Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Calvino, Leone, Piccolo (e Buoncristiani) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Calvino, Leone, Piccolo (e Buoncristiani)

Un libro, certo stimolante; una lectio magistralis sulle Fiabe italiane di Italo Calvino, svoltasi ieri alla Comunale; infine, un ricordo del grande regista Sergio Leone: ecco i tre argomenti principali – come sempre, non esclusivi – della rubrica culturale, nonché domenicale, del blog. Conditi, as usual, da pluralità di Ps, quantomai variegati. Con gran finale sull’addio a Siena dell’Arcivescovo Antonio Buoncristiani.

Bando alle ciance, dunque: si parte; e buona lettura a tutti, domenica essendo!

L’ANIMALE CHE FRANCESCO PICCOLO SI PORTA DENTRO…

Francesco Piccolo è uno scrittore di successo; casertano, classe 1964, in un crescendo di notorietà nel 2014 ha vinto lo Strega, con il suo “Il desiderio di essere come tutti”, che faceva seguito, tra gli altri, a “Momenti di trascurabile felicità” (2010). Ha una scrittura agile, snella, senz’altro efficace e coinvolgente.  Gli piace da morire parlare/scrivere di se stesso, in modo del tutto diretto, a tratti spietatamente diretto: crediamo di avere poche volte trovato un’autobiografia più radicale del suo ultimo libro, “L’animale che mi porto dentro” (Einaudi, 236 pagine, 19,50 euro).

Piccolo, infatti, parla di se stesso, ma in particolare parla – senza alcuna volgarità esplicita – della sua vita sentimentale e sessuale, del suo essere maschio: con gli insuccessi (soprattutto legati alla fase adolescenziale, comunque giovanile), bilanciati dai recenti successi (che l’autore stesso ammette essere dovuti in gran parte alla sua notorietà di scrittore), che sono però accompagnati da una fiamma matrimoniale spentasi del tutto, e da tempo (lo scrive lui, eh…).

Il Francesco Piccolo di oggi, dunque, è un 55enne di successo: come gli dice la moglie – con cui si è inaridito anche il dialogo quotidiano -, dopo la vittoria dello Strega: “per tutti questi anni (quelli dell’arrampicata verso il successo, Ndr) hai rotto molto il cazzo, adesso hai avuto una bella soddisfazione, di conseguenza potresti cercare di non rompere più il cazzo” (pag. 19). E a proposito dell’ormai sdoganato lessicalmente sinonimo del pene, Piccolo ripete più volte, nelle pagine del suo libro, di sentirsi arrogantemente “stocazzo”, uno che, quando entra in un salone per un happening, la gente lo cerca.

Si potrebbe scrivere molto altro sulle tante tematiche poste dal libro (c’è anche il rapporto difficile fra l’autore ed il padre, nonché la aggressività da frustrazione di Piccolo, davvero eccessiva, sui parquet di basket, illo tempore), ma indubbiamente la domanda principe da farsi è questa: perché scrivere un siffatto tipo di libro, di grazia? O si è certi di potere comunicare qualcosa di importante agli altri, attraverso la autodescrizione di se stessi, oppure lo scrivere un libro come questo è puro atto di narcisismo, a dirla tutta (la pretesa di rappresentare un weberiano ideal typus di maschio italiano, da parte dell’autore, non può che essere parziale); più che guardarsi l’ombelico, in questo libro Piccolo si guarda soprattutto un qualcosa che si trova poco sotto: il nostro voyeurismo di lettori è senz’altro sazio, sia chiaro; ma dopo, alla fine, cosa resta? Stiamo forse passando dalla self literature, alla selfie literature?

SERGIO LEONE, 30 ANNI DOPO

Doppio anniversario, quello di Sergio Leone: 30 anni dalla morte (30 aprile 1989), nonché 90 dalla nascita (era un ragazzo del 1929); dovendo scegliere due sequenze per ricordarlo nella puntata di questa settimana de “Il sabato del villaggio” (visibile su YouTube), siamo stati in estrema difficoltà: non potendo non fare vedere almeno qualcosina della “trilogia del dollaro”, la scelta è caduta su “Il buono, il brutto e il cattivo” (1966), con il crescendo – magistralmente musicato da Ennio Morricone – in cui Eli Wallach cerca la tomba giusta, in quel cimitero sperduto. Movimenti di macchina travolgenti, pura maestria del regista, mutuata dal padre, e dai grandi americani (Ford, Hawks ed anche Scorsese, in primo luogo), nonché dal sommo Akira Kurosawa.

Seconda sequenza, naturaliter “C’era una volta in America” (1984): il momento in cui Robert De Niro, ormai anziano, pronuncia la frase poi divenuta cult (“sono andato a letto presto”, negli ultimi anni), e si fa travolgere dai ricordi, amicali e sentimentali. Sequenza di pura, proustiana, ricerca e rielaborazione del tempo perduto. E pensare che per anni la maggioranza della critica militante aveva considerato Sergio Leone al massimo un onesto artigiano di genere (il peplum mitologico prima – con “Il colosso di Rodi”, 1961 -, poi gli “spaghetti western), capace solo di riempire le sale: come un cinepanettoniere qualunque, sic. Di quei critici solo i cinefili incalliti, forse, ricordano vagamente i nomi, mentre Sergio Leone è entrato nella posterità, ed ha ancora, in questo ambito, un grande avvenire davanti a sé.

L’ANGOLO DEL PROF: CALVINO E LE FIABE

Non sono certo l’opera più celebre di Italo Calvino, “Le fiabe italiane” pubblicate per Einaudi nel 1956, né – per quello che conti – la nostra preferita (“Il sentiero dei nidi di ragno”, primus inter pares); ma tanti e tali sono stati gli spunti – a cavallo tra antropologia, letteratura sacra e, ovviamente, fiabistica – forniti dal professor Riccardo Castellana (Università di Siena), nella sua lezione di ieri mattina nella Sala storica della Comunale, che non riprenderne almeno un paio, davvero non si può. Si è trattato, per intanto, della prima delle 4 conferenze dedicate ai maturandi delle scuole senesi (erano presenti i ragazzi della quinta A del Liceo Classico Piccolomini, a questo giro).

L’opera calviniana – che si proponeva a suo tempo di salvare dall’oblio 200 fiabe della tradizione popolare italiana, di fronte ad un’Italia che stava industrializzandosi e si capiva che avrebbe perduto il rapporto antropologico con la sua memoria – vede circa un quarto delle novelle seguire uno schema che è quello cosiddetto del passing over: il tema ricorrente vede cioè un fratello (o sorella) minore, più debole e magari ultimissimo arrivato fra molti (vedasi la fiaba marchigiana “14”, che vede protagonista il quattordicesimo figlio di una sterminata prole maschile), il quale, dopo una serie di difficoltà e peripezie, riesce a superare tutti gli altri. Il maggiorascato, sedimentato nei secoli nella vita quotidiana con i suoi implacabili rapporti di forza, dunque, che si risolve – davvero a sorpresa – in un trionfo del minorascato.

Eh sì, perché anche questo – dovendo purtroppo ipersintetizzare la lezione del professor Castellana – dobbiamo sempre ricordarci, seguendo lo stimolo di Bruno Bettelheim: fiaba e mito sono due poli all’opposto; il secondo, forza all’accettazione del Fato, la prima prevede invece, in linea di massima, che ci si possa ribellare al Destino cinico e baro, magari approdando financo ad un lieto fine. Perché no? Il mito insomma parla al superego, la fiaba all’es: ciascuno scelga ciò che più gli aggrada. Italo Calvino, in quell’intensissimo e drammaticamente turbolento 1956, aveva optato per la fiaba…

Ps 1 Superga: 4 maggio, ore 17,03, accade la tragedia che tutti conoscono; chiunque ci sia stato almeno una singola volta, in quel luogo da cui si domina Torino, riconosce la particolarità di quel posto: il lungo respiro della grandeur sabauda, da una parte; il dramma, proletario, di un momento, dall’altra. Che quei ragazzi di quel quasi invincibile Torino, dal mitico Bacigalupo in giù, riposino in pace, e senza idioti che ne guastino il prematuro sonno.

Ps 2 Programma della settimana: tris di appuntamenti, nella Sala storica della Comunale, nella settimana ineunte; si parte domani, lunedì, con la lezione del professor Achille Mirizio sui 90 anni dai Patti Lateranensi (evento sempre di perdurante, perdurantissima attualità); poi, martedì, presentazione del libro “Fuori dal buio”, scritto a più mani da detenuti del carcere di Santo Spirito; infine, mercoledì, incontro-lezione con il professor Giovanni Buccianti sulla Libia: dalla Storia all’attualità geopolitica, per saperne di più da chi ha studiato quel contesto per decenni. Ricordando che ciò che sta per accadere tra palestinesi di Gaza ed Israele è cosa sì devastante, ma difficilmente cambierà le cose in Italia; mentre ciò che accadrà in Libia nei prossimi mesi (o settimane, o giorni), invece, avrà ripercussioni dirette sulla nostra vita. Forse vale la pena di saperne di più, vista anche la grossolana ignoranza dei più sul complesso argomento.

Ps 3 Ancora sulla scuola; oggi la notizia del giorno è l’idea salviniana del ritorno al grembiule: ma il problema davvero cogente, è quello della selezione e del merito, non certo quello dei grembiuli per le elementari. Sapete quale è la percentuale dei promossi agli esami di terza media (a.s. 2017-18)? Beh, ve la squaderno io: 99,5%. Viene da domandarsi, senza girarci attorno: ma che si fa a fare un esame, se si sa già che finirà con il todos caballeros, di grazia?

Ps 4 Tornando agli incontri alla Comunale: il libro che verrà presentato per le quinte – ma l’incontro è apertissimo a tutti – il prossimo sabato 18 maggio alle ore 11, su Giacomo Leopardi (“Il no disperato”, di Mario Elisei), ieri era recensito con un lungo pezzo da Giancristiano Desiderio sul Giornale (pagina 33). Ovviamente ne riparleremo e ne riscriveremo, ma chi ama Leopardi save the date!

Ps 5 Gran finale sulla notizia del giorno: l’Arcivescovo Antonio Buoncristiani lascia (meglio tardi che mai) Siena, comunque qualche mese prima di quando avrebbe voluto; torneremo in settimana sulla deflagrante notizia, ma, per intanto, prendiamo atto che se ne va dalla comunità un punto di riferimento spirituale, per noi laicissimi, financo paganeggianti…

23 Commenti su La domenica del villaggio: Calvino, Leone, Piccolo (e Buoncristiani)

  1. VEDO (meno) NERO scrive:

    Con la dipartita, mai rimpianta, del Boncristiani si apre una nuova fase del rapporto Comune-Arcidiocesi. Il prossimo prelato Paolo Lojudice è parte di quell’area religiosa fedelissima all’attuale Papa, con tutti i suoi difetti buonisti e multireligiosi a prescindere con tanti buoni propositi, a parole e pochi fatti. Una mossa astuta da parte del lupo vestito da agnello, Bergoglio appunto, che silura una persona ormai sfiduciata per mettere un paladino di sua fiducia in una piazza sempre più lontana dalla vecchia classe dirigente e vogliosa di un cambiamento politico radicale. Ci manda questo talebano del buonismo, ultimamente difensore a spada tratta dei rom in occasione dello smantellamento del campo Piper di Roma; per questo atto ha scatenato una feroce polemica contro la Raggi. Ciliegina sulla torta è dentro l’organismo vaticano addetto proprio alle problematiche migratorie. Ovviamente è contro Salvini. Insomma l’uomo in bianco ci vuole togliere la sete col prosciutto. Se con il Boncristiani non sono state rose anche con questo prelato le previsioni non sono per niente buone. Se pensa di riprendere le tante pecorelle smarrite a causa delle marachelle del predecessore e sottoposti, col suo buonismo a prescindere vedo per lui un grande buco nell’acqua. Poi mi sbaglierò, ma io la vedo così.

    • Paolo Panzieri scrive:

      Di certo non pare proprio una promozione….
      Visto poi che Bergoglio tra Di Maio e Salvini sembra aver scelto senz’altro il primo, forse – come dicono – l’ha tolto di mezzo proprio per lo scontro aperto ingaggiato con la Raggi.
      Ora se il problema erano davvero i rom od i migranti, visto che qui a Siena praticamente non ce ne sono, dovrebbe trovare pace.
      Viceversa, mi sa che ne vedremo delle belle.
      In ogni caso eventuali modifiche o meno della governance attuale della curia ci daranno subito la reale misura dell’uomo a prescindere dal fatto che intenda gettarsi o meno nell’agone politico.
      Wait and see.

    • Roberto scrive:

      Ma Gesu Cristo era buonista?

      • manunta scrive:

        A seconda dei momenti, pare fosse diciamo cosi, fatto a modo suo ,
        vedi nerbate agli antichi precursori dello ior davanti il tempio ,o secondo
        tale matteo evangelista docg nicea.

        Mat. 10/32 non crediate che io sia venuto a portare la pace, non sono venuto a portare la pace ma una spada.
        il Mat. in questione non era matteo salvini , si tratta solo di omonimia.

        • Roberto scrive:

          D’accordo con te. “Buonista” con gli ultimi della società del suo tempo, “cattivista” contro mercanti e farisei.

      • Paolo Panzieri scrive:

        Donatisti: i miei eretici preferiti, che non dissertavano sulla natura del Cristo, per la quale tutti gli altri, ortodossi o meno, erano pronti a sbudellarsi, ma sulla qualità di chi lo serve o semplicemente dichiara di operare in suo nome. Sterminati ovviamente.
        Domanda interessante, comunque, di stretta attualità.

  2. VEDO (meno) NERO scrive:

    Riguardo il ps 3, si al ritorno del grembiule. Sono d’accordo in linea di massima, il grembiule non mi sembra una grande tortura per i ragazzi. Ci puo’ stare, ma non è questo il problema. Il problema, come già detto in un precedente commento, è che esiste in fase di voto un decreto che riduce decisamente l’autorità dell’insegnante nei confronti degli alunni indisciplinati; le punizioni (nota, sospensione, rapporto, chiamata dei genitori, voto in condotta e simili) vengono sostituiti con norme fumose e indecifrabili. Non dico di tornare alla vecchia scuola di decenni fa, ma qualche deterrente doveva rimanere, l’insegnante merita il massimo rispetto ed autorità. In questa già disastrata scuola, non sta in aula certo per divertimento, ma per fare entrare nelle giovani testoline concetti e conoscenze che saranno basilari nella loro vita sociale e lavorativa. Chi ha pensato questo stupido decreto non si è accorto dei vari gravi reati commessi ultimamente da molti giovani? Se fin dalle elementari non insegniamo un po’ educazione ai ragazzi, da grandi sarà molto difficile fargli capire come vivere in una società civile. Personalmente, infine, il contentino della reintroduzione dell’educazione civica mi sembra una presa in giro. Altro che grembiule si o grembiule no, questi sono i veri problemi. Abbasso il ’68, da quando è partita la grande asineria, la rovina della scuola italiana.

    • Mosca Bianca scrive:

      Il nuovo Altissimo Prelato è arrivato da un giorno, ma ho l’impressione che siamo già in diversi a pensarla in questo modo. Una mossa strategica questa, ben studiata! Magari mentre cercherà di recuperare le povere pecorelle smarrite, proverà anche a seminare un po’ di zizzania in Città, dove per l’appunto ora la corrente di pensiero è leggermente diversa dalla sua. Mi auguro che i Senesi “veglino e preghino, per non cadere in tentazione”!!

    • manunta scrive:

      Tornano i grembiuli?
      In compenso i grembiulini pare sembra dice che siano sempre di moda e moolto richiesti.

  3. A.B. scrive:

    Ad occhio e croce, avendo Scorsese girato un solo film negli anni ‘60 (del resto è nato nel 42), ed essendo il suo primo film noto del ‘73 (Mean Streets), mi pare difficile che possa aver influenzato Leone. Casomai sarà vero il contrario.

    • Eretico scrive:

      Caro A.B., mi fa sempre piacere che tu legga, con grande attenzione ed acribia filologica, quanto scritto dal tuo blogger preferito; il quale ti risponde subito: fu lo stesso Leone a parlare dell’importanza dell’opera di Scorsese, per il suo capolavoro “C’era una volta in America” (1984, cioè dopo “Mean street”, “Taxi driver” et alia).

      L’eretico

      • Anonimo scrive:

        Allora ti sei spiegato male, perchè hai citato Scorsese scrivendo dei movimenti di macchina de “il buono il brutto il cattivo” che è precedente a “taxi driver” (et alia…)

  4. Un fan dell'Eretico scrive:

    Altro pezzo molto bello e pieno di cose. Mi trovo d’accordo quasi su tutto, soprattutto sulla farsa dell’esame di terza media ( della Maturità vogliamo parlare?), e ringrazio l’Eretico di avermi spinto a comprare il libro di Piccolo, che leggerò con attenzione per vedere se arrivo alle stesse conclusioni sue.

  5. Giacobbe scrive:

    Di quanti problemi abbia la scuola no penso che il grembiule sia ù a della soluzioni.
    In merito all’inserimento dell’educazione civica, questa viene sotto intesamente proposta agli allievi ogni giorno entro le mura esco,antiche, per poi dissolversi al suono dell’ultima Campanella, a ben vedere i comportamenti di certi genitori, di programmi televisivi, di atteggiamenti sociali e di commenti nei blogs…

  6. Giacobbe scrive:

    Scolastiche… non esco,antiche…
    Scusate

  7. Giacomo rossi scrive:

    Oggi presidio di genitori, operatori, insegnanti e cittadini in merito alla statalizzazione delle scuole d’infanzia e “appaltezione” di un nido comunale.
    La giunta trafila sui media che tale iniziativa non merita risposta in quanto nessuna decisione è stata presa….peccato che vicesindaco e assessore relativa difronte al prefetto abbiano per due volte confermato le loro intenzioni precedentemente sostenute in tv, salvo poi ritrattare, e poi giustificare con motivazioni prima politiche “oppure” economiche.
    Penso che sia i cittadini che i lavoratori abbiano il diritto di sapere le intenzioni della giunta, e questa il dovere di comunicarle, specialmente dopo due assemblee sindacali( dove la Cisl si è vergognosamente e partigianamente dissociata), uno stato di agitazione e DUE incontri con il prefetto.
    Tutti gli altri accettano tali atteggiamenti di sindaco( ancora assente in cerimonia pubblica) ed assessori….forse hanno finito le vesti o sono già rimasti calvi?
    Oppure: chi sono i veri comunisti dei coccodrilli volanti?
    Ps. Strano che un blog gestito da un insegnante sia ricco di notizie culturali e povero di informazioni di questo tipo. Non è forse cultura?

    • Eretico scrive:

      Caro Giacomo, come immagino tu ben sappia, di scuola si scrive quasi sempre a livello generale, nazionale (come anche questa settimana); in ogni caso, ne scriveremo, giacchè la questione è importante.

      L’eretico

      • Giacomo rossi scrive:

        Mi auguro di leggere, quando e se ne scriverai , argomentazioni esplicative e complete come facevi verso i bersagli di un annetto fa, magari scrivendo i fatti reale e non come sta facendo il tuo consigliere nell’ house organ di palazzo, che non si vergogna di mistificare la realtà, proprio come quelli dell’Unità di secoli or sono!

  8. beppe scrive:

    Mi è sempre garbato il genere western, quand’ero ragazzo quei film si chiamavano “i cappelloni”, era il tempo del muto e di Tom Mix. Sergio Leone è bravo, ma un buon terzo dei suoi film consiste in insistiti primi piani di facce lucide di cerone; mi scuso per la mancanza di rispetto, ma io li chiamo “mattoni al rallentatore”.

  9. manunta scrive:

    Tra libri promossi o commentati dal bon Raffa
    Come non rammentare la prossima fiera del libro di Torino?
    Polemica grossa in corso, abbandoni e rifiuti di parteciparvi ,stante la presenza in fiera del biografo ufficiale del noto ” capitan nutella” ex in isoardi attualmente in verdini ( in verde sempre stato).
    Tale Polacchi , che dagli accoltellamenti bastonature et alia ,pare essere
    diventato biografo ufficiale del novello omus provvidentiae itagliano.

    https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/essere-francesco-polacchi-ndash-capetto-casapound-imprenditore-202880.htm

    Dettagliata cronaca delle polemiche e del curriculum del biografo scrittore editore .
    Aggiungo che da fonte riservata pare che…….
    Plutarchianamente stia lavorando ad una sua versione
    delle vite parallele in ambito lombardo romagnolo italico. Salvini e….

  10. Archinto scrive:

    In merito al PS 3 mi auguro che “il Vescovo degli ultimi” saprà spegnere definitivamente gli ardori curiali, purtroppo ancora accesi ……

  11. manunta scrive:

    E vi preoccupate dei grembiulini di salvini alle elementari
    Badate che robina alle universita’ 6 universita’ 6 a leticarsi
    quel fa.a tonchiata di…. jovanotti , luis ,sapienza,politecnico,roba
    da’ capate nel muro, lectio magistralis del cortonese ,live su’ fb
    tutti i concerti live on the beach.

    https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/serie-quot-39-universita-39-39-sbando-quot-jovanotti-202932.htm

    siamo alle pompe , alla canna del gas.
    Mandate i vostri citti a vangare e pota’ l ulivi,a fa’ l orto, a raccatta’
    le cicerbite , i prugnoli , almeno imparan qualcosa , cavateli da scuolaaaa!!

  12. foloso scrive:

    Ciao Eretico,

    in questa città il grembiule lo hanno SEMPRE portato TANTI

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.