Eretico di SienaLa domenica del villaggio: tour marchigiano (e Verona) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: tour marchigiano (e Verona)

Ritorna, dopo un salto dovuto alle tristi vicende di certo giornalismo applicato al Caso-Rossi (del quale ovviamente, a breve, si tornerà a scrivere), la rubrica cultural-domenicale del blog: quasi (sottolineiamo il “quasi”) monografica, sulla Gita di istruzione dalla quale siamo reduci (giovedì e venerdì), in terra marchigiana. Inizio, davvero folgorante, in quel di Recanati, poi un paio di mete piuttosto desuete: Castelfidardo prima, Pesaro il giorno dopo. In coda, 3 Ps di varia umanità, a partire da quello su Verona…

RECANATI ED IL SELFIE CORNER, SIC

Erano sette anni (purtroppo) che mancavo da Recanati, ma, al di là del dato prettamente personale, ho trovato quella porzione di cittadina che è consacrata alla sacra memoria leopardiana più frequentata (da studenti e docenti, quorum ego): onda lunga del pregevole film di Mario Martone, con annessi vari (compreso il Leopardi da bacio-Perugina di Alessandro D’Avenia, magari), nonché dell’abilità nell’offerta turistica proposta dalla comunità recanatese tutta, e dagli eredi Leopardi in particolare.

Questo pone i consueti problemi da grandi numeri turistici, e francamente certe scivolate si sarebbero potute davvero evitare: in primo luogo, l’osceno, non commentabile (ma lo commentiamo, eh!) “Selfie corner”, sfacciato cedimento – all’interno della Casa leopardiana, appena entrati sulla destra, accanto ad un busto di Giacomo – ai presunti desiderata dei visitatori.

Che si debbano cercare, e magari trovare, linguaggi e modalità nuovi per rendere appetibile il poeta-scrittore-filologo-filosofo Giacomo Leopardi, l’ho detto/scritto non so più quante volte (ed in Biblioteca, a maggio, parlando del bel libro di Mario Elisei “Il no disperato”, se ne parlerà di nuovo); ma fare di Leopardi un mental coach per adolescenti (alla D’Avenia), o inserire ammiccamenti tipo il “Selfie corner” di cui sopra, questo – almeno questo – risparmiatecelo. E poi: siamo sicuri che sia davvero quello, ciò che i giovani vogliono?

CASTELFIDARDO, LA BATTAGLIA DIMENTICATA

Che la memoria del Risorgimento, dopo la fiammata del 2011 per i 150 anni, stia deperendo in maniera sempre più triste e penosa, è cosa ormai acclarata; fra i tanti eventi e luoghi, uno dei casi più clamorosi concerne certo Castelfidardo, che i più conoscono – se, per l’ appunto, lo conoscono – per essere la Patria delle fisarmoniche (attività economica ancora piuttosto fiorente, sul territorio).

Proprio nella campagna antistante questo delizioso paesino marchigiano, ad una manciata di chilometri da Loreto e da Recanati, il 18 settembre 1860 si combatté, fra pontifici ed Esercito sabaudo, una battaglia decisiva dell’italico Risorgimento: capace di spianare la strada a Vittorio Emanuele II verso Teano e Garibaldi, nonché, nell’hic et nunc, di fare annettere al Regno sabaudo due Regioni importanti come l’Umbria e le Marche, per l’appunto.

Militarmente parlando, fu il trionfo del Generale Enrico Cialdini, attivo patriota sin dal 1831; visto che di recente, a Napoli, un suo busto ha fatto una finaccia (qualche neoborbonico non ha ancora digerito la repressione post-unitaria), forse giova ricordare una cosa: i Savoia furono brutali, nella repressione delle insorgenze antisabaude, certo (e sbagliarono a neanche cercare una soluzione politica, non potendo considerare tale la Legge Pica). Ciò detto, per arrivare al nocciolo: allora si stava davvero meglio quando si era borbonici, in loco?

A Castelfidardo, poi, c’era anche un certo Davide Lazzaretti: non combatteva con i Pontifici, bensì fra i volontari antipapalini. Ci saremmo meravigliati del contrario, in effetti.

Se Giacomo Leopardi avesse avuto una salute un pochino più salda, infine, giunto all’età di 62 anni, avrebbe, con immensa soddisfazione, salutata la sua nuova condizione: quella, finalmente, di italiano…

PESARO, STRETTA FRA RIMINI ED URBINO

La guida che ci porta in giro per la città in una mattinata di Primavera (coinvolgente e preparata, a parte un clamoroso svarione, che fa essere il buon Giulio II appartenente alla famiglia Piccolomini…), me lo dice senza mezzi termini: “Le scolaresche, da noi, sono una rarità, qui a Pesaro non viene quasi nessuno”.

Stretta fra la sublime Urbino e la dinamicissima, nonché felliniana, Rimini, Pesaro verosimilmente soffre di inferiority complex: sarebbe strano il contrario, a pensarci bene; eppure, una giornata di visita la merita tutta (e noi non abbiamo visto il Teatro, forse il gioiello della città).

La cattedrale, dedicata a San Terenzio, è settecentesca quanto a facies interna, senz’altro non indimenticabile; ma conserva, giusto un metro circa sotto il calpestabile, pregevoli mosaici paleocristiani in stile ravennate, con abbondante copia di animali – veri ed anche inventati, come la sirena a doppia coda – basilari per l’immaginario e la storia del primo Cristianesimo.

Pisaurum, fondata fra la Seconda e la Terza Guerra punica dai Romani, è la città del sublime Rossini (di cui è visitabile la piccola casa-museo, in cui risuona ad libitum la musica del genio pesarese), e si vanta, con una certa enfasi, di essere la città della Musica, delle biciclette e dell’Amore (il castello di Gradara – quello di Paolo e Francesca, per capirsi – non è certo lontano).

Chicca finale: la direzione provinciale delle Poste, sita nella Piazza principale, è stata ricavata all’interno della chiesa di San Domenico, di cui ancora si vede bene la facciata. Domenicani “postalizzati”, dunque…

Ps 1 Evento veronese sulla Famiglia: ci sarebbe da scrivere un post a parte, sic; solo un paio di considerazioni. La prima, che è sempre la solita in questi casi (ma evidentemente c’è bisogno di ripetere l’ovvio): chi ha un’idea altra di famiglia rispetto a quella tradizionale codificata nei secoli, NON impone mai – e neanche ci prova – le sue idee e le proprie visioni agli altri; viceversa, il volere fare moral suasion per cambiare i diritti acquisiti in questo campo (nonostante le smentite di facciata), c’è, eccome se c’è, dall’altra.

Due: una delle più scandalose mistificazioni della kermesse veronese, è certo il mettere insieme Religione (Cattolicesimo: in questa versione, non lontanissimo dalla concezione della donna dell’Islam moderato) e Demografia. La questione demografica è una cosa terribilmente seria, e va di sicuro affrontata (la laicissima Francia potrebbe fornire un esempio, almeno a tal riguardo); per il resto, si abbia il coraggio di dire che si vuole tornare ai tempi di Pio XI e del Mascellone, che si fa prima…

Ps 2 Bagatella turca, avviandoci alla conclusione. Erdogan, in piena campagna elettorale, propone di fare tornare Santa Sofia (ex Basilica cristianissima, dopo il 1453 Moschea, dal 1935 Museo, grazie ad Ataturk) luogo di culto, ovviamente islamico; fra le tante cose, si dimostra che, in questi tempi, anche i maggiori caposaldi della laicità possono fare come si dice facciano i gamberi.

Ps 3 Domani – lunedì 1 aprile: NON è un pesce, tranquilli, anzi! – appuntamento d’eccellenza alla Comunale (17,30, Sala storica, as usual): il professor Lamberto Tassinari, prima di tornarsene in Canada, ci parla delle sue ricerche, che dimostrano – a suo dire – l’italianità, anzi la fiorentinità, di Shakespeare (che sarebbe John Florio). Noi lo intervisteremo, cercando di penetrare al meglio una questione tanto complessa, quanto affascinante. Appuntamento da non mancare, date retta allo scrivente…

 

 

 

 

10 Commenti su La domenica del villaggio: tour marchigiano (e Verona)

  1. manunta scrive:

    Eccola ,la piccola Giorgia( meloni) come la piccola regan?
    Solo un caso di ipertiroidismo, o forse ci vuole padre Merrin
    e padre Damien Karras?
    intervento a verona parte subito in tromba ma’ dopo un minuto siamo al climax e sorge spontanea la domanda.

    https://youtu.be/T_5aJbwRj2I

  2. Un fan dell'Eretico scrive:

    Ieri pomeriggio davvero interessantissima la conferenza del professor Tassinari, sulla quale spero di leggere qualcosa, e programma di aprile ricco e variegato. Manca l’Assessore alla Cultura, ma c’è un Super-presidente!

  3. Giacobbe scrive:

    A mio modesto giudizio, l’assessore alla cultura Siena ce lo ha in pectore, e mi auguro che venga presto ratificato ufficialmente.
    Sarebbe il miglior segnale ( forse l’unico) verso la città, riconosciuto e apprezzato da tutti( anche se non condivido alcuni suoi opinionisti)saprebbe portare aria nuova di eventi vicini e lontani come ha brillantemente dimostrato fino ad oggi con e nella Comunale.
    Con i miei migliori auguri ed auspici.

  4. manunta scrive:

    considerazione.
    A qualcuno pare che manchi la figura del fustigatore della pubblica amministrazione,
    pare che la calcificazione mentale dei suddetti orfanelli ,li porti a recriminare sulla presente scelta ( istituzional/culturale)del Raffa.
    Scelta che a me (osservatore esterno)sembra ovvia evoluzione di chi dopo aver lungamente descritto e dipinto l’ ambiente locale , presa coscienza che i locali abitanti posson trarre giovamento ed emendarsi dal boffonchiante appecoronamento attraverso cultura e lettura, promuove (aggratise) l una e l altra.
    Sicche’ il suddetto Raffa ( ed altri senesi che lo sostengono nel cimento)per questa sua/loro attivita’ sarebbe/ro in caso solo da ringraziare,
    anziche’ spappolargli i cabbasisi con la nenia del: “un sei piu’ quello
    d una volta”

    Ier sera oltre all ottimo Lamberto Tassinari ,c era anche Massimo Nobili,
    il quale ultimamente ha messo in rete un interessante articolo su’ Michelagnolo Florio( fra’ paolo antonio) padre di John Florio ,dove descrive analogie tra il plot e la narrazione dell amleto, e le vicende
    di Michelagnolo ,inquisito e detenuto nel carcere di torre nona a roma
    per mesi 27 dall inquisizione .
    L articolo pieno di note e link ,lo trovate nel sito linkato dal prof.
    Mario Ascheri in uno dei commenti al penultimo articolo del Raffa.
    Sito vasto ed esaustivo sul tema Florio/ Shakespeare, chi poi abbia dimestichezza col francese e con l inglese ,puo’ visitare l altro sito linkato da me sotto il commento del Prof. Mario Ascheri.
    E’ il sito del Prof. Tassinari ,dove lui risponde e replica alle osservazioni e critiche che gli accademici stratfordiani gli rivolgono
    riguardo l ipotesi shakespeare alias Florio.
    Ieri sera due ore non erano sufficenti a descrivere personaggi ,contesto storico e connessioni tra i lavori e gli scritti dei Florio e l opera di Shakespeare, sarebbero bastate a stento per la biografia e le vicende di Florio padre,(michelagnolo).
    Il prof. Tassinari ha gettato il sasso nello stagno di avon, o meglio ha preso a sassate(doverose) la figura dell cigno di avon, costruita dalla
    chiesa accademica inghilese di rito stratfordiano.
    Chi ha voglia e curiosita’ volendo puo’ documentarsi sulla questione.
    In ultimo aggiungo l avvocatessa del diavolo ,la prof.ssa Rossi dell universita’ di zurigo ,ha pubblicato per la Tecla ricerche d archivio
    storiografiche sui Florio reperibili anche in rete.

    Saluti al Poli( uno dei suddetti senesi che dan buona mano al Raffa) ,avendolo conosciuto mi tocchera’ sbertucciarlo un po’
    di meno( peccato perche’ mi ci divertivo)

  5. alberto bruttini detto Cacaccia scrive:

    Di ritorno da uno dei suoi innumerevoli viaggi a Londra (1965 ?) mio fratello Adriano mi face leggere (me la cavavo benino con l’Inglese) la copia anastatica di un libretto pubblicato da un prof. universitario dal quale si evinceva che la tanto acclamata tragedia “Giulietta e Romeo” si rifaceva ad un racconto di Cino da Pistoia da lui fatto conoscere a Napoli con il titolo “Mariotta e Giannozzo”.
    Sembrava disperso quando fu rinvenuto da Masuccio da Salerno che lo inserì tra i suoi racconti romanzandolo e cambiando il nome ai due protagonisti “Mariotto e Gannozza-due amanti Senesi”.
    Leggendolo si capisce che il Bardo, o chi per lui, aveva pienamente attinto ai romanzi italiani.
    Penso che questa copia sia ancora presso la facoltà di Lettere a S.Francesco.
    E chi ha voglia può andare a cercarsela.
    P.S. non è che mi fidi tanto della mia memoria ma penso di avere ricordato quasi tutto come era all’origine.

  6. alberto bruttini detto Cacaccia scrive:

    ooops

    intendevo “Inglese” a San Francesco.

    Grazie ad un abitante extra-moenia

  7. Mandrake scrive:

    Mi associo alla grande a Giacobbo: anche lasciando stare tutto il passato dell’Eretico da blogger e scrittore di inchiesta (per quello ci vorrebbero un paio di Mangia d’oro), varrebbero solo questi sei mesi (mi pare siano sei, mi scuso dell’eventuale errore) alla Comunale. Parliamoci chiaro: chi se la filava prima la Comunale? Io qualche volta ci andavo, c’era poca gente e sempre la stessa. Apprezzo moltissimo anche l’abbinamento fra programma televisivo e attività della biblioteca, anche questo ovviamente prima inesistente.

  8. manunta scrive:

    Giacche’ l bon Raffa va’ Leopardizzando
    Io Veroneggio vaticanmachizzando*(1)
    mentre il pretume assai sta’ gracidando*(1bis)

    Latini*(2)greci antichi e assai i prelati
    pratican e praticavan certe usanze
    nei tempi nostri come nei passati

    sicche’ all inferno in torride stanze
    variata compagnia sara’ presente
    se di veron son bone le sentenze

    gittatta nelle bolge varia gente
    Papi vescovi suore cardinali
    saranvi pare numerosamente

    se di veron s avverano gli strali
    chiude bottega lesto l vaticano
    lieve sarebbe a petto d altri mali

    esulti dunque chi e’ vero cristiano
    tana di volpi lussuriose e scaltre
    potrebbe esser sepolta da gran frano

    disgrazia meno grave di tant altre
    verona dorme ed aggiungo inoltre

    che a chi il cervello assonnato poltre
    ridicol usa lui per bona coltre

    *(1)vedi batracomiomachia
    *(2) popolo non brunetto ( oddio anche si)

    manunta rimator spregioso e spregiator di tonacume variamente assortito

  9. manunta scrive:

    Dopo l omaggio a Leopardi, a Michelagnolo Florio, ( Raffa abbi pazienza)

    Se disse come disse cosa vera…. (e io non ne dubito, era l su’ mestiero)
    Pe’ preti io la vedo molto nera

    Siccome sempre disse cose vere
    le cave d alberesi e colombine
    o d altre pietre abbastanza dure

    aranno a lavora’ sere e mattine
    le macine di pietra pe’ mulini
    saran lavoro che un ara’ mai fine

    saranno empiti l abissi marini
    e si potra’ di poi viaggiar di passo
    da california a lidi filippini

    e stratificazion di preti e sasso
    saranno enigma per la geologia
    e pieneranno i piu’ fondo abisso

    per quanto fonda la fossa la sia
    di tonga o perinsin delle marianne
    sara’ pienata e trasformata in via

    di questo poco c’e’ da dubitanne
    uno che par sull acqua caminasse
    lo disse senza pesticcia’ le canne

    mentre calava le reti e le nasse
    uno che i ghiozzi pare lui pescasse

    e ghiozzi ancora n tanti vanno dietro
    ai pescatori emuli di pietro

    manunta rimatore umanista geologo/teologo/strologo/
    erede di lunga tradizione fiorentina(4 volte interdetti ) dedica l’ omaggio al paesano Michelagnolo Florio che le diceva peggio delle mie.
    pero’ no in rima.
    I su’ figliolo John si, pero’ in pentametri giambici inghilesi.(e sotto pseudonimo)

  10. Giacomo rossi scrive:

    Buon giorno
    Riprendo la partecipazione sul blog per segnalare l’iniziativa positiva dell’amministrazione con lordinanza in merito alle deiezioni canine.
    Plaudo x quanto disposto nella speranza che laddove il civismo dei senesoni non arriva, gli ha la penna del vigile di quartiere….ah già quello non c’è ancora!
    Vabbè una “guardia” qualsiasi va bene lo stesso!
    Mi auguro che questa sia la prima( non ravvisandone precedentemente altre) di una lunga serie di iniziative volte al cambiamento ,in meglio, della nostra città.
    Saluti

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