Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Quirinale,Wertmuller, social a scuola (e 4 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Quirinale,Wertmuller, social a scuola (e 4 Ps)

Appuntamento denso assai per la rubrica cultural-domenicale del blog: si parte con la recensione del libro che verrà presentato mercoledì prossimo in Comunale (Sala storica, 17,30), “I giorni del Quirinale”, scritto dal documentatissimo Giuseppe Alessandri, e vertente sul ruolo giocato dal Quirinale nella nascita del Governo Conte-1 (definirlo stimolante per chiunque sia interessato alla attualità politica, è cosa riduttiva, in attesa di tuffarci sui risultati umbri); poi, una recensione-suggerimento, per un film da vedere o rivedere: “I basilischi”, opera prima di Lina Wertmuller; per “L’angolo del prof”, si parla di giovani e social, con due suggerimenti che offriamo ai colleghi (gratis) su come porre la questione in classe: da Luigi Zoja (psicanalista), per approdare ad un certo Dante Alighieri…

Quattro Ps – si spera stimolanti – per concludere; buona lettura a tutti, domenica essendo, dunque!

“I GIORNI DEL QUIRINALE”: UN LIBRO DA MEDITARE, E BENE

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si comportò da autentico arbitro imparziale, nel complesso e delicatissimo passaggio fra le elezioni del 4 marzo 2018 e l’approdo al Governo Conte-1? Secondo non pochi, no; uno di questi – che ha il pregio di avere ricostruito, in un pamphlet documentatissimo, ogni singolo passaggio della vicenda – è il contemporaneista, giornalista nonché blogger Giuseppe Alessandri, fiorentino classe 1962; ricercatore duttile e versatile (si è occupato di Mostro di Firenze, di Pantani, di Storia della Chiesa, del ’68 all’Università di Trento e di altro ancora), nel suo “I giorni del Quirinale” (edizioni Capire), uscito nel giugno di quest’anno (quando si pensava che il Conte-1 sarebbe arrivato a scadenza, o quasi…), ha ricostruito quei giorni, politicamente drammatici.

Il ruolo di Mattarella è dunque il nodo centrale, ma c’è molto d’altro; per esempio, il ruolo spesso meramente ancillare ed agiografico della stampa italiana verso il Quirinale, con il Presidente che è l’equivalente laico del Papa (i vaticanisti vanno di pari passo con i quirinalisti, sic). Con questo autentico vulnus: negli Stati Uniti – che sono una Repubblica fieramente presidenziale – la stampa fa le pulci al Presidente, chiunque sia (non c’è bisogno di Trump: do you remember President Nixon?), mentre in Italia vige una sudditanza aprioristica, a prescindere. Pur non trovandoci in una Repubblica presidenziale, eh.

Di questo, e di moltissimo altro, chi vorrà potrà ascoltare (per poi intervenire, volendo) mercoledì prossimo in Comunale (17,30): vista la documentazione presente nelle più di 300 pagine del libro di Alessandri – statene certi -, spunti di riflessione, e magari di polemica, non mancheranno di certo.

UN SUGGERIMENTO CINEMATOGRAFICO: “I BASILISCHI”

Questa settimana, mi permetto di dare un suggerimento cinematografico ai lettori della rubrica (che sono tanti, ma temo in pochissimi seguiranno l’amorevole suggerimento: peggio per loro!); “I basilischi” – riproposto lodevolmente da Rai Storia ieri sera nel prime time – è non solo un modo per celebrare in modo degno i 91 anni di Lina Wertmuller, nonché l’imminente Oscar alla carriera (qui la regista è alla sua prima opera diretta e sceneggiata in prima persona), ma anche e soprattutto per gustarsi un’ambientazione che in modo corretto fu considerata la risposta meridionale ai felliniani vitelloni. Il montaggio di Ruggero Mastroianni e la musica di Ennio Morricone sono due ciliegine ulteriori dell’opera.

Il film (correva l’anno 1963, inizio dell’esperienza del Centrosinistra) è ambientato in un minuscolo paese fra Puglia e Basilicata, nelle Murge, e squaderna le vicende di un gruppetto di sfaccendati – con un giovanissimo Stefano Satta Flores a primeggiare – che non riescono ad affrancarsi dal loro galleggiamento inerte nel paesino di cui sopra; ma è, soprattutto, la visione da antropologa cinematografica della regista, a colpire: c’è il maschilismo sfacciato, ci sono i matrimoni combinati, ci sono le donne che vanno dalla ginecologa che deve insistere affinché le pazienti si lavino prima della visita (“non ho mica l’amante, eh!”, risponde a tono una di loro), ci sono le ragazze che, prima di dare una qualunque risposta allo spasimante, dicono che bisogna aspettare “tre giorni”; e quando si arriva ad una riunione di famiglie (fra notaio e farmacista), per un matrimonio combinato, capiamo che noi siamo stati il Pakistan.

Dialogo cult, fra il pater notaio ed uno dei figli, nubendo per l’appunto con la figlia del farmacista. Il figlio, che cerca di resistere al destino matrimoniale su di lui incombente: “Ma a me non piace, è grassa!”; il  padre, da par suo: “e tu falla dimagrire, no? E poi, la vorresti bella per essere un marito cornuto?!?”. Ci può essere un dialogo padre-figlio più esemplificativo di una certa qual forma mentis, di grazia?

Un film da vedere, anche per essere un pochino più tolleranti verso coloro che, giustamente, consideriamo e chiamiamo retrogradi (e che la Legge deve punire, se del caso): i quali sono, oggi, esattamente come eravamo noi, neanche troppo tempo or sono…

 

L’ANGOLO DEL PROF: GIOVANI E SOCIAL

Come si fa a spiegare ai giovani i rischi insiti nei social, senza apparire loro solo dei babbioni misoneisti? Domanda delle cento pistole, converranno i colleghi di ogni ordine e grado; in settimana, scartabellando fra varie letture per tutt’altri motivi, mi sono imbattuto in un paio di autori che – opportunamente modulati a seconda delle classi che si hanno di fronte – ci possono dare risposte convincenti e – chissà – capaci di smuovere le acque.

Lo psicanalista Luigi Zoja (vai, così si accenna ai 90 anni dalla morte di Freud) ricorda (Domenicale Sole 24 ore, 20 ottobre, pag. 26) che “la notorietà appare a portata di mano (di schermo) con i social e con la trasgressione, che sempre offre risultati più rapidi di un vero lavoro creativo (e faticoso, aggiungo io, Ndr). Proprio come diceva il mito (Eneide, IV, 173-195), la dea Fama si auto-alimenta…le è indifferente diffondere verità o menzogna…è autoreferenziale, intransitiva, senza oggetto…il mito diceva che lo scopo delle urla emesse dalla Fama è solo la crescita della fama. Ma avvertiva anche che essa può aprire la strada alla morte”. Cosa che oggi, essendo andata in pensione (e non per quota 100, sic!) la dea Fama, tocca (toccherebbe) a noi docenti fare capire ai giovanotti che cercano notorietà illusoria, e soprattutto pericolosa, nei social, esponendosi invece ad un “cybermobbing che sbriciola la mente”, sempre citando Luigi Zoja.

Ed il sommo Dante (del quale riparleremo spesso, appropinquandosi il 2021: settecento anni dalla dipartita), che c’azzecca? Non sarà la solita forzatura anacronistica? In parte, sì: bene dirlo subito. Ma rileggendomi, dopo anni, la Canzone etico-pedagogica (nella quale il fiorentino spiega cosa sia davvero per lui il concetto di nobiltà) “Poscia ch?Amor del tutto m’ha lasciato”), sentite un pochino questo icastico passaggio, riferito a chi sia davvero “leggiadro”:

“è piacevole nella conversazione, ama ed è amato dai saggi, mentre è indifferente al giudizio di chi saggio non è”.

Come si diceva una volta, detto questo, detto tutto: quando si riuscirà a fare capire agli adolescenti che il giudizio di un non saggio su di loro vale quel che vale, la battaglia sarà vinta. Quasi impossibile riuscire, certo: ma almeno tentare, non sarebbe forse giusto?

 

Ps 1 Il 28 ottobre del 1979, trovava una morte assurda, allo stadio Olimpico, il tifoso (laziale) Vincenzo Paparelli, colpito da un razzo di un ultra romanista, che lo colpì all’occhio sinistro; Paparelli aveva 33 anni, e morì poco dopo, fra le braccia della moglie che lo aveva accompagnato allo stadio (lo ricorda, meritoriamente, La gazzetta sportiva odierna). Questa, con moltissimo altro, era la Roma dei Settanta: se si avesse senso del lungo periodo, ci renderemmo conto che quella violenta e piena di droga odierna, è già più passabile di quella di cui sopra (sul fatto del povero Luca Sacchi, a parte i politici, anche i media dovrebbero fare qualche precisazione: diamo tempo al tempo, dai…).

Ps 2 Grande successo di vendite per “Il Palio di Siena – Una festa italiana” (Laterza, Bari), l’opera di Duccio Balestracci (ne scrive Marco Decandia sul Corriere di Siena di ieri, elencando le varie tappe delle presentazioni all over Italy); ne siamo contenti, a maggior ragione visto che lo Jus primae noctis delle svariate presentazioni l’abbiamo avuto proprio noi in Comunale, lo scorso 24 giugno. Ogni volta che si parla e si dibatte di Palio con sguardo e competenza da storico, nonché portando avanti un’analisi comparata, questa è cosa buona e giusta: e sarebbe bene che questo libro – come altri ben scritti e documentati sul tema – venisse letto in primissimo luogo dai giovani contradaioli, il 90% dei quali immettono passione genuina (financo eccessiva?) nelle cose paliesche, senza però sapere pressoché niente di ciò che sta alla base della “festa italiana”. Che questo problema esista, lo vogliamo finalmente almeno ammettere?

Ps 3 La notizia del giorno è certo la morte di Abu-Bakr Al Baghdadi, demiurgo dell’Isis; un indubbio successo trumpiano (come lo era stata l’uccisione di Osama Bin Laden sotto Obama, nel 2011); l’autoproclamato Emiro ha scelto u finale in pieno stile hitleriano: il suicidio prima della ormai certa cattura, familiari presenti compresi. Si fosse riparato in Italia, magari non l’avrebbe fatto: ormai – come scritto in settimana -, anche senza collaborare con lo Stato, gli sarebbe stato comunque garantito di evitare l’ergastolo ostativo, e qualche permessino-premio gli sarebbe toccato, perdinci.

Ps 4 Si scriveva di Contrade, con il libro di Balestracci; segnalo allora subito – in attesa di scriverne ancora – che sabato 9 novembre alle 17, nei locali museali della Tartuca, lo scrivente (insieme al super-esperto della materia Marino Bennati, a Giordano Bruno Barbarulli ed al dottor Daniele Nuti) discetterà su padre Tommaso Pendola. Evento che vede la collaborazione sinergica fra Comunale e per l’appunto Tartuca, per un appuntamento che non deve essere rivolto solo alla singola Contrada, ma a tutta quanta la cittadinanza, stante la grandezza del personaggio di cui si parlerà, e l’interesse dei temi trattati.

 

22 Commenti su La domenica del villaggio: Quirinale,Wertmuller, social a scuola (e 4 Ps)

  1. La sfinge scrive:

    Caro Eretico, lodevolissimo il tuo intento sul rapporto fra giovani e social, oggi prima emergenza educativa (anche perché le altre mi pare che discendano proprio da questo rapporto), ma come hai scritto è come svuotare il mare con un cucchiaio. Nobilissimo l’intento, impossibile la riuscita: purtroppo la generazione dei ventenni di oggi è la più debosciata che abbiamo mai avuto di fronte.

  2. VEDO (di nuovo) NERO scrive:

    Giornata splendida. L’Umbria è più verde e spero lo sarà anche la Toscana in un prossimo futuro. La presupponenza dei radical chic, la politica dilettantesca dei M5S è stata punita. Per il Movimento ho da tempo previsto la fine uguale all’antico partito “Uomo Qualunque” degli anni ’50 del secolo scorso; tante buone idee, ma confuse. Ed ora i signori Renzi, Rossi e soci si preparino a perdere il potere anche in Toscana, ricomincino a pensare alla gente, al popolo e smettano con le loro teorie pseudo buoniste ed ipocrite. Il Governo non eletto da nessuno se ne ritorni a casa. Il vento del cambiamento è ancora forte nonostante l’Europa buonista e di ipocrita. Quanti migranti hanno preso la Francia, la Germania, l’Olanda e simili? Molto pochi, forse nessuno. Tutto a favore di Salvini.

    • pallesecche scrive:

      C’è proprio da augurarsi che il cazzaro verde e la sua compagine vincano…si. Ma come ragionate? Ho votato demossi e guardato la sua azione di governo. Se questo è il preludio alla venuta di altri soggetti di questo genere c’è poco da rallegrarsi. Ovviamente non voto pd. Sono stato vicino ai 5s. Ma attualmente potrei votare solo “Antonio”. Fatto sta che anche il sindaco nostro con l’ultima mossa sullo sportelli ha dato prova di quelli che siano gli equilibri sporchi che imperano nella politica e che non mi sembra siano stati rimossi nonostante roboanti proclami as usual. Ora se volete fare una scommessa il nuovo assessore sarà donna (magari castana, capelli mossi e non di sienina….)
      Ciao

  3. anonimo scrive:

    Caro professore
    Di certo le istituzioni sono datate e poco consone ad affrontare la situazione attuale. Abbiamo in tutto il mondo delle rivolte del popolo contro le elitte. Ed popolo vuol prendere il potere e ci riuscirà. Nelle elezioni di ieri, in Umbria, abbiamo assistito all’insorgere del popolo contro la casta. E in futuro anche la destra italiana farà la stessa fine, perché il popolo li ha votati per risolvere
    le complicazioni, non per scaldare le seggiole.
    Lo stato deve gestire poche cose e bene. e togliere le tasse. Facciamo un esempio di un idraulico. La sua partita IVA deve essere trasformata in un conto corrente gestito dal fisco. Il lavoro viene pagato con cartina di debito. Fino a trenta o quarantamila euro non paga tasse neanche l’ IVA e deve fare una fattura elettronica a certificazione dei lavori eseguiti al cliente.
    La guardia di finanza va a controllare i lavori a campione se sono stati eseguiti a regola d’arte. Quindi non si deve presentare stati di conformità ed altro. E non occorrono patenti per lavorare.
    Ora l’Umbria parrebbe liberata. Ma la mia Toscana verrà liberata? Forse è un sogno che non si avvererà mai….
    Per intanto stasera faremo festa e pagherò la cena in dobloni svizzeri, meglio che niente

  4. manunta scrive:

    mi pare davvero si scordi la sfinge
    che son come i frutti le generazioni
    e chi debosciate percio’ le dipinge

    su’ rami e radici un poco ragioni
    se ai social i giovan si sono avvezzati
    chi fu’ che gli dette modelli e campioni?

    da soli non credo che l abbian creati
    bubare sui frutti e scordarsi dei semi
    e’ cosa davvero da doddi scapati

    o meglio son cose che fanno gli scemi
    che senza memoria e senza giudizio
    scordandosi della natura gli schemi

    arrivan sull orlo di gran precipizio
    e li fan discorsi ipocriti e vuoti
    si scordan di dove la strada ebbe inizio

    si scordan che son nostri figli o nipoti
    le generazioni c’ abbiamo di fronte
    e chi tutto questo da solo non noti…

    e’ tra le persone davvero piu’ tonte

  5. Paolo Panzieri scrive:

    Su “Basilischi” & affini
    Sabato mi è capitato di fare il turista a casa nostra, rivisitando, dopo tanti anni, il museo dell’Opera del Duomo.
    Tra gli “amici miei” di sempre ce n’è una che fa la guida e che ogni tanto ci conduce appassionatamente, ma con leggerezza (e quindi senza infliggerci un peso eccessivo di cultura, cui con l’età non sapremmo più resistere) trai tesori della nostra città.
    Una pratica che consiglio caldamente a tutti.
    Così di fronte ai due celeberrimi dipinti delle prediche di San Bernardino di Sano di Pietro, con le donne velate e divise dagli uomini in piazza del campo, tutti a buco punzoni (scusate il termine tecnico), il pensiero è volato subito a certe immagini di La Mecca o similari.
    Ma bisogna considerare che era il 1400, quasi 1500 (crf Frittole e dintorni) e non il 2019, quasi 2020 …
    E comunque neppure in quegli anni “siamo [mai] stati il Pakistan”.
    La religione cattolica, infatti, ha senz’altro bruciato qualche strega di troppo, ma non ha mai previsto la lapidazione delle adultere, l’adozione del burka integrale per le signore o la morte in caso di apostasia (pratica invero unisex).
    E’ molto sbagliato indulgere o peggio tentare di giustificare pratiche discriminatorie o inumane, tentando di fare un esame di coscienza del nostro presunto passato vicino o lontano.
    Infatti, per quanto il nostro medio evo sia stato buio un migliaio di anni fa non ha mai raggiunto l’oscurità che era scesa adesso tra la Siria e l’Iraq fino all’anno scorso.
    Tra l’altro nel silenzio pressoché assordante ed ipocrita della cosiddetta comunità internazionale.
    Meglio tenersi stretta la nostra tradizione ed i nostri preti mansueti (o mansuefatti) che pensare di introdurne di nuovi ed infestanti.
    Un po’ come in natura col Cinipide o la Xilella fastidiosa …

    • Eretico scrive:

      Caro Paolo,
      ovviamente la comparazione fra noi ed il Pakistan era (anche) una provocazione intellettuale, certo; però sai bene che – dai Padri della Chiesa in avanti – la misoginia è stata un tratto caratterizzante e dominante della Chiesa (di quella “nostra”, intendo); ed anche ora, nel 2019 d.C., un Papa considerato molto (da alcuni decisamente troppo) progressista, la questione femminile – a parte tante belle parole – l’ha rinviata quasi sine die. Storia del Sinodo di ieri. In ogni caso, come sempre: extra ecclesiam, nulla salus, ci mancherebbe…

      L’eretico

      • Paolo Panzieri scrive:

        Ma certo Raffaele. Avevo inteso benissimo la tua provocazione, ma è bene ribadire sempre che non è assolutamente comparabile la pur storica discriminazione della donna nella cultura occidentale con quella tuttora in atto nei paesi islamici. Altrimenti ha ragione Oriana …
        Su Papa Francesco ho sospeso il giudizio da tempo.
        Aspetto il prossimo, leggo Socci e cambio canale.

  6. VEDO (di nuovo) NERO scrive:

    Parlare volgare? Lo posso sopportare. Quello che non sopporto sono quelle persone che intercalano il discorso con parole inglesi inutili perché hanno un degno corrispettivo in italiano. Mi ricordano quei sapientoni del seicento che infarcivano i loro discorsi con termini latini per confondere le persone meno istruite. E’ tanto bella la lingua italiana perché impoverirla con termini stranieri. Preciso che io amo la lingua inglese e la sua immensa letteratura. Chi dimentica il grande Shakespeare che si ispirò tanto all’Italia nei suoi capolavori, i classici Byron, Shelley l’americani Poe e Twain e via dicendo quelli più recenti. Ma a ognuno il suo campo di conoscenza. Per fare un nome, il Masoni, che non me ne voglia troppo, al Palio quando dice “i bigghe di piazza”, ” il cavallo al toppe della forma” ecc. mi fa un po’ sorridere. Quelli che invece fanno casino col “piuttosto che” invece mi fanno incazzare. Siamo volgari che è il momento giusto.

    • manunta scrive:

      Il grande shakespeare

      Bada vedofosco
      http://www.pbm.com/~lindahl/florio1598/

      bada nini il primo vocabolario italiano inglese , piu’ lemmi di quello della crusca ( uscito anni dopo)
      E siamo al ridicolo ,un italiano insegna agli inglesi lemmi nuovi prima inesistenti in inglese, e poi….. 5 secoli dopo le favine lesse col
      tonchio italiote fanno la strada all inverso.

  7. Daria gentili scrive:

    I giornaloni fanno il lecca lecca a al Presidente? E pensare che quando c ‘erano i DC “ boni” il Matteralla attuale era un semplice comprimario che nessuno conosceva, se non per essere il fratello del povero defunto Piersanti.
    L ‘ Italia ha scoperto un genio incompreso ? O nella mediocrità attuale dei personaggi politici anche persone con spessore minore possono emergere?

    • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

      Mattarella mi assomiglia a quelle sagome che mettevano per fare numero in certi spettacoli. Li fisso, silenzioso, con la stessa espressione. Sta li perché gli hanno detto di starci.

    • anonimo scrive:

      Cara Daria
      Quando c’erano i Dc, i Socialisti, I comunisti, Boni il mondo era migliore. Non metto in dubbio che qualche cosa per mantenersi dovevano far sparire. In cambio però se una persona del popolo aveva bisogno andava dal referente del suo partito e un aiuto lo otteneva. Dal lavoro..al bisogno di doversi curare. Quando cadde il tutto primi anni novanta io ero giovane e me andai, anche perchè capii che qui non c’era futuro. Provai con degli inutili corsi regionali. Ma era semplicemente soldi gettati al vento. Sono sempre ritornato da straniero in patria, ed ho visto le cose peggiorare di hanno in anno. Non voto sempre . Ma alle ultime politiche votai Cinquestelle. Mi era parso un partito di rottura. Insomma avevo intravisto che si poteva mandare via l’Elite mascherata da sinistra e da centro. In effetti il primo governo con la Lega mi aveva dato speranza. Per esempio il reddito di cittadinanza è una cosa che esiste in tutte le nazioni civili o un immigrazione regolata. Taglio delle rendite non guadagnate.. e Tanto altro. Insomma nutrivo speranza. Son rientrato con il ponte dei Santi per rendere omaggio ai miei antenati, che mi hanno lasciato un eredità così bella. E chi trovo a comandare il cinquestelle con l’ Elite. A questo atteggiamento non trovo giustificazione. Non li voterò mai più. Ecco cara Daria la differenza fra i Democristiani, i Socialisti, e i Comunisti di una volta. Erano persone di parola. E un boccone lo davano a tutti. Se quelli che presero il potere mi avessero dato la possibilità di un boccone non me ne sarei andato.
      Sono uno dei pochi emigranti che ha fatto fortuna, e non dovrei occuparmi della mia terra. Ma io appartengo al popolo delle colline accarezzate dal vento del mare e racconterò sulla tomba dei miei antenati il disprezzo per questa classe traditrice.

  8. VEDO (di nuovo) NERO scrive:

    Umbria? Presente! Emilia Romagna? Presente! Calabria? Presente! Campania? Presente! Liguria? Presente! Marche? Presente! Puglia? Presente! Veneto? Presente! Toscana?!? Presente, scusate il ritardo! PD e M5S? Assenti, sono restati fuori a litigare tra di loro.

  9. VEDO (di nuovo) NERO scrive:

    Quando si sono stati i festeggiamenti del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale c’è stata un’occasione perduta per cancellare alla memoria popolare quel macellaio di Cadorna Luigi, maresciallo responsabile di prepotenze, maltrattamenti e offese al nostro Esercito nonché della sconfitta di Caporetto. Vedere il film di Germi “uomini contro” tratto dal libro “Un anno sull’altopiano” di Emilio Lussu. Saremmo sempre in tempo.

    • Eretico scrive:

      Carissimo,
      solo per chiosare: “Uomini contro”, con uno straordinario Volonté protagonista assoluto, è diretto da Francesco Rosi; ma la bontà della tua segnalazione resta tutta, ovviamente.

      L’eretico

      • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

        Oops, scusate tutti, ho sbagliato, ma le intenzioni erano buone. Errare umano è. Comunque il libro ispiratore l’ho detto giusto.

  10. Il Giaguaro scrive:

    Eretico,perdona il mio intervento forse fuori tema.
    Cosa ne pensi dello “spirito democratico” inteso alla De Mossi sul caso Sportelli?.
    Invitare a rivolgersi alla Procura per conoscere cosa accade politicamente nel Palazzo mi sembra una arrogante provocazione.
    Cosa centra poi la comparazione con il tragico miglio verde?.

    • Eretico scrive:

      Caro Giaguaro, interventi off topic non mancano mai in questa sede, no?

      Diciamo che domani, a Zeus piacendo, qualcosina scrivo anche io, sul blog: anche perché – a dirla proprio tutta – i miei instancabili neuroni hanno partorito uno straordinario (me lo scrivo da me, sic) titolo!

      L’eretico

    • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

      Il caso Sportelli mi lascia perplesso e deluso. Pensare che gente che ha fatto danni per decenni ora è contenta mi deprime. Ci voleva il cambiamento, non rifacciamoli ritornare.

  11. La sfinge scrive:

    La possiamo dire tutta tutta? Chi ha capito perché è stato fatto fuori l’Assessore Sportelli è davvero bravo. Io proprio non ci riesco, è più forte di me…

    • A.B. scrive:

      Non c’è niente da capire. È difficile trovare giustificazioni ad una manovra di palazzo e non è un bello spettacolo vedere il sindaco annaspare tra silenzi imbarazzanti e dichiarazioni che lo sono ancora di più. Se poi c’è sotto qualcosa è chiaro che ci possa venire il dubbio che forse a dover uscire dal miglio verde per andare in procura debba essere lui piuttosto che chi invoca trasparenza

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