Eretico di SienaIl Natale del villaggio: W Gesù, per Zeus (e 2 Ps)... - Eretico di Siena

Il Natale del villaggio: W Gesù, per Zeus (e 2 Ps)…

Invece che di domenica, sfornata di lunedì mattina, e con un numero monografico, che spazia a 360° sul tema natalizio (cioè della ripresa cristiana della festività pagana del Sol invictus): ecco le peculiarità dell’ultima puntata del 2017 della rubrica cultural-domenicale del blog.

Buona lettura a tutti, con annessi – paganeggianti – auguri!

 

IL NATALE IPERCONSUMISTICO

Nel libro dello storico Frank Trentmann “L’impero delle cose” (Einaudi, pagg. 939, traduzione di Luigi Giacone, euro 40), si trova scritto che in una normale casa tedesca di oggi si trovano circa 10mila oggetti (!), e che negli armadi di una britannica si accumulano vestiti per almeno 4000 sterline, un terzo dei quali mai indossati nel corso dell’anno pregresso; per finire, pare che il 6-8% degli americani soffra in modo serio di oniomania, la sindrome da acquisto compulsivo.

In piena linea di continuità con la deriva finale (anche se al peggio non c’è mai fine, no?) dettata dal turbocapitalismo inaugurata negli Eighties dalla coppia di ferro Thatcher-Reagan, questo 2017 vede trionfare un Natale che arriva al parossismo consumistico: mai orari così dilatati delle attività commerciali (e gli esercenti della grande distribuzione che si autocelebrano perché tengono chiuso il 25 ed il 26, sic?); mai uno spazio così alto ed invasivo al commercio digitale (con il semi-monopolista Amazon a farla da padronissimo, con nuovo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, ma 4.0, quindi va bene); mai così sfacciatamente (recuperando l’ormai dimenticato Fromm) l’AVERE in prima, primissima fila rispetto all’ESSERE.

Unica soddisfazione: forse mai come in questo dicembre, la questione degli orari e soprattutto delle modalità di lavoro all’interno del commercio sono state al centro del dibattito, anche grazie al coraggioso sciopero di parte dei dipendenti di Amazon (ottimo, as usual, il pezzo di Piazzapulita di Formigli, in onda giovedì scorso, sul succitato sciopero: le immagini degli scioperanti che accusano i crumiri all’ingresso sono davvero tali, da fare capire che la Giustizia sociale ormai non ha quasi più rappresentanza).

Nel frattempo, i cinesi (sì, i cinesi) si affiancano in tutto e per tutto a noi occidentali: globalizzazione più secolarizzazione, ed il gioco è fatto. Deng Xiaoping aveva dato il là, nel 1979, all’economia di mercato, ma lui stesso si stupirebbe di dove sia arrivata la sua Cina. La brava Paola Jadeluca (Repubblica economia, 18 dicembre) ci squaderna davanti agli occhi questo scenario: “Il refrain di Natale suona da settimane, le commesse indossano i cappelli a forma di renna, gli uomini vestono da Babbo Natale, in vendita hanno anche il panettone italiano…da Pechino a Hong Kong è un delirio natalizio. Tutti i mall e i department store sono addobbati per il Natale”.

Xi Jinping – il novello Mao – è sì un nazionalista convinto, ma sul Natale apre alle tradizioni alloctone, senza soverchi problemi: money is money, e non bisogna puntare tutto sui consumi interni, per mantenere i ritmi vertiginosi di crescita del Dragone?

L’INCUBO PARENTAL-AMICALE

Ci sia concessa un po’ di “antropologia da tinello”, oggi, visto il clima vacanziero: non è forse il Natale catto-consumistico, il periodo più devastante dal punto di vista affettivo? Se uno ha una vita affettivo-sentimentale normalmente gratificante, esso sarà solo un’aggiunta ipercalorica, a concreto rischio diabete 2, a ciò che già ha: una inutile replica, in buona sostanza; se viceversa vive un momento difficile, ai vari livelli di gradazione (relazione sentimentale finita, e male; malattia; a maggior ragione, lutto), ecco che il momento della festività diventa un fardello che si aggiunge a quello che cotidie uno si porta dentro: lo sentirebbe lo stesso, il macigno, ma certo che la grancassa natalizia glielo fa sentire ancora di più, forse al massimo grado.

E che dire delle chat (amicali, di colleghi o simili)? Gli auguri – montagne, cordigliere, acrocori, di auguri – che si sprecano, che arrivano da persone ad uno care ma, nello stesso tempo, abbiamo il bombing che colpisce anche provenendo da persone nefaste.

Diciamo che quando si oltrepassa il Rubicone dei – buttiamo là – 100 km di distanza fra chi manda e chi riceve (50? 25?), ben vengano gli auguri via smartphone: sotto la soglia del succitato Rubicone, si dovrebbe provvedere in altro modo, altrimenti non importa, non è mica un obbligo, no? Esiste un medico (o un magistrato) che abbia mai prescritto l’obbligo di augurare un felice Natale, per Zeus?

IL SOL INVICTUS…

Va bene, ormai i lettori del blog (e non solo loro, si spera) lo sanno che ben prima del Natale cristiano c’era il Sol invictus, una delle principali feste pagane: ma almeno una volta all’anno, lo si potrà ripetere (magari anche 3 o 4, vuoi vedere)?

Abbiamo purtroppo perso (a parte pochi) ogni fascinazione per il mondo paganeggiante, così pieno di passione vitale: ove gli dei erano antropomorfi, senza vergognarsi di esserlo; dove le divinità avevano appetiti sfacciatamente umani, ma al contempo erano capaci di innalzarsi alle sublimi vette dell’Arte. Ricorda Piero Boitani (domenicale del Sole del 17 dicembre), che Dante non invocò le paganissime Muse solo prima di iniziare a descrivere l’Inferno ed il Purgatorio, ma anche e soprattutto prima di intraprendere la prova poetica in assoluto più ardua, quella cioè di descrivere e di cantare il Regno di Dio: a chi si prostra infatti il Sommo, all’inizio del viaggio paradisiaco, se non ad Apollo (richiamando il truculento episodio intercorso fra Apollo e Marsia)?

Chi conosce bene il mondo cinese di cui sopra, dice senza mezzi termini che i cinesi sono in preda al demone consumistico-natalizio, ma non sanno bene – in maggioranza – cosa significhi la festività occidentale del Natale; e perché, la grande maggioranza dei giovani occidentali (non solo dei giovani, forse), pensiamo che ne sia edotta sul serio?

Ad ogni buon conto, fatto questo consueto peana natalizio a coloro i quali hanno il copyright assoluto della Festa, che dire, in conclusione?

Fra il Dio degli shopping center, delle orge a pranzo e cena, ed il buon Gesù, arriviamo a dire che – pur restando, ed in modo sempre più convinto, pagani -, ben venga il secondo: fra il Dio-consumismo ed il Cristo (rimodellato ben bene da San Paolo e dai Padri della Chiesa, peraltro), siamo tutti con il secondo, che aveva pur provato a scacciare i mercanti dal tempio. Che Gesù sia, dunque: per Zeus!

Ps 1 Anche sotto Natale (guarda un pochino), le persone continuano a morire; fra gli altri, ci ha lasciato Antonella Buscalferri, dopo una lunga malattia. Donna di battaglie politiche, soprattutto all’interno della Sanità – era anestesista – ma non solo, troppo presto ci ha privato della sua figura; era un’amica sincera del blog, ove spesso era intervenuta (se non sbagliamo, l’ultima volta per ricordare da par suo Vittorio Meoni). In attesa di altro, questo pezzo natalizio a lei è dedicato.

Ps 2 Concludiamo in bellezza; ecco i titoli ereticali, dal carrello della libreria, che dopo la lettura, in qualche modo, verranno condivisi: “Shooting up – Storia dell’uso militare delle droghe”, by L. Kamienski (Utet, pagg. 543, 24 euro); “Papa Luciani – Cronaca di una morte”, by Stefania Falasca (Piemme, 250 pagg., euro 17): documentatissimo, e con un finale decisamente a sorpresa; “Il dossier Hitler – La biografia segreta del Fuhrer ordinata da Stalin”, a cura di H. Eberle e di M. Uhl (Utet, 625 pagine, euro 20, con e-book compreso nel prezzo), che tenevamo in stand by da quando è arrivato. Per finire, “Amor perduto – L’Inferno di Dante per i contemporanei”, di Antonio Socci (Piemme, 228 pagine). Prezzo: 18 euro; ma in questo caso – visto l’autore – bisogna che ognuno si ingegni a come avere il libro (prestito, per esempio), senza sborsare un singolo euro…

19 Commenti su Il Natale del villaggio: W Gesù, per Zeus (e 2 Ps)…

  1. manunta scrive:

    pe’ fa’ pari col socci/mel?
    la divima commedia , l inferno,commento di marcello vicchio
    brenner editore
    Dante all inferno, adriano lanza
    tre editori
    visto che il socci/mel? pare voglia ripassare nella padella
    cattolica ,lo gnosticismo del Durante.
    mettiamoci anche valli, il linguaggio segreto dei seguaci d amore
    nardi, l origine dell anima umana secondo dante.
    tocco, quell che non c’ e’ nella divina commedia ,o dante e l eresia.
    e volpe, movimenti religiosi e sette ereticali sansoni
    vo di fretta ,c’ ho i pranzo,sicche qualcosa ho tralasciato
    caro raffa ,se si ragiona di durante, non dico rossetti,
    ma c’ e’ di meglio in giro che i tu’ paesano rimbuzzato d ostie.

  2. manunta scrive:

    ps sul lanza ottima la bibliografia, ma sparsa nelle note,e non raccolta a fine volume.
    ma mi sa’ che a sienina dei citati ci trovi pochino, ti tocchera’ veni’ sull arno,vedrai , da voi in endecasillabo ,piu che la cazzaria dell arsiccio, e i nichilismo da bettole di cecco ,poca roba.
    ognuno movesi secondo su’ natura
    vaccina rumina fieno anello al naso
    su lastre e tufin poca cultura
    durante e’ di fiorenza non a caso
    chi di pocce ragiona e fiaschi stura
    cervello c ha come sfondato vaso
    ai voglia tu a pienallo d acqua fresca
    sol l ignoranza pare a siena cresca

    vai c’ e’ l antipasto, bona raffa.

    • VEDO NERO scrive:

      Caro Manunta mangia poco panettoni e cantuccini che poi arrivi alla Befana e non hai più fame di dolci. Sii moderato nel bere che poi non ti ricord ipiù come hai passato le Feste!!!!E sii più indulgente e meno caustico nel 2018!

  3. Santa Klaus scrive:

    Reduce da un’orgia (purtroppo solo eno-gastronomica, niente di più) natalizia, mi trovo ad essere d’accordo su quasi tutto il contenuto del pezzo. Abbiamo stravolto il senso del Natale, che poteva piacere o meno, soprattutto se uno non è credente, ma che dava un senso alla festività, la faceva attendere per davvero. Oggi, con il black friday e queste altre genialate a dilatare l’attesa, è cambiato tutto, parecchio in peggio.

  4. il giaguaro scrive:

    Buonasera Raffaele
    non trovo la registrazione dell’ultima puntata ( quella del 19-12 ) su Radio SienaTV.
    Come mai?
    Grato se puoi darmi informazioni
    Saluti cordiali

    • Eretico scrive:

      Carissimo Giaguaro,
      giro la domanda a chi di dovere, nel frattempo augurandoti buone feste (paganeggianti, sia chiaro).
      Nel frattempo, raccomando a tutti di vedere una mostra fotografica bellissima, vista giusto stasera, con colpevole ritardo: “Beyond the lens”, in Via Fiorentina (accanto alla sede di Siena tv, tra l’altro). Prorogata, resta fruibile fino al 31 dicembre: ne parleremo, ma voi andate…

      L’eretico

  5. VEDO NERO scrive:

    Io spero che nel 2018 ci sia una ventata di aria nuova a Siena, che gli omini degli orti e donnine della Cooppe si tolgano le fette di prosciutto dagli occhi e usino la testa quando si deciderà il nuovo Sindaco. Che tutti i mariuoli che hanno affossato Siena siano puniti con il voto sia comunale e nazionale. E quelli della Banca Bassotti, l’avvocato, il contadino e simili, non vadano in prigione neanche un giorno, ma che gli vengano congelati tutti i loro soldi, magari condannati anche per qualche anno ai servizi sociali. E’ forse troppo, no, non è mai abbastanza per questa gente.

    • Eretico scrive:

      Caro Vedo Nero,
      davvero troppo buono, per Zeus!

      Ovviamente quanto alla “Banca Bassotti”, l’espressione è riferibile solo ed esclusivamente al fatto che l’avvocato ed il contadino NON sono proprio dei pivot, non certo ad altro, eh…

      L’eretico

    • Nipotino di Padre Ernesto Balducci scrive:

      Scusatemi per l’intrusione……. ma questi continui riferimenti agli omini degli orti e alle donnine della Coope non puzzano,leggermente, di una certa supponenza, presunta superiorità?

      • A.B. scrive:

        “Ecco perché Nocera è inferiore, perchè ha dato i natali a individui ignoranti e reazionari come voi”.
        Si tratta semplicemente della versione senese.

        • Il Pescatore di "Salmoni" scrive:

          Se i meridionali sono ovunque mal visti e poco sopportati(non solo a Siena,ma OVUNQUE ed special modo all’estero)bisognerebbe chiedersi il perché,invece di voler sempre uscire con le solite frasi trite e ritrite da “salmone salito controcorrente” e(si nota dall’astio con cui scrivi,caro A.B.)scarsamente considerato ed integrato in questa città.

          Dalla serie:si può anche ritornare a casina,eh?
          Puglia “ridens”(terra a misura di minore,vedi Sara&Noemi) ,Calabria Saudita o altri “bei”posticini che sia.

          Noi si campa uguale e direi che tra omini degli orti e donnine della Coppe,tutti ovviamente rigorosamente “rossi vampati” e con parentame con pedigree da sottofattore quando va bene,abbiamo già ampiamente dato…

          • A.B. scrive:

            Oggi ha proprio pescato male caro pescatore, mi riferivo ad una scena fantastica di un film nella quale veniva magistralmente mostrata sia la grettezza e il provincialismo di chi aveva una “scarsa” tendenza all’apertura mentale (pratica nella quale lei mi pare maestro) che il complesso di superiorità di chi pensando di essere intellettualmente superiore finiva per risultare altrettanto provinciale. Il sud, il nord, il centro, mi pare abbia proprio un chiodo fisso, forse sarebbe bene cambiasse sport (ma non passi alla caccia!!!!)

      • Adoremus scrive:

        Gli omini degli orti io li adoro: sono utilissimi quando hai da sistemare il giardino,fare un lavoretto in casa oppure votare il partitino egemone da 70 anni.

        Sono adorabili,specie quando ti raccontano le “gesta”dei famigli partigiani che hanno liberato Siena e L’Italia dal giogo Nazifascista e ti spiegano che sono stati loro,e non i marocchini entrati da Porta S.Marco insieme agli “Alleati”,quelli a cui dobbiamo l’ottima democrazia e la libertà che respiriamo a Sienina da,appunto,una settantina d’anni a questa parte.

        Glorifichiamo,ovviamente per non venire meno alle pari opportunità,anche le donnine della Cooppe,spesso mogli dei suddetti omini ed anch’esse con la terza media in tasca(quando va strabene,sennò vantano la licenza elementare):bravissime in cucina e come colf,badanti perfette per nonne o mamme ottuagenarie ed espertissime nel divulgare,preferibilmente di sabato,il pettegolezzo dal parrucchiere di quartiere;così facendo,possiamo tenere ancora la chiave sull’uscio,visto che fatta la spesa alla Cooppe,le suddette,sbirciando per ore attraverso le imposte,si ergono a sentinelle del rione come un tempo,prima di essere confinati nelle masse extramoenia,solevano fare i Contradaioli.

        Ciò detto,propongo:MANGIA D’ORO 2018 AGLI OMINI DEGLI ORTI E ALLE DONNINE DELLA COOPPE!

        Ovviamente dopo un altro trionfo alle urne del solito Piddì,of course…

  6. VEDO NERO scrive:

    Caro Eretico, anche se dichiari di essere agnostico al Natale, nei tuoi passati interessanti servizi in televisione hai dimostrato di avere più spirito natalizio di tanti baciapile ipocriti che sono ai vertici religiosi cittadini. ti sei occupato di persone religiore e non che fanno del bene disinteressatamente. Quindi se Gesù decidesse di fare una capatina a Siena, certi religiosi, non buon cristiani, falsi e bigotti, di sicuro sarebbero i frustati e scacciati dal Tempio come simoniaci ed anche incendiari di curie. Concludendo, per Dio o per Zeus, auguri di buon 2018!

  7. Marco Burroni scrive:

    Caro Eretico, io non la vedo come te, secondo me con il vero spirito di Natale Gesù bambino c’entra poco. Il Natale è il “Sol invictus” degli antichi romani, è la “Yule” degli antichi popoli pagani; era un’epoca molto, molto più disagiata di quella attuale, la gente viveva di caccia, di pastorizia e di agricoltura secondo i ritmi naturali, e l’arrivo dell’inverno per loro non era una cosa piacevole; altro che settimane bianche, c’era meno cibo, faceva freddo ( le capanne o le case dell’epoca non avevano il riscaldamento e l’acqua calda…) ed era sempre più buio, e la vita diventava mera sopravvivenza.

    Ed ecco che arriva il solstizio, le giornate cominciano ad allungarsi, è vero che farà ancora freddo per mesi ma i tempi cupi sono finiti, ritorna la speranza, quale migliore occasione per festeggiare? Ci si incontra, si sta insieme, si mangia e si beve, si sacrifica agli Dei e ci si scambiano regali di buon auspicio. E questo lo spirito vero del Natale che è la festa della gente normale, che lavora, che tira la carretta tutto l’anno e che a metà inverno se ne vuole stare un po’ a casa a dormire e a mangiare con la famiglia e magari si vuole comprare lo smartphone nuovo e un tablet . Che male c’è in tutto questo?

    Personalmente a me non dà fastidio più di tanto questo nuovo abito consumista che sfoggia il Natale, anzi, potessi consumare di più, e comprare roba di qualità migliore per me ed i miei cari ne sarei felice. Con buona pace di Gesù bambino e di Eric Fromm.

  8. manunta scrive:

    ispirato dai concioni natalizi papeschi e omaggiando il bon cecco.

    si fossi papa abolirei li stati
    si fossi soros li distruggerei
    si fossi sutherland certi risultati
    io per davvero me li auspicherei
    membro del bilderberg dei trilaterati
    di goldman sachs e dell opus dei
    e puro anco cavalier di malta
    al papa lui ora fa’ bona scolta

    da aggiungere alla lista del bravuomo peter sutherland ,ex membro wto,membro commissione migranti onu, dirigente BP, presidente commissione cattolica dei migranti.

    Si pensioni dunque il canuto soros, egli ha bono bonissimo erede,esulti la boldrinessa, grasso non tema, bonino stia pur bonina,l agenda della tribbiatura delle menti, e della creazione di un coacervo acefalo di ignoranti multiculturalizzati ,prosegue , sotto la guida del novo palafreniere del gaucho di loyola aka bergoglio.
    manunta vi ragguaglia ,voi pori citti sapete na’ sega.
    biasciate pan co santi , e addobbate pure l alberino.
    mentre leggete socci , come da consiglio del bon Raffa.
    lasciate perdere valli ,lanza, nardi , tocco , e guardatevi le registrazioni di benigni su’ dante ,che tanto piu in la’ un ce la fate.
    bon anno che sara’ certo peggio di quello passato , ma meglio del 2019.

  9. fede scrive:

    a proposito di feste… bellissimo il solito concertone di capodanno, benissimo le misure di sicurezza, come la moltiplicazione degli stewards, il divieto di bottiglie, lattine e botti che spaventano i poveri animalini, ma… i cecchini sui tetti e il numero chiuso in piazza?

  10. Luca Bindi scrive:

    Buongiorno,

    Siena Paradiso desidera augurare alla meravigliosa Città di Siena, in particolare ai rispettabili Under45 che la abitano, un felice anno nuovo all’insegna del benessere, della ricchezza e della prosperità.

    Si augura agli Under45, e non solo a loro, di generare una ricchezza che non abbia precedenti nella storia della Città di Siena, di divenire milionari ad una giovane età e di ritirarsi a vita privata molto molto prima dell’età della pensione.

    Qui il link degli auguri di Siena Paradiso:
    http://sienaparadiso.blogspot.com/2017/12/siena-paradiso-vi-augura-un-felice-anno.html

    Ringrazio per la cortese attenzione.
    Cordiali saluti,
    Luca Bindi per Siena Paradiso

  11. Mario scrive:

    Ma!!!! si dice sempre che si sta meglio or che prima. Argomento interessante assai, poiché dipende da qual punto i vista si afferma ciò. Se tralasciamo la superficialità, vedremmo che per molti versi, prima certamente meglio era che oggi. Poi se contenti di un consumismo che fa iniziar il Natale ad ottobre niente da dir ho. Ma per parlar seriamente di certi temi, anche una certa cultura di un certo tipo occorre. Tra tutti i commenti, mi par che quello riferito all’eretico, che se pur si dichiara paganeggiante, in realtà suo malgrado mostra di fatto molta più cristianità di chi consuma le soglie delle Chiese. Su questo dubbio non c’è. Tanti auguri pagani o cristiani che siano, ci fermiamo qui, poiché andar avanti impossibile sarebbe.

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