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Benzina, grano, Caso Rossi

La settimana in via di conclusione, è stata quella, in Italia, della “guerra della benzina”, come alcuni forse enfaticamente l’hanno definita: come non parlarne almeno un po’, fra attualità, Historia ed un po’ di buona Letteratura, di grazia? Dipoi, la notizia di giornata: si va verso una seconda Commissione parlamentare sul Caso Rossi (pagata dai contribuenti come la prima): un qualcosa di cui si sentiva davvero un cogente, insopprimibile bisogno (comunque ottima per mettere insieme qualche altra puntata delle “Iene”, statene sicuri…).

 

“SI SONO ACCISI DA SOLI”, E LA CAMPAGNA D’ABISSINIA

Il titolo migliore, è quello de Il Fatto odierno: “Si sono accisi da soli”; chapeau, in questo caso, al titolista del quotidiano diretto da Marco Travaglio (non male anche Il Giornale: “Trattativa Stato-benzinai”): e come dargli torto? Che quello del prezzo del carburante, nel post 1 gennaio, sia diventato un autentico, gaddiano “pasticciaccio brutto”, non lo si può negare, e le varie piroette governative sono lì a dimostrarlo, con gli alleati leghisti e forzaitalioti che sono a pintare per cercare di erodere un po’ di quel consenso che, per ora, ai Fratelli italiani resta tutto (dicitur intorno al 31%). Con l’opposizione, ovviamente, scatenata all’ennesimo grado, se financo un piddino mite e paludato come Verini – uno che, come massima trasgressione, lascia le ciabatte non allineate ai piedi del letto quando, verso le 21,30, va a coricarsi – – fa tornare in auge slogan come “Aumenta il pane, aumenta la benzina – Governo Meloni, Governo di rapina”

Non è certo colpa di Giorgia Meloni se i prelievi fiscali alla pompa in Italia – fra Iva ed accise – sono i più onerosi d’Europa, ci mancherebbe altro; e bisogna anche dire che è la stessa Unione europea a criticare sconti sui carburanti (in qual caso, l’Europa non si attacca, eh); di più: come detto ieri l’economista Veronica De Romanis – certo non una meloniana -, gli shock energetici andrebbero usati anche per cercare di modificare, in senso virtuoso, i comportamenti dei popoli, come per esempio fu fatto durante la crisi del 1973, quando si iniziò a diffondere l’idea che, se possibile, si dovesse cercare di andare a lavorare a piedi o con i mezzi (e non dimentichiamoci che – non a caso – in quegli anni il podismo diventò uno sport finalmente diffuso nel Bel Paese).

Di certo, però, pur lasciando stare l’ormai celebre video meloniano (2019), va detto che anche il termine “sterilizzazione” per le accise era, comunque, parte del programma elettorale dell’ultima campagna: il mondo è cambiato dal 2019, non dai primi di settembre 2022; e poi, per Zeus: la primissima accisa in ordine di tempo che paghiamo quando si mette benzina o gasolio (che costa più della benzina: il mondo al contrario!), per quanto gravi solo dello 0,000981% rispetto al prezzo finale, è cagionata dai debiti statali contratti durante la Campagna d’Abissinia (1936), momento peraltro di massimo consenso degli italiani alla politica del Duce (anche Benedetto Croce donò la fede alla Patria). Ci portiamo sempre dietro “Faccetta nera”, non c’è verso…

 

LA LEZIONE DEL MANZONI

Premessa doverosa: niente di personale, ma la categoria dei benzinai non riscuote il massimo della simpatia, da parte dello scrivente (a parte quelli che leggono il blog, ovviamente); la mia diffidenza nacque a metà dei Novanta, allorquando il benzinaio praticò la sua irreversibile mutazione genetica, smettendo di mettere più o meno gentilmente benzina al cliente (con pulitina del vetro, magari). Con l’alternativa fra “self” e “servito”, pochi si sono accorti – presi dalla routine – del fatto che oggi, per risparmiare, siamo quasi (a parte gli incapaci) tutti selfisti, ma prima il benzinaio ci serviva il carburante, senza farsi pagare una lira di più. Ciò che prima era normale, oggi lo paghiamo.

Venendo all’attualità, mi sembrava che, su questo, il Governo avesse ragione: aggiungere cartelli, dai quali si evinca la differenza fra il prezzo medio nazionale e quello praticato dall’esercente specifico, mi pareva una cosa seria e fattibile; invece, è arrivata subito la minaccia di sciopero (ora congelato), e la misura è stata subito rimangiata dalla Meloni, sic.

A questo punto, però, mi sento in dovere di spezzare una lancia a favore dei benzinai, anche se non mettono più la benzina come una volta: quando per coprire le proprie magagne ed incoerenze si addossa la colpa ad una categoria, la si espone a rischi ingiusti.

Andiamo ai classici: Manzoni, “Promessi sposi”, Capitolo XII; c’è la gente che scende in piazza – nella Milano che accoglie Renzo -, per aggredire i garzoni che portano il pane, per assaltare i forni, in particolare quello delle Grucce, dopo che il Ferrer ha additato i fornai come responsabili della situazione, facendo filtrare la fake new (secondo il Manzoni) del pane portato ai nobili per sottrarlo ai poveri. Anche lì, tutto nasceva dall’errore clamoroso (sempre secondo il Gran lombardo) del prezzo del grano fissato dal potere spagnolo: un prezzo calmierato, visto dal liberista Manzoni come autentico fumo negli occhi (avrebbe verosimilmente pensato lo stesso della riduzione, su input governativo, delle accise). Anche allora (1628), c’era una guerra in corso, e stava arrivando la peste (qui speriamo sia il contrario con il Covid, ovviamente).

Nell’Italietta odierna, si rischia forse un attacco generalizzato, con tanto di sassate d’ordinanza, alle pompe di benzina? Si rischia magari di vedere il popolo imbestialito (“con la schiuma alla bocca…con gli occhi in fuori, e con le lingue fuori…a denti secchi”) assaltare i benzinai (e magari, in autostrada, financo l’autogrill, visto che ci siamo)? Parrebbe proprio di no (anche se in Francia in effetti non ci sono andati tanto lontano, poco tempo fa: ma loro hanno le Rivoluzioni nel Dna, anche quando le replicano goffamente).

In ogni caso, meglio non scherzare mai con il fuoco. Soprattutto vicino alle pompe di benzina e di gasolio: se esplodono, è un gran bel casino…

 

CASO ROSSI: NUOVA COMMISSIONE DI INCHIESTA?

La notizia era ampiamente nell’aria sin dalla vittoria di Fratelli d’Italia del 25 settembre, visto che il Partito di Giorgia Meloni da tempo cavalca questo Caso (e ce ne dispiace assai): Caso del tutto inesistente a livello fattuale, ma eccellente catalizzatore di facili consensi da social e potenzialmente da cabina elettorale, come ormai ben noto.

Oggi la stampa nazionale (“Domani”, per esempio) e quella locale offrono la notizia che la settimana prossima inizierà l’iter per arrivare alla Commissione di inchiesta bisse, ovviamente caldeggiata dall’onorevole Walter Rizzetto (Fratelli d’Italia, toh): colui che la famiglia Rossi-Tognazzi aveva già designato come Presidente perfetto per la prima.

Giacché neanche la Super perizia dei Ros, nella scorsa Commissione (quella che conclude per il “gesto anticonservativo” del Rossi, per intendersi) è stata sufficiente ai Commissari stessi per convincersi di come sia andata, è giusto che i contribuenti italioti paghino per una seconda edizione. Resta solo una domanda, per ora preventiva: siccome trattasi di suicidio, e dunque un omicida non scapperà mai fuori, che si fa, si va avanti fino all’eternità? Giacché, poi, su quelle che sono le testimonianze divergenti (fra i tre PM ed il Colonnello Aglieco), sta già indagando da mesi la Procura di Genova (tutti gli interessati hanno ricevuto l’avviso di garanzia), cosa altro si vuole dipanare? Dal momento che – come sopra ed in altre occasioni detto – il gotha dei periti nazionali si è già espresso a favore della tesi suicidaria (oltre alla Magistratura: certo, non vale come le Iene, ma pur sempre qualche minimo credito, suvvia…), la domanda per l’appunto è questa: ma che c…o si fa a fare, se non per tornare a ribadire ciò che è stato ampiamente sviscerato dai lavori della pregressa Commissione, di grazia?

Ah, boh, mah, avrebbe chiosato qualcuno, da un noto barre senese; a noi, non resta – se la Commissione ci sarà, e siamo certi che ci sarà, perché al peggio è giusto che non si ponga fine – che chiedere, a furor di popolo, che come grande esperto informatico, come consulente di talento, come dipanatore di intrigatissime matasse, venga richiamato l’ex onorevole – ora tornato a svolgere la sua attività in Via dei Rossi – Luca Migliorino, alias Sherlock Migliorino: pur con tutti gli sforzi possibili, non possiamo neanche immaginarla, una Commissione sul Caso Rossi senza la sua presenza…

 

Ps Quei delinquenti che hanno attaccato a Brasilia uno dei simboli della democrazia parlamentare, inneggiando a Bolsonaro (chi l’avrebbe detto), pare siano andati alla pugna (etta), usando il grido di battaglia delle forze speciali brasiliani: “Selva!”.

Il Consorzio per la tutela del Palio, di grazia, non ha niente da dire?

 

5 Commenti su Benzina, grano, Caso Rossi

  1. Ics scrive:

    L’unico grande merito di questo esecutivo è di non essere un governo PD+5S

    Fanno un po’ sorridere i piddini (riciclati da esperti di finanza internazionale in climatologi) che prevedono la fine del mondo per il cambiamento climatico causato dall’uomo e poi pretendono lo sconticino per inquinare

  2. Paolo Panzieri scrive:

    Certo che se la democrazia, che gli USA pretenderebbero ancora di esportare, si sostanzia in Lula, un condannato a 14 anni per corruzione, liberato per un presunto vizio procedurale (dall’alta corte nominata da costui) ed in Zelensky, un ex comico, trasformato in autocrate dopo i fatti (golpe?) di piazza Maidan, questa merce negli anni si deve essere parecchio corrotta …

    Del resto i c.d. “twitter files”, disponibili dopo la discovery imposta dal loro nuovo svalvolato padrone (ma non solo), ne certificano la crisi profonda, proprio in tema di garanzie, affidabilità e rispetto delle regole, che ne dovrebbero, invece, rappresentare il presupposto, il fondamento.

    La Cina è vicina … più di quanto potremmo pensare, gioiscano, quindi, le ali sinistre del blog: siete veramente vicini a veder realizzato il desiderio di una vita.
    Non avrete il tipo alla Mao o alla Stalin, dei vostri sogni più segreti,
    ma un qualcosa di più simile ad un Trudeau o ad uno Zelensky stesso, pazienza.

    Insomma, sembra prepararsi un regime globale (un nuovo ordine mondiale?), che, sotto un paludamento di garantismo, buonismo e falso ecologismo di facciata, nasconde un controllo ed una pervasività, che a confronto quello immaginato George Orwell sarebbe stato acqua fresca.

    Noi, però, seguitiamo ad occuparci quasi esclusivamente del passato: guelfi e ghibellini, comunisti e fascisti, Manuela Orlandi, David Rossi …
    Tutti temi esauriti, questioni irrisolvibili.
    Tutte armi di distrazione di massa.

  3. GOLLUM scrive:

    Io la Meloni non l’ho votata, ma non nascondo a nessuno che una mia apertura di credito gliela avevo anche data volentieri: vediamo che fanno questi “nuovi” (come risaputo, la Meloni poi tanto nuova non era), mi dicevo e dicevo ai miei amici e colleghi.
    Capisco che chi l’ha votata, solo pochi mesi fa, non possa ammettere la sua stessa delusione (la benzina è solo uno dei passaggi falsi), perché psicologicamente è pesante l’ammissione dell’errore, però…

  4. Roberto scrive:

    Sulle accise la vera questione da sottolineare non è tanto la scelta (?) in sé stessa di averle ripristinate, ma la motivazione addotta, ossia che non ci sono soldi (peraltro trovati per calcio, armi, sconti fiscali, condoni tombali, etc.). Ripristinate da chi sbraitava all’opposizione per l’incapacità dei governi precedenti di abbassarle. Ora ovviamente gli brucia il doppio,anche perché Draghi i soldi per ridurle li aveva trovati, e loro le hanno rimesse.
    Quindi sono un po nervosetti e li capisco…..governare è un’altra cosa.

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