Eretico di SienaVacanze autarchiche (II): il Sacro speco (Siena presente) - Eretico di Siena

Vacanze autarchiche (II): il Sacro speco (Siena presente)

Scriviamo da Subiaco, ove siamo di stanza per questa settimana di ferie; di Sienina, si legge purtroppo tutti i giorni per la questione MPS, ormai in inevitabile dirittura di arrivo (bisogna solo vedere quanto farà male alla comunità, ma siccome è Draghi a volerla, non si scappa…).

DOVE NACQUE TUTTO…

C’è un luogo, pregno di un fascino davvero unico, che è lì per ricordarci chi siamo, e donde veniamo, all’insegna del crociano “non possiamo non dirci cristiani”: questo luogo è il cosiddetto “Sacro speco”, ad una manciata di chilometri da Subiaco. Si tratta – per chi ne fosse all’oscuro – del posto in cui il futuro fondatore dei Benedettini trascorse tre anni di vita eremitica – in una grotta, con il poco cibo che gli veniva calato con una cesta -, prima di darsi alla vita cenobitica, e quindi di creare l’Ordine che ha generato il monachesimo occidentale. Fra le altre cose – come vedremo – non solo salvando decine di testi fondamentali, non soltanto sacri, da verosimile distruzione, ma anche dimostrandosi, l’Ordine in questione, capace di aprirsi – nel Quattrocento, ovviamente secoli e secoli dopo la morte di Benedetto – all’innovazione, accogliendo i due monaci tedeschi i quali, in fuga dalla Germania, portarono la stampa a caratteri mobili nella futura Italia.

Una grotta che diventa chiesa, con tanto di scala santa, e con affreschi creati in modo incredibile – per il tempo, ma non solo – direttamente sulla roccia: con un evidente valore pedagogico, in parte oggi improponibile, in parte di straordinaria attualità.

Il cosiddetto “Sacro speco” è dunque il luogo ove nacque tutto, in particolare tre caposaldi della nostra cultura (almeno fino all’avvento dei Ferragnez, gli autentici, odierni, maestri del pensiero): il monachesimo occidentale; la capacità di conservare la Cultura (molti si ricorderanno dello scriptorium de “Il nome della rosa”), per un tempo che duri un po’ più di un like; la concezione della dignità del Lavoro in quanto tale per l’essere umano (con i Benedettini a tenersi una bella quota parte dei raccolti, si capisce). Se tutto ciò vi sembra robetta da poco, allora siete per l’appunto pronti per sintonizzare il vostro cervello sui Ferragnez: auguroni…

 

SIENA BEN PRESENTE, ANCHE AL SACRO SPECO

Ben pochi sanno (lo scrivente era fra questi) che al Sacro speco Siena ha fatto la sua parte, in modo ovviamente indiretto: nel 1363, infatti, divenne Abate Bartolomeo III, che era per l’appunto senese; il quale nuovo Abate, in pieno spirito del tempo (solo di quello?), chiamò a lavorare, a creare, pittori della Scuola senese, posteriori a Duccio per capirsi. Bartolomeo era considerato un rigorista: espulse molti monaci italiani che non applicavano la Regola al meglio, al contempo aprendo a frati esteri, di area germanica in particolare.

Dipinti di straordinario valore e significato – come uno dei primi “Trionfo della morte”, con lo scheletro dalle folte chiome bionde che arriva a prendersi un nobile, a dimostrazione che la morte è una grande livellatrice da cui nessuno può sentirsi al riparo -, appartengono dunque, grazie a questo Abate, alla tarda Scuola senese.

In momenti tristi come questi, per la comunità senese, non si può che amaramente rifugiarsi nel passato: con l’orgoglio, abbinato all’amarezza, di concludere che siamo davvero dei nani, sulle spalle di autentici giganti…

I “PERONI BOYS”

Nella terra dell’Ora et labora creato dal succitato Benedetto, provate a mettervi a prendere qualcosa da bere in un bar, a metà pomeriggio: esperienza antropologica niente male, sul serio. Inanellati quattro pomeriggi e tre bar differenti (con taccuino degli appunti sempre ben caldo, ovviamente guardato come una sorta di marziano dedito ad un’attività ormai misconosciuta ai più), credo di potere scrivere la mia: che non è – me ne rendo conto – una grande novità, ma va pur detta.

Lo stare per ore al bar, fra una Peroni (grande) e l’altra, a raccontarsi le vicende le più varie, tra le quali la sacra triade consueta (soldi ed affari; politica; questioni private), non meraviglia alcuno: però è evidente che in altre parti del Paese la prassi è diversa, almeno in parte; così come è da rilevare la quasi assenza di donne, più presenti nel servire che nel fruire (eh sì che, nel bar da cui ho scritto stasera, si contano i metri dalla Rocca abbaziale in cui nacque una certa Lucrezia Borgia).

Proviamo almeno ad interrogarci sul perché di questo “parassitismo da Peroni”: retaggio papalino (e borbonico al Sud), magari corroborato dalla contingenza del presente (reddito di cittadinanza, forma mentis da Covid e lock down)? Sarà una spiegazione semplicistica e scontata, ma francamente non ne trovo un’altra più convincente. Il dibattito, as usual, è aperto…

 

Ps  La notizia della scomparsa di Patrizio Salerno mi ha raggiunto in terra laziale; voce ormai “storica” di Canale tre, per i suoi servizi palieschi, mi piace ricordarlo quando, insieme allo scrivente, ai tempi del Liceo, Patrizio iniziò a muovere i primissimi passi nel mondo del giornalismo sportivo, del basket senese in particolare. Ci eravamo totalmente persi di vista, da decenni. Come si diceva una volta: “siamo stati ragazzi insieme”, e questo basti…

23 Commenti su Vacanze autarchiche (II): il Sacro speco (Siena presente)

  1. Vedo nero e basta scrive:

    Fuori argomento, ma utile sapere e ponderare. Tra le varie notizie nefaste per la nostra Città una Siena una lietissima; c’è una possibilità che quest’anno si correrà uno Straordinario con tutte le precauzioni possibili. Laudemus Pallium, suonino le campane, cuori in festa, risplende il sole anche di notte! Dopo il latino maccheronico una domanda: a chi dedichiamo il drappellone? Ricordando quello del 1972, i 500 anni del Monte, questo dedichiamolo alla sua definitiva partenza da Siena con sotto il motto “Sic transit gloria mundi”.

  2. Gp scrive:

    Notevole il ‘trionfo della morte’. La ‘grande livellatrice’ sarebbe un buon presidente del CSM

  3. UN AMMIRATORE DA TEMPI NON SOSPETTI scrive:

    Purtroppo, caro Eretico, hai ancora una volta ragione tu: i Ferragnez hanno vinto, i giovani oggi (e anche Letta) di uno come Benedetto, messaggio compreso, si mettono a ridere. Provare per credere. Orare niente, anche laborare il giusto: tanto genitori e nonni foraggiano lo stesso.
    Buon green pass a tutti!

  4. Gp scrive:

    In pieno svolgimento delle olimpiadi nipponiche, pare che nessuno si scomoderà per ricordare (neanche con un misero minuto di raccoglimento) il ‘record mondiale di sterminio nell’unità di tempo’ (cit. Giorgio Oldani) stabilito ad Hiroshima il 6 agosto 1945.

    • Eretico scrive:

      Caro Gp,
      questo è un autentico scandalo, anche se non sorprende troppo (il Premier nazionalista non ama mai ricordare quella che è stata la sconfitta per eccellenza); fa molto bene l’odierno Manifesto (che ormai da anni non abbonda di lettori) a ricordarlo in primissima pagina. In effetti, fu davvero “il record mondiale di sterminio nell’unità di tempo”, come amaramente ricorda Oldani.
      Quanto ai grandi successi italiani,nell’Atletica in primo luogo, gaudeamus igitur, ci mancherebbe: a bocce ferme, però, faremo anche qualche considerazione un pochino più articolata…

      L’eretico

  5. Il resiliente scrive:

    Il bar sport è termometro dell’impoverimento sociale dei piccoli paesi. In realtà povere e con poche opportunità (vale anche per molte piccole località toscane) i migliori (o meglio quelli con un minimo di iniziativa) fanno le valigie e vanno via lasciando molto spesso le menti meno eccelse sole ai tavoli del bar.
    Combattere la decrescita economica è condizione necessaria per evitare il declino socio/culturale e vale anche per Siena

  6. MARIO ASCHERI scrive:

    un Bartolomeo da Siena abate puoi immaginare se almeno nelle storie benedettine non si trova! da noi la storia è stata molto laica…per pitture anche: le guide buone ci diranno tutto; c’è Millard Meiss sulla pittura senese dopo la Peste, un classico!

  7. Lorenzo Mistretta scrive:

    Non sarà certo un motivo di consolazione per chi è attaccato al MPS (e pare che siate in molti su questo blog), ma questa triste e raccapricciante vicenda rammenta proprio quella del fallimento (negli anni ’90 dello scorso secolo) della banca pubblica francese CREDIT LYONNAIS.

    Pochissimi, in rete, gli articoli di stampa in lingua italiana che trattino di questo scandalo di Stato. Ne ho trovato uno, non troppo lungo, che venne pubblicato il 13 marzo 2003 su “Orvietonews.it”, intitolato : “In tribunale l’ex direttore del Credit Lyonnais per lo scandalo MGM”. Eccovene un “copia e incolla” :

    INIZIO — “Il disastro del Credit Lyonnais, il più grave scandalo finanziario francese del dopoguerra (costato al contribuente dagli 8 ai 15 miliardi di euro) che ha visto come protagonista la vicenda MGM di Giancarlo Parretti, è approdato a dieci anni dai fatti, davanti alla giustizia francese. Dall’esito del processo dipenderà la sorte del governatore della Banca di Francia, Jean-Claude Trichet, che ambisce alla presidenza della Banca Centrale Europea. Trichet figura infatti tra i nove imputati eccellenti rinviati a giudizio con l’accusa di aver mascherato i conti della banca nei primi anni ’90, per nascondere le sue gigantesche perdite.

    All’epoca dei fatti, che hanno portato la banca sull’orlo del fallimento, il Lyonnais era il fiore all’occhiello delle banche pubbliche d’oltralpe e Trichet, nella sua veste di direttore al Tesoro, ne era l’autorità di tutela assieme alla Banca di Francia.
    Trichet, rinviato a giudizio per complicità in «diffusione di false informazioni» e «pubblicazione di conti inesatti» si è sempre dichiarato fiducioso nella giustizia del suo Paese. Il governatore, che era presente all’apertura del processo, può sperare di succedere a Wim Duisenberg alla presidenza della Bce solo se verrà prosciolto in tempo dalle accuse.

    Il processo del Lyonnais, che è anche quello del ruolo dello Stato nella sua gestione di un’azienda pubblica, dovrebbe concludersi, come previsto, il 12 febbraio. Il tribunale ha infatti deciso che non vi saranno rinvii per supplementi di inchiesta, come aveva fatto temere un dossier sulla contabilità «truccata» del Lyonnais versata agli atti solo il mese scorso. Secondo questo documento, il Lyonnais, braccio finanziario dello stato, avrebbe minimizzato nel 1992 e nel 1993 le sue perdite grazie a accantonamenti assai inferiori (di oltre 1,3 miliardi di euro nel solo 1993) alle reali esigenze del momento. La crisi economica, assieme a investimenti nell’immobiliare avventati e perdite legate all’acquisto della Mgm e al finanziamento della Sasea degli italiani Fiorio Fiorini e Giancarlo Parretti avevano fatto sprofondare in un paio di anni la banca nel rosso profondo.” — FINE

    All’epoca (nel 2003), valutavasi dagli 8 ai 15 miliardi di euro il costo per il contribuente francese, ma il danno fu invero di più di 20 miliardi di euro…

    Il processo di cui nell’articolo sopra riprodotto era quello di primo grado.

    Come da copione, il Trichet (direttore del Tesoro all’epoca dei fatti, e poi divenuto governatore della Banca di Francia) fu assolto. E come da copione, egli divento’ (il 1° novembre 2003) presidente della BCE.

    Ironia della sorte, gli succedo’ in questa carica (il 24 giugno 2011) il signore Mario Draghi…

    Furono condannati, sia in primo grado che in secondo, i signori Jean-Yves Haberer (presidente del Crédit Lyonnais dal 1988 al 1993) e François Gille (direttore generale dal 1992 al 1994).

    Le condanne definitive, pronuciate il 23 febbraio 2005 dalla Corte d’appello di Parigi furono (e qui chi legge è pregato di non scoppiare dalle risa… se ci riescerà) :

    – nei confronti del primo (Haberer) : 18 mesi di carcere con la condizionale, 50.000 € di multa, e risarcimento d’1 euro (dico bene un euro !) da pagare al Crédit Lyonnais ;

    – nei confronti del secondo (Gille) : 9 mesi di carcere con la condizionale, 10.000 € di multa e risarcimento d’1 euro da pagare al CL.

    • Gp scrive:

      Post molto interessante, con tristi analogie con mps… mi ha fatto ricordare che il fondo pubblico che rilevò il Credit Lyonnays fu condannato da un arbitrato a risarcire oltre 400 milioni a B. Tapie per l’affare Adidas. Per la transazione fu condannata dal tribunale francese, anche C. LAGARDE che da ministro delle finanze non fece gli interessi pubblici. Incredibilmente la pena non fu applicata ne annotata nella fedina penale. Tra i motivi la sua “personalità” e la sua “reputazione internazionale”, oltre al suo impegno contro la “crisi finanziaria internazionale”.
      Poi è andata in FMI e BCE…

    • cherubino scrive:

      Complimenti per l’intervento, che pone un paragone fra i due grandi disastri finanziari di stato illuminante quanto agghiacciante!

      Aggiungo, amaramente, che se le vicende giudiziarie più o meno finiranno allo stesso modo, il conto per il contribuente Italiano sarà più salato di un buon 50%…

      • Lorenzo Mistretta scrive:

        Grazie tante per i complimenti, seppur il mio merito si sia limitato a trovare e riprodurre l’articoletto di “Orvietonews”.

        La vicenda della rivendita di Adidas dal gruppo di società di Bernard Tapie ha costituito, in effetti, uno dei clamorosi scandali in cui è stata coinvolta la banca Crédit Lyonnais (mediante la sua fliliale SDBO).

        E’ un groviglio giuridico veramente spaventoso.

        Per farla breve (se possibile), la questione centrale risiedeva nel qualificare il mandato di vendita (dell’azienda Adidas con prezzo minimo fissato a circa 318 milioni di euro — dopo conversione in questa moneta, che all’epoca non esisteva) firmato il 26 dicembre 1992 tra Tapie e la SDBO, costituiva un madato vero e proprio, oppure no.

        Nel primo caso, il mandatario (SDBO) non era in diritto, se c’era una plusvalenza (cioè se prezzo di rivendita era superiore ai 318 milioni di euro stipulati) di conservare questa plusvalenza ; e invece, nel secondo caso, si’.

        Infatti, qualche mese dopo (nel febbraio 1993), la SDBO vendé Adidas a una società di proprietà di Robert-Louis Deyfus per un prezzo di circa 714 milioni di euro, cioè realizzando (e incassando) una plusvalenza di 396 milioni di euro senza rivelarlo al Tapie !

        Ma Tapie fini’ (casualmente) per saperlo nel 1994 e, evidentemente, considerandosi truffato dalla SDBO (e dal Crédit Lyonnais), avvio’ diversi procedimenti.

        Fu giudicato, prima dalla Corte d’appello di Parigi (nel 2005, mi pare) et, poi, dalla Corte di cassazione (nel 2006, credo) che, in effetti, in quanto mandataria, la SDBO aveva fallato.

        Ma il consorzio pubblico (cosiddetto “Consorzio di Realizzazione – CDR”) nel quale erano stati accantonati gli “attivi dubbi” del Crédit Lyonnais (fra i quali le azioni della SDBO) non volle saperne et continuo’ a moltiplcare processi su processi…

        Fu cosi’ che, sotto la presidenza Sarkozy (eletto nel 2007), con il ministro Christine Lagarde, fu deciso di porre fine a tutte queste procedure interminabili (e costosissime) mediante un arbitrato che intervenne il 7 luglio 2008 con una sentenza di condanna del CDR (cioè dello Stato francese) a pagare la somma di 403 milioni di euro a Tapie, la quale somma era certo gigantesca, ma era pure in adeguazione con il danno effettivamente subito da Tapie.

        Immediatamente, il Partito socialista (che era stato da lungi il principale responsabile politico — se non l’unico — del fallimento del Crédit Lyonnais) scateno’ una chiassosissima polemica populistica, accusando Sarkozy e il Governo d’aver fatto, ai danni del Tesoro, un regalo scandaloso a Tapie, ecc, ecc… E poi, purtroppo, si apprese che uno dei tre componenti (Pierre Estoup) del collegio d’arbitri aveva, in passato, lavorato per alcuni avvocati di Tapie e percepito da loro proficui onorari…

        L’arbitrato fu certo impugnato dal CDR, sia in sede penale che civile.

        In sede penale, tutti gli imputati furono prosciolti (tranne la Lagarde, come ricordato da GP, perché ella fu giudicata da una giuridizione speciale, la Corte di Giustizia della Repubblica, competente per statuire sui reati commessi dai ministri in esercizio all’epoca dei fatti).

        Ma in sede civile, la sentenza arbitrale del 2008 fu “ritrattata” dalla Corte d’appello di Parigi con una sentenza del 17 febbraio 2015.

        Concludo precisando che Tapie mi è stato sempre antipatico, e lo è rimasto. Ma, nondimeno, sono convinto che egli fu pesantemente truffato dal Crédit Lyonnais e che la sentenza arbitrale pronunciata in suo favore nel 2008 era perfettamente normale.

    • Paolo Panzieri scrive:

      Caro Lorenzo,
      mi ricordo anni fa di aver visto in moltissime città francesi le filiali e gli sportelli del Credit Lyonnais, una banca all’epoca certamente importante, ma di questa vicenda non sapevo assolutamente nulla.
      Non so perché, però, non mi viene molto da sorridere.
      Forse sarà perché i conti si fanno sempre in fondo …
      Vediamo prima quello che riuscirà a partorire la Giusizia italiana.
      Poi rideremo o magari piangeremo insieme.
      Si decide lì per lì … d’accordo?

    • Lorenzo Mistretta scrive:

      Scustate. Mi è scappato un brutto sbaglio, scrivendo “gli succedo'” invece di “gli succedé”.

      • Lorenzo Mistretta scrive:

        Caro Paolo,

        puo’ darsi che mi sia espresso male.
        E’ ovvio che, di per sé, questa vicenda (come quella del MPS) non inclina a sorriderne, e quanto meno a riderne…
        Pertanto, il mio invito al lettore era meramente e squisitamente ironico e satirico nei confronti della Giustizia francese, mirando a sottolineare la ridicolezza delle “condanne” sia penali che civili (2 euro di risarcimento per un danno complessivo di 20 miliardi di euro !!!) “inflitte” ai due “nababbi” all’origine dello sfacelo del Lyonnais, le quali condanne paiono proprio una presa in giro del “Popolo francese”, degna di una repubblica delle banane…
        Quanto a cio’ che deciderà o meno la Giustizia italiana in merito alla vicenda MPS, io (non essendo, purtroppo, cittadino italiano) considero non aver voce in capitolo per esprimere un’opinione.
        In conclusione, mi pare che siamo sostanzialmente d’accordo.

      • Vedo nero e basta scrive:

        Anche succedette.

        • Vedo nero e basta scrive:

          A parte quella minima disattenzione, il commento è ottimo e molto chiarificatore di quello che potrebbe succedere nella storia del Monte-Unicredit e la poca fiducia che nutro al riguardo. A proposito di Trichet ho copiato un collegamento che mi conferma quanto mi ricordavo dei suoi danni in BCE anni fa:
          https://www.italiaoggi.it/news/a-noi-ci-ha-rovinato-trichet-bce-1985215
          Strano che Trichet dopo il disastro Credit Lyonnais divenne capo della BCE ed a lui succedette il super lodato Draghi, responsabile in discreta parte del disastro BMPS-Antonveneta. Sappiamo tutti chi è la La Lagarde e che anche lei era trai responsabili del disastro C. Lyonnais. Un dubbio mi assale: ma non ci stanno prendendo in giro?

          • Lorenzo Mistretta scrive:

            La ringrazio sinceramente della sua indulgenza nei miei confronti e anche (certo) per l’intervista del signore Mario Baldassarri, davvero molto istruttiva, sulla politica monetaria disastrosa del Trichet alla presidenza della BCE.

            Tra gli altri giudizi (tutti pertinenti), ho particolarmente apprezzato questo : “Trichet fu nominato per volere della Bundesbank (che addirittura lo impose al di là del gradimento della cancelliera tedesca, che comunque, ovviamente, ci fu) e ha agito pedissequamente secondo i dettami della banca centrale tedesca. La quale è rimasta ferma alla vecchia teoria monetarista, una specie di fortino mentre tutto il mondo guarda oggi in modo diverso alle politiche monetarie. Il problema è che questo stupido autoisolamento è pagato da tutta l’Europa.”

            Il “fortino” mi ha immancabilmente rammentato la “fortezza Bastiani” (o la ridotta vicina) del celebre e meraviglioso romanzo del Buzzati…

            Insomma, il Trichet si è accontentato di prevenire l’attacco dei “Tartari”, con i risultati risaputi che potevano derivarne…

  8. A tutti i dipendenti Mps scrive:

    Per favore leggete l’articolo di seguito riportato è diffondetelo; ecco quello che vi attende.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/07/mps-e-unicredit-la-colonizzazione-mentale-come-strategia-di-sottomissione/6283736/

    • Gp scrive:

      Io farei peggio… specie sui dirigenti

    • Lorenzo Mistretta scrive:

      Purtroppo, questo articolo (molto interessante) descrive le solite conseguenze della piupparte delle “fusioni per incorporazione”, nelle quali la società incorporante conserva la propria soggettività giuridica (e, quindi, i principali attributi economici e sociali), mentre le società incorporate si estinguono…

    • Daria gentili scrive:

      Sul Monte e Draghi, interessante anche l’articolo di Luigi Bisignani su Libero quotidiano, che ho letto oggi sulla rassegna stampa del mio smartphone…….

      Credendo poi di fare cosa gradita all’Eretico, vado fuori tema, per dirgli che l’altro giorno, dopo un bel periodo che non lo vedevo, ho avuto il piacere di parlare con il grande Mario “ sciattabarbe”, che era nel Nicchio per il battessimo del nipote.
      Mi è sembrato in buona forma.

      Fausto, marito di Daria

      • Eretico scrive:

        Caro Fausto,
        giusto di ritorno a Sienina dal Lazio (pezzo in cantiere), ti ringrazio per la citazione del grande Mario “sciattabarbe” (che bei ricordi!); io sono andato a farmi tagliare i capelli a Subiaco da un barbiere assai ciarliero, il quale – mentre malediceva il Governo dicendosi già con la valigia per il Portogallo, e distraendomi un po’ – mi ha praticato una sorta di tonsura da benedettino…

        L’eretico

  9. Anonimo scrive:

    Cavolo, il Salerno…. me lo ricordo al Liceo, poi telecronista della Mens Sana più bravo di te che all’epoca coprivi il Costone, poi collega al Monte dove, tra 30.000, lui a Roma e io a Napoli, poi lui a Sanremo Trieste Cuneo Siena ed io sempre a Vicenza, ci siamo incrociati non più di un paio di volte… ma su Canale 3 era una presenza costante, chissà sarebbe diventato l’erede di Masoni come voce del Palio… Riposi in pace…

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