Mazzette Anas, il piano della mafia e gli agganci politici.
    Il legale Nino D’Avirro si prese la briga di replicare che il suo assistito non «aveva mai intrattenuto rapporti professionali di alcun tipo con gli imprenditori indagati ed è totalmente estraneo all’intera vicenda. Peraltro, nel suo ruolo di responsabile dell’Organismo di Vigilanza Anas dal 2006 al 30.7.2015, il prof. Brandani ha provveduto a vigilare sempre al meglio sulla piena attuazione del codice etico e deontologico che Anas stessa si era opportunamente dato».

  13. anonimo scrive:

    Caro Eretico
    Io ho visto l’espo passando dall’autostrada che porta a Brogeda. Soldi buttati via, tempo perso. Dicono che abbia dato lavoro. Ai tempi di internet la muratura nei grandi complessi espositivi porta in negativo l’economia. Andrebbe speso solo per sistemare le vie di comunicazione, alta velocita ferroviara con la rete locale che vi si può raccordare. La rete autostradale, le vie del mare. Ma piu di tutte la rete internet.

  14. il Giaguaro scrive:

    Eretico,per un po’ lasci da parte le gite scolastiche,l’Expo ( ha ragione,che palle…),l’Università,il CEPU (nome che richiama un uccello estinto),il MPS,la Fondazione ,il Duomo,il S.Maria della Scala ecc. ecc.
    Vogliamo parlare dell’ argomento del giorno e cioè della Grande Siena?.
    A me pare una divagazione neppure originale del Valentini Sindaco(Il copyright é,se non sbaglio,dell’archistar-urbanista nostrano di alcuni anni fa ) che oggi vorrebbe reinglobare migliaia di senesi, a suo tempo espulsi, per motivi di bilanci.Bel risultato dopo decenni di politiche urbanistiche di alto bordo !
    Visti i risultati cui è stata ridotta Siena capoluogo dopo due secoli dalla ritrovata (per benevola concessione granducale)della dignità di Comune (era il 1786 )perché non proporre un ragionamento inverso?cioè siano i tre paesi più limitrofi alla città ad inglobare nei loro territori i Terzi cittadini di medioevale istituzione.Così Monteroni ingloberebbe tutto il Terzo di S.Martino,Sovicille quello di Città e Monteriggioni (finalmente !) quello di Camollia.
    Piazza del Campo resterebbe terra di nessuno,cioè di tutti,dove tutte le Contrade potrebbero celebrare le loro cene della vittoria.
    Sarebbe una bella rivincita delle antiche e delle più moderne “masse”,non le pare ?

  15. VEDO NERO scrive:

    A me la storia della ‘Grande Siena’ mi sembra la solita trovata per creare tanto fumo e nascondere o distrarre dai veri problemi.

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