L’okkupazione del Liceo (e Pasolini)
Eccoci – sebbene con leggero ritardo, che i lettori perdoneranno – all’appuntamento settimanale del blog: in attesa che Donald Trump attacchi – in spregio del diritto internazionale, nonché in piena conformità con la ottocentesca Dottrina Monroe (non era l’attrice) – il Venezuela, e dopo avere avuto la conferma che Putin non ha alcuna voglia di trattare (coloro che sostenevano il contrario esatto, che fine hanno fatto, di grazia?), non posso a questo giro non dare conto del mio stimolante incontro della settimana scorsa con i ragazzi del Liceo Piccolomini; sabato mattina, è uscito un mio contributo ad hoc su La Nazione, ma qui ovviamente ho il modo e lo spazio per aggiungere altri elementi, pur dallo stesso evento partendo…
PICCOLOMINI OKKUPATO
Giovedì mattina sono arrivato – alle 10,45 in punto, dunque con un quarto d’ora di anticipo sull’orario pattuito – al Liceo classico Piccolomini, dal martedì “okkupato” (nello striscione esposto, però, è scritto “occupato”, sia chiaro): contesto di enorme confusione, giacché era in corso lo scrutinio seguìto al “referendum”, approntato last minute per decidere se continuare o meno l’occupazione stessa (va da sé che tale passaggio sarebbe stato da fare prima dell’inizio del tutto, invece che due giorni dopo; ma lasciamo stare questo aspetto, il quale pure meriterebbe un approfondimento ad hoc…).
L’ex, affezionato, studente che mi aveva invitato a parlare ed un altro – il quale ha un piglio da leader – mi vengono incontro, per dirmi che non è neanche sicuro che la mia conferenza possa prendere corpo: bisogna aspettare la fine dello scrutinio; prendo debitamente atto, rispetto il giuoco democratico (un po’ all’insegna del last minute, come detto) e resto in zona, in attesa degli eventi.
Alle 11,19, sento una serie di esplosioni di gioia, dunque mi presento al colonnato del Fantastici, ingresso del Liceo: fra il tripudio degli astanti, si annuncia – megafono alla mano e bandiera palestinese vergata verso l’alto – che gli occupanti hanno vinto. Un ragazzo – evidentemente in trance da vittoria – urla che ” oggi abbiamo fatto la Storia!”. Raccolgo qualche perplessità da parte di un amico e docente, accanto a me all’interno del colonnato, ma tanto è: lui ha finito il suo orario, e si sta per avviare verso casa; io, invece, sto per entrare.
Fra il colonnato del Fantastici e l’ingresso dell’edificio scolastico (ove lo scrivente ha frequentato sia le Elementari che il Liceo Classico, per restare in tema), c’è un tavolo, con un gruppo di ragazzi e ragazze che si atteggiano a leaders della protesta, pare di capire: hanno le stesse, identiche movenze delle occupazioni (universitarie) di cui ho qualche ricordo diretto io (fine Ottanta), nonché i medesimi atteggiamenti – che si possono recuperare, per motivi di studio storico – dei Settanta. Fanno dunque senz’altro ringiovanire, giacché sembra di essere tornati a qualche decennio or sono. Da parte mia – chi legge dopo, capirà perché – suscitano un mix di tenerezza e di inquietudine.
Noto poi, e con estrema curiosità, una pila di quotidiani, posta su un tavolo all’ingresso della scuola: sono copie de Il Messaggero, il quotidiano romano praticamente introvabile a Siena – e si dorme lo stesso, sia chiaro -, di proprietà della famiglia Caltagirone. La longa manus del Calta è arrivata anche al Liceo okkupata, suvvia…
COSA HO DETTO IO
Davanti ai ragazzi occupanti – assai numerosi ed attenti, questo va senz’altro riconosciuto, e con piacere -, dopo avere brevemente passato in rassegna alcuni passaggi di Storia relativi al contesto ( dal Sionismo del tardo Ottocento, alla creazione dello Stato di Israele nel 1948, fino al 7 ottobre e all’oggi stesso), ho provato a porre delle questioni, per me piuttosto dirimenti.
Chiarito che non ero in alcun modo lì per raccattare facili applausi (cosa che mi sarebbe stata agevolissima fare, ovviamente), ed aggiunto che è sbagliato tacciare in modo aprioristico di antisemitismo chiunque parli male dell’attuale Governo israeliano (sarei antisemita anche io, se del caso), ho per esempio chiesto loro perché – invece che criticare Israele in quanto tale – non avevano criticato solo il Governo Netanyahu, con la sua scellerata alleanza con la estrema destra messianica dei Gvir di turno: magari – perché no? – cercando sin dal 2023 una saldatura con i tantissimi israeliani (spesso loro coetanei), i quali da ben prima del 7 ottobre scendevano in piazza e nelle strade per protestare contro Bibi e la politica del suo Governo. Questa alleanza – facilissima oggi, con Internet – avrebbe spazzato via ogni potenziale accusa di unilateralità verso i manifestanti: peccato che, però, non ci sia stata.
Ho aggiunto che il coretto, il quale ha fatto da colonna sonora a tutte le manifestazioni pro Pal (il “Palestina libera, dal fiume al mare”), è oggettivamente non ascoltabile, presupponendo in re ipsa la distruzione dello Stato di Israele in quanto tale.
Ho infine chiesto loro perché mai la loro istintiva, sacrosanta, empatia di giovani non si manifestasse in alcun modo verso i civili ucraini (con Putin che bombarda convogli umanitari, centrali elettriche e ospedali pediatrici), ma solo verso i gazawi.
Ho ricevuto da parte dei tre ragazzi intervenuti dopo di me (una ragazza e due ragazzi) solo risposte elusive o – mi sia consentito scriverlo – delle autentiche arrampicate su ideologici specchi: il top forse è stato raggiunto dal ragazzo, il quale ha descritto il conflitto russo-ucraino come una guerra espressione di interessi neocapitalistici, la quale per questo motivo non ci dovrebbe interessare. Se un civile muore per interessi neocapitalistici, in tutta evidenza, non c’è da piangerlo più di tanto.
Come ho già scritto sulla Nazione di sabato, comunque, questi giovani hanno un grande ed insuperabile alibi: quello della loro giovanissima età. Alibi che, invece, non possono vantare coloro i quali hanno presentato – specie negli ultimi due anni – il contesto in questione in modo sfacciatamente unilaterale, minimizzando in modo sistemico il 7 ottobre (non ripreso non a caso da nessuno dei tre intervenuti), flirtando con le tesi di Hamas (ovviamente senza mai dirlo, ci mancherebbe), nonché definendo come “resistenza” l’azione di Hamas stessa (tesi ribadita da uno dei tre intervenuti, con grande naturalezza).
Siamo tutti in trepidante attesa che qualcuno di questi cattivi maestri – tutti quanti ben maggiorenni – chieda pubblicamente ai ragazzi di smetterla con l’indecente slogan “dal fiume al mare”, oppure che suggerisca loro di non considerare Hamas come movimento resistenziale (anche per rispetto dei resistenti italiani, fra il 1943 ed il 1945): è lecito chiederlo, pur sapendo che non avverrà…
LA QUESTIONE DELLE BANDIERE…
Le bandiere – ed in un contesto come quello senese lo si dovrebbe sapere, se possibile, ancora meglio che altrove – non sono mai solo bandiere: rappresentano ben altro, ben di più.
Ebbene, io l’altra mattina – nella Aula magna del Liceo Classico – ho parlato avendo dietro di me, alla mia sinistra, la bandiera palestinese: non esito a scrivere che, appena entrato in loco, ho pensato di pretendere che venisse ammainata, ed altrettanto chiaramente dico che non ho fatto questa richiesta, perché sarebbe stata vissuta come provocatoria e verosimilmente avrebbe fatto abortire sul nascere la mia chiacchierata. Dietro di me, comunque, c’era una bandiera di uno Stato che non solo non esiste, ma che se esistesse – ove fosse governato da chi comanda ancora oggi a Gaza – negherebbe tout court incontri come quello di cui si sta discettando, ed impedirebbe a questi stessi giovani che brandiscono questa bandiera, di fare il tipo di vita che fanno (non parliamo di tematiche ambientali o di lotte per i diritti civili, perché non è questo il momento delle barzellette).
Ciò premesso – e sapendo benissimo che questo avviene in tutte le scuole ed università okkupate -, la cosa dovrebbe fare riflettere tutti i lettori. La Sinistra moderata agli inizi del XXI secolo aveva fatto passi enormi, per rendere tutti consapevoli dell’importanza della bandiera (quella italiana, però, non quella palestinese!), e dell’inno: la figura di Carlo Azelio Ciampi è stata limpidissima, a tal proposito. Cosa mai avrebbe pensato, in quell’Aula magna, il Presidente livornese? Non lo si vuole tirare per la giacchetta post mortem, ma è assai probabile che avrebbe pensato di avere avuto un successo solo effimero, nella sua meritoria lotta culturale e politica, un successo spazzato via dal furore ideologico di questi ultimi due anni.
I giovani – ed anche tanti adulti – non si riconoscono nell’Unione europea (pussa via, che schifo!), e per quanto concerne il tricolore, siamo tornati a quando ero liceale io, giusto al Piccolomini: la italica bandiera è osannata a Destra, e schifata – ovviamente senza dirlo, ci mancherebbe – a Sinistra. Facile manicheismo? Mah, giudicate voi: se – microfono (ben funzionante, fortunatamente) alla mano -, avessi proposto alle decine di adolescenti presenti in Aula magna di mettersi una mano sul petto e di intonare il mameliano inno, come minimo avrei raccattato delle pernacchie. Credo proprio che sarebbe andata così.
Ho invece proposto di affiancare la bandiera ucraina, a quella palestinese: “non sono forse due popoli che soffrono, i cui civili vengono bombardati, feriti, ammazzati?”. Mi sono arrivate risposte – come già scritto – ricolme di ideologia pro Pal, condite da totale assenza di empatia per il popolo ucraino (fortunatamente stavo registrando: verba volant, ma non del tutto). Me lo aspettavo, figuriamoci: ma l’amarezza è stata non poca.
Mentre uscivo dal Liceo okkupato, una ragazza – in modo trafelato, forse per non farsi notare più di tanto -, mi si è avvicinata, dicendo che alla prossima manifestazione lei proverà a portare anche la bandiera ucraina, oltre a quella palestinese; le ho detto di stare attenta, di non rischiare inutilmente, ma sarebbe sciocco negare che la circostanza mi abbia fatto davvero piacere. Forse, non tutto è perduto…
Aggiungo giusto una cosa (a 20 minuti dalla pubblicazione del pezzo); giacché la madre dei disinformati (spesso anche presuntuosi, in quanto tali) è sempre incinta e non conosce inverno demografico, si puntualizza l’ovvio (per chi segua questo blog): i cori filofascisti di Parma – opera di giovani che politicamente sono all’opposto degli occupanti – sono da condannare senza ma e senza se, come fatto dal Ministro Crosetto (e come andrebbe fatto, anche con nettezza, da tutto il Governo).
Non è un’amarezza dimezzata, è raddoppiata: per i giovani di oggi, fare politica vuol dire essere irreggimentati in modo ideologico ed identitario, a destra come a sinistra. Gran brutta cosa, nonché un ritorno ad un passato che ben conosciamo, e che saremmo stati ben lieti non si ripresentasse…
Ps 2 novembre 1975, idroscalo di Ostia: comunque sia andata, Pier Paolo Pasolini fu brutalmente ammazzato, ed il suo corpo sfigurato (la privacy era messa peggio di oggi: ci sono fior di foto a ricordarcelo). A 50 anni di distanza, Dacia Maraini – allora compagna di Moravia: una, insomma, che lo conosceva assai bene, anche nella quotidianità – ci offre la sua gerarchia valoriale del grande intellettuale: Pasolini fu per lei in primis un grande poeta, poi un valido regista, per terzo infine un saggista. A sentire la Maraini – ed è ciò che più ci preme sottolineare -, bisogna tenere ben distinta la sfera dell’intellettuale (rispetto al quale, tanto di cappello), da quella dei suoi comportamenti privati; in parte sì, in parte no, verrebbe da chiosare.
Ma soprattutto: se Pier Paolo Pasolini – invece che usare il suo potere ed i suoi non pochi soldi per rimorchiare nottetempo marchettari (minorenni) romani, di sesso maschile -, avesse usato il suo macchinone per adescare minorenni di sesso femminile, Dacia Maraini direbbe – oggi come ieri – la medesima cosa?









Hai detto bene, i ragazzi del liceo, influenzati dalla propaganda Propal a cui si sono accodati, invece di gettare acqua sul fuoco, i pezzi grossi della sinistra come la Schlein, la CGIL ecc., hanno l’alibi della giovane età ed il fatto che – rimembrando i mei anni liceali ed anche se non è un attenuante – tre o quattro leader, specie negli anni giovanili, riescono a tirare le fila per tutti.
Molto peggio, a mio avviso – ma rende bene l’idea del vento che tira – e’ stata la contestazione organizzata all’Universita di Venezia contro Emanuele Fiano……ma oggi è così e guai a dire che a Gaza potrebbe essere in corso una strage e/o un massacro di innocenti, ma non un genocidio.
Fausto
Occupazione al Piccolomini? Tutto va bene, basta fare vacanza. Poi mettersi il cencio in testa e la faccia nascosta come gli adepti di Hamas fa anche figo. Alla faccia del popolo ucraino.
Bravissimo prof !!! Vorrei leggere il tuo pezzo su La Nazione di sabato scorso, ero pur troppo impegnata con mio figlio per una due giorni al torneo Calcaterra e non ho potuto leggerlo. Dove lo trovo?
Mi ritrovo personalmente d’accordo con gran parte delle cose dette nel pezzo, però permettimi una provocazione: perchè si deve per forza immaginare una Palestina futura libera assimilata ad una repubblica islamica stile Iran o Afghanistan? Perchè magari non immaginare una Palestina socialdemocratica? Possibile che le socialdemocrazie siano appannaggio dei soli paesi del nord Europa? Dove sta il problema? Forse perchè sono arabi o peggio musulmani e quindi non capaci di immaginare un mondo migliore dove vivere? Mi vengono in mente i bistrattati Curdi, di credo islamico, eppure hanno donne sindaco dei villaggi e perfino donne combattenti che hanno dato del filo da torcere a quelli dell’Isis. Vedi la nostra miopia, sempre a guardare la “democratica” Israele, in questo preciso momento degna erede del Sudafrica pre Mandela, e incapaci di pensare che magari un nuovo Stato potrebbe nascere anche su basi democratiche più che religiose, dove magari Hamas sparisce come gruppo combattente e diventa uno dei tanti gruppi estremisti religiosi minoritari (senza il supporto economico del Mossad). O forse ci piace continuare a vedere i Palestinesi come incapaci di autodeterminarsi e dunque bisognosi del cane da guardia Israele?
Rispondere alla tua domanda su Pasolini non è facile, soprattutto quando uno è abituato a considerarlo un mostro sacro (parlo per me), comunque se fosse questo il suo tempo (e penso che del suo pensiero sulla società odierna ne avremmo bisogno come, e forse più del pane) probabilmente sarebbe necessario un percorso di cura in quanto l’omosessualità per fortuna non costituisce più un problema morale ma la pedofilia francamente è rivelatrice di un disturbo di natura psichiatrica indipendentemente se l’oggetto che attrae sia maschio o femmina. Probabilmente la Maraini oggi la penserebbe come me, questo è un tempo in cui le divisioni tra pubblico e privato sono molto meno marcate, anzi grazie ai social le due dimensioni sono quasi fuse tra loro, ma questo è un altro discorso.
Codesti giovani fanno abbastanza tenerezza. Minoranza in un paese dominato dai nonnini. Ridotti a categoria protetta.
Molli ed ipercontrollati come pollame da allevamento intensivo.
Covano il malessere da troppo benessere.
Spiace, perché il rischio che risultino inadeguati
ad affrontare un mondo sempre più complicato è parecchio elevato.
Il commento di Ics lo trovo davvero assai brillante, e mi permetto di sottolineare in particolare il passaggio sul “malessere da troppo benessere”: azzeccato, e dal sapore, fra l’altro, pasoliniano (il Pasolini migliore, quello che per primo aveva intuito il disastro antropologico della consumer society).
Alla lettrice che chiede lumi sul mio pezzo di sabato sulla Nazione: oltre che sul cartaceo nella nostra – della biblioteca, intendo – ottima emeroteca, lo trovi on line (io l’ho trovato digitando “Nazione Ascheri Piccolomini”, per dire).
Fra l’altro, ovviamente nelle dovute “camere dell’eco”, il suddetto intervento ha ieri suscitato la reazione stizzita di un docente del Piccolomini stesso: temo – mi scuseranno i lettori – di dovere tornare ad occuparmi di questa querelle, nei prossimi giorni…
L’eretico
Io mi sarei rifiutato di parlare di fronte a un’assemblea antisemita e antidemocratica.
Pasolini, che io ho letto e apprezzato, era, secondo i canoni moderni, un pedofilo. Mi si provi il contrario.
… e la madonna, che esagerazione! ora mi vuole dire che gli occupanti liceali del Piccolomini sono antisemiti e antidemocratici? ma che dice su!
già questo incanalare ogni manifestazione ogni forma di protesta nei soliti canali destra sinistra è una forzatura tutta nostra italiana … come ci piace ricondurre sempre tutto a destra e sinistra … ma davvero siete convinti che coloro che manifestano Pro Pal siano tutti “Comunisti” mentre (pensa che paradosso) tutti coloro che sono pro Putin o filo putiniani (come piace all’Eretico appellare chiunque abbia un pensiero non allineato con la narrazione corrente riguardo alla guerra Russo Ucraina) siano tutti fascisti?
ora vi racconto un aneddoto relativo a questa occupazione … a proposito Eretico leggere il tuo pezzo mi ha fatto sorridere perchè la mia figliola nel fine settimana mi ha raccontato dell’occupazione, del collettivo a cui l’hanno iscritta (perchè presente tutti e 5 i giorni dell’occupazione) e mi ha raccontato di un signore pro Israele , ha detto proprio così :-), che era andato a parlare, un signore pro Israele però molto carino ed educato e gentile verso i ragazzi …. mi ha poi detto che quelli del comitato (i classici) li hanno appellati zecche rosse e zecche comuniste e mi fa … “babbo ma che significa?” la ragazza è al 1° quindi secondo il sig Ottavio anche lei è antisemita ed antidemocratica? ma per favore
Caro Ginocacino,
immagino che il “signore pro Israele” così “carino, educato e gentile” sia uno che conosco bene (mai abbastanza, peraltro)…
Ne approfitto per segnalare una lettera vergata contro il “signore pro Israele” dagli ex occupanti, pubblicata sulle colonne de La Nazione odierna, alla quale domani – Deo juvante – sarà un autentico piacere replicare (a maggior ragione avendo il viziaccio di registrare quando parlo, e a maggior ragione quando parlano gli intervenuti).
A Marco Scarpini, che ci incuriosisce con questo contributo pasoliniano: avendo poco tempo, potresti scriverci qualcosina di più? Come sarebbe andata quel comunque maledetto 2 novembre di mezzo secolo or sono?
L’eretico
… caro Eretico se ti riferisci a questo articolo
“https://www.lanazione.it/siena/cronaca/prof-anche-noi-vogliamo-uneducazione-b8004e32” non mi sembra vergato contro di te … anzi leggo (come ti avevo già anticipato) che i ragazzi sono stati contenti del tuo intervento anche se apparentemente contrario alle loro posizioni (e dico apparentemente perchè la questione non può essere ridotta a Pro Pal vs Pro Israele e sinceramente non credo tu sia Pro Israele e contro i Palestinesi)
.. forse questo passaggio?
“L’articolo del professor Ascheri fa vedere un evidente pregiudizio nei confronti di chi ha idee diverse dalle sue e una condiscendenza verso ragazzi poco più grandi di quelli a cui insegna. Ci chiediamo, perché ha scritto un discorso da conformista e non da “eretico” come dice di essere?”
… sinceramente traspare l’ingenuità e l’essere acerbi tipico dei ragazzi … e meno male; concludo dicendo che sono d’accordo con l’incipit di m.c. “La politica non deve entrare nelle scuole”.
Caro Ginocacino,
domani – oggi ormai non ce la faccio proprio – risponderò ai ragazzi, e soprattutto ad uno dei loro docenti, il quale – in quanto tale – non ha neanche l’alibi della giovanissima età…
A domani, dunque!
L’eretico
Quanto rancore per tutto ciò che è inclusione, solidarietà, diversità. Invece di ringraziare questi splendidi giovani per il loro impegno civico, leggo soltanto commenti privi di rispetto. Viva l’ Italia antifascista!
Cara Paola,
non per difendere i commentatori, ma purtroppo – e lo dico con autentica, sincera amarezza – in quella Aula magna c’era davvero tanta solidarietà, ma solo, solamente e soltanto per i gazawi: per i giovani israeliani massacrati il 7 ottobre, ovvero per gli ucraini falcidiati da quasi 4 anni di bombardamento, solidarietà non c’era proprio. Se c’era, era ben nascosta, per così dire: degli ucraini è stato detto da un intervenuto che in pratica se l’erano cercata (con applausi finali)…
Ad Ottavio: su Pasolini, da quel punto di vista non c’è dubbio che tale fosse; con l’aggravante – aggravante non direi da poco – di usare il denaro ed il prestigio che gli derivavano dalla Cultura, per fare ciò che faceva – e faceva fare – agli adolescenti che frequentava.
Quanto all’andare al Classico occupato: a mio modo di vedere, se invitati non ci si deve mai sottrarre, sempre sperando di riuscire a fare ragionare con la propria testa qualcuno dei presenti.
L’eretico
Se essere “antifascista” vuol dire mettere a ferro e fuoco le stazioni ferroviarie, impedire alla maggioranza degli studenti di farsi un’istruzione, cacciare gli ebrei dai ristoranti e malmenarli agli autogrill, esporre le bandiere della Jugoslavia che uccideva gli Italiani d’Istria e quelle degli Hezbollah/Hamas, alla faccia dell’inclusione e della diversità! Grazie, no.
… ora io raramente rispondo ai commenti dei lettori ma lei sig. Ottavio me li tira proprio dalle dita … secondo me lei ha le idee un po’ confuse e tende a generalizzare un po’ troppo esattamente come quando ha appellato i liceali del Piccolomini come antisemiti e antidemocratici … direi poche idee ma confuse, parecchio!
Gli ebrei (e gli ucraini) godono di una atavica solidarietà trasversale ed internazionale che trascende ed umilia per proporzioni quella mancata dei vari movimenti propal, che non brillano per coerenza, ma sono in buona compagnia. Probabilmente i liceali del Piccolomini ne avrebbero avuta se il governo criminale israeliano non avesse compiuto la carneficina che ha fatto.
Cercatevi in rete le dichiarazioni del 1995 dell’attuale ministro Ben Gvir, che dopo aver staccato il fregio dalla cadillac del morituro Rabin esclamò in favor di telecamera: “siamo arrivati alla tua macchina, arriveremo a te”…
O.t.: c’è un’ ansa di 4 ore fa, pare abbiano arrestato Al Masri
https://www.google.com/amp/s/www.ansa.it/amp/sito/notizie/mondo/2025/11/05/arrestato-al-masri-e-accusato-di-tortura-_1a739d4c-83c8-47e0-b677-40a94203f802.html
Su Pasolini suggerisco una tesi alternativa e molto suggestiva, veramente pasoliniana, rintracciabile su Radio Radicale ( o in libreria) cercando la parola Zigaina.
In pratica un suicidio organizzato in chiave letteraria, montaggio finale di tutta la sua opera.
Sulla sinistra propal invece, una disperata vitalità, un suicidio ideologico e basta
Quanti commenti, premetto, in buona fede. Tutti Propal, chi per fare festa a scuola, chi ingenuamente, chi per inerzia (pensare di testa propria) e altri motivi. La realtà è che il progetto di chi vuole la Palestina libera è solamente quello di instaurare un regime teocratico come l’Iran, o peggio dell’Isis, la democrazia non è contemplata. L’Israele non è meno colpevole, anzi la politica aggressiva di Hamas è utile a Nethaygnau ad essere ancora più duro nei riguardi degli abitanti di Gaza e giustifica le prepotenze dei coloni israeliani in Cisgiordania. Hamas e Nethaygnau, due macigni ostacoli insormontabili sulla strada della pace. L’ONU, gli USA e le altre potenze mondiali finora hanno fatto poco o niente, solo confusione. Poi nella insignificante Europa ci sono le “anime belle” Propal che pur di fare festa nelle scuole o protestare contro il Governo, manifestano per gente che ci ha sempre odiato come occidentali, sono retrogradi ed antidemocratici e seguaci di una religione disumana verso le donne ed i diversi. Dovrebbero essere essere annullati i poteri sia di NetaYgnau che di Hamas per essere sostituiti da governi democratici e pacifici, cosa difficile nell’attualità; forse in Israele qualcosa potrà cambiare, ma dall’altra parte ho molti dubbi. Anche sulle nostrali anime “belle” dubito che fondamentalmente interessi la sorte delle vere vittime della guerra; la vedo come una moda passeggera come un tempo, negli anni ’60, era per il Vietman contro gli USA. Queste “belle e buone anime” si dimenticano che esiste anche un’altra guerra in Ucraina con annesse vittime innocenti. I due pesi e le due misure non mi sono mai piaciuti. Sono pessimista, solo chiacchere, nessun atto concreto per soluzioni valide alle citate guerre, l’ipocrisia domina. Vedo un futuro sempre più nero. Concludo con un complimento all’Eretico, ho visto alla televisione la conferenza sul Ghiselli brucaiolo; un’ottima iniziativa, utile a chi non si puo’muovere, che fa onore agli organizzatori dell’iniziativa.
La politica non deve entrare nelle scuole. Sono altri i luoghi preposti per far politica. La scuola è il tempio sacro dell’ istruzione e della cultura, non dell’ indottrinamento. Questo sia ben chiaro!
Ai tempi dei nostri genitori si raggiungeva la maggiore età a 21 anni, poi le sinistre spinsero per abbassarla a 18. Errore fatale. Gli adolescenti, si sa, sono spesso preda di facili entusiasmi, non hanno esperienza, non sono adulti in miniatura, sono ragazzini. Ed è giusto che vivano la loro età, con la dovuta spensieratezza, con l’impegno nello studio e nello sport. Ci sarà il tempo dell’età adulta, della saggezza, della riflessione. L’età adulta, quella che ci consente di avere maggiori e più solide capacità critiche, la si raggiunge con il tempo. Diamo dunque tempo al tempo. Un 15enne, un 16enne, un 17enne, un 18enne, che hanno a malapena studiato (se hanno aperto il libro) la storia fino all’ illuminismo, forse al Risorgimento, cosa volete che ne sappiano delle vicende palestinesi dal ’48 ad oggi. Nulla. Non perché siano stupidi, ma semplicemente perché non è il loro mestiere. Abbiamo assistito tutti al pessimo (per non dire vergognoso) esempio degli studenti (universitari stavolta!) che hanno cacciato un ebreo da Ca’ Foscari come se fossero squadristi fascisti. Ecco, questo è il risultato: violenza verbale, cattiva o scarsa informazione, modalità giacobine e forcaiole. O peggio, con la convinzione cieca che vi siano morti di serie A e morti di serie B (Sudan, Nigeria, Yemen, ecc.). Mi chiedo se sia legittima l’interruzione del pubblico servizio in una scuola pubblica, impedendo a dei minorenni di accedere alle lezioni. E mi domando quanto ne sia giuridicamente responsabile il dirigente scolastico. Non siamo messi bene.
Non mi pare che l’occidente in generale, fiancheggi i massacratori in Sudan,Nigeria o Yemen, conflitti bellamente ignorati da governi e mezzi di informazione. Come potete pretendere che dei ragazzi possano saperne qualcosa se nemmeno noi adulti ne sappiamo niente? Sono i soliti discorsi qualunquisti per attaccare le posizioni che non condividete.
A proposito, ma tu che pensi di saperne sulla storia della palestine e di Israele, da che parte stai?