Eretico di SienaLa pace che non c'è (e 5 Ps) - Eretico di Siena

La pace che non c’è (e 5 Ps)

Eccoci all’appuntamento settimanale con il blog: tanta robetta su cui scrivere (Caso Garlasco, per esempio: ci torneremo, giacché l’occasione è davvero ghiotta), per non dire dell’oltranzismo di Netanyahu a Gaza, che ha ormai stancato financo Trump; ma questa doveva essere – ed è stata solo in minima parte – la settimana delle trattative di pace fra Russia ed Ucraina, in Turchia: Putin aveva un altro impegno, e dunque si è quagliato ben poco…

 

RUSSIA-UCRAINA: CHE SI FA?

Falliti de facto i colloqui di Istanbul (di cui si scrive sotto qualcosa), resta una questione che attiene tutta al campo occidentale, e che riguarda il futuro dell’Ucraina, il futuro dei rapporti con la Russia putiniana ed infine, in senso lato, il rapporto fra le liberaldemocrazie e le autocrazie.

Trump, dopo il 28 febbraio (sceneggiata contro Zelensky) e le furbate di Putin (con cui comunque cerca sempre di non rompere), sembra essersi un po’ riavvicinato all’Europa: forse anche la sbornia daziaria gli è passata, fra l’altro; per quanto riguarda l’Europa – stante l’impossibilità di una comune politica estera -, va da sé che la Francia macroniana, la Polonia di Tusk, l’Inghilterra di Starmer e la Germania di Merz (anatra zoppa quanto lo si voglia, ma sempre Cancelliere nel pieno delle sue funzioni) dimostrino di continuo – e ieri a Tirana c’è stata l’ultima dimostrazione – di essere pronti ad intervenire in ogni modo, compresa la forza militare, nello scenario ucraino.

C’è, poi, il delicato caso dell’Italia meloniana: la quale, a parole, continua lodevolmente a difendere l’Ucraina, e a smascherare la sempre più goffa propaganda putiniana, e lo fa in coerenza con il mandato da Premier (nonché sapendo bene che una buona, buonissima quota della sua base elettorale non straveda certo per Zelensky…); di fronte alla questione delle truppe (professioniste, sia sempre chiaro), però, da parte del Governo c’è un muro, invalicabile: piaccia o meno (a noi, non tanto), così è. Che la Premier dunque non vada ai vertici con gli “interventisti”, dunque, è tutto sommato coerente (se ci andasse, sarebbe tacciata – e giustamente – di ipocrisia).

Resta un mistero – buffo, se non si parlasse di guerra -, vale a dire quello della posizione delle opposizioni: concordi nel criticare il modus operandi della Meloni, senza mai però specificare cosa farebbero loro al suo posto. Per capirsi: sembra di capire che la Schlein sarebbe stata ieri a Tirana al vertice degli “interventisti”, per una questione di postura internazionale; ma risulta che anche la sua posizione sia del tutto contraria all’invio di truppe (e figuriamoci Conte, ventriloquo di Travaglio, ed il tandem Bonelli-Fratoianni). E allora?

 

PROSPETTIVE FUTURE

Ed ora, che si fa in Ucraina, di grazia? Chiunque avesse sperato almeno qualcosina dal summit turco (alzi il ditino chi, almeno un po’, non lo aveva fatto!), non può che essere rimasto deluso: uno scambio di mille prigionieri per parte, è ovviamente una eccellente notizia per loro e i loro cari, ma non certo per la pace.

Pare del tutto evidente, partendo proprio dalle parole del “mediatore” Trump, che la partita, quando mai si risolverà davvero, si concluderà con un accordo a due: non fra i due diretti interessati a livello di Diritto internazionale (Putin e Zelensky, ovviamente), ma fra il Presidente degli USA e l’autocrate che vorrebbe ricostituire l’URSS pre 1991. Il narcisismo trumpiano deve pur avere il suo sfogo, nevvero?

Resterà comunque un problema, anzi il problema fra i problemi: una volta congelato il conflitto, in un modo o nell’altro, chi e come garantirà la futura sicurezza dell’Ucraina? Si tratta dello snodo che fece fallire anche i primi incontri sul Bosforo, nel 2023. Senza queste garanzie, come si fa a ricostruire una Nazione (quella che resterà libera, grazie alla resistenza del popolo ucraino e degli aiuti dell’Occidente), e a convincere i milioni di suoi cittadini della inevitabile diaspora a tornare (magari ringraziando poi coloro – se ancora vivi – i quali sono rimasti a combattere in vece loro)?

Allora sì, che si parrà la nobilitade dell’Occidente: aiutare a parole l’Ucraina è importante, cruciale, ed espone al rischio del consenso; ma non basta.

Mandarci i soldati (professionisti) boots on the ground – in potenza, ovviamente anche a morire – è cosa ben differente dalle pur importanti parole; sappiamo già chi ci andrà (inglesi, francesi, tedeschi, polacchi), e chi invece resterà a casa: quando si parlerà e scriverà, in Europa e nel mondo, di “solita Italietta”, almeno non facciamo gli offesi e le vittime, per decenza: né maggioranza, né minoranza…

 

LA RUSSIA? NON VUOLE VINCERE…

Ogni tanto, come c’è bisogno di sistemare gli armadi, mi trovo nella necessità di smaltire una parte del materiale – perle su perle – raccolto sulla stampa “non pregiudizialmente avversa a Putin” (così non parte il vittimismo per essere denominati “filoputiniani”: non sia mai, non sia…).

In questa settimana, c’è stato un po’ di imbarazzo in casa Fatto quotidiano: dopo avere dipinto Zelensky come uno che non voleva in alcun modo neanche parlare di pace, dopo avergli dato della marionetta per anni, e soprattutto dopo avere descritto Putin come l’uomo – all’insegna della realpolitik – pronto alla pace (o alla tregua), dopo avere enfatizzato che era stato proprio lui a chiedere un confronto con l’Ucraina, poi alla prova del Bosforo il buon Putin non si è neanche presentato (né ha fatto presentare un Ministro degli Esteri, o della Difesa, ma solo colui che scrive i manuali di Storia in Russia).

Ovviamente, però, la colpa deve essere degli altri (come fa ad essere di Putin, di grazia?); ecco allora che almeno una perla me la dovete fare segnalare, almeno in parte: la ambasciatrice Elena Basile – opinionista di punta del giornale, insieme all’esimio professor Orsini – mercoledì (pagina 11) verga un editoriale dal titolo che già dice tutto (ma è colpa del titolista, suvvia): “L’occasione di Istanbul sabotata dagli europei”; contro i quali, si tirano escrementi ogni tre per due, scrivendo che sono incapaci di tutto, ma evidentemente sono bravissimi a fallire incontri (a cui nessuno li aveva invitati, che si sappia).

Il clou, però, è il passaggio che segue, con la teorizzazione di Putin che potrebbe vincere in un amen, ma invece dosa le forze: uno spasso, che è giusto condividere con i lettori (sapendo benissimo che molti sono concordi con la Basile: problemi loro, in tutta evidenza):

“…la potenza che sta guadagnando territori (la Russia, si capisce, Ndr), con una lenta avanzata, impiegando soltanto una parte del suo potenziale bellico (certo, senza le atomiche: perché in quel caso se ne dovrebbe assumere la responsabilità, Ndr), autolimitandosi ed evitando di radere al suolo, con bombardamenti aerei, le città…”.

Ergo, cari lettori, quando avete visto – per dirne una – Mariupol in macerie, ci eravate cascati tutti: era l’Intelligenza artificiale, toh…

Ps 1 In settimana, Ursula von der Leyen si è vista costretta a dare spiegazioni sulla messaggistica intercorsa fra lei ed il dominus di Pfizer: avendo prima cercato di opporsi, non solo le è stato dato torto, ma ha proprio fatto una pessima figura a livello di trasparenza. Resta il fatto che – a livello della tanta bistrattata Unione europea – se si tengono atteggiamenti non corretti, ci sono i Tribunali interni che intervengono, e c’è la stampa seria (qui, il New York times) che pungola: da altre parti, non funge proprio allo stesso modo…

Ps 2 Per il Ministro della Giustizia Nordio, visti i tempi fra l’alert del braccialetto e la possibilità di intervento delle Forze dell’ordine, le donne dovrebbero pensare a difendersi da sole, magari entrando in una chiesa: ma come si fa a dire – e da quel pulpito – una cosa similare?

Ps 3 Simonetta Michelotti, dopo una lunga malattia, ci ha lasciato, ad inizio settimana; oltre ad essere una quasi vicina di casa, era persona squisita. Il 19 settembre del 2023, fu protagonista in Sala storica di una lectio sul 150esimo di Gaetano Salvemini: lei, che tanto si era occupata di Ernesto Rossi. Una perdita enorme, ed una persona che la Biblioteca non mancherà di omaggiare…

Ps 4 Maria Teresa Fabbri: in settimana, ci ha lasciato anche Maria Teresa Fabbri, per lunghi anni docente di Italiano e Latino al glorioso Piccolomini, e poi Assessore nella Giunta Cenni; per tanti motivi, una persona conosciuta da decenni: le modalità della sua morte – dispiace dirlo – non solo ovviamente amareggiano, ma osiamo dire che indignano. Senza volere accusare alcuno, chiunque capirebbe che la velocità del mezzo che ha “speronato” da dietro la macchina della vittima era verosimilmente eccessiva: come detto altre volte, chi lavora va rispettato, ma le regole ci devono essere per tutti, e i tempi da rispettare non sono in alcun modo una esimente. Specie se ci va di mezzo direttamente la vita delle persone…

Ps 5 Domani Sinner stravincerà gli Internazionali d’Italia, sia chiaro; in settimana, è andato financo da Papa Leone: fra il Pontefice ed il Presidente della Repubblica (dal quale non volle andare, preferendo farsi una bella sciata), preferisce il primo. Nessun dubbio, per chi in casa parla Tedesco…

21 Commenti su La pace che non c’è (e 5 Ps)

  1. Anonimo scrive:

    Prospettive future……molti Ucraini – ne ho parlato con un amica di Siena originaria di Kherson, sponda Ucraina ( parte della famiglia e’ ancora la’) – si ricordano ancora dei patti di Budapest del 1994….

    Fausto

  2. Gp scrive:

    Cosa vi aspettavate da un primo incontro dopo tre anni e centinaia di migliaia di vittime? L’importanza del vertice e che c’è stato e che ne seguiranno altri, ed è l’unico modo per far finire la guerra.
    Anzi un altro modo ci sarebbe… inviare armi e truppe, ma in teoria per ridare il maltolto agli ucraini ci vorranno più o meno le stesse vittime/risorse che ci son volute in questi tre anni, con un probabile epilogo tragico di allargamento in guerra mondiale.
    Una volta persi territori illegittimamente presi dal dittatore criminale Putin (disclaimer per eventuali dispensatori di etichette), chi di dovere farà i suoi esami di coscienza utoli per un futuro di pace… non si perseguitano le minoranze, non si uccidono i civili, non si finanziano associazioni per sovvertire/destabilizzare la politica di altri paesi, non si allarga la Nato ai confini russi ecc…

  3. ginocacino scrive:

    … buongiorno e buona domenica ai lettori e al suo redattore capo l’Eretico;

    una cosa certa in questa situazione (guerra Russia Ucraina) è che la gente continua a morire, le citta, le infrastrutture, le certezze vengono continuamente bombardate e con bombe vere e noi stiamo qui ancora a pensare come fermare (fregare?) Putin e la Russia completamente dissociati (ahi che duro colpo per l’Europa, questa sconosciuta) … per non parlare dell’altro catastrofico scenario di Gaza (c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di difendere lo stato di Israele ed il suo capo? .. e badate bene che ho scritto Israele e non ebreo)

    l’altra certezza assoluta è che queste situazioni saranno foriere di futuri e più cruenti conflitti che si sommeranno all’altra grande questione solo sopita e mai spenta della Cina con Taiwan

    piano piano sta cascando anche il tabu sull’uso delle armi nucleari più volte minacciato dai Russi … non c’è che dire una grande vittoria della diplomazia, della ragione e della politica neoimperialista del grande occidente unito

    … e infine no, non ho la soluzione anzi, a questo punto non ho nemmeno una benchè minima idea di come possa essere possibile uscire da questo tunnel, ho solo molti, tanti, troppi funesti pensieri e via via sempre più cupi

  4. Cecco scrive:

    Buongiorno Eretico, ritengo che l’accordo dei cosidetti volenterosi sia piuttosto inutile ed anzi perfino pericoloso per la pace (opinione personale), concordo con te invece sul comportamento da dissociazione psichica delle opposizioni. La Schlein ha il partito diviso a metà sulla questione Ucraina quindi in realtà non può prendere nessuna posizione mentre Conte-Bonelli e Fratoianni hanno l’elettorato completamente pacifista e non interventista: come potrebbero mai partecipare ad una riunione di interventisti? Cosa vogliono rimproverare alla Meloni proprio non si capisce se non che ha all’ interno della sua coalizione gli stessi problemi di posizionamento che hanno le opposizioni. Certo è che fino a che le opposizioni si limiteranno soltanto a criticare le posizioni della Meloni invece di presentare qualcosa di alternativo sono destinate a rimanere tali.

    • Roberto scrive:

      Vero, opposizione divisa, ma non dirmi che la filoamericana viscerale (biden o trump per lei pari sono) Meloni e Salvini (filoputiniano) siano poi così uniti.

  5. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Ps5: Paliescamente parlando, Sinner è cascato al Casato e si è purgato arrivando secondo. Sarò bastian contrario, ma della brutta figura del sud tirolese non dispiace affatto.

  6. UNO CHE NON NE FA PASSARE UNA scrive:

    Caro Eretico,
    tu prendi di mira Il Fatto, diretto da Marco Travaglio, per la sua posizione senza dubbio critica verso l’Europa, gli Stati Uniti e la Nato.
    Quando però quello stesso quotidiano fece una bella recensione, con richiamo in prima pagina, del tuo libro su Giacomo Leopardi, mi sembrava che non avessi contattato la redazione per fartela cancellare…

    • Eretico scrive:

      Caro “amico”,
      quando Il Fatto (dopo altri quotidiani nazionali, peraltro) recensì la mia biografia (non autorizzata) su Giacomo Leopardi – cosa che in effetti un po’ mi sorprese – ne diedi notizia sul blog, facendoci il commento di ordinanza; il quale, in sostanza, ripeto adesso: lo scrivente, con il quotidiano in questione, ha un rapporto complesso.
      Su certe tematiche – per esempio, la cronaca giudiziaria – mi trovo quasi sempre concorde con le posizioni de Il Fatto, mentre sulla politica estera – ed in particolare sulla Russia – quasi mai sono allineato alle posizioni di Travaglio.
      Ciò detto, prima di criticare qualcuno, bisogna conoscerlo bene: non a caso, io Il Fatto lo leggo tutti i giorni (come peraltro faccio con svariati altri quotidiani)…

      Buona settimana a tutti i lettori!

  7. Ottavio scrive:

    Nel frattempo Sinner non ha vinto. In ogni caso, Sinner in inglese vuol dire “Peccatore” quindi il Papa lo avrebbe dovuto scomunicare.

    Non c’e’ piu’ religione!

    • Eretico scrive:

      Caro Ottavio,
      mi riproponevo di scriverlo in un prossimo pezzo, che “sinner”, in effetti, significa proprio “peccatore”: mi hai bruciato (ma lo scriverò lo stesso, eh).

      Chi può, si guardi i giornali di ieri, lunedì: Sinner perde, spazio al minimo sindacale; Sinner vince, ci sarebbero state edizioni speciali: normale, per chi rappresenta la Nazione. Sinner, sudtirolese-monegasco, chi rappresenta?

      A proposito di italianità vissuta in Sud Tirolo, gustatevi la Sindaco di Merano alle prese con la fascia tricolore…

      L’eretico

      • fabio calvellini scrive:

        Sono stati conquistati al termine di una fase storica, italiana e non solo, che faceva dell’autodeterminazione dei popoli il suo mantra. Per gli taliani era sacro il diritto di scegliere il proprio destino, liberandosi dal dominio straniero (almeno così c’è la raccontavano e c’è la raccontano). Perché i pochi tedeschi conquistati, a prezzo di enormi e insensate sofferenze, nostre e loro, dovrebbero invece sentirsi tutti italiani?

        • Eretico scrive:

          Caro Fabio, a parte le contestualizzazioni storiche: il problema, infatti, non è tanto Sinner (il quale fa il suo, e dal punto di visto tennistico molto bene), la cosa oltremodo curiosa è quella degli italiani che tifano per un sud tirolese, con residenza a Montecarlo, il quale non certo a caso non si è neanche degnato di rappresentare la “sua”Italia alle ultime Olimpiadi…

          L’eretico

          • Gp scrive:

            … e con una squalifica per doping, che sta alla sportività come la residenza fiscale a montecarlo sta all’educazione civica

          • Eretico scrive:

            Caro Gp,
            quella squalifica non l’ho rammentata consapevolmente: lui, infatti, ha patteggiato, ma per il 99% della stampa italiana è stato solo un complotto della Wada, per togliere la agognata tranquillitas animi al “povero” Sinner. Tutta colpa della Wada, insomma: che non riprovino mai più a turbare la serenità al nostro virgulto…

            L’eretico

        • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

          Se gli altoatesini come pure sudtirolesi non amano più stare con noi, bene, al mondo d’oggi esistono tanti mezzi (auto, treno, aereo) per spostarsi e quindi sono liberi di riunirsi alla loro terra amata, l’Austria. I signori esuli sono stati sempre trattati con i guanti, hanno uno Statuto Speciale, hanno diversi privilegi che noi semplici italiani non abbiamo. Si lamentano quindi, detto alla toscana, col piccione in bocca. Questi poveri esuli dalla terra natia, Sinner e il sindaco centrosinistra di Merano per esempio ed altri, che si comportano con insufficienza con l’Italia non hanno la mia simpatia. Per me possono pure andare nella loro vecchia terra natia, l’Austria, dove troveranno, interessante principalmente per la sindaca sinistrorsa, pure lì un governo di centrodestra.

          • Roberto scrive:

            Beh , solo una piccola osservazione, la loro vecchia terra natia è quella dove vivono da sempre. Che non ho mai compreso fino in fondo perché sia diventata italiana. Loro non dimenticano la politica di italianizzazione portata avanti dal fascismo con i propri metodi, come dire….fascisti. Hanno anche dei musei che raccontano le vessazioni subite nel ventennio. Quanto ai soldi che prendono, be direi che li spendono anche bene, non a caso sono tedeschi la Sicilia ne ha presi molti di più, ma lì si è arricchita solo la mafia e i suoi solidali.

          • Eretico scrive:

            Caro Roberto,
            ciò che scrivi è in buona sostanza storicamente corretto: basti vedere il Monumento alla Vittoria a Bolzano!

            Se poi la comparazione è fra come spendono i soldi i regionali siciliani e i sudtirolesi, beh: ti piace vincere facile.

            La questione del Caso Sinner per me più stimolante – lo ripeto – è quella concernente il tifo degli italiani per uno che di italiano ha ben pochissimo (come tu stesso confermi, scrivendo che è legittimo, per loro, non sentirsi italiani)…

            L’eretico

  8. Ics scrive:

    Si cucina con quello che si ha.
    Il 90/95% (per difetto) in Italia è favorevole alla linea attuale sull’ucraina
    L’ennesima dimostrazione che alla fine i leader si allineano al sentimento maggioritario nella popolazione.
    Indipendentemente dall’Ucraina, saremo sempre più a disagio, faremo sempre più fatica a muoverci in un mondo che la pensa in maniera opposta alla nostra e non si fa particolari scrupoli ad agire

  9. lettore curioso scrive:

    penoso che i pacifisti siano considerati vigliacchi! viva l'” italietta ” senza boost on the ground! ..viva papa Francesco viva Don Milani , tra i non credenti viva Voltaire!

    • Gp scrive:

      I ‘volenterosi’ sono quelli che finanziarono e sobillarono la rivoluzione del 2014. L’italietta non c’era allora (direttamente, s ma solo come membro ue) ed è bene che continui a non esserci

    • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

      Ex Papa Francesco viva, ma con tante riserve. Meglio Papa Ratzinger.

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